Littérature scientifique sur le sujet « Memoria sociale »

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Articles de revues sur le sujet "Memoria sociale"

1

Tosini, Domenico. « Una sociologia della memoria sociale ». Quaderni di Sociologia, no 46 (1 avril 2008) : 193–96. http://dx.doi.org/10.4000/qds.891.

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2

Lucamante (book editor), Stefania, Monica Jansen (book editor), Raniero Speelman (book editor), Silvia Gaiga (book editor) et Millicent Marcus (review author). « Memoria collettiva e memoria privata : il ricordo della Shoah come politica sociale ». Quaderni d'italianistica 33, no 1 (1 août 2012) : 149–53. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i1.17098.

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3

Villa, Angelo. « La trappola della memoria ». COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no 22 (décembre 2011) : 97–109. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022009.

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Résumé :
L'autore racconta la sua cittŕ, Sesto San Giovanni, con uno sguardo "prossimo alla memoria e alle sue inestinguibili ambiguitŕ, alle sue irrimediabili manipolazioni..." in una tensione costruttiva del senso dell'identitŕ, sia individuale che sociale. Di fronte all'omologazione che la logica di mercato l'autore suggerisce il ricorso alla memoria, alle sue elaborazioni, come spinta ad accettare la sfida che il futuro impone.
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4

Pertot, Gianfranco. « Memoria e memorie risorgimentali a Venezia dopo l'annessione all'Italia ». STORIA URBANA, no 132 (février 2012) : 111–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132005.

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Résumé :
Il Risorgimento a Venezia ebbe il suo piů fulgido episodio nell'esperienza della Repubblica di San Marco del 1848-49, che ebbe come protagonisti Daniele Manin, Niccolň Tommaseo e altri personaggi di spicco della cultura veneziana. Dopo l'annessione all'Italia (1866) i veneziani vollero innanzitutto ricordare gli eroi e le vicende di quel periodo. Anche a Venezia si costruirono monumenti al Re e a Garibaldi, ma mancň quell'opera capillare, estesa e continua di celebrazione dei protagonisti del Risorgimento, con manifesto intento di alfabetizzazione politica, quale si manifestň in molte altre cittŕ italiane nei primi decenni dopo l'Unitŕ. Pochi furono i monumenti eretti (con molte polemiche, ritardi, contrasti fra istituzioni, comitati, rappresentanti delle élite della cittŕ) e pochi anche i cambiamenti nella toponomastica. Venezia dopo il 1866 era una cittŕ in profonda crisi economica, sociale e di identitŕ. I modi contradditori con cui affrontň la celebrazione risorgimentali sono sintomo della difficile contingenza e della problematica convivenza fra il nuovo ordine moderato imposto con l'Unitŕ (peraltro in sintonia con il patriziato, ancora saldamente rappresentato ai vertici del governo cittadino), il ricordo dell'eroica ma sfortunata esperienza rivoluzionaria del 1848-49 e quello, latente, dell'autonomia goduta fino al 1797.
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5

Taddeo, Gabriella. « La "memoria giovane" : processi, interfacce e significati sociali della memoria nell'era digitale ». SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no 40 (juin 2010) : 81–89. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040007.

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Résumé :
Il tema della memoria č stato negli ultimi anni esplorato in modo approfondito dalla sociologia dei processi culturali. Molti studiosi hanno evidenziato in modi diversi come proprio in un'era sempre piů caratterizzata dal movimento, dalla liquiditŕ di valori e identitŕ, dalla globalizzazione di immaginari e saperi, il tema della memoria prenda forza, a volte sotto forma di strumento funzionale, altre come nostalgia, altre ancora come commemorazione e rito sociale, o infine solo come "feticcio" identitario. Nel presente articolo si proverŕ a restituire un'analisi del tema della memoria, per come essa č emersa da una ricerca empirica svolta attraverso cinquantadue interviste in profonditŕ a giovani studenti. Si tratterŕ di affrontare, quindi, una memoria "giovane": ovvero l'esperienza di una generazione che sta muovendo i primi passi nella definizione del suo rapporto con il passato, e che probabilmente sta ulteriormente riconfigurando lo statuto funzionale, emotivo e culturale della memoria nella nostra societŕ.
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6

Nicosia, Manuela, et Valentina Pappalardo. « Lo spazio urbano come oggetto di osservazione : valenze simboliche e aspetti funzionali ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 97 (mai 2012) : 100–114. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097008.

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Résumé :
Il lavoro č il risultato di un'esperienza osservativa che ha preso le mosse dall'ipotesi iniziale di Piazza della Loggia a Brescia come luogo turistico. L'osservazione del contesto fisico-sociale ha permesso di individuarne due funzioni sociali, una fruitiva (connessa ai diversi soggetti: turisti, abitanti e immigrati) ed una simbolica legata alla celebrazione della memoria collettiva, e allo stesso tempo una debole valenza di "piazza", intesa come spazio di socializzazione.
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7

Troisi, S. Cristian. « La memoria “viaggiante” fra identità e traduzione ». Entreculturas. Revista de traducción y comunicación intercultural, no 11 (3 mars 2021) : 53–68. http://dx.doi.org/10.24310/entreculturasertci.v1i11.12103.

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Résumé :
Una delle caratteristiche principali della memoria è il suo essere in movimento, il quale, attraversa in maniera trasversale: nazioni, epoche e tecnologie. Rappresenta, inoltre, uno degli aspetti più rilevanti nella costruzione dell’identità; definisce e scandice la vita di un individuo o un gruppo sociale, li caratterizza indelebilmente nel tempo, viene ri-mediata all’interno dei media e dei diversi gruppi della nostra società. Questo suo “viaggio” transnazionale che percorre lo spazio, il tempo e le tecnologie in una continua mediazione e ridefinizione lo si assimila al medesimo cammino che in una certa forma compie la traduzione. È innegabile come memoria, identità e traduzione siano intimamente connesse fra di loro e a ciò che è racchiuso nell’essenza umana, che deve intendersi in una dialettica dell’implicazione e dell’ipseità/alterità.
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Fabri, Silvina Mariel. « Prácticas cotidianas y registros memoriales fotográficos en Argentina ». PatryTer 4, no 8 (1 septembre 2021) : 80–91. http://dx.doi.org/10.26512/patryter.v4i8.30493.

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Résumé :
En este artículo propongo reflexionar sobre la yuxtaposición de memorias en clave espacial a partir de la indagación de las prácticas socio-memoriales que fueron incorporadas al relato institucional del Predio Quinta Seré en torno a la conformación de un archivo fotográfico que reúne memorias e imágenes de prácticas vecinales. Los usos del espacio urbano de este lugar de la memoria están atravesados por estrategias institucionales cuyos objetivos fueron aunar relatos de múltiples actores que, en relación a sus contextos barriales y de las luchas políticas singulares a escala local, posibilitaron la emergencia de una narrativa que se conformó en soporte de un hacer memorial. Estas memorias barriales se cruzaron constantemente con los contextos político-institucionales. Pienso a estas memorias como propias de un territorio cotidiano, que revisó (o no) el papel siniestro de la última dictadura militar en Argentina y propició prácticas cotidianas de los vecinos/as que intervinieron en los modos de construcción y de significación de los imaginarios urbanos, la memoria local y el apego hacia el lugar. En ese punto, el giro espacial cobra sentido para indagar el solapamiento de prácticas sociales con sentido memorial, así como también la revisión de las estrategias espaciales de uso y marcación en el predio siempre en constante modificación.
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Barbero, Jesus Martín. « Estéticas de comunicación y políticas de la memoria ». CALLE14 : revista de investigación en el campo del arte 10, no 17 (4 mars 2016) : 14. http://dx.doi.org/10.14483/udistrital.jour.c14.2015.3.a02.

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Résumé :
ESTÉTICAS DE COMUNICACIÓN Y POLÍTICAS DE LA MEMORIARESUMENLa crisis en las categorías de interpretación de la realidad implica hoy un desplazamiento de aquellos determinantes del cambio social basados en las tecnologías, para situarlos con mayor capacidad de comprender sus consecuencias en los cuerpos y su dimensión política. La explicación de la densa y paradójica convivencia de innumerables opuestos en los contextos sociales actuales se basa en el complejo y dinámico entrelazamiento de modos de simbolización y ritualización del lazo social con el espesor sociocultural adquirido por las redes y los flujos tecnodigitales que han redefinido las fronteras espaciales y temporales entre razón e imaginación, saber e información, naturaleza y artificio, ciencia y arte, saber experto y experiencia profana. Un nuevo lugar es necesario para las prácticas y experiencias en las que alumbra un saber-sentir que reduce la capacidad del hecho tecnológico como determinante de la restructuración social. Estas prácticas y experiencias se debaten en tres tensiones: la temporalidad: entre la amnesia y la memoria; el territorio: entre el espacio y el lugar; y el arte: entre el museo y las performancias ciudadanas.PALABRAS CLAVESFlujos tecnodigitales, globalización, memoria, aceleración modernizadora, des-tiempos, sociedad-red. PARLUKUNAIACHAIKUNA MANA WAÑUNGAPA MAILLALLACHISKASUGLLAPIKunaura kawanakunchi amasan tukuchinaku Ñugpamanda kaugsakuna, Kunaura kawanchi, vianchi subrigchakuna kawaipi, kaugsaipi nukanchipa atun llagtapi. Ministinchimi Chasallata muso luarkuna ikute kallaringapa Ruraikuna. Iachaikuna kawachingapa Iachai- kaugsai Tukuikunata kausachingapa maillapas tukuikunamanda Kai ruraikuna iachaikuna parlanchimi kimsapi achaka llullapi- atun llagtapi- maipi kaskapi Ima ruradirupi, kawaringapa, tukuikunamanda.IMA SUTI RIMAI SIMI:Achakukuna, lluia- lijirú, allichiska, unaimanda, tukuikuna. THEAESTHETICS OF COMMUNICATION AND THE POLITICS OF MEMORYABSTRACTThe crisis in the categories of interpretation of reality implies today a shift of those determinants of social change that are based on technologies, in order to make them more able to understand their impact on the body and its political dimension. The explanation for the dense and paradoxical coexistence of opposites in many current social contexts is founded upon the complex and dynamic interweaving of modes of symbolization and ritualizing of social ties, with the sociocultural thickness acquired by the techno-digital networks and flows that have redefined the spatial and temporal boundaries between reason and imagination, knowledge and information, nature and artifice, art and science, expert knowledge and worldly experience. A new place is necessary for practices and experiences that give birth to a form of knowing-feeling that reduces the ability of the technological fact as a determining factor of societal restructuring. These practices and experiences are discussed within three tensions: Temporality: between amnesia and memory; the territory: between space and place; and art: between the museum and citizen performances. KEYWORDSTechnodigital flows, globalization, memory, modernizing acceleration, un-time, net worked society.ESTHÉTIQUES DE LA COMMUNICATION ET POLITIQUES DE LA MÉMOIRERÉSUMÉLa crise dans les catégories d’interprétation de la réalité implique aujourd’hui un déplacement de ces déterminants du changement social basés sur les technologies, pour les placer en mesure de mieux comprendre leur impact sur le corps et sa dimension politique. L’explication de la coexistence dense et paradoxale d’éléments opposés dans de nombreux contextes sociaux actuels répose dans l’imbrication de modes complexes et dynamiques de symbolisation et de ritualisation de liens sociaux avec l’épaisseur socioculturel acquise par les réseaux et les flux techno-numériques qui ont redéfini les frontières spatiales et temporelles entre la raison et l’imagination, entre la connaissance et l’information, entre la nature et l’artifice, entre l’art et la science, entre la connaissance experte et l’expérience profane. Un nouveau lieu est nécessaire pour les expériences et pratiques d’où surgit un savoir-sentir qui réduit la capacité de l’événement technologique comme seul fait déterminant de la restructuration sociale. Ces pratiques et expériences sont discutées à l’intérieur de trois tensions : la temporalité : entre l’amnésie et la mémoire ; le territoire : entre l’espace et le lieu ; et l’art : entre le musée et les performances citoyennesMOTS-CLEFSFlux techno-numériques, mondialisation, mémoire, accélération modernisatrice, contretemps, société-réseauESTÉTICAS DE COMUNICAÇÃO E POLÍTICAS DA MEMÓRIARESUMOA crise nas categorias de interpretação da realidade implica hoje um deslocamento daqueles determinantes da mudança social baseada nas tecnologias, para situá-los com maior capacidade de compreender suas conseqüências, nos corpos e sua dimensão política. A explicação sobre a densa e paradoxal convivência de inumeráveis opostos nos contextos sociais atuais do laço social com a espessura sócio-cultural adquirido pelas redes e os fluxos tecnos-digitais que hão redefinido as fronteiras espaciais e temporais dos saberes entre razão e imaginação, saber e informação, natureza e artifício, ciência e arte, saber experto e experiência profana. Um novo lugar é necessário para as práticas e experiências nas que iluminam um saber-sentir que reduz a capacidade do fato tecnológico como determinante da reestruturação social. Estas práticas e experiências se debatem em três tensões: a temporalidade: entre a amnésia e a memória; o território: entre o espaço e o lugar; e a arte: entre o museu e as performances cidadãs.PALAVRAS CHAVESFluxo técno-digitáis, globalização, memoria, aceleração modernizadora, dês-tempos, sociedade-rede.
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Prampolini, Antonio. « Internet e l'uso pubblico della storia. Dalle riflessioni di Nicola Gallerano alle indagini di Antonino Criscione sui siti web ». SOCIETÀ E STORIA, no 134 (février 2012) : 797–813. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134008.

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Résumé :
Chi volesse oggi affrontare il tema dell'uso pubblico della storia, quale paradigma storiografico di successo nell'Italia degli ultimi vent'anni, dovrebbe assumere come punto di riferimento le fondamentali riflessioni di Nicola Gallerano sui rapporti tra storia, memoria e societÀ. L'avvento di Internet, nuovo medium dove convergono tutti gli altri media della moderna societÀ di massa, ha avuto un'influenza significativa sull'uso pubblico della storia. Antonino Criscione ne ha fatto oggetto di una particolare attenzione nei suoi studi sulla Rete. L'articolo inizia prendendo in esame la definizione di uso pubblico della storia proposta da Gallerano, che precede l'affermazione di Internet-Web, per poi analizzare le indagini di Criscione sulla presenza della storia nel nuovo medium. L'esigenza di adottare un approccio critico, ma positivo, nei confronti dell'uso pubblico della storia, inteso come fenomeno culturale e sociale complesso e articolato (che non deve essere identificato a priori con un revisionismo mistificatorio o apologetico) accomuna i due storici. E questo approccio č necessario soprattutto in Internet, dove non pochi siti di storia contemporanea si propongono come "luoghi della memoria" e "comunitÀ di rete".
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Thèses sur le sujet "Memoria sociale"

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Bernardi, Erica, et Sara Uguccioni. « Nuovo tessuto urbano : frammenti della memoria collettiva ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Résumé :
L’idea di progetto assume e sviluppa due temi principali: da una parte la strada urbana porticata che attraversa l’area, dall’altra le corti, definite per carattere e dimensioni, dagli edifici che vi si affacciano. Il tema della strada evoca uno dei tratti caratteristici di Padova ossia la compresenza di spazi più stretti e intimi che si aprono in grandi spazi aperti. Allo stesso modo, all’interno del progetto vengono introdotti vicoli, portici, corti e spazi più ampi. Tra questi emerge il tema degli spazi verdi, a partire dal tentativo di dare una nuova identità al parco urbano che si attesta sulla cinta muraria e che entra a far parte del sistema dei Parchi delle Mura della città di Padova. Dalle mura il verde permea il progetto attraverso le corti fi no ai parchi esistenti di San Benedetto Novello e dei Cavalleggeri e si alterna a piazze e strade pavimentate. Sulla strada urbana all’ingresso da Corso Milano, si innesta un basamento che riprende le proporzioni del monastero di San Benedetto Vecchio e definisce il primo di una sequenza di spazi collettivi che proseguono fi no al monastero di San Benedetto Novello. Nel basamento si incastrano due torri simmetriche rispetto all’asse centrale che trovano un confronto diretto con le dimensioni architettoniche del resto della città. Analogamente, sul parco di San Benedetto Novello, si costruisce una facciata aperta verso il parco e verso la corte interna che usa il muro storico settecentesco come basamento e da cui emergono dei volumi più alti. Il muro antico diventa parte integrante del progetto e riporta alla memoria collettiva la vocazione del chiostro del convento adiacente.
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Brondi, Sonia. « Partecipazione pubblica, memoria collettiva e conflitti ambientali : Un'analisi psicosociali sul territorio della Valle del Chiampo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422944.

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Résumé :
In the last years, public participation in debates on environmental issues is required by local, national and international political institutions. Moreover, according to recent Italian and European researches, citizens consider environmental threats as one of the most relevant problems and thinks that they are a responsibility of every person. This psychosocial research aims to interpret citizens’ disengagement from decision-making processes organized by Administrations in an attempt to mend the rift between economic development and environmental sustainability, specifically in contexts historically marked by environmental criticalities. Recent studies in social psychology have contributed to the debate on environmental issues and public participation: both with the formulation of theoretical models aimed at identifying the psychological processes that underlie opinions, experiences, practices 'environmentally' significant; both with potential applications and concrete proposals in terms of actions aimed at those sectors equally committed to finding a more efficient environmental management for ensuring sustainable development. Following a constructionist perspective, this research finds its epistemological framework in the theory of social representations (Moscovici, 1961/76). Related domains are: studies on collective memory (Halbwachs, 1925, 1950), as well as social identity theory (Tajfel, 1981) and processes of place identity (Proshansky, Fabian, Kaninoff, 1983). Research aims to investigate the role of psychosocial constructs of collective memory and social and place identity in contributing to co-construct a shared representation of the territory, as well as in their relations with citizens’ participation in debates on environmental issues in contexts marked by widespread environmental criticalities. Examined case is the the Chiampo Valley, near Vicenza (North-East Italy), characterized by the activity of the tanning industries so much that the area is one of the most prosperous industrial districts in this sector worldwide. Research design involves integration of some aspects of the case studies with those of retrospective and longitudinal studies; adopted methodological approach is multimethod (with particular attention to strategies of triangulation) and quali-quantitative. Main findings emerged from the four studies that comprise the plan of research show that the considered constructs (collective memory and social and place identity) contribute to the co-construction of a representation of the territory shared by the members of the community under study, that indicates their non-priority to a direct involvement in the discussion of environmental policies. In order to clarify this statement three dimensions - knowledge, methods and applications - are discussed as well as accurate and adequate reasons to support it are provided.
La partecipazione pubblica su questioni ambientali costituisce oggi un tema centrale di sempre maggior attualità nel dibattito politico e programmatico, nazionale e internazionale. Parallelamente, la crescente sensibilità sulle tematiche ambientali ha prodotto negli anni una diffusa consistente domanda di informazione da parte dei cittadini stessi, inducendo le Istituzioni ad affrontarle con particolare cura e attenzione. La presente ricerca si propone la finalità di rileggere con uno sguardo psicosociale la ridotta partecipazione dei cittadini ai processi decisionali proposti dalle Amministrazioni nel tentativo di ricomporre le fratture venutesi a creare tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale, particolarmente in contesti storicamente già ampiamente segnati da criticità in questo senso. La psicologia sociale nei suoi sviluppi recenti ha contribuito ampiamente alle riflessioni su questioni ambientali e partecipazione pubblica, sia con la formulazione di modelli interpretativi teorici che mirano a individuare i processi psicologici che sottostanno a opinioni, vissuti, pratiche ‘ambientalmente’ rilevanti sia con risvolti applicativi concreti in termini di proposte di linee di intervento indirizzate a quei settori ugualmente impegnati nella ricerca di una più efficiente gestione ambientale per consentire uno sviluppo sostenibile. Fondando i suoi presupposti in una prospettiva costruzionista, la presente ricerca trova la propria cornice epistemologica nella teoria delle rappresentazioni sociali (Moscovici, 1961/76). Altri domini ad essa strettamente intrecciati sono gli studi sulla memoria collettiva (Halbwachs, 1925; 1950), la teoria dell’identità sociale (Tajfel, 1981) e il costrutto di identità di luogo (Proshansky, Fabian, Kaninoff, 1983). La ricerca si pone l’obiettivo di indagare il ruolo dei costrutti psicosociali della memoria collettiva e dell’identità sociale e di luogo nel contribuire alla co-costruzione di una rappresentazione condivisa del territorio, oltre che nelle loro relazioni con la partecipazione dei cittadini al dibattito su questioni ambientali in un contesto diffusamente industrializzato e fortemente segnato da criticità in questo senso. Il caso di studio è quello della Valle del Chiampo, in Provincia di Vicenza, la cui principale attività economica è quella della concia delle pelli, tanto che la zona costituisce uno fra i più caratteristici e prosperi distretti industriali in tale settore a livello mondiale. Il disegno di ricerca prevede l’integrazione degli aspetti caratteristici degli studi di caso con quelli di studi retrospettivi e longitudinali; l’approccio metodologico adottato è multimetodo (con una particolare attenzione alle strategie di triangolazione) e quali-quantitativo. La rilettura unitaria dei principali risultati emersi dai quattro studi che compongono il piano della ricerca permette di rispondere che i costrutti considerati contribuiscono alla co-costruzione di una rappresentazione del territorio condivisa dai membri della comunità presa in esame, tale da far ritenere non prioritario un loro diretto coinvolgimento nella discussione di politiche ambientali. Per chiarire in modo esaustivo questa affermazione si sono approfondite tre dimensioni - di conoscenza, metodologica e applicativa - e fornite precise e adeguate motivazioni a ciò che si intende sostenere.
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Cuartas, Pablo. « Le temps des objets : mémoire collective, entourages matériels et imaginaires littéraires : essai de phénoménologie sociale ». Thesis, Sorbonne Paris Cité, 2016. http://www.theses.fr/2016USPCB220/document.

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Résumé :
Matière et mémoire constituent deux programmes de recherche que les sciences humaines entament souvent séparément : d'une part, l'observation empirique de la présence matérielle des objets ; de l'autre, la réflexion spéculative sur l'expérience immatérielle de la mémoire. Nonobstant, la sociologie de la mémoire permet et exige assumer sur ce point une perspective conjonctive: considérer la mémoire comme pratique sociale, inscrite dans les entourages matériels immédiats. Suivant ce principe conjonctif, la révision de quelques pratiques de mémoire nous a permis d'identifier la présence constante d'objets matériels, comme si les formes "naturelle" et "artificielle" de la mémoire étaient indissociables du statut matériel de l'objet. Une relation objectale à la mémoire et un rapport mémoriel à l'objet apparaît donc comme un invariant sur lequel nous nous efforçons de présenter quelques manifestations historiques : à Rome, aux temps de la République et le Haute-Empire, des expériences dissemblables comme le culte aux morts ou l'art rhétorique mettent en jeu, incessamment, objets et mémoire ; dans la Renaissance, la prolifération des studioli, cabinets de curiosités et Wunderkammern ne font que constater la consécration, dans les espaces du savoir et du pouvoir, d'une grande fascination pour les objets du passé ; au XIXe siècle, enfin, époque apparemment dominée par la production industrialisée, le fétichisme de l'antique renouvelle l'intérêt que les objets investis de mémoire éveillent. D'où la présence également persistante d'objets de mémoire dans la littérature: à ces moments historiques correspond une production littéraire considérable qui se propose de décrire l'importance des choses qui suscitent une expériences sensible du passé. L’œuvre de quelques poètes latins, les réflexions de Goethe sur le collectionnisme, les idées de Rilke à propos des "objets vécus" ou la Recherche proustienne sont des variations sur un thème : le temps des objets, le temps que les objets contiennent
Matter and memory are two research programs that Human Sciences usually undertaken in a separately way. On the one hand the empirical observation on material presence of the objects; on the other hand the speculative thought on the immaterial experience of the memory. However, sociology of memory allows and requires to assume on this subject a conjunctive outlook: to consider the memory as a social practice included in the nearby material environments. Following this conjunctive principle, the review of some memory practices has allowed us to identify the continuous presence of material objects as if the "natural" and "artificial" ways of memory were indissociable from the material status of the object. An object-based relationship with memory and a memorial relationship with objects then appears as a constant from which we try to present some historical variations: in Rome, at times of the Republic and during the Early Empire, different experiences as the cult of the dead and the art of rhetoric, incessantly implies object and memory; at Renaissance the proliferation of studioli, cabinets de curiosités and Wunderkammern can only confirm the enshrining of a great fascination in the spaces of power and knowledge for the objects from the past ; in 19th century, apparently ruled by the industrial production, the fetishism for ancient objects renews once again the interest that objects vested of memory arouses. For this reason the equally persistent presence of the objects of memory in literature: in each of those historical moments we aware that a considerable literary production attempts to describe the importance of things that evoke an experience of past. The works of some Latin poets, the Goethe's reflections on collectionism, the ideas of Rilke on the subject of "lived objects", and Proust's own Search, are literary variations on the same topic : the time of things, the time contained in things
Materia y memoria constituyen dos programas de investigación que las ciencias humanas suelen emprender por separado: por una parte, la observación empírica sobre la presencia material de los objetos; por otra, la reflexión especulativa sobre la experiencia inmaterial de la memoria. No obstante, la sociología de la memoria permite y exige asumir a este respecto una perspectiva conjuntiva: considerar la memoria como práctica social, inscrita en los entornos materiales inmediatos. Siguiendo este principio conjuntivo, la revisión de algunas prácticas de memoria nos ha permitido identificar la presencia constante de objetos materiales, como si las formas "natural" y "artificial" de la memoria fueran indisociables del estatuto material del objeto. Una relación objetual con la memoria y una relación memorial con los objetos aparece entonces como una constante de la que tratamos de presentar algunas variaciones históricas: en Roma, en tiempos de la República y el Alto Imperio, experiencias disímiles como el culto a los muertos y el arte de la retórica ponen en juego, incesantemente, objeto y memoria; en el Renacimiento, la proliferación de studioli, de cabinets de curiosités y de Wunderkammern no hacen más que constatar la consagración, en los espacios de poder y de saber, de una gran fascinación por los objetos del pasado; en el siglo XIX, aparentemente dominado por la producción industrial, el fetichismo de lo antiguo renueva una vez más el interés que despiertan los objetos investidos de memoria. De ahí la presencia igualmente persistente de objetos de memoria en la literatura: en cada uno de esos momentos históricos constatamos que una producción literaria considerable se propone describir la importancia de las cosas que despiertan una experiencia del pasado. La obra de algunos poetas latinos, las reflexiones sobre el coleccionismo de Goethe, las ideas de Rilke a propósito de los "objetos vividos", la propia búsqueda de Proust, son variaciones literarias sobre el mismo tema: el tiempo de las cosas, el tiempo que las cosas contienen
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DE, VINCENZO CIRO. « Antologie e necrologi del Mar Mediterraneo. Violenza e violazioni nel Mediterraneo : Pratiche ed esperienze psicosociali di trasformazione del ricordo in memoria e di elaborazione culturale delle morti di migranti «irregolarizzati» ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459373.

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Résumé :
La tesi si occupa della dimensione traumatica e della memoria delle morti o delle scomparse di migranti senza documenti (morti legate alle frontiere o morti di persone in movimento, anche morti di migranti “illegalizzati”) alle frontiere europee, in particolare nel Mar Mediterraneo, cioè al confine meridionale dell’Europa e nel canale di Sicilia. Di fatto, più di 40.000 persone migranti hanno perso la vita nelle frontiere mondiali sempre più esternalizzate, securitarie e militarizzate. In questo scenario mortale, la frontiera meridionale dell’Europa, il Mar Mediterraneo (diviso in Mediterraneo occidentale, centrale e orientale) si è trasformato nella rotta più pericolosa e mortale. Un cimitero sommerso, un sarcofago acquatico, o l’espressione più evidente del regime della “Fortezza Europa” attraverso il quale si applica una necropolitica violenta, emergono crimini di pace e solidarietà e si materializzano forme eterogenee di violazioni. Così, la ricerca si propone un’analisi socioculturale e psicosociale critica sui dati empirici raccolti attraverso un lavoro etnografico nelle zone di confine, in particolare nell’isola italiana di Lampedusa, e attraverso interviste narrative semi-strutturate con attivisti/artivisti italiani ed europei. L’obiettivo è quello di analizzare come le pratiche di costruzione e memorizzazione del trauma, come esperienze simboliche/liminali personali e collettive di creazione di significato, affrontino la dimensione razziale, coloniale e violenta delle politiche europee manifesta in una concezione di frontiera che non si riduce ad una linea geografica materiale. Il lavoro si articola nei seguenti punti: • Una breve panoramica sugli studi sulle migrazioni da una prospettiva storica e sociale: cause, dinamiche e normative che inquadrano l’eterogeneità delle migrazioni. L’attenzione sarà posta principalmente sulla situazione europea/italiana; • Un focus dettagliato sui “migranti illegalizzati” o migranti privi di documentazione regolare, che sono persone in movimento che prendono rotte di confine pericolose e rischiano la vita nell’attraversarle. Utilizzando dati provenienti da diverse fonti, la dimensione numerica del fenomeno sarà affrontata e discussa criticamente. • Uno schema dettagliato sugli studi di frontiera, memoria e trauma da una prospettiva transdisciplinare e dalla prospettiva specifica della psicologia socioculturale. • Una descrizione dell’impianto metodologico impiegato dalla ricerca. • Due capitoli di analisi, distinti lungo una linea geografica: zone di confine (Lampedusa) ed esperienze transfrontaliere. • In conclusione, saranno evidenziati i limiti e le linee di direzione future.
The thesis deals with the traumatic and memory dimension of undocumented migrants’ deaths (border-related deaths or people-on-the-move deaths, also ‘illegalized’ migrants’ deaths) at the European borders, specifically in the Mediterranean Sea, i.e. the southern European border. As a matter of fact, more than 40,000 people-on-the-move have lost their lives in worldwide increasing externalized, securitized, and militarized borders. In such a deadly scenario, the European southern border, the Mediterranean Sea (divided in West, Central, and East Mediterranean route) has turned into the most perilous and deadliest route. A submerged cemetery, the European ‘sarcophagi’, or the most evident expression of the ‘Fortress Europe’ regime through which necropolitics are applied, ‘crimes of peace/solidarity’ emerge, and heterogeneous forms of violence/violation materialize. Thus, the book proposes a sociocultural and critical psychosocial analysis on empirical data collected through ethnographic work in border-zones, specifically in the Italian island of Lampedusa, and through semi-structured narrative interviews with European activist/’artivist’. The aim is to analyse how practices of trauma construction and memorialization, as personal and collective symbolic/liminal experiences of meaning-making, engage racial, colonial, and violent European policies. A brief overview over migration studies from a historical and social perspective: causes, dynamics, and normative that frame migration heterogeneity. The attention will mainly put on European/Italian situation. The thesis is further structured in the following sections: • A detailed focus over ‘illegalized migrants’ or undocumented migrants which are people-on-the-move who take perilous border routes and risk their lives in crossing them. Using data from different sources, the numeric dimension of the phenomenon will be addressed and critically discussed. • A detailed outline on border, memory, and trauma studies from a transdisciplinary perspective and from the specific perspective of sociocultural psychology. • A methodological/methods description of the research. • Two chapter of analysis, distinguished along a geographical line: border-zones (Lampedusa) and cross-borders experiences. In conclusion, limits and future lines of direction will be highlighted.
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Cancino, Franklin Alejandro Patricio. « Historia y memoria de la "nueva" Compañia de Jesús en México, 1816-2002 : el influjo del imaginario de las misiones jesuitas Novohispanas en el incierto restablecimento de la Orden y la construccion de su memoria, 1843 ». Paris, EHESS, 2015. http://www.theses.fr/2015EHES0023.

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Résumé :
L'objet de cette étude consiste à déterminer dans quelle mesure l'imaginaire des missions jésuites de la Nouvelle-Espagne a influencé la construction de la mémoire de groupe des membres de la nouvelle Compagnie de Jésus, en tant que corps social et religieux, à partir de son rétablissement universel en 1814, et à revenir sur ces deux moments spécifiques qui sont la promulgation du décret (de gouvernement mexicain) rétablissant les missions en 1843 et la nouvelle fondation de la mission de Tarahumara en 1900. L'analyse de cette activité missionnaire sur différentes périodes et à différentes échelles permet de mieux comprendre certains effets de l'expulsion de l'Ordre en 1767, aussi bien à travers les traces qu'ont laissé les missions du nord-ouest que dans l'imaginaire qui s'est forgé autour de l'oeuvre des jésuites durant leur absence au cours du XIXe siècle (les jésuites comme une 'présence absente'). La construction de cet imaginaire n'est autre que celle de la mémoire des missions jésuites, dans laquelle sont intervenus non seulement les membres de l'Ordre, mais aussi d'autres acteurs sociaux. Or cette mémoire a encouragé les jésuites à continuer à se constituer en groupement à partir de leur rétablissement incertain au Mexique, en 1816. Quant aux acteurs sociaux qui ont contribué et participé à cette construction de l'imaginaire des missions, ils l'ont fait - selon leur contexte - avec des perspectives et des intérêts divergents. La recherche accorde de l'importance au relèvement du territoire nord (pour l'empire espagnol, pour la nation mexicaine, pour la Compagnie de Jésus, pour la mission de la Sierra Tarahumara) et à son rôle dans la construction de la mémoire
This study analyzes the way in which the 'imaginary' of the New Spain Jesuit missions influenced on thè development of the group memory of the members of the Society of Jésus in Mexico during the XIX century. The investigation stresses two spécifie moments of that time: 1) the promulgation, in 1843, of a Mexican government decree of the foundation of the missions. 2) The new foundation of the mission in the Tarahumara région in 1900. This study also offers a larger compréhension of the effects of the expelling of Jesuits form Spanish domains, which occurred in the year 1767. After this expulsion, there remained many traces of the work the Jesuits had realized in the missions of the Mexican Northwest. During the absence of those religious, those traces contributed to conform the 'imaginary' of their missionary work : Jesuits continued to be present - in a way - even during their absence. Not only the members of the Jesuit Order took part in this process, when they returned to Mexico in the XIX century, there were another social actors too. In the Mexican situation, the political instability of the new nation during that century forced the Jesuits to suffer several persecutions and dispersions; but the construction of that memory we talk about helped them to avoid breaking up as a group. The investigation also analyzes the relationship between the construction of this memory and the territorial integration of Northern Mexico. This integration was of great importance both for the Jesuits, who wanted to return to the North of the country, and for the Mexican governments before and after the independence
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Davila, Caroll isabelle. « Weneya´a – "quien habla con los cerros”. Memoria, mántica y paisaje sagrado en la Sierra Norte de Oaxaca ». Doctoral thesis, Universite Libre de Bruxelles, 2019. https://dipot.ulb.ac.be/dspace/bitstream/2013/285389/4/davila.pdf.

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Résumé :
Cette recherche a eu pour but de documenter et interpréter le patrimoine culturel saa (zapotèque) des Bene Ya’a/En’ne I’ya, les habitants zapotèques de la Sierra Norte de Oaxaca, à partir des symboles transmis par les savoirs des weneya’a, les personnes “qui parlent avec les montagnes” et qui sont chargées des activités rituelles de leurs communautés.Les weneya’a donnent une signification à leur patrimoine culturel, à leurs lieux sacrés, à leur temps liturgique, à la vie et à la mort. En ce sens ils sont indispensables pour la transmission des valeurs culturelles et identitaires fondamentales à leurs communautés. Leurs savoirs, ainsi que leur langue dilla ya’a/tíza i’ya sont vecteurs de symboles qui s’inscrivent au sein d’une continuité culturelle du peuple saa.Ces symboles ont été étudiés à partir de deux volets: le premier est centré sur les sessions mantiques réalisées par les weneya’a et les discours rituels qu’ils prononcent en ces occasions en dilla ya’a/tíza i’ya, le second concerne le paysage sacré et sa représentation au sein de la mémoire culturelle. Les deux volets de la recherche sont considérés à partir d’une perspective historique et se présentent, en parallèle, avec l’analyse de documents mantiques datant du XVIIème siècle ainsi qu’avec la prospection archéologique du paysage sacré. L’ensemble du travail, la documentation, tout comme l’interprétation, est le fruit d’une collaboration étroite avec les habitants des communautés où ont été effectuées les recherches.Les activités mantiques sont étudiées à partir d’entretiens et de sessions divinatoires avec les weneya’a provenant des régions Xhon (Cajonos) et Le’ya (Ixtlán). Les entretiens ont permis aux weneyaa de décrire et d’expliquer le sens qu’ils donnent à leurs activités ainsi qu’à l’environnement qui les entoure. Les sessions documentées ont été réalisées dans la communauté d’Exhu’ni (Abejones) et portent une attention particulière sur les symboles représentés lors des lectures ainsi que les prières prononcées durant les sessions en tíza Exhu’ni (zapotèque d’Abejones). Les documents mantiques datant du XVIIème siècle ont été analysés dans le cadre d’un séminaire organisé avec des enseignants de la région, pour qui le dilla ya’a/tíza i’ya est la langue maternelle.Il a été observé que les activités des weneya’a ne se limitent pas à l’activité mantique, mais concernent également les pratiques rituelles dans les lieux sacrés de la communauté. L’histoire de ces lieux a été interprétée de manière pluridisciplinaire, en créant un point de jonction entre les prospections archéologiques et les savoirs des habitants. Pour y parvenir, la signification de ces lieux dans la mémoire culturelle a été étudiée grâce aux explications des weneya’a, les narrations, les rituels qui y sont effectués ainsi que les discours liturgiques qui les accompagnent.Les recherches qui y sont réalisées permettent de contextualiser historiquement les savoirs des weneya’a, les inscrivant dans une continuité culturelle avec les témoignages historiques et archéologiques des Bene Saa, le peuple zapotèque. De plus, elles présentent de manière manifeste leur rôle comme protecteurs de leur patrimoine. Les weneyaa portent et préservent en leur mémoire la signification des symboles de leur culture, de leur paysage sacré, de leur patrimoine matériel et immatériel. Ils sont donc indispensables pour la revitalisation culturelle et identitaire de leurs communautés. Enfin, la méthodologie appliquée pour ce travail présente une approche centrée sur les citoyens et axée sur leur engagement communautaire pour la reconstruction de leur histoire.
Doctorat en Histoire, histoire de l'art et archéologie
info:eu-repo/semantics/nonPublished
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Pimenta, Marta Eugenia Fontenele. « Memorias de alfaiates : significados de vida e trabalho ». [s.n.], 2008. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/310742.

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Résumé :
Orientador: Margareth Brandini Park
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-12T22:20:56Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Pimenta_MartaEugeniaFontenele_M.pdf: 11277937 bytes, checksum: ce557461c9d1b15ddbfd6e0e183df415 (MD5) Previous issue date: 2008
Resumo: O objetivo desta pesquisa é investigar a temática do trabalho nas narrativas de velhos alfaiates, quando convidados a falarem de suas trajetórias de vida, por meio de processos de reminiscências. O estudo foi desenvolvido com a participação de cinco alfaiates - com faixa etária entre 65 e 98 anos -, os quais passaram a maior parte de sua vida adulta e produtiva, na cidade de Campinas (SP), tendo como fator comum a prática do ofício, no contexto do século XX. À luz da Gerontologia, e numa perspectiva de valorização da rememoração na velhice, a pesquisa evidencia que esses homens velhos, ao falarem de si apóiam-se na temática trabalho (vida laborativa), utilizando-a como uma espécie de fio condutor, para organizarem e estruturarem suas memórias, configurando um estado de unissonância entre vida e trabalho. Aliando ao método biográfico uma sistematização para a leitura dos relatos, o trabalho amplia o espectro de interpretações das narrativas, possibilitando análises acerca das especificidades nas quais o velho se apóia para falar de si, de suas visões de mundo e do trabalho, como um conteúdo existencial e social
Abstract: The aim of this research is to look into the topic of work in the narratives of aged tailors, when asked to speak about their lives by means of remembrances. The research was developed with the participation of tailors whose age varied from 65 to 98. They have spent most of their lives in Campinas (SP) having in common the practice of their jobs in the twentieth century. In the light of gerontology and in the perspective of valuing remembrances in old age, the research gives evidence that these old men, when speaking about themselves, back up on the topic work (working life). They use it as a guideline to organize and structure their memories creating a state of harmony between life and work. This study enlarges the spectrum of interpretations of the narratives using a biographical method as well as a systematization for the reading of the accounts. This enables analyses about the specifications upon which the elder backs up to speak about himself and to express his ideas about the world and about work as an existential and social content
Mestrado
Mestre em Gerontologia
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Desiato, Pietro. « Memorie, supporting the practices of memory in the graveyard ». Thesis, Malmö högskola, Institutionen för konst, kultur och kommunikation (K3), 2007. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:mau:diva-23228.

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Résumé :
Due to its sensitive nature, the graveyard is often an avoided problem space within the field of design. This becomes evident from the lack of exploration and analysis in this domain. Anyhow, it represents an opportunity to test how design can mediate between sacred places, technology and people. Moreover, as a very specific context, the graveyard encompasses peculiar ways of interacting and experiencing space that deserve to be taken into account. This work discusses the notions of space and place and how the field of interaction design can benefit from them. In doing so, it investigates the hidden dimensions of the graveyard that make it a complex structure where spatial, personal and socio-cultural dimensions are intertwined. While the fieldwork aims at analysing the graveyard in its different tones of meaning (identity, memorial, cultural differences, on-site interaction) the focus of the work are the practices of memory and the role that the past has in our relation with the deceased. The result of the design process is an interactive audio system composed of a playback circuit based on Arduino and boxed into a seashell. The device is designed to be placed on the grave and store audio content. Once activated, the audio seashell allows listening and eventually recording vocal traces related to the deceased’s past. Taking into account the observed practices, rules and conventions that shape the graveyard, the role of personal and collective rituals and the meanings of all the identified artifacts, the designed system supports the experience of recalling memories in respect to the atmosphere, tempo and rhythm that characterise the graveyard.
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Alvisi, Lilian de Cassia. « Memoria, resistencia e empoderamento : a constituição do Memorial Escolar Padre Carlos de Poços de Caldas/MG ». [s.n.], 2008. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/251978.

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Résumé :
Orientador: Olga Rodrigues de Moraes Von Simson
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-08-11T05:39:56Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Alvisi_LiliandeCassia_D.pdf: 30004664 bytes, checksum: b54afa3ad994381852133d6f55239e05 (MD5) Previous issue date: 2008
Resumo: Este projeto teve como objetivo discutir as implicações políticas no processo de organização de um memorial escolar, que resultou em um movimento de empoderamento de diferentes indivíduos ou grupos de uma determinada comunidade. Tratou-se de uma pesquisa ação que foi desenvolvida com o apoio de especialistas do Centro de Memória - Unicamp. As relações entre memória compartilhada, resistência política e empoderamento foram abordadas na pesquisa buscando promover debates e gerar contribuições tanto sobre atitudes já concretizadas ou ainda para orientar aquelas que serão tomadas coletivamente, no futuro. A iniciativa de organização de um memorial escolar partiu e está sendo executada por um grupo significativo e representativo da comunidade local, com ação participativa dos pesquisadores/técnicos do CM - Unicamp. Todo o processo de organização do Memorial Padre Carlos se valeu de táticas de resistência ante uma situação indesejada, que pudesse desvirtuar as propostas político-educativas da Escola Profissional Dom Bosco de Poços de Caldas, devido à inserção de membros da Congregação dos Salesianos nas atividades didático ¿ administrativas, após a morte de seus fundadores
Abstract: This project aimed to discuss the political implications during the process of organising a memorial of a school, which resulted in a movement of empowerment of different persons or groups of a particular community. This research was an engaged one, being developed with the assistance of specialists of the Centro de Memória ¿ Unicamp (Center of Memory - Unicamp). The relations between shared memory, resistance and political empowerment, in the research, tried to promote debates and generate contributions on attitudes already implemented and to guide those that will be taken collectively in the future. The initiative to organise a memorial in a school started and is being run by an important and representative group of the local community, with the participation of the researchers/ technicians from CM - Unicamp. The whole process of organising the ¿Memorial Padre Carlos¿ made use of tactics of resistance before an undesirable situation that could distort the political-educational proposals of the Escola Profissional Dom Bosco de Poços de Caldas (Dom Bosco Vocational School - Poços de Caldas) due to the inclusion of members of the Salesian Congregation in didactic - administrative activities, after the decease of its founders
Doutorado
Ciencias Sociais na Educação
Doutor em Educação
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Olivari, Vargas Alicia. « Tramas de memoria local : lazos pasados y estallidos presentes. Transmisión de memorias de la dictadura en una población de Santiago de Chile ». Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2018. http://hdl.handle.net/10803/668224.

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Résumé :
La tesis de investigación que presentamos tiene como objetivo principal comprender cómo se construyen sentidos del pasado de la dictadura y cómo éstos se transmiten intergeneracionalmente en la vida cotidiana de una población de Santiago de Chile. Los estudios sobre memorias de pasados violentos suelen construirse desde perspectivas nacionales y dejar en un segundo plano de análisis las memorias que surgen en una escala local. Recoger este ámbito se vuelve especialmente relevante en el caso chileno si tenemos en cuenta la existencia de barrios que son considerados emblemáticos, en parte, por su trayectoria ligada al pasado dictatorial. Este es el caso de la población que aquí decidimos llamar de manera ficticia La Aurora, cuyo carácter icónico se vincula en gran medida al hecho de haber albergado brotes de resistencia al Golpe Militar. Un territorio que, además, se caracteriza por una marcada tradición comunitaria y porque en la actualidad encarna de manera paradigmática a los llamados “barrios críticos” de la capital en los discursos oficiales y mediáticos. Estas representaciones alimentan procesos de estigmatización y lo han convertido en un espacio intervenido por el Estado y ocupado por la policía desde hace 16 años. Todos estos elementos configuran una vida cotidiana atravesada por diversos conflictos y violencias que la cargan de acontecimientos y generan condiciones que determinan las miradas hacia el pasado, pero también la relación con el presente y las proyecciones futuras. Es en este escenario que nos preguntamos por las memorias de la dictadura y su comunicación entre generaciones, desde una aproximación de la vida cotidiana en tanto terreno propicio para articular la pluralidad de formas que los recuerdos locales toman. A través de una perspectiva etnográfica exploramos cómo en la población se configuran tramas de memorias locales de la dictadura donde conviven formas institucionales, oficiales, silenciosas, fragmentarias, conmemorativas, transgresoras, entre otras. Advertimos que todas en conjunto y cada una de ellas operan construyendo sentidos del pasado que están siendo resignificados y recontextualizados por generaciones que no lo vivieron, pero que habitan un presente excepcional.
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Livres sur le sujet "Memoria sociale"

1

M come memoria : La memoria nella teoria sociale. Napoli : Liguori, 2012.

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2

Boldrini, Enrica, et Lucilla Conigliello, dir. Tramandare la memoria sociale del Novecento. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-289-8.

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Résumé :
The volume contains the proceedings of the conference Tramandare la memoria sociale del Novecento (Florence, 11.21.2019), on the occasion of presenting Gino Cerrito’s archive. owned at present by the Social sciences library, University of Florence. Cerrito papers represent a primary source to investigate social movements in the XX century, especially anarchism, with particular reference to the War of Spain and to anarchical syndacalism between the two world wars. The project gave the opportunity to focus on the main issues concerning the preservation of the social memory of the XX century among experts and professionals. Historians, archivists, librarians, professors, association members and officers of the heritage preservation institutions discuss the problems and strategies confronting its conservation and enhancement. Investigate recent past requires a molteplicity of sources, beyond paper and through a great variety of expressions and media. And movements and their archives present peculiarities. Technical and political issues are considered, and a variety of cases and initiatives relating to archives dedicated to social movements and associations.
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3

Disagio sociale e riscatto della memoria in Orazio. Roma : Carocci, 2007.

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4

Montefusco, Patrizia. Disagio sociale e riscatto della memoria in Orazio. Roma : Carocci, 2007.

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5

Gli archivi imperfetti : Memoria sociale e cultura elettronica. Milano : Vita e pensiero, 1986.

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6

La forza sociale della memoria : Esperienze, culture, confini. Roma : Carocci, 2010.

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7

Doni, Martino. La forza sociale della memoria : Esperienze, culture, confini. Roma : Carocci, 2010.

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8

Tota, Anna Lisa. La memoria contesa : Studi sulla comunicazione sociale del passato. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2001.

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9

Punzi, Corrado. La memoria ostinata : Il cinema di Patricio Guzmán come ricerca sociale. Trento : Tangram edizioni scientifiche, 2019.

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10

Giuseppe, Amata, dir. Il messaggio della memoria : Per la valutazione economico-sociale dei beni culturali ed ambientali. Catania : C.U.E.C.M., 1991.

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Chapitres de livres sur le sujet "Memoria sociale"

1

Musci, Leonardo. « Movimenti e archivi. Punti fermi e questioni aperte ». Dans Tramandare la memoria sociale del Novecento, 81–85. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-289-8.08.

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The contribution reflects on the archives of the movements and on the relationship between the characteristics of the productive moment of the documents, their conservative and descriptive destiny and the role of State supervision.
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2

Del Vivo, Caterina. « Gli archivi dei movimenti e di altri soggetti sociali : alcuni esempi in Toscana ». Dans Tramandare la memoria sociale del Novecento, 87–95. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-289-8.09.

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3

Stamuli, Maria Francesca. « Le fonti orali negli archivi di persona : descrizione, conservazione e fruizione ». Dans Tramandare la memoria sociale del Novecento, 97–110. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-289-8.10.

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Conigliello, Lucilla. « Raccolte librarie e archivi di persona alla Biblioteca di scienze sociali dell’Università di Firenze : stato dell’arte ». Dans Tramandare la memoria sociale del Novecento, 17–25. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-289-8.04.

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5

Dadà, Adriana. « La documentazione dell’archivio Cerrito per la storia sociale del Novecento ». Dans Tramandare la memoria sociale del Novecento, 57–80. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-289-8.07.

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6

Cestone, Giovanna, Giulia Malavasi et Francesca Moretti. « Tessere per la memoria sociale del Novecento : gli archivi di Antonio Carbonaro, Andrea Devoto, ANDU (Associazione nazionale docenti universitari) ». Dans Tramandare la memoria sociale del Novecento, 27–40. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-289-8.05.

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Résumé :
The contribution illustrates the personal archives of Antonio Carbonaro, sociologist, Andrea Devoto, psychiatrist and the National Association of University Professors (ANDU), testimonies of great importance for the social history of the twentieth century
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7

Boldrini, Enrica, et Chiara Oliveti. « Il recupero dell’archivio di Gino Cerrito : attività svolte e prospettive di intervento ». Dans Tramandare la memoria sociale del Novecento, 41–56. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-289-8.06.

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Bandini, Gianfranco. « Manifesto della Public History of Education. Una proposta per connettere ricerca accademica, didattica e memoria sociale ». Dans Studi e saggi, 41–53. Florence : Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-009-2.07.

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Verhalen, Aline E. C., Cristiano Maciel, Hélia Vannucchi et Daniele Trevisan. « One Profile, Many Memories : Projecting Memorials for Instagram via Participatory Design ». Dans Social Computing and Social Media : Experience Design and Social Network Analysis, 548–66. Cham : Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-77626-8_38.

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Davis, R. Casey. « Geographic Memoirs ». Dans Social Studies Comes Alive, 9–16. New York : Routledge, 2021. http://dx.doi.org/10.4324/9781003238041-2.

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Actes de conférences sur le sujet "Memoria sociale"

1

Aragona, Stefano. « Ecological city between future and memory : a great opportunity to rethink the world ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7932.

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Résumé :
L’attuale momento di crisi sociale, ambientale e spaziale può essere una svolta - uno dei significati della parola greca originaria κρίσις - del modello di sviluppo basato sul paradigma industriale (Khun, 1962) i cui limiti erano ipotizzati nell’omonimo The Limits of Growth commissionato dal Club di Roma ad alcuni ricercatori del MIT di Boston (USA) edito nel 1972. Il presente scritto suggerisce di sostituire al modello industrialista del “fare la città” - indifferente alle condizioni locali grazie alla supremazia data alle “soluzioni” tecnologiche (Del Nord,1991) - l’approccio ecologico che parte dalle condizioni locali quali indicazioni di piano/progetto/realizzazione per la trasformazione dell’anthropocosmo, cioè del rapporto tra contenitori, reti e comportamenti, ovvero del λόγος, discorso, studio, con l’οίκος, ambiente (www.ekistics.org) con le finalità di Smart City cioè costruire Comunità inclusive, sostenibili socialmente e materialmente avendo il risparmio di consumo di suolo come presupposto della sostenibilità. Ciò significa per i paesi ormai più che emergenti - BRIC e tutti gli altri in forte crescita economica - evitare gli errori compiuti dalle nazioni, usualmente chiamate Occidentali, di devastazione del territorio oltre che in termini di danni sociali. Mentre per quest’ultime l’attenzione va posta al tema della riqualificazione dell’esistente sotto il profilo funzionale, spaziale, ambientale e sociale. Per entrambe si pone la questione centrale del rapporto con la storia, i segni di essa sul territorio, cioè la memoria quale essenziale componente del senso delle cose. The current social, environmental and territorial crisis, can be a turning point - one among the meanings of the originary Greek word κρίσις - of the development model based on the industrial paradigm (Kuhn, 1962) whose limits were declared in the homonymous The Limits of Growth commissioned by the Club of Rome at Boston MIT researchers (Meadows and al.) and published in 1972. This paper suggests to replace the industrial model of “making the city” - indifferent to local conditions thanks to the supremacy given to the technological “solutions” (Del Nord, 1991) - with the ecological approach that starts from the local conditions such as indications of plan/project/construction for the transformation of the anthropocosmo, i.e. the relationship connecting shells, networks and behaviours. That is to relate the λόγος, discourse, analyses, with the οίκος, the environment (www.ekistics.org): finally the purpose of Smart City. It requires to build inclusive Communities, socially and materially sustainable, having the saving of land use as precondition. This should mean for most countries now more then emerging - BRIC and everyone else in the strong economic growth - try to avoid the mistakes made by the nations, usually known as Western ones: i.e. devastation of the territory, social harms, and attention to the spatial redevelopment, and to the functional and social ones. For both there is the central question of the relationship with history, the signs of it, ie the memory as essential component of the meaning of things.
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Middea, Alexandra. « Identita', cultura, paesaggio : costruzione di una responsabilità condivisa ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7970.

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Résumé :
L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e di alluvioni sono tutti sintomi della dissonanza tra attività antropiche e fenomeni naturali, dei cambiamenti climatici in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future saranno incalcolabili se non s’interverrà con urgenza a partire proprio dalle nuove generazioni. Per questo, quando si parla di politiche urbane, è indispensabile che si tenga presente che esistono cittadini, che la loro partecipazione, il loro coinvolgimento nella cura del territorio rappresenta la strategia migliore per guidare le trasformazioni urbane; garantirsi una migliore qualità della vita e garantirla ai luoghi. Produrre inclusione sociale significa assicurare la realizzazione degli interventi. La memoria del passato, la condivisione, la trasparenza nell’informazione, la consapevolezza di far parte di una collettività attiva permette di salvaguardare l’identità storica di un luogo e di una popolazione. Rising temperatures, melting glaciers, the increased frequency of droughts and floods are all symptoms of dissonance between human activities and natural phenomena, of climate changes. The risks for the planet and for future generations will be incalculable if we not intervene urgently, starting from the new generations. For this reason, when it comes to urban policies, it is imperative that you understand that there are citizens, their participation, their involvement in the care of the land is the best strategy to guide urban transformations; ensure a better quality of life and ensure it to places. Produce social inclusion means ensuring the implementation of the interventions. The memory of the past, sharing, transparency of information, awareness of being part of a community active allows to preserve the historical identity of a place and of a population
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Azulay Tapiero, Marilda. « Arquitectura, dispositivo de experiencia memorial. *** Architecture : a drive of memorial experience . » Dans 8º Congreso Internacional de Arquitectura Blanca - CIAB 8. Valencia : Universitat Politècnica València, 2018. http://dx.doi.org/10.4995/ciab8.2018.7604.

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Résumé :
La arquitectura puede introducirnos en la experiencia de la memoria; memoria como reflexión, y arquitectura como dispositivo para la experiencia memorial a la vez que contenedor de la información. Cada objeto es definido en un proceso en el que considerar diversos actores, sus voluntades, opciones y experiencias. Es el caso de las obras que aborda este trabajo, en las que evidenciar e interrogarnos sobre el gesto arquitectónico, la memoria evocada y su interpretación social. Obras que han alcanzado notoriedad por diferentes motivos: como la Sala del Recuerdo, de Arieh Elhanani, Arieh Sharon y Benjamin Idelson (1961) en Yad Vashem, Jerusalén; por su significado científico e histórico, como el Museo de Historia del Holocausto, también en Yad Vashem, de Moshé Safdie (2005); por su relevancia cultural o arquitectónica, como el Museo Judío (Ampliación del Museo de Berlín con el Departamento del Museo Judío) de Daniel Libeskind en Berlín (1999); e incluso por la controversia que han suscitado, como el Monumento en Memoria de los Judíos Asesinados de Europa, también en Berlín, conocido como el Monumento del Holocausto, de Peter Eisenman (2004).***Architecture can introduce us to the experience of memory; memory as reflection, and architecture as a drive for the experience of remembering as well as a container of information. Each object is de ned in a process in which different actors, their wills, options and experiences, are taken into account. This is the case of the artworks addressed by the present communication, in which we reveal and ask ourselves about the architectural gesture, the evoked memory and its social interpretation. Artworks that have achieved prominence for different reasons, such as the Hall of Remembrance, of Arieh Elhanani, Arieh Sharon and Benjamin Idelson (1961) in Yad Vashem, Jerusalem; for its scientific and historical significance, such as the Holocaust History Museum, also in Yad Vashem, by Moshe Safdie (2005); for its cultural or architectural relevance, such as the Jewish Museum (Extension of the Berlin Museum with the Department of the Jewish Museum) by Daniel Libeskind in Berlin (1999); and even because of the controversy they have raised, such as the Memorial to the Murdered Jews of Europe, also in Berlin, known as the Holocaust Memorial, by Peter Eisenman (2004).
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Plamadeala, Ion. « Revoluția culturală din Occident : manifestări și tendințe ». Dans Conferinta stiintifica nationala cu participare internationala „Lecturi in memoriam acad. Silviu Berejan”. “Bogdan Petriceicu-Hasdeu” Institute of Romanian Philology, Republic of Moldova, 2021. http://dx.doi.org/10.52505/lecturi.2021.05.17.

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Résumé :
Comunicarea descrie sintetic originile, manifestările simptomatice și trăsăturile relevante ale revoluției culturale woke care a cuprins în ultimii ani democrațiile occidentale provocându-le nenumărate mutații și involuții către forme de iliberalism și totalitarism soft de sorginte neomarxistă. Sunt descriși principalii factori de radicalizare și accelerare ai transformărilor revoluționare, degradarea acestora în tendințe nihiliste de indeterminare și negativitate pură contra oricărei idei de organizare socială ierarhică, este evaluat rolul elitelor cognitive și conducătoare care sacrifică adevărul și libertățile în numele unei dreptăți rasiale și sociale utopice.
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Ueda, Gustavo S., Aline Verhalen et Cristiano Maciel. « Um Negócio de Dois Mundos : Aspectos da Morte no Mundo Físico Transpostos para Memoriais Digitais ». Dans X Workshop sobre Aspectos da Interação Humano-Computador na Web Social. Sociedade Brasileira de Computação (SBC), 2019. http://dx.doi.org/10.5753/waihcws.2019.7675.

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Résumé :
O planejamento de aspectos ligados a morte de usuários na Web Social tem reflexo sobre a concepção de sistemas. Todavia, que elementos relacionados ao planejamento desses aspectos ligados a morte no mundo real podem contribuir para o desenvolvimento de sistemas nesta área? Essa pesquisa visa entender tais aspectos, a fim de propor alternativas úteis a diferentes softwares, em especial, aos memoriais digitais. Para tal, de forma exploratória, e apoiados por pesquisa bibliográfica, foram realizadas entrevistas em ambientes comerciais que oferecem serviços relacionados a morte. Como resultado, são propostas reflexões de um plano de memorial, considerando aspectos volitivos do legado digital em sistemas de memorial digital.
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Akopyan, M. S., O. V. Belyaeva, T. P. Plechov et D. Y. Turdakov. « Text Recognition on Images from Social Media ». Dans 2019 Ivannikov Memorial Workshop (IVMEM). IEEE, 2019. http://dx.doi.org/10.1109/ivmem.2019.00006.

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Varón Galvis, Ruby Elena. « Las Cruces, un territorio de estudio para la compresión de la espacialidad cotidiana en el contexto del proyecto renovación urbana en Bogotá ». Dans Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona : Instituto de Arte Americano. Universidad de Buenos Aires, 2013. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.5937.

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Résumé :
En el marco del proyecto de investigación adscripto a la Línea Construcción Social del Espacio, de la Maestría en Estudios Sociales de la Universidad Pedagógica Nacional - Colombia. Se planteo como objetivo comprender la espacialidad cotidiana de líderes comunitarios, amas de casas, jóvenes y adultos mayores que han vivido en Las Cruces. Barrio del Centro Histórico de Bogotá, en el cual fue implementada la obra urbanística del proyecto Plan Centro (Decreto 492 de 2007), impulsado por el Plan de Ordenamiento Territorial. En el artículo se presentan algunos puntos de análisis para la comprensión de la espacialidad cotidiana desde una negociación constante y situacional que impregna la cotidianidad y al territorio con memorias, significados y problemáticas producto del acontecer histórico frente al proceso de renovación urbana. In the framework of the research project seconded to Line Social Construction of Space, the Master of Social Studies of the - Universidad Pedagógica Nacional - Colombia. It won’t aimed at understanding the every day spatiality of community leaders, housewives, young and older adults who have lived in Las Cruces. Neighborhood Historic Center of Bogotá, which was implemented project developments by the Center Plan (Decree 492 of 2007), driven by the territorial zoning plan. The article presents some points of analy sis for understanding everyday spatiality from constant negotiation and situational that permeates the everyday and territory with memories, meanings and problematic product of historical events to the process of urban renovation.
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Arrebola Parras, Simón. « EL ARCHIVO : ENTRE LA MEMORIA INDIVIDUAL Y LA MEMORIA SOCIAL ». Dans III Congreso Internacional de Investigación en Artes Visuales : : ANIAV 2017 : : GLOCAL. Valencia : Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/aniav.2017.5857.

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Résumé :
Existe una confrontación entre la memoria y la historia que denota el afán del ser humano por no asumir su carácter perecedero. En torno a la capacidad por recordar, diversos autores expresan sus diferentes puntos de vista, ya que no todos consideran a la memoria como una construcción social que se conforma a partir de una parte individual. Esta confrontación entre lo colectivo y lo individual de la memoria surge del grado de objetividad que pueda llegar a acontecer en cada uno de los puntos de vista que se derivan de un determinado acontecimiento. De esta manera encontramos que por una parte, la historia se ha venido asociando a la memoria objetivada por encargarse de recuperar un pasado a partir de una serie de vestigios conservados y pertenecientes a un colectivo. Y por otro lado, la memoria autobiográfica participa de la subjetividad porque los acontecimientos se diseccionan y se vuelven a recomponer debido a intereses personales. Entre estos dos extremos, encontramos como muchas representaciones artísticas han tratado de preservar y registrar la memoria, ayudándose de la escritura y del registro, y que se dan tanto en modalidades analógicas como digitales. Para ello se han valido de uno de los paradigmas del arte del siglo XX y XXI considerados por el historiador del arte Benjamin Buchloh: el archivo. Diversos autores van a trabajar desde esta práctica para realizar reconstrucciones artísticas cuyo campo de acción van a abarcar tanto lo social como lo individual, sin llegar a enfrentar estos dos ámbitos. Para ello recurriremos a los trabajos realizados por Hans-Peter Feldman, Zoe Leonard o Christian Boltanski que se mueven entre estos dos niveles.http://dx.doi.org/10.4995/ANIAV.2017.5857
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Shcheglova, Ekaterina. « Socially Meaning Events In Memes : Potential For Social Consolidation ». Dans IV International Scientific Conference "Competitiveness and the development of socio-economic systems" dedicated to the memory of Alexander Tatarkin. European Publisher, 2021. http://dx.doi.org/10.15405/epsbs.2021.04.76.

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Lopera, Steve, Tatiana Isaza, Catira Vargas, Melissa Valdés et Jhon García. « Cuerpo vestido para la expresión sensible ». Dans Encuentros Diseño Social RAD 2020. Bogotá, Colombia : Red Académica de Diseño - RAD, 2021. http://dx.doi.org/10.53972/rad.etrads.2020.1.123.

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Résumé :
Nuestra propuesta fue creada a partir de una iniciativa del semillero de Interrelaciones de la Corporación Universitaria Colegiatura Colombiana con el fin de contribuir a la necesidad de promover acciones comunitarias que conecten y sensibilicen la sociedad civil con relación a la violencia producto del conflicto armado y otros conflictos sociales. Para ello nos basamos en recursos simbólicos a través del arte, el vestido y la memoria de los conflictos y las diversas violencias que enfrentamos en nuestro país, en particular el conflicto armado y las violencias derivadas del mismo. En síntesis, se hicieron tres grandes propuestas: Metamorfosis (enfocada en conflicto y memoria), Desastres naturales en Medellín y El Teatro de la Memoria (enfocado en la desaparición forzada). Sin embargo, por cuestiones de espacio no se expondrán en detalle.
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Rapports d'organisations sur le sujet "Memoria sociale"

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Pilgun, M., et IM Dzyaloshinsky. Los fantasmas de la memoria histórica : Identidad social de la juventud rusa. Revista Latina de Comunicación Social, juin 2016. http://dx.doi.org/10.4185/rlcs-2016-1111.

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Salamanca, Arcesio, dir. Memorias Avances de investigación en ciencias agrícolas, ambientales, sociales e ingenierías. Ediciones UCC, avril 2019. http://dx.doi.org/10.16925/gcam.1001.

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Svendsen, Erika S., et Lindsay K. Campbell. Living memorials project : year 1 social and site assessment. Newtown Square, PA : U.S. Department of Agriculture, Forest Service, Northeastern Research Station, 2005. http://dx.doi.org/10.2737/ne-gtr-333.

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4

Blanco Cardona, Lina Yubicely, et Cesar Alveiro Montoya Agudelo. IV Encuentro Internacional de Investigación en Economía Solidaria e Innovación Social : Conexión Generacional-ESIS 2022. Ediciones Universidad Cooperativa de Colombia, octobre 2022. http://dx.doi.org/10.16925/ecam.05.

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Résumé :
Estas memorias presentan los avances y aportes de las múltiples expresiones de otras economías en los territorios en torno a los temas de educación solidaria, emprendimiento solidario, transformación digital, medición de impacto y políticas públicas con enfoque hacia la consolidación de territorios solidarios con la participación de todos los actores sociales civiles, públicos y solidarios. Socializa buenas prácticas y estudios de caso que ilustran los aportes, pero también desafíos a los que se enfrenta la economía social y solidaria desde las diferentes latitudes mundiales con una particularidad en el contexto latinoamericano.
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5

Glymour, M. M., Pamela M. Rist et Jessica Daniel. Social Resources That Preserve Functional Independence After Memory Loss. Fort Belvoir, VA : Defense Technical Information Center, mai 2013. http://dx.doi.org/10.21236/ada601801.

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6

Glymour, M. A. Social Resources that Preserve Functional Independence after Memory Loss. Fort Belvoir, VA : Defense Technical Information Center, mai 2014. http://dx.doi.org/10.21236/ada603957.

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7

Walden, Victoria Grace, et Kate Marrison, dir. Recommendations for using Social Media for Holocaust Memory and Education. REFRAME, janvier 2023. http://dx.doi.org/10.20919/hvmk3781.

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8

Ruiz Mora, Isabel. Las relaciones con los públicos y su reflejo en las memorias de Responsabilidad Social. Public Relations and Corporate Social Responsibility reports. Revista Internacional de Relaciones Públicas, décembre 2012. http://dx.doi.org/10.5783/rirp-4-2012-08-173-200.

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9

Pilgun, M., et IM Dzyaloshinsky. Phantoms of the historical memory : social identity of the Russian youth. Revista Latina de Comunicación Social, juin 2016. http://dx.doi.org/10.4185/rlcs-2016-1111en.

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Chamorro Maldonado, MA. La recuperación de la Memoria Histórica en las series de ficción a través de las redes sociales. El caso de España y Chile. Revista Latina de Comunicación Social, février 2017. http://dx.doi.org/10.4185/cac120.

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