Littérature scientifique sur le sujet « NAZIONALISTI »

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Articles de revues sur le sujet "NAZIONALISTI"

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Cortona, Pietro Grilli di. « POCHI VOTI, TANTA INFLUENZA. NAZIONALISMI E PARTITI NAZIONALISTI IN EUROPA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no 2 (août 2001) : 185–234. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030574.

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Résumé :
Introduzione Almeno fino agli anni ‘50, fra gli scienziati sociali prevaleva l'idea che i conflitti etnici nei paesi occidentali fossero in declino (Lijphart 1977). Da una parte, c'era la convinzione che i processi di modernizzazione, dopo essere stati indicati come una delle principali cause dello sviluppo dei nazionalismi (Deutsch 1966a; 1966b; 1969; Gellner 1994), avrebbero in realtà condotto ad un'integrazione definitiva delle società e reso così anacronistica ogni rivendicazione nazionalistica. Dall'altra, la fine ormai annunciata delle ideologie avrebbe fatto esaurire anche i nazionalismi. A rafforzare queste convinzioni stavano poi i processi in atto di integrazione sovrastatale e sovranazionale che, almeno in Europa, sembravano destinati ad indebolire ogni forma di particolarismo etnico.
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Morone, Antonio M. « Un colonialismo non pi&ugrave ; razzista ? L'insostenibile aspirazione dei sudditi africani nel secondo dop ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 297 (mars 2022) : 55–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-003.

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Résumé :
La storia della transizione all'indipendenza delle colonie italiane fu anche la storia dell'antirazzismo che non a caso è stato spesso associato all'anticolonialismo e alla storia dei movimenti nazionalisti in Africa. Il caso della decolonizzazione delle colonie italiane rappresenta un caso speciale non solo per la traiettoria fortemente internazionale della sistemazione postcoloniale decisa dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma anche per la forte competizione, tutta sul versante africano, tra movimenti nazionalisti ed élites africane inclini ad appoggiare un progetto di continuità del sistema coloniale. È proprio da questa competizioneche emerse un'istanza antirazzista che è al centro del presente articolo e non necessariamente o semplicemente fu riconducibile ai soli movimenti nazionalisti. Quei sudditi coloniali che si erano dichiarati disponibili all'ipotesi di un ritorno dell'Italia in Africa rivendicarono la necessità di una riforma del sistema coloniale nell'intento di ottenere una loro più ampia partecipazione alla gestione del potere e di superare il regime segregazionista di epoca fascista.Il presente articolo non si propone dunque di indagare l'antirazzismo e l'anticolonialismo dei nazionalisti, bensì il progetto di un colonialismo non più razzista, o comunque maggiormente inclusivo, coltivato da alcuni sudditi africani che intermediarono con la politica e la propaganda colonialista dell'Italia repubblicana. Di fatto, si trattò di un progetto destinato al fallimento, nella misura in cui colonialismo e antirazzismo erano termini in ultima analisi inconciliabili.Furono poi le diverse indipendenze delle colonie a mettere in discussione il razzismo attraverso la fine stessa del colonialismo.
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Pace, Enzo. « La malattia chiamata Europa. Controversia sull’islamizzazione in Europa e rinascita del nazionalismo ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 26, no 53 (août 2018) : 11–24. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005302.

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Résumé :
Riassunto L’articolo si focalizza sui nuovi movimenti nazionalisti che si stanno affermando politicamente nell’Unione Europea e sulla battaglia che essi conducono contro la diversità religiosa, sempre più visibile nelle società europee, ritenuta una minaccia all’identità cristiana dell’Europa. L’islam è, perciò, diventato, un oggetto polemico (nel senso del polemos, la guerra ideologica che divide drammaticamente la società) nel discorso politico. Tramite tale discorso si tende a costruire una narrazione collettiva convincente: una società troppo diversa dal punto di vista religioso non è sostenibile.
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Chen, Yu-Wen. « Un'analisi comparativa delle dimensioni transnazionali dei movimenti nazionalisti scozzese e gallese ». PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no 2 (novembre 2010) : 39–61. http://dx.doi.org/10.3280/paco2010-002003.

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Luzòn, Javier Moreno. « Monarchia in scena e discorsi nazionalisti nella Spagna del Rigenerazionismo (1902-1913) ». MEMORIA E RICERCA, no 42 (mai 2013) : 87–105. http://dx.doi.org/10.3280/mer2013-042007.

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Ansel, Dario. « Nazionalismo politico e nazionalismo sindacale nei Paesi Baschi, 1911-1936 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 264 (mars 2012) : 466–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264008.

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Résumé :
Il saggio prende in esame il complesso rapporto fra il Partido nacionalista vasco (Pnv) e l'organizzazione sindacale di riferimento del movimento nazionalista in Euskadi, Solidaridad de obreros vascos (Sov), dal 1933 Solidaridad de trabajadores vascos (Stv). Sulla base dell'esame di fonti a stampa e fonti archivistiche, l'autore pone una serie di interrogativi volti a indagare la reale natura delle relazioni fra nazionalismo politico e nazionalismo sindacale dal 1911, anno della fondazione di Sov, sino allo scoppio della guerra civile, nel 1936. La tesi di fondo č che, nonostante la stretta dipendenza che caratterizzň la relazione partito-sindacato durante gli anni dieci, a partire dai primi anni venti e in particolare durante la Seconda Repubblica (1931- 1936), l'organizzazione operaia nazionalista si affrancň progressivamente dalla tradizionale tutela esercitata dal Pnv. Nel corso degli anni trenta, Sov-Stv si trasformň in un moderno sindacato di massa e fu interessata da un intenso processo di radicalizzazione classista che contribuě alla definizione di un'identitŕ sindacale e politica autonoma.
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Acciai, Enrico. « Ulisse del Novecento. I difficili rientri dei reduci stranieri della guerra civile spagnola 1937-1945 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 262 (octobre 2011) : 28–49. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262002.

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Résumé :
Il saggio, attraverso l'analisi di un'ampia documentazione d'archivio, si propone di indagare le criticitŕ legate all'uscita dalla Spagna dei reduci stranieri della guerra civile spagnola, inquadrati per lo piů nelle Brigate internazionali, ma anche in altre colonne minori. Infatti, se su quei quasi quarantamila combattenti molto č stato scritto giŕ da subito dopo la fine del conflitto, rimane sinora poco indagato l'aspetto relativo al complesso processo di smobilitazione degli internazionali. In relazione a ciň l'autore ha individuato tre gruppi di volontari per i quali, sia pure con percorsi radicalmente diversi, uscire dalla penisola iberica si rivelň spesso molto difficile: quelli non integrati nelle Brigate internazionali, coinvolti nella repressione che colpě il movimento libertario dopo i fatti del maggio 1937 a Barcellona; quelli che, dopo il ritiro delle Brigate, furono respinti dalle autoritŕ francesi, su disposizione in particolare del governo Daladier; quelli che caddero prigionieri dei nazionalisti nel corso del conflitto. Alcuni di coloro che finirono nei campi d'internamento franchisti dovettero attendere, in balia di una diplomazia confusa, la fine della seconda guerra prima di venire espulsi dalla Spagna.
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Bollens, Scott A. « Trincee in cittŕ : muri, confini, costituzioni ». STORIA URBANA, no 128 (février 2011) : 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-128003.

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Résumé :
Questo articolo indaga tre diversi approcci politico-territoriali alla gestione del conflitto tra gruppi nazionalisti. Sono particolarmente interessato al modo in cui il la creazione di queste barriere nel territorio urbano ["", NdT] influenza l'abilitŕ delle cittŕ contese (in questo caso Gerusalemme, Sarajevo e Beirut) nel contribuire positivamente alla coesistenza pacifica a livello locale e nazionale. Il mio focus principale č su tre casi: (I) la costruzione del muro di separazione israeliano a Gerusalemme e i suoi effetti sulla parte araba della cittŕ e sulle prospettive per una soluzione del conflitto israelo-palestinese; (II) la demarcazione di nuovi confini politici alla fine della guerra in Bosnia (ex Jugoslavia) del 1992-95 e i suoi effetti sulla sulle prospettive della convivenza etnica nella cittŕ di Sarajevo; (III) la relazione tra la rigida geografia elettorale data dalla ripartizione costituzionale del potere politico in Libano e le possibilitŕ di sviluppo - in particolare a Beirut e nelle periferie della cittŕ - di coalizioni politiche trasversali rispetto all'elemento confessionale. In ognuno di questi casi le differenze tra gruppi etnonazionali sono adattate e rinforzate geograficamente. L'articolo si conclude ponendo l'enfasi sull'importanza della cittŕ in situazioni di negoziazione di soluzioni politico-territoriali alternative in paesi divisi.
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Botti, Alfonso. « Quando l'Action Française rientrò nell'alveo dei nazionalismi ammessi dalla Chiesa ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (août 2021) : 47–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001002.

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Résumé :
L'articolo integra, sulla base della documentazione degli archivi vaticani, quanto messo a fuoco dalla storiografia sull'impatto nel mondo cattolico ed ecclesiastico francesi del decreto del Sant'Offizio che nel 1926 mise all'Indice alcune opere di Charles Maurras e il giornale L'Action Française. Ricostruisce poi per la prima volta, attraverso fonti del Sant'Offizio, il processo decisionale che portò il 10 luglio del 1939 al decreto con il quale il quotidiano fu ritirato dall'Indice, pur restando la precedente interdizione di alcune opere di Maurras e del giornale fino a quel momento. In un decennio segnato dalla minaccia rappresentata dai nazionalismi e dagli antisemitismi di Stato, l'articolo conferma che in tutta la vicenda la questione disciplinare prevalse di gran lunga su quella dottrinale, che prestò scarsissima attenzione alle principali caratteristiche, come la politique d'abord, dell'Action Française: il «nazionalismo integrale» e l'antisemitismo. Infine, l'articolo mette in luce il ruolo del cardinale Ottaviani e la discontinuità tra Pio XII e il suo predecessore.
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Zanini, Paolo. « Italia e Santa sede di fronte ai disordini del 1929 in Palestina ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 264 (mars 2012) : 406–24. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264004.

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Résumé :
La Rivolta araba dell'agosto 1929 costituě una svolta nella storia della Palestina mandataria. Essa, perň, appare interessante anche per valutare l'atteggiamento cattolico nei confronti del sionismo. In Italia, dove quei fatti ebbero grande eco, si cercň di riproporre un ruolo nazionale nella regione, sfruttando il fattore religioso. Simili tentativi, che raccolsero il consenso di importanti ambienti cattolici e del governo, non riuscirono a far breccia presso la Santa sede ove altri e diversi erano i timori generati dalla rivolta del 1929, attorno a cui i principali rappresentanti vaticani nella regione, Barlassina e Valeri, elaborarono valutazioni diverse. Barlassina vide nella rivolta e nel massacro di Hebron la reazione degli arabi alle prepotenze dei sionisti; Valeri, pur contrario agli obiettivi del sionismo, ritenne che ogni radicale ripresa del nazionalismo arabo fosse pericolosa per gli interessi cattolici. La rivolta del 1929, cosě, appare un avvenimento attraverso cui leggere le diverse sensibilitŕ esistenti tra le frange piů nazionaliste del cattolicesimo e la politica della Santa sede e, al tempo stesso, per valutare le differenti posizioni presenti all'interno della gerarchia cattolica rispetto alla questione della Palestina.
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Thèses sur le sujet "NAZIONALISTI"

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Gandolfi, Michele <1994&gt. « Nazionalismo e istruzione : Analisi della politica educazionale come mezzo di diffusione dell’ideologia nazionalistica, nel Giappone moderno e contemporaneo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15702.

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Résumé :
L'obiettivo di questo elaborato è comprendere se la politica dell’istruzione del Giappone contemporaneo possa essere parte di un progetto governativo, mirato alla ricostruzione di uno spirito nazionalista; si cercherà inoltre, di analizzare l’odierno tessuto sociale nipponico, per determinare se una politica di questo tipo possa essere verosimilmente efficace, come lo è stata quella imperialista, nell’esercitare una certa influenza sui cittadini giapponesi. Al fine di perseguire questo scopo, il processo di ricerca sarà suddiviso in due sezioni principali. La prima tratterà della politica dell’istruzione nel periodo imperialista/militarista, focalizzandosi sull’insegnamento della lingua nazionale, il kokugo. La politica linguistica è stata di fondamentale importanza per il governo nazionalista, in quanto da un lato è stata uno dei pilastri di sostegno della sua ideologia, dall’altro è stata una delle motivazioni alla base della sua politica colonialista. La politica linguistica si è legata progressivamente al nazionalismo ed ha dato origine ad effetti, soprattutto sui cittadini giapponesi, non soltanto sul piano linguistico ma anche su quello ideologico; ciò ci serve per comprendere il ruolo basilare che l’istruzione ha svolto negli anni dell’Impero e funge quindi da chiave di lettura per la sezione successiva dell’elaborato. Essa costituisce il fulcro di questo progetto di tesi. Si prosegue infatti con l’analisi della politica dell’istruzione, ma in particolare si focalizzano i provvedimenti, intrapresi dal Giappone contemporaneo, nell’ambito dei manuali di 社会歴史 (shakai rekishi, “storia della società”) impiegati nelle scuole secondarie di primo grado. Verrà condotto uno studio sulle modalità con cui il governo attuale, attraverso il Ministero dell’Istruzione, che delinea le linee guida per i libri di storia e ne approva la pubblicazione, espone la storia del Giappone moderno e in particolare gli avvenimenti relativi al periodo nazionalista e colonialista. A questo punto le due sezioni dell'elaborato si saldano: l'analisi storico-politica e socio-linguistica del nazionalismo giapponese, che ha costituito il punto di partenza, consente di esaminare, con un approccio critico, il rapporto attuale tra nazionalismo e istruzione. I manuali di "storia della società" possono costituire degli indicatori per capire meglio questa relazione? Dietro trattazioni poco dettagliate di fatti storici, oppure dietro la scelta di modificare la denominazione di eventi di rilevanza internazionale, si può nascondere ancora l'ideale nazionalistico? Forse esiste tuttora il tentativo, da parte delle autorità nipponiche, di omettere dai libri di testo, rivolti ai giovani studenti, la verità sul loro passato, o addirittura di trasmettere una visione alterata della storia, al fine di riportare in auge lo spirito nazionalista. A prescindere dall’esistenza di un effettivo interesse da parte dell’attuale governo di attuare una politica di revisionismo storico finalizzata alla rivitalizzazione di un sentimento nazionalista, e dalla predisposizione dei cittadini giapponesi ad assorbirla, attraverso questo elaborato si vuole comunque evidenziare la centralità che la politica dell’istruzione continua a rivestire nella trasmissione di ideali di stampo nazionalista.
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Bosello, Lara <1993&gt. « Il Nazionalismo Ucraino ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17092.

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Résumé :
Il tema centrale di questo elaborato è il nazionalismo ucraino. Movimento che, sebbene sia iniziato tra il Medioevo e l’Epoca Moderna, ha preso nel tempo connotazioni diverse, muovendosi da un piano culturale ad uno più politico. Oggi l’Ucraina si trova al centro dell’attenzione geopolitica mondiale, in particolar modo in seguito ai disordini sfociati nel paese tra il 2013 e il 2014. Ma cosa ha provocato questo conflitto? Nella mia indagine ho ricercato le origini di questo paese, l’importanza che esercita a livello internazionale e lo sviluppo del sentimento nazionalista ucraino.
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Contin, Chiara <1996&gt. « Luci ed ombre nell'iconografia della Bharat Mata : la strumentalizzazione nazionalista ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20439.

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Résumé :
La tesi in questione desidera osservare da vicino il protagonismo dell'immaginario nazionalista della Bharat Mata definitosi nel Subcontinente indiano durante il movimento swadeshi quale simbolo d'autoaffermazione identitaria. L'icona femminile del nazionalismo nasce ufficialmente con l'opera del pittore Abanindranath Tagore del 1905 "Bharat Mata" sviluppandosi in un apparato illustrativo alquanto vasto, utilizzato ai fini della promozione della lotta per la causa nazionale. La donna ritratta da Tagore legittima un’estetica androgina, sacrificante, ben lontana, perciò, dai canoni scultorei della classicità. La nota icona del nazionalismo presenta un vocabolario di sottomissione, dato il suo tratto di castità si apre, indubbio, la questione circa la legittimità della rappresentazione e si articola la critica riguardo il modello femminile promulgato, che ben si conforma alla tragica situazione domestica della donna in età moderna. L'ammirazione nei confronti del modello sociale costruito ad hoc si esaltò attraverso la personalità moralista di Sister Nivedita, oggetto di analisi nella trattazione in questione. L'ideale casto e puro creato dal laboratorio intellettuale swadeshi si dimostrò agli antipodi rispetto, ad esempio, alla produzione pittorica di Raja Ravi Varma. Quest'ultimo, durante la sua carriera, dimostrò una piena coscienza della sensualità del corpo femminile. La rappresentazione di Tagore, oltre a non presentare tratti di sinuosità, in tutta la sua spinta nazionalista esaltava esclusivamente l'identità hindu, riducendo l'immensa varietà culturale del Subcontinente ad un'immagine uniforme. Raja Ravi Varma, invece, attraverso la sua opera “Galaxy of Musicians”, testimoniò l'unità nella diversità proponendo un modello femminile più realistico poiché variegato e multiculturale. Nonostante l'opera di Varma fosse più rappresentativa per la sua realtà multiforme, l'artista fu oggetto di pesanti critiche da parte del movimento swadeshi; il pittore venne soprattutto disprezzato per la sua eccessiva voluttuosità, la quale si poneva in contrasto con il moralismo del tempo. All'immagine iconica del 1905 seguono una serie di rappresentazioni che presentano la protagonista del nazionalismo in vesti differenti. Essa, infatti, viene immortalata in una simbolica occupazione territoriale e si presenta in una forma strettamente divina e antropomorfa. La Madre India si articola principalmente in altre due dimensioni: sia in forma animale, Gau Mata, che in forma identitaria linguistica, Matri Bhasha. Nel corso della storia moderna la Bharat Mata si trasformò in un simbolo portante del nazionalismo Hindutva ideato da Vinayak Damodar Savarkar. La Destra strumentalizzerà strategicamente la figura femminile divina creando una concezione esclusivista che rimuoveva dal quadro nazionale la comunità islamica, ritratta come pericolosa minaccia. La Bharat Mata divenne lo strumento per fomentare l'odio verso il nemico invasore, per incoraggiare alla lotta attiva e alla formazione di un modello maschile hindu virile e combattivo. Guardando, perciò, al quadro complessivo della rappresentazione è possibile coglierne l'attitudine discriminatoria e lo stampo prettamente politico.
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Penati, Beatrice. « L’emigrazione nazionalista musulmana dall’ex Impero russo in Europa occidentale, 1919-1939 ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2008. http://hdl.handle.net/11384/86036.

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Battafarano, Dalila. « La tipografia come identità visiva del Galles : un processo storico-culturale di natura nazionalista ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21332/.

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Résumé :
Questo elaborato si propone di offrire una riflessione sulla doppia natura della comunicazione, da un lato verbale-testuale, dall’altro grafico-visiva, attraverso una valutazione sul ruolo e l’essenza della tipografia. Di conseguenza, si è scelto di prendere in esame il caso del Galles, il cui governo ha commissionato un progetto per rilanciare l’immagine del paese nel mondo, investendo dunque in comunicazione visiva per definire e divulgare l’identità nazionale. In un primo momento, l’elaborato espone la storia del Galles, mettendo in luce il sentimento nazionalista della popolazione; sviluppa poi la definizione attorno al concetto di comunicazione; si conclude infine presentando l’esempio gallese, per dimostrare come l’elemento visivo possa effettivamente comunicare tanto quanto l’elemento testuale.
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Levis, Sullam Simon <1974&gt. « La religione della nazione : Mazzini e il nazionalismo come religione politica ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2005. http://hdl.handle.net/10579/737.

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Rusconi, Roberta <1987&gt. « Invenzione della tradizione e nazionalismo giapponese : il caso del Kokka Shintō ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1555.

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Résumé :
Il presente lavoro tratta dell'invenzione della tradizione come di un mezzo, in molti casi, utilizzato per coadiuvare e legittimare il processo di modernizzazione giapponese. La tesi si compone di una breve panoramica sul periodo Meiji in cui vengono analizzati i profondi mutamenti che avrebbero condotto all'ascesa del moderno nazionalismo. Segue un'analisi delle dinamiche in merito all'invenzione della tradizione contestualmente al caso nipponico; elementi del passato, pratiche culturali riadattate e reinterpretate danno vita a tradizioni le cui origini, tutt'altro che remote, risalgono al secolo scorso. Il lavoro da me svolto si concentra sulle tradizioni inventate per fini egemonici, create cioè per asservire la causa nazionale e gli interessi delle élites. In particolare si illustra il fenomeno dello Shinto di Stato, nato con la Restaurazione Meiji e smantellato con la fine della seconda guerra mondiale, un periodo storico caratterizzato dal sostegno senza precedenti di un culto da parte dello Stato. Lo studio delle relazioni tra Religione e Stato permette la comprensione del processo di invenzione della tradizione.
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Pizzato, Fedra Alessandra <1984&gt. « Fossili della nazione : paleontologia, antropologia e nazionalismo in Italia (1871-1915) ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8836.

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Résumé :
L’obiettivo generale della tesi è analizzare i rapporti tra paletnologia e antropologia e il nation building process italiano tra 1871 e 1915. Per fare questo il lavoro si è svolto su due fronti, corrispondenti a due parti della tesi. Una prima parte dedicata alle strategie di autopromozione degli scienziati e alla costruzione di diverse teorie sulle origini nazionali e alle relazioni che intercorrevano tra queste e diverse anime del nazionalismo italiano. I casi di studio analizzati in questa sezione sono in particolare quelli delle figure e delle opere di Giuseppe Sergi e Luigi Pigorini. Una seconda parte della tesi è invece dedicata alla divulgazione di tali idee e ad alcune significative modalità di interazione tra mondo scientifico, società e politica. In questa prospettiva si affrontano alcune questioni relative alla nascita dei musei nazionali e locali; si riflette sul tema dell’associazionismo borghese; si discute il problema del Trentino e della definizione dei confini nazionali dal punto di vista degli scienziati.
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Dotto, Anna <1989&gt. « Stalin, dall’origine georgiana all’incarico di Commissario del popolo per le nazionalità ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5412.

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Résumé :
La presente tesi di laurea è improntata sulla figura di Iosif Vissarionovič Džugašvili, noto alla storia come Stalin, il leader indiscusso dell’URSS e del comunismo mondiale per quasi tre decenni, principale autore delle Grandi Purghe, dell’industrializzazione e della collettivizzazione dell’Unione Sovietica. Lo scopo dell’elaborato è quello di studiare gli anni giovanili di Iosif Vissarionovič in Georgia, una delle province dell’ex Impero russo, per cercare di individuare i fattori che contribuirono a formare una personalità così complessa, forte e, per certi versi, ambigua, e per capire come e se tali fattori abbiano influito sulla sua attività di Commissario del popolo per le nazionalità, incarico che lo portò a trionfare sui suoi avversari nella corsa al potere dopo la morte di Lenin, e a divenire l’indiscusso leader dell’Unione Sovietica. Mentre la maggior parte degli studiosi che si sono dedicati allo studio della personalità caleidoscopica di questa figura ha concentrato il proprio interesse sulla vita e l’attività di Stalin dopo la conquista del potere, l’obiettivo di questa tesi è analizzare ciò che ha preceduto la pienezza del suo potere, focalizzandosi sull’origine georgiana ̶ quindi l’appartenenza ad una delle minoranze linguistiche dell’impero multietnico per eccellenza ̶ e sull’essenzialità della questione nazionale nell’ascesa politica dell’uomo che riuscì a distinguersi come ribelle e rivoluzionario, emergere come maggiore esperto delle minoranze nazionali, e crearsi un’ampia schiera di seguaci fino a governare l’intera Unione Sovietica.
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Schiavon, Irene <1996&gt. « La politica delle nazionalità russa e sovietica : uno sguardo alla Transcaucasia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19391.

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Résumé :
L’elaborato si compone di cinque capitoli, il primo, di carattere storico, analizza il processo che rese lo stato russo un Impero multietnico. Cominciando dalle conquiste russe dei Khanati di Kazan’ e Astrachan’ nel 1552 e 1556, e continuando con l’occupazione della Siberia e della Steppa, e con l’espansione verso ovest del XVIII-XIX secolo, il primo capitolo termina con il crollo dell’Impero nel 1917 e con il dibattito politico tra Lenin e Pjatakov nella politica delle nazionalità. Il secondo capitolo inizia con l’analisi della strategia adottata nei primi anni di vita dell’Unione Sovietica. Tale strategia corrisponde all’”Affirmative Action Empire” di Terry Martin, caratterizzata dall’opposizione allo sciovinismo russo tramite il riconoscimento delle forme di nazionalità locale. Il capitolo procede quindi con lo studio del Report del XII Congresso del Partito Comunista Russo (bolscevico) nel 1923 e termina con un’analisi degli anni stalinisti e della politica della “korenizacija”. I tre capitoli seguenti affrontano il caso della Transcaucasia, più precisamente, il primo è dedicato all’Armenia, il secondo all’Azerbaigian e il terzo alla Georgia. La trattazione dell’esperienza armena comincia con la sua annessione alla Federazione Transcaucasica, continuando con il risveglio nazionale e la guerra del Nagorno-Karabakh, per poi terminare con l’indipendenza armena nel 1991. Il quarto capitolo inizia con la nascita della prima repubblica islamica: la Repubblica Democratica di Azerbaigian (1918). Dopo l’analisi del periodo post-bellico , l’elaborato prosegue con l’annessione dell’Azerbaigian alla Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica, con le prime proteste per l’indipendenza negli anni Ottanta e conclude con la prospettiva azera nella crisi del Nagorno-Karabakh. Infine, l’ultimo capitolo affronta la questione georgiana del 1922 e le minacce separatiste di Ossetia e Abkhazia.
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Livres sur le sujet "NAZIONALISTI"

1

La Nazione dei nazionalisti : Liberalismo, conservatorismo, fascismo. Taranto : Fallone editore, 2020.

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2

L'Ungheria di Orbán : Rigurgiti nazionalisti e derive autoritarie. Roma : Ediesse, 2014.

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3

Ponziani, Luigi. Notabili, combattenti e nazionalisti : L'Abruzzo verso il fascismo. Milano, Italy : F. Angeli, 1988.

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4

Pomoni, Luciano. Il dovere nazionale : I nazionalisti veneziani alla conquista della piazza : 1908-1915. Padova : Il Poligrafo, 1998.

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5

Martelli, Manfredi. Il fascio e la mezza luna : I nazionalisti arabi e la politica di Mussolini. Roma : Settimo sigillo, 2003.

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6

Martelli, Manfredi. Il fascio e la mezza luna : I nazionalisti arabi e la politica di Mussolini. Roma : Settimo sigillo, 2003.

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7

L'Ukraina e il suo fascismo : L'Organizzazione dei Nazionalisti Ukraini dalle origini alla guerra fredda. Roma : Edizioni Settimo sigillo, 2016.

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8

Il fascio e la mezza luna : I nazionalisti arabi e la politica di Mussolini. Roma : Settimo sigillo, 2003.

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9

Gellner, Ernest. Naciones y nacionalismo. 2e éd. Madrid : Alianza, 2008.

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10

Nazionalismo e federalismo. Bologna : Il mulino, 1999.

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Chapitres de livres sur le sujet "NAZIONALISTI"

1

Barucci, Piero. « Nazionalismo economico e problemi della guerra e del dopoguerra ». Dans Studi e saggi, 95–116. Florence : Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-202-7.06.

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Résumé :
The text investigates nationalist thought during the Italian interwar years, tracing the rising of significant issues of economic policy, such as the Labour Chart, the founding of IRI, corporativism and colonial politics. Three economists were especially relevant: Vilfredo Pareto, Maffeo Pantaleoni and Enrico Barone. Anyway, in the field of political economy and law, two other personalities were even more crucial: Alfredo Rocco and Alberto Beneduce, who Mussolini trusted in terms of loyalty and competence. The topic is complex and requires further investigation. The alternate influence of the two during the long government of Mussolini, Rocco first and then Beneduce, is to be carefully considered as one of the main events of the Italian history under the Fascist regime
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2

Imposti, Gabriella Elina. « Guerra e nazionalismo nel futurismo italiano e nel futurismo russo ». Dans Biblioteca di Studi Slavistici, 157–68. Florence : Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-672-9.18.

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Résumé :
This article argues that the traditional picture of Russian Futurists as fiercely opposed to this war does not correspond to reality. We begin by examining the general historical background for Marinetti’s notorious motto “War as the World’s only Hygiene” and identify echoes of this conception in articles that Vladimir Majakovskij published in the autumn of 1914. Nationalistic and panslavic ideas, coupled with anti-German sentiments, characterized the early years of Velimir Chlebnikov’s literary activity; we explore these ideas and Chlebnikov’s gradual passage from this belligerent vision to his utopian project for a world without wars.
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3

Imposti, Gabriella Elina. « Guerra e nazionalismo nel futurismo italiano e nel futurismo russo ». Dans Biblioteca di Studi Slavistici, 157–68. Florence : Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-910-2.18.

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Résumé :
This article argues that the traditional picture of Russian Futurists as fiercely opposed to this war does not correspond to reality. We begin by examining the general historical background for Marinetti’s notorious motto “War as the World’s only Hygiene” and identify echoes of this conception in articles that Vladimir Majakovskij published in the autumn of 1914. Nationalistic and panslavic ideas, coupled with anti-German sentiments, characterized the early years of Velimir Chlebnikov’s literary activity; we explore these ideas and Chlebnikov’s gradual passage from this belligerent vision to his utopian project for a world without wars.
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4

« Modernismo e nazionalismo. » Dans La nascita del modernismo italiano, 67–208. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvb1hsqq.5.

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5

Dewey, John. « XIV. Nazionalismo e internazionalismo ». Dans Filosofia sociale e politica, 199–206. Rosenberg & Sellier, 2017. http://dx.doi.org/10.4000/books.res.964.

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6

Ross, Kristin. « 1. Oltre il «regime cellulare della nazionalità» ». Dans Lusso Comune, 29–55. Rosenberg & Sellier, 2020. http://dx.doi.org/10.4000/books.res.7055.

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