Articles de revues sur le sujet « LINGUA TOSCANA »

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1

Blanch, Juan M. Lope. « Las Osservationi de Giovanni Miranda ». Historiographia Linguistica 24, no 1-2 (1 janvier 1997) : 29–40. http://dx.doi.org/10.1075/hl.24.1-2.04bla.

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Résumé :
Summary Giovanni Miranda’s Osservationi della Lingua Castigliana (Venice, 1566) was the best pedagogical grammar of Spanish of its time; and since it served as a model to French, English, and German grammarians it was important well beyond Italy. Because it was essentially a practical teaching work, one finds in it few theoretical pronouncements. Theory, however, is not totally absent from his book, as becomes obvious in the discussion of the concept of ‘sentence’ or of the ‘parts of speech’, but as a whole the work deals with questions that were thought to be essential to the learner of a language, mostly morphology and certain peculiarities of Castilian grammar and usage. The work is divided into four parts: I, the article, the noun, the adjective, and the pronoun; II, the verb, whose conjugation is dealt with exhaustively; III, the non-inflectional parts of speech in Spanish; and IV, spelling and pronunciation. Throughout the work the author discusses related semantic, lexical, and phraseological subjects, and uses proverbs, anecdotes, and very short stories to illustrate colloquial usage of Spanish. Miranda’s Osservationi were influenced by Giovanni Mario Alessandri d’Urbino’s Paragone della Lingua Toscana et Castigliana (Naples, 1560). Miranda the format of the Paragone, but greatiy expands on it. The Osservationi della Lingua Castigliana can be said to be the first effective pedagogical grammar of Spanish written for speakers of other languages.
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Skubic, Mitja. « Gianfranco Folena, Vocabolario del veneziano di Carlo Goldoni, Redazione a cura di Daniela Sacco e Patrizia Borghesan. Regione del Veneto - Fondazione Giorgio Cini - lstituto di Enciclopedia ltaliana, Venezia 1993 ; pp. 718. » Linguistica 35, no 2 (1 décembre 1995) : 335–37. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.335-337.

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Résumé :
E' con profonda commozione che mi accingo a stendere una breve recensione dell' opera postuma che porta il nome di Gianfranco Folena, scomparso prematuro nel 1992. Con l'italianistica di Ljubljana Folena ebbe rapporti amichevoli. A due riprese aveva fatto conferenze molto sentite e ci ha conquistati, oltre che con la sua dettagliata esposizione dei fatti e la perspicace analisi linguistica e filologica (ricordo ancora la conferenza sulla lingua nel Piovano Arlotto), anche con la sua affascinante pronuncia toscana. A me personalmente ha sempre elargito consigli (ebbi con lui un primo incon­ tro nel lontano 1952 a Firenze, lui, allora, assistente di Bruno Migliorini, e l'ultimo, solo telefonico, nel 1991) quando io, novello, incominciavo a produrre. Folena ha reso possibile la pubblicazione nelle riviste linguistiche italiane dei miei primi scritti e gliene sono sinceramente grato.
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Montijano García, Juan María. « El disegno en los siglos XVI y XVII ». i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 2 (6 juin 2010) : 39–46. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2010.v2i.12695.

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Résumé :
Uno de los conceptos más complejos del vocabulario artístico renacentista y barroco es el de disegno. Como tantos otros términos, su formulación original se atribuye al pintor, arquitecto, urbanista y teórico Giorgio Vasari, fi el seguidor de Miguel Ángel y primer historiador del arte con su obra Le Vite de’ più eccellenti Architetti, Pittori et Scultori italiani da Cimabue insino à tempi nostri descritte in lingua Toscana da Giorgio Vasari pittore Artetino... La mayor originalidad vasariana en el ámbito teórico del sistema de las artes es el desarrollo del concepto de las arti del disegno, que señala el parentesco entre las tres artes visuales por medio de un origen común, y en la práctica. Esta valoración esencial del disegno en Vasari tiene su culminación en la creación de la Accademia del Disegno en Florencia y al servicio del Gran Duque Cosme I de Médicis.
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Kempas, Ilpo. « Sull’uso del passato remoto e prossimo nei rinvii anaforici dei testi scientifici, giuridici e tecnici ». Neuphilologische Mitteilungen 123, no 1 (30 mai 2022) : 171–201. http://dx.doi.org/10.51814/nm.101856.

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Résumé :
L’articolo esamina la scelta tra il passato remoto (PR) e il passato prossimo (PP) nei rinvii anaforici dei testi scientifici, giuridici e tecnici tra il 1500 e il 2000. L’italiano standard a base toscana si caratterizza per la grammaticalizzazione del PP come tempo aoristico e per la sua espansione nel campo semantico occupato prima dal PR. L’uso di questi due tempi nei rinvii anaforici è stato indagato empiricamente, raccogliendo tutti gli esempi di PR (N=146; più tardi ancora 24, cioè 170 in totale) usati in otto predeterminate frasi fatte (con dire e vedere) disponibili tramite Google nel momento di osservazione e un numero identico di esempi di PP, per scoprire le possibili differenze tra i due tempi in rapporto agli anni di pubblicazione dei documenti. Inoltre, sono stati osservati i numeri totali degli esempi di PP per confrontarli con quelli di PR. I risultati rivelano che i cambiamenti avvenuti nella lingua in genere si riflettono anche nell’uso di entrambi i tempi, benché con ritardo. Il periodo ≤1800, soprattutto proprio l’Ottocento, si profila come “l’età dell’oro” del PR, mentre il Novecento conosce un’espansione sostanziale del PP. In totale, il PP risulta predominante nei rinvii anaforici studiati (N=857, 85,4%).
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Pensato, Rino. « 1911-2011. Il centenario artusiano e Casa Artusi a Forlimpopoli ». SOCIETÀ E STORIA, no 136 (juillet 2012) : 413–18. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-136009.

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Résumé :
L'autore ricostruisce il contributo di Pellegrino Artusi all'unificazione dei costumi alimentari degli italiani, cento anni dopo la sua morte (1911) e 120 anni dopo la pubblicazione del suo capolavoro, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene (1891). Il suo "ricettario" viene pubblicato ininterrottamente da 120 anni ed č l'unico ricettario italiano ad essere stato tradotto nelle principali lingue del mondo. Il successo č dovuto al metodo di raccolta e scelta delle ricette, prelevate, piů che da altri ricettari italiani e stranieri, dalla "pratica" di cercare le ricette direttamente, da cuochi e soprattutto persone comuni, che Artusi conosceva attraverso i suoi viaggi per tutta la penisola, o per corrispondenza. Il gastronomo e letterato Artusi agě anche sulla lingua della cucina, abbandonando quasi del tutto i diffusissimi francesismi e introducendo una lingua sobria ma elegante, molto influenzata, come la sua cucina, dagli usi toscani e romagnoli. In suo onore (e della sua "cucina di casa") venne aperto nel 2007 a Forlimpopoli, sua cittÀ natale (in Romagna), il primo centro in Italia culturale e gastronomico dedicato appunto alla cucina domestica, Casa Artusi, che ospita la suo interno.
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Berruto, Gaetano. « Sul posto della variazione nella teoria linguistica ». Linguistica 49, no 1 (29 décembre 2009) : 9–25. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.9-25.

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Résumé :
Una parte cospicua dell’opera scientifica di Mitja Skubic si può ritenere collocata più o meno direttamente in campi di studio aventi a che fare con la variazione. Una buona cinquantina dei più di 220 titoli di Skubic riportati nella bibliografia curata da Marjeta Prelesnik-Drozg in linguistica XLVIII (2008), 11–31, verte infatti sullo studio di fenomeni in specifiche varietà di lingua (il toscano parlato, la lingua di Goldoni, varie parlate venete, friulano e sloveno di Gorizia, e via discorrendo) o su casi di interferenza e contatto nell’area italo-slovena, dove è per lo più evidente una dimensione variazionista. Vorrei quindi offrire al festeggiato in questa sede alcune riflessioni generali sulla questione della variazione linguistica che spero gli giungano gradite. Un tratto evidente nella linguistica anche teorica (o nelle diverse anime della linguistica)1 degli ultimi decenni è infatti il progressivo aumento di interesse verso la variazione. Un problema sempre ritornante in tale contesto è quello del posto e del ruolo eventuale che la variazione possa o debba avere nella teoria lingui- stica. Riprendo quindi in queste pagine, con qualche sintetica argomentazione, una questione che, molto dibattuta negli anni Settanta in concomitanza con la fondazio- ne e lo sviluppo della linguistica variazionista di William Labov,2 è emersa solo spo- radicamente negli anni Ottanta e Novanta, ed è divenuta, su altre basi, di nuovo molto attuale all’inizio del Terzo Millennio.
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Foscoli, Vanessa. « Nuove strategie di inclusione al Museo del Tessuto di Prato ». Babylonia Journal of Language Education 3 (23 décembre 2022) : 40–45. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.212.

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Résumé :
Il contributo intende rendicontare i risultati principali ottenuti dal progetto Tessuti SOCIALI” (SOCIal Learning, Allestimenti museali, Lingue, Interazioni): percorsi conoscitivi per il Museo del Tessuto di Prato, coordinato dall'Università per Stranieri di Siena e finanziato dalla Regione Toscana. A Prato, la seconda città più grande della Toscana, la popolazione straniera residente rappresenta il 22% della popolazione totale. In una realtà sociale plurilingue e pluriculturale come quella pratese è indispensabile migliorare i servizi legati al settore museale e aumentare l'accessibilità alle iniziative culturali. “Tessuti SOCIALI” è un progetto di inclusione che intende favorire lo sviluppo delle competenze linguistiche e della consapevolezza interculturale, con l’ausilio delle nuove tecnologie.
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Aramburu Sánchez, Celia. « ALDOBRANDINO DA SIENA, LA SANITÀ DEL CORPO : VOLGARIZZATO DA ZUCCHERO BENCIVENNI. PROBLEMAS TEXTUALES Y TRADUCCIÓN ». Transfer 12, no 1-2 (18 janvier 2022) : 97–113. http://dx.doi.org/10.1344/transfer.2017.12.97-113.

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En las primeras décadas del siglo XIV, el vulgar había estado relegadosobre todo a cuestiones meramente prácticas. El texto que nos ocupa tratade cuestiones cotidianas referentes a la salud, por ello es importante lautilización del vulgar, ya que un tratado medicinal escrito en latín llegaríaa un menor número de personas. Por este motivo Zucchero Bencivenni sepropuso realizar la vulgarización de dicho tratado. Al comienzo de su“vulgarización” especifica que ha sido traducido “di lingua franzese infiorentina”: él no habla de “vulgar”, sino de florentino, ya que en la épocase utilizaban casi indiferentemente los términos “volgare, fiorentino,toscano, italiano”, ya que no habían nacido todavía las disputas quepondrían un poco de claridad a las diferencias entre los distintostérminos.En nuestro análisis trataremos de resolver algunos problemas textuales,sobre todo referidos a algunas denominaciones de plantas yenfermedades que tal vez se deban a que el autor intentó traducir delfrancés al italiano.
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Beneteau, David. « Per un'edizione critica della versione toscana dell'«Histoire ancienne jusqu'a Cesar» contenuta nel manoscritto Hamilton 67 : «Le verace istorie romane» ». Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 9, no 2 (30 décembre 2021) : 135–63. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/16066.

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Presento in quest’articolo una notizia della imminente pubblicazione di un libro, Le verace istorie Romane, basato sul manoscrittto Hamilton 67 della Bi- blioteca nazionale della Germania a Berlino, datato 1313. In questo articolo sot- tolineo il rapporto fra i diversi codici, la forma della scrittura dell’estensore Lapo Corsini e la sua storia, e il metodo unico di contaminare e di associare codici da lingue diverse. Alla fine dell’articolo presento due campioni del testo, dalla storia dell’invasione di Annibale e delle meraviglie che appaiono, e dal racconto della peste e dell’infestazione mortale dei grilli.
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Lacagnina, Davide. « Milano, 1881 : Courbet e Carpeaux tra le “macchiette” di Navarro della Miraglia ». ACME 74, no 2 (14 septembre 2022) : 123–45. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18664.

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Résumé :
Nel 1881, per i tipi dell’editore Brigola di Milano, vedeva la luce Macchiette parigine, un compendio di profili biografici che lo scrittore siciliano Emanuele Navarro della Miraglia (1838-1919) dedicava a eminenti personalità della cultura letteraria e artistica francese di metà Ottocento.Francesista, a lungo residente a Parigi (1864-1872), in contatto a Milano con gli ambienti della scapigliatura lombarda (1872-1882) e da ultimo professore di Lingua e letteratura francese presso l’Istituto superiore di magistero femminile di Roma (1883-1913), Navarro della Miraglia includeva fra le sue “macchiette” anche due ritratti d’artisti dedicati rispettivamente a Gustave Courbet e a Jean-Baptiste Carpeaux.Questo contributo si propone di definire il contesto e le ricadute di una lettura non allineata alla tempestiva e più “ortodossa” discussione della lezione di Courbet promossa da Diego Martelli presso i macchiaioli toscani, a beneficio di una geografia culturale diversamente articolata fra le aperture cosmopolite del naturalismo meridionale e le frange più avanzate della scapigliatura lombarda. Allo stesso modo il resoconto dell’atelier di Carpeaux è riconsiderato alla luce del coevo dibattito sulla scultura monumentale e delle ricerche in corso a Milano su un modellato più mosso e nervoso.
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Del Mauro, Miria Martina. « «IL ROMANZO D’UN MAESTRO» DI EDMONDO DE AMICIS : PRIME INDAGINI SULLA LINGUA E LA SUA EVOLUZIONE ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 503–58. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17147.

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Résumé :
L’articolo propone un’indagine linguistica sulla prima metà dell’opera de Il romanzo d’un maestro di Edmondo De Amicis. Dal punto di vista grafico, fonetico, morfologico, lessicale e infine sintattico, si opera un confronto tra l’edizione a stampa del 1900 (ultima vivente l’autore), con la prima edizione del 1890 e una versione autografa del testo, quest’ultima conservata presso la Biblioteca Civica L. Lagorio di Imperia. Nell’articolo si inquadrano i mutamenti intercorsi all’interno della teoria e della prassi linguistica del Nostro oltreché del panorama linguistico e della riflessione grammaticografica e lessicografica a lui coevi. Le scelte linguistiche di De Amicis sono state quasi sempre confrontate anche con quelle della Quarantana del Manzoni: il Nostro è sì manzoniano, ma non pedissequo, e con una autonomia di vedute nella formulazione di proposte linguistico-didattiche caratterizzate dall’uso del fiorentino coevo che si stempera nel toscano, nei classici e, sia pure limitatamente, nell’uso del dialetto. Nel Romanzo d’un maestro è dunque presente un eclettismo linguistico conciliativo, ravvisabile anche nelle pagine dell’Idioma gentile: nonostante il modello manzoniano risulti essere il preferito, tuttavia la sua apertura verso modelli alternativi smorza le più radicali implicazioni del pensiero del Maestro, dando ragione a chi ha riconosciuto il carattere moderato delle scelte linguistiche del Nostro. Il romanzo d’un maestro by Edmondo De Amicis: preliminary investigations of language and its evolution The paper proposes a linguistic investigation of the first half of Il romanzo d’un maestro by Edmondo De Amicis. From the graphic, phonetic, morphological, lexical and syntactic point of view, a comparison is made between the printed edition from 1900 (the last published during the author’s lifetime), with the first edition from 1890 and an autographed version of the text, conserved at the L. Lagorio Civic Library in Imperia. The article frames the changes that took place within De Amicis’s theory and linguistic practise as well as in the linguistic landscape and in the grammatical and lexicographic reflection of his contemporaries. The linguistic choices of De Amicis have almost always been compared with those of Manzoni’s Quarantana: De Amicis is Manzonian, but not slavish, and with an autonomy of views in the formulation of linguistic-didactic proposals characterized by the use of contemporary Florentine which dissolves into classic Tuscan and, to a limited extent, in the use of the dialect. In Romanzo d’un maestro there is therefore a conciliatory linguistic eclecticism, also recognizable in the pages of Idioma gentile: although the Manzonian model is the preferred one, its openness towards alternative models dampens the most radical implications of the Master’s thought, in agreement with those who recognized the moderate character of De Amicis’s linguistic choices.
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Binazzi, Neri. « Appuntiamocelo : in Toscana il temperino si chiama appuntalapis ! » XX, 2022/1 (gennaio-marzo), no 20 (7 janvier 2022). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2022.14663.

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Résumé :
Alcuni lettori ci chiedono se il termine appuntalapis, usato in Toscana, sia “spendibile” anche in lingua o non si debba invece optare per temperamatite; altri domandano se per ‘fare la punta alle matite’ sia preferibile appuntare o appuntire; infine sono abbastanza numerosi i lettori che chiedono se, per indicare la matita di grafite, sia meglio utilizzare lapis, come in Toscana, o matita, come nel resto della Penisola.
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Felicani, Elena. « LE RAGIONI DELLA GRAMMATICA : LE “REGOLE ED OSSERVAZIONI DELLA LINGUA TOSCANA” DI SALVATORE CORTICELLI, TRA CONTINUITÀ DELLA PROPOSTA NORMATIVA E NOVITÀ STRUTTURALI ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (17 janvier 2023). http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19630.

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Voce significativa del panorama linguistico settecentesco è Salvatore Corticelli, padre barnabita e docente di teologia e filosofia, autore delle Regole ed osservazioni della lingua toscana: l’opera, destinata ad avere un successo sistematico su scala nazionale, combina allo studio teorico delle prescrizioni grammaticali la corretta pratica di scrittura, con lo scopo di favorire l’apprendimento della lingua e garantire l’efficacia dell’orazione. Il contributo offre un primo studio intorno alla figura di Corticelli e all’importanza delle Regole: considerata la vita dell’autore, gli anni di insegnamento a Bologna e valutata complessivamente la sua produzione, si illustrerà, a partire dalle dichiarazioni d’intenti affidate alle Prefazione, l’opera grammaticografica nelle due edizioni d’autore (1745 e 1754). The reasons for grammar: the Regole ed osservazioni della lingua toscana by Salvatore Corticelli, between continuity of the normative proposal and structural novelties Salvatore Corticelli, a Barnabite father and professor of theology and philosophy, is a significant voice in the linguistic panorama of the eighteenth-century and is the author of Regole ed osservazioni della lingua toscana, which is destined to have a systematic success on a national scale and combines the theoretical study of grammatical prescriptions with the correct practice of writing, with the aim of encouraging the learning of the language and its ensuring effectiveness. The article gives a first study about Corticelli and the importance of the Regole: considering the author’s life, the years of teaching in Bologna and evaluated his whole production, the grammaticographic work will be illustrated in the two author editions (1745 and 1754).
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Horton, Heather A. « “Equally unknown and unimaginable among the ancients” : Brunelleschi’s Dome and Alberti’s Lingua Toscana ». California Italian Studies 2, no 1 (2011). http://dx.doi.org/10.5070/c321008940.

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Bambi, Federigo. « Alle origini del volgare del diritto. La lingua degli statuti di Toscana tra XII e XIV secolo ». Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge, no 126-2 (6 août 2014). http://dx.doi.org/10.4000/mefrm.2112.

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Coletti, Vittorio. « Come si costruisce il verbo meritare ? Merita rispondere ? E quale ausiliare si merita ? » XVIII, 2021/3 (luglio-settembre), no 18 (27 juillet 2021). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.10589.

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Résumé :
Alcuni lettori, per lo più toscani, ci chiedono se l’uso di meritare nel senso di ‘convenire’ sia di lingua o non si tratti invece di un regionalismo. Altri chiedono quale sia l’ausiliare di meritarsi.
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Schweickard, Wolfgang. « Dario Generali (ed.), Antonio Vallisneri : Che ogni italiano debba scrivere in lingua purgata italiana, o toscana, per debito, per giustizia e per decoro della nostra Italia. Lettera del sig. N. N. *** al sig. Alessandro Pegolotti, segretario di belle lettere del serenissimo di Guastalla, Firenze, Olschki, 2013, 85 p. » Zeitschrift für romanische Philologie 131, no 1 (1 janvier 2015). http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2015-0017.

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