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Thèses sur le sujet « Mascellari »

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MONGUZZI, RICCARDO. « Il trattamento delle osteonecrosi dei mascellari da bifosfonati ». Doctoral thesis, Università Milano-Bicocca, 2008. http://hdl.handle.net/10281/20318.

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Lizio, Giuseppe <1972&gt. « Efficacia delle griglie in titanio con osso particolato nella ricostruzione dei difetti alveolari tridimensionali dei mascellari ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6457/1/tesi_Phd.pdf.

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Résumé :
Questa tesi valuta l’efficacia della tecnica delle griglie in titanio con osso particolato nella ricostruzione dei difetti alveolari tridimensionali ai fini della riabilitazione dentale implanto-protesica. Il primo studio ha considerato la metodica in termini di complicanze post-operatorie e di risultati implanto-protesici. Sono stati considerati 24 pazienti con difetti tridimensionali trattati con l’applicazione di 34 griglie di titanio e osso particolato e riabilitati protesicamente dopo circa 8-9 mesi. 4 su 34 griglie sono state rimosse prima dell’inserimento implantare (11.76% di fallimento totale); 20 su 34 griglie si sono esposte per deiscenza dei tessuti molli (58.82% di complicanze): 4 (11.77%) prima e 16 (47.05%) dopo le prime 4-6 settimane dall’intervento; in nessun caso il piano di trattamento implanto-protesico ha subito variazioni. Dopo un follow-up medio di 20 (3-48) mesi dal carico protesico, nessuno degli 88 impianti ha perso la propria osteo-integrazione (100% di sopravvivenza implantare), con un valore complessivo di successo implantare di 82.9%. Il secondo studio ha calcolato in termini volumetrici la ricostruzione ossea ottenuta con griglie e la sua corre-lazione con l’estensione dell’esposizione e la tempistica del suo verificarsi. Sono stati valutati 12 pazienti con 15 difetti alveolari. Per ciascun sito sono state studiate le immagini TC con un software dedicato per misurare i volumi in tre dimensioni: il volume di osso non formatosi rispetto a quanto pianificato, lacking bone volume (LBV), è stato calcolato sottraendo il volume di osso ricostruito, reconstructed bone volume (RBV) in fase di ri-entro chirurgico dal volume di osso pianificato pre-operativamente, planned bone volume (PBV). LBV è risultato direttamente proporzionale all’area di esposizione della griglia, con un valore del 16.3% di LBV per ogni cm2 di griglia esposta. Si sono evidenziate, inoltre, correlazioni positive tra LBV , la tempistica precoce di esposizione e il valore di PBV.
The thesis reports about the effectiveness of the titanium mesh technique with particulate graft in the reconstruction of three-dimensional alveolar defects for implant borne prosthetic rehabilitation. The first study evaluated the technique in terms of complications and implants and prosthetic results. 24 patients with varied morphological defects, treated with 34 titanium meshes and particulate bone and rehabilitated at least 8-9 months thereafter were included. Four of 34 meshes in three patients had to be removed before implant placement (11.76% total failure); 20 of 34 meshes were exposed due to soft tissue dehiscence (58.82% of complications): four (11.77%) prematurely (within 4-6 weeks) and 16 (47.05%) delayed (after 4-6 weeks), with no compromise in implant placement or prosthetic plan. After a mean follow-up of 20 (3-48) months of prosthetic loading, none of the 88 implants was lost during follow-up (100% implant survival) and 15 implants demonstrated increased bone loss, yielding a cumulative implant success rate of 82.9%. The second study was focused on the volumetric bone reconstruction obtained and its correlation with the extent and timing of mesh exposure and amount of reconstruction planned. 12 patients (mean age 49.1 years) with 15 alveolar defects, treated with Ti-mesh and particulate grafts were considered. For each site, computed tomography (CT) images were analyzed using software designed to measure 3D volumes: the bone volume lacking (LBV) was calculated by subtracting the reconstructed bone volume (RBV) at re-opening from the planned bone volume (PBV) to be created at the time of reconstruction. LBV was significantly positively correlated with the area of mesh exposed, with a 16.3% LBV for every cm2 of mesh exposed; there were positive correlations between LBV and early exposure and the PBV.
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Lizio, Giuseppe <1972&gt. « Efficacia delle griglie in titanio con osso particolato nella ricostruzione dei difetti alveolari tridimensionali dei mascellari ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6457/.

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Résumé :
Questa tesi valuta l’efficacia della tecnica delle griglie in titanio con osso particolato nella ricostruzione dei difetti alveolari tridimensionali ai fini della riabilitazione dentale implanto-protesica. Il primo studio ha considerato la metodica in termini di complicanze post-operatorie e di risultati implanto-protesici. Sono stati considerati 24 pazienti con difetti tridimensionali trattati con l’applicazione di 34 griglie di titanio e osso particolato e riabilitati protesicamente dopo circa 8-9 mesi. 4 su 34 griglie sono state rimosse prima dell’inserimento implantare (11.76% di fallimento totale); 20 su 34 griglie si sono esposte per deiscenza dei tessuti molli (58.82% di complicanze): 4 (11.77%) prima e 16 (47.05%) dopo le prime 4-6 settimane dall’intervento; in nessun caso il piano di trattamento implanto-protesico ha subito variazioni. Dopo un follow-up medio di 20 (3-48) mesi dal carico protesico, nessuno degli 88 impianti ha perso la propria osteo-integrazione (100% di sopravvivenza implantare), con un valore complessivo di successo implantare di 82.9%. Il secondo studio ha calcolato in termini volumetrici la ricostruzione ossea ottenuta con griglie e la sua corre-lazione con l’estensione dell’esposizione e la tempistica del suo verificarsi. Sono stati valutati 12 pazienti con 15 difetti alveolari. Per ciascun sito sono state studiate le immagini TC con un software dedicato per misurare i volumi in tre dimensioni: il volume di osso non formatosi rispetto a quanto pianificato, lacking bone volume (LBV), è stato calcolato sottraendo il volume di osso ricostruito, reconstructed bone volume (RBV) in fase di ri-entro chirurgico dal volume di osso pianificato pre-operativamente, planned bone volume (PBV). LBV è risultato direttamente proporzionale all’area di esposizione della griglia, con un valore del 16.3% di LBV per ogni cm2 di griglia esposta. Si sono evidenziate, inoltre, correlazioni positive tra LBV , la tempistica precoce di esposizione e il valore di PBV.
The thesis reports about the effectiveness of the titanium mesh technique with particulate graft in the reconstruction of three-dimensional alveolar defects for implant borne prosthetic rehabilitation. The first study evaluated the technique in terms of complications and implants and prosthetic results. 24 patients with varied morphological defects, treated with 34 titanium meshes and particulate bone and rehabilitated at least 8-9 months thereafter were included. Four of 34 meshes in three patients had to be removed before implant placement (11.76% total failure); 20 of 34 meshes were exposed due to soft tissue dehiscence (58.82% of complications): four (11.77%) prematurely (within 4-6 weeks) and 16 (47.05%) delayed (after 4-6 weeks), with no compromise in implant placement or prosthetic plan. After a mean follow-up of 20 (3-48) months of prosthetic loading, none of the 88 implants was lost during follow-up (100% implant survival) and 15 implants demonstrated increased bone loss, yielding a cumulative implant success rate of 82.9%. The second study was focused on the volumetric bone reconstruction obtained and its correlation with the extent and timing of mesh exposure and amount of reconstruction planned. 12 patients (mean age 49.1 years) with 15 alveolar defects, treated with Ti-mesh and particulate grafts were considered. For each site, computed tomography (CT) images were analyzed using software designed to measure 3D volumes: the bone volume lacking (LBV) was calculated by subtracting the reconstructed bone volume (RBV) at re-opening from the planned bone volume (PBV) to be created at the time of reconstruction. LBV was significantly positively correlated with the area of mesh exposed, with a 16.3% LBV for every cm2 of mesh exposed; there were positive correlations between LBV and early exposure and the PBV.
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PEPE, GIOVANNI. « Implementazione dei protocolli di prevenzione primaria e secondaria dell'osteonecrosi dei mascellari da bifosfonati somministrati per via endovenosa in pazienti oncologici ». Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/338933.

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Résumé :
RIASSUNTO I bifosfonati per via endovenosa vengono utilizzati come terapia di riferimento per diverse patologie oncologiche coinvolgenti l’apparato scheletrico, dalle metastasi ossee all’ipercalcemia neoplastica. Nonostante tali farmaci forniscano ottimi risultati, il loro sempre più largo impiego ha portato all’aumento dei casi di osteonecrosi dei mascellari (di seguito ONM), una patologia necrotizzante dell’osso complicata da sovrainfezioni batteriche, con scarsa tendenza alla guarigione che clinicamente si presenta come un’esposizione dell’osso alveolare che insorge spontaneamente (FOTO) o, più spesso, diviene evidente in seguito ad una procedura chirurgica odontoiatrica come avulsioni dentali (FOTO + RX), interventi di chirurgia parodontale o il posizionamento di impianti dentali. L’efficacia della prevenzione odontoiatrica e dei controlli periodici nel ridurre significativamente l’incidenza di ONM nei pazienti trattati con bifosfonati è stata dimostrata in diversi studi. Pertanto, anche sulla base delle indicazioni della Raccomandazione n. 10 del Ministero della Salute del Settembre 2009, relativa alla “Prevenzione dell’osteonecrosi della mascella/mandibola da bifosfonati”, l’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” ha avviato un protocollo di studio osservazionale, approvato dal Comitato Etico, per verificarne l’applicazione. Anche la ASL di Foggia ha predisposto un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale PDTA per la prevenzione ed il trattamento di tale patologia. Nell’ambito dello studio osservazionale sono stati arruolati 88 pazienti e nell’ambito del PDTA sono stati analizzati i dati relativi a n. 35 pazienti. Dall’analisi dei dati dello studio osservazionale e di quelli del monitoraggio del PDTA sono emerse nuove ed interessanti indicazioni riguardo alla frequenza dell’ONM in pazienti in trattamento con bifosfonati somministrati per via orale. ABSTRACT Intravenous bisphosphonates are used as standard therapy for several oncological diseases that affect the skeleton, such as bone metastases and neoplastic hypercalcemia. Although these drugs grant very good results, their increasing use has determined the rise of cases of osteonecrosis of the jaw (ONJ), a pathology which affects bones and that is complicated by the incurring bacterial infections that are hard to manage. Another manifestation is the display of the alveolar bone that can be spontaneous or, more often, a consequence of tooth extraction or periodontal procedures or implants. The efficacy of dental prevention and of periodical controls for the reduction of the incidence of ONJ for patients treated with bisphosphonate was demonstrated in several studies. Therefore, also on the basis of the indications contained in the Recommendation n. 10 of the Italian Ministry of Health (September, 2009) on the Prevention of osteonecrosis caused by bisphosphonate in the maxilla/mandibula, I designed an observational study approved by IEC of IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” and a shared clinical pathway approved by ASL Foggia Director for the prevention and treatment of such pathology. This pathway is supported by several documents. One document is devoted to the patient and enables him to know more about the treatment and the pathology. Another document is addressed to the family doctor. Eventually there are a pharmacovigilance form and also a specific dentistry form compiled by the physicians for the patients that will be treated or are yet treated with bisphosphonates. This last form enables the physician working in the field of Hematology, Oncology or Dentistry to dialogue among them and to follow the patient in a collaborative way.
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Ricci, Emanuele <1981&gt. « Studio della superficie degli impianti dentali in titanio : La nanotecnologia nella valutazione delle nuove superfici implantari in rapporto all'osteointegrazione dei mascellari ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6877/1/ricci_emanuele_tesi.pdf.

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Résumé :
Il presente lavoro parte dalla descrizione dei processi di rimodellamento osseo mascellare a seguito della perdita di elementi dentari e la successiva riabilitazione mediante impianto dentale osteointegrato. Approfondiremo proprio i complessi aspetti dell’osteointegrazione su superfici implantari in titanio sia a livello micro che macroscopico. Nel campo dell’implantologia, infatti, il titanio risulta essere il materiale maggiormente impiegato in virtù della sua eccellente biocompatibilità e resistenza. Successivamente prenderemo in analisi i trattamenti di superficie implantare ad oggi più diffusi, lavorati prevalentemente a livello microscopico e infine confronteremo una sistematica trattata tradizionalmente con una innovativa trattata superficialmente a livello nanometrico. Il confronto avverrà in vivo, paragonando i risultati ottenuti clinicamente e radiograficamente tra le 2 sistematiche implantari, utilizzate per ripristinare la funzione masticatoria nei pazienti arruolati.
This paper starts from the description of the processes of the maxillary bone remodeling due to the loss of teeth and the subsequent rehabilitation by osseointegrated dental implants. We are deepening the complex features of osseointegration of titanium implant surfaces at both micro and macroscopic aspects. In fact in implantology the titanium appears to be the material most widely used because of its excellent biocompatibility and resistance. Subsequently we will analyze the implant surface treatments for today's most popular, worked mostly at the microscopic level and then will compare a treated traditionally system with an innovative surface treated at the nanometer level. The comparison will take place in vivo, by comparing the results obtained clinically and radiographically between the two implant systems, used to restore the masticatory function in patients enrolled.
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Ricci, Emanuele <1981&gt. « Studio della superficie degli impianti dentali in titanio : La nanotecnologia nella valutazione delle nuove superfici implantari in rapporto all'osteointegrazione dei mascellari ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6877/.

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Résumé :
Il presente lavoro parte dalla descrizione dei processi di rimodellamento osseo mascellare a seguito della perdita di elementi dentari e la successiva riabilitazione mediante impianto dentale osteointegrato. Approfondiremo proprio i complessi aspetti dell’osteointegrazione su superfici implantari in titanio sia a livello micro che macroscopico. Nel campo dell’implantologia, infatti, il titanio risulta essere il materiale maggiormente impiegato in virtù della sua eccellente biocompatibilità e resistenza. Successivamente prenderemo in analisi i trattamenti di superficie implantare ad oggi più diffusi, lavorati prevalentemente a livello microscopico e infine confronteremo una sistematica trattata tradizionalmente con una innovativa trattata superficialmente a livello nanometrico. Il confronto avverrà in vivo, paragonando i risultati ottenuti clinicamente e radiograficamente tra le 2 sistematiche implantari, utilizzate per ripristinare la funzione masticatoria nei pazienti arruolati.
This paper starts from the description of the processes of the maxillary bone remodeling due to the loss of teeth and the subsequent rehabilitation by osseointegrated dental implants. We are deepening the complex features of osseointegration of titanium implant surfaces at both micro and macroscopic aspects. In fact in implantology the titanium appears to be the material most widely used because of its excellent biocompatibility and resistance. Subsequently we will analyze the implant surface treatments for today's most popular, worked mostly at the microscopic level and then will compare a treated traditionally system with an innovative surface treated at the nanometer level. The comparison will take place in vivo, by comparing the results obtained clinically and radiographically between the two implant systems, used to restore the masticatory function in patients enrolled.
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Babini, Federico. « Progettazione e sviluppo di un'applicazione di realtà aumentata su HoloLens per la valutazione di pazienti affetti da alterazioni mascellari o dell'articolazione temporo-mandibolare ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
La realtà aumenta (AR) è una tecnologia che offre la possibilità di sovrapporre al mondo reale, dati digitali che “aumentano” il contenuto informativo associato all’oggetto reale, creando un ambiente con il quale l’utente può interagire. Negli ultimi anni i progressi tecnologici stanno consentendo l’introduzione dell’AR anche in ambito medico. In questo elaborato di tesi, ci si è focalizzati sull’applicazione della realtà aumentata ad una procedura diagnostica per la chirurgia maxillofacciale. In particolare, il lavoro svolto ha riguardato lo sviluppo di un’applicazione AR su HoloLens 2, con l’obiettivo di valutare pazienti affetti da alterazioni mascellari o dell’articolazione temporo – mandibolare (ATM). Per l’analisi di tale articolazione, che coinvolge il movimento del condilo mandibolare all’interno della fossa glenoidea dell’osso temporale nei tre piani dello spazio, l’iter diagnostico rappresenta un momento cruciale, spesso basato su un’attenta palpazione dell’articolazione stessa e dei muscoli masticatori, uniti a test diagnostici più specifici (es. kinesiografia). Tuttavia, tali approcci non consentono una visualizzazione diretta delle strutture anatomiche profonde che partecipano ai movimenti mandibolari. L’utilizzo di un applicativo AR permetterebbe la proiezione delle strutture anatomiche profonde coinvolte direttamente sul massiccio facciale del paziente, facilitando così la valutazione diagnostica da parte del clinico. Lo sviluppo dell’applicazione AR ha richiesto le seguenti fasi di lavoro: 1) Valutazioni preliminari degli strumenti software e delle metodologie di tracking utilizzabili per il tracciamento simultaneo di cranio e mandibola; 2) Sviluppo dell’applicazione AR per HoloLens 2; 3) Valutazione sperimentale dell’applicazione AR sviluppata, inizialmente in vitro su phantom e successivamente su un soggetto volontario; 4) Analisi della cinetica mandibolare visualizzata in realtà aumenta e confronto con quella ottenuta da tracciato kinesiografico.
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CLEMENTINI, MARCO. « Rigenerazione e preservazione ossea a fini implanto-protesici ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/208675.

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Résumé :
In seguito ad estrazione dentaria l’alveolo va incontro ad un processo fisiologico di riassorbimento che, per la sua natura cronica e cumulativa, può portare a quadri di atrofia dei mascellari. In tali quadri potrebbe non essere possibile un inserimento implantare corretto per il successo della successiva riabilitazione protesica. Varie tecniche chirurgiche sono state descritte per risolvere tali quadri di atrofia o per minimizzare tale riassorbimento post-estrattivo. Tra le prime, denominate tecniche di rigenerazione ossea, ricordiamo la rigenerazione ossea guidata, gli innesti di apposizione, le osteotomie dei mascellari associate o meno agli innesti interposizionali, l’elevazione del seno mascellare, la distrazione osteogenica, gli innesti rivascolarizzati. Tra le seconde, denominate tecniche di preservazione ossea, ricordiamo le tecniche di management dell’alveolo post-estrattivo. Nel seguente lavoro verranno descritte le sequenze chirurgiche ed i risultati di alcune di queste metodiche.
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Lanteri, V. « CAMBIAMENTI TRIDIMENSIONALI DEL MASCELLARE SUPERIOREDOPO ESPANSIONE CON LEAF EXPANDER® IN UN CAMPIONEDI PAZIENTI IN ETA¿ EVOLUTIVA.VALUTAZIONE MEDIANTE SOVRAPPOSIZIONE DI MODELLI DIGITALI E DI CTBC ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/473542.

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Résumé :
Scopo del lavoro: valutare le modificazioni trasversali delle arcate ottenuti con un’espansione lenta, con forze leggere ed alto controllo del movimento, su un campione di pazienti in crescita, con insufficienza trasversale del mascellare. Materiali e Metodi: sono stati inclusi nello studio n° 10 pazienti (n° 3 maschi, n° 7 femmine) con un’età media di 7 anni 5 mesi +/- 7 mesi, trattati con espansione mascellare lenta per la correzione di crossbite posteriore monolaterale (con shift mandibolare), mediante il dispositivo denominato Leaf Expander (L.E.), ancorato sui secondi molari decidui. Su questo campione di n°10 pazienti sono stati eseguiti due diversi Studi Pilota. - Studio Pilota I In tutti i pazienti (n°10) sono stati realizzati modelli digitali delle arcate dentarie prima dell’inizio del trattamento (T1) e a fine terapia, al momento della rimozione dell’espansore L.E. (T2). I modelli sono stati analizzati rilevando n°5 parametri lineari: 1) distanza intermolare sup. (molari permanenti) 2) distanza intermolare sup. (molari decidui) 3) distanza intercanina superiore 4) distanza intermolare inferiore (molari permanenti) 5) distanza intercanina inferiore - Studio Pilota II In n° 5 pazienti, con deficit di spazio a carico dei canini superiori, è stata effettuata una tomografia computerizzata cone beam (CBCT) prima dell’inizio del trattamento (T1), seguita da una CBCT al momento della rimozione del L.E. (T2). Sono state eseguite misurazioni e sovrapposizioni al fine di valutare n° 3 parametri, i più significativi secondo la letteratura: 1) ampiezza nasale 2) ampiezza mascellare a livello dei II molari decidui 3) ampiezza mascellare a livello di primi molari permanenti Risultati: In tutti i pazienti si è realizzata la correzione del crossbite posteriore, con 4 mesi di trattamento in media. Tutti i parametri oggetto di valutazione, dentali e scheletrici, relativi all’arcata superiore, sono aumentati significativamente durante la fase di espansione lenta mascellare. Il percorso eruttivo e la prognosi dei canini inclusi risultano migliorati. Per quanto riguarda l’arcata mandibolare abbiamo rilevato la riduzione del diametro intermolare 6-6 e l’incremento del diametro intercanino. Conclusioni: i risultati dei due Studi Pilota convalidano l’efficacia dell’espansore lento Leaf Expander, nel trattamento delle insufficienze trasversali del mascellare, nel giovane paziente, con azione sia dentoalveolare sia scheletrica.
Aim of the researche: The purpose of this study was to evaluate and compare the dental and bone effects of slow maxillary expansion, with low forces and hight movement control, in a sample of young patients with unilateral transversal maxillary deficiency, with mandibular shift. Materials and method: have been included in the study 10 patients (n° 3 male, n° 7 female) with an average age of 7.5 yrs +/- 7, treated with a slow maxillary expansion by Leaf Expander appliance . - Pilot Study I: for all ten patients, the digital models have been made at the beginning of the therapy (T1), at the end of expansion (T2). Five parameters have been measured with the cast analysis: 1) the distance between the first upper permanent molars 2) the distance between the upper second deciduous molars 3) the distance between the upper canine cusps 4) the distance between the lowers molars 5) the distance of the lower canine cusps. - Pilot Study II: for only 5 patients, with loss of space for upper cusps, a cone beam computed tomography (CBCT) have been performed at the beginning of the therapy (T1) and after expansion (L.E. remotion) (T2). Misurations and superimpositions have been performed to evaluate the three parameters, most relevant on basis of literature: 1) nasal width 2) basal bone 3) intermolar diameter at II deciduous molars Results: In all the patients the complete correction of posterior crossbite has been achieved in 4 monts, on average. Significant increases in the dental and skeletal transversal diameters were obtained with slow maxillary expansion. Increases were also obtained about anterior mandibular arch (+ 1mm). Conclusions: the Pilot Studys performed confirm the soundness of Leaf Expander appliance in the transversal deficiency correction with a both dental-alveolar and skelectal action in the treatment of young patients.
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FLORIANI, FEDERICO. « Valutazione radiografica del rimodellamento osseo nei rialzi di seno mascellare con innesto di osso autologo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88405.

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Résumé :
Il lavoro svolto riguarda la misurazione dell'altezza dell'osso perimplantare nel mascellare superiore nella zona molare dove, contestualmente all'inserzione dell'impianto dentale, è stato eseguito un grande rialzo del seno mascellare con innesto di osso autologo. La valutazione è stata fatta misurando l'altezza dell'osso parallela all'asse maggiore dell'impianto, direttamente su ortopantomografia digitale. La misurazione è stata effettuata al T0 e cioè successivamente all'inserzione implantare; e al T1, cioè dopo un follow up variabile compreso tra 2 e 11 anni. I risultati hanno mostrato come nel tempo l'innesto di osso si è mantenuta nel tempo, intengrandosi perfettamente con l'osso circostante rispettando l'altezza totale dell'osso perimplantare al momento dell'inserzione della fixture.
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DI, LEO ROBERTO ANGELO. « Valutazione radiografica del rimodellamento osseo nei rialzi di seno mascellare con innesto di osso autologo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88408.

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Résumé :
Il lavoro svolto riguarda la misurazione dell'altezza dell'osso perimplantare nel mascellare superiore nella zona dei diatorici dove, contestualmente all'inserzione dell'impianto dentale, è stato eseguito un grande rialzo del seno mascellare con innesto di osso autologo. La valutazione è stata fatta misurando l'altezza dell'osso parallela all'asse maggiore dell'impianto, direttamente su ortopantomografia digitale. La misurazione è stata effettuata al T0 e cioè successivamente all'inserzione implantare; e al T1, cioè dopo un follow up variabile compreso tra 2 e 6 anni. I risultati hanno mostrato come nel tempo l'innesto di osso si è mantenuta nel tempo, intengrandosi perfettamente con l'osso circostante senza intaccare in maniera importante l'altezza totale dell'osso perimplantare.
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Nardi, Diego <1982&gt. « Realizzazione di protesi immediate di lunga durata nei pazienti con atrofia ossea del mascellare superiore tramite saldatura intra-orale a resistenza elettrica ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8368/1/Tesi%20def.pdf.

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Résumé :
La tecnica di saldatura intraorale per resistenza elettrica (SIRE) può essere impiegata per creare protesi provvisorie immediate in casi di pazienti affetti da severa atrofia ossea del mascellare superiore. Scopo di questo studio è verificare la possibilità di trasformare le protesi create impiegando la tecnica SIRE in protesi definitive. Il protocollo di ricerca si è articolato sulle seguenti analisi in vitro: caratterizzazione micro strutturale delle superfici saldate mediante la tecnica SIRE attraverso microindentazione e microscopia elettronica a scansione; resistenza alla fatica dei giunti saldati realizzati con la tecnica di saldatura intra-orale e la tecnica di saldatura laser; caratterizzazione micro strutturale delle superfici fratturate durante i test di resistenza alla fatica dei giunti saldati realizzati con la tecnica di saldatura intra-orale e la tecnica di saldatura laser; test di trazione dei monconi conometrici per saldatura intra-orale; test di citotossicità dei giunti fabbricati impiegando la tecnica SIRE. Il ciclo di esperimenti ha dimostrato quanto segue: 1)la procedura di saldatura non deforma in maniera clinicamente apprezzabile i monconi; 2)l’aumento di temperatura è limitato a poche centinaia di micron dal punto di saldatura; 3)il calore generato durante il processo non ha causato il distacco di gocce di materiale fuso, 4)il giunto creato con la tecnica di saldatura intraorale è in grado di sostenere carichi masticatori compresi tra 120N e 140N per 5*106 di cicli pari a 10 anni di impiego nella vita reale; 5)l’impiego di monconi di saldatura conometrici garantisce una ritenzione pari o superiore alla cementazione; 6)la procedura di saldatura non altera la biocompatibilità del titanio commercialmente puro di grado 2. Le protesi realizzate impiegando la tecnica di saldatura intraorale per resistenza elettrica possono essere considerate nella pianificazione di una protesi definitiva in un paziente affetto da atrofia ossea del mascellare superiore. Uno studio clinico in-vivo sarà necessario per confermare questa conclusione.
The electric resistance welding approach can be used to create an immediate metal-reinforced provisional prosthesis in cases of severe maxillary resection of soft and hard tissues and in severely atrophic cases. The aim of the research was to determine whether the prosthesis made using the electric resistance approach could be improved as to achieve the status of final restorations. The research campaign comprised of the following in-vitro studies: a microstructural characterization and hardness properties of electric resistance welding titanium joints, a fatigue test of titanium-bar joints made with the laser and the electric resistance welding techniques, a pull-out retention test of conical welding caps and a cytotoxicity test of the titanium joints made using the electric resistance welding technique. Within its limitations, this study campaign demonstrated the following: 1)the electric resistance welding did not induce appreciable modifications in the geometry of the abutments; 2)the temperature increase was only limited to few hundreds of microns from the joint, while it was negligible in the rest of the material, 3)the heat generated during welding process caused no detachment of any molten metal drop; 4)the joint made using the electric resistance welding technique was able to withstand fatigue forces are equal or superior to the standard values used as reference, ranging between 120 N and 140 N for 5*106 cycles; 5)the welding caps provide a reliable connection between the abutment and a fixed prosthesis without the use of any cement; 6)the welding procedure did not jeopardize the biocompatibility of commercially pure grade 2. The prosthesis made using the electric resistance welding approach, despite the intrinsic difference with titanium milled or gold-alloy fused restorations, could be planned as a final restoration in a patient affected by severe atrophy of the maxilla. A clinical study is needed to confirm this statement.
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Pieri, Francesco <1976&gt. « Riabilitazione del mascellare posteriore atrofico mediante impianti corti (6-8 mm) o rialzo di seno con contestuale inserimento di impianti di lunghezza standard : studio retrospettivo con follow up a 3 anni ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6568/1/TESI_DOTTORATO.pdf.

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Résumé :
Background: sebbene la letteratura recente abbia suggerito che l’utilizzo degli impianti corti possa rappresentare una alternative preferibile alle procedure di rigenerazione ossea nelle aree posteriori atrofiche, perché è un trattamento più semplice e con meno complicazioni, esistono solo pochi studi a medio e lungo termine che abbiano comparato queste tecniche. Scopo: lo scopo di questo studio retrospettivo è quello di valutare se gli impianti corti (6-8 mm) (gruppo impianti corti) possano presentare percentuali di sopravvivenza e valori di riassorbimento osseo marginali simili a impianti di dimensioni standard (≥11 mm) inseriti contemporaneamente ad una grande rialzo di seno mascellare. Materiali e Metodi: in totale, 101 pazienti sono stati inclusi: 48 nel gruppo impianti corti e 53 nel gruppo seno. In ciascun paziente da 1 a 3 impianti sono stati inseriti e tenuti sommersi per 4-6 mesi. I parametri clinici e radiografici valutati sono: i fallimenti implantari, le complicazioni, lo stato dei tessuti molli, e il riassorbimento osseo marginale. Tutti i pazienti sono stati seguiti per almeno 3 anni dal posizionamento implantare. Risultati: il periodo di osservazione medio è stato di 43.47 ± 6.1 mesi per il gruppo impianti corti e 47.03 ± 7.46 mesi per il gruppo seno. Due su 101 impianti corti e 6 su 108 impianti standard sono falliti. Al follow-up finale, si è riscontrato un riassorbimento osseo medio di 0.47 ± 0.48 mm nel gruppo impianti corti versus 0.64 ± 0.58 mm nel gruppo seno. Non sono presenti differenze statisticamente significative fra i gruppi in termini di fallimenti implantari, complicazioni protesiche, tessuti molli, e riassorbimento osseo. Il gruppo seno ha presentato, invece, un maggior numero di complicazioni chirurgiche. Conclusioni: entrambe le tecniche hanno dimostrato un simile tasso di successo clinico e radiografico, ma gli impianti corti hanno ridotto il numero di complicazioni chirurgiche.
Background: Although the recent literature suggested that short implants may be a preferable alternative to various bone augmentation procedures in posterior atrophic areas because the treatment is simpler, and associated with less morbidity, limited data have yet been published comparing these two treatment approaches with an observation period longer than 1 year. Purpose: The aim of this retrospective cohort study was to evaluate whether short implants (6 and 8-mm-long) (short group) could be a suitable alternative to standard-length implants (≥11 mm) placed simultaneously with a sinus augmentation (sinus group) for the treatment of atrophic posterior maxillae. Materials and Methods: In total, 101 partially dentate patients were enrolled in the study: 48 in the short group and 53 in the sinus group. One to three implants were placed in each patient and submerged for 4-6 months. Outcome measures were implant failures, complications, soft tissue parameters, and marginal bone levels. Patients were followed for an observation period of at least 3 years from implant placement. Results: The mean observation period was 43.47 ± 6.1 months for short group and 47.03 ± 7.46 months for sinus group. Two of 101 short implants and six of 108 test implants failed. At final follow-up, mean marginal bone loss was 0.47 ± 0.48 mm in the short group versus 0.64 ± 0.58 mm in the sinus group. No significant difference was observed between groups at patient level in terms of implant failures, prosthetic complications, soft-tissue parameters, or marginal bone loss. However, the sinus procedure led to more surgical complications compared with the short implant procedure. Conclusions: Both techniques showed similar clinical and radiographic outcomes, but the short implants provided advantages in terms of reduced number of surgical complications.
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Pieri, Francesco <1976&gt. « Riabilitazione del mascellare posteriore atrofico mediante impianti corti (6-8 mm) o rialzo di seno con contestuale inserimento di impianti di lunghezza standard : studio retrospettivo con follow up a 3 anni ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6568/.

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Résumé :
Background: sebbene la letteratura recente abbia suggerito che l’utilizzo degli impianti corti possa rappresentare una alternative preferibile alle procedure di rigenerazione ossea nelle aree posteriori atrofiche, perché è un trattamento più semplice e con meno complicazioni, esistono solo pochi studi a medio e lungo termine che abbiano comparato queste tecniche. Scopo: lo scopo di questo studio retrospettivo è quello di valutare se gli impianti corti (6-8 mm) (gruppo impianti corti) possano presentare percentuali di sopravvivenza e valori di riassorbimento osseo marginali simili a impianti di dimensioni standard (≥11 mm) inseriti contemporaneamente ad una grande rialzo di seno mascellare. Materiali e Metodi: in totale, 101 pazienti sono stati inclusi: 48 nel gruppo impianti corti e 53 nel gruppo seno. In ciascun paziente da 1 a 3 impianti sono stati inseriti e tenuti sommersi per 4-6 mesi. I parametri clinici e radiografici valutati sono: i fallimenti implantari, le complicazioni, lo stato dei tessuti molli, e il riassorbimento osseo marginale. Tutti i pazienti sono stati seguiti per almeno 3 anni dal posizionamento implantare. Risultati: il periodo di osservazione medio è stato di 43.47 ± 6.1 mesi per il gruppo impianti corti e 47.03 ± 7.46 mesi per il gruppo seno. Due su 101 impianti corti e 6 su 108 impianti standard sono falliti. Al follow-up finale, si è riscontrato un riassorbimento osseo medio di 0.47 ± 0.48 mm nel gruppo impianti corti versus 0.64 ± 0.58 mm nel gruppo seno. Non sono presenti differenze statisticamente significative fra i gruppi in termini di fallimenti implantari, complicazioni protesiche, tessuti molli, e riassorbimento osseo. Il gruppo seno ha presentato, invece, un maggior numero di complicazioni chirurgiche. Conclusioni: entrambe le tecniche hanno dimostrato un simile tasso di successo clinico e radiografico, ma gli impianti corti hanno ridotto il numero di complicazioni chirurgiche.
Background: Although the recent literature suggested that short implants may be a preferable alternative to various bone augmentation procedures in posterior atrophic areas because the treatment is simpler, and associated with less morbidity, limited data have yet been published comparing these two treatment approaches with an observation period longer than 1 year. Purpose: The aim of this retrospective cohort study was to evaluate whether short implants (6 and 8-mm-long) (short group) could be a suitable alternative to standard-length implants (≥11 mm) placed simultaneously with a sinus augmentation (sinus group) for the treatment of atrophic posterior maxillae. Materials and Methods: In total, 101 partially dentate patients were enrolled in the study: 48 in the short group and 53 in the sinus group. One to three implants were placed in each patient and submerged for 4-6 months. Outcome measures were implant failures, complications, soft tissue parameters, and marginal bone levels. Patients were followed for an observation period of at least 3 years from implant placement. Results: The mean observation period was 43.47 ± 6.1 months for short group and 47.03 ± 7.46 months for sinus group. Two of 101 short implants and six of 108 test implants failed. At final follow-up, mean marginal bone loss was 0.47 ± 0.48 mm in the short group versus 0.64 ± 0.58 mm in the sinus group. No significant difference was observed between groups at patient level in terms of implant failures, prosthetic complications, soft-tissue parameters, or marginal bone loss. However, the sinus procedure led to more surgical complications compared with the short implant procedure. Conclusions: Both techniques showed similar clinical and radiographic outcomes, but the short implants provided advantages in terms of reduced number of surgical complications.
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GANGUZZA, Francesca. « Aspetti radiologici nell'osteonecrosi dei mascellari da bifosfonati e proposta di una classificazione radiologica in funzione dell'evoluzione clinica ». Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/105205.

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Nieri, Michele. « Comparazione di due tipi di vite da espansione del mascellare superiore. Studio clinico randomizzato multicentrico ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1190521.

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Résumé :
Background and Rationale: The expansion of the maxilla is a very common clinical procedure to treat latero-posterior cross-bite and more generally the transverse maxillary deficiency in growing patients. Recently, several studies have shown that pain could be reduced by changing the amount of force exerted during palatal expansion. Objective of the study: The objective of this study is to evaluate the efficacy of an expansion screw of the maxilla that uses moderate and continuous forces compared to a screw for rapid standard expansion, which uses heavy and intermittent forces. In particular, in this thesis the subjective variables, including pain, were compared in patients with prepubertal stage. Methods: This is a superiority, two-centre, two arms parallel balanced randomization trial with a blinded examiner. Patients in the prepubertal stage were included with a discrepancy between the two arches of at least 3 mm, for which an expansion of the maxilla was indicated. An expansion screw using moderate continuous forces (test group, expansion screw with leaf Ni-Ti springs) was compared to a traditional rapid expansion screw that uses intermittent heavy forces (control group, expansion screw with telescopic guides). The primary response variable was the VAS mean on pain calculated in the first 12 weeks of therapy. The VAS scales on speech, oral hygiene, patient satisfaction and complications were also evaluated. Results: Twenty-eight patients in the test group and 28 patients in the control group were randomized and included in the study. There were no dropouts. The mean of the VAS for pain was 0.3 ± 0.4 in the test group and 0.6 ± 0.5 in the control group. The difference was -0.3 (95% CI from -0.5 to -0.0; P = 0.017) in favor of the test group. The difference in pain was marked in the first week (test group 2.2 ± 2.3; control group 3.7 ± 2.6; difference -1.5; 95% CI from -2.7 to -0.3; P = 0.019). The mean of the VAS for phonation was 0.6 ± 0.7 in the test group and 0.9 ± 0.9 in the control group. The difference was -0.3 (95% CI from -0.8 to 0.1; P = 0.132) in favor of the test group. The average of the VAS for the oral hygiene was 1.2 ± 1.3 in the test group and 1.1 ± 1.0 in the control group. The difference was 0.1 (95% CI from -0.5 to 0.7; P = 0.802) in favor of the control group. The average of the VAS for satisfaction was 8.7 ± 1.9 in the test group and 8.9 ± 1.5 in the control group. The difference was -0.1 (95% CI -1.1 to 0.9; P = 0.813) in favor of the control group. Four patients in test group and 8 patients in control group showed complications (OR = 0.42, 95% CI 0.11 to 1.59, P = 0.200). For many variables, there was a difference between the two centers. Conclusions: Patients in the test group experienced a lower degree of pain, especially in reference to the first week following the application of the expander. For the other variables no significant differences were reported between the two treatments. The study was registered in the ISRCTN register on 08/11/2016 with the number ISRCTN18263886.
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Sicilia, Marco. « Correção da discrepância transversal do maxilar superior com expansão rápida ». Master's thesis, 2019. http://hdl.handle.net/10284/8347.

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Résumé :
A deficiência transversal da maxila é uma componente muito frequente das maloclusões, tanto dentárias como esqueléticas, geralmente acompanhadas de mordida cruzada posterior uni ou bilateral. Nestas condições clínicas, a abordagem terapêutica de eleição é a expansão palatina, uma técnica que ganhou um papel de liderança na ortodontia moderna como um método seguro, previsível e eficaz para corrigir os déficits transversais da maxila numa ampla gama de condições clínicas. Este trabalho tem como objetivo estudar os efeitos do uso do expansor rápido do palato sobre as anomalias causadas pela discrepância transversal da maxila.
Transverse maxillary deficiency is a very frequent component of malocclusions, both dental and skeletal, usually accompanied by uni or bilateral posterior crossbite. In these clinical conditions, the therapeutic approach of choice is palatal expansion, a technique that has gained a leading role in modern orthodontics as a safe, predictable and effective method to correct transverse maxillary deficits in a wide range of clinical conditions. This study aims to study the effects of the use of the rapid palatal expander on the anomalies caused by the transverse maxillary discrepancy.
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Uys, Carli. « Mascelli's functional analysis of camera angles versus viewers' interpretations of unconventional camera angles in Avatar and The English Patient / Carli Uys ». Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10394/12053.

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Résumé :
The primary research strategy of this study was to elicit meaningful answers from viewers by means of a focus-group procedure; this is a method associated with qualitative research (see Creswell, 1998; Berg & Lune, 2011) The group consisted of ten adults, whose visual literacy in terms of narrative films, was described as high (they frequently watch films at home, or in the theatre). The researcher acted as the moderator; and a set of semi-structured questions, based on meanings attached to camera-angle codes as defined by Mascelli, were answered by the participants. The codification scheme of Mascelli was applied to the unconventional camera angles in Avatar and The English Patient. These were compared with the viewers’ responses. Finally, the results were interpreted, in order to establish whether a meaningful relationship exists between the viewers’ responses and the interpretation of unconventional camera angles by such a seminal figure as Joseph V. Mascelli. The literature study focused on a media aesthetic explanation of cinematography, which included media aesthetics theory, framing, and composition, as well as the general codes and conventions relevant to cinematography. The literature overview includes a study of books, academic articles, internet sources, legislation, and training videos. A Nexus and EbscoHost search (Academic Search Premier and Jstor) was conducted on cinematography in general, and on camera angles in particular. Chapter 5 indicates the viewers’ overall interpretations of the unconventional camera angles used in Avatar and The English Patient. The graphs in Chapter 5 indicate that the viewers found the unconventional camera angles used in the films to represent the meaning of the shots appropriately, and that they understood why each unconventional camera angle had been used. The viewers’ responses correspond with the meanings of the unconventional camera angles, as stated by Mascelli. To ensure the effectiveness of a film and the accurate representation of the meanings of camera angles and camera sizes, the way it is described by Mascelli should ideally be taken into consideration by all future producers. Mascelli’s descriptions of camera angles and camera sizes, combined with the media aesthetics, as described by Zettl – when successfully applied – could lead to the production of a good quality film and images within the film.
MA (Communication Studies), North-West University, Potchefstroom Campus, 2014
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LO, GIUDICE ROBERTO. « L’uso degli scaffold nella rigenerazione dei difetti ossei : sviluppo dei sistemi di customizzazione nelle tecniche sottrattive ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11570/3146798.

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Résumé :
La medicina rigenerativa è oggi uno tra i campi più interessante della biotecnologia, in grado di combinare diversi aspetti della medicina della biologia cellulare e molecolare dei biomateriali e dell'ingegneria dei tessuti, finalizzata a rigenerare, riparare o sostituire tessuti. La linea di ricerca proposta, sulla base di studi che analizzano vari aspetti della rigenerazione ossea in campo medico è rivolta al miglioramento delle tecniche già utilizzate in questo ambito e si propone di realizzare un sistema integrato standardizzato. Il substrato scelto per l'analisi è costituito da osso equino in blocchi di cui è stata analizzata con osservazioni S.E.M. la superficie dopo modellazione mediante strumentazione rotativa o vibrante, la possibilità di sterilizzazione raggiungendo SAL 10–6, valutando possibili modifiche macro e microstrutturali ed infine il possibile inserimento del materiale in un workflow digitale che partendo dalla rilevazione radiologica di un difetto osseo, passa alla modellazione di un modello tridimensionale computerizzato, che porti alla produzione di un blocco mediante tecnica sottrattiva, customizzato in relazione al difetto rilevato.
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