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Rozkrut, Tomasz. « Kanoniczny proces o nieważność małżeństwa : proces sporny czy proces specjalny ? » Prawo Kanoniczne 53, no 3-4 (15 octobre 2010) : 171–83. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2010.53.3-4.08.

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Résumé :
Riflessione sul processo matrimoniale nella Chiesa fa una domanda sulla sua particolare natura. Il nuovo Codice, promulgato il 25 gennaio 1983 da Giovanni Paolo II, in materia del processo matrimoniale per la dichiarazione di nullità ha seguito lo stesso metodo del Codice del 1917. Nella parte speciale „I processi matrimoniali” riunisce in un solo capitolo le norme proprie di questo processo (cann. 1671-1691), mentre le altre prescrizioni, che disciplinano il processo nel suo insieme, si trovano nella parte generale „I giudizi in genere” (cann. 1400-1500) e „Il giudizio contenzioso” (cann. 1501-1655). Il testo oltre analisi della classificazione del processo matrimoniale nel Codice del 1983, fa riferimento alla „Dignitas connubii” a anche per dimostrare la sua particolare natura cita alcuni discorsi di Giovanni Paolo II alla Rota Romana e anche le risposte e le dichiarazioni giudiziali delle parti in processo matrimoniale.
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2

Fabbroni, Roberto. « Teoria del Campo di Consapevolezza Unificata ». Scienze Biofisiche 1, no 1 (mars 2021) : 1–16. http://dx.doi.org/10.48274/ibi7.

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Résumé :
In questo lavoro si intende presentare la Teoria della Consapevolezza Unificata che ha l’intendimento di spiegare i processi di funzionamento legati alla salute di una persona in relazione ai campi di Energia-Informata che lo compongono e le loro interazioni con tutti gli altri campi esistenti in natura. Questo, secondo correlazioni e interconnessioni esistenti in una visione sistemica e unitaria dell’Universo e non solo. In questo contesto si conferma la visione in cui corpo-mente e Spirito sono correlati e che la Consapevolezza è un processo profondo, intimo e fondamentale per la Salute e che non è semplicemente uno stato di coscienza attiva ma è un Ente senziente mediatore tra i campi che compongono l’essere umano in una accezione non-locale e che potremmo anche chiamare Anima.
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3

Ruggiero, Giuseppe, et Maura Ruggiero. « Comporre e ricomporre. La natura musicale della psicoterapia ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2022) : 59–78. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-001005.

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Résumé :
Nel presente contributo gli Autori propongono alcune riflessioni sulla natura musicale della psicoterapia, coerentemente con un modello estetico della clinica relazionale con l'individuo, la coppia e la famiglia. Tale modello mette in evidenza la ricchezza delle qualita ritmiche e musicali della relazione intersoggettiva, accostando lo sviluppo del processo terapeutico alle caratteristiche della musica jazz e al rapporto tra esecuzione e improvvisazione. Una serie di dialoghi tra "un padre e una figlia", ispirati ai celebri metaloghi di batesoniana memoria, arricchiscono i contenuti del testo.
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4

Nowicka, Urszula. « Przyczyny nieusuwalnej i usuwalnej nieważności wyroku w kanonicznym procesie małżeńskim ». Prawo Kanoniczne 51, no 3-4 (10 décembre 2008) : 275–97. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.3-4.14.

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Résumé :
La querela di nullità contro la sentenza è il mezzo particolare del diritto a servizio delle parti nel processo giudiziario. Con essa s’impugna la validità della sentenza, ma non s’impugna la sua giustizia (per questo abbiamo l’appello). Le cause di nullità sono sempre di natura obiettiva e sono giudicate in base a non conservare le condizioni determinate dal diritto. L’attuale Codice di Diritto Canonico e l’istruzione Dignitas connubii distinguono una nullità insanabile ed una sanabile della sentenza. Le cause di primo tipo di nullità, causate da difetti più radicali, sono impossibili di sanatoria e sono definite dal can. 1620 CIC (art. 270 della Istruzione). Le cause di nullità sanabili, spesso di carattere puramente formale, sono determinate dal can. 1622 (art. 272 della Iatruzione). L’analisi consiste nell’applicazione delle norme comprese nelle altre norme del diritto, in considerazione del carattere particolare del processo matrimoniale.
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Alesi, Marianna, et Annamaria Pepi. « L'assessment del profilo motivazionale scolastico ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (février 2013) : 341–59. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-003002.

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Résumé :
La motivazione all'apprendimento scolastico rappresenta un processo di rilevanza cruciale studiato dalla psicologia dello sviluppo e dell'educazione. Una questione ampiamente discussa nella letteratura attuale, riguardante aspetti sia teorici sia empirici, si occupa dei nuovi metodi per valutare le componenti motivazionali. In linea con un'ampia definizione del profilo motivazionale scolastico, articolato in variabili quali autostima, autoefficacia, concezioni personali dell'intelligenza, obiettivi di rendimento per decenni sono stati costruiti numerosi strumenti volti all'analisi di tali dimensioni. A tal proposito la letteratura internazionale evidenzia come la ricerca sulla motivazione abbia sviluppato prevalentemente strumenti self-report. In questo articolo discutiamo i vantaggi e i limiti degli strumenti self-report e di approcci di misurazione di diversa natura quali approcci fenomenologici, neuropsicologici/fisiologici, comportamentali. Va, tuttavia, enfatizzato, che un singolo approccio non puo esprimere la natura multidimensionale della motivazione scolastica di uno studente. Sono, invece, necessari approcci alternativi multimetodo, che integrino i metodi precedentemente menzionati, per ottimizzare l'analisi del profilo motivazionale e incrementare le conoscenze attuali. In sintesi, questi nuovi metodi sollevano questioni critiche relative agli aspetti epistemologici del framework teorico di riferimento.
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6

Cannavò, Michele, Jelena Zeleskov Doric, Alessandro Cereda et Azzurra G.M. Alù. « L'uso delle immagini e della fotografia nella psicoterapia della Gestalt. Neuroestetica, neuroni specchio e risonanza corporea ». QUADERNI DI GESTALT, no 2 (novembre 2021) : 29–43. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-002003.

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La psicoterapia della Gestalt permette l'uso delle immagini e delle fotografie nel processo terapeutico in ragione della sua natura fenomenologica orientata al processo. Le fotografie di-ventano un mezzo che consolida la consapevolezza dei pazienti, facilitando la dinamica figura/sfondo. Questo articolo offre un excursus teorico che spazia tra la fototerapia e la psicoterapia della Gestalt, con riferimento ai capisaldi della epistemologia gestaltica come la consapevolezza, la concentrazione e la presenza ai sensi. Propone altresì una trattazione sulla correlazione tra le recenti ricerche neuroscientifiche sui neuroni specchio, il campo di indagine della neuroestetica, il concetto di conoscenza relazionale estetica e quello di risonanza corporea, come sfondo teorico alla validità dell'uso della fotografia nei processi trasformativi terapeutici. Gli autori concludono con esempi di applicazione del mezzo fotografico nel processo di terapie individuali.
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Ferrari, Franco. « Natura e costrizione nel paragone della caverna ». ΠΗΓΗ/FONS 2, no 1 (14 décembre 2017) : 123. http://dx.doi.org/10.20318/fons.2017.3464.

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Résumé :
Riassunto: Con il mito della caverna, Platone riprende uno dei motivi centrali del VI libro della Repubblica, ossia i pericoli ai quali si espongono le nature filosofiche se alle loro qualità naturali non viene affiancato un corretto percorso educativo. Con la liberazione dei prigionieri dalla caverna Platone rappresenta la volontà di preservare il “filosofo naturale” dai rischi ai quali lo espone il contatto con le dinamiche sociali e politiche della città malata; soltanto la costrizione educativa permette che il processo di liberazione sia interamente positivo.Parole chiave: mito della caverna, natura filosofica, liberazione, educazioneAbstract: With the myth of the cave, Plato resumes one of the central motives of the Book 6 of the Republic, the dangers to which the philosophical nature is exposed, if its qualities are not accompanied by a proper educational pathway. With the liberation of the prisoners from the cave Plato represents the will to preserve the “natural philosopher” from the risks to which he is exposed by contact with the social and political dynamics of the sick city; only the educational constraint allows the liberation process to be entirely positive.Keywords: myth of the cave, philosophical nature, liberation, education
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Marino, Vittoria, et Giada Mainolfi. « Valutazione e analisi del processo di country branding. La percezione del capitale reputazionale dell'Italia nel mercato cinese ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (novembre 2010) : 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004005.

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Il lavoro esplora la relazione tra gli stereotipi legati al paese di origine e le valutazioni dei consumatori relative ai sistemi di offerta estera. La costante evoluzione del- l'impatto del country-of-origin (Coo) richiede un'analisi approfondita che valorizzi la sua natura di indicatore multidimensionale. La ricerca propone un'originale concettualizzazione riferibile alla prospettiva della country reputation al fine di ricostruire e comprendere le dinamiche effettive del fenomeno del Coo. La reputazione rappresenta un criterio interpretativo alla base delle influenze esercitate dal paese di origine sulle decisioni finali prese dai consumatori esteri. Un'indagine sul campo finalizzata alla verifica delle relazioni tra l'Italia, paese di origine, e la Cina, mercato obiettivo, ha testato il modello proposto. Nello studio sono state, inoltre, esaminate le strategie per la creazione di un country brand per il made in Italy.
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Del Prete, Simeone. « Il Comitato di Solidarietà Democratica tra difesa processuale e recupero politico nel processo alla Resistenza. Il caso giudiziario dell'eccidio di Oderzo ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 298 (juin 2022) : 114–43. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298011.

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Résumé :
Il saggio intende proporre una riflessione sul rapporto tra il Pci e gli ex-partigiani processati tra anni Quaranta e Cinquanta per il coinvolgimento in azioni connesse alla lotta di liberazione o in episodi di violenza postbellica. Più nello specifico, l'articolo suggerisce nuove ipotesi interpretative sull'assistenza giudiziaria ed extragiudiziaria garantita dal Pci a questi ultimi nel periodo del centrismo degasperiano. Attraverso un percorso di indagine condotto sui documenti del Comitato di Solidarietà Democratica, l'organizzazione politico-giuridica fondata su impulso del Fronte popolare allo scopo di garantire assistenza ai militanti inquisiti, l'autore riflette sulla natura delle pratiche adottate per il contrasto al "processo alla Resistenza" e sulle questioni politiche che il fenomeno ingener. in seno al partito e all'opposizione socialcomunista. La riflessione, incentrata sulla dimensione nazionale della congiuntura, si avvale del caso di studio del processo celebrato tra il 1950 e il 1957 contro i responsabili dell'"eccidio di Oderzo", l'esecuzione sommaria, avvenuta tra l'aprile e il maggio 1945, di oltre un centinaio di presunti appartenenti alle forze armate della Repubblica sociale italiana.
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Zocchi, Paola. « Natura e patria. I congressi della Società Italiana di Scienze Naturali nel processo di costruzione dell’identità nazionale ». Natural History Sciences 152, no 2 (1 septembre 2011) : 123. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2011.123.

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Résumé :
La Società Italiana di Scienze Naturali (SISN), fondata a Milano nel 1855 prima con il nome di “Società geologica residente in Milano” e poi, dal 22 gennaio 1860, con il nome che la contraddistingue attualmente, ebbe un ruolo attivo nel processo di costruzione dell’identità nazionale all’indomani dell’Unità d’Italia. Prima società naturalistica italiana, essa manifestò questa vocazione soprattutto attraverso i congressi annuali, organizzati tra il 1864 e il 1906 in varie città della Penisola. Le riunioni straordinarie fuori sede avevano finalità ben precise: l’esplorazione geologica e naturalistica del nuovo territorio unificato, in gran parte ancora sconosciuto; la legittimazione della figura del naturalista come scienziato professionista; la divulgazione della scienza come motore di progresso del paese; l’affermazione della SISN come centro di riferimento per tutti i naturalisti italiani. Il presente lavoro propone dunque una lettura della storia della Società dalle origini al 1906 attraverso la lente dei congressi postunitari.
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Barbara, Sibilio Parri. « Uno strumento di gestione del patrimonio culturale : il caso dei siti UNESCO ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (janvier 2012) : 307–33. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002006.

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Résumé :
I siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO sono caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale e/o in localizzazioni urbane di alta qualitŕ. In ognuno di essi gli operatori sono impegnati nella progettazione, prima, e nella realizzazione, poi, di un processo di valorizzazione, processo particolarmente complesso per piů motivi. Per affrontare questa complessitŕ e superare le difficoltŕ che ne derivano puň risultare efficace l'attivazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo. In questa direzione si č mosso il nostro Paese - ma non solo - rendendo obbligatorio, con la legge 77 del 20 febbraio 2006, la redazione del Piano di Gestione il cui obiettivo primario č quello di "garantire l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio". In sostanza, il Piano di gestione č proposto come uno strumento di governo politico ed economico nel medio-lungo termine del sito, strumento che puň agevolare e guidare l'ideazione, la progettazione, l'attuazione e il controllo di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio. Il suo impiego si č tradotto prevalentemente nella programmazione di iniziative culturali di tutela e conservazione affiancate da azioni di valorizzazione, per lo piů a breve termine, con un apprezzabile impatto economico sul territorio. La sensazione che si ricava dall'osservazione della realtŕ č che ancora manca la capacitŕ e la sensibilitŕ di utilizzare il Piano di gestione in modo adeguato: non č stata formulata una pianificazione che coniughi nel lungo termine le tante dimensioni interessate e non č compresa la sua natura di meccanismo operativo. Sembra che la sua redazione sia effettuata soprattutto per adempiere ad un obbligo normativo.
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Villari, Beatrice. « Design e territorio. Cuando l’oggetto progettuale del design e ’il capitale territoriale ». i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 1 (8 mars 2009) : 174–78. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2009.v1i.12753.

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Résumé :
Partendo dal presupposto che il Design può contribuire al processo di sviluppo territoriale, i designer dovrebbero prendere in considerazione i fattori che definiscono sia il territorio che la pratica del design. L'ipotesi è che certe condizioni legate alla società in cui operiamo (società della conoscenza o società della rete) possono influenzare la qualità dei territori e quindi la natura della pratica del design. Dal punto di vista del design, queste condizioni possono influenzare la scelta della disciplina, così come gli approcci e gli strumenti che potrebbero essere applicati. L'autore delineerà un approccio progettuale per lo sviluppo locale che impiega concetti chiave (come reti, asset intangibili, condivisione della conoscenza) e che lavora a diverse scale di progetto: prodotto-servizio, comunicazione e visione strategica.
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Rebon, Julian, et Rodrigo Salgado. « Le imprese recuperate dai lavoratori nella cittŕ di Buenos Aires : un bilancio in prospettiva emancipatoria ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 123 (septembre 2011) : 150–62. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123009.

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Résumé :
L'articolo si interroga sulla capacitŕ di trasformazione sociale in un senso emancipatorio dell'esperienza legata al recupero di imprese da parte dei lavoratori nella Ciudad Autónoma de Buenos Aires. In questo senso, gli autori analizzano diverse dimensioni riferite agli elementi constituenti del processo, cosě come alla natura sociale dell'ordine socio- produttivo emergente.
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Moriconi, Sofia. « L'arroganza del progetto. Interrogazione sulle modalità minori di immaginare futuri ». CRIOS, no 22 (mars 2022) : 80–87. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-022008.

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Résumé :
«Esiste un progetto minore? E se esiste, come è fatto?». Queste le domande al centro del volume di Camillo Boano figlio delle sue riflessioni nei primi mesi della pandemia. Un tempo in cui l'arroganza di un "fare progettuale" determinista e bio-tecno-scientista si è manifestata in tutta la sua violenza, ma anche in tutta la sua vacuità. L'autore del libro si chiede se è possibile praticare una minorità nelle discipline architettoniche ed urbanistiche, senza ritirarsi in altre discipline o contribuendo al disfacimento del progetto stesso. Grazie ad un ampia e disparata varietà di riferimenti, Boano suggerisce di mettere al centro l'incessante divenire del processo generativo piuttosto che il prodotto finale. Derivandole dai lavori di Agamben, Esposito e Mignolo, propone tre declinazioni della minorità: inoperativa, istituente e decoloniale. Questa riflessione si interroga sulla natura del processo generativo suggerito e sull'ampiezza dei margini di un "soggetto progettante".
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Blondel, Jean. « DECISIONI DI GOVERNO E VINCOLI PARTITICI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 2 (août 1989) : 199–222. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012910.

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Résumé :
IntroduzioneFino ad ora, il dibattito sulla natura del processo decisionale interno ai gabinetti di governo è risultato inconcludente. Si è affermato con forza che, almeno in alcuni paesi, i primi ministri sono divenuti l'elemento dominante del processo decisionale e che la collegialità all'interno del gabinetto è ormai un mito; ma l'evidenza portata a sostegno di questa tesi è, nel migliore dei casi alquanto selettiva. Di fatto, presentare il problema in questi termini costituisce una grossa semplificazione poichè numerosi fattori interagiscono: il processo decisionale di gabinetto dipende da variabili come le personalità, il livello relativo di informazione dei ministri, la durata della loro permanenza nel gabinetto, i vincoli delle coalizioni ed anche le tradizioni culturali. Quindi, un approccio realistico a questo problema richiede che si proceda con cautela verso le conclusioni, raccogliendo materiale sulla enorme varietà di situazioni esistenti, classificandole e cercando di valutare l'influenza relativa delle diverse variabili.
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Oropallo, Lorenzo. « Letteratura, arte e conoscenza nel romanticismo. una sintesi ». EPISTEMOLOGIA, no 2 (novembre 2012) : 329–23. http://dx.doi.org/10.3280/epis2012-002011.

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Résumé :
Un'indagine dello stato dei saperi artistici e scientifici nell'etŕ moderna deve necessariamente partire dall'epistemologia del primo romanticismo tedesco. Il sistema filosofico di Kant, infatti, analizza l'ambito di applicazione del pensiero umano, rilevando che l'arte, in quanto oggetto che sfugge all'indagine razionale della natura, non fornisce alcun tipo di conoscenza. Partendo da tale premessa, e dal ruolo che quindi Kant assegna preliminarmente all'arte, relegandola nell'ambito dell'estetica che č intesa come branca filosofica autonoma distinta dall'indagine razionale della scienza, Fichte, Schelling e i primi romantici tedeschi propongono di riconsiderare l'arte come forma di conoscenza piů alta, in quanto non solo prodotto, ma produzione del sapere stesso per il tramite del medesimo processo conoscitivo su cui si fonda la scienza. Ciononostante, proprio a partire dal romanticismo letteratura, arte e scienza vengono definitivamente separate andando a costituire le basi del nostro attuale paradigma conoscitivo.
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Fabbroni, Roberto, Andrea Sassola et Lorenzo Paride Capello. « Psicosomatica, PNEI e PNEIS spiegate attraverso la Teoria del Campo di Consapevolezza Unificato – TCCU ». Scienze Biofisiche 3, no 1 (octobre 2021) : 1–32. http://dx.doi.org/10.48274/ibi11.

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Résumé :
La Teoria del Campo di Consapevolezza Unificato – TCCU, analizza lo stato di Benessere e quello di Malessere attraverso la Consapevolezza che l’essere umano possiede della vita che sta vivendo. Si intende qui spiegare i processi psicologici di funzionamento legati alla salute di una persona in relazione ai campi di Energia-Informata che lo compongono e le loro interazioni con tutti gli altri campi esistenti in natura. Questo, secondo correlazioni e interconnessioni esistenti, di tipo Biofisico e Energetico-Informazionale, ci porterebbero alla conferma in cui lavisione di corpo-mente e Spirito è frutto di interconnessioni, che sono sostanzialmente uniti e sicuramente non separati. In questo contesto diviene rilevante l’acquisizione e l’aumento della personale Consapevolezza che è un processo profondo, intimo e fondamentale per la Salute e che non è semplicemente uno stato di coscienza attiva ma è un Ente senziente mediatore tra i campi che compongono l’essere umano. La Psicosomatica, la PNEI e la PNEI-S, rappresentano tre percorsi dello stato di benessere/malessere di una persona che vanno a sovrapporsi tra di loro in un processo evolutivo di analisi dello stato d’essere che inizia con la Psicosomatica ed evolve in PNEI e in ultima battuta in PNEI- S come vedremo. La Teoria del Campo di Consapevolezza Unificato rappresenta una evoluzione/integrazione di questi tre percorsi.
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Roversi, Corrado. « Sul mimetismo istituzionale ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (juillet 2012) : 35–51. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002002.

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In questo articolo viene affrontato il problema del processo di costruzione istituzionale tramite regole dal punto di vista dell'ontologia sociale e, dunque, facendo riferimento al concetto di "regola costitutiva". Si mostra qui, in primo luogo, come le regole costitutive di istituzioni siano soggette ad almeno tre tipi di limiti: ontologici, strutturali e pragmatici. Si analizza poi un quarto tipo di limiti finora non discussi in letteratura, denominati "mimetici", e piů in generale si discute il fenomeno del "mimetismo istituzionale", per il quale una istitu- zione puň essere costruita "imitando" o rappresentando una realtŕ preistituzionale di natura sociale o naturale. Si conclude cercando di mostrare la rilevanza che il concetto di mimetismo istituzionale puň avere per la filosofia, la sociologia e la storia del diritto.
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Garosi, Linda. « Considerazioni sulla traduzione come processo di adattamento : il caso del volgarizzamento dei Fiori e vita di filosafi e d’altri savi e d’imperadori ». Revista de Filología Románica 39 (3 novembre 2022) : 45–53. http://dx.doi.org/10.5209/rfrm.81701.

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Il presente lavoro prende le mosse dalla riflessione sulla natura e le caratteristiche della traduzione medievale, dal latino al toscano, nel caso dell’opera Fiori di filosafi, per poi avvicinarsi all’esame della configurazione sia dei singoli testi raccolti nella silloge sia dell’insieme unitario formato da florilegi di sentenze e da biografie esemplari. La ricognizione sulla raccolta intende infatti mettere in evidenza le spie di un processo di adattamento del modello mediolatino e del sapere classico piegato sulle coordinate storico-culturali del nuovo contesto laico e cittadino. Per concludere, si cercherà di trovare riscontro di quanto emerso dall’indagine testuale rivolgendo lo sguardo al contesto letterario di appartenenza dei Fiori di filosafi formato da alcune opere volgari in prosa di cui, in area toscana, questi sono parzialemente fonte.
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Rozkrut, Tomasz. « Dialog sędziego z biegłym w kanonicznym procesie małżeńskim ». Prawo Kanoniczne 54, no 1-2 (10 juin 2011) : 161–74. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2011.54.1-2.07.

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Il testo spiega il ruolo del perito nel processo canonico, in modo specifico nelle cause di nullità di matrimonio per difetto di consenso e il suo rapporto con il giudice, tenendo conto della distinzione dei rispettivi ruoli. Il perito ha il compito di illuminare il giudice circa la natura e la gravità della malattia o anomalia del coniuge di cui si tratta. Egli deve fornire al giudice le conseguenze concrete dello stato psichico del soggetto. La prova peritale è tutta in funzione di illuminare il giudice per consolidare i mezzi di prova già acquisiti e pervenire alla certezza morale.
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Riberti, Anna. « II Contratto di Arbitrato ». Revista Brasileira de Arbitragem 5, Issue 18 (1 mai 2008) : 123–53. http://dx.doi.org/10.54648/rba2008033.

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Résumé :
RIASSUNTO: L'articolo è volto ad esaminare lo status degli arbitri e la natura giuridica del rapporto che, nel processo arbitrale, si instaura tra i compromettenti e il l'organo giudicante: la questione è stata oggetto di accesi dibattiti, ma nessun ordinamento ha finora espressamente adottato una soluzione. Nondimeno, la determinazione della vera natura di tale vincolo consente un regolare svolgimento del procedimento, evitando il sorgere di situazioni anomale. Esso si inserisce nell'ambito di un proce­dimento che presenta natura ibrida, con fonte contrattuale ma oggetto giudiziale. Le riforme che dal 1983 si sono susseguite fino al D. Lgs. 4/2006 mettono in luce il mutato atteggiamento del legislatore, che, da istituto di carattere privatistico, ha reso l'arbitrato uno strumento modellato sul giudizio ordinario, ma a questo autonomo ed alternativo. Invero, da un'attenta analisi delle norme che regolano il rapporto tra le parti e gli arbitri, emerge come la fattispecie rilevi a figura contrattuale autonoma - precisamente "contratto di arbitrato" - escludendo la ricon­ducibilità della stessa sia a negozi tipici (quali il mandato, la prestazione d'opera, la transazione o un negotium mixtum tra questi), sia ad un rapporto di matrice pubblicistica. Uno sguardo all'esperienza di altri ordinamenti conferma il cambiamento nella "filosofia" dell'istituto, che non è più ancillare rispetto alla giu­stizia ordinaria, ma configura l'arbitro quale giudice dei privati nel campo dei diritti disponibili. Peculiare è, infine, l'arbitrato c.d. amministrato, dove la presenza di una Corte arbitrale volta a controllare il procedimento, determina il sorgere di rapporti giuridici trilaterali tra le parti, l'istituzione arbitrale e l'arbitro da questa designato.
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Longo, Mario. « Il corso della storia come graduale "emancipazione" della ragione dal "grembo materno" della natura : L'alternativa kantiana a herder ». Trans/Form/Ação 37, no 3 (décembre 2014) : 143–58. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-31732014000300012.

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L'immagine del "grembo materno della natura" da cui la ragione umana si deve emancipare per guadagnare la libertà è usata da Kant in uno scritto polemico contro Herder, Mutmasslicher Anfang der Menschengeschichte (1786), che può essere considerato una risposta al libro decimo delle Ideen zur Philosophie der Geschichte der Menschheit, uscito nel 1785. Seguendo il racconto biblico, anche Kant pone la prima coppia umana in un "giardino", un luogo sicuro e ben fornito di alimenti; ma il vero inizio della storia è fatto consistere nella rottura di questo equilibrio ad opera della ragione che gradualmente si è sottratta alla tutela della natura, imparando un po' alla volta a dominarla. Kant dichiara di condividere l'ideale rousseauiano di una cultura che non neghi la natura dell'uomo ma la promuova in quella che dovrà diventare la sua condizione fondamentale di esistenza, che è la libertà. Pone tuttavia questo ideale come termine finale del processo storico, non come condizione da recuperare nella sua purezza iniziale, ritornando alle origini, come invece appariva nella visione della storia proposta da Herder, che avrebbe su questo punto frainteso il pensiero di Rousseau.
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Riverso, Roberto. « Le statuizioni civili della sentenza Thyssen ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 2 (juin 2012) : 167–76. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-002005.

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Résumé :
La parte della sentenza Thyssen dedicata al risarcimento delle parti civili risulta conforme alla piů evoluta giurisprudenza in materia di danni e legittimazione degli enti collettivi; essa appare comunque di notevole importanza segnando un punto di non ritorno nelle istanze risarcitorie in materia di sicurezza sul lavoro. Pur non potendosi discutere del risarcimento dei danni alle vittime e ai loro familiari piů diretti, liquidati prima dell'apertura del dibattimento, la drammaticitŕ dei fatti oggetto del giudizio č comunque penetrata in tutta la sua entitŕ e sotto diversi importanti profili, anche nelle statuizioni civili. Grazie alla presenza di ben 52 parti civili di diversa origine e natura (enti territoriali, associazioni, lavoratori, familiari) sono confluite nel processo autentiche istanze democratiche e partecipative; e sentimenti di natura collettiva; che hanno contribuito a rendere piů visibile la ferita inferta sul tessuto sociale e civile di una popolazione intrisa, per risalente tradizione storica, di cultura industriale e sindacale; oltre che a dare rappresentanza piů vera alla cognizione del dolore collettivo prodotto sulla comunitŕ interessata. Anche nella liquidazione del danno i giudici hanno operato con realismo e congruitŕ, discostandosi da logiche puramente tabellari e modulando i risarcimenti in modo affatto simbolico, in funzione del criterio guida attribuito alla gravita degli eventi.
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Bonfantini, Bertrando. « Gli scarti possibili e necessari : il Rue come progetto strategico ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 70–75. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057009.

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Résumé :
Il Regolamento urbanistico edilizio non č il luogo della regola banale, ma concorre alla costruzione del progetto strategico per la cittŕ. La sua natura ‘statutaria' lo rende particolarmente sensibile alla consuetudine localmente radicata, e questo crea una tensione tra inerzia ed innovazione in un processo dagli esiti incerti, ben oltre la mera approvazione formale. L'articolo propone quattro passaggi: evidenzia il ruolo di snodo assunto dal Rue in rapporto al Psc e al Poc, ma soprattutto con i regolamenti di settore e complementi normativi di cui tenta il coordinamento; sottolinea come il Rue configuri un ‘palinsesto', nel complesso equilibrio tra regole che restano e regole nuove; si sofferma sui principali scostamenti che marcano lo scarto rispetto al passato; sostiene l'urgenza di una rinnovata efficacia del regolamento anche a costo di una temporanea minore efficienza.
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Colombetti, Elena. « La maternità biotech e il discorso mancante ». Medicina e Morale 71, no 4 (22 décembre 2022) : 447–57. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1220.

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Résumé :
L’approdo alla questione della surrogacy è l’esito di un processo culturale e tecnico che ha anche portato a guardare alle tecnoscienze come uno strumento privilegiato di liberazione della donna, rompendo quella che era vista come un’alleanza per lei oppressiva tra natura e cultura. In particolare, la liberazione dalla maternità, inteso dal femminismo radicale come una condanna, si è trasformata in quella che appare come una liberazione della maternità, inserendola nella dimensione controllata del progetto. In queste pagine ci si propone di affrontare la questione della surrogacy proprio dalla prospettiva della donna, saggiando la veridicità di tale lettura del binomio tecnologie-liberazione. Lo faremo a partire da alcune letture femministe che danno voce filosofica, non semplicemente testimoniale, all’esperienza vissuta o comunque possibile della gravidanza, e che mettono a tema l’esprimibilità e l’oblio della genealogia materna.
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Todesco, Fabio. « Messina e la sua cinta murata dopo l'unitŕ d'Italia ». STORIA URBANA, no 136 (mars 2013) : 197–223. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136007.

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Résumé :
Gli studi sul complesso sistema di fortificazioni di Messina hanno per lo piů indagato gli aspetti legati alla storia delle opere di difesa e strategia militare in etŕ preunitaria. Meno indagate, invece, sono le vicende che riguardano la fase di dismissione di tali strutture dopo l'Unitŕ, inizialmente suggerita, come in molti altri casi, da ragioni ideologiche, ma concretamente incoraggiata, in un secondo tempo, da fattori socioeconomici, demografici e, non ultimi, utilitaristici. All'indomani della presa della Cittadella da parte dei garibaldini, si avviň un dibattito incentrato sulla demolizione dell'ingombrante opera pentagonale edificata a seguito della rivolta antispagnola dal Grunenbergh, della cinta muraria e del sistema dei forti sulle colline che delimitavano la cittŕ considerati simboli dell'oppressione straniera. Di altra natura, tuttavia, furono i provvedimenti che determinarono il destino delle fortificazioni messinesi. Il radicale e traumatico mutamento del sistema economico della cittŕ - che vide esaurirsi in meno di un secolo il suo antico ruolo industriale e mercantile, con una significativa perdita di importanza del suo porto - e la lunga serie di catastrofi che ne hanno pesantemente condizionato l'andamento demografico e l'impianto urbanistico, nonché il susseguirsi di amministrazioni civiche poco lungimiranti, č alla base del caotico processo di dismissione di tali strutture. Il saggio indaga le ragioni e gli esiti di tale processo, addentrandosi nel controverso dibattito che, dal 1860 e attraverso le numerose cesure dettate dalle scelte economiche e dalle catastrofi naturali, vide coinvolte amministrazioni locali e governo centrale, tecnici e cittadinanza.
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Rosa Stornaiuolo. « L' orizzonte di senso del Sistema Integrato “zerosei” : una sfida educativa e sociale ». IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 225–35. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.189.

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Résumé :
Le Linee Pedagogiche per il sistema integrato “zerosei”, nell’innescare un doveroso processo di attenzione all’infanzia, delineano un orizzonte educativo per la presa in carico pedagogica del bambino da 0 a 6 anni, così come declinato nel D.lgs. 65/2017, attraverso la costruzione di un vero e proprio sistema integrato, valorizzando e sostenendo servizi educativi e scuole dell’infanzia per tutti, in grado di soddisfare i nuovi bisogni, di essere luoghi di benessere, di promozione di uguaglianza educativa, di integrazione socio-culturale. Si suddividono in sei sezioni di cui la prima e la sesta si caratterizzano per un taglio più istituzionale mentre il cuore del documento è sicuramente di natura pedagogica. In questo contributo vengono analizzate le sei sezioni succitate, nelle loro implicazioni soprattutto di carattere pedagogico.
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Patriarca, Chiara, Giulia Massini, Luciano Mentuccia, Alessandro Pannicelli et Antonella Signorini. « Produzione biologica di idrogeno da scarti agroalimentari e zootecnici : ruolo della codigestione ». RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no 2 (février 2013) : 33–48. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-su2004.

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Résumé :
In una prospettiva di produzione energetica il piů possibile diversificata e distribuita il biofueling rappresenta oggi un interessante opportunitŕ. In questo ambito lo sviluppo di tecnologie volte alla produzione biologica di idrogeno attraverso l'utilizzo di rifiuti provenienti da industrie zootecniche e agroalimentari raggiunge il duplice obiettivo di produrre energia pulita e di ridurre gli impatti ambientali derivanti dallo smaltimento dei rifiuti stessi. L'idrogeno, per la sua elevata efficienza di conversione, rinnovabilitŕ e natura non inquinante č considerato il vettore energetico del futuro. Lo scopo del presente lavoro č quello di studiare il processo di produzione d'idrogeno potenziale dal solo letame e in codigestione con scotta e glicerolo. La produzione biologica di idrogeno č stata studiata in reattori batch sottoposti ad agitazione e mantenuti a 37°C. Un primo set di esperimenti č stato condotto per valutare gli effetti della sterilizzazione sulle rese di produzione di idrogeno. I risultati hanno mostrato che il processo di sterilizzazione delle biomasse incrementa fino a tre volte la produttivitŕ. Un secondo set di esperimenti č stato allestito per migliorare la produzione di idrogeno da letame tramite codigestione con scotta e glicerolo in differenti rapporti percentuali. I risultati hanno mostrato che la codigestione incrementa la resa dal 24% al 78%.
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Galli, Pier Francesco, et Alberto Merini. « Tracce. Preconscio e creatività ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (décembre 2021) : 643–52. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-004006.

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Résumé :
Viene ripubblicata la introduzione di Pier Francesco Galli al libro Preconscio e creatività (Torino: Einaudi, 1999), che contiene sette scritti sul tema che datano dal 1939 al 1979: una relazione letta da David Rapaport il 10 giugno 1942 alla Menninger Foundation (inserita nella raccolta Il modello concettuale della psicoanalisi. Scritti 1942-1960, pubblicata a cura di Merton M. Gill nel 1967 e tradotta in italiano nel 1977 con una nota introduttiva di Enzo Codignola e Pier Francesco Galli e a cura di Marianna Bolko ed Enzo Codignola), tre articoli di Ernst Kris (due rispettivamente del 1939 e del 1949, poi inclusi nella raccolta del 1952 Ricerche psicoanalitiche sull'arte con la prefazione di Ernst H. Gombrich e tradotta da Elvio Fachinelli, e uno del 1956 che farà parte del volume Gli scritti di psicoanalisi, pubblicato nel 1975), e tre articoli di Peter B. Neubauer, Harold P. Blum e Pinchas Noy rispettivamente del 1978, del 1979 e del 1976. Tra le altre cose, viene sottolineata la complessità del concetto di insight, che può avere diversi significati ed è stato indagato da numerosi studiosi, anche esterni alla psicoanalisi, i quali hanno prodotto diversi studi a volte isolati che poi hanno contribuito alla costruzione delle conoscenze psicoanalitiche, un processo per sua natura interminabile.
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Broccolini, Alessandra, et Katia Ballacchino. « La zuppa, il fuoco e il lago. Cibo e identitŕ intorno al lago di Bolsena ». CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no 6 (juin 2010) : 102–33. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006007.

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Résumé :
Il saggio prende spunto da un lavoro di ricerca e documentazione relativo ai beni demoetnoantropologici immateriali promosso dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero per i Beni e le Attivitŕ Culturali, che č stato condotto sui saperi e le pratiche alimentari nell'area del lago di Bolsena (provincia di Viterbo). In particolare il saggio analizza il ruolo che occupa un piatto tradizionale dell'alimentazione lacustre denominato sbroscia - una zuppa di pesci di lago - nella definizione dell'identitŕ locale entro pratiche e saperi della contemporaneitŕ. Questo piatto che, a causa di un sapore denso e di una natura poco adatta ai palati turistici non si č trasformato in prodotto commerciale, rappresenta per molti aspetti un elemento narrativo e uno strumento catalizzatore di sentimenti di appartenenza al lago, grazie alla sua origine mitica e arcaica, al suo rapporto intimo e solido con l'ambiente naturale lacustre e con la cultura locale della pesca tradizionale, di natura prettamente maschile. La riflessione antropologica proposta vuole riflettere sulle problematiche insite nei processi di patrimonializzazione della cultura immateriale locale prodotti dalle pratiche ministeriali di catalogazione (attraverso la scheda BDI), che a fatica riescono a restituire la complessitŕ del rapporto cibo/identitŕ in quello che viene da piů parti definito il lago "che si beve", proprio per l'uso alimentare delle acque lacustri che si faceva e che si fa ancora nella preparazione locale della sbroscia. Sono proprio le acque del lago, infatti, insieme ad un uso tutto maschile del fuoco "non domestico" e all'utilizzo del "pignatto" per cucinare la sbroscia che rendono la preparazione e la consumazione di questo piatto un rito significativo sul piano simbolico per i pescatori che vivono questo territorio. Persino l'abitudine di mangiare la sbroscia con le mani entra nel confine identitario, nella memoria narrativa dei pescatori che si rifanno ad un passato premoderno. Nell'uso quotidiano contemporaneo della sbroscia si rileva il suo rapporto opaco con altri luoghi del consumo alimentare: i paesi lontani dal lago, le sagre e i ristoranti del luogo, confermando la sua forte caratteristica di piatto "intimo" e non commerciale, privato, selettivo e di retroscena. In che modo quindi, questo cosě complesso bene effimero, in bilico tra materiale e immateriale, si puň inserire in un processo di valorizzazione del territorio e delle comunitŕ locali legato al loro sviluppo sostenibile? A questo e ad altri interrogativi relativi al patrimonio etnografico, tenta di rispondere il saggio in questione.
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Masola, V., S. Granata, M. Proglio, G. Gambaro, A. Lupo et G. Zaza. « Eparanasi : un nuovo biomarker di fibrosi e un potenziale target farmacologico per ridurre la progressione del danno renale cronico ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 2 (26 janvier 2018) : 10–15. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1131.

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Il trattamento poli-farmacologico ha determinato, nel corso degli anni, un significativo rallentamento della progressione della malattia renale cronica verso lo stadio di uremia terminale, ma siamo ancora distanti dallo sviluppo di interventi terapeutici in grado di bloccare questo inesorabile e irreversibile processo. Studi clinico-patologici hanno chiaramente dimostrato che il principale elemento coinvolto nel danno renale è la fibrosi tubulo-interstiziale e che il meccanismo patogenetico alla base di questa condizione ha inizio in larga parte nel compartimento tubulare. In particolare, il processo di transizione epitelio-mesenchimale gioca un ruolo importante nella genesi del danno cronico. Durante questo processo, le cellule epiteliali tubulari subiscono un incremento significativo di markers di superficie di natura mesenchimale e, grazie al rimodellamento del citoscheletro e alla degradazione della membrana basale, sono in grado di migrare nell'interstizio dove svolgono un ruolo chiave nel processo patogenetico. In questo contesto, sembra avere un ruolo chiave l'enzima eparanasi, una endo-β-D-glucuronidasi che taglia le catene dell'eparan-solfato a livello di siti specifici intracatena, e partecipa attivamente alla degradazione e al rimodellamento della matrice extracellulare. La degradazione dei vari costituenti dell'ECM, inclusi i proteoglicani eparan-solfato fa-vorisce il rilascio di fattori trofici quali il FGF-2 che induce l'espressione dei marcatori mesenchimali alfa-SMA, VIM e FN, porta alla degradazione della membrana basale mediante la secrezione di metalloproteinasi della matrice ed aumenta la motilità cellulare. L'epressione dell'eparanasi è regolata da fattori di trascrizione, dalla metilazione del DNA e da varie molecole endogene. L'importanza di questo enzima è stata confermata clinicamente dal riscontro di una sua iperespressione in preparati istologici di biopsie effettuate in soggetti affetti da nefropatie croniche (per esempio, nefropatia diabetica). Pertanto visto l'importante ruolo dell'eparanasi sono in fase di standardizzazione numerose strategie per inibire la sua espressione genica e/o la sua attività enzimatica. Infine, è stato proposto il suo possibile utilizzo come biomarker di progressione del danno tubulo-interstiziale da utilizzare routinariamente in ambito nefrologico.
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Lima Bianchi, Patrícia Nunes, et Lino Rampazzo. « LA LEGITTIMITÀ DELL’ADEGUATEZZA DEGLI APPALTI PUBBLICI A NUOVI PARAMETRI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ». Novos Estudos Jurí­dicos 25, no 3 (31 décembre 2020) : 595–617. http://dx.doi.org/10.14210/nej.v25n3.p595-617.

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Résumé :
L’obiettivo di questo articolo è dimostrare la legittimità dell’adeguatezza degli appalti della Pubblica Amministrazione ai nuovi parametri di sostenibilità. Lo scopo è quello di evidenziare la natura dello sviluppo sostenibile, sulla base dell’analisi di una sentenza emessa dalla Corte dei Conti dell’Unione. Si conclude, in questo studio, che gli appalti pubblici hanno un ruolo di primo piano nel raggiungimento degli obiettivi costituzionali del benessere e dello sviluppo, fungendo da veicolo per la promozione dello sviluppo sostenibile, attraverso il potere d’acquisto dello stato, che incoraggia comportamenti e modifica abitudini all’interno del mercato. In questo contesto, lo sviluppo non deve essere inteso come una mera crescita economica, ma come un processo continuo per migliorare il benessere della collettività, anche se più costoso dal punto di vista economico, risultando in un’efficace espansione delle libertà e delle capacità umane. Per lo sviluppo di questo studio, si è fatto ricorso al metodo induttivo, con procedimento monografico, attraverso unaricerca bibliografica e documentale.
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Gardon, Michela. « La valutazione della recuperabilità delle competenze genitoriali ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (avril 2022) : 87–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-001006.

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Résumé :
Il presente articolo offre una riflessione sulla presa in carico delle famiglie, nei servizi di tutela minori, all'interno del processo di intervento. Più specificatamente, intende approfondire la fase della valutazione della recuperabilità delle competenze genitoriali, con l'intento di offrire indicazioni e stimolare un confronto circa l'intervento psicologico più appropriato. L'intervento di natura valutativa costituisce, infatti, una fase che segue la protezione del mi-nore e anticipa il progetto per il minore. L'articolo, attraverso la descrizione di esperienze cliniche concrete, offre indicazioni circa la gestione dei possibili percorsi valutativi e evidenzia l'importanza di: considerare il contesto in cui si opera; focalizzare l'attenzione sulla specifica richiesta inerente la fase valutativa dell'intervento che ha la funzione di orientare il lavoro; individuare gli strumenti appropriati per il lavoro psicologico.
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Oppedisano, Francesca Rachele. « Rudolf Steiner. » Mnemosyne, no 7 (15 octobre 2018) : 10. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i7.13833.

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Résumé :
Il filosofo austroungarico Rudolf Steiner (Kraljevec 1861- Dornach 1925) tra il 1882 e il 1897 è chiamato a curare la pubblicazione degli scritti scientifici di Wolfgang Goethe per la Deutsche National-Literatur. Lo studio delle opere di Goethe si offre alla sensibilità di Steiner come il principio di una nuova e moderna visione del mondo in cui filosofia, scienza e arte si possono efficacemente integrare nel processo conoscitivo. Goethe rappresenta per Steiner l’artista che ha sentito la necessità di passare dall’attività poetica allo studio scientifico per scoprire che « l’arte è una delle rivelazioni della legge primordiale del mondo; la scienza l’altra ». Da qui ne deriva per Steiner l’elaborazione di un sapere che pensa la natura come teorema e l’arte come problema.
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Guidi, Andrea. « Armi proprie” e machiavellismo militare : con alcune note sul concetto di “autore” nella trattatistica del Cinquecento ». Las Torres de Lucca. International Journal of Political Philosophy 11, no 2 (13 juin 2022) : 285–95. http://dx.doi.org/10.5209/ltdl.80659.

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Résumé :
La circolazione dell’Arte della guerra di Machiavelli ha dato un fondamentale contributo allo sviluppo della cultura militare europea in volgare del Cinquecento. Questo saggio analizza alcuni specifici aspetti della ricezione di quest’opera nella produzione scrittoria militare del tempo e in particolare si concentra su quegli elementi di pensiero legati al tema delle “armi proprie” fortemente propagandato dal libro machiavelliano. A questo proposito, si è qui deliberatamente scelto di offrire l’esempio di due opere diverse per natura ideologica e altezza cronologica: l’una risalente alla prima metà del Cinquecento, l’altra originatasi nell’ambito delle guerre di religione e della diaspora dei protestanti francesi in area elvetica. Si tratta, in effetti, di due libri che permettono di comprendere sfumature poco note del processo di riuso di certi concetti machiavelliani che all’epoca potevano essere considerati politicamente controversi. Al tempo stesso, le due opere sono capaci di far risaltare le difficoltà che emergono ogni volta che si prova ad applicare il moderno concetto di autore a testi nati in un contesto caratterizzato da un continuo riutilizzo e dalla rielaborazione di temi ed elementi ascrivibili a una lunga e articolata tradizione di scrittura militare che si sviluppò lungo il corso del secolo, la quale, tuttavia, aveva trovato un momento di passaggio cruciale nel contributo di Machiavelli
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Fadda, Sebastiano. « Le istituzioni economiche : chiave per comprendere e per superare la crisi ». ARGOMENTI, no 30 (mars 2011) : 23–38. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030002.

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Résumé :
L'articolo richiama la necessitŕ di utilizzare le categorie della "economia istituzionale" per capire meglio le radici dell'attuale crisi e per individuare le misure piů appropriate per il suo superamento. Questo approccio viene applicato con riferimento a tre campi: la natura della crisi, la debolezza della struttura produttiva italiana e il problema dello sviluppo economico del Mezzogiorno. Con riferimento al primo balzano in evidenza gli aspetti della regolamentazione dei mercati finanziari e delle variabili distributive. Con riferimento al secondo emerge l'importanza dell'estensione della concorrenza, dell'innovazione, dell'accumulazione del capitale umano, delle infrastrutture materiali e immateriali, degli assetti fiscali e distributivi, della flessibilitŕ congiunta con la sicurezza nel mercato del lavoro. Con riferimento al terzo, viene messo in evidenza il fatto che il problema dello sviluppo del Mezzogiorno sia principalmente un problema di "sviluppo istituzionale", a causa della presenza di modelli di comportamento degli agenti economici incompatibili con il funzionamento di una efficiente attivitŕ produttiva. Infine vengono proposte alcune considerazioni sul processo del cambiamento istituzionale, indicando l'importanza del progresso tecnologico, delle relazioni di potere e dei "valori".
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Possanzini, Davide. « Elezioni e partiti nella Serbia post-comunista (1990-2004) ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, no 2 (31 décembre 2006) : 69–124. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12705.

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La scarsa attenzione prestata dalla letteratura politologica alla complessa ricostruzione democratica della Repubblica Serba fornisce valide motivazioni al presente saggio che intende affrontare le problematiche insite ad un processo di transizione ancora in atto. Gli stravolgimenti politici occorsi negli ultimi anni non hanno agevolato il consolidamento di questa giovane democrazia, comunque meritevole di una prima lettura interpretativa, per quanto prematura essa possa apparire. La mutevole natura del sistema politico serbo ha compromesso la trasformazione democratica guidata dalla vecchia elite comunista consentendo, però, l’instaurazione di un’effettiva democrazia elettorale da parte dell’opposizione politica, oggi meno esposta ai richiami autoritari. Nello specifico, questo studio prende in esame lo sviluppo del sistema elettorale e partitico serbo dal crollo del regime comunista ai giorni nostri, soffermandosi sul processo d’involuzione subito dal regime pseudo-democratico serbo alla fine degli anni novanta. A tal proposito, sono stati presi in considerazione tutti i provvedimenti costituzionali e gli strumenti di ingegneria elettorale adottati ed escogitati dal Partito Socialista per garantirsi una prolungata supremazia politica. L’utilizzo di grafici e di indici statistici ha consentito la ricostruzione dello schema evolutivo dei partiti e la simulazione di un suo diverso sviluppo a differenti condizioni aggregative. La proiezione cartografica dei risultati elettorali registrati nei singoli comuni (qui ridimensionata per ovvi limiti di spazio) è servita a semplificare la lettura del panorama politico scaturito da ogni consultazione. Sebbene recenti studi abbiano contribuito ad individuare nuove fratture partitiche nel corso delle transizioni democratiche avviate in Europa orientale, la sistematizzazione dei dati empirici serbi ha messo in risalto alcuni degli storici cleavages partitici utilizzati da Rokkan per spiegare la formazione degli Stati-nazione occidentali. Per quanto la frattura nazionalistica risulti esplicativa dello sviluppo partitico serbo, essa sembra rivestire un ruolo secondario ed apparente, di causa accidentale adottando le parole di Weber, in quanto determinato dalla strategia diversiva del Partito Socialista. Dal raffronto dei dati elettorali con il loro contesto geografico è emerso, infatti, un perenne conflitto tra centro/periferia e città/campagna come causazione adeguata all’evoluzione partitica in senso nazionalistico.
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Silvestri, Maura. « Il disturbo di conversione ieri e oggi : evoluzioni teoricocliniche di un "simbolo" psicoanalitico ». RICERCA PSICOANALITICA, no 3 (octobre 2011) : 95–111. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003008.

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L'Autrice descrive le evoluzioni teorico-cliniche dei disturbi di conversione, assumendole come "simbolo" di un più ampio discorso che indirettamente permette di illuminare le profonde modificazioni intervenute negli ultimi anni nello sviluppo della nostra disciplina. Partendo dalle prime formulazioni di Freud, che si configurano come primo serio tentativo di spiegare "il misterioso salto dal mentale al fisico", l'autrice affronta poi il problema dell'inquadramento nosografico in ambito psicoanalitico e psichiatrico del processo "conversivo" con le relative aree di confusione terminologica che ancora oggi accompagnano l'uso di termini quali . L'excursus storico si conclude con uno sguardo sul modo di concettualizzare i disturbi di conversione negli attuali orizzonti psicoanalitici, con particolare attenzione per la teoria del codice multiplo e per le profonde implicazioni del modello proposto dalla Bucci. La natura "enigmatica" e "densa" della tematica affrontata offre infine l'opportunità per una riflessione più generale sui cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni nel modo stesso di approcciarsi all'antica e controversa problematica mente-corpo, e in particolare sulla tendenza attuale a superare la vecchia dicotomia e a considerarla, partendo da un vertice di osservazione sistemico, in un'ottica unitaria di mutua influenza circolare.
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Costa, Lucio. « Towards a Lexically Oriented Automatic Parsing ». Lingvisticæ Investigationes. International Journal of Linguistics and Language Resources 15, no 1 (1 janvier 1991) : 1–40. http://dx.doi.org/10.1075/li.15.1.02cos.

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RIASSUNTO La ricerca sul linguaggio naturale condotta in Intelligenza Artificiale si è sviluppata, malgrado le apparenze, in modo alquanto indipendente dal la-voro dei linguisti. Da un lato sono stati elaborati modelli computazionali delle facoltà di lunguaggio che si configurano come largamente autonomi rispetto a quelli sviluppati in linguistica. D'altro lato, l'implementazione dei sistemi è stata influenzata da soluzioni pragmatiche connesse all'efficacia computazionale delle regole indipendenti dal contesto, alla necessità di evitare componenti trasformazionali inversi e ad una concezione rappresenta-zionale del significato. Il presente articolo propone l'interesse dei lavori lin-guistici di Z. S. Harris e M. Gross ai fini dello sviluppo di un'analisi sintat-tica automatica che sia a controllo diffuso e incentrata sul comportamento idiosincratico delle unità lessicali. Essa è anche inquadrata nel tentativo di gettare luce sulla natura del processo denotazionale. SUMMARY In spite of the claim on the interactions between artificial intelligence (AI) and linguistics, AI research on natural language has developed independently from the work of linguists. On one hand, computational models of the faculties of language which are independent from the models developed in linguistics have been worked out. On the other hand, the AI system design has been oriented towards practical solutions, whose main motivations where to use context-free rules, to avoid an inverse transformational component, and to represent meanings by some data structures. This paper is about the linguistic works of Z.S. Harris and M. Gross to develop automatic distributed control parsing which takes seriously into account the indiosyncratic behaviour of the lexical items. The general framework for the discussion is the procedural nature of the denotational process.
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Luisa Miscioscia, Carla, et Maria Caterina Pugliese. « Prevenire le crisi adottive : esperienze di gruppo per adolescenti e adulti adottati ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (novembre 2020) : 130–41. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002011.

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La letteratura definisce come molto complesso il passaggio dall'adolescenza e all'eta adulta per le persone adottate le quali devono fare i conti con un importante lavoro di integrazione tra diverse appartenenze, identita etnica, il possibile riemergere di vissuti di natura traumatica e l'assunzione del ruolo adulto. Queste sfide influiscono sul processo di individuazione e separazione, sullo svincolo dalla famiglia, sulla costruzione di una relazione di coppia matura e sul modo di vivere l'essere genitore. E evidente quanto sia importante accompagnare le famiglie adottive e i figli adottati sia nella fase che precede la costituzione della famiglia, sia soprattutto nelle fasi successive con proposte adeguate alla fase del ciclo di vita individuale e familiare. Scopo del presente lavoro e quello di illustrare due esperienze di gruppo, campus esperienziali per adolescenti adottivi e gruppi di confronto per adulti adottati condotti dalle autrici, quali proposte di particolare valore preventivo di possibili situazioni di crisi adottiva o disagio personale che valorizzano le risorse degli adottati.
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Ansel, Dario. « Nazionalismo politico e nazionalismo sindacale nei Paesi Baschi, 1911-1936 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 264 (mars 2012) : 466–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264008.

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Il saggio prende in esame il complesso rapporto fra il Partido nacionalista vasco (Pnv) e l'organizzazione sindacale di riferimento del movimento nazionalista in Euskadi, Solidaridad de obreros vascos (Sov), dal 1933 Solidaridad de trabajadores vascos (Stv). Sulla base dell'esame di fonti a stampa e fonti archivistiche, l'autore pone una serie di interrogativi volti a indagare la reale natura delle relazioni fra nazionalismo politico e nazionalismo sindacale dal 1911, anno della fondazione di Sov, sino allo scoppio della guerra civile, nel 1936. La tesi di fondo č che, nonostante la stretta dipendenza che caratterizzň la relazione partito-sindacato durante gli anni dieci, a partire dai primi anni venti e in particolare durante la Seconda Repubblica (1931- 1936), l'organizzazione operaia nazionalista si affrancň progressivamente dalla tradizionale tutela esercitata dal Pnv. Nel corso degli anni trenta, Sov-Stv si trasformň in un moderno sindacato di massa e fu interessata da un intenso processo di radicalizzazione classista che contribuě alla definizione di un'identitŕ sindacale e politica autonoma.
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Paolucci, Caterina. « FORZA ITALIA A LIVELLO LOCALE : UN MARCHIO IN FRANCHISING ? » Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no 3 (décembre 1999) : 481–516. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028926.

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Résumé :
IntroduzioneIn questo saggio presenterò alcuni risultati di una ricerca empirica sugli amministratori locali di Forza Italia, che si inserisce in un più ampio progetto di analisi del processo di istituzionalizzazione di questo partito. La scelta di concentrare l'attenzione sugli eletti locali nasce dalla convinzione che il futuro di Forza Italia sia legato non solo agli eventi organizzativi e politici che la riguardano a livello nazionale e di leadership, ma anche allo sviluppo di strutture e procedure preposte alla formazione e al consolidamento di una classe dirigente locale. In altri termini, la persistenza organizzativa di questo nuovo partito dipenderà dalla realizzazione, quantomeno a livello locale, di quella «infusione di valori» che rappresenta la premessa indispensabile di ogni compiuta istituzionalizzazione (Huntington 1968, 15; Selznick 1957, 21-22). Il fatto che a cinque anni dalla sua fondazione Forza Italia sia ancora un'organizzazione patrimoniale fortemente caratterizzata in senso personalistico ed aziendalista (Maraffi 1996; Panebianco 1995), suggerisce che tale infusione di valori, e dunque l'inizio del processo di consolidamento organizzativo, non possa aver luogo per impulso delle élites nazionali. A livello centrale questo processo è reso infatti assai difficile dalle modalità di reclutamento e selezione del personale partitico e parlamentare, miranti a creare o confermare un rapporto di fiducia personale con il leader Silvio Berlusconi, tale per cui la legittimazione dei prescelti diventa una funzione diretta delle oscillazioni del rapporto fiduciario che li lega al capo. E a quest'ultimo, non già all'organizzazione, che si dirige la lealtà delle élites centrali, e non potrebbe essere altrimenti, data la natura del partito. A livello locale, al contrario, la distanza dal centro potrebbe aver favorito un reclutamento più aperto e una selezione meno personalistica, e dunque l'emergere di un personale politico più libero di dirigere la propria lealtà verso l'organizzazione in sé, piuttosto che esclusivamente verso il suo capo. Pertanto, se esiste una possibilità di consolidamento per Forza Italia, essa è sicuramente maggiore a livello locale. In questa prospettiva è necessario dunque valutarne le dinamiche organizzative sul territorio, tenendo presente tuttavia che l'istituzionalizzazione presuppone l'esistenza di un legame tra centro e periferia che favorisca coesione e coordinamento tra i diversi livelli, senza le quali difficilmente l'organizzazione potrà stabilizzarsi nel tempo (Huntington 1968, 23).
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Cofano, Luciano. « Neurobiologia della mente relazionale ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 121 (octobre 2012) : 21–40. http://dx.doi.org/10.3280/rt2012-121003.

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Il pensiero dei vari autori e le ricerche in campo psicologico, neurobiologico e filosofico dagli ultimi decenni del Novecento a oggi, hanno consentito, in modo sempre piů determinante, il superamento del secolare dualismo mente-corpo e della cartesiana distinzione tra res cogitans e res extensa, tra scienze dello spirito e scienze della natura, ponendo come fondamento e sviluppo delle funzioni mentali l'interazione uomo-ambiente che, in una prospettiva fenomenologica, risolve anche l'antitesi tra innatismo e ambientalismo. La mente dell'uomo, quale espressione della sua originaria apertura al mondo, attraverso un processo di auto-organizzazione (Edgar Morin) va strutturando le proprie modalitŕ di relazione con l'ambiente esistenziale, mentre l'esperienza vissuta determina lo sviluppo e l'organizzazione dei dispositivi neurobiologici geneticamente predisposti (darwinismo neuronale di Gerald Edelman, embodiment di Francisco Varela). L'autore riporta alcune recenti acquisizioni delle neuroscienze sulla neuroplasticitŕ dei sistemi neuronali che testimoniano la struttura intimamente relazionale della mente umana.
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Maccioni, Elena. « Mercato cambiario e uomini d’affari a Barcellona durante la guerra tra Alfonso il Magnanimo e la Repubblica Fiorentina ». Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no 23 (26 mai 2022) : 61. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21218.

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La metà del secolo XV fu per la Corona d’Aragona e specialmente per Barcellona un periodo complicato: Alfonso V era impegnato nelle guerre italiane, in particolare contro Firenze e Milano, Genova e Venezia; il Regno di Napoli era stato annesso all’Unione, e richiedeva sforzi importanti per il suo mantenimento; allo stesso tempo dalla capitale catalana provenivano richieste di apertura “democratica” del Consiglio dei Cento, che portavano a un’evidente instabilità interna, frutto in parte di una dimostrata crisi monetaria, dovuta anche alla scarsa capacità di governo dell’economia. Nonostante ciò, i mercanti, gli armatori e i banchieri continuarono a cercare di portare avanti i propri interessi economici nel Mediterraneo, anche servendosi delle istituzioni di natura corporativa, come il Consolato del mare. Attraverso l’analisi di alcuni registri di protesti di lettere di cambio gestiti dal notaio del Consolato barcellonese, si cercherà di mettere in luce l’evoluzione delle reti mercantili-finanziarie catalane, in particolare lungo la rotta meridionale italiana. Lo studio non avrà l’obiettivo di analizzare l’uso tecnico dello strumento cambiario, ma quello di portare alla luce strategie e protagonisti del processo di inserimento del capitale mercantile e finanziario in Italia durante il regno di Alfonso il Magnanimo e in special modo durante la guerra contro Firenze. Emergeranno, così, i nomi di quelle persone che furono le protagoniste dei grandi e quotidiani spostamenti di denaro fra i centri politico-commerciali del Commonwealth catalanoaragonese. Si tenterà una prima ricostruzione delle loro attività e dei loro movimenti, nonché delle connessioni con i più importanti operatori del sistema finanziario europeo, ovvero i toscani.
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Paoli, Marco. « Spunti per un’analisi del processo di ibridismo tra l’hard-boiled americano e il giallo italiano nella serie Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco ». Quaderni d'italianistica 37, no 1 (9 juin 2017) : 17–34. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v37i1.28276.

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Nelle opere di Giorgio Scerbanenco il giallo ha quasi sempre avuto un ruolo prominente che tuttavia ha lasciato spazio a una vasta possibilità di intrecci con forme stilistiche, tematiche e narrative di varia natura. Uno dei principali riconoscimenti che fanno di Scerbanenco uno dei padri fondatori del giallo italiano è l’aver saputo introdurre in modo originale e credibile un elemento contaminante come l’hard-boiled americano nel contesto del poliziesco italiano. Questo ha permesso di porre l’attenzione sull’ambiente sociale e sulla psicologia dei personaggi, che si riflettono, da un lato, nella rilevanza dei luoghi e dell’inquadramento storico-sociale in cui sono ambientate le trame, dall’altro, nella meticolosa opera di caratterizzazione dei personaggi dei quattro romanzi della serie Duca Lamberti. Lo scopo di questo articolo è quello di mostrare come l’esperienza dello scrittore italo-ucraino in qualità di direttore e redattore di diverse riviste femminili del dopoguerra abbia ricoperto un ruolo fondamentale nella caratterizzazione di alcuni personaggi, in particolare quelli femminili, e nella descrizione della loro condizione sociale in quel determinato periodo storico.
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Cubeddu, Raimondo. « Remarks on Hayek’s Critique of Social Justice* ». Journal of Public Finance and Public Choice 11, no 2 (1 octobre 1993) : 141–56. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539734.

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Abstract Scopo di questo saggio è colmare la lacuna che ha reso più complicata la comprensione defla critica di Hayek al concetto di giustizia sociale, considerata ingiustamente di natura essenzialmente ideologica.L’argomento centrale di Hayek, è che la teoria della giustizia sociale è fondata su una erronea concezione del processo della catallattica e sulla sua subordinazione a fini etici e politici.La tesi qui sostenuta è che la scarsa comprensione delle idee di Hayek (con la conseguente ostilità nei loro confronti) può essere attribuita al fatto che lo stesso Hayek abbia omesso esplicite chiarificazioni dei presupposti gnoseologici ed economici della sua critica.L’esame di questi presupposti, inoltre, può fornire la base per una obiettiva riflessione sulla validità delle argomentazioni di Hayek, dimostrando l’infondatezza dell’accusa di fondarsi su motivazioni puramente ideologiche.
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Cattero, Bruno. « Tra diritto e identitŕ. La partecipazione dei lavoratori nel modello sociale europeo ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 123 (septembre 2011) : 117–35. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123007.

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L'importanza della direttiva sulla Societŕ per Azioni Europea (Se) risiede nell'affermazione della partecipazione comedei lavoratori di aver voce in capitolo negli organi di governo dell'impresa. I limiti definitori che la caratterizzano e la sua natura dinon dipendono tanto, in questo caso, dall'egemonia neoliberale nel processo di integrazione europea quanto da fattori più profondi e complessi che si frappongono all'integrazione nella sfera del sociale. Su questo sfondo si prendono in esame "l'europeizzazione negoziata" come, i meccanismi che la contraddistinguono (l'indeterminatezza concettuale - necessaria non solo a connettere e trascendere le diverse tradizioni nazionali, ma anche come veicolo discorsivo della costruzione sociale di una "identitŕ europea" - e l'attivazione di miti istituzionali) e si sottolinea infine la rilevanza delle connessioni lasche, sia istituzionali che organizzative, tra i sistemi e gli attori nazionali e il livello europeo.
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Piccardi, Duccio. « TEACHING SOUND SYMBOLISM THROUGH JAPANESE POP CULTURE. A RESPONSE TO KAWAHARA (2018) ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (17 janvier 2023) : 724–58. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19718.

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Résumé :
This article explains the integrated, complex, situated view of languages and language education that is gradually replacing the linear, ‘Cartesian’ view of languages as inert objects to be dissected, which has long dominated language education. It discusses the way mediation can act as a prism. Exactly as a prism decomposes white light into the spectrum of its constituting colours, mediation can help one grasp and handle the complexity of languages, itself augmented by the increasingly diverse nature of our classrooms. In discussing the plurilingual nature of mediation, the article introduces descriptors from the 2020 CEFR Companion Volume and explains the concepts of languaging and plurilanguaging(Piccardo, 2017, 2018), showing how mediation and the languaging involved in it can contribute to a new vision of an action-oriented, plurilingual language education. Finally, the article explains and illustrates the concept of action-oriented scenarios, giving a brief account of two implementation projects, one mainly in Canada and one in Lombardy, reporting the very positive effects on student motivation and engagement. La mediazione e la dimensione plurilingue/pluriculturale nell’educazione linguistica Questo contributo presenta la visione integrata, complessa e situata della lingua e del suo insegnamento che sta gradualmente sostituendo la visione lineare, ‘cartesiana’ delle lingue come oggetti inerti da sezionare, che per molto tempo ha dominato l’educazione linguistica. L’articolo propone una discussione sulla maniera in cui la mediazione agisca in modo simile ad un prisma ottico. Esattamente come un prisma scinde la luce bianca nei colori che la costituiscono, la mediazione può favorire la comprensione e la gestione della complessità delle lingue, essa stessa sempre più crescente per la natura via via più diversificata delle classi attuali. Nel discutere la natura plurilingue della mediazione l’articolo introduce i descrittori del Volume complementare del Quadro comune europeo di riferimento (QCER) e spiega i concetti di languaging e plurilanguaging (Piccardo, 2017, 2018), mostrando come la mediazione e il processo di languaging che essa comporta contribuisca ad una visione dell’insegnamento delle lingue orientata all’azione e plurilingue. Infine, l’articolo spiega ed illustra il concetto di scenario azionale, fornendo un breve resoconto di due progetti di utilizzo di tali scenari, uno in Canada e l’altro in Lombardia, riportandone gli effetti molto positivi sulla motivazione e sull’investimento personale degli allievi.
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Piccardo, Enrica. « MEDIATION AND THE PLURILINGUAL / PLURICULTURAL DIMENSION IN LANGUAGE EDUCATION ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (18 janvier 2023) : 24–45. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19568.

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Résumé :
This article explains the integrated, complex, situated view of languages and language education that is gradually replacing the linear, ‘Cartesian’ view of languages as inert objects to be dissected, which has long dominated language education. It discusses the way mediation can act as a prism. Exactly as a prism decomposes white light into the spectrum of its constituting colours, mediation can help one grasp and handle the complexity of languages, itself augmented by the increasingly diverse nature of our classrooms. In discussing the plurilingual nature of mediation, the article introduces descriptors from the 2020 CEFR Companion Volume and explains the concepts of languaging and plurilanguaging (Piccardo, 2017, 2018), showing how mediation and the languaging involved in it can contribute to a new vision of an action-oriented, plurilingual language education. Finally, the article explains and illustrates the concept of action-oriented scenarios, giving a brief account of two implementation projects, one mainly in Canada and one in Lombardy, reporting the very positive effects on student motivation and engagement. La mediazione e la dimensione plurilingue/pluriculturale nell’educazione linguistica Questo contributo presenta la visione integrata, complessa e situata della lingua e del suo insegnamento che sta gradualmente sostituendo la visione lineare, ‘cartesiana’ delle lingue come oggetti inerti da sezionare, che per molto tempo ha dominato l’educazione linguistica. L’articolo propone una discussione sulla maniera in cui la mediazione agisca in modo simile ad un prisma ottico. Esattamente come un prisma scinde la luce bianca nei colori che la costituiscono, la mediazione può favorire la comprensione e la gestione della complessità delle lingue, essa stessa sempre più crescente per la natura via via più diversificata delle classi attuali. Nel discutere la natura plurilingue della mediazione l’articolo introduce i descrittori del Volume complementare del Quadro comune europeo di riferimento (QCER) e spiega i concetti di languaging e plurilanguaging (Piccardo, 2017, 2018), mostrando come la mediazione e il processo di languaging che essa comporta contribuisca ad una visione dell’insegnamento delle lingue orientata all’azione e plurilingue. Infine, l’articolo spiega ed illustra il concetto di scenario azionale, fornendo un breve resoconto di due progetti di utilizzo di tali scenari, uno in Canada e l’altro in Lombardia, riportandone gli effetti molto positivi sulla motivazione e sull’investimento personale degli allievi.
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Gallese, Vittorio, et Valentina Cuccio. « Il corpo paradigmatico. Simulazione incarnata, intersoggettività, Sé corporeo e linguaggio ». SETTING, no 43 (décembre 2020) : 5–44. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-043001.

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Résumé :
In questo articolo proponiamo una modalità con cui la neuroscienza cognitiva può fornire nuovi insight su tre aspetti della cognizione sociale. Intersoggettività, Sé umano e linguaggio. Sottolineiamo il ruolo sociale del corpo, concepito come sor-gente costitutiva della coscienza preriflessiva del Sé e degli altri. Intendiamo fornire una visione critica della neuroscienza contemporanea cognitiva e sociale e soste-niamo che il livello neurofisiologico di descrizione è condizione necessaria ma non sufficiente per lo studio dell'intersoggettività, del Sé umano e del linguaggio; questi elementi possono essere chiaramente comprensibili solo in collegamento ad un pie-no riconoscimento della loro stretta inter-relazione con il corpo. Prenderemo in esame i meccanismi specchio e la simulazione incarnata per la loro importanza per una nuova concettualizzazione dell'intersoggettività e del Sé umano. In questo con-testo ci focalizzeremo su una forma specificamente umana di intersoggettività: il linguaggio. Discuteremo gli aspetti della cognizione sociale legati al linguaggio in termini di incarnazione, sottolineando sia il carattere innovativo sia i limiti di que-sto approccio. Sosterremo che un aspetto chiave del linguaggio umano consiste nel disaccoppiamento dal suo usuale uso denotativo, che ne manifesta la capacità di astrazione. Discuteremo queste caratteristiche del linguaggio umano come esempli-ficazione della nozione greca di paradeigma, originariamente studiata da Aristote-le, per riferirci ad una forma tipica di argomentazione retorica e per collegarla alla simulazione incarnata. La conoscenza paradigmatica connette il particolare al par-ticolare, passando da una particolare situazione contingente al caso esemplare. Al-lo stesso modo, la simulazione incarnata consiste nella sospensione dell'applicazione concreta di un processo: la riutilizzazione della conoscenza moto-ria in assenza di movimento che essa realizza è un esempio di "conoscenza paradig-matica". Questo nuovo approccio epistemologico all'intersoggettività consente la possibilità di previsioni circa la natura intrinsecamente funzionale delle nostre ope-razioni cognitive sociali, andando oltre e senza subordinazione ad una specifica ontologia della mente.
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