Thèses sur le sujet « Non Riconoscimento »
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Fraulini, Katia. « Riconoscimento vocale mobile per non udenti ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7216/.
Texte intégralBoccali, Matteo. « Tecniche di Machine Learning Non Supervisionato per riconoscimento licenze ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Trouver le texte intégralScala, Matteo. « Sviluppo di un sistema di riconoscimento di stenosi coronariche non gravi ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23865/.
Texte intégralSerbati, Anna. « Riconoscimento e certificazione delle competenze tra apprendimento formale, non formale, informale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426298.
Texte intégralLa presente ricerca nasce nell’ambito del nuovo scenario di lifelong e lifewide learning e orienta il proprio campo d’indagine a lavoratori studenti, adulti che si avvicinano a percorsi formativi accademici portando con sé un bagaglio di saperi maturati nei contesti di vita formativa, lavorativa, extra-professionale. Il quadro teorico e politico fa riferimento alle teorie di apprendimento dall’esperienza, allo sviluppo e agli usi del paradigma della competenza, alle modalità di riconoscimento e validazione dei saperi acquisti in ambito non formale e informale e alle direttive europee e nazionali in materia. La finalità della ricerca è quindi quella di individuare teorie, modelli, metodologie e strumenti che possano rispondere all’esigenza dei lavoratori studenti di ottenere un riconoscimento e una certificazione non solo di titoli, ma anche di nuclei di competenze. L’obiettivo specifico perseguito è quello di progettare (sulla base degli elementi significativi riscontrati nei modelli e nelle teorie individuate e analizzate), applicare e valutare strumenti e procedure prototipali di riconoscimento e certificazione delle competenze precedentemente acquisite, perlopiù in contesti informali e non formali, all’interno di percorsi formali finalizzati all’ottenimento di un titolo universitario. Le teorie e pratiche di riferimento per l’elaborazione del modello sono quella francese di Validation des Acquis de l’Expérience – VAE e quella inglese di Accreditation of Prior Experiential Learning - APEL, con particolare approfondimento degli aspetti di valenza formativa della narrazione autobiografica e di supporto metodologico offerto dalla figura di supporto dell’accompagnatore metodologico. Il contesto empirico della ricerca trae spunto da un progetto della Facoltà di Scienze della Formazione di Padova - all’interno di una macro-azione della Regione Veneto sul tema della certificazione delle competenze - e prevede la realizzazione per lavoratori studenti iscritti a corsi di laurea dell’Ateneo Patavino di un portfolio dei risultati di apprendimento. Quest’ultimo, esito dell’esplicitazione e documentazione dell’esperienza, dell’analisi dei propri saperi e dell’individuazione delle proprie competenze affinché possano essere riconosciute in termini di crediti formativi universitari, è infine valutato da un’apposita Commissione di docenti del corso di laurea interessato sulla base di un confronto tra i risultati di apprendimento attesi al termine del corso e quelli analizzati e comprovati dal candidato. La strategia di ricerca adottata si richiama al paradigma interpretativista e integra strumenti quantitativi e qualitativi somministrati a tutti gli attori coinvolti, secondo una logica di complementarietà. Si vuole, infatti, indagare, da un lato, gli aspetti operativi, gli elementi di criticità e i punti di forza riscontrati in una prospettiva di miglioramento, e, dall’altro, le ricadute formative e professionali del modello, con focus sullo sviluppo di comprensione e consapevolezza più ampie sulle proprie competenze da parte degli adulti, condizione imprescindibile per l’ottenimento di un riconoscimento esterno. Nel contesto di flessibilizzazione e incertezza della realtà socio-economica odierna, l’esercizio sistematico di individuazione dei fili conduttori e della coerenza del proprio percorso pregresso e delle connessioni tra i contesti formali, non formali e informali può divenire uno strumento importante di autonomia e responsabilità per rispondere a situazioni di transizione formativa, professionale e personale. Volontà della ricerca, collocandosi nelle direttive europee e nazionali sul tema (in particolare con riferimento alla legge 92/2012 e ai suoi decreti attuativi), è quella di proporre un modello riproducibile in contesti analoghi e tracciare indicazioni per la costituzione di un servizio di Ateneo per il riconoscimento e la certificazione delle competenze. In questa direzione, l’Università è chiamata ad una terza missione, raccogliendo la sfida sociale di proporre innovazioni didattiche, organizzative e tecnologiche che rispondano alla domanda di apprendimento di un pubblico adulto e quindi di interfacciarsi con le reti territoriali degli attori dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro.
D'Ambros, Chiara. « I Curatori, tra Biografia, Formazione e Riconoscimento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426470.
Texte intégralIl tema della ricerca è la figura del “curatore” inteso come soggetto che opera pratiche di cura non convenzionali sulla base di doti personali e innate. Si è svolta un’indagine di tipo qualitativo su un campione di quaranta interviste in profondità e integrata in diversi casi da osservazioni etnografiche. Si è indagata la presenza nel contesto sociale di portatori di tali caratteristiche originarie rifacendosi tra l’altro al modello proposto da G.A.Gilli (1988), basato sull’analisi della struttura sociale delle polis greche, secondo cui in ogni società vi sarebbero dei soggetti “portatori di techne”, ossia di doti originarie presocietarie che trovano spesso difficoltà di inclusione societaria in quanto sono difficilmente inseribili nella struttura e controllabili. Si sono indagati i legami che questi soggetti hanno con la medicina popolare, con altri ambiti di cura quale ad esempio quello della cosiddetta medicina non convenzionale. Si sono riscontrare delle “costellazioni” di curatori che sono state mappate alla luce delle caratteristiche delle pratiche da loro utilizzate alcune più legate alla manipolazione, altre alla cura con le erbe e altre ancora all’energia, tema quest’ultimo che è stato oggetto di approfondimento. Per poter comprendere più a fondo la loro origine e come le loro doti si manifestano, vengano scoperte e sviluppate si sono esplorati i percorsi formativi intrapresi da questi soggetti; percorsi spesso sottoposti a critiche/perplessità/scetticismi e mancati riconoscimenti da parte del sistema dominante. Al tema del riconoscimento si è dato largo spazio. Si è osservato che è fondamentale l’autoriconoscimento affinché i curatori manifestino le proprie doti, mentre il riconoscimento esterno diventa rilevante in seconda battuta. Si sono esplorate varie forme di inclusione ed esclusione a cui questi soggetti sono sottoposti, e quindi come la loro pratica venga o meno considerata professionale, o in che senso, eventualmente, potrebbe esserlo. Si è anche analizzata come la questione del denaro è legata a questi soggetti che praticano cure “non convenzionali” data la non chiara esistenza di tariffari o parametri di remunerazione. Si sono esplorate, infine, le cosmogonie evocate dai soggetti intervistati, la cui rilevazione permette di meglio comprendere la loro spinta a fare ciò che fanno e il senso che essi attribuiscono a loro agire. Essi si riferiscono ad ambiti religiosi, spirituali o anche appartenenti a sistemi di senso che riconducono a parametri razionali, che aprono ad una interpretazione della realtà multidimensionale. Con la presente ricerca non si è inteso entrare nel merito dell’efficacia delle cure di questi curatori quanto mettere in evidenza la loro presenza nella società, come essi vivono il loro dono, la loro techne e quindi il loro mestiere.
Camanzi, Luca. « Fattorizzazione Matriciale Non Negativa : algoritmi e applicazioni ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19242/.
Texte intégralGUALTIERI, MARTINA MARIA MACARENA. « Non Recognition ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241155.
Texte intégralNon-recognition in international law presents several questions that need to be resolved both in the light of its nature, its content and its effects. International practice offers several examples of non-recognition. The present work tries to give order to this variety of cases trying to understand how a case by case analysis is the best approach to reaffirm the importance of non-recognition. The fact that it presents a different content according to the situation which is the object of non-recognition does not determine its irrelevance. In fact, it turns out to be an indispensable tool to guarantee the preservation of the international order.
Sartori, Martina <1988>. « I bianchi di titanio nella pittura ad olio contemporanea : riconoscimento non invasivo delle fasi cristalline, e studio del loro ruolo nei processi di degrado del legante ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8442.
Texte intégralSpera, Giulia. « Pratiche di cura e sistemi simbolici. Lo Shiatsu ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427551.
Texte intégralLe pratiche di cura non convenzionali definiscono un mondo complesso, eterogeneo e piuttosto controverso che suscita interesse e accesi dibatti negli ambiti più vari e disparati, dalla medicina scientifica ai mezzi di comunicazione di massa. Questa ricerca ha rappresentato, non solo l’occasione di indagare un ambito di studi che solo di recente ha attirato l’attenzione della sociologia italiana, ma anche la possibilità di soddisfare un desiderio, del tutto personale, di comprendere una realtà che diventa ogni giorno sempre più famigliare e sempre meno alternativa. A tale scopo si è scelto di condurre la ricerca partecipando in prima persona a un percorso formativo professionale per operatori shiatsu. L’indagine qui presentata si propone di descrivere dal punto di vista di chi pratica, insegna, apprende, si avvicina alla disciplina dello shiatsu qual è il senso di questo “modo di avere cura” di sé e degli altri, al fine di cogliere, ove possibile, le connessioni con il lento e difficile processo di riconoscimento normativo e di inclusione nella medicina ufficiale, nonché, anche – almeno per taluni aspetti- con il crescente successo di pubblico. Nonostante la persistente marginalizzazione dal punto di vista normativo, le pratiche di cura non convenzionali sembrano svolgere un ruolo centrale nella vita quotidiana, fornendo strumenti, strategie e risposte alle nuove esigenze di cura di sé, risultato e al tempo stesso prodotto dei cambiamenti contemporanei nel campo della salute e del benessere. L’analisi pone l’accento sulla definizione dei confini interni ed esterni al campo delle pratiche di cura non convenzionali. Nella prospettiva adottata i confini rappresentano non solo linee di separazione e di divisione ma anche spazi di interazione e di scambio all’interno dei quali è possibile negoziare e ridefinire i confini sempre più sfumati che separano le pratiche di cura non convenzionali dalla medicina scientifica. Nonostante, infatti, le pratiche di cura non convenzionali, rappresentino ancora, per molti aspetti, un tutt’uno indifferenziato ed eterogeneo Colombo e Rebughini (2003, 2006) la ricerca vuole essere un tentativo di cogliere le possibili modalità di strutturazione all’interno di questo campo, descrivendo le diverse strategie messe in atto dagli operatori per ottenere una legittimazione istituzionale. L’analisi è volta a comprendere come l’esistenza di specifiche culture organizzative, che trovano espressione nelle pratiche e nel tipo di conoscenza che viene condivisa dai membri delle differenti strutture formative, con particolare riferimento alla figura dei fondatori e alla peculiarità della natura delle competenze trasmesse, che si basano largamente su un sapere primariamente pratico ed esperienziale, contribuiscano all’esistenza di posizioni piuttosto differenti all’interno del panorama organizzativo rispetto al processo di legittimazione. In particolare viene messo in evidenza come il mancato riconoscimento istituzionale possa essere connesso con il difficile processo di definizione della figura professionale dell’operatore shiatsu, degli standard formativi e delle modalità attraverso cui queste conoscenze debbano essere trasmesse
Barbieri, Niccoló. « Trattamento del concetto di clustering a partire dalla definizione di misure di similarità e criteri valutativi ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24266/.
Texte intégralVitale, Agnese. « The Principle of Non-Recognition in International Law ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1277847.
Texte intégralCATANI, ELEONORA. « L'intervento su invito nel diritto internazionale contemporaneo ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1242318.
Texte intégralVALENTE, LAURA. « GREGORIO NAZIANZENO Eij" ejpiskovpou" [carm. II,1,13. II,1,10] Introduzione, testo critico, commento e appendici ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251619.
Texte intégralFORMICONI, Cristina. « LÈD : Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.
Texte intégralPETRINI, Maria Celeste. « IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE : ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.
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