Thèses sur le sujet « Monitoraggio frane »

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FERRARI, Federico. « STUDIO DI ACCELEROMETRI MEMS E LORO UTILIZZO COME INCLINOMETRI PER MONITORAGGIO FRANE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389314.

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Résumé :
The study carried out in this thesis had as purpose the implementation of triaxial MEMS accelerometers (Micro Electro-Mechanical System) for inclination measurement, aiming to their use in landslide monitoring. MEMS inclinometers have been compared with conventional applications (mobile inclinometer going down in special tubes with guides) and in fixed innovative systems. The comparison with traditional methodologies confirmed the possibility of replacing servo-inclinometers, very expensive and requesting high caution to avoiding shocks and thermal variations, with MEMS inclinometers integrated in silicon microchip which benefit possibility of integration with control electronics, miniaturization and of high insensitivity to the collisions (they can withstand shocks beyond 1000 g). The extremely low cost, low consumption and possibility of using a high number, allowed continuous monitoring systems to better in-time intervention and landslide evolution control as well issue of possible alarms. The test confirmed the possibility of traditional accelerometers replacement with the MEMS; fundamental attention is on power supply stabilization and temperature monitoring allowing the corrections (ratiometric for the tension, of offset and span for temperature). The sensor of temperature allows also indirect information on the composition of the layers and their ground water content by analyzing the short period differences relative to the yearly base sinusoidal trend.
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2

Martino, Filippo. « Analisi multitemporale del dissesto da immagini satellitari Sentinel (provincia di Forlì-Cesena) ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
La tesi ha l'obbiettivo di testare le capacità del software Google Earth Engine nel telerilevamento satellitare del dissesto e più precisamente nell'individuazione di frane. L'analisi svolta considera frane recenti note avvenute nella provincia di Forlì-Cesena e cerca di riconoscerne l'attivazione attraverso il confronto di immagini satellitari Sentinel nel tempo. Lo scopo è definire le caratteristiche (tipologia, dimensioni) dei fenomeni effettivamente riconoscibili con questa tecnologia, nella prospettiva che essa possa trovare applicazione in ambiti quali lo studio dell'occorrenza delle frane e il loro monitoraggio.
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3

Gattuso, Luca. « Monitoraggio di una frana tramite Laser Scanning ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2502/.

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4

Maggio, Paolo. « Sistemi GNSS e tradizionali per il monitoraggio : studio della frana di Gaggio Montano ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1483/.

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5

Pierro, Giuseppe. « Analisi geologico-tecnica della frana di Montescaglioso (MT) ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8284/.

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Résumé :
La presente tesi esamina le caratteristiche geologico-tecniche della frana avvenuta il 3 dicembre 2013 in Montescaglioso (Matera) . Il fenomeno franoso ha determinato l’interruzione della strada a “scorrimento veloce” che collega l’abitato di Montescaglioso con la valle del Fiume Bradano, sede delle principali arterie di comunicazione del Comune. Inoltre sono stati del tutto compromessi i servizi della rete gas, della rete di smaltimento delle acque nere e, limitatamente all’area circoscritta, anche della rete elettrica. Numerosi sono i danni causati alle unità abitative e commerciali, alcune delle quali sono state completamente distrutte. L’eccezionalità dell’evento franoso, determinata sia dalla dimensione della massa coinvolta, che dai danni provocati alle infrastrutture, ha reso da subito indispensabile il coinvolgimento di strutture statali e regionali che insieme al comune di Montescaglioso hanno istituito un tavolo tecnico permanente per far fronte all’emergenza in essere. In particolare la tesi si occupa della ricostruzione geologica, geomorfologica e idrogeologica pre e post frana , utili per comprenderne le dinamiche morfo-evolutive del fenomeno.
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6

Casali, Federico. « Monitoraggio con tecnica GNSS di edifici a rischio frana Impianto della sperimentazione di Gaggio Montano ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/311/.

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7

Giulietti, Eleonora. « Studio della frana di Poggio Ancisa (Casteldelci, RN) : dal monitoraggio ad una proposta di consolidamento ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2078/.

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8

Covelli, Gabriella. « Analisi dei dati di monitoraggio dei versanti in frana interagenti con la galleria artificiale Campus (CZ) ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21187/.

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Résumé :
All’interno dell’elaborato di tesi presentato si è proposta un’analisi dei dati di monitoraggio che è stata condotta in seguito ai movimenti franosi che si sono verificati durante lo scavo della galleria artificiale Campus del nuovo collegamento metropolitano ferroviario dell’area di Catanzaro. L’analisi dei dati di monitoraggio è stata realizzata anche con la finalità di identificare l’intervento di stabilizzazione più adeguato.I sopralluoghi in sito e successivamente le misure strumentali hanno identificato due corpi di frana denominati Corpo di Frana 1 e Corpo di Frana 2. Per quanto riguarda il Corpo di Frana 2 si tratta di una frana attiva, definibile come lenta, in quanto caratterizzata da velocità comprese tra 20÷100 mm/anno, a carattere rotazionale. Il Corpo di Frana 1, invece, si riferisce ad un volume di terreno attualmente interessato da scorrimenti superficiali a carattere roto-traslativo, con profondità delle superfici di scorrimento comprese tra 2 e 4 m dal piano campagna.L’interpretazione dei dati di monitoraggio è risultata fondamentale per procedere alla valutazione di differenti possibili strategie di stabilizzazione, giungendo alla conclusione che quella di tipo strutturale fosse la più efficace e praticabile essendo la frana profonda e difficilmente stabilizzabile con dei drenaggi. Nel capitolo terminale del seguente elaborato di tesi si è analizzatala relazione tra i dati di monitoraggio e i dati pluviometrici, discutendo la forte correlazione tra il regime delle precipitazioni, i livelli piezometrici e il tasso dei movimenti monitorato sia tramite strumentazione inclinometriche che tramite livellazioni topografiche.
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9

RICCIUTI, Manola. « Sviluppo di metodi senza contatto per il monitoraggio di parametri fisiologici e attività nell'ambito dell'Ambient Assisted Living ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2021. http://hdl.handle.net/11566/290834.

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Résumé :
Uno degli ambiti di maggior interesse in questi ultimi anni all'interno del quale molti progetti vengono sviluppati, è l'Ambient Assisted Living (AAL). L'obbiettivo di questa tesi si colloca in quest'area, tramite lo sviluppo di soluzioni per il monitoraggio di attività della vita quotidiana e parametri fisiologici sfruttando tecnologie senza contatto. I soggetti a cui è rivolta l'attenzione primaria degli studi presentati, sono individui anziani o fragili che hanno un costante bisogno di osservazione in ambiente domestico, preservandone l'autonomia. L’indipendenza per soggetti affetti da disordini motori o neuronali è un fattore determinante e consente, da un punto di vista socio-economico, un risparmio di risorse il cui costo graverebbe sul sistema sanitario dell'intera nazione. Negli ultimi anni c’è stato un grande sforzo da parte della comunità scientifica per poter affrontare questi problemi attraverso tecnologie dedicate, direttamente installate all’interno di case “intelligenti” (smart home). Questa tesi si focalizza sullo sviluppo di algoritmi e soluzioni per ambienti intelligenti sfruttando sensori RGB e di profondità. Si cerca soprattutto di fornire soluzioni non invadenti, confortevoli e allo stesso tempo atte a garantire la privacy. Verranno descritti metodi improntati al monitoraggio e automatizzazione del controllo della corretta nutrizione basati sulle reti neurali, tecniche di rilevamento e classificazione delle cadute per le quali vengono elaborate immagini di profondità, stima del battito cardiaco da immagini RGB attraverso algoritmi di riconoscimento del volto, della pelle, dell'amplificazione del colore e delle componenti principali passando attraverso spazi di colore differenti. Infine, con lo scopo di osservare problematiche legate al sistema nervoso centrale, verrà presentato un approccio di estrazione della variazione del diametro della pupilla nel tempo basato sullo sviluppo di tecniche di segmentazione e riconoscimento dei bordi.
One of the most interesting aspects in recent years thanks to which many projects have been developed, is Ambient Assisted Living (AAL). The aim of this thesis relies on this area, through the development of solutions for the monitoring of Activities of Daily Fiving (ADL) and physiological parameters using non-contact technologies. The subjects to whom the primary attention of the presented studies are addressed are elderly or frail individuals who have a constant need for observation and monitoring in their home environment, trying to preserve their autonomy. Independence for people suffering from motor or neuronal disorders is a determining factor and allows, from a socio-economic point of view, a saving of resources whose cost would weigh on the health system of the entire nation. In recent years there has been a great effort by the scientific community to be able to solve these problems through dedicated technologies, directly installed inside what are defined as ``smart homes". This work focuses on the development of algorithms and solutions for intelligent environments using RGB and depth sensors. Above all, we try to provide solutions that are not intrusive, comfortable and at the same time able to guarantee privacy. Methods aimed at monitoring and automating the control of correct nutrition based on neural networks, techniques for detecting and classifying falls for which depth images are processed, heart rate estimation from RGB images through face and skin recognition algorithms will be described, in which the main employed technique are the amplification of the skin color and the principal components analyses passing through different color spaces. Finally, with the aim of monitoring problems related to the central nervous system, an approach to extract the variation of the pupil diameter over time based on the development of segmentation and edge recognition techniques will be presented.
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10

Zuccarini, Alessandro. « Studio della relazione tra velocità delle onde di taglio, moduli di elasticità e indice dei vuoti di un terreno argilloso in frana ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14410/.

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Résumé :
La riattivazione di frane in mezzi geologici deboli ed eterogenei è un fenomeno largamente diffuso e che rappresenta un importante fattore di rischio idrogeologico nell’Appennino emiliano – romagnolo. Nonostante la frequenza di questi fenomeni, risulta poco chiaro e ancora poco conosciuto l’aspetto meccanico delle colate in terra. L’obiettivo di questo elaborato è studiare un campione proveniente dall’area di dissesto di Montevecchio, confrontare i dati di laboratorio con quelli ottenuti attraverso indagini in sito e infine, dalle relazioni ottenute, riuscire a stabilire quale possa essere, in questo specifico caso, il meccanismo che sta alla base del particolare comportamento meccanico del movimento franoso.
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Modesti, Martina. « La tecnica del moto magnificato per l'analisi delle vibrazioni di strutture ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20139/.

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Résumé :
La tecnica del moto magnificato permette di visualizzare le vibrazioni di strutture altrimenti impercettibili a occhio nudo. Gli algoritmi utilizzati sono in grado amplificare i movimenti a partire da riprese effettuate tramite semplici videocamere. Le vibrazioni indotte dai micro terremoti naturali sugli oggetti studiati vengono percepite tramite il confronto dei pixel nei numerosi frame del video e ne viene aumentata l’intensità affinché siano visibili dall’occhio umano. Con questa tecnologia è quindi possibile identificare le parti di edifici maggiormente sensibili alle vibrazioni e determinare i modi propri di vibrare delle strutture. Per validare questa tecnica all’interno del lavoro di tesi sono stati effettuati numerosi esperimenti filmando oggetti di vario tipo, da sistemi dinamici semplici fino ad arrivare ad edifici di interesse storico e artistico. La maggior parte delle prove sono state svolte grazie al transito di autovetture in prossimità degli edifici: le sollecitazioni impresse alle strutture dal traffico risultano essere simili a quelle dei sismi e rendono possibile una stima delle frequenze di risonanza. Ogni video è stato processato amplificando diversi intervalli di frequenze in modo da individuare quelle a cui la struttura risulta più sensibile e vulnerabile. Si è notata una chiara corrispondenza tra le frequenze proprie delle strutture calcolate con metodi tradizionali o studiate in letteratura e quelle visivamente evidenziate dai video processati. Per questo motivo il metodo è ritenuto valido per la valutazione del comportamento dinamico degli edifici e presenta numerosi vantaggi: il moto magnificato consente infatti un’analisi non invasiva delle strutture, a basso costo ed è applicabile da chiunque disponga di semplici mezzi di ripresa. L’obiettivo che ci si pone è quello di classificare e monitorare gli edifici, prevedendone il comportamento in caso di eventi sismici, e di poter intervenire preventivamente sulle parti più vulnerabili.
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Tomasi, Virginia. « Dinamica di deformazione e geometria di colate di terra in Argille a Palombini e Argille Varicolori, Appennino Bolognese ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24860/.

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Résumé :
Le colate di terra sono dissesti diffusi nelle formazioni argillose presenti nell’Appennino Bolognese e il loro studio è utile per fini di pianificazione territoriale, potendo valutare i fattori di rischio sito-specifici. In questo lavoro si studiano 15 corpi di frana su diverse scale spaziali e temporali tramite l’osservazione di foto aeree, l’analisi di serie temporali inclinometriche e le descrizioni stratigrafiche dei rispettivi log, corredati da valori di penetrometro tascabile. Grazie a tali strumenti si sono perseguiti diversi obiettivi, valutando analogie e differenze tra le Argille a Palombini e le Argille Varicolori: (i) osservare le modifiche morfologiche dei versanti, integrando l’Archivio storico regionale con nuovi eventi; (ii) comprendere il tipo di deformazione e i relativi tassi, guardando anche alla loro distribuzione spaziale nei corpi di frana; (iii) calcolare le velocità di deformazione nel periodo post parossistico; (iv) indagare diverse relazioni geometriche (area-lunghezza, area-larghezza locale e area-profondità di rottura), notando che sono legate da relazioni di potenza diretta. I risultati raggiunti mostrano la presenza della superficie di rottura nella zona assiale dei corpi di frana, con velocità maggiori rispetto a quelle nelle zone laterali o di deposito, caratterizzate invece da profili con deformazione continua sulla verticale. L’andamento post parossistico delle velocità è decrescente, con qualche eccezione nelle zone di distacco e, in generale, con valori a testa tubo maggiori nelle Argille a Palombini. Si nota, infine, come la rottura avvenga al passaggio tra materiale inalterato e alterato nelle Argille a Palombini, mentre nelle Argille Varicolori si ha scorrimento anche all’interno di materiale inalterato. In entrambe le formazioni si osserva un netto aumento dei valori di penetrometro tascabile in prossimità della rottura, facendo della variazione di resistenza del materiale una possibile via preferenziale per lo scorrimento.
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Bartolini, Matteo. « Applicazione della tecnica PsinSAR™ allo studio di fenomeni franosi lenti : casi di studio in Emilia-Romagna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2060/.

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Résumé :
La mia tesi dal titolo ”Applicazione della tecnica PSinSAR™ allo studio di fenomeni franosi lenti: casi di studio in Emilia-Romagna” ha avuto come obiettivo quello di mostrare le potenzialità e i limiti della tecnica PSinSAR nel monitoraggio di fenomeni franosi localizzati in Val Marecchia. Ho svolto, nel capitolo due, un’analisi preliminare dell’area di studio andando a evidenziare prima le caratteristiche climatiche, piogge medie annue e le temperature minime e massime, e a seguire sono passato a descrivere l’inquadramento geologico e geomorfologico. L’area della Val Marecchia è, da questo punto di vista, molto particolare poggiando su quella che è definita dagli autori “coltre della Val Marecchia”; essa è un complesso alloctono sovrascorso ai terreni autoctoni della successione Umbro – Romagnola - Marchigiana. La traslazione verso Est della coltre avvenne per "scatti", in funzione delle principali fasi tettoniche appenniniche, separati da momenti di pausa in cui sedimentarono le formazioni più recenti le quali poi si spostarono in modo solidale con la coltre. La coltre, infatti, è costituita da un insieme di formazioni di età diverse e in particolare ritroviamo, partendo da quella più antica l’unità ligure, l’unità subligure e infine l’unità epiligure. La presenza di formazioni più recenti sopra ad altre più antiche rende unica la morfologia della vallata con enormi blocchi rocciosi poggianti su un substrato in genere argilloso come nell’esempio più famoso della rupe di San Leo. Da queste analisi è emersa un’altra caratteristica peculiare della valle cioè la forte tendenza a essere interessata da dissesti di varie tipologie. Gli indici di franosità mostrano che nella zona alta della vallata circa il 50% del territorio è interessato da dissesti, valore che decresce leggermente nella parte media e bassa della valle. Il motivo di tale instabilità è da imputare in parte alla forte erosione che avviene sulle placche epiliguri e in parte alle caratteristiche scadenti del substrato che è per lo più composto di argille e arenarie. Per quanto riguarda le tipologie di frane in Val Marecchia la situazione è molto eterogenea; in particolari le tre tipologie più frequenti sono il colamento lento, lo scivolamento rotazionale/traslativo e le frane di tipo complesso. Nel terzo capitolo ho descritto la tecnica PSinSAR; essa si basa sull’elaborazione di scene riprese da satellite per giungere alla formazione di una rete di punti, i PS, di cui conosciamo i movimenti nel tempo. I Permanent Scatterer (PS) sono dei bersagli radar individuati sulla superficie terrestre dal sensori satellitari caratterizzati per il fatto di possedere un’elevata stabilità nel tempo alla risposta elettromagnetica. I PS nella maggior parte dei casi corrispondono a manufatti presenti sulla superficie quali edifici, monumenti, strade, antenne e tralicci oppure ad elementi naturali come per esempio rocce esposte o accumuli di detrito. Lo spostamento viene calcolato lungo la linea di vista del satellite, per cui il dato in uscita non mostra lo spostamento effettivo del terreno, ma l'allontanamento o l'avvicinamento del punto rispetto al satellite. La misure sono sempre differenziali, ovvero sono riferite spazialmente a un punto noto a terra chiamato reference point, mentre temporalmente alla data di acquisizione della prima immagine. La tecnica PSinSAR proprio per la sua natura è "cieca" rispetto ai movimenti in direzione Nord-Sud. Le scene utilizzate per la creazione dei dataset di PS derivano quasi interamente dai satelliti ERS e ENVISAT. Tuttora sono disponibili anche le scene dei satelliti TerraSAR-X, RADARSAT e Cosmo Skymed. I sensori utilizzati in questo ambito sono i SAR (Synthetic Aperture Radar) che sono sensori attivi, cioè emettono loro stessi l'energia necessaria per investigare la superficie terrestre al contrario dei sensori ottici. Questo permette di poter acquisire scene anche di notte e in condizioni di cielo nuvoloso. La tecnica PSinSAR presenta molti vantaggi rispetto alle tecniche interferometriche tradizionali essa, infatti, è immune agli errori di decorrelamento temporale e spaziale oltre agli errori atmosferici, che portavano ad avere precisioni non inferiori a qualche cm, mentre ora l’errore di misura sulla velocità media di spostamento si attesta in genere sui 2 mm. La precisione che si ha nella georeferenziazione dei punti è in genere di circa 4-7 m lungo la direzione Est e circa 1-2 m in quella Nord. L’evoluzione di PSinSAR, SqueeSAR, permette un numero maggiore di punti poiché oltre ai Permanent Scatterers PS, tramite un apposito algoritmo, calcola anche i Distribuited Scatterer DS. I dataset di dati PS che ho utilizzato nel mio lavoro di tesi (PSinSAR) derivano, come detto in precedenza, sia da scene riprese dal satellite ERS che da ENVISAT nelle due modalità ascendenti e discendenti; nel primo caso si hanno informazioni sui movimenti avvenuti tra il 1992 e il 2000 mentre per l’ENVISAT tra il 2002 e il 2008. La presenza di dati PS nelle due modalità di ripresa sulla stessa zona permette tramite alcuni calcoli di ricavare la direzione effettiva di spostamento. È importante però sottolineare che, a seconda della modalità di ripresa, alcune aree possono risultare in ombra, per questo nell’analisi dei vari casi di studio non sempre sono stati utilizzabili tutti i dataset. Per l'analisi dei vari casi di studio, presentati nel capitolo 4, ho utilizzato diverso materiale cartografico. In particolare mi sono servito delle Carte Tecniche Regionali (CTR) a scala 1:10000 e 1:5000, in formato digitale, come base cartografica. Sempre in formato digitale ho utilizzato anche le carte geologiche e geomorfologiche dell'area della Val Marecchia (fogli 266, 267, 278) oltre, per finire, agli shapefile presi dal database online del Piano stralcio dell’Assetto Idrogeologico PAI. Il software usato per la realizzazione del lavoro di tesi è stato ArcGIS di proprietà di ESRI. Per ogni caso di studio ho per prima cosa effettuato un'analisi dal punto di vista geologico e geomorfologico, in modo da fare un quadro delle formazioni presenti oltre ad eventuali fenomeni franosi mostrati dalle carte. A seguire ho svolto un confronto fra il dato PS, e quindi i valori di spostamento, e la perimetrazione mostrata nel PAI. Per alcuni casi di studio il dato PS ha mostrato movimenti in aree già perimetrate nel PAI come "in dissesto", mentre in altri il dato satellitare ha permesso di venire a conoscenza di fenomeni non conosciuti (come ad esempio nel caso di Monte Gregorio). Per ogni caso di studio ho inoltre scelto alcuni PS caratteristici (solitamente quelli a coerenza maggiore) e ho ricavato la relativa serie storica. In questo modo è stato possibile verificare lo spostamento durante tutti gli anni in cui sono state prese le scene (dal 1992 al 2000 per dati ERS, dal 2002 al 2008 per dati ENVISAT) potendo quindi mettere in luce accelerazioni o assestamenti dei fenomeni nel tempo, oltre a escludere la presenza di trend di spostamento anomali imputabili nella maggior parte dei casi a errori nel dato. L’obiettivo della tesi è stato da una parte di verificare la bontà del dato PS nell’interpretazione dei movimenti dovuti a dissesti franosi e dall’altra di fare un confronto tra il dato di spostamento ricavato dai PS e i vari inventari o carte di piano. Da questo confronto sono emerse informazioni molti interessanti perché è stato possibile avere conferme di movimento su dissesti già conosciuti (Sant’Agata Feltria, San Leo e altri) ma anche di venire a conoscenza di fenomeni non conosciuti (Monte Gregorio). In conclusione è emerso dal mio lavoro che il monitoraggio tramite tecnica PSinSAR necessita di essere integrato con le tecniche tradizionali poiché presenta alcune limitazioni importanti come l’impossibilità di "vedere" movimenti veloci o lungo la direzione Nord-Sud, oltre ad avere dati in aree vegetate o scarsamente abitate. I vantaggi sono però notevoli potendo monitorare con un’unica ripresa vaste porzioni di territorio oltre ad avere serie storiche consistenti, in grado di evidenziare i movimenti avvenuti nel passato. Tale tecnica quindi, secondo il mio parere, può essere utilizzata come supporto alla stesura di cartografia di fenomeni franosi fornendo informazioni aggiuntive rispetto alle varie tecniche tradizionali come il GPS, sondaggi geotecnici e sondaggi inclinometrici.
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ALBERTI, STEFANO. « Geological analysis and numerical modelling of La Saxe landslide (Courmayeur) to improve understanding of geomorphological and geotechnical mechanisms and of the potential landslide evolution ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241657.

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Résumé :
Le frane a lento scorrimento sono solitamente caratterizzate da tassi di spostamento da estramente lento, i.e. mm/anno a lento, i.e. centimetri/anno. Si sviluppano frequentemente in rocce metamorfiche foliate, e la deformazione è prevalentemente localizzata lungo una zona di taglio principale. Le caratteristiche mineralogiche, granulometriche e tessiturali di queste zone controllano sia il comportamento della frana che la sua possibile evoluzione. In questa tesi sono stati investigati sia il comportamento che l'evoluzione della zona di taglio, attraverso prove di laboratorio convenzionali (taglio diretto, le prove uniassiali e triassiali) e non convenzionali (ring shear apparatus). Le successive analisi hanno permesso di considerare sia la degradazione dal punto di vista mineralogico, che meccanico, valutando il ruolo di entrambe nella transizione da lenta a rapida (fenomeni di creep). Le prove sono state condotte su campioni provenienti dalla frana del Mont de La Saxe (MLS, Valle d'Aosta, Italia). La frana ha un volume stimato di circa 8x106 m3 e si estende tra 1,400 e 1,870 m a.s.l., su un'area di 150,000 m2. Questa frana interessa le frazioni di Entréves e di La Palud (Courmayeur), nonchè l'autostrada ed il tunnel del Monte Bianco che collega l'Italia alla Francia. Un altro caso studio comparitivo (Chervaz, Valle d'Aosta, Italia) è stato selezionato per effettuare i test di laboraorio, variando le litologie analizzate (scisti serpentinitici con elevata presenza di fillosilicati). La zona di taglio di MLS contiene sia fillosilicati (almeno il 20%) che grafite (circa il 10%) in grado di controllare le proprietà di attrito. Inoltre, la riduzione della granulometria è stata osservata durante il test con il ring shear apparatus insieme all’allineamento preferenziale delle particelle. Sono state derivate le caratteristiche di attrito e viscosità, come l'incremento di spostamento tangenziale prima dello stato stazionario e il comportamento di creep terziario. Il monitoraggio della frana di Mont de La Saxe è iniziato nel 2009 e negli anni seguenti è stato via via perfezionato. Il sistema di monitoraggio – ad oggi - è composto sia da strumentazione superficiale (e.g. GB-InSAR,…) che di strumentazione di monitoraggio installata in profondità (inclinometri, piezometri e DMS). Un monitoraggio così ampio è - probabilmente - un caso unico nelle Alpi. È stato osservato un chiaro comportamento stagionale, in particolare durante lo scioglimento delle nevi quando la frana mostra un massiccio incremento degli spostamenti (ad esempio, 2012, 2013 e soprattutto 2014). Inoltre, è stata investigata anche la frana del Ruinon (Valtellina, Italia) considerando la disponibilità di dati a lungo termine (dal 2006). È stata quindi condotta un'analisi statistica dei dati di monitoraggio, caratterizzando il comportamento della frana nel tempo e proponendo un nuovo approccio per definire le soglie di Early Warning. Infine, dopo la campagna sperimentale e la profonda analisi dei dati di monitoraggio, è stato sviluppato un modello matematico, basato sull’approccio proposto da Perzyna, in cui l’incrudimento subisce un processo di degradazione. I parametri del materiale sono stati calibrati sia con i risultati sperimentali precedentemente ottenuti e con i dati di monitoraggio. Le simulazioni numeriche attraverso questo modello danno l'evoluzione delle variabili cinematiche (spostamento, velocità e accelerazione) durante i risultati sperimentali. I risultati ottenuti in questa tesi contribuiscono alle nuove conoscenze relative allo sviluppo e all'evoluzione delle zone di taglio e forniscono anche una migliore comprensione di questi meccanismi combinando i test innovativi sviluppati con i dati sul campo in grado di sviluppare un modello per la previsione degli spostamenti delle frane. Infine, lo studio fornisce anche un nuovo approccio per definire le soglie di Early Warning.
Rockslides are characterized by slow to extremely slow displacement rates in their initial phases or for their entire evolution. They frequently occur in foliated metamorphic rocks. Field and monitoring evidence show that deformation is predominantly localized along a shear zone. Mineralogic, grain size and fabric characteristics of the shear zone control its behavior and the possible evolution of the rockslide from a slow creeping to a fast moving one. In this thesis we investigate the shear zone behavior and evolution through conventional (direct shear, standard uniaxial compression and triaxial test) and unconventional laboratory testing (with an ring shear apparatus). We try to merge mineralogic data with material degradation and their role in the transition from slow to fast evolution due to creep phenomena, the change in material behavior with shear displacement and velocity. The tests were carried out on samples collected from boreholes through cataclastic shear zones within the Mont de La Saxe (MLS) rockslide, Valle d’Aosta region, Italy, at the extreme termination of a Deep-seated Gravitational Slope Deformations. The rockslide volume is of about 8x106 m3, and it extends between 1,400 and 1,870 m a.s.l., over area of 150,000 m2. This landslide is located close to Entréves and La Palud (Courmayeur municipality) villages and to the Mont Blanc highway that connects Italy to France through a tunnel. Laboratory tests were also performed on samples from the Chervaz rockslide (Valle d’Aosta region) located in a different rock suite (e.g. serpentine schist with phyllosilicates). The MLS shear zone contained both phyllosilicates (at least 20%) and graphite minerals (about 10%) which can control frictional properties. Furthermore, grain size reduction has been observed during slow ring shear testing together with particles rearrangement. Frictional and viscous characteristics, such as the tangential displacement increment before the steady state and the tertiary creep behavior, have been derived. The long-term monitoring of this instability started on 2009 and during the following years has been improved. The monitoring system is composed by ground surface (GB-InSAR, optical targets, TLS surveys, GPS network) and deep-seated equipment (inclinometers, piezometers and DMS probes). Such an extensive monitoring is – probably – a unique case in the Alps. A clear seasonal behavior has been observed, especially during snow-melt season when the rockslide shows a massive increment of displacements (e.g. 2012, 2013 and especially 2014). An addition a case study was selected, the Ruinon rockslide (upper Valtellina, Italian Alps) because of the long-term available dataset (since 2006). A statistical analysis of monitoring data has been completed, in order to characterize to behavior of the rockslides through time and to propose a new approach to define Early Warning displacement rate thresholds. Finally, after the experimental campaign and the deep analysis of monitoring data, a mathematical model, based on the Perzyna’s delayed plasticity theory, in which the hardening rule considers the degradation process, has been developed. The material parameters were calibrated on the experimental results previously obtained and using the monitoring data. The numerical simulations through this model give the evolution of the kinematic variables (displacement, velocity and acceleration) during the experimental results. The results contribute new knowledge regarding the shear zone development and evolution and also provide an improved understanding of these mechanisms by developing one of the first high quality data sets that combines new laboratory tests and field data able to develop a model in order the landslide forecasting. Finally, the study provides a new approach to define Early Warning displacement rate thresholds for slope failures.
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ROSI, ASCANIO. « Analisi e confronto di metodi di monitoraggio di aree soggette a dissesto idrogeologico ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/2158/803473.

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FORMICONI, Cristina. « LÈD : Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Résumé :
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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