Littérature scientifique sur le sujet « MONITORAGGIO DEI SITI »

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Articles de revues sur le sujet "MONITORAGGIO DEI SITI"

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Infusino, M., et S. Scalercio. « Contributo alla conoscenza della fauna dei Macrolepidoptera delle aree prospicienti lo Stretto di Messina (Italia) (Insecta : Lepidoptera) ». SHILAP Revista de lepidopterología 49, no 195 (30 septembre 2021) : 529–62. http://dx.doi.org/10.57065/shilap.291.

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Résumé :
Nell’ambito dei monitoraggi ambientali propedeutici alla realizzazione dell’Attraversamento stabile dello Stretto di Messina sono state indagate le faune dei Macrolepidoptera presenti sul versante siciliano e su quello calabrese. Il monitoraggio è stato effettuato in 23 siti siciliani e 15 calabresi, cercando di coprire al meglio la diversità ambientale presente sulle due sponde dello stretto. Le ricerche sono state condotte dal 2010 al 2011, escludendo i mesi invernali. Sono stati rinvenuti 10.399 esemplari appartenenti a 355 specie, un numero relativamente alto se si considera l’elevata antropizzazione delle aree indagate e la sospensione dei campionamenti nei mesi invernali, anche se di queste solo Euplagia quadripunctaria (Poda, 1761) ha un interesse conservazionistico ai sensi della Direttiva “Habitat”. Fra le 168 specie rinvenute solo su una sponda dello stretto (97 sulla sponda calabrese e 71 su quella siciliana), 26 non sono presenti su entrambe le sponde per motivi biogeografici. Di queste 21 sono presenti in quasi tutta Italia, ma ad oggi non sono mai state rinvenute in Sicilia e 5 sono specie endemiche siciliane di relativamente recente differenziamento o sono specie più diffuse nel bacino sudoccidentale del Mediterraneo. Inoltre, Zanclognatha lunalis (Scopoli, 1763), viene segnalata per la prima volta sul territorio siciliano. Questi dati sottolineano ancora una volta la già nota importanza dello Stretto di Messina come barriera biogeografica che la eventuale costruzione di un suo attraversamento stabile potrebbe quanto meno indebolire.
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Thèses sur le sujet "MONITORAGGIO DEI SITI"

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Feller, Edoardo <1991&gt. « Analisi e monitoraggio dei metalli pesanti nel particolato atmosferico nei principali siti di monitoraggio della regione Veneto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10532.

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Résumé :
Con questo lavoro di tesi si vuole indagare l'andamento dei principali metalli pesanti presenti nel particolato atmosferico (PM10) campionato nei principali siti di monitoraggio della regione Veneto. In particolare si cercherà di porre l'evidenza sulle eventuali omogeneità e differenze di concentrazione degli inquinanti fra i siti di campionamento, anche confrontando i dati ottenuti durante lo svolgimento delle analisi con i dati storici acquisiti da ARPAV negli anni precedenti. Nei mesi di gennaio e febbraio 2017 ci sarà un'estensione del pannello di analisi dei metalli, per poter avere una visione più complessiva, e non limitata ai soli metalli normati dal decreto legislativo 155 del 2010. Verranno poi studiate le eventuali interazioni fra le concentrazioni di particolato atmosferico e le condizioni meteo.
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Toscano, Elena. « Analisi di immagini satellitari in ambiente GIS nel monitoraggio dei danni antropici al patrimonio archeologico in Siria ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Questa tesi sostiene l'efficacia delle immagini satellitari per monitorare e valutare lo stato di conservazione dei siti archeologici soggetti a minacce antropiche, facendo riferimento alla situazione di crisi che è in atto in Siria a causa della guerra civile. Sono descritti nello specifico i vantaggi e i limiti del loro uso per riconoscere e seguire l’evoluzione dei saccheggi e delle altre forme di danno: in particolare vengono valutati i danni presenti su 68 tell pre-classici situati nel nord della Siria. È stato utilizzato un approccio foto interpretativo mediante il software QGIS, confrontando immagini satellitari provenienti da piattaforme open source quali Google, Bing, Esri con immagini d’archivio risalenti al 2010. Sono state effettuate diverse analisi volte a mappare la distribuzione dei danni sul territorio e stimarne l’incremento avvenuto tra il 2014 e il 2019, sottolineando l’impatto della militarizzazione e degli scavi clandestini. Sono state inoltre acquistate due immagini ad altissima risoluzione del satellite WorldView-2 per fare un riconoscimento semiautomatico dei cambiamenti avvenuti dal 2010 al 2020 su due dei tell appartenenti all’area di indagine, attraverso l’uso del software ENVI: dopo avere eseguito le opportune correzioni geometriche e atmosferiche è stata effettuata l’analisi delle componenti principali (PCA) ottenendo due immagini raster nelle quali vengono evidenziate le fosse di saccheggio e i danni compiuti sopra i due tell. Questo approccio ha consentito di individuare con maggiore chiarezza le caratteristiche che non erano altrettanto ben visibili nelle immagini rese disponibili dalle fonti open source. I risultati ottenuti dimostrano l’importanza delle immagini satellitari che rappresentano una fonte oggettiva di informazioni per avere una stima dei danni al suolo e possono aiutare le autorità competenti a prendere le misure necessarie per prevenire un'ulteriore diffusione del saccheggio e delle altre forme di danno.
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3

Zito, Antonello. « Valutazione del fondo naturale di argon-37 a fini di supporto alle ispezioni in situ nell'ambito del Trattato Internazionale per il Bando dei Test Nucleari ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Résumé :
Il CTBT (Trattato di Bando Complessivo dei Test Nucleari) è un accordo multilaterale tra Stati, stilato nel 1996, che impone il divieto assoluto di effettuare esplosioni di tipo nucleare, sia per scopi civili che per scopi militari, in qualsiasi ambiente. Esso prevede l'istituzione di un sistema di verifica e monitoraggio che si prefigge lo scopo di rilevare tempestivamente se in una qualsiasi parte del mondo sia stato clandestinamente effettuato un test. Tra le varie tecniche utilizzate, la più decisiva per l'identificazione di un'esplosione è data dal monitoraggio di radionuclidi, che permette di fare ipotesi su di un eventuale evento illecito di origine nucleare se in una certa regione si rileva la presenza nell'ambiente di particolari isotopi radioattivi in quantità anomale. Attualmente, il metodo più efficace consiste nell'eventuale identificazione della presenza di quattro radioisotopi di gas nobili, ovvero xeno-131m, xeno-133, xeno-133m e xeno-135. Di recente, però, gli esperti hanno cominciato a valutare l'ipotesi di effettuare misurazioni anche di un altro radioisotopo di gas nobili, ovvero l'argon-37. L'efficacia nell'utilizzo di quest'ultimo è superiore a quella che caratterizza il monitoraggio dello xeno, anche se il motivo per cui il metodo di rilevazione dell'argon non è ancora sfruttato è dato dall'estrema difficoltà che la sua misurazione comporta. Obiettivo di questo lavoro è proprio quello di analizzare le potenzialità dell'utilizzo di tale radioisotopo dell'argon per gli scopi di verifica del CTBT, di descrivere l'attuale stato dell'arte delle tecnologie disponibili per la sua misurazione e di valutare quantitativamente il fondo di argon-37 naturalmente presente, in modo da stabilire i criteri con cui si possa dire se le quantità rilevate siano compatibili con la normale presenza di tale radioisotopo oppure se siano senza dubbio dovute a un'avvenuta esplosione.
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Spitilli, Mattia. « Analisi del sito EVI-II nel bacino del fiume Holtum (Danimarca) : monitoraggio e modellazione numerica per l'interpretazione dei processi di scambio fra correnti superficiali e flussi sotterranei ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
Lo scopo della presente trattazione è quello di indagare l’interazione fra un tratto del fiume Holtum, in Danimarca, e l’acquifero sottostante, in modo da quantificare i flussi idrici scambiati fra i due corpi idrici. Lo studio è stato condotto su piccola scala mediante l’utilizzo di diverse metodologie, ponendo particolare attenzione alla misurazione dei profili di temperatura all’interno dell’alveo del fiume, perché direttamente correlabili alla portata che va dall’acquifero al corso d’acqua e viceversa. Con il proposito di ottenere una risposta in termini quantitativi è stato costruito un modello di flusso tridimensionale utilizzando il software MODFLOW. Tale modello è stato successivamente calibrato con le osservazioni misurate durante le campagne di raccolta dati. Infine, è stato sviluppato un modello di trasporto di massa all’interno del sistema considerato, servendosi del software MT3DMS, che a sua volta sfrutta le soluzioni trovate da MODFLOW in termini di flussi, per ricavare le concentrazioni di contaminanti. Il risultati del modello di trasporto forniscono un’indicazione approssimata della possibile distribuzione delle sorgenti inquinanti, vista l’assenza di misurazioni dirette di concentrazione presso le sorgenti stesse.
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Branca, Giovanna. « Implementazione di un sistema di monitoraggio per la verifica dell’impatto della vegetazione sulle proprietà di ritenzione del suolo in un argine fluviale : calibrazione degli strumenti, progettazione del sistema, analisi preliminare dei dati ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
Il presente lavoro di tesi, di carattere sperimentale è volto allo studio della vegetazione a radicazione profonda lungo l’argine del Panaro nei pressi di Bomporto (MO), per contrastare l’erosione superficiale e i fenomeni di instabilità dei corpi arginali. Per monitorare tali fenomeni è stato progettato e installato un sistema di monitoraggio, adottando sensori per la misura diretta del contenuto d’acqua ovvero dei TEROS-12 e dei TEROS-32 (misura diretta) e dei TEROS-21 (misura indiretta) per la misura della suzione matriciale. Nel contempo è stata eseguita un’analisi e interpretazione dei dati preliminari misurati dagli strumenti installati in sito nei mesi di Ottobre e Novembre 2020, ottenendo le prime informazione sulle curve di ritenzione. Queste informazioni in futuro permetteranno di definire le proprietà idrauliche, di ritenzione e della permeabilità del terreno che costituisce effettivamente il corpo arginale. In particolare i sensori valuteranno le variazioni sia giornaliere sia stagionali a cui sono sottoposti i terreni insaturi, evidenziando le difficoltà univoche delle proprietà del terreno, dovute al suo comportamento isteretico.
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Magnini, Luigi. « Remote sensing e object-based image analysis : metodologie di approccio per la creazione di standard archeologici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3423260.

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Résumé :
In recent years, the field of remote sensing experienced an incredible growth thanks to the increasing quality and variety of sensors and the reduction of instrumental costs. The benefits for archaeology were soon apparent. So far, data interpretation remains essentially a prerogative of the human operator and is mediated by his skills and experiences. The continuous increase of datasets volume, i.e. the Big Data Explosion, and the increasing necessity to work on large scale projects require an overall revision of the methods traditionally used in archeology. In this sense, the research presented hereinafter contributes to assess the limits and potential of the emerging field of object-based image analysis (OBIA). The work focused on the definition of OBIA protocols for the treatment of three-dimensional data acquired by airborne and terrestrial laser scanning through the development of a wide range of case studies, used to illustrate the possibilities of the method in archeology. The results include a new, automated approach to identify, map and quantify traces of the First World War landscape around Fort Lusern (Province of Trento, Italy) and the recalcified osteological tissue on the skulls of two burials in the protohistoric necropolis of Olmo di Nogara (Province of Verona, Italy). Moreover, the method was employed to create a predictive model to locate “control places” in mountainous environments; the simulation was built for the Western Asiago Plateau (Province of Vicenza, Italy) and then re-applied with success in basin of Bressanone (Province of Bolzano, Italy). The accuracy of the results was verified thanks to respectively ground surveys, remote cross-validation and comparison with published literature. This confirmed the potential of the methodology, giving reasons to introduce the concept of Archaeological Object-Based Image Analysis (ArchaeOBIA), used to highlight the role of object-based applications in archaeology.
Il campo del remote sensing ha vissuto un incredibile sviluppo negli ultimi anni per merito della crescente qualità e varietà dei sensori e dell’abbattimento dei costi strumentali. Le potenzialità archeologiche sono state ben presto evidenti. Finora, l’interpretazione dei dati è rimasta però prerogativa dell’operatore umano, mediata dalle sue competenze e dalla sua esperienza. Il progressivo aumento di volume dei dataset (cd. “big data explosion”) e la necessità di lavorare su progetti territoriali ad ampia scala hanno reso ora indispensabile una revisione delle modalità di studio tradizionalmente impiegate in ambito archeologico. In questo senso, la ricerca presentata di seguito contribuisce alla valutazione delle potenzialità e dei limiti dell’emergente campo d’indagine dell’object-based image analysis (OBIA). Il lavoro si è focalizzato sulla definizione di protocolli OBIA per il trattamento di dati tridimensionali acquisiti tramite laser scanner aviotrasportato e terrestre attraverso l’elaborazione di un variegato spettro di casi di studio in grado di esemplificare le possibilità offerte dal metodo in archeologia. I risultati ottenuti hanno consentito di identificare, mappare e quantificare in modo automatico e semi-automatico le tracce del paesaggio di guerra nell’area intorno a Forte Luserna (TN) e il tessuto osteologico ricalcificato sui crani di due inumati della necropoli protostorica dell’Olmo di Nogara (VR). Infine, il metodo è stato impiegato per lo sviluppo di un modello predittivo per la localizzazione dei “punti di controllo” in ambiente montano, che è stato studiato per l’area occidentale dell’Altopiano di Asiago (VI) e in seguito riapplicato con successo nella conca di Bressanone (BZ). L’accuratezza dei risultati, verificati di volta in volta tramite ricognizioni a terra, validazione incrociata tramite analisi da remoto e comparazione con i dati editi in letteratura, ha confermato il potenziale della metodologia, consentendo di introdurre il concetto di Archaeological Object-Based Image Analysis (ArchaeOBIA), per rimarcare le specificità delle applicazioni object-based nell’ambito della disciplina archeologica.
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Sanfilippo, Francesca. « Monitoraggio da dati in situ e telerilevati delle proprietà ottiche delle acque costiere dell’Adriatico a supporto della gestione costiera ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7901/.

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Résumé :
Il presente lavoro è stato finalizzato all’analisi delle caratteristiche spettrali delle acque sia da dati in situ che telerilevati, attraverso l’implementazione di algoritmi semi-empirici e modelli bio-ottici dedicati. Inoltre prende in considerazione la correzione delle immagini ottiche per la mappatura delle concentrazioni del particellato sospeso per osservarne la distribuzione nelle acque costiere dell’Alto Adriatico. Le acque costiere sono caratterizzate da un'alta variabilità di proprietà ottiche che dipende dalle specifiche ambientali e stagionali, dai processi idrodinamici e dalle componenti che contiene. Lo studio della dinamica di dispersione del materiale totale sospeso, analizzato in questo lavoro, è stato possibile proprio grazie alle proprietà ottiche del particellato sospeso che, assieme alla clorofilla, è annoverato tra le sostanze otticamente attive. E’ stata svolta un’analisi pluriennale al fine di valutare quali fossero i diversi fattori che influenzano le dinamiche e la distribuzione del particellato sospeso presente nelle acque costiere nell’area prospiciente il delta del Po. La dinamica di dispersione del materiale sospeso in acque superficiali è modulato da variazioni spazio-temporali legate a diversi fattori, tra i quali sono stati considerati l’influenza dell’apporto fluviale del Po e il contributo derivante da diverse condizioni meteomarine. L’analisi effettuata e i risultati ottenuti sono un contributo preliminare a supporto di una gestione costiera, e può fornire una visuale d’insieme dei principali fattori che determinano la presenza di materiale sospeso nella regione costiera esaminata. Tali informazioni sono utili ad una gestione più informata al fine di ridurre gli impatti legati alla presenza di materiale sospeso nelle acque dell’area presa in esame. Le attività svolte sono incluse nel progetto CYAN IS WAS all’interno del programma esecutivo sulla cooperazione scientifica e tecnologica tra la Repubblica d’Italia e il Regno di Svezia per gli anni 2010-2013 e nell’ambito del progetto bandiera RITMARE.
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Murer, Bianca. « Emergenza e pandemia : Traduzioni dal sito web del Robert Koch Institut ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Ci troviamo in un singolare momento storico dovuto alla pandemia. In tutto il mondo si sono prodotti enormi cambiamenti della vita quotidiana, sono stati, e continuano ad essere, presi provvedimenti restrittivi al riguardo. Quest’emergenza sanitaria internazionale è qualcosa di nuovo, e nonostante gli studi sul SARS-CoV-2 siano moltissimi, le domande rimangono tante e altrettanti sono i dettagli che ancora non si sanno. In Germania il Robert Koch Institut è l’ente di riferimento per la situazione sanitaria, e attraverso il Covid è diventato ancora più importante. La voglia di rendere accessibile la pagina web anche al pubblico italiano mi ha spinto a scegliere il sito web del Robert Koch Institut come oggetto della mia tesina. In seguito, propongo degli approfondimenti sui compiti del RKI e il suo ruolo in Germania, facendone un confronto con l’Italia. Successivamente entro nello specifico del lavoro di traduzione con un’analisi dei tipi di testi, esponendo poi le varie proposte di traduzione per la Home della pagina web, per parti di altre sezioni di approfondimento sul SARS-CoV-19 e per le strategie da adottare per limitarne il contagio. Infine, il focus verte sulle difficoltà riscontrate nel tradurre. Per ultimo la bibliografia e in allegato la grafica originale delle schermate del sito web che sono state tradotte.
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Parnanzone, Francesca. « Analisi del sito EVI-II nel bacino del fiume Holtum (Danimarca) : monitoraggio e modellazione numerica per la previsione di flussi sotterranei e della loro interazione con sorgenti in zone umide ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
Parte di questo lavoro è stata svolta in Danimarca, presso l’Università di Copenaghen, in collaborazione con il GEOCENTER. Si è realizzata una modellizzazione dei flussi sotterranei in un'area del bacino del fiume Holtum, nell’ambito del progetto TReNDS EVI-II. Il lavoro è stato strutturato in diverse fasi. Preliminarmente è stato condotto un inquadramento generale del sito di studio, ripercorrendo le caratteristiche idro-geologiche finora conosciute. E’ stata data importanza agli studi svolti negli anni precedenti, riguardanti siti vicini per cercare di individuare i processi più rilevanti. Successivamente, si sono studiate le leggi che governano il moto nelle acque sotterranee, i parametri che influenzano maggiormente tali fenomeni e le leggi di propagazione dei contaminanti. Si è poi spostata l’attenzione sulle campagne di raccolta dati, gli strumenti utilizzati e l’elaborazione delle osservazioni raccolte in situ. E’ da considerarsi questa come la fase principale sulla quale si è realizzata una modellazione numerica dei flussi sotterranei e della loro interazione con sorgenti in zone umide. Il modello numerico è stato calibrato e validato. Entrambe queste fasi sono state effettuate sulla base di dati provenienti da due mesi di osservazioni differenti. Infine, si è approcciato il problema del trasporto di nitrati e la relativa modellazione tramite software MT3DMS.
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Balducci, Luca. « Analisi ed interventi di mitigazione nel sito archeologico di Uplistsikhe (Georgia) ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
L'elaborato ha come scopo l'analisi della parete sud-ovest del sito archeologico di Uplistsikhe (Georgia) e la progettazione preliminare di un intervento di consolidamento per una porzione di tale parete. Come prima fase è stata svolta l'analisi cinematica sia sull'intera parete in questione, che su una porzione di quest'ultima, dove si è recentemente verificato un crollo. Successivamente si sono effettuate determinate prove di laboratorio, al fine di caratterizzare la roccia presente nel sito di Uplistsikhe. Queste prove sono state possibili grazie a due campioni recuperati durante i recenti sopralluoghi dell'area (ad uno di questi ha partecipato anche il sottoscritto). Si è proseguito quindi con lo svolgimento di un'analisi a ritroso di un crollo avvenuto tra la fine del 2018 e i primi mesi del 2019. Tale studio è stato effettuato per definire i parametri di resistenza mobilitati al momento del collasso. Infine è stata realizzata una progettazione preliminare di un intervento di consolidamento tramite barre passive. Tale intervento è stato dimensionato facendo riferimento ad una zona della parete in cui sono ben visibili fratture e potenzialmente predisposta a fenomeni di dissesto. E' stato poi inserito, in conclusione, un progetto per una rete per il monitoraggio topografico, che andrebbe ad aggiungersi ai sensori già presenti in situ.
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