Thèses sur le sujet « Marcatori biologici »
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Sista, Maria Teresa <1979>. « Studio di marcatori biologici prognostici nel linfoma di Hodgkin ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2950/1/Sista_MariaTeresa_Studio_di_marcatori_biologici_prognostici_nel_linfoma_di_Hodgkin.pdf.
Texte intégralSista, Maria Teresa <1979>. « Studio di marcatori biologici prognostici nel linfoma di Hodgkin ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2950/.
Texte intégralDUGNANI, ERICA. « Identificazione e validazione di potenziali marcatori biologici nell’adenocarcinoma duttale del pancreas ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/76153.
Texte intégralGIANNATEMPO, GIOVANNI. « Ricerca di marcatori molecolari del carcinoma del cavo orale nei fluidi biologici, quali sangue e saliva, a fini di diagnosi precoce e prognosi ». Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/363213.
Texte intégralGasparri, Roberto <1968>. « Tumori primitivi multipli del polmone. Profilo clinico e biologico in pazienti affetti da neoplasie polmonari multiple. Analisi di elementi clinici e marcatori biologici come possibili fattori di differenziazione dei tumori polmonari multipli ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3655/1/Gasparri-roberto-Tesi.pdf.
Texte intégralGasparri, Roberto <1968>. « Tumori primitivi multipli del polmone. Profilo clinico e biologico in pazienti affetti da neoplasie polmonari multiple. Analisi di elementi clinici e marcatori biologici come possibili fattori di differenziazione dei tumori polmonari multipli ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3655/.
Texte intégralGermani, Giacomo. « Predicting acute cellular rejection after liver transplantation : form liver function test to immune monitoring ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426180.
Texte intégralLo scopo principale della terapia immunosoppressiva dopo trapianto di fegato è passato dalla prevenzione del rigetto acuto alla preservazione della funzionalità a lungo termine dell’organo trapiantato e alla prevenzione degli effetti collaterali dovuti alla terapia immunosoppressiva. Per perseguire tale scopo è necessaria una gestione ottimale della terapia immunosoppresiva stessa. Tuttavia, la misurazione dei livelli ematici dei farmaci immunosoppressori, generalmente utilizzati come surrogato dei livelli di immunosoppressione, non fornisce informazioni relative alla reale intensità della soppressione del sistema immunitario. Pertanto l’individuazione di marcatori biologici di rigetto acuto e/o di tolleranza risulta fondamentale per poter migliorare la gestione della terapia immunosoppressiva dopo-trapianto di fegato. Gli scopi degli studi riportati in questa tesi sono: 1) determinare l’incidenza e gli eventuali fattori di rischio di rigetto acuto dopo trapianto di fegato, valutare in che l’influenza del rigetto acuto e della sua severità istologica sulla sopravvivenza dell’organo e del paziente dopo trapianto di fegato; 2) valutare il ruolo degli indici di funzionalità epatica e della conta eosinofilica ematica come potenziali marcatori biologici di rigetto acuto dopo trapianto di fegato, in particolare di grado moderato/severo; 3) valutare, prima e dopo trapianto di fegato l’espressione di specifici marcatori immunologici di rigetto acuto. I risultati degli studi condotti hanno evidenziato come pazienti con diagnosi di rigetto acuto alla biopsia di protocollo presentino una sopravvivenza di organo e paziente, a 1, 5 e 10 anni dal trapianto di fegato, del tutto sovrapponibile a quella di pazienti senza evidenza istologica di rigetto acuto alla biopsia di protocollo. L’insorgenza di rigetto acuto di grado moderato/severo non sottoposto a trattamento farmacologico è tuttavia associata ad aumentata incidenza di decesso o perdita dell’organo post-trapianto. Nel valutare potenziali marcatori biologici di rigetto acuto, abbiamo dimostrato che nonostante la conta eosinofilica periferica non sia sufficientemente predittiva per lo sviluppo di rigetto acuto post-trapianto, la differenza nella conta eosinofilica tra la prima e la seconda biopsia epatica può essere considerato un fattore predittivo di miglioramento istologico, indipendentemente dall’utilizzo o meno di terapia con boli steroidei. Non è stata invece evidenziata alcuna associazione tra l’alterazione degli indici di funzionalità epatica e l’insorgenza di rigetto acuto. Infine, è stato dimostrato che l’insorgenza di rigetto acuto risulta associata ad aumentata espressione di CD28 e CD38 sia sui linfociti T CD4+ che CD8+ e ad un aumento dei livelli di IL-17. Tali alterazioni del sistema immunitario potrebbero essere utilizzate nella pratica clinica per valutare lo stato di soppressione del sistema immunitario in pazienti sottoposti a trapianto di fegato con il fine ultimo di una gestione ottimale e personalizzata della terapia immunooppressiva
CAPUZZI, ENRICO. « RECENT SUICIDE ATTEMPTS AND SERUM LIPID PROFILE IN SUBJECTS WITH MENTAL DISORDERS : A CROSS-SECTIONAL STUDY ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241289.
Texte intégralBackground: Subjects with mental disorders have a higher risk of suicide behaviors than the general population. So, to date, researchers have investigated some biomarkers possibly related to suicidality. Despite many studies have reported a possible relationship between low lipid serum levels and suicide attempt, conflicting results have emerged. Aim We investigated whether serum total cholesterol, LDL cholesterol and triglycerides are associated with recent suicide attempts in subjects with different mental disorders. Methods We conducted a cross-sectional study, including 593 consecutively admitted inpatients with schizophrenia spectrum, bipolar, major depressive, and personality disorders. Serum lipid levels were compared between subjects admitted for a recent suicide attempt and those without such recent history. Moreover, according to hypothesis that links impulsivity and violence with low serum lipid levels, the association between lipid levels and violent suicide attempt was assessed. Results We did not find any association of total and LDL cholesterol and triglycerides with suicide attempts, also considering diagnosis and suicide methods. In addition, a post-hoc analysis showed a trend toward significance (p=0.06) in the association between high cholesterol level (≥160mg/dL) and recent suicide attempt. Conclusions Our results do not support the hypothesis of association between lipid profiles and suicide attempts in subjects with different mental disorders. Further research is needed to clarify the role of biomarkers in suicidal behaviors.
Elmakky, Amira <1982>. « Identificazione e dosaggio di marcatori molecolari dell'endometriosi nel sangue periferico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3889/1/ELMAKKY__AMIRA_tesi.pdf.
Texte intégralElmakky, Amira <1982>. « Identificazione e dosaggio di marcatori molecolari dell'endometriosi nel sangue periferico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3889/.
Texte intégralGrana, Jacopo. « Analisi di paternità sulla specie Anguilla anguilla con l'utilizzo di marcatori loci microsatelliti ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10037/.
Texte intégralSotgiu, Aurora. « Risposte agli stress termici e ricerca di marcatori molecolari nell'ottocorallo zooxantellato Maasella edwardsi (De Lacaze-Duthiers, 1888) ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3212/.
Texte intégralPALUMBO, DIEGO. « Identificazione di marcatori imaging per caratterizzare l’aggressività biologica di neoplasie pancreatiche/esofagee e predire l’efficacia di trattamenti neoadiuvanti : un approccio radiomico traslazionale ». Doctoral thesis, Università Vita-Salute San Raffaele, 2023. https://hdl.handle.net/20.500.11768/136957.
Texte intégralAims: i) To non-invasively stratify pancreatic neoplasms based on their biological behaviour and prognosis, and ii) to identify imaging markers for early assessment of neoadjuvant treatment response for PDAC and oesophageal cancers. Methods: Five observational studies were designed. Preliminarily, a common radiomic workflow was defined using i) minimum redundancy, ii) robustness against delineation uncertainty and iii) a machine learning bootstrap-based method. #1 – A retrospective set of PDAC patients (pts) who underwent upfront surgery was enrolled to develop a preoperative model to stratify the chance of early (<11 months) distant disease relapse. #2 – A prospective set of IPMN pts candidate for resection was enrolled to identify radiological marker(s) to distinguish low- vs. high-risk IPMN. Besides high-risk stigmata/worrisome features, pancreatic fat content was assessed. #3 – A retrospective set of resected panNEN pts was enrolled to train and validate radiomic models to predict pathological characteristics of aggressiveness. #4 – A retrospective set of PDAC pts who underwent surgery after nCT was enrolled to develop three clusters of models based on a) pre-/ b) post-nCT and c) ∆ radiomics to predict disease recurrence after surgery, N2 and pathological response to nCT. #5 – A prospective set of oesophageal cancer pts scheduled to nCRT was enrolled. PET/MR was performed prior to, during and after treatment; for each patient, ERI was computed. TRG=1 stands for complete response. Results: Models comprising radiomic features and clinicoradiological variables were effective in stratifying the risk of early distant relapse after upfront surgery for PDAC, as well as pathological characteristics of panNEN aggressiveness. ∆ radiomics well stratifies the risk of relapse after nCT for PDAC. Non-radiomic findings were also intriguing. Pancreatic fat content was higher in IPMN pts with high-grade dysplasia/invasive carcinoma than in low/moderate-grade dysplasia. When dealing with cohort#5, pts with TRG=1 had significantly lower ERI values than those with TRG≥2; they also had a significant higher median increase in tumour ADC from baseline to intermediate scans. Conclusions: Our findings could complement current diagnostic workflow and improve clinical decision-making for pts with pancreatic/esophageal neoplasms.
Ancarani, Valentina <1978>. « Marcatura di molecole biologiche a funzione antigenica per lo studio e la caratterizzazione di protocolli di vaccinoterapia in oncologia medica ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/692/1/Tesi_Ancarani_Valentina.pdf.
Texte intégralAncarani, Valentina <1978>. « Marcatura di molecole biologiche a funzione antigenica per lo studio e la caratterizzazione di protocolli di vaccinoterapia in oncologia medica ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/692/.
Texte intégralMarcato, Daniel [Verfasser], J. [Akademischer Betreuer] Ovtcharova et C. [Akademischer Betreuer] Pylatiuk. « Design and Development of Imaging Platforms for Phenotypic Characterization of Early Zebrafish / Daniel Marcato ; J. Ovtcharova, C. Pylatiuk ». Karlsruhe : KIT-Bibliothek, 2018. http://d-nb.info/1165143097/34.
Texte intégralFerraro, Silvia. « Studi di riprogrammazione su cellule estratte da tessuto adiposo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426622.
Texte intégralIntroduzione. L’ottenimento di cellule dotate di caratteristiche differenziative di tipo pluripotente a partire da cellule somatiche adulte è reso possibile mediante manipolazione dello status epigenetico. Il processo di metilazione del DNA è responsabile dell’espressione di proteine tessuto-specifiche e del silenziamento genico di fattori di trascrizione tipici della cellula germinale o tumorale. Al contrario, è stato dimostrato che il trattamento con agenti demetilanti è in grado di indurre in cellule animali multipotenti e in cellule stabilizzate l’espressione di proteine e fattori di trascrizione presenti nella cellula germinale (hTERT, OCT4). In questo studio è stato valutato l’effetto di un trattamento demetilante in vitro su cellule umane isolate da tessuto adiposo adulto (PLA cells). Materiali e metodi. Lo studio ha richiesto l’estrazione di cellule da tessuto adiposo omentale ottenuto mediante addominoplastica o liposuzione e l’analisi delle caratteristiche morfologiche e fenotipiche delle PLA cells mediante tecniche di microscopia ottica e a fluorescenza, citofluorimetria e Western blotting a seguito del trattamento con l’agente demetilante 5-Azacitidina. Sono stati condotti studi preliminari sulla citotossicità del trattamento demetilante con saggi sull’attività delle deidrogenasi mitocondriali e sulla capacità proliferativa. Risultati. Negli studi di citotossicità dell’agente demetilante 5-Azacitidina, si è registrato una riduzione dell’attività metabolica mitocondriale nella popolazione trattata rispetto al controllo. Lo studio ha anche fornito le conoscenze per definire la concentrazione di agente demetilante rispetto al range riportato in letteratura. Le popolazioni trattate con l’agente demetilante hanno mostrato sofferenza durante l’espansione generazionale; la popolazione cellulare riseminata dopo distacco enzimatico presenta un numero di cellule significativamente inferiore rispetto al campione di controllo. D’altro lato, la popolazione presenta capacità proliferativa paragonabile a quella dei campioni non trattati, durante e dopo il trattamento demetilante. I due risultati potrebbero indicare che il trattamento demetilante non influisca sulla proprietà replicativa della cellula, ma ne riduca la capacità di adesione nella coltura in monostrato dopo il cambio generazionale. Poiché le PLA cells sono in grado di differenziare in altre tipologie cellulari, sono stati condotti studi di differenziamento in senso adipogenico, osteogenico e miogenico su popolazioni tratte in precedenza con l’agente demetilante. Il confronto con la risposta agli stimoli differenziativi di cellule non trattate ha dimostrato che l’agente demetilante non ha modificato la capacità differenziativa. Le indagini di microscopia a fluorescenza e Western blotting hanno mostrato che il fattore di trascrizione tessuto-specifico SREBP, presente nelle popolazioni di origine, è ugualmente espresso dopo il trattamento con 5-Azacitidina. La ricerca dei fattori di trascrizione NANOG e OCT4, responsabili della capacità di self-renewing nelle cellule pluripotenti non ha dato risultati positivi. Le cellule trattate con 5-Azacitidina sono state mantenute in coltura ed espanse, per valutare un eventuale rimodellamento proteomico nelle cellule replicate, ma non è stata registrata espressione dei due marcatori nucleari. Gli studi di caratterizzazione condotti con immunofluorescenza confocale e analisi citometriche hanno dimostrato che la popolazione cellulare isolata da tessuto adiposo è eterogenea. E’ stato osservato che, l’espansione generazionale determina un arricchimento nella componente cellulare CD90+/CD105+/CD29+, e cioè una popolazione con forti analogie fenotipiche con le cellule staminali stromali del midollo osseo, a scapito delle cellule endoteliali ed ematopoietiche presenti in origine. Inoltre, le cellule mantenute in coltura perdono il segnale dell’ADRP, proteina associata al commitment adipogenico, ed esibiscono una deplezione delle vescicole adipose citoplasmatiche, mentre è stato osservato nelle cellule di terza e quarta generazione la comparsa del marcatore di staminalità mesenchimale STRO1, espresso unicamente nella frazione stromale delle cellule staminali estratte da midollo osseo. Conclusioni. PLA cells di origine umana non si comportano in vitro dopo trattamento demetilante come le corrispondenti cellule di origine animale e cioè non sembrano essere in grado, nelle condizioni sperimentali usate in questo studio, di essere riprogrammate ad un fenotipo diverso da quello di origine. Questo risultato pone il problema dello stato di metilazione del DNA nelle cellule isolate da tessuto adiposo che mantenute a lungo in vitro assumono il fenotipo CD105+/ CD90+/STRO1+/ADRP-, e se un trattamento che preveda l’associazione di diversi agenti demetilanti/deacetilanti in combinazione con fattori di crescita possa realizzare in queste cellule una reale riprogrammazione funzionale in vitro.
MONTERISI, CRISTINA. « Radiosintesi e preliminare valutazione biologica del [18F]VC701, antagonista del recettore PBR, potenzialmente applicabile allo studio di patologie neurodegenerative e strategie di marcatura di nanoparticelle polimeriche con preliminare valutazione del loro targeting in vivo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19793.
Texte intégralManoharan, Krishna. « Design and Analysis of High-Q, Amorphous Microring Resonator Sensors for Gaseous and Biological Species Detection ». Ohio : Ohio University, 2009. http://www.ohiolink.edu/etd/view.cgi?ohiou1237489189.
Texte intégralDe, Vita Assunta, Aldo Musacchio et Anna Maria Palermo. « Plantago brutia e Plantago media : uso di marcatori molecolari per indagare relazioni filogenetiche ». Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10955/448.
Texte intégralSerra, Ilia Anna, et Anna Maria Innocenti. « Confronto fra marcatori molecolari (ISSR ed SSR) e pattern di distribuzione della variabilità genetica in posidonia oceanica (L) Delide ». Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10955/447.
Texte intégral