Littérature scientifique sur le sujet « Magistero »

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Articles de revues sur le sujet "Magistero"

1

Maggi, Lidia. « Il magistero dei Migranti ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 24, no 48 (décembre 2016) : 197–204. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004813.

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Veglia, Marco. « Aspetti del magistero carducciano ». Transalpina, no 10 (10 janvier 2008) : 149–60. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.3073.

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3

CEDRATI, Chiara. « Alfieri e il magistero dantesco ». Giornale storico della letteratura italiana 189, no 628 (octobre 2012) : 562–89. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.129221.

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Bettini, Romano. « Ulema e Costituzione in Egitto. La "Carta dei Valori" 2011 della moschea-universitŕ di al-Azhar ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juillet 2012) : 31–61. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002003.

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Il saggio analizza, nella prima parte, la originaria struttura diarchica del sistema islamico, nel suo ruolo negativo rispetto alla relativa economia; e, nella seconda parte, il conflitto tra diritto sacro e diritto costituzionale di uno Stato tendenzialmente liberal-democratico come quello egiziano. Le conclusioni vertono sul confronto del magistero religioso islamico-egiziano con il magistero religioso degli altri monoteismi.
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Sgreccia, E., M. Pennacchini et M. B. Fisso. « I documenti della Chiesa sulla questione ambientale ». Medicina e Morale 49, no 4 (31 août 2000) : 635–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.761.

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Résumé :
L’articolo prende in esame tutti i documenti del magistero pontificio, del magistero episcopale e di alcune personalità rappresentative del mondo ecclesiastico, sul tema della questione ambientale. L’intento perseguito dagli autori è quello di mostrare come nel corso degli anni disia sviluppato l’interesse della Chiesa Cattolica sulle tematiche ambientali, nel legame che esse hanno con i temi più generali della pace e dello sviluppo. Il lavoro mette in luce il ruolo svolto della Chiesa Cattolica nella formazione di una nuova coscienza ecologica ed evidenzia come, storicamente, l’interesse della Chiesa nei confronti della complessa questione ambientale si sia sviluppato contemporaneamente al sorgere degli stessi problemi ecologici. L’articolo intende documentare lo sviluppo del pensiero della Chiesa e segnalare i principi trasmessi da tale insegnamento. Da un punto di vista metodologico gli autori hanno preferito “dare voce” ai testi ufficiali in modo tale da consentire al lettore di confrontarsi in maniera diretta con i documenti. Non vengono presi in considerazione i documenti del magistero della Chiesa che trattano la questione ambientale focalizzando l’attenzione sull’uso dell’energia nucleare, poiché necessiterebbero di una trattazione a parte.
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Cerutti, Maria Vittoria. « Suggestioni dal magistero “milanese” di Ugo Bianchi ». Annali di Scienze Religiose 6 (janvier 2013) : 147–69. http://dx.doi.org/10.1484/j.asr.1.103462.

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Garofalo, Silvano. « Review : Vincenzo Monti fra magistero e apostasia ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 19, no 1 (mars 1985) : 177–78. http://dx.doi.org/10.1177/001458588501900119.

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Golser, Karl. « La diagnosi prenatale preimpianto ed il Magistero della Chiesa cattolica ». Medicina e Morale 48, no 2 (30 avril 1999) : 301–20. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.806.

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Lo studio riassume quanto l’Enciclica Evangelium Vitae (1995) e la Dichiarazione Donum Vitae della Congregazione per la Dottrina della Fede 81987) affermano circa la possibilità di una diagnosi prenatale. Il principio al quale questo documenti si rifanno è l’assoluta tutela della vita umana fin dal momento della fecondazione. Quindi gli esami sono leciti solo in quanto non danneggiano l’embrione o il feto e sono finalizzati e sono finalizzati alla sua terapia, ami alla sua uccisione. Riguardo alla diagnosi preimpianto vengono esaminati un documento dei Vescovi Francesi e uno dei Vescovi Tedeschi, mentre i menzionati documenti pontifici non ne entrano in merito. Questa possibilità di diagnosi ha una valenza morale diversa, perché finora essa ha avuto una finalità orientata esclusivamente verso la selezione e distruzione di embrioni “difettosi”. Ciò è eugenismo ed è un netto contrasto con il principio della tutela di ogni vita umana.
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Clemenzia, Alessandro, et Nicola Salato. « PER UNA CHIESA SINODALE IN CHIAVE TRINITARIA ». PARALELLUS Revista de Estudos de Religião - UNICAP 13, no 33 (30 décembre 2022) : 341–55. http://dx.doi.org/10.25247/paralellus.2022.v13n33.p341-355.

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L’articolo descrive lo stretto legame tra l’ecclesiologia della Lumen Gentium del Concilio Vaticano II e la natura della sinodalità alla luce del suo fondamento trinitario così come si è venuta definendo nel corso della recezione del Vaticano II con una serie di interventi del magistero che hanno sviluppato anche la dimensione ecumenica di questo legame.
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Faggioli, Massimo. « Sinodalità come rinnovamento ecclesiale in Papa Francesco ». Revista de Cultura Teológica, no 98 (17 avril 2021) : 67–80. http://dx.doi.org/10.23925/rct.i98.52512.

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Résumé :
Il pontificato di Francesco ha portato al centro del magistero papale sulla chiesa il tema della sinodalità. L’articolo analizza i principali pronunciamenti di Francesco sul tema della sinodalità, identificando una prima fase di lancio del tema (2013-2016), un intermezzo (2016-2018), e una seconda fase (2019-2021) di maggiore cautela improntata all’enfasi sulla distinzione tra sinodalità ecclesiale e funzionalismo di tipo parlamentare.
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Thèses sur le sujet "Magistero"

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Cavallari, Ruben <1987&gt. « La relazione uomo-donna nel recente Magistero cattolico. Un'indagine sui presupposti antropologico-filosofici ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5224.

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Fioravanti, Caterina. « Il magistero della pietra : Giuliano fiorentino, "imaginero" nel Mediterraneo occidentale del primo Quattrocento ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/85759.

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Résumé :
Il mito di Giuliano Fiorentino ha percorso tutto il Novecento affascinando i molti studiosi che tentarono di decifrare l’enigma celato dietro al suo nome, legato all’esecuzione tra il 1418 e il 1424 del maestoso trascoro in alabastro della Cattedrale di Valencia. Carl Justi fu il primo a notare nel 1899 certi «echi ghibertiani» all’interno dei dodici rilievi, raffiguranti Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento, nel suo saggio a introduzione di una delle celebri guide compilate da Karl Baedeker dedicata alla penisola iberica. L’argomento non tardò a suscitare l’interesse della comunità scientifica, soprattutto in seguito alla scoperta di numerosi documenti dei Llibres de Obra della Cattedrale, pubblicati nel 1909 dal canonico José Sanchis y Sivera, in cui emerse per la prima volta il nome di un generico «Juliá lo florentí» che dal 1418 lavorava l’alabastro in una bottega adiacente alla Seu e risultava riscuotere periodicamente il compenso di 70 fiorini aragonesi per ogni coppia di scene consegnate alla committenza. Anche Sanchis y Sivera accolse l’intuizione di Justi, notando l’evidente consonanza tra i rilievi e la Porta Nord del battistero di Firenze4, riconducendone l’autore ad un artista vicino alla bottega di Lorenzo Ghiberti: «es muy probable que este Julià florentí fuese algún discípulo de Ghiberti, pues en todos los relieves se demuestran las trazas del estilo de este célebre escultor». [...]
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3

MERLA, VALENTINA. « "Quella Roma onde Cristo è romano" : la ricezione di Dante nel magistero pontificio contemporaneo ». Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331728.

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Résumé :
«QUELLA ROMA ONDE CRISTO È ROMANO»: LA RICEZIONE DI DANTE NEL MAGISTERO PONTIFICIO CONTEMPORANEO In un clima di polemica tra cattolici e non cattolici, negli anni dell’Unità d’Italia, in cui i patrioti italiani avevano studiato la concezione politica dell’Alighieri incasellandola sotto l’egida del ghibellinismo anticlericale, Leone XIII sceglie la strada del dialogo con la società, progettando una riforma della cultura cattolica sulla base del tomismo. La sua ricezione di Dante è possibile proprio alla luce del tomismo: Leone XIII è, in effetti, secondo una definizione di padre Semeria, un’«anima dantesca», soprattutto per la significativa consonanza tra il suo pensiero sociale e la Monarchia (era stato proprio il suo intervento ad assolvere il trattato dantesco dall’accusa di eterodossia, escludendolo dall’indice dei Libri Proibiti). Infatti, come Dante, anche papa Pecci partecipa al dibattito sui rapporti tra Stato e Chiesa, riflettendo “laicamente” sul potere politico e sostenendo la reciproca indipendenza delle due istituzioni. Alla morte dell’anziano pontefice sale al soglio pontificio Pio X, attento riorganizzatore del Catechismo della Chiesa Cattolica e sostenitore di una nuova concezione pastorale, che considera ogni strumento culturale, anche il testo dantesco, funzionale all’esigenza catechetica. Il pontefice incentiva, dunque, le iniziative in preparazione alla commemorazione del VI centenario dantesco, tra le quali una è particolarmente vicina ai suoi orientamenti pastorali. Si tratta di un lavoro di sinossi e comparazione tra il testo del catechismo del pontefice e la scrittura dantesca, che, in questo modo, viene frammentata al duplice scopo di supportare le affermazioni del catechismo e di dimostrare la perfetta aderenza del poeta al cattolicesimo. L’opera, firmata con lo pseudonimo d Minimo Sacerdote in Cristo, si intitola Il più bel ricordo del VI centenario di Dante, ossia Catechismo della Dottrina Cristiana pubblicato per ordine di sua Santità Pio X, meditato e studiato con Dante. Una linea spartiacque nella rivalutazione dell’Alighieri da parte del magistero pontificio si ha con l’enciclica In praeclara summorum (1921), scritta da Benedetto XV per commemorare il VI centenario della morte del sommo poeta, che viene per la prima volta apostrofato come figlio prediletto della fede cattolica. Sulla scia del predecessore, sebbene in modi differenti, si colloca il riuso che dell’opera dantesca fa Pio XI, riportando nei suoi documenti ufficiali un ricco corredo di citazioni. Ciò emerge maggiormente quando riflette sulla romanità della Chiesa, poiché papa Ratti risolve definitivamente la “questione romana”, affermando la necessità della reciproca collaborazione tra potere spirituale e potere politico. Di questa collaborazione si fa simbolo la città di Roma (residenza del Papato e antica capitale dell’Impero di Roma), che assurge a figura della città di Dio, secondo la più canonica esegesi di Pg XXXII 102, verso prediletto dal pontefice e più volte citato. Con Pio XI Dante si presta per la prima volta, in modo significativo, ad essere rispolverato e letto criticamente. In effetti papa Ratti consacra la Commedia come un’opera di fede e se ne avvale come auctoritas a supporto delle argomentazioni dei suoi discorsi. Ad imitare il suo esempio è Pio XII, in cui si nota una fitta trama di allusioni desunte dall’Alighieri soprattutto nei discorsi rivolti alla Pontificia Accademia delle Scienze (di cui era membro onorario). Queste prolusioni finiscono inevitabilmente per riflettere sulla vastità dell’universo, sede e immagine di Dio attraverso l’utilizzo della fonte dantesca. Diversa è la fruizione di Dante da parte di Angelo Roncalli, il cui nome si lega inequivocabilmente al Concilio Vaticano II e all’esigenza di un rinnovato dialogo con il mondo intero, sicché anche la sua ricezione del poeta di Firenze si può ascrivere a questo desiderio di un più agevole confronto con la contemporaneità. Anche se in realtà, nel corpus degli scritti del pontefice, sia in quelli ufficiali che in quelli destinati alla scrittura privata, non se ne conserva una memoria significativa. Vero e proprio punto di svolta nella lunga vicenda della ricezione dantesca è la lettera apostolica Altissimi cantus, che Paolo VI divulga il 7 dicembre 1965 in occasione del VII centenario della nascita di Dante. In essa il pontefice non esita ad appellare il sommo poeta con l’epiteto di teologo perché ha saputo comunicare le verità di fede servendosi della bellezza del verso. È, quella di papa Montini, una forte presa di posizione che innalza l’Alighieri al ruolo di maestro delle cose di Dio. Non a caso le citazioni del poema abbondano quando affronta temi particolarmente rilevanti, come l’amore di Dio; oppure quando parla del giubileo; numerosi sono poi i documenti che riflettono sul significato simbolico della città di Roma (in cui, a sostegno delle argomentazioni, viene citato If II 22-24 e Pg XXXII 102, evidenziando il significato provvidenziale che il poeta attribuisce all’Urbe). Albino Luciani è ricordato dalla storia per il suo brevissimo pontificato, ma pur nella esiguità dei documenti del suo magistero, la fonte dantesca non passa sotto silenzio: l’Alighieri, infatti, è uno degli autori più citati dal papa bellunese. La prima interessante presenza si nota nella raccolta, pubblicata nel 1976, sotto il titolo di Illustrissimi. Lettere del Patriarca, in cui non mancano riferimenti danteschi espliciti, tra i quali i più interessanti si ravvisano nella lettera indirizzata a Casella, amico di Dante e personaggio della Commedia. Tra i documenti che precedono l’elezione al soglio di Pietro, il più interessante è il messaggio quaresimale del 31 gennaio 1978, che risulta essere un vero e proprio microsaggio sul Purgatorio, perché il suo esordio trae spunto proprio da questa cantica. Durante il periodo del pontificato, Giovanni Paolo I, sceglie di citare Dante nell’udienza generale del 20 settembre 1978, richiamando alla memoria l’esame teologico sulla speranza che il poeta affronta nel paradiso (Pd XXV). Se per Paolo VI e per i suoi predecessori la scrittura dantesca assume una notevole rilevanza come auctoritas, nei discorsi di Giovanni Paolo II la vastissima gamma di citazioni, oltre che emergere nelle più svariate occasioni, predomina nelle riflessioni che hanno per argomento l’arte e il ruolo dell’artista. Nel caso del pontefice polacco tale preponderanza assume un particolare rilievo perché, prima dell’elezione papale, Wojtyla è stato drammaturgo e poeta. Il riuso di Dante si intravede non solo nei documenti ufficiali del magistero wojtyliano, ma anche nella sua produzione letteraria, in cui, al di là delle tracce intertestuali (irrisorie a mio parere), è possibile un accostamento a Dante, considerando non solo la concezione del ruolo del poeta e della poesia, ma anche lo sviluppo di alcuni nuclei tematici, ad esempio: il legame con le terra natia; la ricerca problematica di Dio; l’attenzione alla storia contemporanea considerata nella prospettiva escatologica; l’incontro con l’uomo, la concezione dell’io autoriale come “poeta visionario”. Si possono notare anche confluenze dal punto di vista stilistico come, ad esempio, l’insistenza sulle sfere semantiche dell’acqua, del fuoco, della luce, del viaggio, e ciò soprattutto nell’ultimo lavoro poetico, risalente al 2003: il Trittico romano. Interessanti sono anche i documenti ad argomento prettamente dantesco. Tra questi, molto significativa è la lettera indirizzata a Mieczyslaw Kotlarczyk, datata 27 maggio 1964 e risalente al periodo in cui Karol Wojtyla era vescovo di Cracovia. Come già nel magistero dei suoi predecessori, anche nei documenti di Giovanni Paolo II le presenze dantesche non sono sporadiche e casuali: numerosissime sono quelle mariane, (desunte essenzialmente da Pd XXIII 73-74, Pd XXIII 88-89 e Pd XXXII 85-87, da Pd XXXIII 1-18). Tra le citazioni ricorrenti si annovera quella riferita all’Ulisse dantesco (If XXVI 118-120) e quella che descrive la scelta ascetica di san Pier Damiani (Pd XXI 117). La Commedia non è ignorata neanche da papa Ratzinger. È esemplare in tal senso il messaggio per l’incontro promosso dal Pontificio Consiglio Cor Unum, il 23 gennaio 2003 in cui il pontefice, sin dall’esordio, afferma di aver attinto da Dante lo stimolo per elaborare l’intera prolusione. La fonte dantesca è, inoltre, ridondante nei discorsi mariani: è come se i luoghi topici della mariologia dantesca avessero delineato in modo talmente ineguagliabile il profilo di santità della Madre divina, da pretendere di essere richiamati alla memoria, proprio per la loro ineguagliabile bellezza. «THAT ROME WHERE CHRIST IS ROMAN» THE RECEPTION OF DANTE BY THE CONTEMPORARY PONTIFICAL MAGISTERIUM In a climax of polemics between Catholics and non Catholics, in the last years of the Union of Italy, when the Italian patriots were inclined to define the political conception of Dante Alighieri as a sort of anticlerical Ghibellinism, Leo XIII chose to dialogue with society, planning a reform of Catholic culture based on Thomistic philosophy. Just a philosophy constitutes the inescapable assumption of his reception of Dante. In fact Leo XIII is «a Dante soul», according to a definition of Father Semeria, most of all for the relevant consonance between his social thought and Monarchy (thanks to his intervention, Dante’s treatise was absolved from the heterodoxy accuse, excluding it from the Prohibited Books). As Dante, even pope Pecci takes part in the debate about the relationship between Church and State, through a “secular” thought on political power and a support of the reciprocal independence of the two Institutions. When the old pope died, Pius X becomes pope, as an attentive reorganizer of the Roman Catholic Catechism and a supporter of a new pastoral conception, that considers any cultural instrument, even Dante’s work, functional to the Catechetic exigency. Therefore the pope forwards the preparatory initiatives to the commemoration of the sixth centenary of Dante, among which one of these is really close to his pastoral guidelines. It is a work of synopsis and comparison between the text of the pope’s Catechism and Dante’s work, which in such a way is fragmented to support both the Catechesis statements and the perfect coherence of the poet to Catholicism. The work, which is signed under the name of Minimum Priest in Christ, is entitled The Most Beautiful Memory of the 6th Centenary of Dante, or Catechism of the Christian Doctrine Published under the Order of His Holiness Pius X, well thought- out and studied with Dante. The encyclical of Benedict XV In praeclara summorum, in which for the first time the poet is called “beloved son of the Catholic faith” represents a watershed in the revaluation of Alighieri by the pontifical Magisterium. In the wake of his predecessor, even though in different ways, it is based the “re-use “ of Dante’s work, which is made by Pius XI, who reports a great quantity of quotations in his official documents. It is particularly evident when the pope thinks about the Roman essence of the Church, solving “the Roman question” as the necessary collaboration between the spiritual power and the political power. Rome (the residence of the Pope and the old capital of Roman Empire) is, in fact, a symbol of such a collaboration and it represents the City of God, according to the exegesis of Pg XXXII 102 («of that Rome where Christ is Roman»); it is the most favourite and many times quoted statement by pope Ratti. Thanks to Pius XI Dante is, for the first time and in a significant way, re-used and read critically. In fact, the pope considers the Comedy as a work of faith and an auctoritas supporting the quotations of his speeches. Pius XII imitates his predecessor, through a lot of references to Dante most of all in his speeches to the Pontifical Academy of Sciences (he was its honorary member). His speeches inevitably consider the greatness of Universe, adobe and image of God, by the use of Dante source. It is different the fruition of Dante by Angelo Roncalli, whose name is linked to the Second Vatican Council and to the necessity of a new dialogue with the entire world. Therefore his reception of the Florence poet is based on the desire of a higher comparison with the contemporary society, even if actually, there is not a significant memory of it in the corpus of the papal works, both the official and the private ones. A further novelty in the long matter of the reception of Dante is represented by the encyclical Altissimi cantus that Paul VI published on 7th December 1965, during the sixth centenary of Dante’s birth. In it the Pope does not hesitate to call the poet with the epithet of “theologian”, which can be rightfully attributed to him, as Dante has been able to communicate the truth of the faith through the greatness of his verses. A clear resolution is that of pope Montini, who elevates Dante to the role of Master of God’s things. In fact there many quotations of the poem when he deals with relevant topics. There are also many documents, which contain the symbolical meaning of the city of Rome (for whose support If II 22-24 and Pg XXXII 102 are quoted to underline the providential meaning that the poet attributes to the Urbe). Albino Luciani is remembered for his short Pontificate, but even in the few documents of his magisterium Dante source is relevant: in fact Alighieri is one of the most quoted authors by the Pope form Belluno. The first most interesting quotations are in the collection, which was published in 1976 with the title of Illustrissimi. Letters of the Pope Jhon Paul I, in which there are Dante’s references, especially in the letter to Casella, one of Dante’s friends and one of the characters of the Comedy. The Lenten Message on 31st January 1978, which is a concrete micro-essay on Purgatory, is the most significant document and previous to his coming to the papal throne. During the pontificate John Paul I chooses to quote Dante in the general audience on 20th September 1978, calling back to memory the theological analysis on hope, which the poet deals with in the cantus XXV of Paradise. If according to Paul VI and his predecessors, Dante’s works represent an auctoritas, in the speeches of John Paul II the great quantity of statements in different situations, is particularly relevant in his comments about art and the role of artist. With reference to the Polish Pope such a greatness of quotations has a particular importance as Wojtyla was a dramatist and a poet before his election. Such a “re-use” is present not only in the official documents of his magisterium but also in his literary production. Apart form Dante explicit references (in my opinion they are few), the “re-use” permits an approach to Dante not only on the conception of the poet and poetry, bur also on the development of some nuclear themes such as: his linking to the homeland; the problematic research of God; the attention to contemporary history in an eschatological way; his meeting with human world; the conception of authorial ego as “visionary poet”. It is also possible to notice comparisons from a stylistic point of view, for example the lack of semantic spheres of water, fire, light and journey in the last poem the Roman Triptich in 2003. The documents containing a purely Dante subject are very interesting; among which the letter to Mieczyslaw Kotlarczyk, on 27th May 1964, when Karol Wojtyla was Bishop of Krakow, is really significant As in the magisterium of his predecessors, even in the documents of John Paul II, Dante references are not isolated and casual: Marian quotations are numerous (particularly from Pd XXIII 73-74, Pd XXIII 88-89, Pd XXXII 85-87, Pd XXXIII 1-18). Other recurring quotations are those which refer to Dante’s Ulysses ( If XXVI 118-120) together with the one which describes the ascetic choice of san Pier Damiani (Pd XXI 117). Moreover Pope Ratzinger does not ignore The Comedy, as we can notice from the message for the meeting promoted by the Pontifical Council Cor Unum on 23rd January 2003. In it the Pope admits that he has taken from Dante the inspiration to write the message itself. Dante source is abundantly present in Marian speeches: it is as the topoi of Dante Mariology have described the sanctity of the divine Mother in such perfect ways pretending to be called back to memory and to be lived in their inimitable beauty.
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Nasti, Paola. « 'La quinta luce, ch'eÌ€ tra noi piuÌ€ bella' : il magistero poetico di Salomone nell'opera Dantesca ». Thesis, University of Reading, 2003. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.401422.

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Kalociński, Tomasz. « Il rapporto tra il pensiero di Michael Novak e il magistero sociale di Giovanni Paolo II : l'indagine sulla possibilità di un contributo allo sviluppo della dottrina sociale della Chiesa / ». Roma : Pontificia università gregoriana, 2006. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb411661838.

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Régis, Nilton Santos. « Programa Magister ». Florianópolis, SC, 2002. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/82806.

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Dissertação(mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciências da Educação. Programa de Pós-Graduação em Educação
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Análise dos documentos sobre a formação inicial em serviço organizado pelo Fórum Permanente de Educação Superior de Santa Catarina e dos documentos da Secretaria Estadual da Educação e do Desporto e documentos legalizando o Programa Magister pelo Conselho Estadual da Educação/SC, com o objetivo de levantar dados sobre a gênese deste programa de formação em serviço para professores da rede publica catarinense, apresentando suas características e suas intenções.
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Conocimiento, Dirección de Gestión del. « Biblioteca Digital Magisterio ». Magisterio Editorial, 2004. http://hdl.handle.net/10757/655264.

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Dabulskytė, Sigita. « Tapybos magistro baigiamasis darbas ». Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2014. http://vddb.library.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2014~D_20140703_150259-99769.

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Darbų ciklas ,,Transformacija" gimė įkvėptas darbo su jaunimu. Ciklą sudaro darbai atlikti aliejumi bei akrilu and drobės. Skirtingus pasakojimus jungia nuolatinės kaitos idėja. Natūrali transformacija veda į naują realybę, kurios kūrimas yra būtinas žmogaus augimui.
The work Cycle "Transformation" was born inspired work with youth. Cycle is from the works made by acrylic and oil on canvas. Different stories are connected by the idea of never ending changes. Natural transformation leads to new reality, which is necessary for the growth of a human being.
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Gurgel, Rogério Fernandes. « A (des) valorização do magistério potiguar nos anos de 1990 : mapeando restrições na carreira e remuneração dos professores da educação básica ». Universidade Federal da Paraí­ba, 2006. http://tede.biblioteca.ufpb.br:8080/handle/tede/4597.

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Made available in DSpace on 2015-05-07T15:08:07Z (GMT). No. of bitstreams: 1 arquivototal.pdf: 663374 bytes, checksum: d213cf02e449e240fbbe687c573cea1b (MD5) Previous issue date: 2006-12-29
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
Este estudio tiene por objetivo analisar la real situación del magisterio del sistema público de la educación básica en el Estado do Rio Grande do Norte,bajo el impacto de las políticas gestadas en los años de 1990,a partir del examen de la carrera y de la remuneración de esa categoría profisional,elementos definidores de la valorización del magisterio.La primera mitad de esa década fue marcada por la discución de la reforma educacional emergente.En eses años,el movimiento de los docentes en torno de reivindicaciones salariales y de condiciones de trabajo denotaba la precaria situación funcional de la categoría,ganando mayor visibilidad social por las expectativas de las reformas.En ese contexto,se fue confirmando cierto consenso en torno de la necesidad de valorización del magisterio de la educación básica pública,a punto de configurarse como materia de la legislación de la reforma educacional efectivada en los mediados de la referida década.Se tomó aqui por hipótesis central de que los mecanismos de valorización docente, accionados en la decantada Década de la Educación,no fueron capaces de alzar al magisterio a un patamar mínimo aceptable de carrera y remuneración requiridos por los docentes.El estudio partió de una pesquisa históricodocumental que consistió en el examen de documentos oficiales y sindicales,enfocando especialmente las políticas salariales adoptadas a lo largo de la organización del movimiento docente en el Estado.El examen de esos documentos permitió un amplio trabajo para mapear la trayectoria de las luchas del profesorado potiguar,puntuadas de conquistas que sirvieron de referencia para la carrera,cuando de la elaboración del Estatuto del Magisterio en el año de 1986.El enfoque principal de esta pesquisa recae en el análisis de la composición de las matrices remuneratorias de la década de 1990,con énfasis en los momentos en que ellas expresaron el impacto de las reformas económicas y educacionales en el ámbito nacional y estadual.Los principales resultados encontrados evidencian los avances y retrocesos que intermediaron las políticas iniciadas en las diferentes esferas,con repercusiones poco significativas para la valorización del magisterio potiguar.
Este estudo tem por objetivo analisar a real situação do magistério do sistema público de educação básica no Estado do Rio Grande do Norte, sob o impacto das políticas gestadas nos anos de 1990, a partir do exame da carreira e da remuneração dessa categoria profissional, elementos definidores da valorização do magistério. A primeira metade dessa década foi marcada pela discussão da reforma educacional emergente. Nesses anos, o movimento dos docentes em torno de reivindicações salariais e de condições de trabalho denotava a precária situação funcional da categoria, ganhado maior visibilidade social pelas expectativas das reformas. Nesse contexto, foi se conformando certo consenso, em torno da necessidade de valorização do magistério da educação básica pública, a ponto de configurar-se como matéria da legislação da reforma educacional efetivada nos meados da referida década. Tomou-se aqui por hipótese central de que os mecanismos de valorização docente, acionados na decantada Década da Educação, não foram capazes de alçar o magistério a um patamar mínimo aceitável de carreira e remuneração requerido pelos docentes. O estudo partiu de uma pesquisa histórico-documental que consistiu no exame de documentos oficiais e sindicais, enfocando especialmente as políticas salariais adotadas ao longo da organização do movimento docente no Estado. O exame desses documentos permitiu um amplo mapeamento da trajetória das lutas do professorado potiguar, pontuadas de conquistas que serviram de referência para a carreira, quando da elaboração do Estatuto do Magistério no ano de 1986. O enfoque principal desta pesquisa recai na análise da composição das matrizes remuneratórias da década de 1990, com ênfase nos momentos em que elas expressaram o impacto das reformas econômicas e educacionais no âmbito nacional e estadual. Os principais resultados encontrados evidenciam os avanços e retrocessos que permearam as políticas encetadas nas diferentes esferas, com repercussões pouco significativas para a valorização do magistério potiguar.
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Gindin, Julian Jose. « Sindicalismo docente e Estado : as práticas sindicais no México, Brasil e Argentina ». Universidade do Estado do Rio de Janeiro, 2006. http://www.bdtd.uerj.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=71.

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Résumé :
Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico
Esta pesquisa tem como objeto as relações entre os sindicatos de professores da rede pública de educação básica e os Estados de Argentina, Brasil e México desde finais dos anos '70 até a atualidade. O ponto de partida é a relação assalariada e as práticas da categoria docente, entendidas como ações coletivas ancoradas nessa relação. Trabalhando fundamentalmente com fontes secundárias, descrevemos as principais características do sindicalismo docente em cada país, a composição da categoria, as políticas estatais para o magistério, os principais processos de mobilização e os acordos estabelecidos com os governos. O período pesquisado começa com uma situação de crise econômica que se estendeu durante toda a década de 1980 nos três países, à qual seguiu-se uma ofensiva neoliberal por meio de una série de reformas (educacional, do estado, previdenciária, trabalhista). Dos três países que estudamos, o México é o único no qual o sindicato docente foi parte de uma relação corporativista estabelecida entre o Estado e a categoria, na qual atuou como mediador. Este fato contribui para explicar o continuísmo visível no México na organização da docência, o seu poder e os seus compromissos com o Estado; as dificuldades para o magistério mobilizado e a relação entre o sindicato e o professorado. É o único país no qual a reforma educacional foi acordada com o sindicato. Na Argentina e no Brasil, pelo contrário, a categoria se organiza sindicalmente à margem e às vezes contra o Estado. Descrevendo o período recuperamos as principais reivindicações da categoria, as articulações que estabeleceu com outros setores sociais e, fundamentalmente, os contextos políticos dos principais processos de enfrentamento e acordo com os governos. Nas conclusões, além de insistir nos desdobramentos do estabelecimento (ou não) de uma relação corporativista entre as organizações docentes e o Estado, argumentamos que, tanto os processos de confrontação como os de acordo entre ambos devem ser pensados, basicamente, em termos de relações de força. Finalmente, fundamentamos que nos processos de luta social e na defesa da escola pública aparecem elementos que apontam à superação do corporativismo das práticas da categoria.
Esta investigación tiene como objeto las relaciones entre los sindicatos de docentes de la red pública de educación básica y los Estados de Argentina, Brasil y México desde finales de los años '70 hasta la actualidad. El punto de partida es la relación asalariada y las prácticas del gremio docente entendidas como acciones colectivas ancladas en esa relación. Trabajando fundamentalmente con fuentes secundarias, describimos las principales características del sindicalismo docente en cada país, la composición del gremio, las políticas estatales hacia el magisterio, los principales procesos de movilización y los acuerdos establecidos con los gobiernos. El período investigado comienza con una situación de crisis económica que se extendió durante toda la década de 1980 en los tres países, a la que siguió una ofensiva neoliberal por medio de una serie de reformas (educacional, do estado, previsional, laboral). De los tres países que estudiamos, México es el único en el cual el sindicato docente fue parte de una relación corporativista establecida entre el Estado y el gremio, en la que actuó como mediador. Este hecho contribuye a explicar el continuismo visible en México en la organización de la docencia, su poder y sus compromisos con el Estado; las dificultades para el magisterio movilizado y la relación entre el sindicato y el profesorado. Es el único país en el que la reforma educativa fue acordada con el sindicato. En la Argentina y en Brasil, por el contrario, el gremio se organiza sindicalmente al margen y a veces contra el Estado. Describiendo el período recuperamos las principales reivindicaciones del gremio, las articulaciones que estableció con otros sectores sociales y, fundamentalmente, los contextos políticos de los principales procesos de conflicto y concertación con los gobiernos. En las conclusiones, además de insistir en los desdoblamientos del establecimiento (o no) de una relación corporativista entre las organizaciones docentes y el Estado, argumentamos que, tanto los procesos de confrontación como los de concertación entre ambos deben ser pensados, básicamente, en términos de relaciones de fuerza. Finalmente, fundamentamos que en los procesos de lucha social y en la defensa de la escuela pública aparecen elementos que apuntan a la superación del corporativismo de las prácticas sindicales
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Livres sur le sujet "Magistero"

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Crippa, Luigi. Magistero e monastero : Avvio allo studio del recente magistero pontificio sul monachesimo benedettino. Roma : Benedictina Editrice, 2001.

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1959-, Chenaux Philippe, dir. L'eredità del magistero di Pio XII. Città del Vaticano : Lateran University Press, 2010.

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Fondamenti teorici dell'arte sacra : Magistero post-conciliare. Roma : LAS, 1991.

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Bux, Paolo. Il magistero della Chiesa nel diritto canonico. Roma : Vivere in, 2002.

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5

Mosconi, Marino. Magistero autentico non infallibile e protezione penale. Milano : Glossa, 1996.

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6

Magistero in movimento : Il caso papa Francesco. Bologna : EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2016.

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Giacomo, Biffi, et Maggiolini Sandro, dir. Giovanni Paolo II--linee di un magistero. Roma : Città nuova, 1988.

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8

Magistero e teologia : Alle radici di un dissenso. Palermo : Edizioni Augustinus, 1989.

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Ossanna, Tullio Faustino. Maria, sorella nostra : Nel magistero di Paolo VI. Roma : Borla, 1991.

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Volonté, Ernesto W. Educare i figli : Il magistero del Vaticano II. Roma : Città nuova, 1996.

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Chapitres de livres sur le sujet "Magistero"

1

Fritz, Eleonora. « Il lessico del magistero nelle prose erudite di Giovanni Boccaccio ». Dans Intorno a Boccaccio / Boccaccio e dintorni 2019, 9–21. Florence : Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-236-2.01.

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Résumé :
The contribution aims to illustrate the results of the research conducted on the lexicon of the Petrarch-Boccaccio magisterium relationship. The research also made use of the comparison between Boccaccio's various masters: Petrarch on the one hand, Andalò del Negro and Leonzio Pilato on the other. The results of the research have shown the substantial difference of the Petrarchian magisterium compared to that of Leonzio or Andalò. Petrarch is a supreme teacher unlike the other two, considered by Boccaccio to be technical masters. Boccaccio in fact systematically attributes to Petrarch the noun preceptor, a very generic name: he is considered not only a teacher of literature but also of life. Boccaccio also expects from him a teaching that will lead him to an ethical conversion, as evidenced by the insistent presence of the lexicon pertaining to the moral sphere attributed to him.
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2

Drüll-Zimmermann, Dagmar. « Alphabetisches Verzeichnis der amtierenden Magister (magistri regentes et legentes) und Professoren ». Dans Heidelberger Gelehrtenlexikon 1386–1651, 1–567. Berlin, Heidelberg : Springer Berlin Heidelberg, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-56189-4_1.

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3

Berger, Christian. « Perotinus, Magister ». Dans Metzler Komponisten Lexikon, 580–83. Stuttgart : J.B. Metzler, 1992. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-03421-2_225.

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Berger, Christian. « Perotinus, (Magister) ». Dans Komponisten Lexikon, 454–56. Stuttgart : J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05274-2_226.

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Balzer, Bernd. « ZIELSTUDIUM Magister ». Dans Perspektiven der Germanistik, 126–44. Wiesbaden : VS Verlag für Sozialwissenschaften, 1997. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-322-85101-7_9.

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Arens, Hans. « ‘De Magistro’ ». Dans Studies in the History of the Language Sciences, 17. Amsterdam : John Benjamins Publishing Company, 1990. http://dx.doi.org/10.1075/sihols.43.03are.

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7

Stoller, Robert J. « Merlin Magus Magister ». Dans Pain & ; Passion, 253–66. Boston, MA : Springer US, 1991. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4899-6068-9_12.

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Mandrapilias, Anastasios. « Magistros, Thomas ». Dans Encyclopedia of Renaissance Philosophy, 2024–25. Cham : Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-14169-5_811.

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9

Mandrapilias, Anastasios. « Magistros, Thomas ». Dans Encyclopedia of Renaissance Philosophy, 1–2. Cham : Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-02848-4_811-1.

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Gräsel, Cornelia, et Rudolf Tippelt. « Magister-PädagogInnen als Lebenskünstler ? » Dans Erziehungswissenschaft : Arbeitsmarkt und Beruf, 43–56. Wiesbaden : VS Verlag für Sozialwissenschaften, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-663-08027-5_5.

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Actes de conférences sur le sujet "Magistero"

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Obiol i Francés, Sandra, Daniel Gabaldón Estevan, José Beltrán Llavador et Antonio Benedito Casanova. « Tertulias Dialógicas en el Grado de Magisterio ». Dans In-Red 2016 - Congreso de Innovación Educativa y Docencia en Red de la Universitat Politècnica de València. Valencia : Universitat Politècnica València, 2016. http://dx.doi.org/10.4995/inred2016.2016.4377.

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Résumé :
Conscientes de que la superación de los retos pedagógicos a los que se enfrenta la universidad “tradicional” pasa por una renovación de las metodologías docentes que, sin perder de vista los objetivos marcados, sea capaz de articular dinámicas de enseñanza-aprendizaje más dinámicos y participativos dónde el papel activo del alumnado cobra relevancia en tanto que protagonista de su propio aprendizaje y en el que la/el docente deberá combinar, más a menudo que hasta ahora, diferentes dinámicas y estrategias docentes. En este contexto de cambio, y enmarcadas en la innovación educativa y los proyectos de mejora de la calidad docente, surgen iniciativas como la presente que buscan replantear el trabajo en el aula. El objetivo de este artículo es presentar una experiencia innovadora llevada a cabo en tres asignaturas, Estructura Social y Educación, y Sociología de la Educación de primero y segundo curso respectivamente, del Grado en Maestro/a en Educación Infantil y del Grado en Maestro/a en Educación Primaria, y de la titulación de Sociología de la Universitat de València.
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Kline Jr., T. C. « Relative trophic position of Cancer magister megalopae ». Dans Crabs in Cold Water Regions : Biology, Management, and Economics. Alaska Sea Grant, University of Alaska Fairbanks, 2002. http://dx.doi.org/10.4027/ccwrbme.2002.46.

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3

Miller, T., et D. G. Hankin. « Setal stage duration of female adult Dungeness crab (Cancer magister) ». Dans Crabs in Cold Water Regions : Biology, Management, and Economics. Alaska Sea Grant, University of Alaska Fairbanks, 2002. http://dx.doi.org/10.4027/ccwrbme.2002.03.

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Rahmawati, Putu Indah, Made Suci et Trianasari. « Feasibility Study of Magister Management Program in Universitas Pendidikan Ganesha ». Dans Proceedings of the International Conference on Tourism, Economics, Accounting, Management, and Social Science (TEAMS 19). Paris, France : Atlantis Press, 2019. http://dx.doi.org/10.2991/teams-19.2019.60.

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Rodríguez-López, Ramona. « Arte sonoro en la educación. Relaciones-transformaciones a través de la escucha en la formación de maestros/as ». Dans V Congreso Internacional de Investigacion en Artes Visuales ANIAV 2022. RE/DES Conectar. València : Editorial Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/aniav2022.2022.15495.

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Résumé :
Este estudio parte de una estancia de investigación en el Institut Universitari de la Creativitat i Innovacions Educatives (IUCIE), Universitat de València, con CREARI, Grupo de Investigación en Pedagogías Culturales. El objeto de la investigación consiste en llevar la indagación sobre arte sonoro hacia experiencias pedagógicas con alumnado de magisterio desde la perspectiva artística. Se trata de promover la escucha activa y encontrar estrategias que permitan la reflexión y la práctica sonora con distintas técnicas y estéticas, pero creando una relación-transformación de los contenidos docentes (conceptuales, procedimentales y actitudinales). La metodología utilizada es la Investigación Basada en las Artes que incorpora narrativas visuales, textuales y sonoras, bajo un modelo participativo y grupal. Los resultados de las acciones desarrolladas se muestran en diferentes contextos y formatos y reflejan el proceso de sonorización de los proyectos, con exhibiciones como “Cartografias Têxtei” en la Facultad de Magisterio UV y en Quinta da Cruz - Centro de Arte Contemporânea de Viseu, Portugal, y “Disseny dels records”, instalaciones sonoras en el Museo de Informática UPV. A través de actividades de debate y cuestionarios de opinión, el alumnado ha valorado satisfactoriamente la escucha como forma artística para trabajar en la educación.
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Nagy, Csaba, Laszlo Vidacs, Rudolf Ferenc, Tibor Gyimothy, Ferenc Kocsis et Istvan Kovacs. « MAGISTER : Quality assurance of Magic applications for software developers and end users ». Dans 2010 IEEE 26th International Conference on Software Maintenance (ICSM). IEEE, 2010. http://dx.doi.org/10.1109/icsm.2010.5609550.

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ŽUKIENĖ, Regina. « SVETIMŽODŽIŲ IR JŲ ATITIKMENŲ VARTOSENOS POKYČIAI GLOBALIZACIJOS KONTEKSTE ». Dans Conference for Junior Researchers „Science – Future of Lithuania“. VGTU Technika, 2018. http://dx.doi.org/10.3846/aainz.2018.024.

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Résumé :
Didėjanti svetimybių vartosenos sklaida visuomenės kalboje neigiamai veikia technikos mokslo kalbą, todėl akademinėje aplinkoje daugėja svetimžodžių – tai neišvengiamas spartėjančios globalizacijos, gamybinių bei kalbinių kontaktų rezultatas. Tyrimo tikslas – atskleisti svetimžodžių ir jų lietuviškų atitikmenų vartosenos Vilniaus Gedimino technikos universiteto (VGTU) Aplinkos inžinerijos fakulteto magistro studijų studentų kalboje santykį. Pateikiami tyrimo, atlikto 2016–2017 m., lyginamieji duomenys. Analizuojami svetimžodžių ir jų atitikmenų vartosenos motyvai ir galimi socialinės aplinkos įtakos veiksniai, kurie lemia magistrantų pasirinkimą vartoti arba nevartoti svetimžodžius.
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Ignatova, Tatiana, Tatiana Rodina, Natalia Strokova et Irina Igonina. « BIOTRANSFORMATION OF SQUID WASTE PROCESSING OF BERRYTERTHIS MAGISTER BY ENZYME OF MICROBIOLOGICAL ORIGIN ». Dans 20th International Multidisciplinary Scientific GeoConference Proceedings SGEM 2020. STEF92 Technology, 2020. http://dx.doi.org/10.5593/sgem2020/6.1/s25.024.

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« Diversity of Insects Useful Rice in Refugia Plants Around Organic Rice Fields in Ngompro Vilage, Ngawi Regency ». Dans Seminar Nasional Magister Agroteknologi Fakultas Pertanian UPN “Veteran” Jawa Timur. Galaxy Science, 2020. http://dx.doi.org/10.11594/nstp.2020.0607.

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« Agroforestry as Climate Change Mitigation ». Dans Seminar Nasional Magister Agroteknologi Fakultas Pertanian UPN “Veteran” Jawa Timur. Galaxy Science, 2020. http://dx.doi.org/10.11594/nstp.2020.0603.

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Rapports d'organisations sur le sujet "Magistero"

1

Wilson, Caleb S., et Dana L. Woodruff. A Preliminary Study on the Effects of Electromagnetic Fields on the Burial Behavior and Location of the Dungeness Crab, Cancer magistre. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), août 2011. http://dx.doi.org/10.2172/1026624.

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