Littérature scientifique sur le sujet « Neurovascolare »

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Articles de revues sur le sujet "Neurovascolare"

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Loader, B., I. Linauer, S. Korkesch, I. Krammer-Effenberger, V. Zielinski, N. Schibany, A. Kaider, E. Vyskocil, D. Tscholakoff et P. Franz. « ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 5 (octobre 2016) : 421–27. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-766.

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Résumé :
Il presente studio retrospettivo a singolo cieco si pone come obbiettivo quello di valutare in che percentuale di casi di pazienti che si presentano con sintomatologia compatibile con neurite vestibolare acuta, con e senza perdita oggettiva della funzione vestibulare (VFL), sia presente un conflitto neurovascolare fra il nervo vestibolococleare e la arteria cerebellare anteroinferiore (AICA). 58 pazienti con sintomatologia suggestiva per neurite vestibolare acuta, valutati con RMN presso un centro di terzo livello, sono stati confrontati con 61 pazienti asintomatici. I radiologi hanno dato valutato la presenza di conflitto neurovascolare, in assenza di dati clinici, conferendo ai rilievi oggettivi una valutazione in una scala da 0 a 3 a seconda che il contatto fosse: nesuno; inferiore a 2 mm; superiore ai 2 mm; presenza di vacular loop. I reperti neurootologici sono stati quindi raccolti all’oscuro del risultato dell’imaging. La funzione vestibolare è stata testata con prova calorica bitermica. Alla prova calorica 26 casi (45%) hanno mostrato segni oggettivi di deficit vestibolare (Gruppo A), 32 casi (55%) non hanno invece mostrato alcun deficit labirintico (Gruppo B). Il gruppo A ha incluso 13 casi (50%) con evidenza di conflitto neurovascolare (NVC), il gruppo B ha incluso 26 casi con NVC (82%) (p = 0.012) mentre i controlli hanno incluso 16 casi con NVC (26%). La differenza fra i tre gruppi ha mostrato significatività statistica (p<0.001). Il Gruppo B ha mostrati un associazione con un grading di conflitto piu elevato rispetto al Gruppo A (p = 0.009). La presenza di NVC non ha avuto un associazione statisticamente significativa ne con la presenza di SNHL ne con la presenza di acufene (p > 0.05). I nostri dati indicano che la presenza di conflitti neurovascolari a livello dell’angolo pontocerebellare è superiore in quei pazienti che in presenza di una sintomatologia compatibile con neurite vestibolare acuta abbiano una funzionalità simmetrica alla prova calorica.
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Pellegrino, M., A. Verlicchp, B. Zanotti, F. Alessandrini, A. Nicolato et A. Bricolo. « Nevralgia del nervo glossofaringeo da conflitto neurovascolare ». Rivista di Neuroradiologia 12, no 4 (août 1999) : 567–74. http://dx.doi.org/10.1177/197140099901200411.

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Medicamento, N., et A. Carella. « Il conflitto neurovascolare come causa di ipertensione arteriosa ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 3 (juin 1996) : 283–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900303.

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Résumé :
La RM è la metodica diagnostica d'elezione nello studio dei conflitti neurovascolari. Vi sono numerose indicazioni che pongono alla base dell'ipertensione essenziale la compressione della superficie anterolaterale sinistra dell'oblongata da parte di strutture vascolari arteriose. Allo scopo di verificare questa ipotesi abbiamo esaminato 15 pazienti ipertesi mediante RM, utilizzando sequenze F.L.A.SH.-3D, che si sono dimostrate le più idonee a mostrare tali alterazioni.
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Senni, Sanzio. « Arteria succlavia lusoria, nodulo tiroideo e nervo vago : un conflitto neurovascolare ». L'Endocrinologo 7, no 2 (juin 2006) : 107. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344540.

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Passàli, D., et M. T. Barbieri. « La fisiopatologia neurovascolare trigemino-vegetativa nei bioritmi disnocicettivi centrali delle cefalee primarie ». Italian Journal of Neurological Sciences 16, no 9 (décembre 1995) : 41–45. http://dx.doi.org/10.1007/bf02333244.

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Bonaccorsi, P. « La chirurgia decompressiva neurovascolare della rino-base cranica nelle cefalee primarie con trigger rinogeno ». Italian Journal of Neurological Sciences 16, no 9 (décembre 1995) : 70–100. http://dx.doi.org/10.1007/bf02333248.

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D'Aprile, P., F. Macina, A. Nella, P. Spagnolo, G. Tripoli, F. Vessio et A. Carella. « Studio Angio-RM selettivo del circolo vertebro-basilare intracranico ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 6 (décembre 1994) : 921–28. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700611.

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Résumé :
La possibilità di effettuare un esame non invasivo e significativo dal punto di vista diagnostico, ha reso la RM di base e l'Angio-RM metodiche prioritarie per una valutazione diagnostica accurata nel sospetto di patologia aterosclerotica (dolicoectasia vertebro-basilare), steno-occlusiva o nel sospetto di conflitto neurovascolare riguardanti il distretto vertebro-basilare. Il sistema vertebro-basilare può risultare infatti di difficoltoso approccio se esaminato con le metodiche ad ultrasuoni (US), mentre la angiografia tradizionale (metodica ancora di riferimento per quanto riguarda lo studio morfologico accurato dei vasi), che può risultare a volte indaginosa, non è esente da complicanze, talora molto gravi. Viene proposta una nuova tecnica per lo studio selettivo con Angio-RM (tecnica 3D- TOF) del circolo vertebro-basilare che prevede un opportuno posizionamento dello «slab» o volume di acquisizione, e delle bande di presaturazione. È così possibile visualizzare selettivamente il segmento intracranico delle arterie vertebrali, l'arteria basilare e le arterie cerebrali posteriori, escludendo dal campo di studio il circolo carotideo.
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Carella, A., C. F. Andreula et G. Marano. « Patologia del nervo trigemino ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 2 (mai 1992) : 223–35. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500211.

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Résumé :
Scopo del nostro studio è stato quello di fornire una mappa quanto più possibile dettagliata del nervo trigemino, del suo decorso e della sua patologia. Nel percorso abbiamo preferito utilizzare come riferimento l'anatomia patologica topografica, diffidando dai singoli aspetti clinici, spesso contraddittori e non corrispondenti alla neuropatologia. Il nervo è stato suddiviso in quattro segmenti anatomici: porzione tronco-encefalica (comprendente nuclei e vie di proiezione), radice pregangliare, ganglio di Gasser e terminazioni periferiche (sensitive e motorie). Per ognuno di questi segmenti sono stati esaminati gli aspetti patologici su base vascolare (comprendente lesioni ischemiche, emorragiche, malformative ed il cosiddetto ‘conflitto neurovascolare»), infiammatoria (sclerosi multipla), malformativa e neoplastica. Secondo dati statistici più frequente è l'interessamento delle terminazioni periferiche, seguite dal segmento intracisternale, dai nuclei del tronco encefalico e dal ganglio di Gasser. Metodica neuroradiologica di scelta si è rivelata essere la risonanza magnetica in virtù del suo maggiore potere di risoluzione in alcuni distretti anatomici rispetto ad altre tecniche digitalizzate, della capacità di fornire immagini multiplanari e della maggiore sensibilità e specificità.
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Del Din, R., et A. Marmotti. « Lesioni neurovascolari del piede ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 28, no 1 (7 mars 2014) : 65–68. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-014-0058-8.

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Bonasia, D. E., A. Cosentino, A. Monticelli, G. Collo et P. Rossi. « Le lesioni neurovascolari nella chirurgia protesica dell’anca ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 28, no 1 (11 mars 2014) : 48–51. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-014-0057-9.

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Thèses sur le sujet "Neurovascolare"

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GAGLIANO, GIUSEPPE. « Studio dell'accoppiamento neurovascolare nello strato granulare del cervelletto ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2019. http://hdl.handle.net/11571/1248467.

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Résumé :
The neurovascular coupling (NVC) or functional hyperemia is the mechanism whereby neuronal activity controls cerebral blood flow (CBF). The tight coupling between neuronal activation and blood vessels diameter modifications ensures the proper supply of oxygen and nutrients to the central nervous system. In the brain, CBF adaptations are governed by vasoactive agents and their action on the vascular system (Iadecola, 2017). This phenomenon is also involved in the genesis of the blood-oxygen-level-dependent (BOLD) signals used by neuroimaging techniques, like functional magnetic resonance imaging (fMRI), to map changes in brain activity. Although being highly investigated, the interpretation of activity-dependent BOLD responses is widely debated (Hall et al., 2016). The complexity of investigating BOLD neurophysiological basis, i.e. NVC mechanisms, resulted in the inability to define a comprehensive theory for BOLD signals interpretation. In this work of thesis, the attention was focused on NVC mechanisms in the cerebellum. In this region, NVC has been previously investigated in the molecular layer, where interneurons activation has been found as the main player, unlike Purkinje cells spiking activity (Cauli et al., 2004; Thomsen et al., 2004). Surprisingly, there was no information about the role of the granular layer in cerebellar NVC before our investigations. In the granular layer, NVC is mediated by granule cells through an NMDA receptor/NO-dependent system acting on pericytes (Mapelli et al., 2017). The latter are contractile cells able to regulate the caliber of brain capillaries (Attwell et al., 2016),which are thought to be involved in the genesis of BOLD signals (Hall et al., 2016). Recent investigations using human fMRI demonstrated that cerebellar vermis lobule V and hemisphere lobule VI showed respectively linear and non-linear BOLD responses during the same motor task performance (Alahmadi et al., 2017). In mouse cerebellar slices, vermis lobule V and hemisphere lobule VI responded with different non-linear neurovascular events to several frequency patterns of neuronal activation, suggesting that NVC and thus BOLD signals might be region-dependent in the cerebellum (Gagliano et al., 2018 in preparation). In conclusion, granule cells, pericytes and capillaries may drive the basic neurovascular mechanisms of the cerebellum, but different cerebellar regions (vermis and hemisphere) could differently contribute to the genesis of cerebellar BOLD signals. These results might reflect different functions of these cerebellar areas following the same input.
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GAGLIANO, GIUSEPPE. « Studio dell'accoppiamento neurovascolare nello strato granulare del cervelletto ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2019. http://hdl.handle.net/11571/1248388.

Texte intégral
Résumé :
The neurovascular coupling (NVC) or functional hyperemia is the mechanism whereby neuronal activity controls cerebral blood flow (CBF). The tight coupling between neuronal activation and blood vessels diameter modifications ensures the proper supply of oxygen and nutrients to the central nervous system. In the brain, CBF adaptations are governed by vasoactive agents and their action on the vascular system (Iadecola, 2017). This phenomenon is also involved in the genesis of the blood-oxygen-level-dependent (BOLD) signals used by neuroimaging techniques, like functional magnetic resonance imaging (fMRI), to map changes in brain activity. Although being highly investigated, the interpretation of activity-dependent BOLD responses is widely debated (Hall et al., 2016). The complexity of investigating BOLD neurophysiological basis, i.e. NVC mechanisms, resulted in the inability to define a comprehensive theory for BOLD signals interpretation. In this work of thesis, the attention was focused on NVC mechanisms in the cerebellum. In this region, NVC has been previously investigated in the molecular layer, where interneurons activation has been found as the main player, unlike Purkinje cells spiking activity (Cauli et al., 2004; Thomsen et al., 2004). Surprisingly, there was no information about the role of the granular layer in cerebellar NVC before our investigations. In the granular layer, NVC is mediated by granule cells through an NMDA receptor/NO-dependent system acting on pericytes (Mapelli et al., 2017). The latter are contractile cells able to regulate the caliber of brain capillaries (Attwell et al., 2016),which are thought to be involved in the genesis of BOLD signals (Hall et al., 2016). Recent investigations using human fMRI demonstrated that cerebellar vermis lobule V and hemisphere lobule VI showed respectively linear and non-linear BOLD responses during the same motor task performance (Alahmadi et al., 2017). In mouse cerebellar slices, vermis lobule V and hemisphere lobule VI responded with different non-linear neurovascular events to several frequency patterns of neuronal activation, suggesting that NVC and thus BOLD signals might be region-dependent in the cerebellum (Gagliano et al., 2018 in preparation). In conclusion, granule cells, pericytes and capillaries may drive the basic neurovascular mechanisms of the cerebellum, but different cerebellar regions (vermis and hemisphere) could differently contribute to the genesis of cerebellar BOLD signals. These results might reflect different functions of these cerebellar areas following the same input.
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GAGLIANO, GIUSEPPE. « Studio dell'accoppiamento neurovascolare nello strato granulare del cervelletto ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2019. http://hdl.handle.net/11571/1248447.

Texte intégral
Résumé :
The neurovascular coupling (NVC) or functional hyperemia is the mechanism whereby neuronal activity controls cerebral blood flow (CBF). The tight coupling between neuronal activation and blood vessels diameter modifications ensures the proper supply of oxygen and nutrients to the central nervous system. In the brain, CBF adaptations are governed by vasoactive agents and their action on the vascular system (Iadecola, 2017). This phenomenon is also involved in the genesis of the blood-oxygen-level-dependent (BOLD) signals used by neuroimaging techniques, like functional magnetic resonance imaging (fMRI), to map changes in brain activity. Although being highly investigated, the interpretation of activity-dependent BOLD responses is widely debated (Hall et al., 2016). The complexity of investigating BOLD neurophysiological basis, i.e. NVC mechanisms, resulted in the inability to define a comprehensive theory for BOLD signals interpretation. In this work of thesis, the attention was focused on NVC mechanisms in the cerebellum. In this region, NVC has been previously investigated in the molecular layer, where interneurons activation has been found as the main player, unlike Purkinje cells spiking activity (Cauli et al., 2004; Thomsen et al., 2004). Surprisingly, there was no information about the role of the granular layer in cerebellar NVC before our investigations. In the granular layer, NVC is mediated by granule cells through an NMDA receptor/NO-dependent system acting on pericytes (Mapelli et al., 2017). The latter are contractile cells able to regulate the caliber of brain capillaries (Attwell et al., 2016),which are thought to be involved in the genesis of BOLD signals (Hall et al., 2016). Recent investigations using human fMRI demonstrated that cerebellar vermis lobule V and hemisphere lobule VI showed respectively linear and non-linear BOLD responses during the same motor task performance (Alahmadi et al., 2017). In mouse cerebellar slices, vermis lobule V and hemisphere lobule VI responded with different non-linear neurovascular events to several frequency patterns of neuronal activation, suggesting that NVC and thus BOLD signals might be region-dependent in the cerebellum (Gagliano et al., 2018 in preparation). In conclusion, granule cells, pericytes and capillaries may drive the basic neurovascular mechanisms of the cerebellum, but different cerebellar regions (vermis and hemisphere) could differently contribute to the genesis of cerebellar BOLD signals. These results might reflect different functions of these cerebellar areas following the same input.
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TERRIBILE, GIULIA. « THE JANUS FACES OF THE NANOPARTICLES AT THE NEUROVASCULAR UNIT : A DOUBLE-EDGED SWORD IN NEURODEGENERATION ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/403042.

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Résumé :
Negli ultimi anni il concetto di unità neurovascolare (NVU) è stato progressivamente definito. La NVU comprende diversi tipi di cellule cerebrali: le cellule endoteliali (CE), gli astrociti, i periciti, i neuroni e la microglia (MG). Ciascuno di essi contribuisce al mantenimento della barriera ematoencefalica (BEE) e all'omeostasi del cervello. Disfunzioni a livello della NVU sono stati associati a diversi disturbi del sistema nervoso centrale (SNC) e a malattie neurodegenerative. Di conseguenza, è aumentata la richiesta di strumenti terapeutici in grado di modulare la NVU. In primo luogo, abbiamo studiato il meccanismo d'azione di liposomi (mApoE-PA-LIP) funzionalizzati con un peptide dell'apolipoproteina-E (mApoE) che conferisce affinità alla BEE e con l’acido fosfatidico (PA) per il legame con la β-amiloide (Aβ), precedentemente utilizzati per promuovere la rimozione di Aβ attraverso la BEE in un modello murino della malattia di Alzheimer (AD) (Balducci et al., 2014). Abbiamo pertanto valutato l’impatto dei mApoE-PA-LIP sulle dinamiche di calcio intracellulare ([Ca2+]i) nelle CE microvascolari cerebrali umane in coltura (hCMEC/D3), come modello in vitro di BEE e negli astrociti in coltura. Il pre-trattamento con mApoE-PA-LIP ha aumentato la [Ca2+]i indotta dall'ATP in entrambi i tipi cellulari, anche in condizioni 0 [Ca2+]e, indicando così che questo aumento è principalmente dovuto al rilascio endogeno di Ca2+ e al coinvolgimento dei recettori metabotropici purinergici (P2Y). Considerando che essi rappresentano un importante bersaglio farmacologico per il trattamento delle disfunzioni cognitive e considerando il loro effetto protettivo nei processi neuroinfiammatori, il potenziamento della trasmissione purinergica potrebbe contrastare la vasocostrizione indotta da Aβ e la riduzione del flusso sanguigno cerebrale (Forcaia et al., 2021). Inoltre, abbiamo eseguito registrazioni elettrofisiologiche su fettine di cervello di topo per valutare se i mApoE-PA-LIP potessero modulare anche la trasmissione sinaptica. In effetti, il trattamento con i mApoE-PA-LIP ha aumentato la frequenza delle correnti postsinaptiche eccitatorie spontanee (sEPSC), fornendo ulteriore supporto nel promuovere i mApoE-PA-LIP come possibile strumento terapeutico per il trattamento dell'AD. Negli ultimi anni, studi animali e sull’uomo hanno evidenziato che il SNC è un importante bersaglio degli effetti nocivi degli inquinanti atmosferici (Costa et al., 2020), dimostrando anche che l'esposizione ad essi può indurre anche alterazioni della plasticità sinaptica (Hajipour et al., 2020). Pertanto, considerando che l'inalazione di particolato (PM) può contribuire all'insorgenza e alla progressione della neurodegenerazione, ci siamo dedicati alla comprensione dei meccanismi sottesi. Abbiamo così studiato l'effetto diretto del PM sulle hCMEC/D3, che rappresentano la prima interfaccia tra sangue e cervello e la MG, il principale effettore della neuroinfiammazione, utilizzando un materiale di riferimento standard di particelle di scarico diesel (DEP), uno dei principali componenti del PM. Per studiare l'impatto sulla trasmissione purinergica, abbiamo confrontato la MG primaria con quella esposta a DEP (10 µg/cm2 per 24 ore). I nostri dati hanno indicato che la MG trattata mostra una significativa soppressione dei segnali di Ca2+ indotti dall'ATP, probabilmente a causa di un aumento del [Ca2+]i allo stato basale associato alla sua attivazione (Hoffmann et al., 2003), che nei nostri esperimenti potrebbe essere confermato anche dall'analisi morfologica (MG con fenotipo ameboide). Gli stessi risultati sono stati ottenuti nelle hCMEC/D3, indicando che l'esposizione diretta al DEP potrebbe provocare anche l'attivazione delle CE. Questi risultati indicano che il DEP provoca alterazioni fisiologiche della NVU che, sommandosi, potrebbero portare all'abbassamento della soglia individuale all'insorgenza di neurodegenerazione.
In recent years, the concept of neurovascular unit (NVU) has progressively been entered. The NVU comprises multiple types of brain cells, including endothelial cells (ECs), astrocytes, pericytes, neurons and microglia (MG). Each cell type contributes to the maintenance of the transport through the blood–brain barrier (BBB) and brain tissue homeostasis. NVU dysfunctions have been associated with several disorders of the central nervous system (CNS) and neurodegenerative diseases. As a result, demand for therapeutic tools able to modulate the NVU has been increased. We firstly investigated the inner mechanism of action of liposomes (mApoE-PA-LIP) functionalized with a peptide derived from the apolipoprotein-E receptor-binding domain (mApoE) for BBB targeting and with phosphatidic acid (PA) for amyloid-β (Aβ) binding, previously used to promote peptide removal across the BBB and its peripheral clearance in a mouse model of Alzheimer's disease (AD) (Balducci et al., 2014). In light of previous results, we assessed whether mApoE-PA-LIP impacted on intracellular calcium ([Ca2+]i) dynamics in cultured human cerebral microvascular ECs (hCMEC/D3), as an in vitro human BBB model, and in cultured astrocytes. mApoE-PA-LIP pre-treatment increased the ATP-evoked Ca2+ waves in both cell types, also under 0 [Ca2+]e conditions, thus indicating that this increase is mainly due to endogenous Ca2+ release and that metabotropic purinergic receptors (P2Y) are mainly involved. Considering that P2Y receptors represent important pharmacological targets to treat cognitive dysfunctions and their neuroprotective effects in neuroinflammatory processes, the enhancement of purinergic signalling provided by mApoE-PA-LIP could counteract Aβ-induced vasoconstriction and reduction in cerebral blood flow (Forcaia et al., 2021). Moreover, we performed electrophysiological recordings on mouse brain slices to assess whether mApoE-PA-LIP can also modulate the neuronal synaptic transmission. Indeed, mApoE-PA-LIP treatment increased spontaneous excitatory postsynaptic currents (sEPSCs) frequency, giving additional support to promote mApoE-PA-LIP as putative therapeutic tool for AD treatment. In recent years, human epidemiological and animal studies put in evidence how the CNS is emerging as an important target for adverse health effects of airborne pollutants (AP) (Costa et al., 2020), demonstrating also that AP-exposure may also induce synaptic plasticity impairment (Hajipour et al., 2020). Thus, taking into account that the inhalation of airborne particulate matter (PM) may contribute to the neurodegeneration onset and progression, we moved furthermore towards understanding the inner underlying mechanisms. In lights of this evidence, we investigated the direct effect of AP on hCMEC/D3, that are the first interface between blood and brain, and MG, the main effector of neuroinflammation, using a standard reference material of diesel exhaust particles (DEP), that is one of the main PM contributors. To study the PM impact on purinergic signalling, we compared untreated primary MG with those incubated with DEP (10 μg/cm2 for 24 hours). Our data showed that DEP-activated MG generated much smaller Ca2+ signals ATP-induced, revealing a significant suppression of the receptor-evoked Ca2+ signals, probably due to an increase in the resting [Ca2+]i associated with MG activation (Hoffmann et al., 2003) that in our experiments could be confirmed also from the morphological analysis that revealed ameboid MG phenotype. The same results have been obtained in hCMEC/D3, indicating that the direct exposure to DEP causes also ECs activation. The here outlined results relating to the DEP-induced effects on ECs and on MG stated that DEP causes NVU physiology alterations which, adding together, could lead to the lowering of individual threshold to the onset of neurodegeneration.
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FORCAIA, GRETA. « Multifunctional Liposomes modulate Purinergic Receptor-induced Calcium Wave in Cerebral Microvascular Endothelial Cells and Astrocytes ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/261943.

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Résumé :
I nostri precedenti studi dimostrano che liposomi multifunzionalizzati con il monomero dell’ApoE e con acido fosfatidico (mApoE-PA-LIP) riducono l’accumulo di Aβ nel cervello migliorando il declino cognitivo in modelli murini di malattia di Alzheimer (AD) (Balducci et al., 2014). In riferimento ai nostri precedenti risultati, abbiamo studiato l’interazione di liposomi funzionalizzati con un peptide derivante dall’ApoE (mApoE) e acido fosfatidico (PA), con le cellule che costituiscono l’unità neurovascolare. In particolar modo, abbiamo valutato la loro attività in cellule di microcircolo cerebrale umano (hCMEC/D3), utilizzate come modello in vitro di barriera ematoencefalica, e in astrociti in coltura (iAstro-WT). Grazie a misurazioni effettuate con la tecnica del calcium imaging abbiamo studiato le dinamiche di calcio intracellulare generate dall’attivazione dei recettori purinergici. I nostri risultati mostrano che l’interazione dei mApoE-PA-LIP con le hCMEC/D3 e gli astrociti inducono attivamente una modulazione della durata delle onde di calcio indotte dall’attivazione dei recettori purinergici stimolati da ATP. In particolare, possiamo confermare che il pre-trattamento con i mApoE-PA-LIP induce un aumento significativo della durata della risposta indotta dall’ATP che non si verifica nelle cellule controllo. Dopo il pre-trattamento con mApoE-PA_LIP, anche l’area sotto la curva (AUC) risulta essere maggiore rispetto alle cellule non pre-trattate sia nelle hCMEC che negli iAstro-WT. Possiamo inoltre affermare che il pre-trattamento con i mApoE-PA-LIP in assenza di calcio extracellulare, aumenta in modo significativo sia i valori di durata di risposta al calcio allo stimolo di ATP sia quelli di AUC paragonati ai controlli. In aggiunta, abbiamo trovato che quando la pompa del calcio del reticolo sarcoplasmatico (SERCA) è inattiva, perché selettivamente bloccata dall’acido ciclopiazonico, in presenza o assenza di calcio extracellulare, l’ATP non riesce a generare onde di calcio anche dopo pre-trattamento con i mApoE-PA-LIP. In conclusione, considerando il ruolo neuroprottettivo dell’attivazione dei recettori purinergici (Weisman et al., 2012), possiamo affermare che i mApoE-PA-LIP modulano le dinamiche al calcio ATP indotte quando la SERCA è attiva. I nostri risultati potrebbero aggiungere dati interessanti utili a promuovere i mApoE-PA-LIP come innovativo strumento per il trattamento della malattia di Alzheimer.
Our previous results show that multifunctional liposomes (mApoE-PA-LIP) reduce brain Aβ burden and ameliorate memory impairment in Alzheimer’s disease (AD) mouse models (Balducci et al., 2014). In light of these results, we assessed liposomes functionalized with ApoE-derived peptide (mApoE) and phosphatidic acid (PA) at neurovascular unit. In particular, we evaluated their activities on cultured human cerebral microvascular cells (hCMEC/D3), as an in vitro human blood brain barrier model, and on cultured astrocytes (iAstro-WT). By means of calcium imaging measurements, we aimed to study the intracellular calcium dynamics triggered by purinergic receptors activation. Our result show that the interaction of mApoE-PA-LIP with the hCMEC/D3 and astrocytes actively induced a modulation in the calcium waves duration of ATP evoked response. In particular, we find an increase of the duration of the ATP evoked calcium waves in presence of mApoE-PA-LIP in comparison to untreated cells. After the mApoE-PA-LIP pre-treatment also the area under the curve (AUC) is increased in comparison to controls both in hCMEC and iAstro-WT. Furthermore, we found that the pre-treatment with mApoE-PA-LIP in absence of extracellular calcium significantly increased ATP evoked calcium waves in comparison to controls. Also under this condition, the AUC increased in comparison to control. We also found that when the Sarco-Endoplasmic Reticulum Calcium ATPase (SERCA) was inactive, due to its specific blockage with cyclopiazonic acid, both in presence or in absence of extracellular calcium, ATP failed to activate calcium wave also after a pre-treatment with mApoE-PA-LIP both in hCMEC and iAstro-WT. In conclusion, mApoE-PA-LIP modulate calcium dynamics evoked by ATP when SERCA is active. In light of the protective role of the purinergic receptor activation (Weisman et al., 2012), our obtained results would provide an additional support to promote mApoE-PA-LIP as putative therapeutic tool for AD treatment.
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Ramaglia, Amadasi Roberto. « La spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso : principi fisici e applicazioni ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19761/.

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Résumé :
La spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (functional Near-Infrared Spectroscopy, fNIRS) è una innovativa tecnica di neuroimaging funzionale che utilizza la luce a specifiche lunghezze d’onda appartenenti alla regione del vicino infrarosso per misurare l’attività emodinamica del tessuto cerebrale e gli aspetti funzionali ad essa associata, misurando le variazioni di concentrazione dell’ossiemoglobina e della deossiemoglobina. La registrazione fNIRS viene effettuata in maniera non invasiva attraverso un dispositivo indossabile posizionato sullo scalpo del paziente che include coppie sorgente-rilevatore. Attualmente la fNIRS trova applicazioni come strumento clinico di monitoraggio dei parametri cerebrali e nella ricerca. In particolare nell’ambito dello studio del neurosviluppo ha dimostrato la possibilità di studiare gli aspetti funzionali cerebrali nei neonati pretermine riguardanti lo sviluppo motorio e cognitivo. Inoltre, la fNIRS ha confermato anche la possibilità di condurre studi durante il cammino in pazienti neurologici, permettendo di valutare il ruolo della corteccia prefrontale nel controllo del cammino dopo l’ictus in condizioni Dual-Task. Nonostante attualmente molte questioni pongano ancora dei limiti negli studi fNIRS, i progressi metodologici e strumentali potranno consentire nuovi tipi di approcci con dispositivi sempre più all’avanguardia orientando a nuove indagini di neuroimaging funzionale e potranno anche affermare l’uso diagnostico della fNIRS.
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Chapitres de livres sur le sujet "Neurovascolare"

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Panebianco, Valeria, Marcello Osimani et Vincenzo Gentile. « Valutazione RM del fascio neurovascolare e grado di deficit funzionale nel paziente prostatectomizzato ». Dans Imaging RM della prostata, 179–86. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1516-6_22.

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