Thèses sur le sujet « Meritevolezza di tutela degli interessi »

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1

Mugavero, Rosa. « Sindacato di meritevolezza degli interessi perseguiti ed equilibrio delle prestazioni nel contratto di assicurazione claims made ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4289.

Texte intégral
Résumé :
2016 - 2017
The doctoral thesis starts from a complete reconstruction of the normative development that the civil liability insurance contract has adapted to the needs of the production systems of the most advanced economies. The survey develops around the structure of the made claims clauses, the role of private autonomy, their impact on insurable risk, as well as on the advantages and contraindications for companies and for policyholders. The second chapter handles the question of the validity of the clauses made by reviewing the precise objections to the main objections of nullity. The analysis also deals with the problem of the typicality of the insurance contract in the current domestic and international regulatory context. This problem is linked to that of the cause in concrete terms and the limits of the automatic substitution of the clauses considered null, where the jurisprudence of the Court of Cassation plays an important role. The third chapter deals with the profiles of merit and contractual balance. The work is structured through a detailed examination of the various doctrinal positions advanced on the point, to arrive at the numerous jurisprudential rulings that in various sectors of bargaining have dealt with the scope of application of the art. 1322, paragraph 2, c.c. Among these, of great importance was the sentence of the United Sections of 6 May 2016, n. 9140, both for the exegetical ideas offered regarding the merit of the claims made clauses, and for the disorientation that has determined on the subsequent jurisprudence that has applied these parameters. In conclusion, the last chapter is dedicated to the regulation of the most sensitive sectors (of which the critical issues and inconsistencies are showed) and the most recent sentences, put into question by the order of the Court of 2018, which expresses multiple concerns. [edited by Author]
XXX ciclo
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2

PIRAS, CLAUDIA. « La qualificazione degli interessi plurisoggettivi e l’evoluzione dei mezzi di tutela nel sistema amministrativo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266720.

Texte intégral
Résumé :
Subjective legal positions are legally irrelevant firstly, because they have superindividual features and they do not refer to a specif subject. There are many legal scholars who have qualified the interests such as interests of a purely factual and they have started the discussion of legal consistency of common interests and arrangements of protection. Many docrtinal conflicts about protections way of collective interests started due to the conflicting between collective nature of the interests and personal nature of common interests. The problem of relevance has been overcame through the attribution of legal standing to exponential authorities, bearers of collective interests, then it has gone in search of the ways of protection both in procedural and in the judicial. Collective action that finds its most typical expression in the US class action has also been welcomed in our system and also with regard to public administration, aimed at overcoming the inefficiencies and reduce bureaucracy delays, with a view 'transparent administration and higher quality. In conclusion the discussion can be said dormant, because the common interest have been overcame instead the assimilation of the candidate positions is increasing, relied by collective bodies to individual rights.
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3

Di, Natale Grazia <1985&gt. « Il conflitto di interessi nell'attività di intermediazione finanziaria : evoluzione della disciplina tra misure di gestione e tutela degli investitori ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6648.

Texte intégral
Résumé :
Il presente lavoro cerca di sottolineare come il conflitto di interessi sia connaturato nell’agire imprenditoriale degli intermediari finanziari e come gli investitori, non disponendo di una conoscenza adeguata, spesso sono meno tutelati. L’analisi della tematica viene introdotta da uno studio sull’evoluzione legislativa che prende avvio dalla legge bancaria del ’39, seguitando ad esaminare le principali modifiche intervenute a livello nazionale per il recepimento della Direttiva Mifid, 2004/39/CE, in merito alla regolamentazione dei mercati finanziari. In questo excursus di norme si evince una, sempre, maggiore consapevolezza del legislatore sull’impossibilità di eliminare in radice il conflitto stesso, adottando, di conseguenza, un approccio teso a governare il verificarsi di ipotesi conflittuali. Si osserva come, in Italia, il recepimento di tale Direttiva è destinata a mutare sensibilmente i rapporti tra intermediari e investitori. Dopo aver fornito una panoramica sulle varie fattispecie di conflitto di interessi, relativamente alle attività ed ai servizi d’investimento svolti dai soggetti abilitati, si prosegue con l’analisi delle misure volte a gestire le situazioni conflittuali. Si tratta di politiche e regole di comportamento finalizzati all’innalzamento del livello di tutela del cliente. A completamento dello studio, si evidenziano infine una serie di rimedi contro i comportamenti viziati degli intermediari finanziari, prevedendo, dapprima, la nullità dei contratti posti in essere, per terminare infine con l’ipotesi di risarcimento dei danni.
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4

Romeo, Paolo. « L'atto di destinazione ex art. 2645-ter c.c. Profili ricostruttivi e prassi applicativa ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/4029.

Texte intégral
Résumé :
Porre l attenzione su una disposizione normativa a più di dieci anni dalla sua entrata in vigore può forse apparire insolito, specie se le mire siano quelle di apportare un contributo che non sia meramente ricognitivo dello stato dell arte. Ciò sembrerebbe valere, a maggior ragione, per l art. 2645-ter c.c., disposizione che, tanto per i suoi oscuri natali quanto per le risposte che in tesi voleva fornire, si è resa protagonista di una copiosa letteratura, a tal punto da poter far ritenere superflua qualsivoglia ulteriore analisi. Tuttavia, tali considerazioni non si sono rivelate del tutto persuasive, specie nella misura in cui i numerosi contributi scientifici reperibili in materia abbiano sovente sostenuto lo scardinamento di determinate categorie giuridiche concettuali. In questo quadro di contesto, peraltro, notevole rilievo ha avuto il ruolo della giurisprudenza di merito, il cui lavoro si è rivelato propizio a riaccendere il dibattito specie sulla meritevolezza degli interessi consentendo così di mantenere un elevato livello di attenzione per la fattispecie. Inoltre, il contrasto, a tratti palese e ridondante, tra le posizioni espresse in dottrina e la giurisprudenza ha spinto, in ultima analisi, per una disamina dell atto di destinazione opponibile ai terzi che prendesse le proprie mosse dalla prospettiva delle situazioni giuridiche soggettive nascenti dall atto medesimo, ambito, quest ultimo, spesso lasciato nell ombra e non posto in correlazione a prescindere dalla tesi alla quale si aderisca con la natura del vincolo di destinazione. Con queste premesse si è condotta un indagine che ha restituito la sensazione che la disposizione dell art. 2645-ter c.c., così come (confusamente) formulata e inquadrata all interno del sistema, non abbia, in definitiva, sovvertito i principi sui quali si fonda l ordinamento civilistico positivo. E si badi, ciò non deve sembrare un morboso attaccamento alla tradizione, anzi; si tratta molto più semplicemente di una presa di coscienza circa la necessità per il giurista di affidarsi (non solo nominalisticamente) a categorie e principi, pena il rischio di svuotare semanticamente il lemma ordinamento . Sicché, ove di quest ultimo si paventi una rivisitazione, essa non può risolversi in una confusa legislazione di matrice rimediale. L impressione che si desta è che l art. 2645-ter c.c. abbia rappresentato, anziché un ammodernamento del Codice Civile, forse un misero rattoppo, confermando piuttosto la bontà delle categorie pre-esistenti.
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5

ZOLI, Lucia. « La tutela penale degli interessi finanziari dell'Unione europea. Uno studio sulle prospettive aperte dal Trattato di Lisbona per via normativa e giurisprudenziale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2017. http://hdl.handle.net/11392/2487827.

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Résumé :
La ricerca si propone di esaminare il panorama delle iniziative sovranazionali a tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea alla luce delle novità introdotte dal Trattato di Lisbona. In particolare, vengono messe in rilievo due diverse prospettive: quella normative e quella giurisprudenziale. Da un lato, la più recente revisione dei Trattati ha consacrato una serie di spazi riservati al legislatore UE in malteria penale, sulla cui base sono state intraprese le iniziative volte all’adozione di una direttiva per la protezione degli interessi finanziari dell’Unione attraverso la legge penale (c.d. direttiva PIF) e di regolamento per l’istituzione della Procura europea (c.d. regolamento EPPO). Dall’altro, la ricerca focalizza l’attenzione su una serie di recenti rinvii pregiudiziali che interrogano l’organo giurisdizionale dell’Unione circa la compatibilità della disciplina nazionale, sostanziale e processuale, con l’art. 325 TFUE. La parte finale dell’elaborato si concentra sulle reciproche relazioni intercorrenti tra le due prospettive richiamate, offrendo lo spunto per svolgere alcune riflessioni conclusive sulle reali prospettive del cammino di integrazione europea nel settore considerato.
The research explores the legal and institutional settings that contribute to the protection of the EU’s financial interests by means of criminal law. The so-called PIF area represents one of the most significant expressions of the European Union and it is indeed in this area that an unprecedented EU criminal law acquis has been implemented. After a brief retracing of the development of European criminal law in the sector concerned, the research aims at investigating the two main perspectives contributing to the fight against fraud and other illegal activities affecting the EU budget after the entry into force of the Treaty of Lisbon: 1) a normative perspective, enriched by the conferral to the EU of new competences in criminal matters, with relevant implications on the so-called PIF area; 2) a jurisprudential perspective, opened up by the extended competence of the Court of Justice of the EU over the former third pillar policies. Under the first perspective the thesis especially focuses on the proposed regulation on the establishment of a European Public Prosecutor’s Office (EPPO) and on the proposed directive for the protection of the EU financial interests by means of criminal law (PIF directive). As for the second perspective, the analysis concentrates on three preliminary rulings (C 105/14 Taricco; C-574/15 Scialdone; C-310/16 Dzivev) related to Article 325 TFEU, likely to have a strong impact on national legal systems as well as on the constitutional foundations of criminal law obligations in the EU legal order. Finally, the research develops some conclusions on the reciprocal interactions between the two mentioned perspectives, claiming for the need of the prevalence of the first one in order to assure legal certainty.
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6

Puglisi, Valentina <1989&gt. « "Come una virtù confuciana diventa legge" Traduzione e commento traduttologico di vari articoli relativi alla nuova "Legge della Repubblica Popolare Cinese per la tutela dei diritti e degli interessi degli anziani" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6267.

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Résumé :
Abstract Il presente elaborato sviluppa l’analisi testuale e la traduzione di vari articoli a carattere divulgativo riguardanti l’ambito giuridico, in particolare la promulgazione, avvenuta nel corso della XXVII Sessione del Comitato Permanente dell’XI Congresso Nazionale del Popolo, della nuova “Legge della Repubblica Popolare Cinese per la tutela dei diritti e degli interessi degli anziani”. Tale norma, entrata in vigore l’1 luglio 2013, emenda la precedente del 29 agosto 1996 e stabilisce che i figli siano tenuti a prendersi cura del benessere emotivo e spirituale dei genitori anziani, oltre a farsi carico del loro sostentamento materiale. Prescrive pertanto una serie di raccomandazioni a cui attenersi, primo fra tutti quello di essere assidui nel far loro visita. Data la complessità e l’ampiezza della tematica, per conoscerne gli aspetti più significativi, la tesi è stata strutturata in diversi capitoli. Nell’introduzione, oltre ad una breve presentazione del testo, viene analizzato l’ambito semantico e concettuale del termine 孝, amore/rispetto filiale, che si è andato definendo nel corso dei secoli con il mutare della società e delle politiche di governo. Il perno su cui si snoda la questione, ovvero se sia opportuno o meno attribuire valore giuridico ad una “virtù” dall’antico sapore confuciano che, per definizione dovrebbe essere svincolata da ogni forma di coercizione, viene ampiamente discusso nel capitolo successivo. L’oggetto del terzo capitolo è la traduzione vera e propria, dalla lingua cinese a quella italiana, degli articoli proposti. Il quarto e il quinto capitolo sono dedicati al commento traduttologico dei rispettivi testi, in cui vengono esposte le più significative problematiche traduttive riscontrate e in cui viene formulata una strategia che avvalori le scelte compiute in sede di traduzione.
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7

MONICI, SOFIA. « LA PROCURA EUROPEA NEL CONTESTO DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE IN MATERIA PENALE TRA VINCOLI NAZIONALI E SOVRANAZIONALI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/565232.

Texte intégral
Résumé :
La tesi affronta il tema della realizzazione della Procura europea (European Public Prosecutor’s Office, acronimo EPPO), istituita con il regolamento (UE) 2017/1939 del Consiglio del 12 ottobre 2017, dopo quasi un ventennio di studi e proposte e non senza significative rinunce rispetto alle originarie aspirazioni. Tradizionalmente il tema è stato affrontato dagli studiosi attraverso l’impiego di categorie concettuali proprie dei settori disciplinari del diritto penale e del diritto processuale penale, con tutti i meriti, ma ovviamente anche i limiti, di un’indagine che comporta l’adozione di una prospettiva di diritto interno. La predilezione per un simile approccio si deve, sostanzialmente, alla genesi del progetto che si è sviluppato a partire da uno studio comparatistico, ma soprattutto alle sue implicazioni. Comprensibilmente, infatti, la dottrina italiana e straniera si è interessata principalmente della sua compatibilità con gli ordinamenti nazionali, misurando la fattibilità e realizzabilità del progetto con le eterogeneità proprie delle tradizioni giuridiche degli stessi. L’elaborato inquadra, invece, il tema trattato dal punto di osservazione del diritto dell’Unione europea sul presupposto l’Ufficio è destinato ad inserirsi nel contesto giuridico-istituzionale dell’UE, nel rispetto dei principi che fondano la competenza dell’UE in materia penale, ne regolamentano l’esercizio e, infine, stabiliscono la portata e l’intensità dell’azione dell’UE in tale “delicato” settore. Nella medesima ottica, merita altrettanta considerazione il fatto che EPPO si collocherà nel panorama degli attori ed organismi di cooperazione e coordinamento già esistenti, aventi specifiche competenze in materia penale ed attivi anche nel campo della protezione degli interessi finanziari dell’UE. In tale prospettiva, il primo capitolo intende costituire la premessa metodologica e la chiave di lettura dell’intero lavoro, inquadrando l’argomento trattato nel contesto delle specificità del processo di integrazione europea in materia penale, con particolare attenzione ai suoi principi ispiratori ed ai suoi connaturati limiti. Il secondo capitolo ripercorre gli studi, le proposte, i documenti (istituzionali e non) che hanno dato avvio al dibattito intorno alla figura di un’autorità inquirente europea e che hanno condotto all’introduzione di una base giuridica ad hoc per l’istituzione dell’ufficio - inserita dal trattato di Lisbona all’art. 86 TFUE – sul cui fondamento è stato intrapreso un lungo e complesso iter legislativo conclusosi, in data 12 ottobre 2017, con l’approvazione del regolamento. Il terzo, quarto e quinto capitolo sono dedicati, rispettivamente, ai profili istituzionali, alla competenza materiale e, da ultimo, agli aspetti operativi relativi al funzionamento dell’Ufficio ed ai rapporti con i “partners”. Le previsioni del testo di regolamento sono esaminate mettendone in evidenza i profili critici e potenzialmente problematici. Il lavoro indaga anche le specifiche implicazioni connesse al ricorso alla cooperazione rafforzata.
The thesis deals with the issue of the creation of the European Public Prosecutor's Office (EPPO), established by Council Regulation (EU) 2017/1939 of 12 October 2017, after almost two decades of studies and proposals. Traditionally, the subject has been studied in the disciplinary fields of criminal law and criminal procedure, with all the merits but also all the limits of a research that involves the adoption of a perspective of domestic law. The predilection for such an approach was essentially due to the genesis of the project that developed from a comparative study, but above all to its implications. Reasonably, in fact, the Italian and foreign doctrine was mainly concerned with its compatibility with national laws and national legal traditions. Unlike these studies, the paper examines the subject from the perspective of EU law. In fact, EPPO set-up regulation must respect the principles that base the competence of the EU in criminal matters, regulate the exercise and finally establish the scope and the intensity of EU action in this "sensitive" sector. Furthermore, the Office will place itself in the panorama of the already existing cooperation and coordination actors and bodies, having specific competences in criminal matters and active also in the field of the protection of the financial interests of the EU. From this perspective, the first chapter represents the methodological premise and the key to understanding the entire work. In this chapter the issue is framed in the context of the specificities of the process of European integration in criminal matters, with particular attention to its inspiring principles and its inherent limits. The second chapter examines the studies, proposals, documents (both institutional and non-institutional) that started the debate around the figure of a European investigating authority and which led to the introduction of an ad hoc legal basis for the establishment of the Office, inserted by the Treaty of Lisbon in the art. 86 TFEU. The chapter ends with the long and complex legislative process that led to the approval of the regulation even if with significant renunciations compared to the original aspirations. First of all, the use of enhanced cooperation. The third, fourth and fifth chapters are dedicated, respectively, to institutional profiles, material competence and, lastly, to the operational aspects related to the functioning of the Office and to relations with "partners". In this part, the provisions of the regulation text are examined by highlighting the critical and potentially problematic profiles. The work also investigates the specific implications related to the use of enhanced cooperation.
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Casazza, Alberto. « Strategie di gestione dei costi nei finanziamenti bancari : tecniche contrattuali e rimedi privatistici ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1238916.

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Résumé :
La gestione dei costi del rapporto di finanziamento bancario rappresenta un terreno privilegiato d’indagine per comprendere le dinamiche degli assetti di forza e degli equilibri economici nei contratti di durata. Dal momento della negoziazione a quello esecutivo, emergono infatti plurime chiavi di lettura del sistema di distribuzione dei rischi e di manutenzione della relazione economica. L’insieme dei problemi suscitati dalla prassi fornisce, da questo punto di vista, notevoli indicazioni e consente di delineare rimedi efficienti ed equi nel ventaglio di ipotesi che possono presentarsi innanzi all’operatore giuridico, nel caso in cui il rapporto sia staticamente o dinamicamente sbilanciato a causa dell’opportunismo contrattuale o di una sopravvenienza rilevante. Autonomia privata e assetto giurisdizionale in senso ampio svolgono un ruolo essenziale in una realtà che muta continuamente forma, mescolandosi alla sfuggente materia economico-finanziaria: per questo motivo, è più che mai indispensabile ricostruire l’armamentario interpretativo del giurista a partire dall’analisi sul campo della giurisprudenza e della prassi bancaria. In tal modo, viene in evidenza l’insufficienza di soluzioni rigidamente dogmatiche: è preferibile, invece, differenziare le scelte rimediali sulla base di un’analisi multilivello, che coniughi il profilo economico con la dimensione etica del rapporto contrattuale. The cost management of bank financing represents an excellent topic to deal with the dynamics of economic balances in long-term contracts. From the moment of negotiation to the executive one, in fact, several keys to understanding the risk distribution system and the maintenance of the economic relationship emerge. The set of problems raised by the practice provides, from this point of view, significant indications and allows to outline efficient and equitable remedies in the range of hypotheses that may arise before the legal operator, in the event that the relationship is statically or dynamically unbalanced due to contractual opportunism or a significant contingency. Private autonomy and jurisdiction in a broad sense play an essential role in a reality that constantly changes form, mixing with the elusive economic-financial matter: for this reason, it is more than ever essential to reconstruct the interpretative instruments of the jurist starting from the analysis on the field of jurisprudence and banking practice. In this way, the insufficiency of strictly dogmatic solutions is highlighted: it is preferable, in fact, to differentiate the remedial choices based on a multilevel analysis, which combines the economic profile with the ethical dimension of the contractual relationship.
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Magnelli, Mauro F. « Gli atti di destinazione ex art. 2645 ter c.c. e la meritevolezza degli interessi ». Thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10955/857.

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10

Rumine, Nicola. « Dimensioni attuali e forme di tutela degli interessi collettivi dei consumatori ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1126379.

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Résumé :
Il lavoro ha l’obiettivo di ricostruire il percorso moderno degli interessi sovraindividuali, con particolare riguardo alla materia dei consumatori, di dimostrare - ponendo l’accento sulla dimensione soggettiva di tali interessi, ovvero sulla tensione tra il singolo e il bene oggetto dell’aspirazione - che tali situazioni soggettive non descrivono un fenomeno unitario e infine di sottolineare la necessità, raramente compresa dalla dottrina e dagli operatori, di cogliere le intersezioni con i diritti soggettivi individuali. In un primo capitolo si procede con l’esame della dottrina della seconda metà del XIX secolo e, di seguito, dei contributi dottrinali a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, allorquando la dottrina, assunta la materia ambientale come campo privilegiato di osservazione, inaugurò un nuovo capitolo del dibattito, i cui risultati sono giunti a noi pressoché immutati. Dopo aver dato conto dei principali arresti giurisprudenziali e degli interventi legislativi, si prende atto che non è più dato riferirsi agli interessi sovraindividuali soltanto come meri interessi di fatto e che in talune ipotesi è per l’appunto possibile operare la loro riconversione in veri e propri diritti soggettivi (sulla scia della normativa comunitaria, dei nuovi cataloghi di diritti emersi a livello sovranazionale, dell’emersione di nuovi bisogni individuali e alla luce di una ricostruzione moderna dei contorni del diritto soggettivo). Si prende inoltre atto delle frequenti intersezioni con i diritti individuali. Nel secondo capitolo si confermano le conclusioni raggiunte in precedenza, passando in rassegna una serie di indici normativi e di pronunce giurisprudenziali che supportano pienamente le conclusioni raggiunte nel capitolo iniziale. Nel terzo capitolo, dopo aver offerto un quadro delle azioni collettive inibitorie in materia di consumo, si affronta il problema della legittimazione ad agire e dei limiti oggettivi e soggettivi del giudicato della pronuncia inibitoria proprio alla luce della rilevata polimorfia degli interessi sovraindividuali coinvolti. Nel capitolo conclusivo, dopo aver indicato gli elementi per i quali l’azione collettiva risarcitoria in materia di consumo, anche se formalmente deputata a soddisfare i diritti soggettivi di una pluralità di consumatori, provvede indirettamente alla tutela degli interessi sovraindividuali, si formulano proposte volte a realizzare il miglior coordinamento con lo strumento inibitorio.
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MUCCIONE, AZZURRA. « La tutela degli interessi non economici nel diritto del commercio internazionale. Modelli normativi e problemi di coordinamento ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1321719.

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Résumé :
Il lavoro di ricerca intende affrontare lo studio degli interessi o valori non economici nel diritto del commercio internazionale, materia caratterizzata da un certo grado di complessità poiché al sistema di accordi multilaterali gestito dall’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) si affianca una fitta rete di accordi di integrazione economica regionale. Gli obblighi internazionali che derivano da tali accordi possono incidere in vario modo sulla tutela di interessi o valori non economici: la ricerca è volta a verificare se e in che modo gli obblighi esistenti in questa materia consentano agli Stati di attuare misure e politiche pubbliche orientate alla tutela di interessi non economici.
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OLIVETTA, Eraldo. « Le risorse umane nelle FF.AA. nel passaggio dall'esercito di massa all'esercito di volontari - Le problematiche relative alla tutela degli interessi del personale militare ». Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/2318/137966.

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MUSSUTO, Martina. « Il contratto di swap : profili sistemativi e rilevanza del vizio ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251058.

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Résumé :
La tematica dei contratti di swap, oggetto di profonde riflessioni dottrinali ed al centro di un acceso dibattito in giurisprudenza, si caratterizza per le problematicità connesse alla struttura, alla natura giuridica nonché alla corretta individuazione della sanzione applicabile a seconda della violazione concretamente posta in essere. Il lavoro rappresenta il frutto di un’analisi della giurisprudenza ad oggi dominante la quale sembra, talvolta, abusare tanto del concetto di causa in concreto quanto di quello di meritevolezza degli interessi perseguiti. Ad emergere sembra, dunque, una certa forzatura sistematica, posto che non tutto ciò che risulta sconveniente o in qualche misura viziato può automaticamente risultare invalido o immeritevole di tutela. Sembrerebbe quasi che la giurisprudenza, non potendo procedere alla dichiarazione di nullità direttamente dalla violazione di norme comportamentali, definisca in termini di causa in concreto o di immeritevolezza anomalie che nulla avrebbero a che vedere con esse. Così procedendo, tuttavia, si legittima la proliferazione di una nullità di matrice giurisprudenziale il più delle volte frutto di valutazioni di tipo valoriale. Sussiste infatti, una profonda differenza fra vizio strutturale e quello incidente sul rapporto, posto che nel primo caso il contratto sarà invalido, mentre nel secondo la condotta illegale determina conseguenze di ben altro tipo.
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BOUSSOUS, Nabil. « Beni culturali e valore d’uso : conoscenza tacita, creatività e innovazione ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251082.

Texte intégral
Résumé :
Il lavoro di tesi indaga la definizione di bene culturale secondo una interpretazione estensiva del termine "cultura", data dalla sovrapposizione del concetto di cultura a quello di civiltà. In chiave di lettura antropologica, cultura e civiltà si presentano come sinonimi. Sicché, la nozione di beni culturali giunge a costituire un insieme aperto e suscettibile di continuo ampliamento, talché, ossequio al relativismo culturale, il concetto di cultura, meglio ingloba anche quelle pratiche ed usanze tradizionali che altre accezioni del termine lo sogliono contrapporre a "barbarie". Si è voluto così porre enfasi sulla pari meritevolezza di tutte quelle culture a lungo classificate come "altre". In altra istanza s’è colto il nesso trapelante tra il concetto di cultura e quello di conoscenza affinché l’analisi potesse essere convogliata verso l’altrettanta sua fondamentale variante tacita. L’intersezione col nuovo paradigma dell’economia della conoscenza ne ha fatto punto di riflessione e spunto di ricerca. In vero, la relazione esistente tra fruizione del beni culturali e lo sviluppo della conoscenza tacita ne ha ulteriormente suffragato l’impatto in termini di creatività e innovazione. Elementi, entrambi, necessari per l’acquisizione di un vantaggio competitivo nell’economia della globalizzazione. Successivamente, il "valore d’uso" associato alla fruizione del patrimonio culturale è stato analizzato. Dopo una sua prima scomposizione nelle due componenti, educativa ed edonistica, si è proceduto all’analisi della loro stretta interdipendenza funzionale. Il fine ultimo è stato quello di comprendere il loro contributo in termini di creatività e innovazione intese quale forma tangibile dell’espressione culturale. Si è cercato di dimostrare come la fruizione dei beni culturali, resa possibile mediante tecniche aggiornate di marketing sensoriale (o esperienziale), capaci di intercettare il mutamento dei benefici attesi dai consumatori, consente il raggiungiumento di uno stadio relativamente superiore di acculturazione tale da configurare un ricco bagaglio di conoscenza tacita. Addotta, poi, a fattore produttivo immateriale indispensabile per la creazione di prodotti place-specific forti degli attributi distintivi tradotti in termini di non replicabilità, inimitabilità e della difficile riproducibilità in altri contesti. Infine, il concetto di "Industrie Culturali e Creative" si è rivelato quello meglio atto ad inglobarne gli attributi, di modo che ci si è assunti l’onere di indagare le politiche finanziarie dell’UE all’uopo adottate in sua tutela.
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PETRINI, Maria Celeste. « IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE : ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

Texte intégral
Résumé :
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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