Thèses sur le sujet « Nuovo linguaggio »

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1

Semprini, Luca. « Una panoramica su Kotlin : il nuovo linguaggio per lo sviluppo di applicazioni Android ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
Lo scopo della presente tesi di laurea è quello di presentare in maniera esaustiva ed approfondita le caratteristiche e le peculiarità fondamentali del linguaggio di programmazione Kotlin, con particolare attenzione alle sue applicazioni per lo sviluppo di sistemi Android. La trattazione è strutturata su quattro capitoli: nel Capitolo 1 viene illustrato il contesto storico in cui la progettazione del linguaggio ha avuto luogo, nonché le piattaforme target per cui poterlo utilizzare, i concetti fondamentali della filosofia del linguaggio e i principali metodi di compilazione; nel Capitolo 2 viene esposta la sintassi basilare del linguaggio e le sue caratteristiche più interessanti, fornendo in maniera sistematica esempi di codice esplicativi; nel Capitolo 3 viene approfondita la piattaforma Android come target principale di Kotlin, fornendo esempi di feature proprie del linguaggio che possono risultare congeniali allo sviluppo di applicazioni in questo ambiente: anch’esse vengono corredate da esempi di codice per un approfondimento ulteriore; in questo capitolo vengono, inoltre, analizzate le prestazioni del linguaggio sotto l’aspetto della velocità di compilazione, del conteggio dei metodi, dell’impatto sulle dimensioni dell’applicazione scritta in Kotlin, e sulla stabilità effettiva di quest’ultima. Infine, nel Capitolo 4 viene effettuata un’analisi sullo stato attuale del linguaggio e la sua popolarità, concludendo con una valutazione delle prospettive future in ambito Android che Kotlin potrà riscontrare nei mesi a venire.
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2

Grossi, Michele. « Implementazione di un nuovo banco di prova per il collaudo di riduttori epicicloidali ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
Il contenuto della tesi si è basato sull'esperienza di tirocinio svolta all'interno del reparto di ingegneria del processo dello stabilimento forlivese dalla Bonfiglioli Riduttori S.p.a. Nel capitolo 1 è stata presentata una breve introduzione sull’azienda mostrandone l’influenza e la collocazione a livello globale e descrivendo, in breve, la sua storia. Nel capitolo 2 si espone la linea di montaggio in cui è stato integrato il banco di collaudo. In particolare, si analizza il ciclo lavoro del riduttore denominato grader 606W, si mostrano le sue parti e si spiega come questo venga montato e collaudato. Nel capitolo 3 si descrive lo svolgimento del progetto da me diretto all’interno del periodo di tirocinio commentandolo nelle varie parti. Viene poi mostrato il diagramma di Gantt utilizzato per coordinare le diverse fasi. Infine, si presenta una semplice analisi economica di progetto e si ipotizza il tempo di ritorno dell’investimento. Nel capitolo 4 si entra nello specifico della descrizione del banco di collaudo in tutte le sue parti. Si procede per blocchi funzionali e si mostra, per ognuno, parte meccanica e struttura del sistema di comando. Vengono descritti i sistemi di sollevamento e rotazione del portapezzo, quello di alimentazione del motore idraulico di servizio per la prova di rotazione del riduttore e viene fatto un accenno sulla prova di tenuta dell’aria (air-control). Si parla poi del sistema di sicurezza per la tutela dell’operatore nel luogo di lavoro mostrandone i diversi componenti. Infine, si analizza il quadro elettrico e si descrive il funzionamento di alcune sue parti quali inverter, PLC e alimentatore. Nel capitolo 5, ultimo della trattazione, si parla nel dettaglio dell’azionamento concentrandosi sulla parte di controllo del sistema di alimentazione del motore di servizio. Viene descritto inizialmente il sistema di scambio dati per poi passare alla programmazione della logica del PLC la quale viene presentata in modo molto dettagliato.
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3

Mehmedović, Mirza. « Le chiavi della mente : linguaggio e pensiero alla luce delle nuove scienze ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2014. http://hdl.handle.net/11384/86222.

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4

Lelli, Simonetta <1967&gt. « La comunicazione linguistica nelle letterature postcoloniali : tra fraintendimenti e nuovi linguaggi ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/206/1/TesiDottoratoL-LIN_10.pdf.

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5

Lelli, Simonetta <1967&gt. « La comunicazione linguistica nelle letterature postcoloniali : tra fraintendimenti e nuovi linguaggi ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/206/.

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6

CARBONE, LUISA. « Nuovi linguaggi interpretativi per la rappresentazione geografica del territorio di Tor Vergata ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/663.

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Résumé :
Il lavoro di ricerca ha l’intento di definire il carattere costruttivo delle immagini e delle rappresentazioni nel dar forma a nuovi scenari urbani. La condizione contemporanea della città impone, infatti, di prendere in considerazione il delicato equilibrio tra continuità e trasformazione che interessa il rapporto città/territorio, il disarticolarsi e riarticolarsi di territori e di paesaggi che solo la molteplicità dei linguaggi tecnologici può aiutare a decifrare. Ogni linguaggio tecnico orienta e media le rappresentazioni possibili, è meglio dunque essere consapevoli di questi effetti di mediazione per scegliere le forme d’analisi più idonee e cercare di controllare gli effetti inattesi. Non vi è, infatti, immagine influente che non ricorra a forme evidenti di rappresentazione, così come non vi è rappresentazione tecnica che non tragga senso e forza da una visione almeno parzialmente condivisa. Questo significa che ogni elaborazione rappresenta una “possibilità collettiva” in un certo orizzonte spaziale e temporale, che implica responsabilità di scelta e di sperimentazione. È indispensabile una metodologia per valutare correttamente i valori in gioco nel comunicare un’idea di città o di progetto urbano. Pertanto diventa importante indagare come la rappresentazione si confronta con un’idea di città che oggi si articola in una moltiplicità di forme. In questa direzione si sviluppa l'interesse per l’esito geografico urbano delle trasformazioni in atto nella periferia Sud di Roma, nella centralità metropolitana di Tor Vergata. Nello specifico ciò che si vuol analizzare è la complessità dei rapporti che lega il Campus universitario all'universo discorsivo che lo riguarda. Esso, infatti, si impone come tessuto iperconnettivo e performativo che salda le realtà concrete delle ex borgate abusive con le loro immagini e con gli immaginari futuri di periferie riqualificate, elevate nel Nuovo Piano Regolatore di Roma al rango di Centralità locali.
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7

Frison, Federica <1994&gt. « Arte, Cultura e Nuovi Media digitali. Informazione e consumi culturali attraverso i nuovi linguaggi digitali e il Social web ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18911.

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Résumé :
Il presente lavoro si presta ad analizzare la profonda relazione instauratasi nel corso degli ultimi vent’anni tra il sistema dell’arte e della cultura e le nuove ICT. Particolare attenzione verrà rivolta all’enorme contributo dei nuovi media digitali, del web e dei social media, che in breve tempo hanno saputo rivoluzionare il settore dei Beni Culturali, incoraggiando altresì nuove forme di partecipazione e il coinvolgimento di un pubblico più ampio e diversificato. Il ricorso sempre più frequente ai nuovi linguaggi digitali, sia nelle pratiche di condivisione esperienziale che come parte integrante delle strategie di web marketing culturale messe in atto da istituzioni e professionisti del settore, sembra infatti suggerire, oggi più che mai, un bisogno impellente di attuare delle azioni più specificamente mirate a favorire l’inclusione e la partecipazione attiva della collettività alla vita culturale. Obiettivo, rimediare a lacune e difficoltà ancora persistenti nell’ambito dell’engagement, a cui è oggi possibile ovviare grazie ad intelligenti strategie di comunicazione online, nonché grazie al potenziale offerto dalle nuove ICT e dal Social Web. In quest’ottica, si vogliono perciò esaminare gli effetti di un utilizzo più o meno valente dei nuovi media digitali, nel tentativo di stimolare l’interesse collettivo e di incrementare i consumi artistici e culturali. Il tutto verrà illustrato in virtù di alcune analisi (tramite raccolta di dati e informazioni desumibili da alcuni autorevoli studi, report e pubblicazioni ufficiali) e considerazioni di attualità legate alla parentesi storica in cui stiamo vivendo, ovvero, tenendo conto delle criticità e delle nuove sfide innescate dall’emergenza Covid, che ha travolto rapidamente anche il mondo dell’arte e della cultura. Alla luce dei fatti, risulta evidente come le nuove tecnologie e i media digitali non possano più essere concepiti come un mero elemento accessorio, bensì come parte integrante delle attività e dei servizi che il settore culturale può offrire; uno strumento che ne amplifica le potenzialità, un valore aggiunto spesso indispensabile - sebbene non del tutto esaustivo - che permette non solo di far fronte alle difficoltà del presente ma di cogliere anche le opportunità del futuro.
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8

REVEDIN, JANA. « Monumenti e modernità : stile e linguaggi degli Hallenbauten, elementi della costruzione della nuova città ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2000. http://hdl.handle.net/11578/278432.

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9

Zanuccoli, Anna. « Sintesi vocale attraverso speech BCI invasive : nuove prospettive verso un parlato intelligibile ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21009/.

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Résumé :
Ogni anno milioni di persone risultano affette da numerose patologie neurodegenerative o traumatiche che comportano la perdita della capacità di parlare. Gli strumenti che permettono il ripristino della comunicazione sono le BCI (Brain Computer Interface), cioè delle interfacce che collegano l’attività celebrale ad un computer che ne registra e ne interpreta le variazioni. Una caratteristica comune alla maggior parte di tali strumenti è che la comunicazione permessa dalle BCIs risulta solitamente essere molto lenta rispetto alla capacità comunicativa del linguaggio naturale poiché si riescono a riprodurre solo 5/6 parole al minuto. Per questo motivo negli ultimi dieci anni la ricerca si è concentrata su altre possibili soluzioni in cui le tecniche di BCIs fossero in grado di controllare un sintetizzatore vocale in tempo reale al fine di ripristinare una comunicazione fluente. In questo contesto si inserisce l’obiettivo della tesi che consiste nel confrontare tre differenti sistemi di speech BCI in grado di riprodurre un discorso fluente e intelligibile. I metodi di BCI confrontati nel presente elaborato sintetizzano il parlato attraverso la rilevazione invasiva dell’attività cerebrale misurata tramite elettrocorticografia (ECoG) da specifiche aree del cervello deputate al linguaggio. Tutti i metodi descritti decodificano l’attività cerebrale attraverso delle reti neurali, e utilizzano l’attività cerebrale direttamente collegata alla produzione del linguaggio per controllare il sistema di speech BCI, attuando quindi una comunicazione diretta. Ad oggi questi innovativi sistemi di speech BCI rappresentano la soluzione più promettente per risolvere problemi di comunicazione per persone affette da SLA e LIS poiché permettono di ripristinare una capacità comunicativa molto simile a quella del linguaggio naturale migliorando la qualità della vita del paziente.
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10

PASTORE, MONICA. « Linguaggi ibridi. I progettisti grafici italiani e il computer come nuovo strumento di progetto tra gli anni Ottanta e Novanta ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/306110.

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Résumé :
Nella metà degli anni Ottanta l’avvento del computer nel settore della progettazione grafica ha trasformato profondamente dagli strumenti alla prassi progettuale, dai supporti alla qualità degli artefatti, dall’identità dei progettisti ai linguaggi impiegati. Finora la storiografia internazionale si è occupata di questa rivoluzione in particolar modo focalizzandosi sulle realtà anglosassoni che sono entrate per prime in contatto con la nuova strumentazione digitale, tralasciando però gli episodi di molte altre nazioni considerate ‘periferiche’, tra cui lo scenario italiano. La tesi si propone difatti di ricostruire le vicende inedite della grafica italiana tra gli anni Ottanta e Novanta indagando sui cambiamenti in atto nel progetto grafico e individuando quali sono stati i protagonisti di queste nuove istanze visive, quali relazioni si sono instaurate tra di loro e come queste abbiano contribuito alla trasformazione dei linguaggi visivi confrontandosi con lo scenario internazionale. Lo scopo principale è dar voce a figure minori della storia della grafica italiana e ricostruire le geografie relazionali che sottendono alcune particolari vicende. Attraverso una serie di testimonianze orali è stato possibile individuare alcune peculiarità del panorama italiano di quegli anni. Innanzitutto si riscontra una chiara suddivisione in tre generazioni principali – gli apocalittici, gli integrati e i tecno-entusiasti – che affrontano l’avvento del computer in modo differente, ma che soprattutto conducono riflessioni diverse sui linguaggi, condizionati dai loro approcci e dall’atteggiamento verso la nuova strumentazione digitale. In secondo luogo si individuano quali sono le specificità del graphic design italiano del periodo analizzato in questa tesi, da un lato è il risultato della estesa contaminazione delle tecniche e della mescolanza delle espressioni visive, configurandosi conseguentemente come un progetto integrato e ibrido, e dall’altro nasce dalla capacità critica di filtrare esperienze e patrimoni diversi e di assumere come proprie certe modalità progettuali estere rielaborandole in chiave italiana. Ciò che si evince alla fine è l’esistenza di una miriade di approcci differenti condizionati dal contesto in cui i progettisti lavorano, di un’eterogeneità dei linguaggi che spaziano da quello più sperimentale a quelli multimediale e di una ricchezza di produzione ampliata anche dalla velocizzazione della prassi progettuale, effetto dell’elaborazione digitale degli artefatti comunicativi. Quindi il graphic design italiano degli anni Ottanta e Novanta non si può descrivere come una visione unitaria, intesa come un gruppo di persone che porta avanti un pensiero coerente su approcci e linguaggi, bensì si dovrebbe intendere come un’orchestra polifonica, dove ogni singolo componente contribuisce a costruire con il suo punto di vista la base della comunicazione visiva nazionale; una comunità capace di formare attraverso le vicende di quegli anni una serie di professionalità future.
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Giavelli, Francesca. « DeepL : la nuova frontiera della traduzione automatica neurale a confronto con il linguaggio enologico. Uno studio basato sulla traduzione del sito della Cantina di Cesena ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15177/.

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Résumé :
Quando a Novembre 2017 ho cominciato a pensare alla mia idea di tesi, ho deciso di voler portare a compimento il mio lavoro di traduzione del sito della Cantina di Cesena. La mia relatrice, la prof.ssa Heiss, mi ha poi consigliato di lavorare e confrontare le mie traduzioni, vecchie e nuove, con il nuovo traduttore automatico DeepL: si riteneva interessante rilevare quali risultati questo avrebbe potuto produrre quando messo a confronto con diversi tipi di testi e con un linguaggio assai specifico, come quello enologico. Il lavoro che ne è risultato è assai ampio e variegato, e questa tesi ne riporta solo una parte, quella dell’analisi di DeepL a confronto con questo tipo di traduzione; il resto si può trovare in Appendice e, parzialmente, on-line all’indirizzo: www.cantinacesena.it. La traduzione delle schede dei vini ha portato alla creazione di un breve glossario bilingue due parti nel quale si sono raccolti i termini specifici utilizzati: una parte riguarda la terminologia enologica, l’altra, riguarda la terminologia gastronomica utilizzata nelle schede dei vini sotto la voce “Abbinamenti:”, in cui vengono suggeriti i piatti tipici da accostare ad ogni vino. A fine lavoro, tutti i testi sono stati caricati sul sito, grazie al permesso concessomi dai dirigenti della Cantina di Cesena di lavorarci; l’upload on-line ha avuto delle limitazioni, dovute alle credenziali fornitemi, che permettono solamente la modifica dei contenuti, non della struttura: in alcune pagine è possibile individuare errori e parti non tradotte. Di tali errori si dà una breve illustrazione in Appendice, dove sono inserite alcune pagine (Screenshot) salvate dal sito web.
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FERRARI, MIRELLA. « Fruizione dei beni culturali, nuove tecnologie per la comunicazione artistica, pubblico e didattica nei musei ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19821.

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Résumé :
Questa ricerca rappresenta un tentativo di indagine sulla fruizione artistica con specifico interesse rivolto alle tecnologie evolute. L’indagine si divide in due parti: la prima incentrata sulle teorie che hanno tentato di indagare il bene culturale e di offrire dei modelli teorici, nonché sulle poetiche espositive e sui modelli che le istituzioni prediligono nell’allestire una mostra, sia essa temporanea che permanente; la seconda, a partire dai risultati di diverse esperienze e ricerche empiriche, indaga gli ambiti di consumo dell’oggetto artistico, ovvero i laboratori didattici offerti in Italia e in Europa, con qualche eccellenza Statunitense, e analizza il bene culturale mediato dalle nuove tecnologie, concentrando gli sforzi della ricerca sul campo, suddivisa a sua volta in tre fasi, che hanno visto l’alternarsi di metodologie qualitative e quantitative differenti in fase applicativa e di estrazione dei risultati. La finalità, che i nostri sforzi hanno voluto perseguire in una logica di ibridazione dei saperi a vocazione scientifica e a vocazione umanistica, è quella, da una lato, di indagine dell’ambito comunicativo artistico, spesso dimenticato dalle scienze comunicative e non tenuto in considerazione da quella storiche; e dall’altro di analisi e riflessione sull’applicazione delle nuove tecnologie alla sfera dell’arte, con specifico interesse per l’apprendimento informale e il ‘consumo’ del bene artistico da parte di un utenza più di curiosi che non di cultori.
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SCHEPIS, CHIARA. « Carlo Cecchi, funambolo della scena italiana. L'apprendistato e il magistero ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1028015.

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Résumé :
"Carlo Cecchi: funambolo della scena italiana. L'apprendistato e il magistero" con sguardo storico-biografico e strumenti critico-analitici ricostruisce la vicenda artistica dell’attore-regista e maestro d'attori Carlo Cecchi al fine di ritagliare, da un fenomeno tanto complesso e articolato, due atteggiamenti caratterizzanti la sua relazione con la scena: il personale percorso di formazione e, specularmente, le modalità del lavoro di formatore; da qui il sottotitolo: L’apprendistato e il magistero. L’obiettivo prefissato comporta la necessità di spaziare per tutta la lunga carriera dell’artista, non prescindendo da uno sguardo il più possibile allargato sul contemporaneo. D'altronde, si è creduto di potere concentrare l’attenzione su due periodi, a loro modo emblematici, uno della formazione latu sensu (che si spinge fino al lavoro con il gruppo, il Granteatro, di cui diviene presto guida) e l’altro del magistero. Nel primo caso si assolve il compito di indagare il primissimo percorso formativo, quasi totalmente sconosciuto, di Carlo Cecchi e successivamente la sua lunga formazione da capocomico; nel secondo, si denuncia il valore del magistero del nostro attore in rapporto agli allievi, protagonisti delle scene di oggi.
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BELIBANI, Rosalba. « Verso un’architettura di sintesi. Note sulle relazioni fra architettura e computer ». Doctoral thesis, 1993. http://hdl.handle.net/11573/401671.

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FONTANA, ROSA. « Speech Motor Control e Linguaggio Umano. Le nuove ipotesi sui meccanismi di controllo motorio dell'articolazione linguistica ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3117986.

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Résumé :
Aim of this work is to show the evolutionary connection between the chewing movements and the development of species-specific traits useful for speech in Homo Sapiens. This study will demonstrate how motor control of masticatory system affects the whole body homeostasis and its interactions are reciprocal for the production of human articulated language. In this perspective we consider speech as the product of a slow evolution of structures previously used for primary purposes and then adapted to new purely human functions ( refunctionalization ).
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CORSI, ANDREA. « Nuovi distretti residenziali peri-urbani in Svezia. Traslazione adattiva e verifica di modelli, tendenze e linguaggi internazionali ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1012624.

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Résumé :
Oggetto della ricerca sono gli insediamenti periferici e peri-urbani di nuovo impianto, a prevalente carattere residenziale, e i relativi processi complessi di concezione, progettazione, realizzazione e gestione. L'approccio critico mira a confrontare una visuale di carattere generale - che esamina fattori invarianti comuni a tutte le più avanzate esperienze europee (Germania, Paesi Bassi, Francia) - e una di carattere locale che si concentra sulla particolare declinazione che in Svezia viene data a tali fattori in rapporto a specifiche condizioni al contorno di natura politica-economica (welfare) e di cultura architettonica (tradizione del moderno). La ricerca si colloca nel settore disciplinare dell'urban design - con particolare riferimento alla scala dell'urban district e del neighborhood (quartiere) - e, coerentemente con la visione contemporanea del progetto come processo, privilegia l'analisi dell'attività progettuale all'interno di strategie di trasformazione urbana basate sul community development (presenza di stakeholder e utenti nelle diverse fasi di concezione e realizzazione). I casi di studio presi in esame rappresentano modelli insediativi di interesse poiché generati dall'interazione tra la pratica architettonica - rappresentata dall'innovazione sul piano edilizio-costruttivo (il tema del Green Building) e dalla ricerca sugli assetti urbani avanzati (temi: New Urbanism, Transit-Oriented Development e Smart Growth) - e la vocazione partecipativa del processo di trasformazione, orientato al binomio welfare-sostenibilità. Lo scenario attuale pone, a tutte le tradizioni culturali europee, la sfida dell'adeguamento degli impianti urbani e delle reti infrastrutturali, del ricompattamento delle aree urbane, della loro organizzazione multi-centrica e della mixitè, funzionale e sociale. Condizioni che rendono particolarmente importanti, per la ricerca architettonica, una ridefinizione e una ri-concettualizzazione di aspetti progettuali classici quali la replicabilità del modello, la multidisciplinarità dell’approccio, l’attenzione alle componenti economiche ed ecologiche del progetto e alle sue ricadute sociali. Condizioni nelle quali la vicenda scandinava - come già avvenuto in altre epoche dell'architettura moderna - si qualifica come terreno privilegiato per la riflessione teorica e, al tempo stesso, per l'esperienza pratica. In rapporto al quadro sopra descritto la ricerca individua, nel territorio intermedio tra piano e progetto, quattro tematiche da cui partire per analizzare l'esperienza svedese contemporanea dei nuovi insediamenti peri-urbani: - Green Building. L'insieme delle soluzioni progettuali e delle tecnologie costruttive attraverso le quali la componente residenziale dei nuovi quartieri ottiene la massimizzazione della prestazione energetica mediante lo sfruttamento delle risorse locali (energia, acqua, materiali da costruzione) e la riduzione degli impatti sull'ambiente naturale. Un tema su cui incide anche la differente natura delle normative di riferimento con riferimento, ad esempio, alla LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) di matrice statunitense. L'applicazione di questa chiave progettuale al block (isolato urbano) genera, nell'universo dei tipi urbani, una selezione e una reinterpretazione adattativa che, nel tempo, tende a produrre una misurabile divergenza dai modelli tradizionali; - Disegno della città (a scala di quartiere). L'urban design è il settore disciplinare nel quale - a differenza del piano urbanistico - la composizione urbana, la città come spazio "a quattro dimensioni", svolge il ruolo principale come catalizzatore della complessità delle istanze e come luogo di sintesi strategica delle soluzioni. Due linee, tra tutte, si segnalano come principali motori di rinnovamento: la accessibilità dell'insediamento rispetto alla urban area di pertinenza (vedi TOD, già citato, rif. teorico P. Calthorpe) e la progettazione integrata, interdisciplinare, che pone al centro l'utente e la fruibilità del quartiere anche, e soprattutto, negli spazi aperti; - Mixitè funzionale e sociale. Sono due tra i principali criteri a cui l'urban design contemporaneo si affida, già da anni, per realizzare condizioni "che favoriscono pratiche sociali rilevanti" (rif. B. Secchi). Nell'esperienza scandinava attuale essi si concretano nella redistribuzione di funzioni (pregiate e di supporto alla residenza) e di classi sociali all'interno di nuovi urban neighbour/district (distretti urbani/quartieri) dimensionati per una popolazione di 20-25.000 abitanti (a fronte dei 3-5.000 della precedente fase insediativa, primi anni '90). Una rimodulazione evolutiva di principi già da tempo presenti nella cittadinanza e nel sistema di welfare locale che tende a rinnovare una già avanzata capacità di sintesi tra interesse pubblico e investimento privato (rif. R. Krier "res pubblica > res economica > civitas"). - Community development. L'architetto contemporaneo opera in una condizione che richiede, in maniera differente e in misura crescente rispetto al passato, una stretta interrelazione con i soggetti portatori di interesse nella trasformazione urbana, con altri settori disciplinari che devono fattivamente concorrere alla progettazione, con l'utenza che si esprime sia in forma aggregata (associazioni, rappresentanze, comitati) che in forma parcellizzata (partecipazione diretta). In area scandinava lo spettro dei riferimenti di carattere ambientale spazia dagli indirizzi sovranazionali all'educazione ambientale del cittadino. Sul piano della coesione la “Nordic Strategy for Sustainable Development” attribuisce più importanza, rispetto al passato, alle dinamiche sociali ed economiche che interessano le comunità urbane nei loro processi di crescita. La capacità dell'architetto di comprendere vincoli e opportunità associate a questo quadro (problem) determina gran parte dell'efficacia dell'azione progettuale (solving).
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GIALLONGO, LAURA. « Etologia della comunicazione vocale. Nuove teorie e ipotesi sperimentali sulla vocalità animale ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3104583.

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Résumé :
Recenti ricerche condotte in ambito etologico hanno permesso di formulare teorie e ipotesi sperimentali sulla comunicazione vocale nei linguaggi animali, contribuendo alla revisione della consolidata demarcazione tra l’intenzionalità del linguaggio del sapiens e la componente emotiva della vocalità animale, che riteneva marginale la dimensione vocale nella socialità. In questa cornice di studi lo scopo della tesi è dimostrare il rilevante ruolo della comunicazione vocale nella cognizione sociale, attraverso l’indagine della vocalità di parental care, friendship, social network e group decision making, nonché la tendenza alla discriminazione visuo-vocale di stimoli sociali negli scimpanzé, come mostra il test sperimentale descritto in questo lavoro. Il repertorio vocale della primaria forma di aggregazione sociale, le cure parentali, analizzato in virtù dei vincoli biologici ed ecologici, è l’oggetto di indagine del primo capitolo. In contrasto con la tradizione che riteneva i primati non umani silenti nell’ interazione con i cuccioli, recenti ricerche etologiche sul motherese e l’infant babbling, nonché sui sistemi di cooperative breeding, hanno mostrato che la comunicazione vocale è determinante per l’acquisizione del repertorio vocale specie-specie specifico e favorisce il social learning e i comportamenti prosociali. Il network vocale delle relazioni speciali, indagato nel secondo capitolo, diviene il metro di valutazione della complessità del tessuto sociale, come mostrano gli studi di bioacustica. L’etologia delle friendships chiarisce il ruolo della vocalità nella costruzione di alleanze e nell’ascesa sociale, scardinando la concezione sociobiologica, che attribuiva alla filogenesi e alla comunanza genetica, piuttosto che all’ontogenesi, la dominanza sociale e le opportunità riproduttive nella socialità animale. La leadership e la contrattazione del potere sociale, dibattuti in ambito biopolitico e presi in esame nel terzo capitolo, offrono importanti spunti di riflessione sui processi decisionali di gruppo delle specie gregarie. Il voto animale, espresso tramite sistemi simbolici per la manifestazione del consenso- espressione di una razionalità ecologica che permette di effettuare scelte efficaci pur in assenza della tecnologia linguistica- incoraggia la formulazione di un quadro teorico del consenso etologico che valuti l’efficacia adattiva dei processi di decision making nei parlamenti ecologici. La comunicazione vocale, come discusso nel quarto capitolo, risulta determinante, in seno ai processi decisionali di gruppo, per esprimere la propria scelta individuale. Il monitoraggio del comportamento altrui, le componenti individuali e l’effetto dell’audience mostrerebbero infatti la referenzialità e l’intenzionalità dei segnali, nonché la natura simbolica e rappresentazionale della vocalità nei linguaggi animali. Il task di discriminazione vocale, descritto nel quinto capitolo, fornisce rilevanti dati sulle abilità degli scimpanzé in compiti di discriminazione visuo-vocale di stimoli sociali, che in letteratura sono scarsamente indagati. Lo scopo dello studio sperimentale era analizzare la tendenza alla generalizzazione dei vocalizzi riferiti a stimoli sociali e alla discriminazione del legame sociale che i vocalizzi implicano, nonché la rilevanza della comunicazione vocale nelle dinamiche di gruppo, in continuità con l’obiettivo finale della tesi. L’indagine della dimensione vocale di cure parentali, relazioni speciali, network sociale, processi decisionali di gruppo e gli studi sperimentali condotti in ambito cognitivo, mostrano il rilevante ruolo della comunicazione vocale nelle dinamiche sociali, poiché la vocalità innesca i comportamenti cooperativi e il social learning, permettendo di costruire alleanze e contrattare il potere sociale. La vocalità nei linguaggi animali non sarebbe dunque rigida, pura espressione emotiva, priva di referenzialità e incapace di manipolare l’attenzione altrui, ma mostrando una continuità funzionale, almeno a partire dai primati non umani, i vocalizzi hanno un controllo volontario e componenti individuali, sarebbero referenziali ad eventi sociali, dunque segnali di rappresentazione a fondamento della cognizione sociale.
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IADEVAIA, ROBERTA. « La letteratura elettronica italiana nel contesto internazionale. Storia, autori, generi, tematiche, strumenti e linguaggi ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/10808/32803.

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Résumé :
Abstract Il lavoro di ricerca si pone come obiettivo principale l'individuazione e l'analisi delle opere italiane riconducibili alla cosiddetta “letteratura elettronica”, in quanto caratterizzate da una “computational writing that transcends the printed book as cultural interface” (Beiguelman 2010). La ricerca rappresenta un primo tentativo di ricostruzione storica della letteratura elettronica italiana; per tale motivo, sono stati adottati un criterio cronologico, per favorire una maggiore comprensione, diacronica e sincronica, del fenomeno in esame e un criterio comparativo, al fine di mettere in evidenza le caratteristiche delle opere italiane, emerse dal confronto con quelle realizzate nel medesimo periodo nel contesto internazionale. Il primo capitolo è dedicato agli esperimenti di “letteratura assistita” dal computer elaborati dalla comparsa dei primi mainframe, negli anni Cinquanta del Novecento, alla fine degli anni Settanta, in concomitanza con gli albori dell'informatica di massa. Il secondo capitolo si concentra sulla “prima generazione” della letteratura elettronica, sviluppatasi tra gli anni Ottanta e l'inizio della diffusione del web, nei primi anni Novanta. Il terzo capitolo prende in esame le opere della “seconda generazione” realizzate nell'era del cosiddetto “web 1.0” (1993-2005), mentre il quarto capitolo affronta il contesto nel quale opera la “terza generazione” della letteratura elettronica, tuttora in corso, caratterizzato dal passaggio al cosiddetto “web 2.0” e proiettato verso il “web 3.0”. Nella parte finale si è cercato di delineare le caratteristiche della letteratura elettronica italiana, evidenziando al contempo le opportunità e le criticità della letteratura elettronica tout court, mentre ulteriori approfondimenti, tra cui una timeline, sono stati inseriti all'interno di quattro Appendici. Il lavoro così strutturato intende contribuire alla diffusione della letteratura elettronica in Italia, paese in cui è ancora poco conosciuta e studiata, alla luce degli stimolanti quesiti che essa pone in relazione ai concetti di testo e di opera, alle funzioni di autore e lettore e alle pratiche di scrittura e lettura: citando Katherine N. Hayles, “electronic literature tests the boundaries of the literary and challenges us to re-think our assumptions of what literature can do and be”. Riferimenti BEIGUELMAN Giselle, “The Reader, the Player and the Executable Poetics. Towards a Literarture Beyond the Book”, Jörgen Schäfer, Peter Gendolla (a cura di), Beyond the Screen. Transformations of Liteary Structures, Interfaces and Genres, transcript Verlag, Bielefeld 2010, p. 403. HAYLES Katherine N., “Electronic Literature: What is it?”, eliterature, 2 gennaio 2007. URL consultato il 15 novembre 2019.
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FIORLETTA, LOREDANA. « La dinamica degli opposti. Ricerca letteraria, cultura mediatica e media in Georges Perec ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/945774.

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Résumé :
Autore di romanzi, saggi, radio e in parte di cinema e documentari televisivi, Georges Perec ha dedicato un articolo in particolare al rapporto tra scrittura e media. Con il supporto di studi di teoria dei media, cultura di massa, critica letteraria, teoria della ricezione, ci si è chiesti in che misura i media hanno influito sulla sua produzione letteraria e viceversa (in una prospettiva di intermedialità). Si sono indagate questioni come il rapporto tra letteratura, intrattenimento mediatico e approccio critico; la "crisi del linguaggio" e i limiti e le risorse della parola; lo iato tra scrittura e realtà e tra propaganda e realtà (attraverso la nozione di schema cognitivo); il passaggio tra spazi reali e luoghi della scrittura, autore e testo, testo e lettore, evento e quotidiano, finzione e documento, immersione e distanza. Mentre tecniche e linguaggi specifici di ciascun media trovano un'applicazione creativa in media diversi, una "nuova oralità" ridefinisce i tratti della memoria, tra stabilità e mutamento. Il confronto delle produzioni di Perec con la mediasfera fa emergere, oltre alla nota ricerca da parte dello scrittore della traccia, del segno indelebile della scrittura in risposta all'assenza e alla perdita, anche il riconoscimento del rischio insito in una legge rigida, un ordine immobile, e una fascinazione per l'effimero, per la vita come processo. Nella sua opera si rinviene una costante messa in tensione di opposti che s'intrecciano senza mai comporsi del tutto, senza fornire una soluzione univoca, in una visione mobile, aperta, complessa.
À partir d'un article de Georges Perec sur le rapport entre écriture et médias, on s'est interrogé sur la mesure dans laquelle ces derniers ont influencé sa production littéraire et vice versa. En s'appuyant sur des études de théorie des médias, de théorie de la lecture, de culture de masse, on a abordé la relation entre divertissement et approche critique ; la crise et les ressources du langage ; le hiatus entre écriture et réalité et entre propagande et réalité (à travers la notion de schéma cognitif) ; le passage entre espaces réels et lieux de l'écriture, auteur et lecteur, événement et quotidien, fiction et document, immersion et distance. Une nouvelle oralité redéfinit les traits de la mémoire, de la stabilité et du changement. À côté de la recherche de la trace, récurrente chez Perec, la confrontation avec les médias et la culture médiatique fait émerger la conscience du risque inhérent à un ordre immobile, à une loi implacable, l'insuffisance de la règle, et l'attrait de l'éphémère, de la vie comme procès. Des oppositions sont constamment mises en tension par l'écrivain, les contraires confrontés sans jamais trouver une solution univoque et définitive, pour offrir une vision mobile, ouverte, complexe.
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