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Szewczul, Bożena. « Kształtowanie się prawa zakonników do należnej wolności w zakresie korzystania z sakramentu pokuty i kierownictwa duchowego (I) : (rys historyczno-prawny) ». Prawo Kanoniczne 50, no 1-2 (15 juin 2007) : 27–51. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2007.50.1-2.02.

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Résumé :
La dovuta libertà dei religiosi nella scelta del confessore e del direttore spirituale e stata definitivamente espressa nel diritto canonico piu di 30 anni fa. La liberta sembra sia chiara, riconosciuta e rispettata in ogni comunità religiosa ma non sempre succede così. Insorgono, infatti, dei problerni, sia da parte dei superiori che delle comunità, i quali possono scatenare conflitti di coscienza in alcuni religiosi. Nell’articolo, l’autrice vuole presentare le difficoltà createsi al diritto soprannominato lungo la storia della vita consacrata. Si augura, inoltre, che l’esperienza degli anacoreti e dei primi monaci aiuti a far comprendere meglio ai superiori religiosi e a tutti i membri delle comunità religiose la necesità della dovuta libertà per quanto riguarda il Sacramento della penitenza e la direzione della cosienza nella loro vita spirituale.
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2

Souza, Lidyane Maria Ferreira de, et Luca Baccelli. « L'UTILITÀ DELL’ANALISI CULTURALE DEI DIRITTI SOGGETTIVI RELIGIOSI ». Revista Eletrônica do Curso de Direito da UFSM 17, no 1 (31 décembre 2022) : e79979. http://dx.doi.org/10.5902/1981369470979.

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Résumé :
Nei paesi democratici, l’ordine giuridico in genere riconosce diritti soggettivi religiosi, prima di tutti la libertà religiosa. Dalla Guerra dei Trent’anni, un’ esperienza storicamente e geograficamente abbastanza specIfica, la libertà religiosa è presentata come soluzione universale alla sfida della coesistenza di differenti credenze religiose nello stesso spazio politico. Di conseguenza, si osserva come questi diritti promuovano determinati tipi di soggettività e di organizzazione religiosa. Dato che tale critica è già stata rivolta alla categoria dei diritti soggettivi, così come a quella dei diritti umani, questo articolo investiga se le risposte fornite a queste critiche – nell’ambito dei studi sociogiuridici, dell’analisi culturale del diritto e della filosofia e sociologia dei diritti umani – possono contribuire a riflettere sull’utilità dei diritti soggettivi religiosi per le persone di fede non egemonica. Si conclude che l’analisi culturale permette identificare possibili reinvenzioni della strategia politica dei diritti soggettivI religiosi.
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3

Bianca Ceffa, Claudia. « Fra coesistenza e convivenza. Le interazioni tra diritti individuali e collettivi all'interno delle confessioni religiose ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 2 (juin 2021) : 33–54. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002003.

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Résumé :
Muovendo dalle peculiarità di quelle particolari formazioni sociali costituite dalle confessioni religiose, l'articolo mira ad indagare come al loro interno sia affrontato il tema del rapporto fra tutela delle libertà individuali e salvaguardia dell'autonomia confessionale, anche alla luce delle nuove esigenze della società multiculturale. Queste ultime, infatti, imponendo all'ordinamento di considerare nuovi possibili profili di lesione dei diritti inviolabili dell'uomo all'interno dei gruppi religiosi, rinnovano il dibattito intorno all'opportunità dell'esistenza dei diritti collettivi in capo alle realtà confessionali, nonostante la funzionalità di tale categoria di diritti all'inveramento dell'obiettivo costituzionale dello sviluppo della personalità individuale.
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Sgreccia, Elio. « Quando la fede si confronta con la legge nell’ambito delle biotecnologie umane ». Medicina e Morale 51, no 3 (30 juin 2002) : 407–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.691.

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Résumé :
L’articolo analizza il rapporto tra istanze religiose e la legge civile, tenendo presente i possibili interventi della legge nel campo della genetica e della procreazione. Dopo aver argomentato che il dialogo tra fedi religiose e regimi democratici stia diventando sempre più urgente per evitare sia i fondamentalismi religiosi sia presunte neutralità morali delle democrazie liberali, l’autore afferma che il fatto religioso cristiano-cattolico ponga tre esigenze fondamentali per un corretto rapporto tra fede e legge: l’esigenza antropologica, cioè di una concezione dell’uomo esigitiva del rispetto della dignità di ogni persona umana; l’esigenza epistemologica, per cui la fede non deve opporsi alla ricerca scientifica e razionale, ma deve indicare il senso della ricerca stessa, nel quadro dei fini dell’uomo; il principio dell’accettazione del sistema democratico nel quale deve essere garantito per ogni uomo il diritto alla libertà-responsabilità in un clima di dialogo e persuasione. Infine, l’articolo si sofferma sugli orientamenti di carattere normativogiuridico sulla genetica e sulla procreazione artificiale che una visione centrata sulla dignità della persona umana richiede: 1. la protezione di individuo umano, cioè la tutela del diritto alla vita di ogni essere umano innocente; 2. il Principio di non discriminazione; 3. il divieto di ogni intervento genetico non terapeutico alterativo; 4. il divieto di brevettazione del genoma umano; 5. la promozione della ricerca in tema di terapia genetica; 6. la protezione degli individui che operano e sperimentano nei laboratori di biotecnologie sul DNA.
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Casas, Santiago. « Silvia SCATENA, La fatica della libertà. L'elaborazione della dichiarazione «Dignitatis humanae» sulla libertà religiosa del Vaticano II, Il Mulino («Tesi e ricerche di scienze religiose», 31), Bologna 2003, 602 pp. » Anuario de Historia de la Iglesia 14 (18 avril 2018) : 570–71. http://dx.doi.org/10.15581/007.14.23522.

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Cardia, Carlo. « Identitŕ religiosa e culturale europea : la questione del crocifisso ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (décembre 2010) : 33–66. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001003.

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La presenza del crocifisso nelle aule scolastiche in Italia č stata ritenuta incompatibile con la libertŕ di religione e di educazione dalla Corte di Strasburgo, con una sentenza (Lautsi) che appare in contrasto con la giurisprudenza costante della stessa Corte, la quale riconosce agli stati un ampio margine di apprezzamento in materia della libertŕ religiosa, a tal fine richiamandosi alla tradizione dei singoli paesi. La sentenza, disattendendo il suo stesso criterio di valutazione, che impone di esaminare il contesto storico-culturale, perviene, con una sorta di atteggiamento di ‘iconoclastia laica', a un concetto limitato e fuorviante di educazione delle nuove generazioni. Infatti, se si concepisce il simbolo religioso come un elemento negativo e conturbante, i bambini cresceranno con un senso di ostilitŕ verso questi simboli, come se fossero fattori di divisione, e il rapporto tra religioni diverrebbe un rapporto diffidente, ostile e potenzialmente conflittuale. Senza poi considerare il fatto che il diritto di una maggioranza religiosa va tutelato con la stessa cura di quelli delle minoranze.
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Dammacco, Gaetano. « Riflessioni sul diritto di satira e i suoi limiti ». Studia z Prawa Wyznaniowego 23 (30 décembre 2020) : 101–21. http://dx.doi.org/10.31743/spw.10355.

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Résumé :
La satira è un paradigma estremo della libertà di espressione, ma esistono incertezze sulla sua definizione concettuale e sulla relativa disciplina giuridica. Lo sviluppo della comunicazione ha prodotto numerose figure letterarie simili tra loro come la cronaca (una registrazione impersonale e non interpretativa di fatti accaduti), la critica (analisi soggettiva e giudizio relativi a fatti accaduti) e la satira (critica sarcastica di personaggi, comportamenti, modi di fare individuali con scopo di denuncia sociale). Gli elementi che caratterizzano la satira, sviluppatisi nel corso dei secoli, sono sostanzialmente due: attenzione alle contraddizioni (della politica, della società, della religione, della cultura) e intento moralistico per promuovere un cambiamento sociale. La satira religiosa colpisce il potere ecclesiastico e le sue contraddizioni, ma colpisce anche i simboli religiosi e i contenuti delle religioni. Ne conseguono differenti conseguenze giuridiche. Quando colpisce il patrimonio di fede dei credenti essa non è accettabile. La satira religiosa genera una specie di conflitto tra differenti valori costituzionali, e cioè tra il diritto alla libera espressione del pensiero e il diritto alla reputazione e alla tutela del sentimento religioso. Il diritto di satira in generale è riconosciuto dagli ordinamenti giuridici (sia internazionali, sia nazionali) come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale, che deriva dalla libertà di espressione e di pensiero. Pensiero, coscienza e religione – per esempio nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – sono omologhi (come beni giuridici o valori etici). Pertanto pensiero, coscienza e religione non possono essere in contrapposizione tra loro. Notevoli incertezze esistono sulla disciplina giuridica del diritto di satira, che non può mai offendere i diritti fondamentali della persona, la sua dignità, la sua reputazione. La Carta di Nizza ha favorito un orientamento, che considera il diritto di libera espressione nella sua forma più ampia ed espansiva. È tuttavia sempre stato affermato il valore prevalente dei diritti umani fondamentali, che non possono essere offesi dall’esercizio del diritto di satira. Negli ordinamenti giuridici nazionali, la forza del diritto di satira consiste nel riconoscimento del suo rango costituzionale, ma anche nei limiti che deve avere. La giurisprudenza ha elaborato i vincoli “formali”, tra i quali i più importanti sono il limite della continenza e della funzionalità.
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Soler, Carlos. « Silvia SCATENA, La fatica della libertà. L’elaborazione della dichiarazione «Dignitatis humanae» sulla libertà religiosa del Vaticano II, Società Ed. Il Mulino («Testi e ricerche di scienze religiose, nuova serie», 31), Bologna 2003, 601 pp., 16 x 23, ISBN 88-15-09661-2. » Scripta Theologica 36, no 3 (30 novembre 2017) : 995. http://dx.doi.org/10.15581/006.36.13802.

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Di Gesù, Jacopo. « Simboli religiosi e libertà religiosa. Profili costituzionali ». Persona y Derecho, no 77 (11 décembre 2017) : 195–226. http://dx.doi.org/10.15581/011.77.195-226.

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De La Hera, Alberto. « LEZIROLI, Giuseppe : Aspetti della libertà religiosa nel quadro dell'attuale sistema di relazione fra Stato e Confessioni religiose, 1 vol. de 240 págs. Publicazioni della Facoltà Giuridica dell'Università di Ferrara, Giuffrè Editore, Milano, 1977 ». Ius Canonicum 20, no 39 (27 mars 2018) : 364–66. http://dx.doi.org/10.15581/016.20.20326.

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Santoro, Roberta. « Educazione religiosa, disagio e minori. Commento alla sentenza della Corte di Cassazione italiana del 24 maggio 2018, n.12954 ». Studia z Prawa Wyznaniowego 21 (18 décembre 2018) : 413–22. http://dx.doi.org/10.31743/spw.182.

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Il presente lavoro ha ad oggetto una pronuncia emessa dalla Suprema Corte di Cassazione, con la recente sentenza del 24 maggio 2018, n.12954, che ha posto l’accento su tematiche riguardanti i minori e la loro educazione religiosa. La vicenda, definendo questioni inerenti alla separazione in presenza di minore, tratta il complesso argomento dell’intesa tra i genitori circa l’educazione da impartire (nello specifico quella religiosa), analizzando la legittimità del comportamento del padre di imporre alla figlia minore una religione diversa da quella dalla stessa praticata con la mamma, rilevando soprattutto l’aspetto del disagio, lamentato dalla stessa minore nel praticare questo “nuovo” culto. L’analisi, inoltre, porta a considerare che la scelta e la pratica di una religione rientra nella manifestazione del diritto di libertà religiosa, tutelato dall’art. 19 della Costituzione, conseguentemente, a poter ritenere ammissibile un autonomo diritto di libertà religiosa da parte del figlio minore, e a domandarci se l’esercizio di questo diritto possa contrastare con la divergente decisione di uno o di entrambi i genitori.
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Muñoz, Rodrigo. « Mario TOSO, Democrazia e libertà. Laicità oltre il neoilluminismo postmoderno, LAS («Biblioteca di Scienze Religiose», 196), Roma 2006, 248 pp., 17 x 24, ISBN 978-88-213-0610-5. » Scripta Theologica 40, no 2 (16 octobre 2017) : 651. http://dx.doi.org/10.15581/006.40.10581.

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Marciani Burgos, Betzabé. « Los dilemas de la laicidad positiva : un análisis a partir del caso peruano ». Doxa. Cuadernos de Filosofía del Derecho, no 38 (15 novembre 2015) : 237. http://dx.doi.org/10.14198/doxa2015.38.09.

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El retorno del fenómeno religioso, que se produce en el contexto de la denominada crisis de la modernidad, ha puesto en entredicho los alcances del proceso de secularización de las sociedades occidentales. Hoy se discute el papel que debería cumplir la religión en el ámbito público y su incidencia en el modelo de laicidad de los Estados constitucionales. De este modo, los conceptos de laicidad y de neutralidad estatal, propios de la tradición liberal, son cuestionados por algunos autores y se proponen modelos alternativos de relación entre Estado e Iglesia (o Iglesias), sobre la base de una concepción positiva de la libertad religiosa y de una valoración de lo religioso (y de ciertas religiones) por su trascendencia cultural o social. El propósito de este trabajo es cuestionar los alcances de la llamada laicidad positiva y sus efectos en la protección de los derechos de libertad e igualdad, con especial referencia al caso peruano.
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Rosado-Villaverde, Cecilia. « La contribución de las reformas protestantes en la aparición de los derechos y libertades ». Estudios de Deusto 69, no 1 (7 juillet 2021) : 241–77. http://dx.doi.org/10.18543/ed-69(1)-2021pp241-277.

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Nuestras actuales democracias son herederas de muchos de los fundamentos y nociones que se consolidaron durante los Estados liberales. Pero en la formación de estos estados influyeron diferentes aspectos que fueron trascendentales en el nacimiento de la organización política liberal. Uno de ellos fue el hecho o factor religioso. Se puede observar que las religiones extendidas en Europa y en Estados Unidos tuvieron cierta influencia, en mayor o menor medida, en los principios inspiradores que se reconocen en nuestros textos constitucionales. En este trabajo se pretende poner de relieve la relevancia que las Reformas protestantes tuvieron en el nacimiento de la libertad religiosa y de pensamiento, pero también en la propia concepción de las Declaraciones de derechos de finales del siglo XVIII. Recibido: 15.04.2021Aceptado: 18.06.2021
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Chenaux, Philippe. « Paul VI and the religious freedom ». Anuario de Historia de la Iglesia 25 (1 juin 2016) : 193–207. http://dx.doi.org/10.15581/007.25.193-207.

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Dyduch, Jan. « Potrójna misja Kościoła w świetle Konkordatu Polskiego z 1993 roku ». Annales Canonici 7 (31 décembre 2011) : 87–99. http://dx.doi.org/10.15633/ac.0706.

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L’aggressiva campagna antiecclesiastica condotta in Polonia ha attaccato il fondamentale diritto della Chiesa a svolgere la sua missione, per es. il diritto ad insegnare la religione nella scuola. In questa situazione vale la pena di ricordare che il libero compimento della triplice missione della Chiesa è garantito dal Concordato Polacco del 1993. E il suo principio conduttore è la libertà religiosa, grazie al quale il concordato assicura lo svolgimento della missione ecclesiastica: profetica, santificatrice e pastorale.
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Gentile, Valentina. « La religione, le religioni e il progetto politico di J. Rawls ». Rivista Italiana di Filosofia Politica 1 (3 décembre 2021) : 267–85. http://dx.doi.org/10.36253/rifp-1471.

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The essay explores the relationship between religion and Rawls from the perspective of some issues that are central to his political project: political autonomy, public reason and the implications of the fact of pluralism for the development of the idea of decent peoples. Religion has a dual dimension in political liberalism, plural and singular. The problem of the liberal political transition is to allow these two dimensions to coexist harmoniously within the liberal political project.
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Hodge, David R. « Advocating for the forgotten human right ». International Social Work 49, no 4 (juillet 2006) : 431–43. http://dx.doi.org/10.1177/0020872806065322.

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English Human rights are a central social work concern. Little attention, however, has been paid to the right to religious freedom called by some the forgotten human right delineated in Article 18 of the Declaration. Given increasing religious persecution around the world, this represents a significant oversight. Accordingly, this article suggests strategies for promoting religious freedom and ameliorating religious oppression. French Les droits de la personne sont une préoccupation clé du travail social. Toutefois, on a porté peu d'attention au droit de la liberté de religion que certains qualifient de droit de l'homme oublié évoqué à l'article 18 de la Déclaration. Si l'on tient compte du phénomène croissant de la persécution religieuse à l'échelle de la planète, l'oubli est significatif. Pour pallier ce manque, cette recherche propose des stratégies visant la promotion de la liberté religieuse et la réduction des oppressions dans ce domaine. Spanish Una preocupación central del trabajo social son los derechos humanos. Se ha prestado poca atención, sin embargo, al derecho de libertad religiosa llamada por algunos 'el derecho humano olvidado' - delineado en Artículo 18 de la Declaración. Dado el aumento mundial de persecución religiosa, esto representa un descuido significativo. En este ensayo sugiere estrategias para promover la libertad religiosa y disminuir la opresión.
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Guimdo, Bernard-Raymond. « Réflexion sur les assises juridiques de la liberté religieuse au Cameroun ». Les Cahiers de droit 40, no 4 (12 avril 2005) : 791–819. http://dx.doi.org/10.7202/043578ar.

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Résumé :
La question de la liberté religieuse est aujourd'hui au coeur des droits fondamentaux. Parce qu'elle concerne l'individu et la collectivité, elle préoccupe aussi bien les États que la société internationale. Il ne s'agit plus seulement d'une question philosophique ou purement religieuse. Elle touche aussi, et davantage, le droit, qu'il soit national ou international. Il est ainsi possible de parler des assises juridiques de la liberté religieuse. Au Cameroun, ces assises juridiques sont nombreuses et variées. Quelles sont-elles et qu'engendrent-elles ? Autrement dit, qu'elle est la substance de ces fondements juridiques et quelle en est la portée ? Telles sont les interrogations fondamentales que le problème des assises juridiques de la liberté religieuse soulève. Dans ce pays, la substance des assises juridiques de cette liberté fondamentale est relative, d'une part, à son énonciation et, d'autre part, à sa protection. Les textes internationaux et nationaux en vigueur y énoncent la liberté religieuse en consacrant un droit à la liberté religieuse et en organisant ses modalités d'exercice. Ils protègent, avec la jurisprudence, les personnes et les communautés religieuses, tandis que les textes nationaux déterminent les mécanismes de protection des biens appartenant aux communautés religieuses. Par ailleurs, la portée de ces assises juridiques est ambivalente. D'abord, il se produit un relatif effritement du monopole des religions classiques, lequel se traduit par la prolifération des sectes et de nouveaux mouvements religieux de même que par la réémergence de la religion traditionnelle africaine. Ensuite, il y a une persistance des limitations à l'exercice de la liberté religieuse. Celles-ci sont de deux ordres: juridique et extrajuridique. Au total, les assises juridiques de la liberté religieuse sont, comme Janus, « biface » : elles favorisent en même temps qu'elles défavorisent son exercice.
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Panasiewicz, Roberlei, et Gilbraz Aragão. « Novas fronteiras do pluralismo religioso ». HORIZONTE 13, no 40 (25 décembre 2015) : 1841. http://dx.doi.org/10.5752/horizonte.v13i40.10708.

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Résumé :
<p>Como entender a crescente população, no Brasil e no mundo, que não tem afiliação religiosa: os sem religião? Estaríamos entrando em uma era irreligiosa ou pós-religiosa, na qual restaria das religiões tradicionais, em todas as latitudes, apenas uma espiritualidade introspectiva de meditação silenciosa? Essa modelização da religiosidade não é funcional ao onipresente sistema de dominação capitalista – e ao seu “evangelho” liberal? A educação religiosa, no contexto de complexidade dessa nova “aldeia global”, com seu pluralismo religioso e pós-religioso, poderia ou deveria tratar apenas das dimensões pedagógicas que existem entre e para além de todas as tradições de fé? Estaríamos caminhando para a possibilidade até de uma teologia geral das religiões e uma teologia pós-religiões, que vá além não de uma religião, mas das religiões enquanto tais, e seja centrada na espiritualidade? Ou tal pretensão teológica não passa de uma filosofia (equivocada) da história? Este artigo, partindo da metodologia teórica, ensaia as primeiras respostas para essas questões.</p>
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Panasiewicz, Roberlei, et Gilbraz Aragão. « Novas fronteiras do pluralismo religioso ». HORIZONTE 13, no 40 (25 décembre 2015) : 1841. http://dx.doi.org/10.5752/p.2175-5841.2015v13n40p1841.

Texte intégral
Résumé :
<p>Como entender a crescente população, no Brasil e no mundo, que não tem afiliação religiosa: os sem religião? Estaríamos entrando em uma era irreligiosa ou pós-religiosa, na qual restaria das religiões tradicionais, em todas as latitudes, apenas uma espiritualidade introspectiva de meditação silenciosa? Essa modelização da religiosidade não é funcional ao onipresente sistema de dominação capitalista – e ao seu “evangelho” liberal? A educação religiosa, no contexto de complexidade dessa nova “aldeia global”, com seu pluralismo religioso e pós-religioso, poderia ou deveria tratar apenas das dimensões pedagógicas que existem entre e para além de todas as tradições de fé? Estaríamos caminhando para a possibilidade até de uma teologia geral das religiões e uma teologia pós-religiões, que vá além não de uma religião, mas das religiões enquanto tais, e seja centrada na espiritualidade? Ou tal pretensão teológica não passa de uma filosofia (equivocada) da história? Este artigo, partindo da metodologia teórica, ensaia as primeiras respostas para essas questões.</p>
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Lopes Gonçalves, Paulo Sérgio, et Alexandre Boratti Favretto. « QUESTÕES SOBRE LIBERDADE RELIGIOSA A PARTIR DA DECLARAÇÃO CONCILIAR DIGNITATIS HUMANAE ». PARALELLUS Revista de Estudos de Religião - UNICAP 9, no 20 (3 novembre 2018) : 121. http://dx.doi.org/10.25247/paralellus.2018.v9n20.p121-142.

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Résumé :
Ao estabelecer o tema da liberdade religiosa, o Concílio Vaticano II possibilita o erigir de uma nova e positiva consciência do fenômeno do pluralismo religioso como questão teológica. A permanência da religião na contemporaneidade, nos moldes do pluralismo religioso, faz com que seja imprescindível promover o diálogo entre as distintas tradições religiosas e entre as religiões e a realidade secular. Deste modo, objetiva-se apresentar panoramicamente o histórico da teologia das religiões e a elaboração de uma teologia do pluralismo religioso que se configure como teologia hermenêutica inter-religiosa. Estabelece-se que a resposta política adequada ao fenômeno do pluralismo religioso é o direito à liberdade de consciência e religião tutelada pelo Estado liberal. A neutralidade do Estado democrático e laico é promotor de uma “correlação polifônica”, que envolve as tradições religiosas e a razão secular, possibilitando a perspectiva de mútua reordenação destas forças, contribuindo para a constituição do Estado democrático ao considerar o valor da colaboração das diversas tradições religiosas no debate público. Para tanto, tomou-se a obra Dialética da secularização, que coloca em diálogo J. Habermas e J. Ratzinger, para explorar o princípio de neutralidade do Estado laico e a tutela do diálogo entre as distintas tradições religiosas entre si e com o âmbito secular, e a obra de C. Geffré, De Babel a Pentecostes, para o desenvolvimento de uma nova teologia do pluralismo religioso. Deste modo, o texto contribui para a consciência da inserção da linguagem religiosa no debate público e a complementaridade entre religião e racionalidade secular.
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Pawluk, Tadeusz. « Sprawy wyznaniowe w Konstytucji 3 Maja ». Prawo Kanoniczne 35, no 1-2 (5 juin 1992) : 3–13. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.01.

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La costituzione, votata a Varsavia dal parlamento polacco il 3 Maggio 1791, fu di grande valore, essendo la prima in Europa e la seconda nel mondo, dopo quella degli Stati Uniti di America (1787). Essa fu un coronamento di una lunga attività delle persone colte che desideravano sinceramente di sollevare la Polonia dall’umiliante caduta politica e farne un paese moderno dell’Europa. Con gli autori della Costituzione del 3 Maggio collaboravano numerosi rappresentanti del clero. La Costituzione del 3 Maggio era di stampo cristiano e cattolico. L’articolo primo stabiliva che la fede cattolica sarà in Polonia la religione reggente. Il fatto di aversi dichiarato per la religione cattolica come una religione reggente, non introduceva l’egemonia religiosa ma proteggeva pubblicamente, nello stato multinazionale e multiconfessionale, valori universali provenienti dal cristianesimo e dalla Chiesa cattolica alla quale la Polonia aveva legato la propia sorte. La Costituzione, in parola garantiva la libertà di fede a tutte le confessioni che esistevano in Polonia.
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Rubboli, Massimo. « RIFORMA RADICALE E LIBERTÀ RELIGIOSA ». Revista de Teologia e Ciências da Religião da UNICAP 6, no 2 (2016) : 355–67. http://dx.doi.org/10.20400/p.2237-907x.2016v6n2p355.

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Silva, Emanuel Freitas da, et Emerson José Sena da Silveira. « ‘A Bíblia É o Nosso Regimento’ : debate parlamentar, liberdade de crença e democracia-liberal representativa ». Revista AntHropológicas 32, no 2 (24 janvier 2022) : 9. http://dx.doi.org/10.51359/2525-5223.2021.249339.

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Résumé :
Problematizando a razão de legislar sobre crimes de intolerância religiosa, objetivamos analisar as relações entre religião e política no Brasil contemporâneo a partir dos usos da ideia de liberdade de crença por parlamentares religiosos. A tramitação do Projeto de Lei 578/2019, na Assembleia Legislativa do Ceará, de autoria de deputados do PT e que versava sobre a punição de crimes de intolerância religiosa, foi obstada por deputados evangélicos por enxergarem ‘ameaças à Igreja de Jesus’, sob o argumento da ‘liberdade de crença’. Embasados em metodologias qualitativas – revisão bibliográfica parcial, análise discursiva e dos conceitos ‘cidadania religiosa’ e ‘democracia agonística’, investigaremos esta hipótese: os deputados opõem uma ‘muralha’ contra projetos vistos como ‘ameaça à fé’, legitimando, nos limites da democracia representativa, o código moral-religioso. Pretende-se compreender, assim, os limites postos à laicidade do Estado pela atuação de parlamentares que fazem da defesa dos interesses de suas instituições a raison d’être de seus mandatos.
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Robert, Marie-Pierre. « Des crimes religieux : aux confluents du droit pénal et de la liberté de religion ». Les Cahiers de droit 50, no 3-4 (4 mars 2010) : 663–90. http://dx.doi.org/10.7202/039337ar.

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Résumé :
Le texte qui suit propose une analyse des crimes religieux à la lumière de la protection constitutionnelle de la liberté de religion et du concept de laïcité. Le Code criminel actuel contient toujours des crimes qui ont été adoptés dans le but d’enrayer une pratique religieuse ou antireligieuse. Si le droit pénal peut s’inscrire dans la logique du respect de la liberté de religion, en protégeant les adeptes de toutes les religions, il peut également porter atteinte à la liberté de religion, comme dans le cas de la polygamie ou du libelle blasphématoire. C’est en s’appuyant sur une analyse historique que l’auteure fera le pont entre liberté de religion et crimes religieux.
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Barbarossa, Diamante. « La disciplina delle macellazioni rituali nell'Europa del benessere animale : tre decisioni della Corte di giustizia ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 1 (novembre 2021) : 31–69. http://dx.doi.org/10.3280/aim2019-001002.

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Résumé :
La sentenza della Corte di giustizia del 17 dicembre 2020 nella causa Centraal Israëlitisch Consistorie van België e a. ha stabilito che gli Stati membri possono imporre tecniche di stordimento reversibile in caso di macellazioni rituali, sostenendo che tale scelta realizzi un giusto bilanciamento tra benessere animale e libertà religiosa. Questa sentenza rappresenta la terza pronuncia in tre anni consecutivi in materia di macellazioni rituali, a riprova della complessità della questione. Il presente lavoro permette di ricostruire la disciplina dei mercati alimentari religiosi di carni halal e kosher, attraverso l'interpretazione delle principali disposizioni del reg. (CE) n. 1099/2009 in fatto di macellazioni rituali offerta dalle tre sentenze della Corte di giustizia, al fi ne di comprendere l'impatto di quest'ultime sulla disciplina. In seguito, si rifl etterà sulle maggiori problematiche che ancora oggi caratterizzano i mercati alimentari religiosi, soprattutto in fatto di informazioni, anche alla luce dell'auspicata etichettatura europea del benessere animale, promossa dalla Strategia From farm to fork a garanzia di scelte alimentari sostenibili.
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Robert, Jacques. « La liberté religieuse ». Revue internationale de droit comparé 46, no 2 (1994) : 629–44. http://dx.doi.org/10.3406/ridc.1994.4893.

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Prieto, Vicente. « Legal Recognition of Religious Institutions under Colombian Law : A Critical Analysis of the Statutory Law on Religious Freedom ». Díkaion 21, no 1 (1 juin 2012) : 285–314. http://dx.doi.org/10.5294/dika.2012.21.1.9.

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Vicenza, Giordano. « Multiculturalismo Specifico in Svizzera ». INFLUENCE : International Journal of Science Review 1, no 2 (25 août 2019) : 1–9. http://dx.doi.org/10.54783/influence.v1i2.87.

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Résumé :
Ci sono numerose aree, culture e lingue in Svizzera. In Svizzera, le minoranze sono per lo più minoranze etno-linguistiche la cui lingua comune è unificata. Lo Stato elvetico è stato quindi considerato uno Stato multilingue sin dalla costituzione della Confederazione nel 1848. La Confederazione ei Cantoni devono preservare le minoranze linguistiche. I fondamenti della struttura sociale svizzera sono due principi: libertà linguistica (Sprachenfreiheit) e territorialità con multiculturalismo storico e quattro lingue nazionali (Territorialitätsprinzip). Non esiste una religione di stato ufficiale in Svizzera. La religione predominante è il cristianesimo, l'islam è la più grande minoranza religiosa. Le maggiori confessioni cristiane sono quella cattolica (37,7%) e la CRS (25,5 per cento). La Svizzera ha iniziato l'afflusso di nuove minoranze culturali dopo la seconda guerra mondiale ed era fortemente legata alla migrazione economica e al massiccio numero di lavoratori ospiti dal Terzo mondo e dall'ex Jugoslavia nell'Europa meridionale. La tutela delle minoranze nazionali, ma non delle minoranze culturali, coinvolge il diritto internazionale. La tutela delle minoranze nazionali in Svizzera si basa anche su norme internazionali.
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Acerbis, Elia, et Paolo Biavati P. « L'Insegnamento religioso nella scuola pubblica italiana. Libertà di insegnamento, libertà nell'apprendimento ». Ius Canonicum 18, no 35-36 (27 mars 2018) : 81–138. http://dx.doi.org/10.15581/016.18.20439.

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Prélot, Pierre-Henri. « Les religions et l'égalité en droit français ». Les Cahiers de droit 40, no 4 (12 avril 2005) : 849–86. http://dx.doi.org/10.7202/043580ar.

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Résumé :
L'absence de reconnaissance institutionnelle des religions ainsi que l'affirmation de neutralité religieuse de l'État imposent à ce dernier de les traiter toutes de manière égale, sans en privilégier ni en défavoriser aucune. Posées dans le cadre français, ces règles simples dans leur principe soulèvent en droit de nombreuses difficultés. En effet, les solutions juridiques mises en oeuvre pour aménager l'exercice de la liberté religieuse créent parfois des discriminations au désavantage de certains cultes. Pour des raisons notamment de tradition historique, la place du catholicisme est à certains égards favorisée, au détriment en particulier des religions dites minoritaires ou encore d'implantation plus récente. La première partie de l'exposé, établit un bilan du droit français actuel et il met ainsi en évidence trois causes de discrimination : l'imprégnation chrétienne du droit laïque, la loi de 1905 portant séparation de l'Église et de l'État elle-même et, enfin, les motifs d'ordre public, opposés à des religions comptant peu d'adeptes, au nom de la lutte contre les sectes. La seconde partie, cherche à proposer les conditions d'un traitement non discriminatoire des religions. Cela implique notamment de tenir compte de leurs spécificités et de renoncer lorsque le traitement est inadapté à un régime uniforme au profit d'aménagements particuliers. Le droit français s'est déjà engagé, au reste, dans cette voie.
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D’Antonio, Emanuele. « Battesimi forzati e libertà religiosa nell'Italia asburgica ». PASSATO E PRESENTE, no 115 (février 2022) : 142–60. http://dx.doi.org/10.3280/pass2022-115010.

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Napolitano, Carmine. « TOLLERANZA – INTOLLERANZA – LIBERTÀ RELIGIOSA NELLA PROSPETTIVA PENTECOSTALE ». Revista de Teologia e Ciências da Religião da UNICAP 5, no 1 (2015) : 071–80. http://dx.doi.org/10.20400/p.2237-907x.2015v5n1p071.

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Rolland, Patrice, et Trad de Emilia Bea Pérez. « El orden público ante la libertad religiosa. Reflexiones sobre un debate ». Cuadernos Electrónicos de Filosofía del Derecho, no 43 (28 décembre 2020) : 220. http://dx.doi.org/10.7203/cefd.43.18032.

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Résumé :
Una práctica religiosa -el uso del velo integral- abrió un debate importante sobre los límites del orden público en relación con la libertad religiosa. En Francia, a raíz del Étude del Consejo de Estado adoptado en 2010, se hicieron varias distinciones: entre una concepción material e inmaterial del orden público, entre una concepción clásica y una concepción renovada y, en el plano político, entre una concepción liberal y una concepción republicana. El vínculo del orden público respecto a la libertad religiosa no es exáctamente igual al que mantiene con el resto de libertades, ya que la historia política los ha unido en una reflexión sobre los orígenes del Estado moderno. La búsqueda y justificación de los límites de la libertad religiosa conduce a un cuestionamiento más general del modelo político y social de la comunidad humana. Dicho de otra forma, este debate sobre el contenido del orden público se basa en si a las religiones, más allá del respeto al orden público en sentido estricto, se les puede exigir respetar el orden moral de una sociedad secularizada.
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RODRIGUES, LEONARDO SANTANA DOS SANTOS, LUÍS MAURO SÁ MARTINO et NETÍLIA SILVA DOS ANJOS SEIXAS. « UM CARNAVAL DIFERENTE : UM ESTUDO DA COBERTURA DOS CARNAVAIS RELIGIOSOS PELA TV LIBERAL, EM BELÉM, PARÁ, ENTRE 2013 E 2018 ». Espaço e Cultura, no 43 (18 juin 2018) : 52–76. http://dx.doi.org/10.12957/espacoecultura.2018.46778.

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Résumé :
Originariamente uma festa religiosa, o carnaval se tornou um evento laico, mas algumas denominações vêm resgatando essa matriz e promovendo suas próprias celebrações – os “carnavais religiosos”. Como essa tensão entre secular e religioso é vista pela mídia? Este artigo analisou todas as notícias sobre carnavais religiosos exibidas no Bom Dia Pará e Jornal Liberal, 1a. e 2a. edições, exibidos pela TV Liberal, de Belém, entre 2013 e 2018. A pesquisa mostrou três principais elementos: (a) igrejas e denominações religiosas têm um espaço secundário nas notícias; (b) celebrações católicas, sobretudo da Renovação Carismática, tiveram mais destaque; (c) carnavais religiosos são noticiados do mesmo modo que os seculares, com a lógica da mídia se sobrepondo às especificidades religiosas. Esses elementos são discutidos a partir dos estudos recentes sobre mídia e religião.
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Noronha, Andrius Estevam. « A IDENTIDADE ÉTNICA E RELIGIOSA NUMA COMUNIDADE DE IMIGRANTES ALEMÃES NO SUL DO BRASIL : SANTA CRUZ DO SUL NA I REPÚBLICA (1889-1930) ». Revista Relegens Thréskeia 8, no 2 (21 janvier 2020) : 42. http://dx.doi.org/10.5380/rt.v8i2.69555.

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Résumé :
O trabalho analisa a identidade étnica e religiosa numa comunidade de imigrantes alemães no sul do Brasil tendo a cidade gaúcha de Santa Cruz do Sul como estudo de caso no contexto da I República (1889-1930). Essa abordagem procura entender a construção de um discurso germânico e a capacidade dos luteranos em mobilizar sua rede de relações num ambiente hegemonicamente católico em nível local, regional e nacional. Tendo como base uma revisão bibliográfica sobre essa comunidade teuto-brasileira e dados estatísticos do cotidiano religioso, político e econômico, procuramos analisar a historiografia sobre a identidade étnica e religiosa de Santa Cruz do Sul além do perfil socioeconômico das populações católicas e luteranas. Por fim, recuperamos os resultados da disputa eleitoral entre as agremiações partidárias com maioria católica (Partido do Centro Católico) frente ao oponente de maioria luterana (Partido Liberal) na política local comparando com o hegemônico Partido Republicano Riograndense.
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Maniscalco, Maria Luisa. « Libertŕ religiosa e minoranze in Europa ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (novembre 2010) : 17–28. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003002.

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Scatena, Silvia. « Liberté religieuse et modernité politique ». Raisons politiques 4, no 4 (2001) : 156. http://dx.doi.org/10.3917/rai.004.0156.

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Marzouki, Nadia. « Offense morale contre liberté religieuse ». Revue française de science politique 61, no 5 (2011) : 839. http://dx.doi.org/10.3917/rfsp.615.0839.

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Goma Mackoundi Loembet, Rodrigue. « La liberté religieuse dans l’entreprise ». Revue juridique de l'Ouest 28, no 2 (2015) : 71–82. http://dx.doi.org/10.3406/juro.2015.4950.

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Oviedo, Gilberto. « La guerra de las escuelas y la psicología : Colombia 1876 ». Universitas Psychologica 13, no 5 (3 octobre 2014) : 2003. http://dx.doi.org/10.11144/javeriana.upsy13-5.gepc.

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Résumé :
La guerra de las escuelas fue una disputa político-militar por la formación espiritual de la población colombiana. El radicalismo liberal sustituyó en 1872 la educación religiosa, heredada de España, por la pedagogía pestalozziana. El conservatismo reaccionó para restablecer la espiritualidad del alma y la educación escolástica regentada por la Iglesia. Las ideas políticas sobre la mente humana fueron un lema de batalla y la educación su escenario bélico. La guerra de 1876 demostró la predilección popular por el discurso religioso y su consideración de la psique como un hecho sobrenatural entendible a la luz de la fe. Los términos del debate constituyen una valiosa pieza conceptual que reflejan la aproximación colombiana a la psicología en el siglo XIX.
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de Charentenay, Pierre. « La�cit� et libert� religieuse ». Apr�s-demain N�48,NF, no 4 (2018) : 28. http://dx.doi.org/10.3917/apdem.048.0028.

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Fiorita, Nicola. « Uguaglianza e libertŕ religiosa negli "anni zero" ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 1 (mai 2011) : 30–49. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-001003.

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Gauchet, Marcel. « Qual a função das instituições religiosas nas sociedades saídas da religião ? » HORIZONTE 15, no 46 (30 juin 2017) : 345. http://dx.doi.org/10.5752/p.2175-5841.2017v15n46p345.

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Résumé :
<p>Este texto propõe uma reflexão sobre o papel que as instituições religiosas exercem na sociedade atual, uma sociedade na qual as igrejas são reenviadas para o âmbito da sociedade civil, reservando-se, assim, um espaço privado para o religioso. Ele mostra que o processo denominado de saída da religião não significa nem o fim da crença religiosa nem o desaparecimento das instituições religiosas, mas que seu sentido último reside numa mudança de estatuto, no que diz respeito ao religioso. O texto encontra-se dividido em cinco partes distintas. A primeira delas procura pensar a relação do religioso com os âmbitos público e privado, mostrando que as convicções religiosas são feitas para serem afixadas e reivindicadas no espaço público, mas que elas aí se inscrevem a título privado. A segunda parte apresenta a permanência das instituições religiosas como o resultado de uma relegitimação paradoxal, em que a religião emerge sob o signo de uma individualização do religioso. A terceira parte discorre sobre a ideia liberal de uma religiosidade republicana, em que a liberdade democrática adquire a forma de um espiritual histórico de alcance metafísico. A quarta parte trata da identidade histórica e de sua transmissão, bem como do movimento de destradicionalização das igrejas e de seu papel em meio à perda de sentido. A quinta e última seção mostra o papel que as instituições religiosas têm a desempenhar no cenário contemporâneo, que testemunha um insidioso processo de desumanização.</p>
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Martens, Kurt. « Libertà Religiosa e Reciprocità ed. by José Antonio Araña ». Jurist : Studies in Church Law and Ministry 71, no 2 (2011) : 451–53. http://dx.doi.org/10.1353/jur.2011.0006.

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Silva, Janete Rodrigues da. « Movimento neopentecostal e neoesoterismo : um enfoque sob o paradigma da orientalização do Ocidente ». Plural (São Paulo. Online) 18, no 2 (1 décembre 2011) : 135. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2176-8099.pcso.2011.74505.

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Résumé :
<strong><strong></strong></strong>Segundo Campbell (1997), o Ocidente sofre um processo de orientalização que se traduz em uma gradativa substituição da teodiceia judaico-cristã, com base na concepção de um Deus pessoal e transcendente que impõe sua vontade e exige obediência, por outra oriental fundada em uma representação imanentista da divindade, que, por sua vez, é mais apropriada a uma sociedade marcadamente antropocêntrica. O objetivo aqui é mostrar que o movimento neopentecostal, com a ressignificação dos conteúdos cristãos, emerge como produto típico desse contexto histórico-cultural e, portanto, está mais apto a trazer respostas às demandas existenciais próprias desse tempo, de onde advém seu êxito na disputa por consumidores de bens e serviços religiosos. Nesse sentido, ele se afasta da ortodoxia do protestantismo tradicional e se aproxima da heterodoxia das tradições religiosas do Oriente. Assim, partindo do pressuposto de que existem similaridades que evidenciam essa aproximação, propõe-se um estudo comparativo entre uma denominação neopentecostal, Igreja Universal do Reino de Deus, e uma instância religiosa que seja representativa das religiosidades de cunho oriental; no caso, a instituição religiosa Perfect Liberty, com a finalidade última de delinear o perfil do sujeito religioso na contemporaneidade
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Pizzo, Paola. « Islam, Egitto e minoranze religiose ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (novembre 2010) : 29–32. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003003.

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Résumé :
Il fenomeno dell'Islam oggi in Occidente č oggetto di attenzione da parte di molti studiosi da molteplici punti di vista. Certamente il tema della libertŕ religiosa č tra i piů interessanti nel panorama. Esperti di diverse discipline si sono incontrati presso la Facoltŕ di Sociologia dell'Universitŕ "Sapienza" di Roma per discutere in modo particolare la situazione della popolazione copta in Egitto nella prospettiva storica, costituzionale, sociologica, religiosa e culturale. Il Convegno si č tenuto il 4 maggio del 2009 ed č stato realizzato e coordinato da Romano Bettini.
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Koubi, Geneviève. « La liberté de religion entre liberté individuelle et revendication collective ». Les Cahiers de droit 40, no 4 (12 avril 2005) : 721–39. http://dx.doi.org/10.7202/043575ar.

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Résumé :
Une liberté ne se qualifie pas par l'objet qu'elle concerne. L'objet de la présente recherche n'est donc pas de définir le champ d'une liberté religieuse mais de saisir la substance de la liberté de religion. La garantie de la liberté de religion suppose que soit reconnue la liberté de choix, d'option, de sélection, parmi l'éventail des systèmes de croyances ; la notion de liberté religieuse répond à une autre approche des droits et libertés articulée par des autorités morales, religieuses ou idolâtres. La demande de légitimation de la liberté religieuse modifie ainsi les referents, car à la théorie des droits de l'homme est substituée la philosophie des droits de la personne. Or, la combinaison du besoin de reconnaissance des individus et des demandes de reconnaissance des groupes induit l'étude de la distinction entre libertés personnelles et libertés individuelles, droits collectifs et droits communautaires. Dans les sociétés libérales démocratiques, le principe est que seul l'individu est titulaire de droits. Il s'oppose à une réception de la notion de « droits de groupe ». Les « groupes religieux » ne peuvent solliciter pour eux-mêmes la protection de leurs droits en arguant des droits de l'homme. Il existe alors une règle imperative, opposable à tous : « Aucun État, aucun peuple, aucun collectif, aucun groupe ne peut poser le droit, ne peut disposer de droits à l'encontre des droits de l'homme. »
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Eva, Richard R. « Religious Liberty and the Alleged Afterlife ». Southwest Philosophy Review 37, no 1 (2021) : 179–86. http://dx.doi.org/10.5840/swphilreview202137119.

Texte intégral
Résumé :
It is common for religiously motivated actions to be specially protected by law. Many legal theorists have asked why: what makes religion special? What makes it worthy of toleration over and above other non-religious deeply held convictions? The answer I put forward is that religions’ alleged afterlife consequences call for a principle of toleration that warrants special legal treatment. Under a Rawlsian principle of toleration, it is reasonable for those in the original position to opt for principles of justice that accommodate actions with alleged afterlife consequences. And, under a utilitarian principle of toleration, a greater psychological harm is eased by such accommodations. Additionally, this alleged afterlife consequence is found in most of the religions that are thought to warrant some level of special toleration—not only do the Abrahamic religions have alleged afterlife consequences, but many eastern religions do as well, e.g. reincarnation.
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