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Littérature scientifique sur le sujet « MED/41 - ANESTESIOLOGIA »
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Articles de revues sur le sujet "MED/41 - ANESTESIOLOGIA"
Freire, Herlania Silva, Roque Soares Martins Neto, Felipe Evangelista Verissimo, Pedro Henrique Acioly Guedes Peixoto Vieira, Paulo Goberlânio de Barros Silva, Diego Felipe Silveira Esses et Andressa Aires Alencar. « Efeito da mepivacaína 2% nos parâmetros cardiovasculares em cirurgias de terceiros molares ». ARCHIVES OF HEALTH INVESTIGATION 8, no 2 (14 mai 2019). http://dx.doi.org/10.21270/archi.v8i2.3271.
Texte intégralThèses sur le sujet "MED/41 - ANESTESIOLOGIA"
BAZURRO, SIMONE. « La formazione in Anestesia e Rianimazione : Progettazione e sviluppo di un simulatore per emergenza e soccorso ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1005432.
Texte intégralThe world of simulation, in the last decade, has seen a new spring especially in the medical field. Thanks to the flourishing of new technologies, capable of making simulators ever more performing, simulation plays a fundamental role in the training of healthcare professionals. The simulators defined with high fidelity, are able to faithfully recreate human pathophysiology but with a visual and tactile reality that is not as high. The high-fidelity simulation is carried out either in ad-hoc recreated environments that reproduce hospital wards, or they are physically transported to the wards to simulate the working environment in the most faithful way. All this contributes to the development of mechanisms capable of testing both health and team work preparation in the healthcare staff. The real environment in which the simulation is recreated, unfortunately, is sometimes affected by the low reality from the visual point of view of the manikin. Despite being highly technological, it appears poor from a "visual and tactile" point of view. Using a Mixed reality show could be a good solution to remedy the problem highlighted above. Thanks to this technology it is possible to increase the level of fidelity of the manikin by recreating a human ad hoc mask for this and therefore making the simulation as close as possible to reality. The goal of this work is to create dedicated software that can implement simulation in the medical field.
FLORIO, GAETANO. « CRITICALLY ILL PATIENTS WITH COVID-19 PNEUMONIA : PATHOPHYSIOLOGY, IMPACT OF VACCINE, AND CLINICAL OUTCOME ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2023. https://hdl.handle.net/2434/950590.
Texte intégralVIVONA, LUIGI. « NOVEL STRATEGIES TO IMPLEMENT EXTRACORPOREAL LIFE SUPPORT TECHNIQUES ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/920022.
Texte intégralBoscolo, Annalisa. « Studio sperimentale di fase IV monocentrico randomizzato in doppio cieco di confronto tra ketamina e remifentanil per l'analgosedazione di pazienti ventilati invasivamente in terapia intensiva ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424340.
Texte intégralSebbene in letteratura ci siano molti studi di confronto tra l'efficacia di differenti regimi analgosedativi in ambito intensivistico e durante procedure chirurgiche in parte complesse, al momento non c'è alcun lavoro focalizzato sul paragone diretto tra ketamina e remifentanil, somministrate in infusione continua e in associazione a propofol, in termini di abilità nel garantire un'efficace sedazione e controllo del dolore in pazienti critici, ricoverati in TI e ventilati meccanicamente per più di 24h. Quando la ketamina viene utilizzata in ICU, la somministrazione è in genere a boli e nulli sono i lavori basati sul suo impiego a "lungo-termine" in associazione a propofol. Alcuni studi preliminari hanno dimostrato che la ketamina gioca anche un ruolo importante nella riduzione dell'incidenza di delirio e depressione dopo lunghi periodi di ricovero in ambito ospedaliero, o se somministrata prima dell'inizio di un intervento di chirurgia maggiore negli adulti, soprattutto di età > 65 anni, e durante chirurgia pediatrica. Abbiamo proposto quindi uno studio clinico sperimentale, monocentrico, randomizzato, basato sull'arruolamento di pazienti ricoverati in ISTAR 1 e 2, due rianimazioni polivalenti (direttore: Prof. C. Ori) dell'Azienda Ospedaliera di Padova. L'attività di ricerca si è basa su un confronto diretto tra due protocolli analgo-sedativi differenti (ketamina+propofol in infusione continua vs remifentanil+propofol) in pazienti critici ventilati meccanicamente per un periodo massimo di 7 giorni e minimo di 36 ore. Nello specifico gli obiettivi di studio sono stati di indagare ed approfondire: - l'abilità del farmaco in infusione continua di raggiungere e mantenere un valore target di RASS tra -2 and 0 durante i primi 7 gg (valore atteso: stesso livello di efficacia di ketamina vs remifentanil o di non inferiorità); - l'incidenza di delirio nei 7 gg e a lungo termine (valore atteso: superiorità di ketamina); - monitoraggio comfort o sofferenza del paziente durante ventilazione meccanica (tramite Critical Care Pain Observational Tool, CCPOT) - incidenza di delirium a breve termine (nei primi 3 gg dopo l'estubazione) (ICU-Confusion Assessment Method, ICU-CAM) - incidenza di deficit cognitivo/delirium alla dimissione dalla TI (Mini Mental Status Exam-test, MMSE) - incidenza di tolleranza/iperalgesia durante i primi 7 gg o sindrome astinenziale - incidenza di depressione cardiovascolare durante i primi 7 gg - durata della ventilazione meccanica - durata della degenza in ICU e mortalità in ICU - tollerabilità della NE ed effetti avversi durante l'analgosedazione - incidenza depressione a 3mesi (Hospital Anxiety Depression Scale,HADS). I pazienti arruolati in questi anni di dottorato, rappresentanti il campione preliminare di uno studio assai più complesso e con una numerosità campionaria presunta molto superiore, sono stati 50 (33M e 17F) così suddivisi: - 23 (46%) pazienti arruolati nel braccio ketamina+propofol - 27 (54%) nel braccio remifentanil+propofol. A sua volta ciascun paziente è stato poi distinto in MEDICO, CHIRURGICO, TRAUMA, USTIONATO. Dall'analisi dei dati preliminari, è emerso che l'infusione continua di ketamina rappresenta una valida alternativa ai più comuni protocolli analgosedativi utilizzati nelle rianimazioni di tutto il mondo. La ketamina sembra avere capacità di mantenere un RASS target tra 0 e -2 (nei pazienti critici) sovrapponibile a remifentanil, con probabilità di eventi avversi pressoché identiche (circa 13% in entrambi i gruppi). Idem per quanto riguarda i dati che riguardano il dolore e il comfort paziente-ventilazione (valutazione realizzata tramite CCPOT). Buoni risultati sono stati ottenuti dall'uso dell'antagonista-NMDA nei pazienti con iniziale sostegno inotropo. Minor utilizzo di catecolamine ed instabilità emodinamica nei pazienti chirurgici, traumatizzati ed ustionati se trattati con ketamina vs remifentanil. Dati ancora incompleti sulle eventuali differenze di canalizzazione o tollerabilità alla nutrizione enterale tra i due protocolli. Per quanto riguarda i risultati sull'incidenza di delirium nei primi 3 giorni dopo l'estubazione, trend a favore dei pazienti trattati con ketamina (34% vs 44%) ma necessario approfondimento delle eventuali correlazioni con storia clinica, gravità, età, deficit cognitivo alla dimissione (MMSE) ed incidenza di ansia/depressione a lungo termine (HADS). Nello specifico per quanto riguarda il riscontro di delirium a breve termine, cioè entro i primi 3 giorni dopo l'estubazione, e alla dimissione dalla TI, ben 4 pazienti sono risultati positivi ad entrambi i test (2 per ketamina e 2 per remifentanil) ed avevano più di 65 anni. Per concludere tale risultato lascia presupporre una possibile correlazione tra insorgenza di delirium, età e declino cognitivo/funzionale nell'adulto.
Boraso, Sabrina. « Patologia emocoagulativa e suo trattamento in corso di sepsi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425985.
Texte intégralBiviano, Eleonora. « GERMI GRAM NEGATIVI MULTI RESISTENTI : pressione di selezione e pressione di colonizzazione ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424475.
Texte intégralPresupposti dello studio: Le infezioni sono una delle principali cause di morbilità e mortalità nei reparti di terapia intensiva di tutto il mondo. L’abuso e l’uso spesso inappropriato degli antibiotici ha portato nel corso degli anni allo sviluppo di specie antibiotico-resistenti. Negli ultimi anni c’è stata grande diffusione della Klebsiella Pneumoniae produttrice di carbapenemasi (KPC) multiresistente agli antibiotici che, proprio per le ridotte opzioni terapeutiche e la rapida capacità di colonizzazione ed infezione, desta sempre maggiore preoccupazione. Scopo dello studio: Obiettivo primario del nostro studio è stato capire se l’infezione da KPC sia effettivamente in grado da sola di peggiorare l'outcome dei nostri pazienti fino a determinarne il decesso. Obiettivi secondari: valutare se nelle terapie intensive in esame vengono messe in atto le strategie di prevenzione raccomandate, indagare se esiste una tipologia di pazienti più suscettibili all'infezione, capire se la terapia antibiotica messa in atto sia realmente efficace. Materiali e metodi Studio osservazione prospettico che ha incluso tutti i pazienti che all'ingresso presso le unità di terapia intensiva prese in esame o durante il ricovero nelle stesse abbiano avuto almeno un campione biologico positivo per KPC, nel periodo di tempo da Gennaio 2013 a Ottobre 2015. Di questi pazienti sono state registrate variabili individuali, esami ematochimici, indicatori di flogosi e condotta terapeutica. E’ stato inoltre calcolato il rischio relativo di mortalità in base alla presenza di 3 o più comorbidità, in base all'infezione confermata all'emocoltura da KPC e il rischio relativo di morte delle due precedenti variabili aggregate. Risultati Dei 109 casi analizzati, il 64% dei pazienti erano provenienti da reparti chirurgici. In seguito al riscontro di positività per KPC al tampone, non si evidenzia un aumento significativo dei globuli bianchi né degli indici di flogosi nei nostri pazienti. Anche dopo lo sviluppo di una emocultura positiva per KPC, non è stato osservato un aumento significativo dei globuli bianchi né degli indici di flogosi. Quindici (17%) Pazienti presentavano 3 o più comorbidità, e di questi il 9 (60%) sono deceduti, con un rischio relativo di decesso di 4.6. Ventidue (25%) Pazienti hanno sviluppato un'emocoltura positiva per KPC, e di questi 12 (54.5%) sono deceduti, con un rischio relativo di decesso di 4.1. Nel caso di pazienti con comorbidità maggiori o uguali a 3 e emocoltura positiva il rischio relativo di decesso è 13.6. Conclusione/discussione Dei Pazienti che afferiscono alle terapie intensive, quelli più suscettibili di infezione da KPC sembrano essere quelli provenienti dai reparti chirurgici. La colonizzazione da sola non sembra in grado di peggiorare l’outcome mentre l’infezione clinicamente documentata da emocoltura positiva appare aumentare il rischio di decesso, tato più se associata a un numero di comorbidità maggiore o uguale a tre.
Lunardi, Nadia. « La tossicità degli anestetici generali sul cervello di topo in via di sviluppo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3421750.
Texte intégralNumerosi studi hanno dimostrato che l’esposizione di varie specie animali ad anestesia generale durante il periodo di massimo sviluppo del cervello causa la morte per apoptosi di un gran numero di neuroni, che si traduce in deficit di memoria e di apprendimento in questi stessi animali durante la vita adulta. Il subicolo, che fa parte dell’ippocampo e del circuito di Papez, e’ fondamentale per un corretto sviluppo cognitivo ed e’ tra le aree del cervello piu’ vulnerabili al danno indotto da anestesia. Dal momento che la sinaptogenesi e’ una componente fondamentale dello sviluppo del cervello, abbiamo studiato gli effetti di una comune combinazione di anestetici (isofluorano, protossido d’azoto e midazolam) sullo sviluppo ultrastrutturale delle sinapsi del subicolo di ratto. Abbiamo dimostrato che, quando somministrata al picco della sinaptogenesi, questa anestesia causa un danno permanente al neuropilo subicolare. Tale danno e’ caratterizzato da una scarsita’ di profili cellulari, da degenerazione mitocondriale, da una riduzione del numero di bottoni sinaptici multipli e dalla diminuzione delle densita’ sinaptiche volumetriche. Ipotizziamo che tali alterazioni morfologiche contribuiscano almeno in parte a spiegare i deficit di memoria e di apprendimento che si osservano durante la vita adulta in topi esposti ad una anestesia generale al picco della sinaptogenesi
Rizzi, Sabina. « L'anestesia generale causa degenerazione apoptotica nel cervello in via di sviluppo di Guinea pig e piglet ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426730.
Texte intégralABATE, MARIA GIULIA. « TGF beta expression in plasma and cerebral spinal fluid following subarachnoid hemorrhage (SAH). The potential of the discriminative power associated to early delayed ischemic injury ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/176760.
Texte intégralDamiani, Elisa. « Microvascular perfusion and tissue oxygenation during critical illness ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/243141.
Texte intégralCardiac output, haemoglobin levels and arterial oxygen levels (SaO2 and PaO2) are generally considered as the main determinants of systemic O2 delivery. However, during critical illness tissue hypoxia may persist despite normalization of systemic haemodynamics and oxygenation, due to an impairment in microvascular perfusion. During systemic inflammation such as sepsis, endothelial damage and microcirculatory dysfunction may occur due to oxidative stress and inflammatory mediators, leading to hypoperfusion and organ failure. It is thus important to monitor the microcirculation and its response to interventions. In the studies included in this thesis, two non-invasive techniques were applied to evaluate microvascular perfusion and tissue oxygenation: sublingual sidestream dark field (SDF) videomicroscopy and near infrared spectroscopy (NIRS) on the skeletal muscle (thenar eminence) with a vascular occlusion test. This thesis confirms the prognostic value of the microcirculation during critical states. Alterations in tissue O2 extraction capacity during an ischemic challenge and a reduced microvascular reactivity during reperfusion were able to predict mortality in a heterogeneous population of 89 critically ill patients. Using SDF videomicroscopy, we found significant alterations in the sublingual microvascular glycocalyx in critically ill patients as compared to healthy volunteers, which were more pronounced in presence of sepsis. Microvascular monitoring may be a useful tool to guide therapy. In septic patients, the transfusion of leukodepleted red blood cells (RBCs) seemed to produce a more favourable effect on microvascular convective flow in comparison to non-leukodepleted RBCs. The transfusion of old RBCs (storage >15 days) was associated with an increase in plasma free haemoglobin, possibly leading to a reduction in microvascular density due to a nitric oxide-scavenger activity. Since tissue perfusion and oxygenation mainly depend on microvascular function, it is important to consider the microvascular effects of commonly applied interventions, such as O2 therapy. A meta-analysis of observational studies showed that exposure to arterial hyperoxia was associated with higher mortality in several subsets of critically ill patients. In a prospective observational study on 40 patients, hyperoxia induced an early reduction in microvascular density, suggesting a vasoconstrictive response, which however normalized upon returning to baseline levels of inspired O2. A 2-hour exposure to hyperoxia caused a rise in O2 free radicals, inducing an increased glutathione production: this mechanism may have been able to stimulate erythropoietin production, according to the “normobaric oxygen paradox”. Finally, this thesis highlighted the technical challenges of sublingual SDF monitoring and underlined the importance of microcirculatory image quality for a reliable evaluation of the microcirculation.