Littérature scientifique sur le sujet « Multifattoriale »
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Articles de revues sur le sujet "Multifattoriale"
Biasi, Valeria. « Il counselling per l’orientamento universitario secondo un modello multifattoriale integrato ». ECPS - The Series 9788879168922 (février 2019) : 73–76. http://dx.doi.org/10.7359/892-2019-bia2.
Texte intégralAcquaro, Johnny, et Emanuele Bignamini. « Addiction, cronicità ; e Servizi per le Dipendenze ». MISSION, no 52 (octobre 2019) : 61–65. http://dx.doi.org/10.3280/mis52-2018oa6493.
Texte intégralMinola, Valeria, et Anna Paschetta. « L'origine multifattoriale nei disturbi dell'apprendimento : un protocollo terapeutico con la famiglia ». TERAPIA FAMILIARE, no 126 (novembre 2021) : 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126004.
Texte intégralMazzoni, Silvia, et Marisa Malogoli Togliatti. « Verso un modello multifattoriale per la comprensione dei legami intimi violenti ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (mai 2009) : 17–41. http://dx.doi.org/10.3280/mal2009-001002.
Texte intégralOlivieri, Chiara, Davide Pisati, Francesca Sironi, Tecla Roversi et Paolo Magni. « Ipertrigliceridemia : fisiopatologia e significato clinico ». L'Endocrinologo 23, no 2 (9 mars 2022) : 182–88. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01059-8.
Texte intégralBille-Brahe, Unni. « Some perspectives on suicidal behaviour ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no 2 (juin 2000) : 93–98. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008277.
Texte intégralMatturri, L., D. Bauer et A. M. Lavezzi. « Iii. Studio Multifattoriale per La Valutazione Prognostica Dei Carcinomi a Cellule Di Transizione Della Vescica ». Urologia Journal 57, no 2 (avril 1990) : 196–202. http://dx.doi.org/10.1177/039156039005700211.
Texte intégralCicognani, Camilla, Chiara Vezzadini, Stella Battaglia, Anna F. Marliani et Roberto Zoni. « Un caso di encefalopatia posteriore reversibile (PRES), sindrome neurologica acuta da edema cerebrale reversibile su base multifattoriale ». Italian Journal of Medicine 4, no 1 (mars 2010) : 37–42. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2010.01.004.
Texte intégralRadolovic, Doris. « La dipendenza da cocaina : verso un'integrazione delle cure ». PNEI REVIEW, no 1 (avril 2021) : 85–97. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-001004.
Texte intégralDi Lullo, Luca, Fulvio Floccari, Rodolfo Rivera, Antonio De Pascalis, Vincenzo Barbera, Moreno Malaguti et Alberto Santoboni. « L'ipertrofia ventricolare sinistra nei pazienti affetti da malattia renale cronica ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 3 (9 octobre 2014) : 281–89. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.921.
Texte intégralThèses sur le sujet "Multifattoriale"
MAURI, MADDALENA. « Multi neuro-functional biomarkers for monitoring developmental trajectories in early onset psychopathology ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404816.
Texte intégralMost adult mental disorders have roots in childhood difficulties, and most childhood disorders have consequences in adult life (Pinto et al., 2015). Globally, up to 20% of children and adolescents suffer from a mental health problem (World Health Organization, 2000) and approximately half of them will persist through adulthood. When we consider the continuity of mental health problems, we must take into account that psychopathological manifestations seem to span along constructs, reflecting a continuous rather than a dichotomy between health and illness and between one diagnosis and another. “Internalizing” and “Externalizing” traits is well established to indicate class of symptoms and behaviors expressed trans-diagnostically. Developmental trajectories of internalizing and externalizing traits show a complex mix of continuities and discontinuities, and evidence both homotypic continuity—the persistence or recurrence of the same disorder (or trait) at different ages—and heterotypic continuity, where earlier and later vulnerabilities differ in presentation (Maughan and Collishaw, 2015). These possible heterotypic trajectories represent rather than a real change, a different expression of the same underlying causal factors, which interact between each other in different ways at different ages. The aims of the present work are a better understanding of the pathogenesis and of the courses of psychopathological traits, in order to possibly identify children more in need of intervention. Understanding the different causes of psychopathology is the first step in providing a better intervention, which is an absolute priority in terms of social and economic costs. My thesis focused on the identification of psychopathological traits with bottom-up approaches, in order to evaluate the presence of internalizing and externalizing problems in developmental ages. Special attention has been paid to the presence of emotional/behavioral dysregulation, as a specific risk factor for worse psychopathological developmental trajectory. I was interested in evaluating the role of environmental and genetic factors in influencing these psychopathological traits. Moreover, I investigated the relevance of epigenetics variables. Lastly, I considered the development throughout the lifespan of psychopathological traits, in order to identify early individuals at higher risk of worse development. To achieve the identification of clusters of symptoms that characterize individuals at higher risk for persistent mental health issues two experimental studies, presented in Chapter 2 were conducted using latent class analysis. Chapter 3 reports two experimental studies conducted to evaluate the different exposures of individuals with higher psychopathology to genetic and environmental risk factors. The 4th Chapter focuses on the role of gene-environment interaction in shaping psychopathological traits. With machine learning approaches clusters of symptoms that characterize individuals for internalizing and externalizing psychopathology during adolescence were identified. In Chapter 5, a preliminary work on three-time points data is presented, with the aim of testing the presence of specific trajectories in internalizing and externalizing areas.
BIANCOLELLA, MICHELA. « Studi di profili di espressione per la ricerca di biomarcatori genomici in malattie monogeniche e multifattoriali : la fibrosi cistica e il cancro della prostata ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/444.
Texte intégralFerri, Ilaria. « Il ruolo degli operatori sanitari nel motivare all'attività fisica utenti dei servizi psichiatrici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424130.
Texte intégralI disturbi psicotici cronici si collocano tra le patologie a più alto impatto sulla qualità della vita di chi ne è affetto: per la disabilità che comportano, per lo stigma sociale cui è soggetto chi ne soffre e per le difficoltà che coinvolgono i familiari e i servizi assistenziali. Si stima che l’1.7% della popolazione italiana richieda almeno un trattamento all’anno ai servizi di salute mentale territoriale: di questi, almeno un quinto è a causa di disturbi psicotici. L’intervento terapeutico in genere prevede l'uso di terapie psicofarmacologiche associate a trattamenti psicoterapeutici, educativi e riabilitativi multidisciplinari, tra i quali assume sempre maggiore rilevanza l’attività fisica (AF). La ricerca ha infatti messo in evidenza come essa possa influenzare positivamente il trattamento dei disturbi psicotici, che sono fortemente associati a sovrappeso ed obesità e ad un elevato rischio di sviluppare patologie croniche come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e sindrome metabolica. Inoltre questi disturbi sono associati a maggiori livelli di sedentarietà e a minori livelli di qualità della vita rispetto alla popolazione generale. L’AF regolare, per contro, migliora i profili lipidici, la composizione corporea e il metabolismo del glucosio, diminuisce la pressione arteriosa e ha effetti positivi sull’umore e sui livelli d’ansia. Gli ostacoli principali che queste persone incontrano nell’aderire a programmi di AF regolare sono collegati principalmente alla patologia e alle condizioni socioeconomiche ad essa correlate. Gli effetti collaterali dei farmaci antipsicotici, la mancanza di motivazione, la scarsa concentrazione e la difficoltà ad accedere a proposte di attività, limitano le capacità e le possibilità d’esercizio di queste persone e ostacolano la partecipazione a programmi di AF regolare in modo duraturo. La letteratura ha messo in evidenza l’importanza e l’utilità d’interventi educativi che aiutino le persone che soffrono per questi disturbi a prendere consapevolezza della malattia e a conoscerne i rischi correlati, per cercare di migliorare l’aderenza alle cure. Inoltre, crescenti evidenze sottolineano il ruolo fondamentale degli operatori sanitari negli interventi di promozione della salute, che influenzano in modo molto significativo i comportamenti salutari e le abitudini motorie di queste persone. Queste osservazioni trovano un supporto teorico in particolare in quanto affermato da Deci e Ryan nella Teoria dell’autodeterminazione e da Hagger e Chatzisarantis nel Modello Trans-Contestuale. Gli autori hanno dimostrato come fattori contestuali quali il supporto sociale, l’autoefficacia, l’autonomia, la competenza, le capacità relazionali e il ruolo degli altri significativi risultino fondamentali nel determinare la motivazione delle persone nei confronti dell’AF. Anche l’enjoyment, definito come una risposta emotiva positiva all’esperienza sportiva, che riflette sensazioni generali di piacere, gradimento e divertimento, viene considerato tra le principali determinanti dell’aderenza all’AF, in quanto è in grado d’influenzare la volontà di iniziare e di mantenere un programma di esercizio regolare e duraturo. Sulla base di queste evidenze la ricerca ha voluto prendere in esame alcune esperienze virtuose del territorio nazionale, che propongono l’AF come parte integrante del trattamento terapeutico per gli utenti dei servizi psichiatrici territoriali. Lo scopo è stato quello di far emergere il parere di operatori sanitari coinvolti in programmi regolari di AF con gli utenti, per mettere in evidenza benefici, barriere e facilitatori dell’AF proposta. A tale scopo è stato scelto di adottare un metodo misto: i partecipanti hanno compilato un pacchetto di questionari con i quali sono state indagate la quantità di AF svolta, la motivazione, l’enjoyment, l’auto-efficacia e la qualità della vita riportate dai partecipanti. É stato quindi realizzato un confronto tra i due gruppi di partecipanti sulla base delle variabili prese in esame. Inoltre sono stati realizzati quattro focus group, ai quali hanno preso parte gli operatori sanitari coinvolti nello studio. Agli operatori è stato chiesto di raccontare le loro personali esperienze nell’ambito dell’AF con gli utenti, mettendo in luce le difficoltà che incontrano, i maggiori benefici per gli utenti e gli elementi più rilevanti per facilitare la realizzazione delle proposte ed incrementarne l’efficacia. I risultati si pongono in linea con quanto già evidenziato dalla letteratura. Dall’analisi dei focus, in particolare, sono emersi dati importanti a sostegno della centralità del ruolo dell’operatore sanitario, nel supportare costantemente gli utenti nelle attività proposte che riguardano la promozione della salute. Inoltre è emersa la necessità di una preparazione specifica, per queste persone, soprattutto nell’ambito dei processi motivazionali e nella gestione delle strategie per promuovere stili di vita attivi. Infine le testimonianze degli operatori hanno confermato e arricchito le evidenze a sostegno dell’utilità dell’AF all’interno dei percorsi riabilitativi degli utenti con gravi disturbi psichiatrici. È stata messa in luce, in particolar modo, la necessità di promuovere queste iniziative e di renderle parte integrante dei trattamenti terapeutici. Non di meno, è stata evidenziata la necessità di lavorare sulla rete di contatti tra le realtà che promuovo queste iniziative ma soprattutto l’esigenza crescente di collaborazione con gli enti del territorio a livello locale, regionale e nazionale, per promuovere e sostenere il confronto sull’argomento e sviluppare proposte d’intervento sempre più efficaci e rispondenti alle esigenze degli utenti.
CORONAS, FABIO. « La costruzione di una matrice multifattoriale del benessere urbano come base di indirizzo dei contenuti e delle scelte della pianificazione e della progettazione urbana ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1315671.
Texte intégralLivres sur le sujet "Multifattoriale"
Sturniolo, Gabriele. Pandemia Da CoronaVirus : SARS-CoV-2 : Un Analisi Multifattoriale. Independently Published, 2020.
Trouver le texte intégralChapitres de livres sur le sujet "Multifattoriale"
Korf, Bruce R. « Eredità multifattoriale ». Dans Genetica e genomica umana, 105–21. Milano : Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1150-2_5.
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