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Antonioli, Davide, Annaflavia Bianchi, Massimiliano Mazzanti et Paolo Pini. « Crisi economica e performance d'impresa : il ruolo dell'innovazione in un contesto produttivo locale ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (septembre 2010) : 177–206. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-001012.

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Résumé :
Partendo dalla base di studi microeconomici sul comportamento delle imprese in termini di attivitÀ innovativa, il presente lavoro offre un'analisi empirica per un sistema produttivo locale (Ferrara) volta ad evidenziare la presenza di legami tra attivitÀ innovativa in differenti sfere e performance economica d'impresa in un periodo di recessione. Si testa se l'attivitÀ innovativa svolta prima della crisi economica ed in risposta ad essa garantisca migliori performance economiche durante la fase acuta della crisi stessa. I risultati mostrano che le imprese piů impegnate in attivitÀ innovative pregresse e contemporanee alla crisi sono anche quelle che risentono in minor misura della crisi, che la affrontano con comportamenti proattivi e mostrano migliori performance economiche anche nel pieno della crisi. Questo risultato si realizza grazie soprattutto al ruolo cruciale svolto dalle complementarietÀ e sinergie tra le attivitÀ intraprese dall'impresa nelle differenti sfere innovative.
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Icolari, Maria assunta. « IL FENOMENO FISCALE ITALIANO AL TEMPO DELLA CRISI DELLE CONCEZIONI GIURIDICHE TRADIZIONALI ». Revista da Faculdade Mineira de Direito 21, no 42 (16 juillet 2019) : 131–48. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2018v21n42p131-148.

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Résumé :
La disamina muove dal bisogno di una profonda riflessione del sistema tributario italiano dopo che la stagione della crisi, politica ma anche economica, ha sortito i suoi effetti sia sul rapporto mai paritario tra Amministrazione finanziaria e contribuente che sulla nozione di tributo. Pertanto oggetto di attenzione sono per un verso le problematiche legate alla mancanza sia di un vero e paritario contraddittorio nell’azione tributaria, per cui l’Amministrazione fiscale spesso è in una posizione di intollerabile supremazia, sia di un vero coordinamento con il diritto penale; per altro verso del bisogno di adeguare la nozione di tributo agli indirizzi che provengono dal giudice costituzionale.
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Palumbo, Antonella, et Attilio Trezzini. « Pierangelo Garegnani : le implicazioni di politica economica della critica dell'economia politica ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 4 (décembre 2011) : 143–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-004005.

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Résumé :
Pierangelo Garegnani: le implicazioni di politica economica della critica dell'economia politica Nonostante il suo fondamentale contributo alla critica della nozione neoclassica di capitale, il cuore della ricerca di Pierangelo Garegnani č nell'individuazione di una impostazione teorica alternativa a quella dominante. Nel solco di Sraffa, essa consiste nella riproposizione della teoria classica del valore e della distribuzione e nella costruzione di un approccio classico-keynesiano alla determinazione dell'output. In esso i prezzi non sono indicatori di scarsitŕ, la mancanza di una tendenza spontanea al pieno impiego cancella l'ottimalitŕ delle economie di mercato, la distribuzione del reddito č il risultato di forze sociali e non naturali. Ne consideriamo le implicazioni di politica economica.
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Morel, Lydie. « L’activité ludique en articulation avec les activités de raisonnement ». Travaux neuchâtelois de linguistique, no 46 (1 novembre 2007) : 51–68. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2007.2818.

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Résumé :
In questo articolo, l'autore abborderà nel stesso tempo la nozione di attività ludica come motore, nella costruzione di attività protologico che prepara il pensiero ad entrare nel sémiotisation, e come spazio per creare un aggiustaggio ortofonico L'attività ludica sarà considerata come l'espressione delle esplorazioni del bambino, il luogo di installazione di regolarità essenziali all'uscita dei piaceri cognitivi ed emozionali, un tempo di esercizio ,di collocamento in relazione e di coordinamenti ed un momento di creazione di significati dunque di "dovendo essere significati". L'analisi di sequenze filmate permetterà di illustrare come l'attività ludica, ragionamento e linguaggio sono articolati dai bambini che portano uno handicap. L'autore esporre brevemente i principi di un adeguamento ortofonico prelogica e relativo al linguaggio di cui gli argomenti teorici si trovano nella corrente della psicologia construtivista.
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Cannatelli, Benedetto, et Matteo Pedrini. « Gestione della marca, qualitÀ del prodotto e performance delle micro imprese in mercati maturi : evidenze dal segmento della birra artigianale in Italia ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (octobre 2012) : 153–73. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003008.

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Résumé :
Il presente articolo illustra i risultati di una ricerca sulla relazione tra le attivitÀ di gestione della marca, la qualitÀ dei prodotti e le performance economiche di micro imprese attive in mercati maturi. A tale scopo č svolta un'analisi in due fasi: nella prima č stata realizzata un'analisi quali-quantitativa basata su otto casi di studio approfonditi, successivamente č stato somministrato un questionario a 94 micro imprese produttrici di birra artigianale in Italia. I risultati evidenziano una relazione negativa tra l'impiego di risorse in attivitÀ di gestione della marca e la performance economica, al contrario determinata principalmente dalla qualitÀ del prodotto offerto.
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Scovazzi, Tullio. « La partecipazione straniera alla pesca nella zona economica esclusiva ». Anuario Español de Derecho Internacional 10 (21 août 2018) : 239–53. http://dx.doi.org/10.15581/010.10.28585.

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Résumé :
1. Il ruolo dello Stato costiero in materia di pesca nella zona economica esclusiva.- 2. Le due scelte principali: licenze di pesca e imprese congiuente.- 3. Le licenze: A) Questioni preliminari; B) La determinazione del corrispettivo; C) Le misure di conservazione; D) La comunicazione di informazioni e lo svolgimento di ricerche; E) Il controllo delle attività e la repressione delle violazioni.- 4. Le società congiunte: A) Questioni generali; B) I fattori rilevanti in materia; C) L’ intensa di massima e il contratto; D) Il ditritto applicable e la soluzione delle controversie.
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del Gobbo, Giovanna. « I professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112007.

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Résumé :
La riconversione e riorganizzazione dei processi economici (greening) e una dif-fusa responsabilità, anche individuale, rispetto all'ambiente e al territorio nella direzione di una "green society" oltre che della "green economy" sembrano poter aprire un potenziale mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale. Le unità professionali operanti in attività di educazione, formazione e sensibilizzazione ambientale ad oggi sono varie. Le attività sono svolte, per lo più, da figure operanti in ambiti e settori diversi (public utilities, turismo, servizi culturali, escursionismo, tutela del patrimonio ambientale, agricoltura, educazione e istruzione, ecc.) vanno a definire una famiglia dai contorni indistinti, senza una univoca definizione di ruoli, aree di attività, competenze e percorsi for-mativi. Il presente contributo intende offrire uno sguardo introduttivo su un pro-blema che richiede necessariamente un approccio sistemico e sollecita la riflessione pedagogica sull'ambiente ad una interlocuzione più forte e mirata con il mercato del lavoro a garanzia di processi di professionalizzazione la cui utilità sociale ed economica sembra indiscutibile.
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Degrassi, Lidianna. « «Le industrie culturali e creative» : una formula fortunata, ma ancora in cerca di identità (giuridica) ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 22 (novembre 2018) : 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/dt2018-022001.

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Inquadrare concettualmente la formula «CCI - Industrie culturali e creative» è un'operazione di cui si è occupata principalmente la dottrina economica della cultura. Il presente contributo offre alla comunità scientifica alcuni spunti di riflessione da un punto di vista giuridico, in particolare in relazione al diritto dell'UE e al diritto interno. Ciò che rende la definizione un unicum nel panorama del diritto pubblico multilivello è la specificità del CCI, che, allo stesso tempo, indaga i profili di «cultura», «creatività» e di «industria/economia». Ciò acquista rilevanza anche nell'ordinamento giuridico italiano, perché la Costituzione repubblicana non conosce questa nozione, il che fa sì che gli studiosi ne diano un'interpretazione sistematica. Oltre a questo, avendo a che fare con una forma di stato regionale, occorre rendersi conto di come sono distribuite le competenze tra Stato e Regioni, a causa dell'eterogeneità del settore del CCI. L'incertezza della nozione di diritto costituzionale ha permesso al legislatore statale di introdurne una simile, ma non identica: quella di «imprese culturali e creative», su cui, nel paragrafo finale, questo lavoro cerca di riflettere in prima battuta
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Ferrucci, Nicoletta. « Le ragioni del Seminario. Atti del Seminario : La gestione forestale dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico provvedimentale ». L'Italia forestale e montana 77, no 6 (30 janvier 2023) : 205–9. http://dx.doi.org/10.36253/lifm-1084.

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Résumé :
L’esigenza di conciliare la protezione della valenza del bosco come elemento identitario di un paesaggio, con la tutela della sua funzione economica e dei suoi profili ambientali, ha ispirato la previsione ad opera del legislatore di un sistema di deroghe al regime ordinario della autorizzazione paesaggistica riservato ad una gamma di attività forestali tassativamente individuate e differenziate in funzione della diversa modalità attraverso la quale il bosco è assoggettato a vincolo paesaggistico, ex lege o ex actu, riservando ai boschi vincolati in via provvedimentale un regime derogatorio decisamente più restrittivo. Il Testo Unico in materia di foreste e di filiere forestali segue le orme dei suoi precedenti, ma mentre interviene direttamente con riferimento alle attività sui boschi vincolati per legge, demanda la delineazione del regime autorizzatorio delle attività forestali sui boschi vincolati ex actu a future Linee guida la cui redazione affida ad una sinergia tra Ministeri coinvolti ratione materiae. Il Convegno organizzato dal CeSET nasce dall’esigenza di favorire un confronto tra questi ultimi supportato da esperti cultori della materia.
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Ferrucci, Nicoletta. « Le ragioni del Seminario. Atti del Seminario : La gestione forestale dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico provvedimentale ». L'Italia forestale e montana 77, no 6 (30 janvier 2023) : 205–9. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1084.

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Résumé :
L’esigenza di conciliare la protezione della valenza del bosco come elemento identitario di un paesaggio, con la tutela della sua funzione economica e dei suoi profili ambientali, ha ispirato la previsione ad opera del legislatore di un sistema di deroghe al regime ordinario della autorizzazione paesaggistica riservato ad una gamma di attività forestali tassativamente individuate e differenziate in funzione della diversa modalità attraverso la quale il bosco è assoggettato a vincolo paesaggistico, ex lege o ex actu, riservando ai boschi vincolati in via provvedimentale un regime derogatorio decisamente più restrittivo. Il Testo Unico in materia di foreste e di filiere forestali segue le orme dei suoi precedenti, ma mentre interviene direttamente con riferimento alle attività sui boschi vincolati per legge, demanda la delineazione del regime autorizzatorio delle attività forestali sui boschi vincolati ex actu a future Linee guida la cui redazione affida ad una sinergia tra Ministeri coinvolti ratione materiae. Il Convegno organizzato dal CeSET nasce dall’esigenza di favorire un confronto tra questi ultimi supportato da esperti cultori della materia.
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Mongillo, Vincenzo. « Imprese multinazionali, criminalità transfrontaliera ed estensione della giurisdizione penale nazionale : efficienza e garanzie "prese sul serio" ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 170 (août 2021) : 179–213. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170002.

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In un mondo in cui l'attività economica si è globalizzata e la dimensione transfrontaliera del crimine di impresa è esponenzialmente cresciuta, il tema dell'estensione spaziale delle leggi penali nazionali assume rilievo centrale. La parcellizzazione della produzione in gruppi societari, joint venture e catene di approvvigionamento globali, oltre a fomentare reati e violazioni di diritti umani da parte delle imprese multinazionali o transnazionali, erode la capacità di enforcement degli Stati. Il saggio si concentra, così, sulle nuove forme di giurisdizione extraterritoriale - sia autentiche che "mimetizzate" sotto una nozione di territorialità dilatata all'estremo - da una duplice prospettiva: efficacia della risposta punitiva e tutela dei diritti fondamentali dei soggetti (individui e società) sottoposti a procedimento penale da parte di molteplici autorità nazionali, nell'ottica di un equilibrio ragionevole.
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Fadda, Sebastiano. « Sviluppo locale e obiettivi della programmazione ». ARGOMENTI, no 29 (octobre 2010) : 37–55. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-029002.

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Résumé :
Il legame tra sviluppo locale e programmazione economica č molto debole nell'attuale come nel precedente ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali. Ciň č dovuto in parte al fatto che il riferimento allo sviluppo locale si č molto ridotto negli ultimi documenti di programmazione e in parte al fatto che questi non contengono una chiara scelta di obiettivi. Per riproporre l'obiettivo dello sviluppo locale al centro della programmazione regionale č necessario in primo luogo ridefinire la nozione stessa di sviluppo locale, e in secondo luogo procedere alla individuazione di indicatori quantitativi dello sviluppo, suscettibili di essere modulati a livello locale e ricavati da una profonda revisione del concetto di sviluppo economico che superi l'identificazione con la crescita del Pil. Il recente contributo del cosiddetto "Rapporto Sarkozy" viene preso in considerazione in quest'ottica.
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Razzolini, Orsola. « Lavoro economicamente dipendente e requisiti quantitativi nei progetti di legge nazionali e nell'ordinamento spagnolo ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 132 (novembre 2011) : 631–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132004.

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Nell'ordinamento spagnolo e in tre progetti di legge nazionali, la nozione di lavoro economicamente dipendente descrive, in linea generale, la situazione in cui il lavoratore ricava una quota consistente del proprio reddito da un principale committente che diviene cosě la fonte primaria del suo sostentamento. Nel presente contributo, questa definizione di dipendenza economica viene messa in discussione sotto due profili. Anzitutto, l'inserzione del dato quantitativo nella struttura della fattispecie, lungi dal contribuire alla certezza del diritto, č fonte di incertezza; in secondo luogo, desta perplessitŕ sotto il profilo della tutela della libertŕ e della volontŕ contrattuale del committente, ripercuotendosi sul problema della qualificazione dei rapporti di lavoro. Lo spunto č l'occasione per svolgere qualche riflessione conclusiva sull'idoneitŕ del requisito quantitativo a giustificare l'introiezione di una logica redistributiva nel diritto privato.
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Vigneri, Adriana. « Il punto sui servizi pubblici locali dopo gli interventi legislativi del 2011 e 2012 ». ARGOMENTI, no 34 (juin 2012) : 37–50. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034002.

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In seguito all'abrogazione referendaria dell'art. 23-bis, si è giunti attraverso più interventi legislativi (ultima la legge 27/2012) ad introdurre un sistema normativo pressoché completo, che riguarda in generale i servizi pubblici locali a rilevanza economica, e comprende settori prima esclusi, i trasporti regionali anche per ferrovia, e i trasporti locali metropolitani e su gomma. L'impostazione fondamentale richiede agli enti locali competenti a decidere le modalità di gestione, di valutare prima di tutto, una volta individuati gli obblighi di servizio pubblico da garantire per ciascuna attività, la possibilità di liberalizzare il servizio ammettendone l'erogazione da parte di una pluralità di soggetti. Soltanto ove questo non sia possibile si affiderà in esclusiva il servizio tassativamente mediante una gara.
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Bilancia, Francesco, et Sandra Regina Martini. « Il referendum del Regno Unito sulla Brexit ed il suo impatto sul mercosul nella prospettiva dei diritti sociali ». Revista Brasileira de Direitos Fundamentais & ; Justiça 11, no 37 (30 décembre 2017) : 35–63. http://dx.doi.org/10.30899/dfj.v11i37.123.

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Résumé :
Prendendo le mosse dalle tematizzazioni polemiche professate durante la campagna referendaria svoltasi nel Regno Unito per il voto del giugno 2016 sulla Brexit, il saggio apre una riflessione critica sulle trasformazioni da tempo in atto, nel diritto dell’UE e nella giurisprudenza della Corte di giustizia così come in alcuni ordinamenti degli Stati membri, in relazione ai diritti alle prestazioni sociali dei cittadini europei residenti in Paesi membri diversi dal proprio ed al possibile impatto di tale fenomeno su altri sistemi integrati di mercato come il Mercosul. Il quadro che ne emerge induce a più approfondite riflessioni sulle cause della crisi di legittimazione attuale dei sistemi di integrazione politica ed economica, come il processo di integrazione europea, il cui cedimento è gravemente accelerato dalla messa in discussione dei diritti sociali in danno di una più forte nozione di cittadinanza europea; e come in altre realtà istituzionali e sociali, in particolare nel Mercosul.
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Dyduch, Jan. « Zadania wiernych świeckich w dokumentach roboczych II Polskiego Synodu Plenarnego ». Prawo Kanoniczne 36, no 3-4 (10 décembre 1993) : 21–37. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1993.36.3-4.02.

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I documenti di lavoro del II Sinodo Plenario della Polonia indicano il programma del rinnovamento della vita religiosa in Polonia. Essi presentano anche il ruolo e i compiti dei laci sulla base dell’insegnamento del Vaticano II. I laici realizzano i loro doveri cristiani partecipando all’attività apostolica, impegnandosi nella vita parrocchiale e diocesana, contribuendo al rinnovamento della vita sociale, politica, economica e culturale del paese. II Sinodo tende, non soltanto a dare il programma per i laici, ma anche a mobilizzare le forze per realizzarlo. A questo scopo servono i documenti di lavoro intensi come le proposte per lo studio, le discussioni, dando le possibilità di riflessione e di attività apostolica e pastorale.
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A. Ceravolo, Flavio, et Michele Rostan. « Le basi valoriali e organizzative dell'impegno pubblico e sociale degli accademici italiani ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 160 (août 2021) : 110–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160006.

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A seguito delle riforme dei sistemi di istruzione superiore realizzate negli ultimi decenni nei paesi europei, le università sono state incoraggiate ad aprirsi al contesto socio-economico e a impegnarsi maggiormente in quella che è stata chiamata la loro "terza missione" sia nella sua dimensione economica sia in quella dell'impegno pubblico e sociale. Basandosi sui dati raccolti intervistando un campione di più di cinquemila accademici italiani, l'articolo mostra quanto sia ampia l'adesione alla richiesta di maggiore apertura dell'università verso la società e l'economia, quanto siano condivise le finalità economiche e sociali della terza missione a livello individuale e di dipartimento, quanto sia intenso l'impegno degli accademici nelle attività di public engagement e se tale impegno poggi o meno su due basi distinte, una di tipo valoriale e una di tipo organizzativo.
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Cedrola, Elena, Giancarlo Ferrero et Gianluca Gregori. « Marketing & ; Sales oltre la crisi : i cambiamenti in atto nelle medie imprese ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 2 (juin 2011) : 9–28. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-002002.

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La crisi economica internazionale ha modificato struttura e tendenze di molti mercati. Pochi sono gli studi finora condotti sulle conseguenze per le funzioni di marketing e di vendita. Questo articolo presenta i risultati di un'indagine svolta presso un campione di medie imprese, rivolta a comprendere i cambiamenti in atto nelle strategie di mercato e nel ruolo e nell'importanza attribuita a queste funzioni. I risultati evidenziano il progressivo affermarsi in queste imprese di un piů deciso orientamento al mercato, a cui si associa una maggiore valorizzazione di queste funzioni. La funzione di vendita viene a svolgere un ruolo importante anche per l'analisi dei clienti e dei mercati, in una quadro di crescente collaborazione con la funzione di marketing. Permane, tuttavia, un significativo gap tra le finalitÀ che si vorrebbe perseguire e le risorse destinate a queste attivitÀ.
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Araujo, Danilo Borges dos Santos Gomes de. « LA SOCIETÀ COOPERATIVA BRASILIANA ». PANORAMA OF BRAZILIAN LAW 4, no 5-6 (26 mai 2018) : 412–30. http://dx.doi.org/10.17768/pbl.v4i5-6.34442.

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Considerando la vastità del tema e dei problemi che ne derivano, trattasi di esposizione relativamente sintetica sulla società cooperativa brasiliana, concentrandosi in particolar modo sui seguenti punti: (i) sviluppo storico-legislativo sul cooperativismo e sulla società cooperativa in Brasile; (ii) caratteri principali dello schema giuridico-organizzativo della società cooperativa brasiliana; e (iii) numeri e dati statistici ed economici complessivi sulla attività economica svolta tramite le cooperative in Brasile e sulla diffusione (costituzione), in Brasile, di quel tipo societario chiamato “sociedade cooperativa”. Il testo quindi si concentra esclusivamente sulla società cooperativa brasiliana, assente qualsiasi tentativo di confronto diretto con la disciplina della società cooperativa italiana, anche se gli esperti in materia possono indirettamente cogliere i contrasti tra l’uno e l’altro ordinamento giuridico, trovando somiglianze e differenze tra i rispettivi schemi legali della cooperativa.
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Araujo, Danilo Borges dos Santos Gomes de. « LA SOCIETÀ COOPERATIVA BRASILIANA ». PANORAMA OF BRAZILIAN LAW 4, no 5-6 (26 mai 2018) : 412–30. http://dx.doi.org/10.17768/pbl.v4i5-6.p412-430.

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Considerando la vastità del tema e dei problemi che ne derivano, trattasi di esposizione relativamente sintetica sulla società cooperativa brasiliana, concentrandosi in particolar modo sui seguenti punti: (i) sviluppo storico-legislativo sul cooperativismo e sulla società cooperativa in Brasile; (ii) caratteri principali dello schema giuridico-organizzativo della società cooperativa brasiliana; e (iii) numeri e dati statistici ed economici complessivi sulla attività economica svolta tramite le cooperative in Brasile e sulla diffusione (costituzione), in Brasile, di quel tipo societario chiamato “sociedade cooperativa”. Il testo quindi si concentra esclusivamente sulla società cooperativa brasiliana, assente qualsiasi tentativo di confronto diretto con la disciplina della società cooperativa italiana, anche se gli esperti in materia possono indirettamente cogliere i contrasti tra l’uno e l’altro ordinamento giuridico, trovando somiglianze e differenze tra i rispettivi schemi legali della cooperativa.
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Araujo, Danilo Borges dos Santos Gomes de. « LA SOCIETÀ COOPERATIVA BRASILIANA ». PANORAMA OF BRAZILIAN LAW 4, no 5-6 (31 mai 2017) : 412–30. http://dx.doi.org/10.17768/pbl.y4.n5-6.p412-430.

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Considerando la vastità del tema e dei problemi che ne derivano, trattasi di esposizione relativamente sintetica sulla società cooperativa brasiliana, concentrandosi in particolar modo sui seguenti punti: (i) sviluppo storico-legislativo sul cooperativismo e sulla società cooperativa in Brasile; (ii) caratteri principali dello schema giuridico-organizzativo della società cooperativa brasiliana; e (iii) numeri e dati statistici ed economici complessivi sulla attività economica svolta tramite le cooperative in Brasile e sulla diffusione (costituzione), in Brasile, di quel tipo societario chiamato “sociedade cooperativa”. Il testo quindi si concentra esclusivamente sulla società cooperativa brasiliana, assente qualsiasi tentativo di confronto diretto con la disciplina della società cooperativa italiana, anche se gli esperti in materia possono indirettamente cogliere i contrasti tra l’uno e l’altro ordinamento giuridico, trovando somiglianze e differenze tra i rispettivi schemi legali della cooperativa.
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Araujo, Danilo Borges dos Santos Gomes de. « LA SOCIETÀ COOPERATIVA BRASILIANA ». PANORAMA OF BRAZILIAN LAW 4, no 5-6 (26 mai 2018) : 412–30. http://dx.doi.org/10.17768/pbl.y4n5-6.p412-430.

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Résumé :
Considerando la vastità del tema e dei problemi che ne derivano, trattasi di esposizione relativamente sintetica sulla società cooperativa brasiliana, concentrandosi in particolar modo sui seguenti punti: (i) sviluppo storico-legislativo sul cooperativismo e sulla società cooperativa in Brasile; (ii) caratteri principali dello schema giuridico-organizzativo della società cooperativa brasiliana; e (iii) numeri e dati statistici ed economici complessivi sulla attività economica svolta tramite le cooperative in Brasile e sulla diffusione (costituzione), in Brasile, di quel tipo societario chiamato “sociedade cooperativa”. Il testo quindi si concentra esclusivamente sulla società cooperativa brasiliana, assente qualsiasi tentativo di confronto diretto con la disciplina della società cooperativa italiana, anche se gli esperti in materia possono indirettamente cogliere i contrasti tra l’uno e l’altro ordinamento giuridico, trovando somiglianze e differenze tra i rispettivi schemi legali della cooperativa.
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Palmieri, Walter. « Natura, uomini e dissesti : le alluvioni di Nola agli inizi dell'ottocento ». SOCIETÀ E STORIA, no 126 (mars 2010) : 615–33. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126002.

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Nonostante l'importanza dei dati storici per le odierne politiche di prevenzione e di mitigazione del rischio idrogeologico, la storiografia raramente si č occupata di questi argomenti; anche se, dopo la catastrofe di Sarno del 1998, si č assistito ad una breve stagione di studi storici su frane e alluvioni verificatisi in quell'area nei secoli precedenti. Partendo da queste considerazioni, l'autore, dopo essersi soffermato sulle cause naturali che rendevano (e rendono) la pianura campana particolarmente esposta a fenomeni franosi ed alluvionali, ricostruisce ciň che avvenne nella pianura di Nola, negli anni Venti dell'Ottocento. La violenta eruzione del Vesuvio del 1822, infatti, aggravň enormemente i precari equilibri idrogeologici dell'area generando, negli anni seguenti, numerosi eventi catastrofici. Particolare attenzione viene dedicata all'individuazione delle attivitÀ antropiche - generate a loro volta da spinte di natura economica - che, sommandosi agli agenti naturali, contribuivano ad aggravare l'instabilitÀ dei versanti. Attraverso l'ausilio di fonti archivistiche, vengono inoltre analizzate le modalitÀ con cui le istituzioni dell'epoca intervennero per tentare di arginare questi fenomeni.
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Nozifora, Enzo. « Precarietà del lavoro e crisi delle moderne forme di cittadinanza sociale ». Revista Latina de Sociología 1, no 1 (26 décembre 2011) : 126–55. http://dx.doi.org/10.17979/relaso.2011.1.1.1198.

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In tutte le economie avanzate del pianeta, stiamo parlando di un unico tema: come fermare la crisi finanziaria distruttiva e riavviare il ciclo di crescita economica. La nostra proposta è di riconsiderare la cultura di lavoro significativa per spiegare la struttura della società. Questo perché il lavoro è l'unica attività umana che dà senso all'esistenza. Negli ultimi due secoli i lavoratori per rafforzare i loro diritti di cittadinanza sono stati discussi con lo Stato-nazione forma storica che si è consolidata durante le rivoluzioni liberali del XIX secolo. Oggi questo è il legame che è entrato in una crisi irreversibile ed è incapace di fornire risultati che sono adatti per le emergenze. Sono nati organismi sovranazionali che certamente non sono uguali i loro compiti, e le forze sociali non possono trovare un modo per contribuire al loro potere politico. Ma non è nato un movimento europeo dei lavoratori, che lotta per nascere allo stesso modo di un'Europa politica capace di fermare il crescente potere della speculazione finanziaria. I mercati finanziari sono integrati a livello globale, mentre i dipendenti, come in passato, presentano domanda a livello nazionale. Questa è la domanda che ora è diventata urgente. Se vogliamo uscire dalla crisi economica, dobbiamo pensare in termini sovranazionali ed europei. È importante che il movimento dei lavoratori imponga le proprie esigenze a livello europeo, a favore del rafforzamento politico dell'Unione, e vi ponga la questione dei diritti sociali europei. Solo un movimento operaio che lavora per rafforzare la costruzione dell'Europa, invece di indebolire, apre i diritti di cittadinanza dei lavoratori.
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Benazzo, Michele. « FAILED STATES AND TILLY’S THEORY : A HISTORICAL REVISION OF FUNCTIONAL FAILURE IN THE AFGHAN CASE ». Il Politico 252, no 2 (15 janvier 2021) : 39–57. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.508.

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Résumé :
Con il declinare delle necessitàdi sicurezza internazionale, il concetto di‘Stato Fallito’ è lentamente uscito dall’interessegenerale della politica internazionale e della ricercaaccademica. Ciònonostante, questa nozionepuò essere ancora rilevante se intesa comeespressione delle difficoltà nell’applicare la categoriadello stato occidentale in contesti non-Europei. A tal proposito, l’approccio storico hagiocato un ruolo chiave nel integrare un’analisilocale ad un’ idea generale quale è lo ‘Stato Fallito’.Questo articolo cerca di riunire in un’ analisistorica la dimensione generale e quellalocale di tale nozione ed in particolare della cosiddetta‘functional failure’- l’incapacità di unostato di soddisfare le funzioni di Sicurezza,Rappresentanza e Welfare. L’articolo romperàil termine functional failure nelle sue tre componentiprincipali e si concentrerà sulla funzionedi Welfare la quale verra integrata con lateoria del ‘warmaking-statemaking’ di Tilly.Quest’ultima verrà rielaborata in modo alternativoe successivamente paragonata con il processodi formazione dello stato afghano. Glielementi emersi verrano infine reintegrati nellateoria di Tilly per verificarne l’applicabilità generalein un contesto non Occidentale. Il lavorocercherà di dimostrare come e perchè in Afghanistanla funzione economica dello stato, al contrariodel percorso occidentale, si sia declinatain un realizzazione ibrida del modello di ‘rentierstate’. In secondo luogo, verrà consideratocome e perchè il modello economico europeosia concettualmente inadatto a diventare terminedi paragone generale per determinare ilfallimento o il successo di uno stato. Infine verrannoespresse alcune conclusioni sulla ricostruzionedell’economia afghana.
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Hirschman, Albert O. « IL CONCETTO DI INTERESSE : DALL'EUFEMISMO ALLA TAUTOLOGIA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no 1 (avril 1987) : 3–22. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016415.

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IntroduzioneIl concetto di «interesse» o «interessi» è uno dei piò centrali e controversi in economia e, piò in generale, nelle scienze sociali e nella storia. è anche un concetto con molti sensi, per non dire ambiguo, e il suo significato ha subito via via grossi spostamenti. Da quando è entrato nel linguaggio comune di diversi paesi europei, attorno alla metà del XVI secolo, come termine di derivazione latina (intérêt, interest, ecc.), il concetto ha indicato le forze fondamentali, basate sulla spinta dell'autoconservazione e all'auto-accrescimento, che motivano o dovrebbero motivare le azioni del principe o dello Stato, dell'individuo, e poi di gruppi di persone che occupano una posizione sociale o economica omogenea (classi, gruppi d'interesse). Quando è riferito all'individuo, il concetto ha assunto talvolta un significato assai ampio, inglobando per esempio l'interesse per l'onore, la gloria, l'amor proprio, e persino per l'aldilà. In altre epoche, al contrario, si è limitato ad indicare esclusivamente la ricerca di un vantaggio economico. In maniera analoga, l'espressione « perseguire i propri interessi» può ricoprire — fino ad essere una tautologia — tutto l'insieme delle azioni umane, ma spesso servirà, piò utilmente, ad indicare un modo specifico o stile di condotta, variamente concepito come azione « razionale » o « strumentale». Anche la stima in cui è tenuto il comportamento motivato dall'interesse ha subito considerevoli variazioni. Il termine entrò originariamente in uso, già alla fine del Medioevo, come eufemismo inteso a rendere rispettabile una data attività, quella di percepire un interesse sui prestiti, da tempo considerata contraria alla legge divina e conosciuta come il peccato dell'usura. Nella sua accezione piò ampia, ha acquistato talvolta un grande prestigio come chiave di un ordine sociale realizzabile, pacifico e progressista. E tuttavia è stato anche attaccato come concetto che degrada lo spirito umano ed è suscettibile di distruggere e di corrodere pericolosamente le fondamenta della società. Indagare su questi molteplici significati e su queste molteplici valutazioni significa di fatto esplorare buona parte della storia economica e in particolare della storia delle dottrine economiche e politiche occidentali nell'arco degli ultimi quattro secoli.
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Amaddeo, Francesco, Paola Bonizzato, Franco Rossi, Jennifer Beecham, Martin Knapp et Michele Tansella. « Evaluating costs of mental illness in Italy. The development of a methodology and possible applications ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 4, no 2 (août 1995) : 145–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003833.

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RiassuntoScopo - Il presente lavoro, oltre a fare il punto sui più recenti sviluppi della valutazione economica degli interventi effettuati nel settore della salute mentale, propone una metodologia per la valutazione dei costi, applicable nella situazione assistenziale italiana, messa a punto tenendo conto degli sviluppi suddetti. Metodo e risultati - I presupposti per realizzare questo tipo di valutazione sono l'identificazione dei servizi sanitari e sociali offerti ai pazienti con disturbi psichici, la raccolta di dati sull'utilizzazione dei servizi sanitari (costi diretti) e sull'uso di altri servizi e risorse all'interno del sistema socio-economico (costi indiretti) e l'assegnazione di un valore monetario a tali costi. È stato quindi realizzato un elenco dettagliato degli interventi effettuati e delle attività svolte nei Servizi Psichiatrici Territoriali italiani, con particolare riferimento al Servizio di Verona-Sud. Di ciascuno/a di essi è stato stimato il costo (Lista dei Costi Unitari o LICU). Si è tenuto conto, inoltre, degli altri servizi socio-sanitari, pubblici e privati, disponibili sul territorio, degli interventi delle Forze dell'ordine, delle associazioni di volontariato e dei gruppi di self-help. In questo articolo vengono descritte, in dettaglio, le procedure che hanno portato alia quantificazione dei costi per tre di queste attività (le degenze in SPDC, le visite ambulatoriali ed i gruppi socio-riabilitativi). È stata inoltre sviluppata un'intervista (ICAP) per raccogliere i dati sull'utilizzazione dei servizi e sulle condizioni socio-economiche degli utenti. Per verificarne l'applicabilità, le eventuali difficoltà di comprensione e la durata di somministrazione, l'ICAP è stata testata in cinque pazienti. Conclusioni - Uno sviluppo particolarmente interessante ci sembra quello di utilizzare su vasta scala PICAP e la LICU, allo scopo di realizzare studi epidemiologically-based e poter predire ed analizzare i costi in relazione a variabili socio-demografiche, alia diagnosi, alia storia psichiatrica precedente ecc. È necessario sottolineare l'importanza, per le politiche e la pratica sanitaria, di un'analisi combinata di costi, bisogni ed esito (outcome). Una ricerca di questo tipo è attualmente in corso a Verona-Sud.
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Berardi, Donato, Filippo Galimberti, Antonio Pergolizzi et Michele Tettamanzi. « La transizione ecologica : dalle persone alle politiche e viceversa ». ECONOMIA PUBBLICA, no 3 (novembre 2021) : 159–81. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003007.

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È necessario ricostruire i modelli di produzione e di consumo, abilitando il reddito come strumento in grado di generare sostenibilità. Tra gli strumenti atti a misura-re la relazione tra ambiente e sviluppo economico vi sono la curva di Kuznets e il disaccoppiamento: il primo indaga i modelli di consumo e il rapporto che inter-corre fra il reddito pro capite e l'inquinamento prodotto da ciascun cittadino quale relazione tra reddito e diseguaglianza sociale. L'ipotesi di questa teoria è che al crescere del reddito pro capite l'impatto ambientale cresca fino a segnare un picco, per poi decrescere disegnando una curva ad "U rovesciata". Il disac-coppiamento, invece, si occupa dei modelli di produzione e ha un'accezione più ampia, studiando l'esistenza di un sistema nel quale il benessere e la qualità della vita delle persone possono crescere senza generare ulteriore pressione sull'ambiente: in altre parole, quando alla crescita economica non corrisponde un aumento proporzionale della produzione di rifiuti da parte delle attività eco-nomiche. Il progresso tecnologico è chiamato a trovare il modo di coniugare il miglioramento del tenore di vita con la tutela dell'ambiente. Se i modelli di con-sumo saranno orientati all'ambiente anche la produzione vi si dovrà adeguare. È questo il senso più intimo della transizione ecologica.
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Charrier, Guy. « Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français ». Journal of Public Finance and Public Choice 8, no 2 (1 octobre 1990) : 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

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Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
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Stentella, Danilo. « Azienda pubblica e finanziamento pubblico dei partiti politici ». ECONOMIA PUBBLICA, no 2 (juin 2022) : 233–53. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-002002.

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La reintroduzione in Italia di un meccanismo di finanziamento pubblico dei partiti politici, la cui entità venisse collegata direttamente e in via almeno prevalente a una percentuale significativa degli utili generati dalle partecipazioni statali, potrebbe determinare da parte dei leader politici una maggiore propensione alla scelta di management capace e l'adozione di un efficace sistema di verifica delle procedure di gestione di questo patrimonio pubblico. Si potrebbe ridimensionare drasticamente per questa via la piaga apparentemente endemica e cronica del clientelismo dei colletti bianchi di alto livello e realizzare contestualmente una gestione della proprietà pubblica più efficiente, di tipo finalmente privatistico, se proprio vogliamo assegnare a questa categoria una valenza cogente. Le riforme di politica economica introdotte negli ultimi decenni dai governi dei paesi più industrializzati sono state fortemente condizionate dalla dottrina del New Public Management, un approccio radicale, capace di compromettere l'integrità strutturale ed etica del settore pubblico subordinando la giustizia sociale all'efficienza economica, una trasformazione caratterizzata dal taglio della spesa pubblica che ha travolto anche un fondamentale istituto del sistema democratico, i partiti politici. Purtroppo i trascorsi delle imprese pubbliche hanno fortemente agevolato quelle riforme, in quanto per un certo periodo storico queste hanno mostrato una tendenza cronica alla bassa produttività, rispetto alle imprese private, anche a causa delle politiche clientelari e dell'uso intensivo del fattore lavoro. Poiché elementi di servizio pubblico ed elementi di business convivono soprattutto nel settore delle public utilities, potenzialmente capace di generare reddito, le imprese pubbliche possono rappresentare un'utile e prudente forma di diversificazione dei ricavi per la finanza pubblica, in grado di ridurre sensibilmente i rischi di liquidità, ancor di più in un contesto storico di crisi finanziarie ed economiche internazionali ricorrenti. Il finanziamento pubblico dei partiti politici è stato introdotto nel 1974 con la L. 195/1974 per contrastare le collusioni con i grandi poteri economici, già sorte negli anni precedenti. È stato completamente abolito con D.L. 149/2013, convertito in L. 13/2014, lasciando spazio ad una crescente attività di lobbying e finanziamento indiretto ai partiti. La domanda a cui questo elaborato cerca di rispondere è: può l'azienda pubblica essere gestita in modo efficiente dallo Stato, produrre entrate e servizi per la comunità, senza dare luogo a risultati di gestione cronicamente negativi e contribuire a finanziare il diritto costituzionalmente garantito di organizzarsi in partiti politici, finanziando il loro meccanismo?
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore et Rosa Bruna Dall'Agnola. « Metodi ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (mars 1999) : 21–26. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000368.

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Résumé :
Verona-Sud è un'area che include la parte meridionale della città di Verona e 3 piccoli paesi situati nelle vicinanze. In essa vive una popolazione di circa 75.000 abitanti. I processi di immigrazione determinati dallo sviluppo industriale hanno provocato una crescita notevole della popolazione nel periodo 1951-1971, ma da allora i valori sono rimasti piuttosto stabili, con un leggero calo della popolazione totale. Il rapporto tra i sessi è tale per cui ogni 100 femmine vi sono 95 maschi; circa il 50% dei residenti è coniugato. Circa il 44% della popolazione adulta ha una attività economica, che si svolge soprattutto nel terziario (62% del settore economico).I servizi psichiatrici a cui si possono rivolgere i residenti di Verona-Sud sono costituiti dal Servizio Psichiatrico Territoriale (SPT), da due cliniche private e un servizio per le tossicodipendenze. Il SPT è la principale agenzia psichiatrica di Verona-Sud ed è quella presa in considerazione in questo studio; ad essa si rivolge circa il 70% dei pazienti psichiatrici residenti nell'area di Verona-Sud e praticamente la larga maggioranza di pazienti con disturbi psichici gravi. Il SPT è entrato in funzione nel maggio 1978 ed è gestito dall'Istituto di Psichiatria dell'Università di Verona. I principi che stanno alla base della sua organizzazione sono quelli del riferimento ad una popolazione geograficamente definita, della continuità terapeutica dell'intervento, svolto quanto più possibile sul territorio, e della presa in carico longitudinale. Gli obiettivi e le caratteristiche dell'intervento svolto dal SPT sono descritti in vari lavori (Balestrieri, 1990; Tansella, 1991, 1993; Burti & Tansella, 1995; Tansella & Ruggeri, 1996).
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Webster, Ted. « Prefazione ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (mars 2002) : 17–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000472.

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Résumé :
L'esame generale sulla salute mentale delle popolazioni indigene effettuato dal dr. Alex Cohen si inserisce a pieno titolo tra gli sforzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nel promuovere la salute mentale, prevenire i principali disturbi mentali e neurologici, assicurare l'offerta di cure appropriate particolarmente ai soggetti più vulnerabili e bisognosi di servizi sanitari.Presentando questo lavoro in un contesto più ampio può essere utile richiamare uno dei principi costitutivi dell'OMS, che “il godimento del più elevato standard di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, fede politica, condizione economica o sociale”. L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non meramente l'assenza di malattia o infermità”.Inoltre questo resoconto giunge a noi nel punto centrale dello svolgimento del programma International Decade of the World's Indigenuos People. Tale programma è patrocinato dall'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e dal Gruppo di Lavoro sulle Popolazioni Indigene (Working Group on Indigenous Populations-WGIP) che riferiscono i risultati raggiunti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite attraverso la ECOSOC, la Commissione sui Diritti Umani e la sub-Commissione sulla Prevenzione della Discriminazione e Protezione dei Minori. Al WGIP è assegnato il compito di analizzare gli sviluppi riguardanti le attività di promozione e protezione dei diritti umani e fondamentalmente la libertà delle popolazioni indigene, ponendo particolare attenzione all'evoluzione degli standard relativi ai diritti di queste popolazioni. Al WGIP è stata richiesta la stesura della Dichiarazione sui diritti delle Popolazioni Indigene del mondo che al momento è in discussione e la cui conclusione è attesa nel corso del programma decennale.
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Sperti, Silvia. « INTRODUCING MEDIATION STRATEGIES IN ENGLISH LANGUAGE TEACHING IN PLURILINGUAL ACADEMIC CONTEXTS ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (18 janvier 2023) : 46–64. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19569.

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Résumé :
In language teaching, especially in European multilingual and multicultural contexts, mediation has become an essential tool aimed at reducing the distance between two (or more) linguacultural dimensions. Mediation is a notion officially introduced by the Council of Europe’s Common European Framework of Reference (2001), and further developed in the current Companion Volume (2020), where mediation strategies and activities acquire a crucial role as a new form of managing the interaction in the language classroom as well as in daily communicative situations. Mediation is here presented as fundamental in cross-cultural communication and recommended as indispensable in plurilingual educational contexts. In this perspective, mediation and mediation strategies are central in multilingual educational and professional contexts where native and non-native speakers interact by means of an increasing use of ‘lingua francas’, mainly English as a lingua franca (ELF). The present study aims to illustrate the introduction of different language mediation strategies by means of specific tasks and activities within ELF-aware (Sifakis, Bayyurt, 2018) academic ELT (English Language Teaching) courses for language and cultural mediation and international communication. The research focus is on the emerging real-world ‘hybridization’ processes, adopted as learning tools in ELT practices, which prove to be particularly useful for enhancing learners’ awareness of communicative dynamics and the conscious use of mediation skills and strategies in multicultural settings. Pedagogical implications for language teacher education deriving from this study will be discussed. Introduzione di strategie di mediazione nell’insegnamento della lingua inglese in contesti accademici plurilingui Nell’insegnamento delle lingue, soprattutto in contesti europei multilingue e multiculturali, la mediazione è diventata uno strumento essenziale per ridurre la distanza tra due (o più) dimensioni linguistiche e culturali. La mediazione è una nozione introdotta ufficialmente dal Quadro Comune Europeo di Riferimento del Consiglio d’Europa (2001) e ulteriormente sviluppata nell’attuale Volume complementare (2020), dove le strategie e le attività di mediazione acquisiscono un ruolo cruciale come nuova forma di gestione dell’interazione in classe e nelle situazioni comunicative quotidiane. La mediazione viene qui presentata come fondamentale nella comunicazione interculturale e raccomandata come indispensabile nei contesti educativi plurilingui. In questa prospettiva, la mediazione e le strategie di mediazione sono centrali nei contesti educativi e professionali plurilingui in cui parlanti nativi e non nativi interagiscono attraverso un uso crescente di “lingue franche”, principalmente l’inglese come lingua franca (ELF). Il presente studio si propone di illustrare l’introduzione di diverse strategie di mediazione linguistica attraverso compiti e attività specifiche all’interno di corsi accademici ELT (English Language Teaching) basati sull’ELF (Sifakis, Bayyurt, 2018) per la mediazione linguistica e culturale e la comunicazione internazionale. La ricerca si concentra sui processi di “ibridazione” emergenti nel mondo reale, adottati come strumenti di apprendimento nelle pratiche ELT, che si rivelano particolarmente utili per migliorare la consapevolezza degli studenti delle dinamiche comunicative e l’uso consapevole di abilità e strategie di mediazione in contesti multiculturali. Saranno discusse le implicazioni pedagogiche per la formazione degli insegnanti di lingue derivanti da questo studio.
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Caroni, Pio. « E se anche il codice fosse un messaggio ? La storia del codice ha senso solo se il codice non ne è il protagonista ». Revista da Faculdade de Direito, Universidade de São Paulo 112 (28 août 2018) : 421–38. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2318-8235.v112i0p421-438.

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Questo saggio conclude ricerche sulla storia della codificazione del diritto, che l’autore ha iniziato mezzo secolo fa. Se aveva finora concesso molto (e forse troppo) spazio alla elaborazione storica di concetti e quindi alla definizione dello ‘statuto ontologico’ del codice, qui ne prescinde quasi totalmente. Ma si interroga in compenso sul destino concreto affrontato dai codici quando, oramai diritto vigente, entrano nella società, alla quale erano destinati, e tentano di disciplinarla. Vede perciò nel codice un messaggio, il cui valore (rispettivamente significato) non viene anticipato dal legislatore, ma via via appurato dal destinatario, in questo caso dalla società. E per essa (la precisazione non è superflua) da chi emergeva, quindi la dominava, ossia da chi era in grado di imporre proprie scelte di natura giuridica, sociale, economica, politica, rispettivamente di sintonizzare l’astratto codice sulle proprie personali frequenze. Mentre finora la ricerca era come stregata dalla storia dell’elaborazione/formazione del codice, questo diverso approccio sposta l’obiettivo sul dopo-codice, tenta cioè di descrivere in quale realtà si imbatte il codice una volta arrivato a destinazione e cosa nasce concretamente da questo incontro-scontro. E lo fa non per screditare quanto già si fece, ma per scoprirne (e descriverne) ora la parabola completa, grazie ad uno sguardo binario, rispettoso tanto dell’ottica del mittente, quanto di quella del destinatario. A chi interroga siffattamente il passato, molte ricerch non interessano più, massime quelle che gli autori hanno finora svolto muovendo esclusivamente dal testo sanzionato dal codice. Gli sembrano virtuali, immaginarie, frammentarie, una traccia sempre più smunta, che poi si perde nella sabbia. Ma in compenso, forte del suo sguardo binario, riesce magari a dissodare qualche incolto. A spiegare diversamente il rapporto istaurato fra codici regolari e irregolari, a ragionare in modo meno preconcetto sulla nozione di recezione/trapianto, oppure a rendersi conto che – a dispetto di quanto tuttora molti sostengono – ogni codice modifica inevitabilmente, tanto o poco, il quadro della realtà giuridica.
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Chiodo, Emanuela. « Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (juin 2020) : 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Crubellate, João Marcelo. « Il concetto di Lavoro e la possibilità di una Filosofia Sociale in Sören Kierkegaard/The concept of labor and the possibility of a social philosophy in Søren Kierkegaard ». Pensando - Revista de Filosofia 5, no 9 (5 octobre 2014) : 41. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v5i9.1953.

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Sommario: Il mio obiettivo in questo testo è discutere la nozione di lavoro produttivo nell’ambito della opera di Kierkegaard, con speciale atenzione alla teoria degli stadi esistenziali. Partendo dal concetto di uomo come un essere relazionale cioè che si rapporta a sé stesso ed alle altre persone, cerco di esaminare come il teologo danese descrive il lavoro in ogni stadio (l’estetico, l’etico e poi il religioso). Mentre si può dire che nell’etico il lavoro (come approfondimento dell’interiorità e come lavoro produttivo) sia il dovere di ogni uomo, dovere che lo porta all’universale, e nell’estetico che il lavoro sia una noiosa attività almeno quando non si riesce ad svilupparsi qualche talento speciale, nel religioso tutto cambia. Nello stadio religioso l’altro è il prossimo cioè un somigliante e quindi l’esistenza umana prende come scopo un attuarsi del sé verso ad una possibilità che si trova oltre sé stesso, una possibilità che Kierkegaard designa come coscienza eterna. Dunque il lavoro diventa sfera anche per la manifestazione dello umano come coscienza e libertà e non soltanto uno sforzo per soddisfare le necessità materiale dell’uomo come individuo di una spezie animale.Abstract: My purpose here was to discuss the notion of productive work in the philosophy of Kierkegaard. I put special attention upon the so-called theory of the life’stages. Firstly I take the concept of man as a relational being, that is a being that related himself to himself and to the other people. Then I examine Kierkegaardian discussion of the concept of work in each stage: the esthetic, the ethical and the religious. It is possible to affirm that while in the ethical the work (both as the inner working of the personality and as productive work) is an universal duty, and for the esthetic it is a boring activity or at the best, is one occasion for exercising a special talent, in the religious everything changes. In the religious the Other person with whom the Self relates himself must be taken as the biblical-neighbour and so the human life takes a diferente purpose: become conscious of his own eternal calling. In the same sense working becomes a way of developing the most important atributes of human beings – his self-conscience and his liberty – more than a way of caring about the material necessities of life as an individual of an animal specie. Key words: Life’stages; Work; Subjectivity
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Biggio, Giacomo. « International humanitarian law and the protection of the civilian population in cyberspace : towards a human dignity-oriented interpretation of the notion of cyber attack under Article 49 of Additional Protocol I ». Military Law and the Law of War Review 59, no 1 (2 juin 2021) : 114–40. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2021.01.06.

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Résumé :
The use of cyber-technologies in times of armed conflict poses serious interpretive challenges, such as what type of cyber operations amount to an ‘attack’ for the purposes of Article 49 of Additional Protocol I. The notion of attack is the cornerstone of the law of targeting, a set of rules that includes the principles of distinction, proportionality and precaution, aimed at limiting the amount of violence that belligerents can lawfully employ on the battlefield. The rationale of these rules is that of increasing the protection of the dignity of the civilian population, which constitutes the main objective of modern international humanitarian law (IHL). In light of these considerations, my article argues that the prevailing interpretation of the notion of attack in the cyber context is too restrictive and cannot adequately protect the civilian population from cyber operations taking place in armed conflict. Consequently, it argues for a human-dignity based interpretation of the notion of ‘violence’ that underlies the notion of attack in the cyber context, going beyond the mere causation of physical violence to include serious psychological violence and serious economic violence as necessary prerequisites to qualify a cyber operation as an ‘attack’. L’utilisation des cybertechnologies en période de conflit armé soulève d’importantes questions d’interprétation, notamment sur le type de cyberopération qui peut être considérée comme une ‘attaque’ au sens de l’article 49 du protocole additionnel I. La notion d’attaque est la pierre angulaire du droit du ciblage, un ensemble de règles comprenant les principes de distinction, de proportionnalité et de précaution, visant à limiter le degré de violence que des belligérants peuvent légalement utiliser sur le champ de bataille. La raison d’être de ces règles est de renforcer la protection de la dignité de la population civile, qui constitue l’objectif principal du DIH moderne. À la lumière de ces considérations, l’article avance que l’interprétation dominante de la notion d’attaque dans le contexte cybernétique est trop restrictive et ne peut pas protéger efficacement la population civile des cyberopérations lors de conflits armés. Par conséquent, l’article plaide pour une interprétation de la notion de ‘violence’, sous-jacente à la notion d’attaque dans le contexte cybernétique, basée sur la dignité humaine, allant au-delà de la seule violence physique pour inclure la violence psychologique grave et la violence économique grave dans les conditions pour qu’une cyberopération puisse être qualifiée d’ ‘attaque’. Het gebruik van cybertechnologieën in tijden van gewapend conflict stelt ons voor serieuze interpretatieve uitdagingen, zoals de vraag welk type cyberoperaties neerkomen op een 'aanval' in de zin van Art. 49 van het Aanvullend Protocol I. Het begrip aanval is de hoeksteen van het recht van doelbestrijding, een geheel van regels dat de beginselen van onderscheid, evenredigheid en voorzorg omvat, en dat tot doel heeft de hoeveelheid geweld te beperken die oorlogvoerende partijen rechtmatig op het slagveld kunnen aanwenden. De grondgedachte achter deze regels is de bescherming van de waardigheid van de burgerbevolking te vergroten, hetgeen de voornaamste doelstelling van het moderne IHR is. In het licht van deze overwegingen betoogt mijn artikel dat de gangbare interpretatie van het begrip aanval in de cybercontext te restrictief is en de burgerbevolking niet adequaat kan beschermen tegen cyberoperaties die plaatsvinden in een gewapend conflict. Bijgevolg wordt gepleit voor een op menselijke waardigheid gebaseerde interpretatie van het begrip ‘geweld’ dat ten grondslag ligt aan het begrip aanval in de cybercontext, waarbij verder wordt gegaan dan het louter veroorzaken van fysiek geweld en ook ernstig psychologisch geweld en ernstig economisch geweld worden beschouwd als noodzakelijke voorwaarden om een cyberoperatie als een ‘aanval’ te kunnen aanduiden. El uso de tecnologías cibernéticas en tiempos de conflicto armado plantea serios desafíos interpretativos, tales como qué tipo de operaciones cibernéticas equivalen a un ‘ataque’ a los efectos del art. 49 del Protocolo Adicional I. El concepto de ataque es la piedra angular de la ley de selección de objetivos, un conjunto de reglas que incluye los principios de distinción, proporcionalidad y precaución, destinados a limitar la medida de violencia que los beligerantes pueden emplear legalmente en el campo de batalla. La razón fundamental de estas normas es aumentar la protección de la dignidad de la población civil, que constituye el principal objetivo del DIH moderno. A la luz de estas consideraciones, este artículo sostiene que la interpretación predominante del concepto de ataque en el contexto cibernético es demasiado restrictiva y no puede proteger adecuadamente a la población civil frente a las operaciones cibernéticas que tienen lugar en un conflicto armado. En consecuencia, aboga por una interpretación centrada en la dignidad humana del concepto de ‘violencia’ que subyace a la noción de ataque en el contexto cibernético, yendo más allá de la mera causalidad de la violencia física para incluir la violencia psicológica grave y la violencia económica grave como requisitos previos necesarios para calificar una operación cibernética como un ‘ataque’. L'uso di tecnologie informatiche in tempi di conflitto armato pone gravi sfide interpretative, come ad esempio quale tipo di operazioni informatiche equivalgono ad un attacco ai fini dell'Art. 49 del Protocollo Addizionale I. La nozione di attacco è la base della legge di targeting, un insieme di regole che include i principi di distinzione, proporzionalità e precauzione, volte a limitare la quantità di violenza che i belligeranti possono legittimamente impiegare sul campo di battaglia. La logica di queste regole è quella di aumentare la protezione della dignità della popolazione civile, che costituisce l'obiettivo principale del moderno IHL. Alla luce di queste considerazioni, l'articolo sostiene che l'interpretazione prevalente della nozione di attacco nel contesto informatico sia troppo restrittiva e non possa proteggere adeguatamente la popolazione civile dalle operazioni informatiche che si svolgono in conflitti armati. Di conseguenza, sostiene un'interpretazione basata sulla dignità umana della nozione di violenza che sta alla base della nozione di attacco nel contesto informatico, andando oltre l’essere la mera causa di violenza fisica per includere la violenza psicologica grave e la violenza economica grave come prerequisiti necessari per qualificare un'operazione cibernetica come un ‘attacco’. Die Verwendung von Cybertechnologien in Zeiten eines bewaffneten Konflikts stellt uns vor schwere interpretative Herausforderungen, wie die Frage, welche Art von Cyberoperationen einen ‘Angriff’ im Sinne von Art. 49 des Zusatzprotokolls I darstellen. Der Begriff ‘Angriff’ ist der Eckstein der Zielgesetze, einer Sammlung von Regeln, die die Grundsätze der Unterscheidung, Verhältnismäßigkeit und Vorsorge umfassen, welche zum Ziel haben, das Maß von Gewalt, das Krieg führende Staaten rechtmäßig auf dem Schlachtfeld verwenden können, zu beschränken. Der Grundgedanke dieser Regeln besteht darin, den Schutz der Würde der Zivilbevölkerung, der das Hauptziel des modernen internationalen humanitären Rechts ausmacht, zu erhöhen. Angesichts dieser Betrachtungen, argumentiert mein Artikel, dass die gängige Interpretation des Begriffs ‘Angriff’ im Cyber-Kontext zu restriktiv ist und die Zivilbevölkerung nicht adäquat vor der Durchführung von Cyberangriffen in bewaffneten Konflikten schützen kann. Folglich befürwortet der Artikel eine auf Menschenwürde basierte Interpretation des dem Begriff ‘Angriff’ im Cyber-Kontext zugrunde liegenden Begriffs ‘Gewalt’, die über die reine Verursachung physischer Gewalt hinausgeht und auch schwere psychische und wirtschaftliche Gewalt als notwendige Bedingungen umfasst, um eine Cyberoperation als einen ‘Angriff’ zu bezeichnen.
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Planchat, Claire, et Annie Bernigot. « Le Paysage apprenant : une initiation participative des tout petits à leur espace de vie et à ses changements ». Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 102–15. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13470.

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Résumé Cet article présente une expérience menée au sein d’une école maternelle en France, dans une petite commune rurale. Il vise à mettre en avant la notion de paysage apprenant. Il s’agit d’une démarche éducative où nous nous interrogeons sur le paysage en tant que support et sujet et en quoi il peut devenir un outil pédagogique, mobilisé dans et hors les murs de l’école afin que les d’enfants, à partir de 2ans et demi, se familiarisent progressivement avec une manière d’apprendre spécifique. Pour cela, nous avons mise en œuvre une série d’activités et d’expériences à leur portée, combinant des approches réflexives et sensibles. Notre hypothèse est que mobiliser les apprentissages pluridisciplinaires autour de l’analyse de portions d’espaces, alternativement dans et au-dehors de la classe et comme support et médium, facilite la compréhension de la nature et du paysage du quotidien des enfants. Les principaux résultats de cette démarche pédagogique portent sur le développement des compétences des tout petits à appréhender leur territoire quotidien, mais aussi à agir autrement sur celui-ci. Mots clés : paysage apprenant, démarche pédagogique, école maternelle Riassunto Questo articolo presenta un esperimento condotto in una scuola materna in Francia, in un piccolo paese rurale. Si propone di evidenziare la nozione di paesaggio dell'apprendimento. Si tratta di un approccio educativo in cui ci si interroga sul paesaggio come supporto e soggetto e come possa diventare uno strumento educativo, mobilitato dentro e fuori le mura della scuola affinché i bambini, a partire dai 2 anni e mezzo, acquisiscano gradualmente familiarità con una modalità specifica di apprendimento. Per questo, abbiamo implementato una serie di attività ed esperienze alla loro portata, combinando approcci riflessivi e sensibili. La nostra ipotesi è che mobilitare l'apprendimento multidisciplinare attorno all'analisi di porzioni di spazi, alternativamente dentro e fuori l'aula e come supporto e medium, faciliti la comprensione della natura e del paesaggio della vita quotidiana dei bambini. I principali risultati di questo approccio pedagogico riguardano lo sviluppo delle capacità dei bambini molto piccoli di comprendere il proprio territorio quotidiano, ma anche di agire in modo diverso su di esso. Parole chiavi: paesaggio dell'apprendimento , approccio pedagogico , scuola materna Abstract This article presents an experiment conducted in a nursery school, in a small rural area of France. It aims to describe the idea of a learning landscape. This is an educational approach where we question the landscapes as a research subject, and how it can become an educational tool, inside and outside the school's premises, so that children, from two and a half onwards, can gradually familiarise themselves with a specific way of learning. To achieve this, we have set up a series of activities and experiments, combining reflexive and sensitive approaches. Our hypothesis is that combining multidisciplinary learning about spatial awareness, both inside and outside the classroom, facilitates the understanding of the nature and landscapes of a child's daily life. The main results of this pedagogical approach relate to the development of skills of toddlers to understand their day-to-day surroundings, as well as acting differently towards them. Keywords : learning landscape, educational method, nursery school
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Monti, Giorgio, Valentina Grion, Luca Corazzini et Marina De Rossi. « L'apprendimento collaborativo nelle scuole. Un approccio sperimentale interdisciplinare tra pedagogia ed economia ». MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no 2 (décembre 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00148.

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Résumé :
Questo articolo discute le questioni metodologiche legate al disegno, all’implementazione e all’analisi dei dati di un esperimento sul campo che fa parte del progetto “Piccoli Che Valgono”, finanziato da “Fondazione Con i Bambini”, che verrà condotto in alcune scuole secondarie di primo grado italiane e mirato a valutare l’efficacia del peer-learning e del peer-assessment. Queste attività possono essere svolte a costo zero e con impatti potenzialmente molto positivi per l’apprendimento e lo sviluppo delle capacità relazionali dei bambini. C’è un ampio dibattito su come disegnare e implementare le attività di peer-learning e su come renderle efficaci e valutabili. Dopo aver menzionato la letteratura pedagogica (interessata a come implementare le attività nelle classi e ai principi pedagogici sottesi) e quella economica (più focalizzata sulla misurazione e sull’isolamento degli effetti delle attività di peer-learning), descriveremo il protocollo sperimentale e le principali problematiche metodologiche riguardanti la misurazione dei risultati, l’attuazione nelle classi e il design.
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Semeraro, Riccardo, et Luciano Maffi. « «L’anno del gran ritorno e del grande perdono» : il ventiquattresimo Giubileo e i pellegrinaggi a Roma (1950) ». Sémata : Ciencias Sociais e Humanidades, no 33 (25 mars 2022). http://dx.doi.org/10.15304/semata.33.7809.

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Il turismo e le sue trasformazioni negli anni del secondo dopoguerra sono al centro di un crescente interesse degli studi di storia economica. In questa fase cruciale si compivano passi fondamentali sia per l’acquisizione di dimensioni di massa da parte di questa attività economica, sia per l’intensificarsi della sua partecipazione alle dinamiche dello sviluppo socioeconomico del mondo occidentale. Nel 1950, a Roma, quindi nella capitale di un paese destinato a divenire leader nel turismo mondiale del secondo Novecento, si rinnovava un’antichissima tradizione dei viaggi a scopo religioso: il Giubileo. Il presente studio intende proporsi come prima ricostruzione delle dinamiche economiche e turistiche di questo evento e ne dimostra la dimensione internazionale oltre che la rilevanza in termini infrastrutturali per la capitale della cristianità.
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Bilotti, Domenico. « Sostenibilità economica e transizione ecologica : l’apporto giuridico buddhista ». Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 2 novembre 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/18980.

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SOMMARIO: 1. Osservazioni propedeutiche: la crescente rilevanza di un approccio metodologicamente propenso alla riconversione ambientale e alla solidarietà sociale - 2. Caratteristiche generali idonee a proporre le dottrine buddhiste come case study di precipua significatività - 3. Le tracce di una riflessione culturalmente orientata: l’eredità dei maestri canonici - 4. Gli insegnamenti del Buddha come principi di una taumaturgia giuridica interculturale - 5. L’astensione curativa: una nozione rafforzata di condotte omissive - 6. Un bilancio casistico: materiali di studio sui rapporti tra il buddhismo e le istituzioni statali - 7. Possibile conclusione a partire dallo stato dell’arte: il buddhismo tra dottrina, rito e habitus. Sustainability and environmental transition: the legal Buddhist contribution ABSTRACT: We are currently experiencing an increasing attention on the economic sustainability and the environmental issues. This process still merely seems a theoretical declaration because its concrete efforts are appearing weak and fragile. The aim of this essay is to underline the possibility of a better comprehension of those sets of problems by studying the spiritual and legal contribution of Buddhism: a not theistic axiology that implies a renewed approach to ecology and economics, able to determine methodological consequences even in the sphere of public law.
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Andorno, Roberto. « Dignity of the person in the light of international biomedical law ». Medicina e Morale 54, no 1 (28 février 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.408.

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Résumé :
L’emergente diritto internazionale della biomedicina adotta la nozione di dignità umana come principio fondamentale che deve guidare ogni attività biomedica. La Dichiarazione universale sul genoma umano e i diritti umani dell’UNESCO è il migliore esempio di questo fenomeno. Lo scopo di quest’articolo è quello di presentare le due dimensioni della dignità umana contenute nella Dichiarazione UNESCO: la dignità dell’individuo e la dignità dell’umanità. ---------- The emerging international biomedical law adopts the notion of human dignity as the fundamental principle that should guide every biomedical practice. The UNESCO Universal Declaration on the Human Genome and Human Rights is the best example of this phenomenon. The aim of this paper is to present the two dimensions of human dignity that are covered by the UNESCO Declaration: the dignity of the individual and the dignity of humanity.
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Piraino, Fabrizio. « Contratto ed emergenza sanitaria in Italia ». Revista de Direito da Cidade 13, no 3 (23 septembre 2021). http://dx.doi.org/10.12957/rdc.2021.62316.

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Questo articolo si propone di analizzare il disastro globale causato dall'epidemia di COVID-19 che ha turbato l'esistenza di quasi tutta l'umanità. Esaminare le significative limitazioni alle libertà individuali e collettive per proteggere la salute pubblica e, in secondo luogo, mitigare il più possibile l'impatto della pandemia sulle attività economiche. L'attenzione dell'articolo si concentrerà esclusivamente sulle norme che impattano sulla disciplina generale delle obbligazioni e dei contratti, tralasciando le importantissime disposizioni in materia di rapporti di lavoro, contratti di mutuo, contratti bancari e assicurativi, ecc. Verificherà fino a che punto la situazione sociale, sanitaria, economica e istituzionale determinata dalla pandemia rappresenti uno stato di emergenza, non dissimile dal dopoguerra, ma che non deve e non può essere considerato uno stato di eccezione.
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Paris, Mario. « Attività economiche etnicamente connotate e città. Formazione e dinamiche recenti nel comparto Sarpi-Canonica-Bramante a Milano ». Storia e Futuro Giugno 2022, no 55 (20 septembre 2022). http://dx.doi.org/10.30682/sef5522l.

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L’obiettivo del presente contributo è quello di esplorare la natura e la caratterizzazione dell’offerta di attività economiche urbane etnicamente connotate e quali siano le dinamiche evolutive in atto, con l’intento di definire alcune questioni emergenti e proporle all’agenda dei decisori pubblici come tema da trattare negli strumenti di governo del territorio. A partire dall’analisi delle posizioni ricorrenti nel dibattito internazionale sul tema, si approfondisce il caso del comparto Sarpi-Canonica-Bramante a Milano, caratterizzato da un’offerta di attività economiche urbane di matrice cinese. Lo studio del processo di formazione e consolidamento di questo sistema – che si configura come un laboratorio di integrazione culturale, funzionale ed economica – permette di riflettere sul ruolo che queste attività possono avere nel configurare ed abitare gli spazi pubblici della città post-pandemica. The aim of the present paper is to explore the nature and characterisation of ethnic diversity in urban economic activities available today and the ongoing development of these establishments. In doing so, we may identify some emerging issues and have policymakers add them to their agenda as topics of discussion for local government strategies. After reviewing the recurring positions in the international debate on the subject, this paper explores the case of the Sarpi-Canonica-Bramante area in Milan, which is characterised by a unique range of economic activities of Chinese origin. We then study how this system started, strengthened and how it has become a workshop for cultural, functional and economic integration. This analysis allows us to reflect on the role these businesses may play in shaping and inhabiting the public spaces of the post-pandemic urban context.
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Souza, Keulle Oliveira da, Elisângela Claudia de Medeiros Moreira, Cláudio Gellis de Mattos Dias, Amanda Alves Fecury, Manoel Samuel da Cruz Neto, Carla Viana Dendasck, Yomara Pinheiro Pires, Mirleide Chaar Bahia, Roseane do Socorro da Silva Matos Fernandes et Euzébio de Oliveira. « Cambiamenti socio-ambientali e sanitari derivanti dall’attuazione di progetti minerari a Barcarena-PA : sviluppo e contraddizioni in Amazzonia, Brasile ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 18 décembre 2019, 29–39. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ambiente/cambiamenti-socio-ambientali.

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Di fronte alle tematiche ambientali e all’attività mineraria, è importante analizzare il rapporto tra questioni sociali e ambientali e sanitarie e attività minerarie e le loro relazioni dirette con lo sviluppo, in particolare quello economico. Il presente lavoro mirava a valutare i cambiamenti socio-ambientali e sanitari derivanti dall’implementazione di grandi progetti minerari a Barcarena-PA, contestualizzando lo sviluppo e le sue contraddizioni nell’Amazzonia brasiliana. A tal fine è stata utilizzata una ricerca bibliografica, sulla letteratura pubblicata in libri, articoli scientifici e documentari, relativa al tema in esame. Si è scoperto che il Brasile rappresenta uno dei maggiori potenziali di risorse minerarie del pianeta, con circa 55 tipi di minerali che possono essere utilizzati per scopi di esplorazione economica. D’altra parte, oltre a contribuire al rafforzamento dell’economia regionale e nazionale e alla creazione di posti di lavoro e all’aumento del reddito della popolazione locale, come nel caso del comune di Barcarena-PA, questa regione ha subito impatti socio-ambientali e sanitari consecutivi, a causa delle attività minerarie sviluppate nella regione. L’ambiente circostante di grandi progetti minerari è abitato da famiglie che, sin dalla loro attuazione hanno il loro stile di vita, la loro economia, la loro salute e la loro organizzazione socioculturale hanno avuto un impatto, derivante da questa attività e dai successivi impatti ambientali che si verificano sul sito. Dato tutto ciò che è stato analizzato, è possibile concludere che, poiché si tratta di un modello di sviluppo economico accelerato, e spesso non adeguatamente pianificato, non tenendo conto delle peculiarità dell’Amazzonia brasiliana, finisce per generare numerosi impatti ambientali e sociali che riflettono anche direttamente gravi problemi di salute della popolazione locale. Pertanto, è essenziale ripensare con urgenza questa forma di attuazione dei progetti di esplorazione mineraria in Amazzonia, come nel caso della città di Barcarena, perché possono ancora verificarsi gravi disastri socio-ambientali.
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Licastro, Angelo. « Gli enti religiosi tra diritto comune e diritto speciale ». Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 18 janvier 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/17111.

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SOMMARIO: 1. Gli elementi costitutivi della nozione di “ente ecclesiastico” e la “specialità” della relativa figura - 2. La (relativa) rigidità della componente strutturale - 3. La debole capacità connotativa della componente teleologica - 4. Il superamento del carattere marginale e controllato dello svolgimento delle attività “diverse” - 5. Su alcune criticità nei rapporti tra diritto “comune” e diritto “speciale”: a) la questione dell’applicabilità agli enti ecclesiastici del decreto legislativo n. 231 del 2001 - 6. (segue) b) la questione dell’assoggettabilità degli enti ecclesiastici alle procedure concorsuali - 7. (segue) c) la questione delle divergenze risultanti dal Registro delle persone giuridiche e dal Registro delle imprese - 8. Il limitato carattere innovativo della locuzione “enti religiosi civilmente riconosciuti” presente nella normativa sul Terzo settore. Notazioni finali. The Religious Bodies Between General Law and Special Legislation ABSTRACT: The present paper analyses some problematic issues concerning the legal status of “Ecclesiastical” or “Religious” Bodies. The Author underlines the growing expansion of the “not-religious” activities - such as social services, education, health care - carried out by Church Bodies and its consequences for the special features shaping an “Ecclesiastical Body”.
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Nicola, PierCarlo. « ECONOMIA MATEMATICA E MECCANICA RAZIONALE ». Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, 18 novembre 2013, 57–72. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2008.49.

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Riassunto. – Almeno a partire da Pareto le analogie meccaniche hanno giocato un ruolo rilevante nella teoria economica; ma sarebbe ingiusto passare sotto silenzio il fatto che Marshall, praticamente coetaneo di Pareto, propendeva piuttosto per l’impiego di analogie di natura biologica. Questo detto, l’equilibrio generale, attualmente il paradigma più diffuso fra i cultori di teoria economica, si presta mirabilmente a sottolineare le analogie meccaniche proponibili nella teoria economica. Partendo dalla formulazione canonica dell’equilibrio generale concorrenziale, come venne proposta da Arrow e Debreu nel 1954, l’intervento si propone di presentare succintamente alcune delle estensioni formulate nel corso degli ultimi 50 anni:– l’introduzione dei monopoli e della concorrenza monopolistica;– i prezzi rigidi e il razionamento;– le generazioni sovrapposte;– gli equilibri temporanei e le aspettative soggettive;– gli equilibri approssimati in presenza di non convessità; – l’infinità degli agenti e la concorrenza perfetta;– l’incertezza;– i mercati incompleti e le attività finanziarie.Vengono brevemente discussi anche i problemi che sorgono nell’applicazione di modelli di equilibrio generale allo studio di economie concrete, e si sottolinea il fatto che i dati economici sono sempre soggetti ad errori spesso rilevanti, mentre quasi mai é possibile condurre esperimenti controllabili, diversamente da quanto avviene nella fisica. Le applicazioni portano naturalmente a chiedersi quale utilità possono rivestire i modelli di equilibrio generale a fini previsionali.***Abstract. – Since Pareto times mechanical analogies played a relevant role in economic theory; but it is necessary to underline that Marshall, an economist contemporary to Pareto, preferred to employ biological analogies. General equilibrium, presently the mainstream paradigm in economic theory, lends itself very naturally to underline mechanical analogies permeating economic theory. Starting from the canonical formulation of general equilibrium, as proposed by Arrow and Debreu in 1954, our aim is to briefly recall some extensions made during the last 50 years:– the inclusion of monopolies and monopolistic competition;– sticky prices and rationing;– overlapping generations;– temporary equilibrium and subjective expectations;– approssimate equilibria under non convexities;– infinity of agents and perfect competition;– uncertainty;– incomplete markets and financial activities.We discuss also some problems which are present in applying general equilibrium models to our days economies, and we underline the fact that economic data are always affected by errors, while very rarely it is possible to do controlled experiments, contrary to what happens in physics. Therefore, it is natural to ask which is the utility of general equilibrium models as far as forecasting activities are of interest.
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Bernardi, Iara, et Maria José Rocha Lima. « Prima infanzia : la nuova agenda governativa ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 18 septembre 2020, 155–72. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/prima-infanzia.

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Résumé :
La cura istituzionale per i bambini piccoli, in tutta la storia del mondo, dell’America Latina e del Brasile, ha presentato diverse concezioni sulla loro funzione. La maggior parte di queste istituzioni erano destinate a servire solo i bambini poveri. Tuttavia, è molto recente l’istituzione di una politica nazionale per la prima infanzia, come investimento pedagogico, sociale, nella salute materna e infantile, economica ed educativa, che considera i bambini come soggetti di diritti e cittadini nel processo di sviluppo. Così, questo articolo intende ricostituire la traiettoria della nuova legislazione sulla prima infanzia, che obbliga i manager e i professionisti dell’istruzione, dell’assistenza sociale, della salute, della psicologia, della psichiatria in tutto il paese ad adattare le loro attività alle norme stabilite dalla legge. Detto questo, questo studio si basava su prove scientifiche; argomenti pedagogici e giuridici diffusi in Brasile negli ultimi tre decenni, soprattutto dopo la Costituzione dei cittadini del 1988, che ha promosso l’evoluzione della legislazione della prima infanzia. In cui è stato possibile osservare che solo nel 2006, con la creazione di FUNDEB, sono stati istituiti finanziamenti per l’istruzione della prima infanzia; nel 2016, il quadro giuridico della prima infanzia è stato sanzionato. E nel 2020, per la prima volta nella storia, l’infanzia è stata menzionata e inclusa negli allegati di tredici leggi dei piani plennali delle entità federate brasiliane, che es hanno effetto dal 2021 al 2023.
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Spezzani, Carlo, Andrea Fabris, Oliviero Mordenti, Amedeo Manfrin, Fulvio Salati, Franco Giorietto, Cristian Salogni et Giancarlo Ruffo. « MANUALE PER LA GESTIONE DEL CONTROLLO DEL BENESSERE DEI PESCI DURANTE IL TRASPORTO SU STRADA ». Rassegna di Diritto, Legislazione e Medicina Legale Veterinaria 19, no 1 (7 septembre 2022). http://dx.doi.org/10.54103//18648.

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L’acquacoltura ha sempre rappresentato un’importante attività di allevamento animale e mai come oggi ha assunto un’importanza crescente dovuta ad una sempre maggior domanda di consumo annuo pro capite di pesce che, tuttavia, ha comportato una contestuale diminuzione dell’apporto della pesca. La movimentazione di pesce vivo è parte integrante della attività di piscicoltura in tutta Europa. Negli ultimi decenni in Italia l’allevamento del pesce e di altre specie acquatiche è stato in costante aumento, stabilizzandosi solo negli ultimi anni. Si è registrato un sempre maggiore interesse alle pratiche di acquacoltura utilizzate e ai relativi problemi di benessere dei pesci da parte del legislatore, nel campo della ricerca e da parte dei consumatori. I dati dimostrano che l’acquacoltura è un settore in crescita: nell’anno 2016 sono stati trasportati e introdotti in Italia oltre 72 milioni di Kg. di pesce vivo (35.5% trote – 14.6% spigole e orate – 4% pesce gatto e anguille) e si prevede che a livello mondiale nel 2030 il 60% del pesce consumato sarà di allevamento. In Italia le specie più trasportate sono le orate, le spigole nelle fasi giovanili e le trote. La maggior parte delle specie di pesce che sono allevate vengono spostate almeno una volta durante il loro ciclo produttivo, mentre alcuni animali vengono movimentati più volte. In acquacoltura sono allevate e trasportate oltre 60 specie diverse di pesci (oltre 30 specie in Europa). Se ne deduce che quantità di animali trasportati e la e la lunghezza durata del viaggio possono variare considerevolmente, in funzione del ciclo produttivo e delle necessità commerciali, che talvolta possono cambiare anche nel corso dello stesso anno. Il trasporto dei pesci è forse il più difficile e delicato rispetto alle altre specie di vertebrati, per cui ne deriva che un piccolissimo errore nelle varie fasi di trasporto ne comprometterebbe il benessere degli animali nonché una perdita economica nel settore. L’azione di protezione e di mantenimento delle condizioni di benessere del pesce vivo durante le operazioni di trasporto, che dovrebbe essere un dovere morale dell’allevatore e/o autotrasportatore, è un obbligo sancito dalla legislazione vigente e comporta una responsabilità legale sia degli operatori del settore, sia delle autorità competenti preposte ai controlli, le quali devono avere una alta professionalità e competenza nel corso delle operazioni ispettive e di vigilanza. Nelle attività di trasporto del pesce, è necessario eseguire le operazioni secondo specifici protocolli operativi, allo scopo di non pregiudicare lo stato di salute e indirettamente anche il valore economico degli animali oggetto di movimentazione. E’ rilevante quindi che gli operatori e il personale addetto siano formati e preparati per garantire ai pesci un trasporto senza stress. A tal proposito è importante sottolineare l’importanza fondamentale della figura del veterinario, il quale rappresenta oggi la sola figura professionale e con competenze scientifiche a cui la legge attribuisce il compito-dovere di verifica e di controllo delle condizioni degli animali e dei loro prodotti, nello specifico anche del pesce, ivi compresi i provvedimenti a tutela della protezione del benessere dell’animale durante il trasporto e che comportano, inoltre, anche la valutazione delle condizioni di dolore, stress, o sofferenze evitabili nel corso delle operazioni. Con il presente ‘Manuale’, vengono riportate una serie di misure specifiche da applicare nella gestione del trasporto su strada del pesce vivo, al fine di definire ed individuare le condizioni ottimali di benessere nel corso delle movimentazioni.
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Cavana, Paolo. « I ministri di culto in Italia ». Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 13 novembre 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/18999.

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Résumé :
SOMMARIO: 1. La nozione di ministro di culto nell’ordinamento italiano - 2. Origini storiche della figura civilistica del ministro di culto - 3. Principi ispiratori dell’attuale normativa sui ministri di culto - 4. La normativa sui ministri di culto: le fonti - 5. Disposizioni restrittive sui ministri di culto - 6. I ministri di culto nel diritto penale - 7. I ministri di culto nella legislazione pattizia - 8. Ministri di culto e giurisdizione confessionale, tra autonomia e tutela dei diritti - 9. Il sostentamento dei ministri di culto - 10. La remunerazione del ministro di culto: natura della prestazione e tutela giurisdizionale - 11. Le molteplici attività socialmente rilevanti dei ministri di culto - 12. Problemi, vecchi e nuovi, e prospettive di riforma - 13. Osservazioni conclusive. The ministers of religion in Italian law ABSTRACT: This contribution analyses the status of ministers of religion in the Italian legal system. It starts from a description of the historical foundations, which lies in Nineteenth-century liberal legislation, and arrives at a synthetic representation of the regulations currently in force in the unilateral State law and in the Concordat and Treaty legislation. The regulatory evolution, which is still in progress, describes the transition from a uniform and homogeneous concept of minister of religion, inspired by the Catholic priest and placed at the basis of a mostly restrictive legislation, to a more articulate and comprehensive one, reflecting the growing confessional pluralism of Italian society and the assertion of the right to religious freedom. This new approach represents the premise for a legislation that increasingly aims at protecting and promoting the status and the manifold activities of ministers of religion, particularly in the context of the strong enhancement of the Welfare State and of the Third sector. Finally, the article focuses on some problematic issues of the current legislation and on the apparent paradox that, in the face of a more favorable State legislation, nowadays the status of the minister of religion, and in particular that of the Catholic priest - who still represents the main reference for Italy’s legislation - is undergoing a strong identity crisis in the ecclesial order, thus posing a series of problems also for society at large.
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