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Littérature scientifique sur le sujet « Meccanismo d'azione »
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Articles de revues sur le sujet "Meccanismo d'azione"
Migone, Paolo. « Problemi di psicoterapia. Alla ricerca del "vero meccanismo d'azione" della psicoterapia ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 123 (mai 2013) : 42–56. http://dx.doi.org/10.3280/rt2013-123007.
Texte intégralMigone, Paolo. « Problemi di psicoterapia. Alla ricerca del "vero meccanismo d'azione" della psicoterapia ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 125 (février 2014) : 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/rt2014-125007.
Texte intégralMigone, Paolo. « Problemi di psicoterapia. Alla ricerca del "vero meccanismo d'azione" della psicoterapia ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 128 (janvier 2015) : 43–50. http://dx.doi.org/10.3280/rt2015-128005.
Texte intégralMigone, Paolo. « Problemi di psicoterapia. Alla ricerca del "vero meccanismo d'azione" della psicoterapia ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 129 (mai 2015) : 59–68. http://dx.doi.org/10.3280/rt2015-129007.
Texte intégralMigone, Paolo. « Problemi di psicoterapia. Alla ricerca del "vero meccanismo d'azione" della psicoterapia ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 130 (octobre 2015) : 71–93. http://dx.doi.org/10.3280/rt2015-130008.
Texte intégralMarchetti, Paolo, Domenico A. P. Gallà, Grazia Cifone, Enrico Ricevuto et Corrado Ficorella. « Meccanismo D'Azione E Farmacologia Di Nuovi Composti Organometallici Attivi Nel Trattamento Del Carcinoma Del Colon-Retto ». Tumori Journal 86, no 3_suppl1 (mai 2000) : S6—S8. http://dx.doi.org/10.1177/03008916000863s103.
Texte intégralSequenza, M. J., M. R. Loi, F. Londrino, P. Sale, S. Andrulli, A. Noce, O. Durante et al. « Sicurezza nella scelta dell'Inibitore di Pompa Protonica nel nefropatico cronico ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 3 (26 janvier 2018) : 11–15. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1152.
Texte intégralCaglioni, Valentina. « La "mancanza" di gioco nelle strutture perverse ». PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 1 (juin 2021) : 72–90. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001005.
Texte intégralAlvano, Sebastian A. « Trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia. Sono efficaci le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi ? Fondamenti storici e neurobiologici. Risultati clinici ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (mai 2012) : 47–83. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001004.
Texte intégralThèses sur le sujet "Meccanismo d'azione"
Coghi, P. S. « Sintesi e meccanismo d'azione dei farmaci antimalarici ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/154294.
Texte intégralGarcia, Argaez Aida Nelly. « Studio del meccanismo d'azione di composti ad attività antiproliferativa ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424760.
Texte intégralL'attività di ricerca svolta ha riguardato l'individuazione e lo studio del meccanismo d'azione di composti ad attività antiproliferativa appartenenti a tre gruppi strutturalmente distinti: gruppo A formato da dodici derivati benzo- e pirido-tiopiranoindolici; gruppo B costituito da ventuno derivati benzotiopiranopirimidinici; e il gruppo C al quale appartengono quattordici derivati trifeniletilenici. Su tutti i composti è stata effettuata una prima determinazione con l'obiettivo di valutare la capacità inibitoria sulla proliferazione cellulare. A questo scopo sono state utilizzate linee cellulari tumorali umane e sono stati determinati i valori di GI50 (concentrazione di composto in grado di provocare il 50% di morte cellulare rispetto ad una coltura di controllo). Successivamente, dei composti dotati di attività antiproliferativa più significativa, è stato studiato il meccanismo d'azione, allo scopo di individuare i bersagli intracellulari coinvolti nella morte cellulare. Nell'ambito dell'individuazione dei bersagli molecolari responsabili dell'attività, sono state prese in considerazione sia macromolecole che organelli intracellulari. In particolare è stata valutata la capacità di complessarsi con il DNA, così come di interferire con i processi metabolici della macromolecola stessa mediati dagli enzimi nucleari topoisomerasi I e II. Analogamente si è considerata la possibile interferenza con enzimi recettoriali ad attività tirosinchinasica, quale VEGFR-2 o KDR, strettamente coinvolto nel processo neoangiogenico tumorale. Infine la tipologia di morte cellulare indotta dai composti in esame è stata determinata attraverso una serie di studi di citofluorimetria. La valutazione dell'attivazione del processo apoptotico, così come il contributo della via intrinseca, determinato a livello mitocondriale, hanno consentito di definire in modo completo per ciascun gruppo di composti il meccanismo coinvolto nell'effetto citotossico
ESPA, ELENA. « Meccanismo d'azione del Pramipexolo nella terapia della malattia di Parkinson ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266366.
Texte intégralBraga, Alessandra. « Studio del meccanismo d'azione di composti di origine naturale e derivati semisintetici ad attività antiproliferativa ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3425442.
Texte intégralL’attività di ricerca svolta ha riguardato l’individuazione e lo studio del meccanismo d’azione di composti ad attività antiproliferativa isolati da estratti naturali di origine vegetale e di derivati semisintetici. Innanzitutto è stata effettuata una prima valutazione con l’obiettivo di stimare la capacità inibitoria sulla proliferazione cellulare. A questo scopo sono state utilizzate linee cellulari tumorali umane, determinandone l’IC50 (concentrazione di composto in grado di provocare il 50% di morte cellulare rispetto ad una coltura di controllo). Successivamente, dei composti dotati di attività più significativa, è stato studiato il meccanismo d’azione, focalizzando la ricerca su bersagli intracellulari coinvolti nel processo apoptotico. Nel dettaglio, l’effetto di tali composti, è stato valutato principalmente sulla funzionalità di mitocondri isolati, in modo specifico sull’induzione della transizione di permeabilità mitocondriale (MPT), processo implicato nell’induzione del fenomeno di morte cellulare, mediante il rilascio di fattori pro-apoptotici quali AIF (Apoptosis Inducing Factor) e citocromo c. Valutando quindi specifici parametri mitocondriali, quali swelling, potenziale elettrico transmembrana, I.C.R. (Indice di Controllo Respiratorio) e l’eventuale induzione di uno stress ossidativo, indicatori di MPT, è stato possibile ottenere informazioni sull’effettivo meccanismo d’azione dei composti studiati.
Vasaturo, Michele. « Study of the mechanism of action of bioactive plants tarpenoids ». Thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2297.
Texte intégralNatural products are small-molecule secondary metabolites displaying considerable structural complexity and “privileged scaffolds”. They are able to bind several endogenous targets eliciting biological effects as chemical weapons or to convey information from one organism to another. Nowadays, medicinal plant drug discovery continues to provide new and important leads against various pharmacological targets. Therefore, the primary purpose of this PhD thesis has been a comprehensive characterization of the interactome profile and then the molecular mechanism of action of bioactive natural molecules. Achieving this in an effective, unbiased and efficient manner subsists as a significant challenge for the new era in drug discovery and optimization. Indeed, the full understanding of the mechanism of action of natural molecules could lead to a number of advantages: first of all, exploit their full therapeutic potential, the identification of side effects or toxicity, or the ability to set up target-based assays and to allow structure activity relationships studies to guide medicinal chemistry efforts towards lead optimization. In my research project, the attention was paid on ent-kaurane diterpenes, a class of natural terpenoids with a great structural variability and a wide spectrum of biological activities. Firstly, I focused on the determination of the interactome of a semi synthetic compound 15-ketoatractyligenin methyl ester. This compound has been previously reported to possess high antiproliferative activity against several solid tumor-derived cell lines. In this regard, I decided to investigate the mechanism of action of this actratylignin derivative researching first of all its molecular targets, responsible for the biological activity. In order to achieve this goal, I used a chemical proteomic approach first. This study led to the identification of PPARγ as the main cellular partner of this compound; achieved results were supported and validated through different biological assays. Subsequently, I studied another diterpene: oridonin. This molecule has been shown to have multiple biological activities. Among them, the anticancer activity has been repeatedly reported by many research groups. With the aim of expanding and validate our knowledge about this molecule, also seen the limitations of the fishing for partners method, I decided to use two orthogonal compound-centric proteomics approaches to define the possible protein target(s) of oridonin. Using this strategy HSP70 and nucleolin were identified. Therefore, several in vitro and in cell tests have been performed to validate the interaction of oridonin with these proteins, and to evaluate its effect on their activity. Some of these tests were developed and optimized during my period of research abroad at the Massachusset General Hospital- Center for System Biology -Harvard Medical School; in that twelve months period I expanded my knowledge into the techniques useful for the study of the mechanism of action of a small molecule, also applying experimental methods complementary to proteomics and focusing on the use of high-resolution intravital microscopy imaging for drug pharmacology. [edited by Author]
XIV n.s.
Poletti, A. « Studi sul Meccanismo d'azione degli ormoni steroidei : identificazione e significato dei processi di fosforilazione del recettore per il progesterone ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 1993. http://hdl.handle.net/2434/212740.
Texte intégralDe, Vettori Stefania <1975>. « Utilizzo di test in vivo ed in vitro per lo studio degli effetti tossicologici e del meccanismo d'azione di xenobiotici ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/202.
Texte intégralTosetti, V. « Un approccio genetico al ruolo e meccanismo d'azione del fattore trascrizionale SOX2 nelle cellule staminali neurali : delezione condizionale di SOX2 nel topo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/144860.
Texte intégralFede, Caterina. « Studi di tossicità di nanomateriali e valutazione dei meccanismi d'azione in sistemi cellulari eucariotici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422858.
Texte intégralLe nanoparticelle (NP) sono strutture particolate, di varia forma e di diversa composizione, con dimensioni comprese tra 1 e 100 nm. Si distinguono in NP di origine naturale (prodotte da combustioni come nei vulcani), NP di origine antropogenica (prodotte da motori diesel o inceneritori industriali) e NP artificiali (ottenute attraverso le nanotecnologie). Queste strutture possiedono proprietà fisico-chimiche innovative uniche, dipendenti dalle loro dimensioni nanometriche e soprattutto dall'elevato rapporto area superficiale/volume, che conferiscono una nuova reattività chimica e nuove proprietà ottiche, magnetiche, catalitiche ed elettrochimiche (Sanvincens et al., 2008). Queste caratteristiche hanno reso le NP negli ultimi decenni di notevole interesse nello sviluppo tecnologico e di largo impiego in campo medico-diagnostico (Sanvincens et al., 2008), in campo biotecnologico (Abu-Salah et al., 2010; Karn et al., 2009) e nell'industria cosmetica, alimentare e dei materiali (Liu et al., 2009). Tuttavia, la crescente esposizione a particelle nanometriche necessita di studi che ne caratterizzino le proprietà e i potenziali effetti citotossici. Nonostante esse siano applicate in un numero così vasto di campi che sembra essere destinato ad aumentare, il loro comportamento all'interno della cellula resta ancora da accertare; sembra che possano indurre in vitro alterazione dell'espressione genica e morte cellulare e che siano in grado di causare danni al DNA sia in modo diretto che indiretto, inducendo stress ossidativi o risposte infiammatorie (Singh et al., 2009). Sebbene si siano fatte numerose ipotesi sui possibili effetti dannosi delle NP per l'organismo, tuttavia non è ancora chiaro quale sia l'esatto meccanismo con il quale queste nanostrutture interagiscano con le cellule e con le strutture subcellulari. Questo lavoro di Dottorato di Ricerca si colloca all'interno del progetto promosso e finanziato da ECSIN (European Centre for the Sustainable Impact of Nanotechnology) volto a valutare la tossicità indotta da nanostrutture prodotte a livello industriale. In particolare è stata condotta un'indagine in vitro sulla citotossicità di nanoparticelle commerciali Ludox® (prodotto a marchio registrato della W. R. Grace & Co) in sistemi cellulari umani. Queste NP colloidali di silice amorfa sono ampiamente utilizzate in vari campi industriali, ad esempio nella produzione di inchiostri per la stampa e vernici, nell'industria tessile e in quella alimentare per la chiarificazione di bevande. In particolare sono state utilizzate le formulazioni AS30 e SM30, rispettivamente di 20 e 7 nm di diametro. Prima di tutto le due soluzioni acquose di nanoparticelle sono state caratterizzate in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Chimiche dell'Università di Padova, attraverso la misura del potenziale ζ,, indicatore della stabilità della sospensione colloidale, attraverso analisi al microscopio elettronico a trasmissione per visualizzarne forma e dimensione, e infine con la misura del diametro mediante analisi al dynamic light scattering. Inoltre si è indagato sulla possibile interazione delle nanoparticelle con le componenti del terreno di coltura cellulare e con le proteine del siero: studi di spettrofotometria e analisi al dynamic light scattering hanno dimostrato che anche a concentrazioni basse (0,01 mg/ml), le NP Ludox® aggregano in presenza anche di piccole percentuali di siero (3%). L'interazione con le proteine del siero con conseguente formazione di aggregati di dimensioni maggiori avviene subito dopo la preparazione della soluzione di NP in terreno con siero e aumenta con l'aumentare del tempo di incubazione. Questo fenomeno non si verifica quando le NP vengono mantenute in sospensione acquosa o in terreno di coltura privo di siero. Dati i numerosi studi di tossicità condotti su colture di fibroblasti polmonari (Mroz et al., 2007; Foldbjerg et al., 2010) e l'alto rischio di esposizione alle nanoparticelle a livello polmonare (Gwinn et al., 2006; Nel et al., 2006), per questo lavoro sono state selezionate una linea cellulare umana, CCD-34 Lu, derivata da fibroblasti di polmone neonatali, e due linee umane tumorali: A549, di carcinoma polmonare, e HT-1080, di fibrosarcoma. Gli effetti dell'esposizione a varie concentrazioni di nanoparticelle Ludox® sulla vitalità cellulare sono state innanzitutto analizzati mediante il saggio colorimetrico MTS e il saggio clonogenico, dopo incubazione a diversi tempi: 24, 48 e 72 h in terreno di coltura addizionato al 3% di siero. La vitalità cellulare è stata misurata anche incubando le cellule per 2 h in assenza di siero, nella condizione in cui le NP non vanno incontro a fenomeni di aggregazione. I risultati ottenuti hanno evidenziato innanzitutto che le due NP di silice saggiate danno una tossicità dose e tempo dipendente in tutte e tre le linee cellulari. Inoltre, è stato verificato che le NP di diametro inferiore e aerea superficiale maggiore (Ludox® SM30) possiedono generalmente una maggiore attività citotossica in accordo con studi di letteratura (Lin et al., 2006; Napierska et al., 2009), probabilmente perché, essendo più piccole, possono penetrare più facilmente nelle membrane e inoltre, a parità di peso, ne vengono somministrate alle cellule un numero maggiore rispetto alle NP AS30. Sono stati poi confrontati i risultati dei saggi di vitalità cellulare trattando le cellule in presenza di siero nel terreno di coltura o in assenza di siero per tempi brevi (2 h): sia il saggio clonogenico che il test MTS hanno messo in evidenza che le cellule hanno una vitalità superiore quando il trattamento con le NP Ludox® avviene in terreno con il 3% di siero. Questo probabilmente è determinato dal fatto che le NP, formando aggregati reversibili ed instabili con le proteine del siero, risultano meno tossiche, probabilmente perché non sono in grado di penetrare nella membrana cellulare date le maggiori dimensioni. Infine, la linea cellulare normale CCD-34 Lu è risultata più sensibile al trattamento con le NP rispetto alle due linee tumorali, che mostrano un calo significativo della vitalità cellulare solo a dosi di NP che risultano pressoché letali per la linea normale (~0,02 mg/ml). Date le numerose evidenze sperimentali e cliniche che le nanoparticelle possono causare danni a livello cellulare e avere effetti tossici (Nel et al., 2006), in questo lavoro è stata analizzata la produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS) da parte delle cellule, come conseguenza dell'incubazione con Ludox® AS30 e SM30. In accordo con i risultati dei test di vitalità , si è osservato che la linea normale CCD-34 Lu produce alti livelli di ROS a concentrazioni di NP a cui le linee cellulari tumorali risultano insensibili (~0,03 mg/ml). Per tutte e tre le linee cellulari prese in esame si è comunque riscontrata una produzione di ROS dose-dipendente dopo 2 h di incubazione in terreno di coltura in assenza di siero. Dati precedenti hanno dimostrato che la formazione e l'accumulo di specie reattive dell'ossigeno possono causare notevoli danni a livello cellulare e sono in grado di indurre doppie rotture a livello del DNA (Mroz et al., 2007; Mroz et al., 2008). Per questo motivo è stata analizzata tramite immunofluorescenza l'induzione di DSBs (double strand breaks) al DNA per mezzo di un marcatore di tale lesione, ovvero i foci dell'stone H2AX fosforilato. La fosforilazione di questa variante istonica è necessaria per la segnalazione del danno e il conseguente reclutamento di proteine di riparazione del DNA nel sito di rottura. La fosforilazione dell'istone H2AX non è esclusivamente indotta dalla presenza di doppie rotture al DNA, ma è altamente correlabile ad esse, come dimostrato da diversi studi di induzione di stress ossidativo e di esposizione a radiazioni ionizzanti (Hamer et al., 2003). I risultati ottenuti in questo lavoro hanno evidenziato che solo la linea cellulare di fibrosarcoma umano HT-1080 è risultata positiva per la presenza di foci di riparazione dopo trattamento con nanoparticelle Ludox® AS30 e SM30, alle concentrazioni di 0,02-0,04-0,06 mg/ml, mentre le cellule CCD-34 Lu e A549 sono risultate negative per tutti i tempi e le dosi di trattamento analizzate. Per valutare poi se il trattamento con NP Ludox® induce morte cellulare per apoptosi, tutte e tre le linee cellulari prese in esame sono state analizzate al microscopio a fluorescenza dopo fissazione con il colorante nucleare DAPI per evidenziare la morfologia nucleare e l'eventuale presenza di corpi apoptotici. Si è così potuto evidenziare un aumento dell'indice apoptotico in seguito al trattamento con nanoparticelle soprattutto per quelle di diametro inferiore (SM30, 0,04 mg/ml), principalmente nella linea cellulare tumorale HT-1080 e in misura minore anche nella linea cellulare A549. Le cellule CCD-34 Lu sono invece risultate negative a conferma di dati riportati in letteratura che dimostrano che questa linea di fibroblasti polmonari umani normali non va incontro ad apoptosi ma presenta differenti modalità di risposta all'attività citotossica di diversi agenti. Questi dati sono stati poi confermati nelle due linee tumorali tramite il saggio fluorimetrico di attivazione della caspasi 3, una cistein-proteasi coinvolta nelle fasi iniziali dell'apoptosi. Per valutare poi gli eventuali effetti genotossici causati dall'incubazione con NP Ludox® si è valutata l'alterazione dell'espressione genica tramite il kit della Agilent® 'Whole Human Genome Oligo Microarray'. Con la tecnologia dei microarray a DNA è possibile misurare il livello di espressione di migliaia di geni contemporaneamente, sfruttando i principi di base dell'ibridazione degli acidi nucleici. Un tipico esperimento di microarray si divide in quattro fasi distinte: 1) marcatura del campione; 2) ibridazione sul supporto solido; 3) acquisizione dell'immagine; 4) estrazione dei dati grezzi ed analisi statistica dei valori misurati. L'intensità del segnale rilevata in ogni spot dell'array è in definitiva una misura indiretta della concentrazione di quel target (in questo caso RNA messaggero) nella cellula. Tramite l'esperimento di microarray è possibile quindi capire non solo quali sono i geni espressi nelle condizioni esaminate, ma anche se la loro espressione è alterata rispetto al campione di controllo (Kronick, 2004). I risultati preliminari raggiunti in questo lavoro riguardano la linea cellulare A549 incubata con nanoparticelle Ludox® AS30 e SM30 alla concentrazione di 0,02 mg/ml, con un trattamento di 2 h senza siero, seguito poi da un ripristino in terreno completo di 3 h (per le NP AS30 e SM30) o di 22 h (solo per le NP AS30). Il numero di geni la cui espressione risulta significativamente alterata rispetto al controllo è più alto nel campione trattato con le NP SM30 (354 geni) rispetto al campione trattato con le NP AS30 (222 dopo 3 h dalla fine del trattamento e 118 dopo 22 h). In entrambi i casi comunque un numero maggiore di geni alterati risulta sovra-espresso rispetto a quelli sotto-espressi, se confrontati con il campione di controllo. Inoltre, il livello di espressione genica risulta maggiormente alterato quando l'analisi viene condotta dopo 3 ore di incubazione in terreno normale rispetto a 22 h. Indagando i livelli di espressione dei principali geni alterati e le vie metaboliche cellulari in cui questi sono coinvolti, si è potuto osservare che i principali pathways alterati sono il controllo del ciclo cellulare, le vie regolate da p53, la via di signalling delle MAPK e la regolazione dell'organizzazione del citoscheletro cellulare. Nonostante lo studio dei profili di espressione genica abbiano messo in evidenza un'alterazione dell'espressione di geni del ciclo cellulare dopo trattamento con NP Ludox®, l'analisi del ciclo cellulare tramite citofluorimetria a flusso in tutte e tre le linee cellulari prese in esame non ha portato in evidenza alcuna alterazione imputabile alle NP in nessuna delle condizioni di trattamento studiate. I risultati di questo lavoro costituiscono uno studio preliminare condotto in vitro degli effetti citotossici provocati in cellule umane dalle nanoparticelle di silice Ludox®, che costituiscono un modello di nanoparticelle commerciali. Le NP negli ultimi decenni hanno trovato un impiego sempre più vasto in svariati campi, dall'edilizia al settore tessile ed alimentare, imponendo allo stesso tempo l'esigenza di fornire informazioni esaurienti per una valutazione dell'impatto dei nanomateriali sulla salute umana e una conseguente regolamentazione del loro utilizzo.
Nadai, Matteo. « Meccanismi d'azione di farmaci antitumorali in uso e in sperimentazione : attività a livello di topoisomerasi e telomerasi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425487.
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