Articles de revues sur le sujet « Mondo storico »

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1

Grossi, Paolo. « Il mondo delle terre collettive. Notazioni storico giuridiche ». La Nuova Giuridica 1, no 1 (14 septembre 2022) : 10–12. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1813.

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Tabouret-Keller, Andrée. « Panorama storico del “Mondo Bilingue” : 1951-2010 ». Éducation et sociétés plurilingues, no 46 (1 juin 2019) : 5–6. http://dx.doi.org/10.4000/esp.3675.

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3

Amerio, Piero. « L'action research tra psicologia sociale e politica ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (février 2011) : 23–50. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003002.

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Résumé :
La profonda connessione tra teoria e pratica che caratterizza l'contribuisce a delineare un'ottica piů ampia e realistica sulle relazioni tra mondo individuale e mondo sociale grazie alle competenze di azione pratica che attribuisce all'essere umano. Č questa attivitŕ che ha permesso alla nostra specie di trasformare l'ambiente e di produrre il mondo storico-sociale in cui viviamo, ed č l'azione che consente alle persone di intervenire concretamente nelle situazioni, di affrontare problemi individuali e collettivi e di produrre cambiamenti. Seguendo le vicende storico-sociali in cui si č costituito, viene delineato un dominio pratico nel quale il «sociale» esce da visioni generiche e astoriche e diviene un contesto realistico di eventi, di risorse e di limitazioni, di conflitti e di solidarietŕ. A questo quadro e alle persone in esso situate vengono date specifiche dimensioni psicologiche sulla base del pensiero di James e della piattaforma operativa teorico-empirica di Lewin.
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4

Migliorati, Piergiacomo. « C.G. Jung, oggi ». STUDI JUNGHIANI, no 49 (mai 2019) : 9–16. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2019oa7906.

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L'autore, padre storico di Studi Junghiani e maestro di molti analisti dell'AIPA, nell'editoriale del primo numero della Rivista, qui ristampato, faceva il punto sulla psicologia analitica in quel momento storico. Le sue domande suonano ancora oggi, dopo ventiquattro anni, incredibilmente attuali: "qual è il rapporto tra la psiche e il mondo di oggi? E quale parola l'analisi ha ancora da dire in proposito?"
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Visceglia, Maria Antonietta. « Claudio Donati storico della nobiltÀ ». SOCIETÀ E STORIA, no 129 (décembre 2010) : 563–83. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-129007.

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Résumé :
Questo contributo si propone di tracciare un profilo di Claudio Donati storico della nobiltÀ, gettando luce sulla coerenza del suo percorso di ricerca, esaminando le motivazioni, le letture e gli obiettivi che lo hanno portato ad indagare questo ambito di ricerca. Lo studio delle relazioni tra il potente vescovo-principe di Trento, legato alla corte degli Asburgo, ma eletto dal Capitolo (a sua volta composto da canonici tedeschi e di nazione "italiana"), le élites urbane e la nobiltÀ feudale fu un'occasione per mettere a fuoco, nel contesto di quella particolare area di confine che fu il Trentino d'antico regime, le relazioni esistenti tra "ecclesiastici e laici" e generň in lui un perdurante interesse per lo studio delle stratificazioni del mondo nobiliare nell'etÀ moderna. All'inizio degli anni settanta Donati intraprese un esteso lavoro di ricerca sui trattati nobiliari, dalle loro origini medievali fino al XVIII secolo, senza trascurare i protagonisti minori di quel dibattito e adottando un approccio rigorosamente comparativo con gli studi di Brunner, Stone, Huppert, Stuart Woolf, Zenobi, Brizzi, Fasano Guarini... Ne č risultato un ricco affresco delle ideologie nobiliari, capace di comprendere la dialettica tra differenti modi di intendere la nobiltÀ - centrata sulla relazione tra virtů o decadenza - ma anche l'evoluzione dei valori nobiliari che durante l'etÀ dei lumi dovettero venire a patti con altri quali ricchezza, spirito di servizio, appartenenza nazionale. L'idea di nobiltÀ, pubblicato da Laterza nel 1988, č rimasto una contributo seminale nella storiografia italiana, ma Donati non č rimasto ancorato a quell'approccio: in molti dei suoi successivi studi, tramite nuove incursioni archivistiche, Donati non a mai smesso di problematizzare il composito mondo della nobiltÀ italiana, ricostruendo il profilo degli attori sociali senza rinunciare a ricondurli alle varie situazioni istituzionali e alle concrete strutture statuali, militari ed ecclesiastiche d'antico regime in cui si trovarono ad agire.
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Fantappiè, Carlo. « La Santa Sede e il Mondo in prospettiva storico-giuridica ». Rechtsgeschichte - Legal History 2012, no 20 (2012) : 332–38. http://dx.doi.org/10.12946/rg20/332-338.

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Ciglioni, Laura, et Guido Panvini. « Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Jean-François Sirinelli ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (février 2022) : 177–83. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-002006.

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Résumé :
Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Jean-François Sirinelli.
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Ciglioni, Laura, et Guido Panvini. « Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Federico Romero ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (septembre 2020) : 109–16. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001004.

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Résumé :
Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Federico Romero.
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Noether, Emiliana P., et Gianfausto Rosoli. « Scalabrini tra vecchio e nuovo mondo. Atti del Convegno Storico Internazionale. » International Migration Review 25, no 3 (1991) : 638. http://dx.doi.org/10.2307/2546777.

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Ferrarese, Maria Rosaria. « Francesco Galgano e il suo inesauribile viaggio tra diritto ed economia ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (décembre 2012) : 137–50. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003008.

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Una parte rilevante del programma scientifico realizzato da Francesco Galgano puň essere descritta come un lungo viaggio nel rapporto tra diritto e mondo economico. Nonostante il profilo di professore di diritto privato e commerciale, egli ha sempre coltivato uno sguardo storico e sociologico sul diritto, che gli ha permesso di cogliere non solo il cambiamento delle tecniche e degli istituti giuridici, ma anche le ricadute in ambito sociale ed economico. Attraverso i suoi molti lavori sul tema, dagli anni settanta del secolo scorso, fino ai recenti anni di globalizzazione, si possono cogliere i profondi cambiamenti non solo nel mondo dell'impresa e delle relazioni giuridiche, ma anche nel clima culturale e negli attori e protagonisti dello scenario giuridico.
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Brambilla, Elena. « La storia di Claudio Donati. Presentazione ». SOCIETÀ E STORIA, no 129 (décembre 2010) : 553–54. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-129005.

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Quanto segue raccoglie la maggior parte dei contributi a due giornate di studio tenute il 22-23 gennaio 2009 a Milano in memoria di Claudio Donati, prematuramente scomparso nel 2008. I testi sono stati selezionati in quanto originali (alcuni altri erano giÀ stati ormai pubblicati) e intendono presentare il profilo scientifico, professionale e umano di Claudio Donati come storico dei rapporti tra mondo italiano e asburgico, dell'illuminismo, della nobiltÀ e delle istituzioni ecclesiastiche e militari in etÀ moderna.
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Visconti, Agnese. « Di lupi, genti e luoghi. Storie e rappresentazioni dal Medioevo a oggi ». Natural History Sciences 9, no 1 (9 mars 2022) : 77–78. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2022.595.

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Il dossier di Archivio Storico Ticinese che qui si presenta, prende le mosse, come scrive Andrea Martignoni nell’Introduzione ai sette contributi che lo compongono, dall’osservazione di come il ritorno del lupo sugli Appennini e sulle Alpi − dopo un periodo relativamente lungo di assenza dovuto allo sterminio attuato tra l’epoca moderna e l’inizio del secolo scorso − abbia posto la questione centrale della convivenza tra l’uomo e l’animale, la cultura e la natura, la pastorizia e il mondo dei predatori, polarizzando e dividendo l’opinione pubblica [...].
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Artico, Tancredi. « Rappresentare gli inglesi. Forme e funzioni della diversità riformata nel poema epico-cavalleresco tra Manierismo e Barocco ». Quaderni d'italianistica 42, no 2 (28 novembre 2022) : 43–69. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v42i2.39691.

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Il presente articolo si focalizza sul tema della rappresentazione degli inglesi nell’epica del Cinque e Seicento, con l’obiettivo di offrire un preliminare inquadramento dei concetti chiamati in causa nei principali poemi in ottave, (dal Furioso, alla Liberata e i suoi epigoni), e una loro spiegazione in controluce all’evolversi storico dei rapporti tra mondo cattolico e riformato. Ciò che emerge con immediata evidenza è che con lo scisma di Enrico VIII si chiude una prima fase, in cui i rapporti di forza tra mondo cattolico e riformato si mantengono su un equilibrio paritario e di conseguenza domina un’idea classica-erudita dell’alterità nordica (contraddistinta da una forza primigenia e ferina, ma positiva), e se ne apre una seconda, nella quale l’affermazione della potenza inglese produce un incremento degli stereotipi negativi, che si raccolgono nella filiera tematica della lussuria, demonica ispiratrice e motivo-guida di tutte le rappresentazioni degli inglesi.
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Saitto, Francesco. « RAGIONANDO SUL TRATTATO DI MAASTRICHT COME MOMENTO DI “FRATTURA” : PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA E TRASFORMAZIONI DEL SISTEMA ECONOMICO ». Il Politico 251, no 2 (3 mars 2020) : 138–57. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.241.

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L'articolo esamina il Trattato di Maastricht in una prospettiva storica e comparativa, concentrandosi sulle sue implicazioni economiche e costituzionali. Il Trattato di Maastricht viene quindi contestualizzato in un processo storico, evidenziando i tentativi dello Stato costituzionale europeo di affrontare la crisi del cosiddetto "liberalismo incorporato" dopo la caduta di Bretton Woods. Questo processo ha avuto significativi contraccolpi economici e politici in tutto il mondo. In Europa, gli anni Settanta sono stati caratterizzati da un'elevata instabilità economica, soprattutto in considerazione del sistema monetario e del crescente debito pubblico. Da allora è nata l'esigenza di una nuova forma di radicamento democratico del capitalismo, con l'obiettivo di creare un nuovo equilibrio tra capitalismo e democrazia. Sebbene pieno di contraddizioni, il Trattato di Maastricht rappresentava un tentativo di far fronte a questo mutevole ordine mondiale economico e politico. In quel periodo il sistema politico italiano si trovava a fronteggiare un'insopportabile instabilità economica e il Trattato di Maastricht rappresentava un'opportunità per favorire una riforma del sistema politico ed economico "dall'esterno" attraverso un "vincolo esterno", come lo definì Guido Carli. Non era la prima volta nella storia italiana. Un nuovo processo è iniziato e, pieno di contraddizioni e inadeguatezze, è ancora in corso.
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Ghigi, Nicoletta. « Il Galileo di Husserl ne La Crisi delle scienze europee ». Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 4, no 2 (22 août 2021) : 129–36. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v4i2.27978.

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Muovendo dall’analisi del pensiero galileiano che Husserl svolge nella celebre conferenza di Praga, edita successivamente con il titolo di La crisi delle scienze europee, in questo lavoro ci si prefigge di mettere il luce come, nonostante i meriti che il padre della fenomenologia riconosca al filosofo scienziato Galileo Galilei, alcuni grandi errori filosofici si sono perpetuati nella storia proprio a seguito della divulgazione e applicazione del suo metodo alle scienze umane. Il concetto di quantificazione, ad esempio, nato dall’idea della matematizzazione della natura, ha condotto la riflessione scientifica della psicologia ad un vicolo cieco e ad una impossibilità reale di poter comprendere a fondo la complessa struttura della natura spirituale dell’essere umano. La riflessione (la “presa di coscienza storica”) sulla perpetuazione di una forma mentis che nasce dall’assunzione di tale metodo, può dunque, secondo Husserl, salvarci dalla profonda crisi in cui a conseguenza di ciò sono scivolate le scienze. Tanto più importante oggi, in un momento storico così articolato e delicato, in cui la psicologia ha assolutamente bisogno di tornare a dialogare con la dottrina dell’anima e con una considerazione della natura non quantificabile dello spirito umano e del mondo-della-vita.
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Maffi, Luciano, et Martino Lorenzo Fagnani. « Milano "in omnibus". Esposizioni e turismo urbano nella seconda metà dell'Ottocento ». STORIA IN LOMBARDIA, no 2 (septembre 2020) : 94–113. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002005.

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La seconda metà dell'Ottocento è segnata da un incredibile exploit di tecnologia, scienza e rinnovamento industriale in tutto il mondo occidentale. Vetrina del progresso sono le grandi esposizioni, spettacolari kermesse internazionali come quella di Londra nel 1851 o quella di Parigi del 1889. Anche il Regno d'Italia, appena nato nel 1861, si cimenta nell'organizzazione di eventi simili. Si tratta di esposizioni su scala più ridotta, che intendono soprattutto contribuire alla formazione dell'identità nazionale. In più, la grande affluenza di visitatori nelle città ospitanti aiuta a delineare il ramo del turismo urbano. In questo, l'Italia può affiancare il proprio patrimonio storico-artistico alle espressioni di progresso. Il nostro articolo considera questi due aspetti a Milano negli anni Settanta. In particolar modo, analizziamo la percezione che la società milanese da una parte e i visitatori esterni dall'altra hanno dell'Esposizione industriale italiana (1871), dell'Esposizione storica d'arte indu-
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Bloom, Dan. « Intenzionalità di contatto : tessere la trama della relazionalità ». QUADERNI DI GESTALT, no 1 (juin 2021) : 61–72. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-001007.

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La pandemia da Coronavirus è un evento storico mondiale. Viviamo in un mondo post-Coronavirus. Questo scritto si occupa di come i concetti gestaltici di intenzionalità, contatto e relazionalità si integrino come intenzionalità di contatto che forma il tessuto della relazionalità. Questi concetti sono presentati secondo la prospettiva fenomenologica e personale dell'autore, che vive nella città di New York, durante il picco della pandemia. Il presente articolo è l'adattamento di una presentazione ad una conferenza online, "Dialoghi sulla psicoterapia ai tempi del Coronavirus", tenutasi il 16 maggio 2020 e organizzata dall'Istituto di Gestalt HCC Italy.
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Zampieri, Pier Paolo. « Imparare da favara. Radici culturali e prospettive di una rigenerazione urbana di successo ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (janvier 2022) : 119–29. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003009.

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La fabula di una coppia innamorata, e ancor più innamorata della propria terra, che investe le proprie risorse per generare un futuro diverso nel proprio comune attraverso la creatività, l'architettura e l'arte trasformando un perimetro ottocentesco di ruderi e abusivismo, collocato in un centro storico abbandonato nella parte sudoccidentale della Sicilia, nel roboante "sesto posto al mondo come meta turistica culturale" https://blog.purpletravel.co.uk/ è, non solo mediaticamente, irresistibile. L'analisi proposta cercherà di sottrarsi al mantra celebrativo a cui è, giustamente, sottoposto dalla letteratura scientifica e dal carnivoro interesse mediatico, inserendo Farm Cultural Park in un processo che per quanto innervato di contemporaneità e in-tenzioni prospettiche trova le ragioni culturali del suo successo nell'emporio di Storia, segni e contraddizioni che hanno caratterizzato una regione ossimorica come la Sicilia, posta al centro del mediterraneo e al margine meridionale dell'Occidente.
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Capogreco, Carlo Spartaco. « Da Ventimiglia a Nonantola (1958-1997). Il "viaggio in Italia" di Klaus Voigt. Un ricordo ». MONDO CONTEMPORANEO, no 3 (septembre 2022) : 169–81. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-003007.

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L'autore ricorda per Mondo Contemporaneo lo storico tedesco Klaus Voigt, scomparso a Berlino il 21 settembre 2021, suo sincero amico. Internazionalmente noto per le ricerche sull'Esilio tedesco, in Italia Voigt è molto conosciuto anche per aver ricostruito la storia dei "ragazzi di Villa Emma", un gruppo di adolescenti ebrei dell'Europa centro-orientale che nel 1942, dopo un'incredibile peregrinazione, approdò a Nonantola, nel modenese. Era nato a Berlino il 2 novembre 1938 e - partito dalla storia medievale - si era dedicato poi allo studio dell'idea di unione europea. E, in età più matura, a quello dei profughi (soprattutto ebrei) dalla Germania nazionalsocialista. Il suo lavoro più noto è Zuflucht auf Widerruf (in italiano, Il rifugio precario). Il tema del rapporto con l'Italia è al centro della conversazione amichevole tra Capogreco e Voigt, del 2016, pubblicata qui per la prima volta. Seppure concluso piuttosto bruscamente, per un imprevisto, il racconto di Voigt è molto fresco e spontaneo. E termina proprio con un richiamo a Nonantola, il luogo dove egli, a metà degli anni Novanta, avviò la sua poderosa ricerca sui ragazzi ebrei in fuga dal nazismo.
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Sanzi, Ennio. « La dialettica singolo-collettività nei cosiddetti “culti orientali” del mondo imperiale romano. Esemplificazioni storico religiose ». Dimensões 3, no 42 (1 juillet 2019) : 135–50. http://dx.doi.org/10.23871/dimensoes-n42-26446.

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Il secondo ellenismo ha riservato ampio spazio alla dimensione onirica individuale come dimostra l’esperienza onirica di Elio Aristide. Le testimonianze analizzate relative ai culti di Iside e Serapide e di Iuppiter Optimus Maximus Dolichenus mettono in evidenza la predilezione dimostrata dalla divinità nei confronti del fedele visitato in sogno e la legittimazione dello stesso fedele da parte della collettività. Tale condivisione finisce per rafforzare il legame tra la collettività stessa (della quale fa parte il prescelto) e la divinità.
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Ferrari, Paolo. « Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 261 (février 2011) : 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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NACCI, MATTEO. « Considerazioni storico-giuridiche sulle ‘relazioni Chiesa-Mondo’ nel Concilio di Trento e nel Concilio Vaticano II ». Prawo Kanoniczne 59, no 2 (21 janvier 2017) : 89. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2016.59.2.06.

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Gentiloni Silveri, Umberto, Giovanni De Luna et Camillo Brezzi. « Uno storico nel suo tempo / L'avventura de «Il mondo contemporaneo» / Nicola Tranfaglia e l'Archivio dei diari ». STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no 85 (mars 2022) : 132–52. http://dx.doi.org/10.3280/spc2020085008.

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Tekavčić, Pavao. « Ladinia, Sföi culturâl dai Ladins dies Dolomites, IX (1985), pp. 1-260 ; X (1986), pp. 1-'-231. » Linguistica 27, no 1 (1 décembre 1987) : 180–85. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.27.1.180-185.

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Résumé :
Il numero IX (annata IX) della rivista pubblicata dall'Istitut Ladin «Micunà. de Rü» continua la fisionomia degli otto volumi precedenti (se ne vedano le recen­ sioni in «Linguistica>> 21 /19811, pp. 325-331 e 26/1986/, pp. 202-210), offren­ doci svariati studi sul mondo retoromanzo (soprattutto dolomitico) nei suoi aspetti linguistici, filologici, letterari, etnografici. e folcloristici, storico-culturali, politici e glottopolitici ecc. Anche il volume IX si divide in due parti: la prima, che (faute de mieux; essendo essa senza titolo) possiamo definire non-letteraria, e la seconda che reca il già noto titolo di lnjunta leterara. Aggiungiamo subito che la bella veste gra­ fica,' lo scarso numero di errori di stampa, gli annunci pubblicitari e le fotogtafie (a colori e in bianco e nero) si ritrovano anche nel volume IX.
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Ligota, C. « Review. An inferiority complex. Lo studio storico del mondo antico nella cultura Italiana dell'Ottocento. L Polverini (ed) ». Classical Review 46, no 2 (1 février 1996) : 364–65. http://dx.doi.org/10.1093/cr/46.2.364.

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Noether, Emiliana P. « Book Review : Scalabrini tra vecchio e nuovo mondo. Atti del Convegno Storico Internazionale. (Piacenza, 3–5 dicembre 1987) ». International Migration Review 25, no 3 (septembre 1991) : 638–39. http://dx.doi.org/10.1177/019791839102500322.

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Semeraro, Giovanni. « Filosofia da práxis e as práticas político-pedagógicas populares ». Educação e Filosofia 28, no 55 (22 septembre 2014) : 131–48. http://dx.doi.org/10.14393/10.14393/revedfil.issn.0102-6801.v28n55a2014-p131-148.

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FILOSOFIA DA PRÁXIS E AS PRÁTICAS POLÍTICO-PEDAGÓGICAS POPULARES RESUMO: O artigo resgata o sentido “revolucionário” da filosofia da práxis inaugurada por K. Marx e aprofundada por A. Gramsci e aponta conexões com as atuais práticas político-pedagógicas populares. Mostra como Marx revoluciona a concepção de filosofia não apenas porque unifica inseparavelmente pensamento e atividade material, teoria e prática, mas, principalmente pelo fato inaudito de reconhecer o protagonismo histórico do proletariado. É Gramsci, no entanto, quem explicita, amplia e atualiza de maneira original as virtualidades da filosofia da práxis mostrando os aspectos que a projetam como a mais avançada visão de mundo e como expressão revolucionária das classes subalternas que se organizam politicamente para romper com a submissão e se tornar dirigentes. Sendo uma construção histórica que assume diferentes configurações em diversas situações e lugares, o artigo traça uma análise das novas formas que hoje a filosofia da práxis apresenta nas insurgências populares que vêm ocorrendo no Brasil e no mundo. Palavras-chave: Filosofia. Política. Educação. RIASSUNTO: L’articolo riscatta la dimensione “rivoluzionaria” della filosofia della prassi inaugurata da K. Marx e approfondita da A. Gramsci e segnala punti di contatto con le attuali pratiche politico-pedagogiche popolari. Mette in evidenza come Marx rivoluziona la concezione di filosofia non solo perché unifica inseparabilmente pensiero e attività materiale, teoria e pratica, ma principalmente per il fatto inaudito di riconoscere il protagonismo storico del proletariato. È Gramsci, però, l’autore che esplicita, allarga e attualizza in modo originale le virtualità della filosofia della prassi mostrando gli aspetti che la proiettano come la più avanzata visione di mondo e come espressione rivoluzionaria delle classi subalterne che si organizzano politicamente per vincere la sottomissione e diventare dirigenti. Essendo una costruzione storica che assume differenti configurazioni in diversi luoghi e situazioni, l’articolo traccia un’analisi delle forme che oggi la filosofia della prassi presenta nelle insorgenze popolari che avvengono in Brasile e nel mondo. Parole chiave: Filosofia. Politica. Educazione. Data de registro: 10/03/2014 Data de aceite:23/04/2014
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Bassi, Jacopo. « La periferia ecclesiastica ortodossa nel Sud-Est europeo negli anni Venti e Trenta. Il caso dell'Epiro e dell'Albania ». MONDO CONTEMPORANEO, no 3 (avril 2011) : 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003001.

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Résumé :
La caduta dell'Impero ottomano comportň un mutamento anche nelle relazioni interne al mondo cristiano ortodosso. La creazione e il consolidamento degli Stati nazionali balcanici e delle Chiese ortodosse autocefale posero le basi per la ridefinizione dei confini giurisdizionali delle Chiese nazionali. Negli anni Venti e Trenta l'Albania e la Grecia cercarono di manovrare le istituzioni religiose ortodosse per esercitare pressione sul Patriarcato ecumenico: obiettivo delle azioni diplomatiche greche e albanesi era quello di spostare l'influenza culturale esercitata dalle istituzioni religiose sulle popolazioni dell'area dell'odierna Albania meridionale, abitata in prevalenza da fedeli ortodossi. Lo Stato greco era desideroso di poter avanzare rivendicazioni su questi territori: la difesa della popolazione ortodossa rappresentava una giustificazione ideale. La zona oggetto della disputa divenne cosě una, contesa tra la tradizionale giurisdizione patriarcale, la nascente Chiesa ortodossa albanese e la Chiesa di Grecia, desiderosa di ereditare da Costantinopoli il prestigio e il retaggio storico della cristianitŕ orientale.
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Scerbo, Alberto. « L’infinita vanità del tutto. Sul politico e giuridico nel pensiero di Leopardi ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 2 (mai 2019) : 389–407. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819836663.

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Résumé :
L’approfondimento del rapporto duale tra natura e ragione, da cui origina la relazione tra poesia e filosofia, costituisce il viatico per un’indagine riguardante il pensiero di Leopardi in ordine al problema politico e giuridico. Premesso, così, lo scarto esistente tra stato di natura e stato di società, si analizzano le diverse forme sociali, all’interno di un discorso che propone il confronto critico tra antichità e modernità e senza discostarsi dal disegno della storia. Nella consapevolezza di ricondurre il tema politico ad una dimensione di autenticità, in cui la ragione sia integrata dalla natura, si procede poi ad una riflessione sulle forme di governo, distinguendo tra piano teoretico e piano storico. La scientificità propria della modernità detta l’atteggiamento di fondo leopardiano nei confronti del diritto e motiva la messa in discussione dell’esistenza della legge naturale, ma anche la valutazione mitica dell’idea di giustizia. L’approccio venato da un sostanziale realismo materialistico impedisce di ricercare significati profondi nelle dinamiche giuridiche e finisce per connettere l’efficacia del diritto al mero egoismo individualistico. Si rimarcano i limiti insuperabili nel funzionamento del diritto, sia di tipo funzionale che strutturale, e si rileva la distanza del fenomeno giuridico dal mondo della natura, con quanto ne consegue su ogni eventuale aspirazione all’universalità.
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Cogliani, Maurizio. « Musica e bellezza. Sinestesia etico-estetica e origine del pensiero creativo ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 16 (septembre 2011) : 105–23. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016008.

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Résumé :
La nota affermazione del principe Miskin nell'Idiota di Dostoevskij («La bellezza salverŕ il mondo»), offre una singolare chiave di lettura che, sulla base di un'interpretazione letterale del testo russo, conduce a invertire i termini della frase: "Il mondo salverŕ la bellezza". Affinché ciň sia possibile, č necessario che il mondo recuperi l'essenza del bello che consiste nella sua gratuitŕ; nell'essere, cioč, irriducibile a ogni definizione, e che pertanto trova un imprescindibile punto di riferimento nellaplotiniana, tradotta col termine "grazia". La grazia, per la sua neutralitŕ, rappresenta lo spazio aperto in cui far interagire la bellezza e il mondo: ciň che rende possibile un'esperienza che č insieme estetica ed etica. Il carattere immediato della grazia puň essere poi riferito sul piano psicoanalitico all'in quanto cognizione intuitiva propria del procedimento inconscio che attiva successivamente il processo consapevole su un piano culturale, linguistico, storico. Recuperando, quindi, nella gratuitŕ della bellezza anche la componente psicoanalitica che dall'inconscio arriva alla consapevolezza di sé, si amplia il significato stesso di bellezza e dell'esperienza estetica, la quale si contrassegna come conoscenza estesico-estetica che consiste primariamente nell'esercizio di una sensibilitŕ in grado di percepire ed elaborare sensazioni tramite l'. All'incrocio tra etica ed estetica si pone l'esperienza musicale. Nella sua sostanziale intraducibilitŕ, la musica č veicolo o "contenitore di risonanza" per le emozioni: il simbolo musicale appare oggettivamente come significante vuoto che mentre vanifica l'orizzonte dei concetti definiti, evoca quello indefinito dell'immaginazione e degli affetti. L'ascolto musicale, dunque, attiva una percezione interiore, una sorta di "insight estetico" (Di Benedetto, 2000) a livello inconscio, di per sé intraducibile in quanto proprio delle forme del pensiero simmetrico (Matte Blanco, 1981), suscettibile, poi, di essere dispiegato attraverso le relazioni asimmetriche proprie del pensiero logico. Č in questa chiave che puň essere interpretato il concetto di "tensione rinviante" (Morelli, 2010): qualitŕ evolutiva tipicamente umana che ci rende capaci di creare quello che ancora non c'č e di innovare l'esistente. Le esperienze estetiche che emergono dalle categorie a cui questa tensione rinvia hanno nella discontinuitŕ e nella creazione dell'inedito un fattore comune che in musica si ritrova a livello sia compositivo che improvvisativo. In conclusione, la musica, evocando e inducendo emozioni, rimanda a una dimensione di senso il cui nucleo č costituito dalla confluenza di sentire e pensare e che, nell'infinita combinazione di simmetrico e asimmetrico, rivela il vero volto della creativitŕ, in un processo che coinvolge anche la conoscenza e l'apprendimento.
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Prina, Federico. « «Amnesia in Fancy Dress» : il pageant in Between The Acts di Virginia Woolf e in Wigs on the Green di Nancy Mitford ». ACME 74, no 1 (26 novembre 2021) : 181–200. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/16797.

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Résumé :
Il saggio si pone come obiettivo l’analisi della rievocazione storica, il pageant, e del suo significato all’interno di due romanzi inglesi dell’interwar period: Between the Acts (1941) di Virginia Woolf e Wigs on the Green (1935) di Nancy Mitford. Il pageant ha rivestito un ruolo di primo piano nell’Inghilterra degli anni compresi fra le due guerre, assurgendo a simbolo della tradizione inglese e della Englishness,e trovando, inoltre, un forte riscontro nella letteratura di quel periodo. In Between the Acts, la rievocazione storica messa in scena da Miss La Trobe nel cuore della campagna inglese, sul prato di Pointz Hall, è il riflesso del caos ineluttabile che contraddistingue la condizione umana nel mondo moderno e del profondo senso di solitudine e di isolamento della società inglese sull’orlo della Seconda Guerra Mondiale. Mitford utilizza invece il pageant come strumento per smascherare l’inconsistente ideologia nazionalista del fascismo inglese di quegli anni, considerata dalla scrittrice solo vuota retorica priva di uno scopo concreto, e rappresentata, in Wigs on the Green, dal personaggio di Eugenia Malmains, la più ricca ereditiera inglese – versione romanzesca della sorella della scrittrice, la fascista Unity Valkyrie – fervente sostenitrice di Captain Jack e delle Union Jackshirts, partito fascista immaginario basato sulla British Union of Fascists di Sir Oswald Mosley. Partendo da una breve introduzione del pageant e del ruolo che riveste nella letteratura inglese degli anni ’30, si passa poi alla sua contestualizzazione all’interno delle opere di queste due scrittrici, focalizzandosi, in particolare, sul significato che assume in relazione al quadro storico-politico, culturale e sociale.
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Strazzeri, Marcello. « La giuridificazione organizzativa dello stato sociale ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (février 2012) : 105–12. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003009.

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Résumé :
La tendenza alla giuridificazione si colloca all'interno di un processo storico piů generale, della cui dinamica sociale ed istituzionale scandisce snodi essenziali. E tuttavia si puň propriamente parlare di giuridificazione quando tale tendenza assume, nelle societŕ moderne, una rilevanza tale da produrre una vera e propria proliferazione del diritto scritto. Correlativo e conseguente al processo di giuridificazione č l'ampliamento della sfera di attivitŕ, precedentemente regolata in modo informale, che viene assoggettata a normazione giuridica. La codificazione giuridica specialistica di stati di fatto globali interviene in una fase di ulteriore spinta del processo sotto forma di "coagulazione del diritto". Ispirandosi alla teoria dell'agire comunicativo, l'articolo esamina l'ascesa, l'affermarsi e il proliferare del processo di giuridificazione, con l'obiettivo di stabilire se e come tale tendenza abbia favorito l'emergere e il definirsi istituzionale di istanze del mondo vitale; se, inoltre, allo stato attuale del processo, queste istanze possano ancora essere promosse o non sia auspicabile un processo inverso di de-giuridificazione.
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Gasperoni, Domenico. « Amministrazione sammarinese : agenzia culturale e di sviluppo economico ? » RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (septembre 2011) : 57–77. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003005.

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Résumé :
In ogni momento di crisi e di grandi cambiamenti politici, sociali ed economici del mondo esterno, la Repubblica di San Marino subisce un attentato alla sua identitŕ. Per sopravvivere si trova ogni volta costretta a ripensarsi e a riposizionarsi. L'autore illustra l'appuntamento storico di oggi, che si gioca con tre soggetti: la grande crisi economico-finanziaria mondiale, la nascita dell'Europa e un mutato e difficile rapporto con l'Italia. Fa rilevare che si č alla ricerca di un nuovo modello Paese, mediante il superamento dell'attuale "non modello economico". Per questa prospettiva, secondo l'autore, essenziale diventa il ruolo dell'Amministrazione pubblica, ma di una amministrazione post-burocratica. Viene approfondita l'analisi delle attuali criticitŕ e sono indicate le strade del rinnovamento: la ricerca di unanuova, la ritaratura delle funzioni stesse dello Stato, la riprogettazione di un nuovo modello di welfare. L'autore propone un'ipotesi di lavoro secondo cui l'Amministrazione sammarinese, da problema puň essere parte della soluzione e da consumatrice di Pil, diventerŕ produttrice, anche di conoscenza.
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Kopiec, Maksym Adam. « La missionarietà della Chiesa nell’enciclica Redemptoris missio di Giovanni Paolo II di fronte alle voci del Sinodo Amazzonico ». Teologia w Polsce 14, no 1 (25 septembre 2020) : 103–42. http://dx.doi.org/10.31743/twp.2020.14.1.06.

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Oggetto di questo studio è la questione della natura missionaria della Chiesa, prospettata e rinnovata con più profonda e convincente impostazione come espresso nell’enciclica Redemptoris missio di san Giovanni Paolo II. Il XXX° anniversario della sua promulgazione (7 dicembre 1990) costituisce una ragione particolare per riprendere l’argomento e trattarlo nell’attuale contesto storico-ecclesiale. L’esposizione e l’approfondita ricerca dimostrano l’attualità dei contenuti presenti nel documento e la permanente validità del mandato di Gesù affidato agli apostoli e a tutta la Chiesa di andare nel mondo intero per annunciare il Vangelo e portare il battesimo della salvezza a tutti i popoli. La necessità di riportare all’attenzione questo tema è determinato anche dalla condizione interna della Chiesa stessa che sembra pian piano abbandonare o non considerare con la dovuta serietà il mandato di cui fu investita sin dalle sue origini. Di conseguenza, di fronte ad un indebolimento della consapevolezza missionaria all’interno della Chiesa, riportare e rievocare senza equivoci la questione del compito di evangelizzare appare un impegno necessario.
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Alfieri, Linda, et Enrico Vincenti. « Quale setting per la sofferenza del soggetto ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 37 (septembre 2022) : 103–15. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037009.

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Résumé :
Gli autori partendo dall'accezione ampia di setting, inteso come l'insieme delle dimensioni manifeste e invisibili o implicite, si propongono di analizzare come esso è stato considerato in relazione alla richiesta di aiuto da parte delle persone sofferenti. Ne sottolineano come le dimensioni concrete ed esplicite quali luogo, tempo, frequenze ecc. abbiano importanza relativa rispetto alle dimensioni impli-cite del terapeuta, come le concezioni personali, scientifiche e la visione del mondo. Dopo un breve excursus storico del setting individuale psicoanalitico, si soffermano ad analizzarne l'estensione proposta da alcuni autori tra cui Kaës, Lo Verso e Losso, ma anche la loro visione teorica e la Weltanschauung. Accennano inoltre alla concezione che Michele Minolli ha della sofferenza, non più legata ad esigenze intrapsichiche nel conflitto tra istanze biologiche ed esigenze culturali, e neanche come derivato di particolari tipi di legami, ma connessa allo svol-gersi della vita del soggetto e alla difficoltà dello stesso ad occuparsi attivamente della propria esistenza. Nella seconda parte dell'articolo viene messo a fuoco la costituzione del gruppo di terapia e la lettura delle interazioni familiari.
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Giroletti, Stefania. « L’edificio del romanzo : persistenza e metamorfosi di una figura in Aracoeli ». Cuadernos de Filología Italiana 28 (15 juillet 2021) : 347–62. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.71635.

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Résumé :
Il saggio indaga la funzione delle immagini architettoniche (edifici pubblici o privati, interni di abitazioni, terrazze, villaggi e conglomerati urbani) nell’ultimo romanzo di Elsa Morante, Aracoeli (1982). Partendo dalla constatazione della persistenza di simili immagini nella scrittura di questa autrice, si interroga il senso che assumono nell’opera considerata da molti critici la palinodia del percorso artistico precedente. Le architetture sono interpretate orlandianamente come figura complessa, la quale richiama contemporaneamente l’aspetto materiale (e storico) del mondo extra-testuale e la forma artistica che lo ricompone (famoso è il paragone morantiano fra il romanzo e la cattedrale). Si rivelano quindi quali formazioni di compromesso fra sfera referenziale e poetica, fra spinte costruttive della forma e esigenza di confrontarsi con un esterno che sempre più ne confuta l’ordine. È proprio nell’ambiguità che le caratterizza che simili figure possono farsi chiave di lettura dell’ultimo romanzo di Morante, campo di battaglia finale fra volontà compositiva e tensioni distruttive e non totale resa al caos, né espressione unilateralmente euforica di una liberazione dalle forme.
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Spogli, Emidio. « La pastorale sanitaria dal secoldo VI al secolo XVII ». Medicina e Morale 39, no 3 (30 juin 1990) : 479–502. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1175.

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Résumé :
Il presente lavoro si propone di studiare da un punto di vista storico la pastorale della assistenza negli ospedali religiosi dal VI al XVII secolo. L'autore pertanto passa in rassegna alcune tappe fondamentali, cercando di cogliere in esse quegli elementi che possono ancora oggi ispirare una autentica pastorale sanitaria: la costituzione degli hospitia medievali, sorti lungo le grandi vie di comunicazione e volti soprattutto all'accoglienza di poveri, emarginati, malati e pellegrini: la fondazione dei grandi ordini laicali per l'assistenza dei malati: l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (poi detto dei Cavalieri di Malta), l'Ordine Ospitaliero di Santo Spirito e l'Ordine Ospedaliero di Sant'Antonio di Vienne (sec. XIII); la costituzione di veri e propri ospedali "laici", come l'Ospedale di Santa Maria di Siena e il Pammatone di Genova nel secolo XIV, nei quali comunque l'assistenza spirituale e religiosa aveva un'importanza non secondaria; l'opera di San Camillo de Lellis, grande "animatore di riforme" nel mondo ospedaliero, guidato da una visione globale dell'uomo malato nella sua dimensione spirituale e corporale, e quella altrettanto grandiosa di San Giovanni di Dio e dell'Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli (sec. XVI).
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Vicenza, Giordano. « Multiculturalismo Specifico in Svizzera ». INFLUENCE : International Journal of Science Review 1, no 2 (25 août 2019) : 1–9. http://dx.doi.org/10.54783/influence.v1i2.87.

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Résumé :
Ci sono numerose aree, culture e lingue in Svizzera. In Svizzera, le minoranze sono per lo più minoranze etno-linguistiche la cui lingua comune è unificata. Lo Stato elvetico è stato quindi considerato uno Stato multilingue sin dalla costituzione della Confederazione nel 1848. La Confederazione ei Cantoni devono preservare le minoranze linguistiche. I fondamenti della struttura sociale svizzera sono due principi: libertà linguistica (Sprachenfreiheit) e territorialità con multiculturalismo storico e quattro lingue nazionali (Territorialitätsprinzip). Non esiste una religione di stato ufficiale in Svizzera. La religione predominante è il cristianesimo, l'islam è la più grande minoranza religiosa. Le maggiori confessioni cristiane sono quella cattolica (37,7%) e la CRS (25,5 per cento). La Svizzera ha iniziato l'afflusso di nuove minoranze culturali dopo la seconda guerra mondiale ed era fortemente legata alla migrazione economica e al massiccio numero di lavoratori ospiti dal Terzo mondo e dall'ex Jugoslavia nell'Europa meridionale. La tutela delle minoranze nazionali, ma non delle minoranze culturali, coinvolge il diritto internazionale. La tutela delle minoranze nazionali in Svizzera si basa anche su norme internazionali.
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Medda, Laura. « Scrivere per il teatro Il mondo sardo nei racconti drammatici di Giuseppe Dessì ». Revista Italiano UERJ 12, no 1 (5 septembre 2021) : 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.61943.

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ABSTRACT: Questo articolo riguarda i testi per il teatro dello scrittore sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Nell'ordine, presentiamo i Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e il dramma storico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autore di romanzi e racconti, in questi testi, Giuseppe Dessì rappresenta la complessità del mondo sardo in linea di continuità con quanto espresso nelle sue pagine narrative e saggistiche. Il teatro permette allo scrittore di sperimentare un nuovo linguaggio capace di rappresentare, attraverso i personaggi, non solo azioni e fatti ma anche atmosfere, percezioni e poetiche ragioni caratterizzanti i significati più profondi della sua scrittura. La produzione teatrale dell'autore, ancora oggi considerata di minor rilevanza e non abbastanza studiata dalla critica, è degna invece di maggiore attenzione e approfondimenti: per questo motivo, abbiamo deciso di presentare la figura di Giuseppe Dessì attraverso tre importanti testi drammatici poco conosciuti al grande pubblico estero.Parole chiave: Giuseppe Dessì. Letteratura italiana. Teatro. Narrativa. Sardegna. RESUMO: Este artigo trata da textos para o teatro do escritor sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Apresentamos os Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e o drama histórico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autor de romances e contos, nestes textos, Giuseppe Dessì representa a complexidade do mundo sardo em paralelo com o que expressa nas suas páginas narrativas e ensaísticas. O teatro permite ao escritor experimentar uma nova linguagem capaz de representar, através das vozes dos personagens, não apenas ações e fatos, mas também os ambientes, as percepções e as poéticas, que permeiam os significados mais profundos da sua escrita. A produção teatral do autor, ainda hoje considerada de menor relevância e não suficientemente estudada pela crítica, é digna de maior atenção e aprofundamento: por esse motivo, decidimos apresentar a figura de Giuseppe Dessì através de três importantes textos dramáticos pouco conhecidos do grande público estrangeiro.Palavras-chave: Giuseppe Dessì. Literatura italiana. Teatro. Narrativa. Sardenha. ABSTRACT: This article concerns the texts for the theater of the Sardinian writer Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 - Rome, 1977). In order, we present the Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) and the historical drama Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Important author of novels and short stories, in these texts, Giuseppe Dessì represents the complexity of the Sardinian world in line with what is expressed in his narrative and non-fiction pages. The theater allows the writer to experience a new language capable of representing, through the characters, not only actions and facts but also atmospheres, perceptions and poetic reasons characterizing the deepest meanings of his writing. The theatrical production of the author, still today considered of minor importance and not sufficiently studied by the critics, is instead worthy of greater attention and insights: for this reason, we have decided to present the figure of Giuseppe Dessì through three important dramatic texts little known to the large foreign public.Keywords: Giuseppe Dessì. Italian literature. Theater. Fiction. Sardinia.
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Maria Samuelli, Anna. « Il diritto dei più vulnerabili e dei più deboli non è un diritto debole : povertà e difficoltà educative nel tempo della pandemia ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (juin 2021) : 27–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004003.

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La pandemia ha reso visibile il tema della povertà educativa ereditato dal passato. Si parla di generazione Covid che vede il futuro come incognita. La mancanza di attenzione da parte della politica verso la scuola, la ricerca e la cultura non è nuova. Lo sviluppo economico teso alla conquista del benessere, ha subìto una accelerazione senza precedenti e ha determinato nel mondo globalizzato lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali con la conseguenza di catastrofi umanitarie. La violazione dei diritti umani solo formalmente conquistati ma di fatto negati hanno reso più fragili le nostre democrazie. Urge una mobilitazione civile, possibile se si ripensa il processo di formazione della persona. La sollecitazione alla resilienza e il ripristino del valore della relazione per ricreare la dimensione comunitaria, è compito degli educatori. La scuola è il luogo della cura, non il problema. Gariwo, Il Giardino dei Giusti dell'Umanità, propone un diverso approccio al lavoro storico nelle scuole, fondato sulla memoria del bene. I giusti che riconoscono il volto dell'altro, esemplificano il valore del coraggio, della libertà, dell'autonomia di pensiero e ripropongono il tema della responsabilità personale per affrontare le sfide del presente. Aprono al cambiamento e al futuro.
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Baldassari, Stefania, Sofia Copetti, Alessia Lo Turco et Priscilla Martin Solis. « Il cerchio che contiene il tutto. Rinarrare la Baby Observation al tempo della pandemia ». STUDI JUNGHIANI, no 56 (février 2023) : 63–76. http://dx.doi.org/10.3280/jun56-2022oa14775.

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L'articolo narra l'esperienza di un gruppo di lavoro sulla Baby Observation, costituito da tre allieve e una didatta, all'interno della scuola di formazione in Psicologia Analitica (AIPA). Ciascuna di loro si è trovata, ad un certo punto, a confrontarsi con il momento storico del lockdown, oltre che a livello collettivo, anche nell'esperienza di osservazione del bambino. Il tempo della pandemia e, in particolare, il lockdown hanno reso impossibile l'incontro reale con l'altro, modificando il setting dell'osservazione. Passando dall'osservazione del bambino e della madre all'interno del loro ambiente naturale alla sperimentazione dell'"osservazione in assenza" della diade - attraverso momenti di spaesamento e perdita, come nella fase alchemica della nigredo - si è scoperta la ricchezza dell'incontro con le immagini emergenti dal mondo interno. L'osservazione in assenza del bambino ha generato un'esperienza del tutto inedita, un'opportunità di recuperare la consapevolezza di un'interconnessione profonda, al di là della presenza reale. A distanza di tempo si è sentita la necessità di riguardare insieme e condividere l'esperienza. Anche se conclusa, la realtà psichica di quel percorso ha continuato a scorrere dentro ognuna di loro come materia viva, sia a livello individuale che gruppale.
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Mancino, Anton Giulio. « ¡Vigilad el cielo (y la tierra) ! Cosas de este y del otro mundo ». Trasvases entre la literatura y el cine, no 2 (14 octobre 2020) : 43–57. http://dx.doi.org/10.24310/trasvasestlc.vi2.8467.

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Quali e quante “Cose” hanno affollato la letteratura di fantascienza e il cinema di fantascienza, cominciando dal racconto lungo Who Goes There? di John W. Campbell e il primo film, La Cosa da un altro mondo, da esso ricavato da Christian Nyby e Howard Hawks rifatto poi da John Carpenter con il semplice titolo La Cosa? E come si arriva al quadro storico-politico dell’Italia degli anni Settanta passa attraverso il filtro della fantascienza? Perché ad esempio proprio l’Italia segnata dal potere mafioso (“Cosa Nostra”) e dal terrorismo diventa lo spazio funzionale privilegiato del «paradigma della Cosa», ossia del lacaniano «misterioso oggetto alieno non morto che cade dall’universo, un oggetto non umano ma tuttavia vivente e persino in grado di avere, spesso, una propria volontà maligna» (Žižek)? Il fantasma incombente di queste oscure, talvolta concomitanti “Cose” italiane, durature, insidiose, si manifesta in film come Perché si uccide un magistrato di Damiani, in cui il protagonista, giornalista e cineasta d’inchiesta si chiama appunto “Solaris”, come il romanzo di Lem. Si manifesta in Todo modo di Elio Petri, in Identificazione di una donna di Antonioni, infine in La Cosa di Nanni Moretti e Buongiorno, notte di Marco Bellocchio, dell’impossibilità allora come oggi di intercettare la verità fattuale, oggetto non identificato per eccellenza.
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Marossi, Walter. « Paolo Valera, il cantore dei bassifondi ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 1 (19 mars 2020) : 256–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910086.

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Personaggio a tutto tondo, giornalista, scrittore e sobillatore sociale, Valera esprime la sua vitalità umana e artistica tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Benché il suo protagonismo si esprima quasi esclusivamente all’interno della realtà milanese, per contenuti e diffusione, la sua opera letteraria può a ragione essere ritenuta di interesse nazionale. Ebbe la capacità di immergersi nelle immondizie e contraddizioni umane del suo tempo, in particolare quelle di alcune città europee, tra le quali Milano, senza restarne contaminato. La sua dirittura morale, nonostante l’inesauribile serie di querele, confini, arresti ai quali fu sottoposto dal potere costituito e dai borghesi del tempo, non fu infatti mai messa in questione da nessuno. Di interesse storico il sodalizio con Mussolini, prima che questi saltasse definitivamente il fosso della reazione e delle politiche contrarie agli interessi del mondo del lavoro. Benedetto Croce non volle considerare la sua vasta opera “letteratura”; ebbe probabilmente ragione se per letteratura si intendono testi codificati sulla base di canoni fissati dalla “norma” del tempo nel quale si scrive. Tuttavia, Valera, come è ampiamente documentato nella parte finale di questo saggio, registra da mezzo secolo nuova vita, fatta di ristampe, riletture, dibattiti, saggi critici. Il suo stile infiammato ed eccessivo, i contenuti dei suoi lavori, tornano probabilmente di attualità nel nostro tempo.
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Baurain, Claude. « Passé Légendaire, Archéologie et Réalité Historique : L'Hellénisation de Chypre ». Annales. Histoire, Sciences Sociales 44, no 2 (avril 1989) : 463–77. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1989.283601.

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Fare storia significa studiare fonti. La problematica storica non è, se non al caso limite, uno studio dei fatti in quanto tali, ma uno studio délie fonti in quanto in un modo o nell'oltro ci danno i fatti.(Arnaldo Momigliano, Sesto contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico (1980), p. 392).L'expansion du monde mycénien, tel qu'il nous apparaît au terme d'un long siècle d'activités archéologiques, fait toujours l'objet de multiples études et prises de position. On a longtemps cru reconnaître la présence physique de Grecs mycéniens en des lieux aussi éloignés de la péninsule hellénique que l'Italie du Sud, la Sicile, l'Anatolie occidentale, Chypre ou encore Ugarit.
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Crombie, A. « Guiseppe Olmi, L'inventario del mondo. Cata-logaztone della natura e luoghi del sapere nella prima eta moderna (Annali dell Istituto storico italo-germanico in Trento, monografia 17) ». Journal of the History of Collections 9, no 1 (1 janvier 1997) : 161–63. http://dx.doi.org/10.1093/jhc/9.1.161.

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Alfonso, Maurizio Iacono. « Una storia tra i mondi intermedi ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 17 (décembre 2011) : 78–88. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017007.

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Questo articolo prende avvio da una storia personale fatta di crisi della politica, di una guarigione dal mal di schiena e da una ricerca sul concetto di feticismo come storia della sostituzione, e arriva alla conclusione che il gioco, il rito, il teatro possono svelare il significato dei "mondi intermedi". Essi infatti sono tutti degli atti consapevoli del fare finta, cioč dello sdoppiamento mimetico, dove l'imitazione di un mondo dato spinge verso la costruzione di un mondo nuovo, che imita appunto il primo, ma se ne differenzia, rendendosi via via autonomo. Č questa l'autonomia nella relazione che caratterizza e determina i mondi intermedi. In questo far finta, in tale abbandono consapevole alla finzione, la relazione nell'autonomia puň essere richiamata dalla "coda dell'occhio".
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Bompiani, Adriano. « Una valutazione della “Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina” del Consiglio d’Europa ». Medicina e Morale 46, no 1 (28 février 1997) : 37–55. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.888.

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Résumé :
L’articolo si occupa della recente “Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina” elaborata dal Comitato Direttivo per la Bioetica (CDBI) della Comunità Europea ed approvata dal Comitato dei Ministri europei nel novembre del 1996. Premesso che il testo approvato andrà implementato da protocolli esplicativi dei principi affermati nella Convenzione stessa, l’autore traccia un breve excursus storico del documento analizzando le ragioni che ne hanno giustificato la stesura, i criteri generali adottati ed i principi etici fondamentali che hanno ispirato l’articolato. L’analisi della Convenzione procede nel tentativo di dare risposta ai seguenti quesiti: Come valutare la Convenzione in merito ai contenuti? a quali principi e criteri etici corrispondono le proposte della Convenzione? e, infine, quali sono gli aspetti che riguardano gli obblighi degli Stati firmatari, i meccanismi di controllo, quali le riserve ed interpretazioni dello strumento internazionale? In breve, l’ultima parte del lavoro può riassumersi nel seguente modo: 1. il testo della Convenzione risulta apprezzabile in alcuni punti (come nell’affermazione della necessità di protezione dell’essere umano, che rimane prioritario rispetto agli interessi della società) e discutibile in altri (quali, ad esempio, la tutela della vita prenatale, la tecniche di procreazione artificiale, l’assistenza ai morenti, ecc.); 2. la Convenzione si rifà ai principi etici di una medicina attiva, tecnologica e sperimentale diffusi largamente nel mondo anglosassone, il cosiddetto “principialismo”; 3. vengono stabilite delle procedure volte a garantire l’adempimento delle affermazioni contenute nella Convenzione, anche se gli Stati membri possono, al momento della ratifica, formulare riserve nel caso in cui una legge in vigore sul proprio territorio non sia conforme alla disposizione della Convenzione.
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Gallina, Annita. « Note a margine di uno scritto. William Ronald Dodds Fairbairn : "La rimozione e il ritorno degli oggetti cattivi (con particolare riferimento alle ‘nevrosi di guerra')" ». PSICOANALISI, no 2 (décembre 2021) : 37–53. http://dx.doi.org/10.3280/psi2021-002003.

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Résumé :
L'autrice commenta, in chiave storico-critica, il lavoro di William Ronald Dodds Fairbairn, scritto dopo l'esperienza avuta con pazienti affetti da disturbi psichici, conseguenti ai traumi subiti nel corso del secondo conflitto mondiale. Attraverso l'analisi del lavoro condotto da Fairbairn, con pazienti traumatizzati, viene mostrato come lo stesso giunse a formulare impor-tanti osservazioni intorno alla patologia schizoide e alla psicologia delle relazioni oggettuali. Quest'ultima innovativa concezione condusse alla stesura di un modello del funzionamento mentale organizzato intorno a strutture dinamiche operanti all'interno dell'Io/Sé. Attraverso l'attuarsi di processi di incorporazione, scissione e rimozione dell'oggetto materno, secondo la concezione di Fairbairn, si andava costituendo un Io frammentato impegnato in un proliferare di relazioni interne con oggetti compensatori. Metafora clinica che, a tutt'oggi, ben si presta a fornire un'interpretazione della patologia schizoide e che condusse alla creazione di un modello strutturale delle relazioni a fianco del preesistente modello pulsionale. La considerazione che la psicopatologia fosse un riflesso delle interferenze e difficoltà delle relazioni con gli altri e non la risultante di un conflitto inconscio tra impulsi tesi alla ricerca di piacere, apriva inoltre a nuove reinterpretazioni. Allo stesso modo la concezione di un Io, fornito di energia propria che persegue l'oggetto e non il piacere, conduceva a un modello di sviluppo che considerasse le vicissitudini della relazione materno infantile; sino a giungere alla concezione di Fairbairn, se-condo la quale, le esperienze traumatiche, avvenute durante l'infanzia, inducendo privazione esiterebbero in una condizione dove il non riuscire a sentirsi amati come persone condurreb-be a un sovrainvestimento in un mondo interno a discapito di relazioni di dipendenza, senza le quali non è possibile alcuno sviluppo
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Amplatz, Alma, Tecla Cappellucci, Valentina Cosmi, Alessandra Dore, Elena Guidi, Andrea Luca, Nadia Maria Peron, Walter Roberto, Sabina Salvaneschi et Cristiano Scandurra. « Del corpo, del limite : riflessioni sull'omogenitorialità ». PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 1 (juin 2022) : 175–88. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-001013.

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L'articolo descrive i temi che sono stati approfonditi da un gruppo di studio della SIPP su: "Sfumature in dialogo: identità di genere, tematiche LGBTQ+ e nuove configurazioni familiari" in un iniziale periodo di incontri. Gli argomenti non sono stati affrontati da una prospettiva clinica, ma la porta d'accesso è stata quella della ricerca psicoanalitica, con un'apertura alle molteplici sfumature dell'essere umano, e con la consapevolezza dell'importanza della disponibilità all'ascolto e della capacità di sospensione del giudizio, l'epoché nel senso husserliano. Il primo argomento di studio è stato: l'omogenitorialità. L'articolo descrive quanto tale tema non possa prescindere da una nuova considerazione del legame mente-corpo: il corpo è considerato nei diversi passaggi legati alla Procreazione Medicalmente Assistita o alla Gestazione per Altri, ma anche quando sono coinvolti, in modo reale o simbolico, i corpi di donatori, donatrici e gestanti. Con le nuove frontiere pro-creative si assiste alla diffrazione del processo di concepimento (scissione mente-corpo) e la filiazione che ne deriva si costituisce come una rappresentazione «bio-medica del legame tra parti del corpo e prodotti del corpo». Ma ci troviamo anche a fare i conti con le menti e con il pensiero di queste coppie che si scontrano con la legittimità che la società può offrire ai loro desideri, alle loro scelte di vita, che possono in alcuni casi entrare in conflitto anche con il mondo interno di ciascuno. Passando per una disamina storico-filosofica del concetto mente-corpo nonché di limite, si è giunti ad alcuni interrogativi attuali: le tecnologie di fecondazione assistita rappresentano un ulteriore passo per una scissione mente-corpo o una delle tante espressioni di un sano progresso umano? Dove va a finire nella visione classica dell'Edipo il corpo sessuato? Quanto i termini, materna e paterna, appaiono ancora oggi adeguati?
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Martelli, Barbara. « TWO HALVES OF THE SAME KIWI : ITALIAN LANGUAGE AND CULTURE AMONG NEW ZEALANDERS OF ITALIAN ORIGIN ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (26 juillet 2022) : 338–59. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18183.

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Résumé :
This essay documents the diffusion of the Italian language and culture in Aotearoa-New Zealand, an officially bilingual (English and Māori), as revealed by the double name, and multicultural society. By adopting an eclectic approach that combines sociolinguistics, language teaching methodology, and cultural anthropology, my paper is a micro-ethnography performed on a group of five women of Italian origin with different levels of competency in Italian as their second language. This group of Kiwis – as New Zealanders frequently refer to themselves – ranged age from 16 to 68 and reside in greater Auckland, New Zealand’s most populous city. Their testimonies were collected through a series of face-to-face semi-structured qualitative interviews and based on several sessions of participant observation involving immersion and interaction in the socio-cultural environment of the informants. Notwithstanding their small number, the stories collected in this research disclose a significant ethnographic relevance as they testify to key aspects of Italianness in the social and historical context of New Zealand. In line with the sociolinguistic theories on the circulation of Italian in the world, on the motivations underpinning its learning and on the typology of speakers, I specifically addressed the following topics: Italian as a language of migration, Italian as a language of culture, Italian taught at university, Italian as part of a fluid and transnational multi-identity, and Italian in the global market. Due metà dello stesso Kiwi: lingua e cultura italiana tra i neozelandesi di origine italiana Il seguente saggio documenta la diffusione della lingua e della cultura italiana in Aotearoa - Nuova Zelanda, paese ufficialmente bilingue (inglese e Māori), come rivela il doppio nome, e multiculturale. Attraverso un approccio eclettico che combina sociolinguistica, glottodidattica e antropologia culturale, l’articolo si propone come micro-etnografia condotta su un gruppo di cinque donne di origine italiana con diversi livelli di competenza in italiano come lingua seconda. Questo gruppo di informatrici Kiwi – questo è il nome con il quale i/le neozelandesi si riferiscono comunemente a sé stessi/e – ha un’età compresa tra i sedici e i sessantotto anni e risiede nell’area metropolitana di Auckland, la città più popolosa della Nuova Zelanda. Le loro testimonianze sono state raccolte tramite una serie di interviste qualitative semi-strutturate, condotte di persona, e diverse sessioni di osservazione partecipante che hanno comportato l’immersione e l’interazione nell’ambiente socio-culturale delle informatrici. Nonostante il loro numero limitato, le storie raccolte in questa ricerca dimostrano una significativa rilevanza etnografica poiché testimoniano aspetti chiave dell’italianità nel contesto storico-sociale neozelandese. In linea con le teorie sociolinguistiche sulla circolazione dell'italiano nel mondo, sui motivi dell’apprendimento e sulla tipologia dei parlanti, ho esaminato nello specifico i seguenti argomenti: l’italiano lingua di migrazione, l’italiano lingua di cultura, l’italiano insegnato all’università, l’italiano come parte di una pluri-identità fluida e transnazionale e, infine, l’italiano nel mercato globale.
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