Littérature scientifique sur le sujet « Materiali da costruzione in Egitto »

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Articles de revues sur le sujet "Materiali da costruzione in Egitto"

1

Boato, Anna. « Organizzazione delle forniture e mercato dei materiali da costruzione a Genova (secoli XV-XVII) ». Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 119, no 2 (2007) : 215–33. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2007.10356.

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Cozza, Cassandra. « Architetture che cambiano la vita ». TERRITORIO, no 100 (novembre 2022) : 42–56. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100005.

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Résumé :
Il saggio illustra l'impegno umanitario di Yasmeen Lari, a partire da quando, in seguito al terremoto del Kashmir, iniziò a dedicare la sua vita alle persone più indigenti, dimostrando un impegno costante per la costruzione di una giustizia sociale ed ecologica. Un impegno sul campo con due obiettivi principali: il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni più povere e vulnerabili e la sostenibilità ambientale. Un lavoro complesso, di ampio interesse internazionale e attento ai materiali, alla storia e alle tradizioni locali. L'architettura come processo finalizzato all'indipendenza e all'empowerment dei suoi ‘clienti scalzi' - soprattutto donne - attraverso un impegno costante nella formazione degli architetti più giovani e degli autocostruttori, nonché nel fronteggiare l'emergenza pandemica causata da Covid-19.
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Olivito, Renato S., et Rosamaria Codispoti. « Natural Fiber Composites for Structural Strengthening of Constructions ». Key Engineering Materials 916 (7 avril 2022) : 66–73. http://dx.doi.org/10.4028/p-qg327p.

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Résumé :
Negli ultimi anni vengono studiate le fibre naturali di origine vegetale come lino, juta, canapa, basalto oltre a quelle derivate dal bambù o dall'ananas, per le loro molteplici proprietà. Tra i principali vantaggi che hanno, ricordiamo: la grande disponibilità in natura; sono rinnovabili, hanno una bassa densità e un costo contenuto, nonché proprietà meccaniche che li rendono interessanti per la realizzazione di materiali compositi fibrorinforzati. Sono utilizzati da tempo in vari settori dell'ingegneria: dall'automotive e aerospaziale all'ingegneria civile per la realizzazione di pannelli, pareti ecc. Attualmente l'attenzione è stata focalizzata sulla possibilità di utilizzarli come materiali di rinforzo su strutture in muratura. Il continuo e crescente interesse per la conservazione dei beni storici richiede sistemi di rinforzo di facile utilizzo e affidabili con relative metodologie di calcolo che permettano di valutare la capacità delle strutture murarie esistenti e rinforzate. Tuttavia, i modelli analitici applicabili alle strutture in muratura armata non sono stati sviluppati allo stesso livello di quelli per altri materiali da costruzione moderni. In particolare, esiste un divario tra i risultati sperimentali di elementi murari armati con sistemi innovativi ei risultati ottenuti da modelli analitici. Tutto ciò ha ostacolato un'analisi completa dell'approccio sperimentale che può fornire un prezioso contributo a metodi di progettazione eccessivamente conservativi per soluzioni di rinforzo innovative. Nel presente lavoro, al fine di validarne l'efficacia vengono mostrati i risultati di un'ampia campagna sperimentale per la caratterizzazione meccanica di compositi con fibre naturali e la loro applicazione ad elementi strutturali in muratura, in diverse condizioni di carico applicato e geometrie murarie. Parole chiave: Fibre naturali – Compositi – FRCM - Massoneria
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Bozzuto, Paolo, et Emma Missale. « Bike Couriers and the City ‘Mess'. Ciclo-logistica e corrieri in bicicletta, a Milano ». TERRITORIO, no 98 (mars 2022) : 92–102. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098015.

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Résumé :
La ciclo-logistica, cioè la consegna di beni materiali operata da corrieri che usano mezzi a pedali, costituisce una prospettiva strategica per ridurre gli impatti negativi del traffico motorizzato nei contesti urbani e metropolitani. Partendo dall'analisi della figura e della cultura dei corrieri in bicicletta e dei bike messenger, questo articolo indaga le attività di ubm (la più importante compagnia di ciclo-logistica a Milano), con particolare riferimento alla fase di ‘lockdown' determinata dalla pandemia di Covid-19 nel 2020. Da ciò scaturisce, infine, una riflessione sul contributo conoscitivo rilevante e specifico che i corrieri in bicicletta potrebbero dare alla costruzione di una nuova e diversa mobilità per il futuro delle nostre città: una mobilità ciclistica più inclusiva e antifragile.
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5

Bobbi, Silvia. « Nascita della speculazione edilizia moderna e ruolo dei materiali da costruzione nella Milano riformista del secondo Settecento ». Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 119, no 2 (2007) : 235–47. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2007.10357.

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Pizzocaro, Silvia. « Retorica dell’artefatto concreto. Per un design di prodotto incardinato su uso, identità tangibile, stratificazione di senso ». i+Diseño. Revista científico-académica internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 14 (5 décembre 2019) : 255. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2019.v14i0.7108.

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Résumé :
Nella nostra quotidianità è enormemente cresciuto l’impatto delle tecnologie presenti nei prodotti materiali e distribuite all’interno di prodotti/sistemi/servizi immateriali. Oggetti legati a tecniche semplici o complesse esistono da sempre, ma da circa tre decadi a questa parte si assiste da una parte alla pervasività dei prodotti ad alto contenuto tecnologico, ostentativi e iperprestazionali, dall’altra alla apparente riduzione del sostrato fisico a favore di un’aumentata componente immateriale e virtuale. Tuttavia la nostra contemporaneità, pur nel dilagante rimando al virtuale, non ha rinunciato per nulla alla fisicità di cose e prodotti. All’interno di un assetto disciplinare del design esteso e frammentato, ci si propone l’obiettivo di riannodare il filo di un possibile discorso intorno alla concretezza tangibile degli oggetti, indirizzandolo in particolare alla costruzione di pedagogie rivolte agli studenti progettisti. Da qui la selezione in particolare dei temi dell’uso, dell’identità tangibile dei prodotti, della sostanza di cui sono fatti, intesa nel duplice senso di sostrato materico e di stratificazione di senso.
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Licordari, Mariangela. « Le sale cinematografiche nello scenario moderno dell’architettura portoghese della prima metà del XX secolo : alcuni esempi a confronto ». Revista de História da Sociedade e da Cultura 18 (22 décembre 2018) : 207–26. http://dx.doi.org/10.14195/1645-2259_18_10.

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Résumé :
Vero e proprio fenomeno culturale del XX secolo, in ambito architettonico il cinema rappresenta da sempre il simbolo della modernità e del progresso tecnologico. Nella storia dell’architettura moderna, la progettazione delle sale cinematografiche va di pari passo con la sperimentazione di nuove forme architettoniche rese possibili dall’impiego di moderni materiali da costruzione (quali in primis il cemento armato), divenendo un importante banco di prova tanto per la verifica tecnologica degli stessi quanto per l’immaginazione spaziale di nuovi ambienti, così divergenti da quelli propriamente classici dei teatri. Spazio architettonico fruibile e funzionale al vissuto umano, il cinema diventa rapidamente espressione di crescita, di sviluppo sociale ed economico e di prestigio urbanistico. Anche in Portogallo, come nel resto dell’Europa, le sale cinematografiche sono segnali tangibili del cambiamento stilistico e formale dell’architettura della prima metà del Novecento, facendosi portavoce di un’immagine nuova che rapidamente adornerà le città portoghesi d’un aspetto moderno e scenografico al tempo stesso.
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Calabretta, Andrea. « Una questione di sguardi ? Considerazioni sui limiti nell'utilizzo della prospettiva transnazionale : il caso delle collettività nordafricane in Italia ». MONDI MIGRANTI, no 3 (novembre 2022) : 115–40. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003007.

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Résumé :
L'articolo, tramite un focus sul caso delle collettività nordafricane, presenta un'analisi sul modo in cui la prospettiva transnazionale ha trovato applicazione negli studi migratori svolti nel contesto italiano a partire dal 2000. Il lavoro muove dall'analisi della letteratura transnazionale relativa alle collettività nordafricane in Italia per poi approfondire, tramite l'utilizzo di banche dati pubbliche e private, le caratteristiche del flusso migratorio egiziano e tunisino, risultati centrali per comprendere il posizionamento della ricerca nei confronti delle diverse collettività straniere. L'articolo delinea così le peculiarità dell'applicazione empirica della prospettiva transnazionale nel contesto italiano. Emergono i limiti materiali propri della produzione del sapere, con importanti ricadute metodologiche quali la scarsa costruzione di etnografie multisituate, ma anche i limiti insiti nello sguardo dei ricercatori e che sembrano agire in favore di una ricerca di collettività e di campi marcatamente segnati da un (percepita) alterità.
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Serlorenzi, Mirella, Fulvio Coletti, Lino Traini et Stefano Camporeale. « Il Progetto Domus Tiberiana (Roma). Gli approvvigionamenti di laterizi per i cantieri adrianei lungo la Nova Via ». Arqueología de la Arquitectura, no 13 (17 janvier 2017) : 045. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2016.163.

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Résumé :
[it] Il progetto Domus Tiberiana, iniziato nel 2013 e coordinato dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, ha come scopo il nuovo e complessivo studio del primo palazzo imperiale sul Palatino. Diversi aspetti vengono considerati, integrando fra loro i risultati delle ricerche precedenti e delle nuove indagini, archiviati nel GIS SITAR della Soprintendenza: studio della stratigrafia muraria, delle tecniche edilizie, delle decorazioni, dei reperti archeologici e dei restauri architettonici. In questo articolo sono esposti i primi risultati dell’indagine condotta sulle tecniche e i materiali da costruzione dell’isolato adrianeo nel tratto occidentale della Nova Via, costruito insieme all’ampliamento dell’angolo NordOvest della Domus. In particolare, l’analisi metrologica dei laterizi ha chiarito come gli approvvigionamenti di bipedali, sesquipedali, bessali, tegole fratte e laterizi di reimpiego venissero redistribuiti all’interno dell’edificio. La ripartizione delle tecniche edilizie nelle diverse porzioni murarie obbediva, infatti, a una razionale logica economica e strutturale.
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Belloni, Eleonora. « Questione ambientale e paesaggio : i "tabù" della politica infrastrutturale. Voci critiche negli anni del miracolo economico ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 295 (mai 2021) : 165–85. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295008.

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Résumé :
Ogni modello di mobilità porta con sé delle criticità ambientali: i progressi nella mobilità rappresentano un superamento di alcuni ostacoli, ma al contempo ne creano altri. La questione, se si pone con evidenza già con la prima infrastrutturazione legata alla costruzione delle vie ferrate nell'Italia postunitaria, e si delinea poi con l'ampliamento della rete stradale negli anni tra le due guerre, assume tuttavia contorni più precisi nel secondo dopoguerra. Alla luce di questa nuova consapevolezza anche il dibattito sulle infrastrutture ha conosciuto un ampliamento di prospettiva, dove all'approccio dominato dall'idea del progresso tecnologico e del diritto alla mobilità a ogni costo se ne è affiancato un altro che ha aggiunto al dibattito temi quali la sostenibilità, la tutela del paesaggio e, in ultima analisi, l'idea di progresso come benessere sociale. Il saggio affronta queste tematiche ricostruendo il dibattito - animato da specialisti del settore ma anche da nuovi soggetti della scena culturale italiana, quali "Italia Nostra" - che ha portato alla formazione di una nuova consapevolezza delle ricadute ambientali delle strutture materiali della mobilità. Parole chiave: Mobilità, Sostenibilità, Strade, Infrastrutture, Paesaggio, Italia Nostra
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Thèses sur le sujet "Materiali da costruzione in Egitto"

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Bandini, Simone <1976&gt. « La risalita capillare nei materiali da costruzione porosi e processi elettrocinetici ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1780/1/bandini_simone_tesi.pdf.

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Bandini, Simone <1976&gt. « La risalita capillare nei materiali da costruzione porosi e processi elettrocinetici ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1780/.

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De, Vizio Lorena Lucia. « L'indice di riflettanza solare come parametro di sostenbilità nei materiali da costruzione ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Nell’ultimo decennio si è posta sempre maggiore attenzione ai diversi aspetti condizionanti il fabbisogno energetico degli edifici, al fine di ridurre sempre di più i dispendi di energia, soprattutto nei periodi estivi. Questa ricerca, in particolare, si è focalizzata sugli studi dei materiali ad alto indice di riflettanza solare (SRI, Solar Refletance Index). Si sono svolte ricerche bibliografiche sui materiali già studiati e sulle tecniche di applicazione e si è dedicata particolare attenzione alla loro classificazione e comparazione. Si è voluto andare oltre i così detti “cool roofs”, ovvero i tetti rivestiti con materiali cool (ad alto SRI), per studiare il comportamento di un’eventuale applicazione di questi materiali anche per altri elementi opachi dell’involucro e, più nello specifico, quelli che possono essere rivestiti con piastrelle ceramiche. Per indagare in questo senso, si è studiata l’applicazione dei pigmenti cool presenti sul mercato sia per la colorazione in massa di piastrelle sia negli smalti di piastrelle in grès porcellanato. Si è inoltre eseguita un’analisi della durabilità delle proprietà radiative delle piastrelle ceramiche con lo scopo di dimostrarne i vantaggi rispetto ad altri materiali cool presenti sul mercato.
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Previato, Caterina. « Archeologia dell'edilizia in Aquileia romana : i materiali da costruzione e le tecniche edilizie ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422125.

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Résumé :
This dissertation is focused on the study of building materials and techniques used in Aquileia during the Roman period. Its broad aim is to study ancient building techniques within a peculiar urban site in order to get specific insights into technical features of Roman architecture, dynamics of production and supply underlying building practices, and existing relationships between ancient builders and the natural context. As far as building materials are concerned, special attention is given to the types of stone employed. A specific goal of the research is to identify types of stone which were used in Aquileia, both drawing on published evidence and carrying out detailed petrographic analyses of samples from stratigraphic contexts. A variety of types of stones from different geographical areas have been identified until now and surveys in the territory surrounding Aquileia were done in order to locate stone quarries exploited in the Roman Age. As far as building techniques are concerned, data resulting from the study of published evidence, and from analyses onsite are interpreted in order to get a broader picture of the building methods used in Aquileia during the Roman period.
Il presente elaborato è dedicato ai materiali da costruzione e alle tecniche edilizie utilizzate ad Aquileia in età romana. Esso si propone di affrontare tutte le numerose problematiche legate ai sistemi costruttivi antichi, allo scopo di aumentare le conoscenze, in uno specifico contesto urbano, sugli aspetti tecnici dell’architettura romana, sulle dinamiche artigianali e produttive, sui luoghi e i sistemi di approvvigionamento delle materie prime, sulle capacità tecniche dei costruttori e sul loro rapporto con le risorse presenti nel territorio. Per quanto riguarda i materiali da costruzione, particolare attenzione è dedicata ai materiali lapidei. Le informazioni ad essi relative derivano sia da dati bibliografici, sia dai risultati dello studio petrografico condotto su alcuni campioni lapidei prelevati da strutture ed edifici della città. Lo studio petrografico si è rivelato di fondamentale utilità in quanto ha permesso di identificare i diversi litotipi utilizzati ad Aquileia in età romana e i relativi bacini di provenienza. Particolare attenzione è stata rivolta anche allo studio del territorio circostante la città, e dei bacini di approvvigionamento di materiale lapideo sfruttati in età romana. Sono state effettuate numerose ricognizioni del territorio, che hanno permesso di effettuare uno studio topografico delle cave dislocate nei pressi della città. Nell'elaborato, ampio spazio è dedicato anche all'analisi delle tecniche edilizie. La classificazione presentata deriva dalla rielaborazione dei dati ottenuti tramite la ricerca bibliografica e tramite il lavoro sul campo.
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Degli, Esposti Anna. « Progettazione e valutazione di conglomerati bituminosi costituiti da materiali di riciclo provenienti da attività di lavorazione, costruzione e demolizione ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18662/.

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Résumé :
La salvaguardia dell’ambiente e il risparmio delle risorse naturali non rinnovabili è divenuta una questione di grande interesse per tutti i settori della società. Nel campo dell’ingegneria civile ci si rivolge in generale all’impiego di materiali da costruzione ecocompatibili che generino un basso impatto ambientale in fase realizzativa e in esercizio. In questo studio è stata valutata e dimostrata scientificamente la possibilità, nel confezionamento di conglomerati bituminosi per uso stradale, di utilizzare, oltre agli aggregati estratti naturalmente da cava, aggregati riciclati convenzionali e non convenzionali, raggiungendo una percentuale medio – alta, pari al 50 % in peso per strato di usura e pari al 56 % in peso sul totale degli aggregati per strato di binder ed utilizzare filler di riciclo, derivanti da precedenti lavorazioni industriali di realtà prossime all’azienda imolese, da sostituire in parte o tutto al filler calcareo, tradizionalmente utilizzato come additivo. Dalla necessità di orientarsi verso scelte strategiche e sostenibili, la Cooperativa trasporti Imola Scrl Societa’ Cooperativa ha deciso di collaborare con l’Università di Bologna per: migliorare la progettazione di conglomerati bituminosi contenenti materiale di riciclo; diminuire ulteriormente il prelievo del capitale naturale e ridurre gli sprechi in sede di trasformazione delle risorse. Si è dimostrato che le miscele bituminose con materiale di riciclo rappresentino una efficace alternativa alle tradizionali e come la metodologia LCA – Life Cycle Assessment risulti essere un valido strumento da impiegare per valutarne gli impatti ambientali.
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TOFFANO, Alice. « CARATTERIZZAZIONE PETROCHIMICA E PETROFISICA DI MATERIALI INERTI SECONDARI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE, PER LA REALIZZAZIONE DI IMPASTI CERAMICI ORDINARI E CALCESTRUZZI ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2009. http://hdl.handle.net/11392/2389127.

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Guerra, Valentina. « Attività fotocatalitica del biossido di titanio applicato ai materiali da costruzione. Analisi delle prestazioni in funzione della tipologia di supporto e della tecnica di deposizione ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9253/.

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Résumé :
I materiali fotocatalitici, se opportunamente irradiati con luce di una opportuna lunghezza d'onda, consentono un maggior abbattimento delle sostanze organiche e inorganiche nocive con le quali vengono a contatto. Essi sono in grado inoltre grazie alla loro spiccata idrofilia di conservare inalterato nel tempo il loro aspetto estetico. Il connubio ingegneria e chimica ha creato dunque materiali fotocatalitici contenenti al loro interno particelle di TiO2, il principale fotocatalizzatore in commercio, che, applicati in ambiti urbani ed edilizi come rivestimenti, pitture, rimescolato in pasta di malte o masselli autobloccanti, pitture o piastrelle antisettiche e vetri autopulenti, possono generare effetti positivi in termini sia di antinquinamento che di antibattericità. La tesi parte dalla descrizione delle reazioni chimiche che stanno alla base della fotocatalisi e prosegue descrivendo il fotocatalizzatore più attivo ed efficace fino ad ora scoperto, il TiO2. Nella seconda parte della tesi si citano le principali aziende italiane e mondiali che si sono impegnate nella produzione di materiali fotocatalitici, riportando le loro opere e i loro prodotti. Nella parte terza si vogliono invece fornire le informazioni generali attualmente conosciute sulla minaccia alla salute che può costituire l'utilizzo di materiali nanometrici come il TiO2. Nella parte quarta invece si risponde alle ancora frequenti domande riguardanti l'efficacia del TiO2 nelle applicazioni reali al variare del materiale di supporto, la sua efficacia nel lungo termine, il reale effetto autopulente nell'ambiente reale e nel suo impatto sull'ambiente. Si riportano i risultati di laboratorio riguardanti l'efficacia fotocatalitica in termini di degradazione di tinte e di angolo di contatto, direttamente applicati alla realtà delle costruzioni: su supporti diversi in termini di permeabilità e idrorepellenza, è stata applicata una sospensione acquosa fotocatalitica applicata sia a pennello che tramite getto spray HVLP. Alcuni campioni sono poi stati dilavati simulando l'azione atmosferica di weathering dell'area bolognese.
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Denittis, Michela. « Analisi sperimentale e numerica di un telaio in Guadua Angustifolia Kunth caricato orizzontalmente : il bambù come possibile alternativa ecosostenibile ai tradizionali materiali da costruzione ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15971/.

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Résumé :
In un contesto di grave crisi ambientale, dovuta ad un conflitto tra il rapido sviluppo della società industrializzata e i lenti tempi biologici della natura, è di fondamentale importanza porre le basi per uno sviluppo sostenibile. Il mio studio pone l’attenzione sul bambù come materiale da costruzione in quanto permette di coniugare ottime caratteristiche meccaniche a requisiti di sostenibilità in termini ambientali, economici e sociali. Il mio interesse per questo materiale mi ha portato a passare alcuni mesi in Colombia, paese subtropicale dove il bambù, in particolare la Guadua angustifolia Kunth, cresce spontaneamente ed è usato come materiale da costruzione. Presso l’Università Nazionale della Colombia da più di quindici anni si stanno indagando le caratteristiche meccaniche e fisiche della guadua e le sue applicazioni in ambito strutturale. Recentemente la ricerca si è focalizzata sullo sviluppo di un sistema costruttivo che si presti all’industrializzazione. In questo contesto, la mia tesi si pone l’obiettivo di ottimizzare un sistema costruttivo che prevede un telaio costituito da due colonne portanti a doppia altezza su cui vengono assemblati due pannelli. Questi ultimi sono concepiti per essere prefabbricati, nell’ottica di poter essere assemblati in maniera semplice a rapida in situ. Per raggiungere questo obiettivo è stato necessario, prima di tutto, studiare e reperire il materiale, caratterizzarlo attraverso delle prove in laboratorio, costruire i prototipi, ed infine testarli a carico orizzontale. E’ stato poi elaborato un modello con un programma di calcolo strutturale che ha reso possibile la simulazione numerica dei prototipi, permettendo la comprensione dei meccanismi di rottura avvenuti in sede sperimentale. In particolare dall’analisi tensionale è emerso come la rottura di alcune parti localizzate del telaio avvenute in sede sperimentale sia derivata dalla concentrazione di tensione in corrispondenza delle giunzioni.
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GREPPI, PAOLA. « IL REIMPIEGO DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE NEL CANTIERE MEDIEVALE. DINAMICHE DI TRASFORMAZIONE, LINEE EVOLUTIVE E INDICATORI CRONOTIPOLOGICI NELLE ARCHITETTURE MILANESI TRA TARDOANTICO E XII SECOLO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3157.

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Résumé :
La tesi è rivolta allo studio comparativo delle tecniche costruttive datate tra tardo antico e romanico (fine IV-XII secolo), con particolare attinenza agli edifici di culto milanesi. L'obiettivo principale è stato quello di delineare le linee evolutive delle tecniche costruttive e identificare la presenza di caratteri tecnici particolari che avessero valore di indicatore cronotipologico. Il quadro complesso e articolato degli studi pregressi sulle più note basiliche medievali milanesi ha reso necessaria l'indagine, per la presenza di ipotesi interpretative contraddittorie e la frequente carenza di indagini aggiornate sotto il profilo metodologico. Per questa ragione, la prima parte del lavoro è stata rivolta alla definizione della storia degli studi editi riguardanti temi di carattere archeologico e architettonico, che hanno costituito la base di riferimento per l'individuazione delle campionature murarie da analizzare. Nell'ambito di questa stessa sezione si è resa poi indispensabile la stesura di una parte destinata alla trattazione del metodo utilizzato che, per quanto riguarda l'analisi del materiale da costruzione in laterizio, ha previsto l'applicazione, in via sperimentale su un raggio di indagine così esteso, del metodo mensiocronologico al materiale di recupero. La seconda parte della tesi ha riguardato l'analisi dei principali contesti architettonici esaminati (S. Giovanni alle Fonti, S. Tecla, S. Simpliciano, S. Nazaro Maggiore, S. Ambrogio, S. Eustorgio), affrontata con schede apposite destinate all'inquadramento dei dati storico-archeologici pregressi, delle campionature murarie esaminate, in pietra e laterizio, e dei risultati delle analisi metriche. Ogni fase costruttiva individuata è stata poi approfondita in sezioni specifiche nelle quali sono confluiti i risultati raggiunti. La terza ed ultima parte del lavoro, è stata infine rivolta alla trattazione delle cronotipologie dei tipi costruttivi elaborate (in opus latericium, opus latericium spicatum e opera di spolia), a quella dei principali indicatori cronotipologici individuati e alle loro modalità di trasformazione nel tempo. Il lavoro di ricerca ha aperto molteplici prospettive di approfondimento, relative ai singoli monumenti trattati ma anche a problematiche di più ampio respiro nel settore dell'edilizia medievale, che sono state trattate nel capitolo conclusivo.
The thesis is dedicated to the comparative study of construction techniques dating from late antiquity and Romanesque (end of 4th-12th century), with particular attention to the religious buildings in Milan. The main objective was to represent the evolutionary lines of the construction techniques and to identify the presence of technical characteristics that have a specific age-typology meaning. The contradictory interpretative hypotheses and the lack of up-to date - in terms of methodology - investigations within the complex and extensive literature on the most known medieval basilicas in Milan has inspired this investigation. For this reason, the first part of the work treats the definition of the history of the published studies on the archaeological and architectural subjects, which have represented the reference for the identification of the masonry samples to be analyzed. As part of this section it was necessary the drafting of a description of the method used. With regard to the analysis of structural clay material, such process provided for the application - on an experimental basis on a so extensive investigation - of the metric-age analysis method to the recovered material. The second part of the thesis concerned the analysis of the main architectural complexes examined (S. Giovanni alle Fonti, S. Tecla, S. Simpliciano, S. Nazario Maggiore, St. Ambrose, St. Eustorgio), performed through dedicated files for the classification of former historic-archaeological data, of the masonry and the stone and brick samples tested, and of the results of the metric analysis. Each identified construction phase was then further investigated in specific sections where the results are gathered. The third and final part of the work concerns the discussion of the developed age-typologies of the construction materials (opus latericium, opus spicatum latericium and works in spolia), the main age-typology indicators identified and the different ways they changed over time. The research has opened up many scenarios for further studies, in relation to the individual monuments treated but also to broader issues in the sector of the Middle Ages building activity, as discussed in the final section.
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GREPPI, PAOLA. « IL REIMPIEGO DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE NEL CANTIERE MEDIEVALE. DINAMICHE DI TRASFORMAZIONE, LINEE EVOLUTIVE E INDICATORI CRONOTIPOLOGICI NELLE ARCHITETTURE MILANESI TRA TARDOANTICO E XII SECOLO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3157.

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Résumé :
La tesi è rivolta allo studio comparativo delle tecniche costruttive datate tra tardo antico e romanico (fine IV-XII secolo), con particolare attinenza agli edifici di culto milanesi. L'obiettivo principale è stato quello di delineare le linee evolutive delle tecniche costruttive e identificare la presenza di caratteri tecnici particolari che avessero valore di indicatore cronotipologico. Il quadro complesso e articolato degli studi pregressi sulle più note basiliche medievali milanesi ha reso necessaria l'indagine, per la presenza di ipotesi interpretative contraddittorie e la frequente carenza di indagini aggiornate sotto il profilo metodologico. Per questa ragione, la prima parte del lavoro è stata rivolta alla definizione della storia degli studi editi riguardanti temi di carattere archeologico e architettonico, che hanno costituito la base di riferimento per l'individuazione delle campionature murarie da analizzare. Nell'ambito di questa stessa sezione si è resa poi indispensabile la stesura di una parte destinata alla trattazione del metodo utilizzato che, per quanto riguarda l'analisi del materiale da costruzione in laterizio, ha previsto l'applicazione, in via sperimentale su un raggio di indagine così esteso, del metodo mensiocronologico al materiale di recupero. La seconda parte della tesi ha riguardato l'analisi dei principali contesti architettonici esaminati (S. Giovanni alle Fonti, S. Tecla, S. Simpliciano, S. Nazaro Maggiore, S. Ambrogio, S. Eustorgio), affrontata con schede apposite destinate all'inquadramento dei dati storico-archeologici pregressi, delle campionature murarie esaminate, in pietra e laterizio, e dei risultati delle analisi metriche. Ogni fase costruttiva individuata è stata poi approfondita in sezioni specifiche nelle quali sono confluiti i risultati raggiunti. La terza ed ultima parte del lavoro, è stata infine rivolta alla trattazione delle cronotipologie dei tipi costruttivi elaborate (in opus latericium, opus latericium spicatum e opera di spolia), a quella dei principali indicatori cronotipologici individuati e alle loro modalità di trasformazione nel tempo. Il lavoro di ricerca ha aperto molteplici prospettive di approfondimento, relative ai singoli monumenti trattati ma anche a problematiche di più ampio respiro nel settore dell'edilizia medievale, che sono state trattate nel capitolo conclusivo.
The thesis is dedicated to the comparative study of construction techniques dating from late antiquity and Romanesque (end of 4th-12th century), with particular attention to the religious buildings in Milan. The main objective was to represent the evolutionary lines of the construction techniques and to identify the presence of technical characteristics that have a specific age-typology meaning. The contradictory interpretative hypotheses and the lack of up-to date - in terms of methodology - investigations within the complex and extensive literature on the most known medieval basilicas in Milan has inspired this investigation. For this reason, the first part of the work treats the definition of the history of the published studies on the archaeological and architectural subjects, which have represented the reference for the identification of the masonry samples to be analyzed. As part of this section it was necessary the drafting of a description of the method used. With regard to the analysis of structural clay material, such process provided for the application - on an experimental basis on a so extensive investigation - of the metric-age analysis method to the recovered material. The second part of the thesis concerned the analysis of the main architectural complexes examined (S. Giovanni alle Fonti, S. Tecla, S. Simpliciano, S. Nazario Maggiore, St. Ambrose, St. Eustorgio), performed through dedicated files for the classification of former historic-archaeological data, of the masonry and the stone and brick samples tested, and of the results of the metric analysis. Each identified construction phase was then further investigated in specific sections where the results are gathered. The third and final part of the work concerns the discussion of the developed age-typologies of the construction materials (opus latericium, opus spicatum latericium and works in spolia), the main age-typology indicators identified and the different ways they changed over time. The research has opened up many scenarios for further studies, in relation to the individual monuments treated but also to broader issues in the sector of the Middle Ages building activity, as discussed in the final section.
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Livres sur le sujet "Materiali da costruzione in Egitto"

1

Cagnana, Aurora. Archeologia dei materiali da costruzione. Mantova : S.A.P., 2000.

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2

Argille, ghiaie, pietre, calci : Materiali da costruzione nella storia del territorio mantovano. Mantova : Tre lune, 2002.

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3

Luigi, Marino, et Almagro Gorbea Antonio, dir. Materiali da costruzione e techniche edili antiche : Indagini e rilievi nell'ottica della conservazione. Firenze : Alinea, 1991.

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4

Carla, Romby Giuseppina, dir. Misure e proporzioni dell'architettura nel tardo Quattrocento : Materiali da costruzione e misure nell'edilizia fiorentina. Firenze : Alinea, 1996.

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5

Materiali da costruzione e produzione del ferro : Studi sull'economia populoniese fra periodo etrusco e romanizzazione. Bari : Edipuglia, 2009.

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6

Pintaudi, Rosario, dir. Antinoupolis II. Florence : Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-666-4.

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Résumé :
L’area archeologica di Antinoupolis (la città fondata dall’imperatore Adriano nel 130 d.C.) è una delle più vaste e interessanti che l’Egitto ci abbia conservato. Nel corso delle ricerche condotte dal 1935 fino ai nostri giorni, l’attività dell’Istituto Papirologico «G.Vitelli» si è concentrata non soltanto sul recupero di materiali scritti (papiri, pergamene, iscrizioni), ma anche sull’impegno di ricostruire ‘archeologicamente’ la città antica. In questo volume si raccolgono contributi che spaziano da studi sulle mura urbane, sul tempio di Ramesse II, sull’edilizia in terra cruda, fino ai rilevamenti geofisici, all’identificazione di discariche domestiche e industriali, alla Via Nova Hadriana nella sua connessione ad est della città; vi si trovano note preliminari, progetti, ma anche studi definitivi, sul teatro, sull’area del martyrium di San Colluto, sul monastero di Deir el-Hawa a nord della città, l’analisi e il catalogo dei materiali da costruzione scolpiti – capitelli, nicchie – provenienti dalle due grandi basiliche portate alla luce in questi ultimi anni in una zona mai indagata prima. Il volume si conclude con la pubblicazione dello scavo ad Antinoe di John de Monins Johnson (1913-1914), illustrato con le fotografie dell’epoca e la descrizione degli oggetti depositati al British Museum.
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7

Giappone ricerca di mercato sui materiali da costruzione gennaio 1988 : Studio realizzato per conto dell'Istituto nazionale per il commercio estero. Roma : Istituto nazionale per il commercio estero, 1988.

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