Littérature scientifique sur le sujet « Libertà dell'arte »

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Articles de revues sur le sujet "Libertà dell'arte"

1

Carnelos, Laura. « La corporazione e gli esterni : stampatori e librai a Venezia tra norma e contraffazione (secoli XVI-XVIII) ». SOCIETÀ E STORIA, no 130 (février 2011) : 657–88. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-130001.

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Résumé :
Nella Venezia del sei-settecento il mondo del libro non si esauriva all'interno dell'Arte degli stampatori e librai. L'indagine archivistica ha permesso di ricostruire rapporti, intrecci, conflitti e soluzioni per oltre due secoli tra corporati e «contraffacenti», cioč chi esercitava senza essere immatricolato o al di fuori della categoria di appartenenza. Si tratta di una convivenza costante - per alcuni confratelli forzata, per altri un'utile fonte di collaboratori - che ha determinato lo sviluppo di sistemi di produzione e di commercio librario complementari. Il dualismo legislativo, statale e corporativo, che si venne a creare fin dalla nascita dell'Arte lasciň spazi di libertÀ per esercitare, sperimentare e affermarsi illegalmente. Nel saggio si analizzano quelle figure che impararono la professione senza necessariamente seguire il percorso formativo richiesto dall'Arte andando ad inserirsi, nella maggior parte dei casi, nel mercato editoriale di largo consumo.
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2

Chiappetta, Giovanna. « Allontanamento del minore dalla famiglia d'origine alla luce dell'art. 8 della CEDU ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (décembre 2022) : 71–83. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002003.

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Résumé :
La materia dell'allontanamento del minore dalla famiglia di origine è complessa e delicata anche perché disciplinata da fonti eterogenee frutto della integrazione di almeno tre sistemi giuridici: nazionale, dell'Unione Europea e del più largo Consiglio d'Europa. La riflessione mira a cogliere l'evoluzione dell'istituto dell'adozione dei minori mediante l'interpretazione del diritto alla vita familiare ex art. 8 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'uomo e delle Libertà fondamentali.
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3

Fenlon, Iain. « Cardinal Scipione Gonzaga (1542–93) : ‘Quel padrone confidentissimo’ ». Journal of the Royal Musical Association 113, no 2 (1988) : 223–49. http://dx.doi.org/10.1093/jrma/113.2.223.

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Résumé :
If Scipione Gonzaga is remembered at all today, it is most likely to be for his friendship and patronage of Torquato Tasso; as the dedicatee of the poet's youthful Discorsi dell'arte poetica and one of his dialogues, the transcriber (in the crucial year 1575) of all the stanzas of the Liberata then available to him, and the editor of the celebrated edition of the full text of the poem brought out by the Mantuan printer Osanna in 1584. Of his own literary efforts little remains. A handful of poems in a respectable if conventional Petrarchesque idiom appeared during his lifetime; on the other hand the Commentam, evidently inspired by classical precedent and a rare example from the period of a prelate's autobiography, was not published until the end of the eighteenth century when it appeared in an elaborate edition with annotations by Giuseppe Marotti.
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4

Granata, Mattia. « Roberto Tremelloni. La politica dei ‘tecnici' per la ricostruzione dell'Italia liberata ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 259 (novembre 2010) : 191–215. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259001.

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Résumé :
Le vicende che segnarono l'avvio della fase di ricostruzione nel Settentrione del paese, all'indomani della liberazione, ebbero in Roberto Tremelloni un protagonista al vertice della piů importante istituzione pubblica operante in ambito economico, il Consiglio industriale dell'Alta Italia (Ciai). L'ex ministero fascista della Produzione industriale, con i dipendenti comitati industriali, infatti, oltreché strumento di gestione della difficile fase di trapasso tra il periodo di guerra e il dopoguerra, divenne il fulcro di un nuovo progetto di lungo periodo. Nella visione dei loro sostenitori, i comitati industriali, articolandosi nei diversi settori produttivi, dovevano fungere da luogo di coordinamento nella distribuzione delle scarsissime materie prime in funzione di una ricostruzione coerente con indirizzi politici condivisi e, soprattutto, potevano assumere un ruolo di regolazione dell'economia produttiva in funzione di un progetto di pianificazione coerente con gli indirizzi moderni di politica economica seguiti nei paesi piů avanzati. L'epifania di una collaborazione fra l'opera dei ‘tecnici' e la politica, tuttavia, era destinata a svanire, stretta nella soffocante morsa degli interessi contrastanti.
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5

Falsone, Maurizio. « Lavorare tramite piattaforme digitali : durata senza continuità ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 174 (septembre 2022) : 247–74. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-174004.

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Résumé :
L'Autore esamina le rappresentazioni comuni del fenomeno del lavoro tramite piattaforme di-gitali ed osserva che gli aspetti inerenti alla fase pre-esecutiva dei rapporti, non riconducibili all'alternativa obbligo/libertà di lavorare, siano sottovalutati. Secondo l'Autore ciò incoraggia le interpretazioni che sottintendono la frammentazione del rapporto in una serie indeterminata di contratti, fino a mettere in crisi il presupposto contrattuale delle operazioni qualificatorie. Nel contributo, quindi, si propone di analizzare la causa concreta dei rapporti per ritrovare l'unitarietà negoziale del fenomeno facendo leva sul suo carattere durevole. Questo approccio induce l'autore a valorizzare, anche in sede di qualificazione tipologica, le situazioni di pote-re/soggezione che caratterizzano il lavoro tramite piattaforme e a sottolineare come esse richia-mino alla ribalta le interpretazioni dell'art. 2094 c.c. che ridimensionano il ruolo della presta-zione tipica a vantaggio di profili della fattispecie capaci di fotografare l'assetto negoziale com-plessivo. L'Autore conclude ritenendo che i rapporti in questione, almeno secondo i modelli oggi noti, non possono essere concepiti come una serie di contratti di lavoro indipendenti, né come co.co.co., ma che le altre ipotesi ricostruttive (subordinazione o etero-organizzazione) devono passare per un aggiornamento dell'interpretazione delle fattispecie astratte di riferimen-to.
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6

Ansermet, François. « Traccia e oggetto, tra neuroscienze e psicoanalisi ». ATTUALITŔ LACANIANA, no 9 (avril 2009) : 13–20. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009003.

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Résumé :
- 003 Il dato psichico e quello biologico non hanno una misura comune ma si incontrano intorno alla questione della traccia e della plasticitŕ neuronale. L'esperienza lascia una traccia nella rete neuronale, la plasticitŕ dimostra che l'accadimento psichico finisce per modificare l'organismo e rimette sulla scena delle neuroscienze il problema della traccia, che Freud ha dimostrato essere determinata dall'esperienza di soddisfacimento. Č l'oggetto (a) il supporto della traccia, mentre il significante nascerebbe al contrario dalle tracce cancellate. Il paradosso del fenomeno della plasticitŕ sta nel fatto che l'iscrizione dell'esperienza separa dall'esperienza, rendendo il soggetto libero da quest'ultima. Il posto del soggetto, dell'atto del soggetto, si impone al di lŕ del biologico, a causa di un difetto stesso di determinazione insita nel biologico. Parole chiave : traccia - plasticitŕ - oggetto (a) - esperienza - libertŕ del soggetto.
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Varesi, Pier Antonio. « Pluralismo e rappresentatività sindacale cinquant'anni dopo lo Statuto dei lavoratori. Proposte per una legislazione mirata di sostegno al sistema di relazioni sindacali ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 171 (décembre 2021) : 459–98. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171004.

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Résumé :
L'articolo affronta, a cinquant'anni dallo Statuto dei lavoratori ed alla luce del principio costi-tuzionale di libertà sindacale, le principali questioni in tema di rappresentatività sindacale che da tempo si pongono agli attori del sistema italiano di relazioni sindacali ed alle forze politiche. L'Autore dimostra come tali problemi nella fase più recente siano stati resi più acuti dal para-dosso generato, per un verso, dal costante ampliamento dell'area di diritti, tutele e poteri che lo Stato ha progressivamente posto in capo ai soggetti sindacali qualificati come «rappresentativi» e, per altro verso, dal contemporaneo indebolimento dei concetti e dei criteri selettivi applicati. Inoltre, tenendo in debita considerazione l'importante esperienza acquisita dalle riforme riguar-danti le relazioni sindacali nel pubblico impiego, è sottoposto a verifica lo stato di avanzamento del processo di implementazione del sistema di misurazione e di certificazione della «rappre-sentatività sindacale» previsto dagli accordi interconfederali per il settore privato stipulati nello scorso decennio. Nella parte conclusiva, l'Autore avanza alcune proposte di riordino della le-gislazione in materia.
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8

Giors, Barbara. « Il rapporto dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla protezione dei diritti umani dei minori privati della libertà ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (mars 2013) : 281–303. http://dx.doi.org/10.3280/mg2013-001029.

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Thèses sur le sujet "Libertà dell'arte"

1

Zenerola, Giorgia <1995&gt. « Arte, Libertà ed Oscenità. Storia del Nudo Artistico e della Censura dalle Origini ai Social Network ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18384.

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Résumé :
L’obiettivo di questa tesi è analizzare il controverso e delicato fenomeno della censura applicata al nudo artistico, spesso accostato alla pornografia e per questo criticato e respinto. In particolare, dopo un breve excursus storico circa le prime decisioni di censurare alcune opere d’arte ed i diversi atteggiamenti del pubblico nei confronti del corpo umano nudo – anche da un punto di vista socioculturale – sono stati analizzati alcuni episodi esemplari di censura avvenuti recentemente sia all’interno di Musei e Gallerie sia nei Social Network; questi ultimi infatti sono realtà innovative ed ormai imprescindibili per gli artisti contemporanei, soprattutto se emergenti, ma che paradossalmente limitano spesso la libertà d’espressione artistica, attraverso restrizioni, rispetto alla nudità, retrograde e frutto di retaggi culturali difficili da superare.
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Gonzato, Alessandro Maria <1981&gt. « La libertà di stabilimento delle società nel diritto dell'Unione Europea : "stato dell'arte" e prospettive per il futuro ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1131.

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Résumé :
La tesi ha per oggetto il principio della libertà di stabilimento delle società nel diritto dell'Unione Europea. Il principio, sancito dal Trattato di Roma più di cinquantanni or sono, ha sollevato nel corso del tempo importanti questioni applicative, alimentando costantemente il dibattito dottrinale e giurisprudenziale. L'analisi è stata condotta orientando la ricerca principalmente lungo due direttrici: la prima, volta a tracciare una riflessione sistematica sulle complesse problematiche connesse alla mobilità delle società nel mercato interno dell'Unione; la seconda diretta a fornire elementi di comprensione dello stato attuale del difficile processo di armonizzazione del diritto societario europeo, anche con riferimento agli effetti di sperimentata competizione tra ordinamenti. Con riguardo al primo filone, viene proposto un quadro espositivo che parte dall'analisi della normativa comunitaria, dalle direttive di armonizzazione societaria ai regolamenti che hanno introdotto i principali modelli societari europei, fino a giungere alla trattazione dei casi posti dalla disciplina in oggetto sul versante del diritto internazionale privato. Vengono così esposte le teorie dell'incorporazione e della sede reale, come operanti all'interno dei vari ordinamenti e i relativi criteri di collegamento nella disciplina internazionalprivatistica, sulla scorta delle più importanti pronunce giurisprudenziali della Corte di Giustizia dell'Unione Europea e dei Tribunali nazionali. Muovendo l'orizzonte di analisi ad ulteriori forme societarie operanti nel territorio dell'Unione, ossia le società bancarie, finanziarie ed assicurative, lo spettro di indagine sulla mobilità transfrontaliera si è allargato ulteriormente, contribuendo al confronto con un diverso sistema di regole. Infatti, in tali settori, la libertà di stabilimento, operando attraverso il solo stabilimento secondario e scontando un apparato autorizzativo all'attività intracomunitaria ampiamente regolamentato, risulta peculiare rispetto a quanto succede invece per le società aventi ad oggetto lo svolgimento di attività diverse. Tale impostazione permette, alla fine del lavoro, di compiere un tentativo di sintesi del percorso intrapreso, su opposti versanti, dalla disciplina delle società con riguardo alla loro attività trasfrontaliera in regime di stabilimento; la traccia così segnata offre altresì la possibilità di delineare prospettive orientate alla risoluzione delle questioni ancora aperte, sia in termini di risultati normativi, sia in materia di scelta di una tecnica regolatoria utile al raggiungimento di tali risultati.
The subject of the present thesis is the principle of freedom of establishment under EU company law. This principle has involved relevant questions concerning its application within the internal market since the entering into force of the EC Treaty. Freedom of establishment has also generated a long debate over the last fifty years, in doctrine papers as well as in EU Court of Justice' judgements.The discussion on the principle of freedom of establishment is mainly related to the companies’ mobility in Europe. Secondly, the process between harmonization and liberalisation in EU company law has to be further devoloped, considering also the risks of “forum shopping” between EU member states. Referring to the mobility of companies in Europe, analysis has been enlarged with the discussion about european directives (i.e. Merger Directive 2005/56/CE) concerning the right to exercize mobility from one member state to another, european company statutes (i.e. SE), the proposal of “fourteenth directive” and European Private Company (SPE). The mobility of companies in EU implies international law matter referred to the important choice between “incorporation theory” or “real seat theory” as criteria in transferring company seat, and in cross-boarder mergers among industrial and commercial companies. Comparison between the above-mentioned subject of mobility in Europe with the freedom of establishment's principle, as defined in banking, insurance and financial law, is common so as to stress an in-depth difference in the legislative approach: registered office and administrative office must be positioned in the same member state, european authorisation admitted by the country of origin, establishing branches in other member states. The aforesaid conceptual framework allows to formulate some conclusions based on the right of free establishment next upgrade and fixing perspectives on balance between harmonisation and liberalisation in European company law.
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Folin, Enrica <1972&gt. « E noi pur lieti siam che libertà aspettiamo. Viaggio veneziano, e non solo,attraverso l'iconografia del Purgatorio ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2435.

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Résumé :
La tesi si pone l'obbiettivo di analizzare opere pittoriche presenti in Venezia, e non solo, realizzate nel periodo che va dalla metà del Cinquecento alla metà del Settecento e in cui è presente una raffigurazione del Purgatorio.
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4

Pietrosante, Matteo. « Analisi Cinematica Tridimensionale dell'arto superiore del nuotatore mediante protocollo C.A.S.T ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/2996/.

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5

TRIPPETTA, TIZIANA. « Il Liberty in Basilicata. Indagine sulle arti applicate e l’architettura ». Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2019. http://hdl.handle.net/11563/140985.

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Résumé :
The main aim of this study was to carry out a first investigation on the reception and developments of Liberty in Basilicata between the end of the 19th and the first decades of the 20th century, an operation which today has never been conducted in an organic and sufficiently thorough way. In order to pursue this objective – and aspiring to contribute to form a more articulated image of Liberty and applied arts – the research has developed along two lines of investigation: illustration and graphics on the one hand, architectural decoration and interior furnishings on the other. Concerning the illustration field, the main artist on which the research was focused – as well as the best documented – is Guido Spera (1886-1956), also known as Giesse. His graphic and illustrative production was studied through the examination of the local magazines with which he collaborated and through the study of the private archive of his heirs. The second part of the project concerned the arts applied to architecture, i.e. architectural decoration and the production of fine art furniture and handicrafts. The purpose of the research on this front was to demonstrate that the Liberty taste has established itself in Basilicata, as elsewhere, even through the medium of architectural and design language. The starting point was the study of some buildings located in Maratea, Melfi and Matera, that present the typical characteristics of the ‘provincial’ diffusion of the new taste, such as a combination of floral style and eclectic hybridisms. The parallel research carried out on graphics and architectural decoration have allowed to highlight stringent comparisons between these two forms of artistic expression, confirming that they have played a key role in the diffusion and affirmation of Liberty in the region. Through the results that have been reached - which have largely confirmed the preliminary assumptions - it was therefore possible to reconstruct a first overview of the artistic production of Liberty style in Basilicata.
Il principale obiettivo del presente studio è stato quello di compiere una prima indagine sulla ricezione e sugli sviluppi del Liberty in Basilicata tra la fine del XIX e i primi decenni del XX secolo, operazione questa che ad oggi, a differenza di quanto accaduto a partire dagli anni Sessanta per altre realtà italiane, non è mai stata condotta in maniera organica e sufficientemente approfondita. Assumendo dunque quale presupposto teorico di base l’esigenza di riconsiderare, per la prima volta in Basilicata, una rilettura del fenomeno Liberty, al fine di perseguire tale obiettivo la ricerca si è sviluppata lungo i due filoni di indagine che hanno restituito le maggiori testimonianze dell’influenza di questo stile internazionale in Basilicata: l’illustrazione e la grafica da un lato, la decorazione applicata all’architettura e l’arredamento d’interni dall’altro, a conferma peraltro della misura in cui il Liberty italiano – che non è stato scuola né corrente – sia da ritenersi un fenomeno stilistico tipicamente e ‘geneticamente’ legato alle arti applicate, che ne hanno appunto consentito la diffusione tanto nei centri più all’avanguardia, quanto nelle periferie. Partendo dalla prima ricezione sul territorio lucano del vocabolario figurativo Art Nouveau tra fine Ottocento e inizi Novecento, lo scandaglio sistematico della grafica e delle arti applicate ha quindi mirato a colmare la carenza di specifici studi su un fenomeno non irrilevante ma dai confini ancora indistinti, aspirando a contribuire a formare un’immagine più articolata del Liberty. Il progetto di ricerca, riallacciandosi a quanto è già stato compiuto in tale direzione per altri contesti, ha mirato altresì a colmare, in particolare per quanto riguarda la Basilicata, alcune delle lacune critiche che ancora gravano su una effettiva rivalutazione della sfera delle arti applicate. Per quanto riguarda l’ambito della grafica, l’attenzione è stata in primo luogo rivolta alle opere di illustratori già parzialmente noti agli studi (Guido Spera, Ercole Bianchi, Andrea Petroni), per poi includere, per dovere di completezza, anche gli interventi di personalità non meglio individuate. Il principale artista sul quale si è incentrata la ricerca – nonché il meglio documentato – è Guido Spera (1886-1956), alias Giesse. Durante il percorso dottorale è stata studiata la sua produzione grafica e illustrativa, tanto attraverso l’esame delle riviste locali con cui ha collaborato, quanto tramite lo studio dell’archivio privato degli eredi, in cui sono conservati numerosi e interessanti esemplari di progetti decorativi e schizzi inediti. La seconda parte del progetto ha invece riguardato le arti applicate all’architettura, ovvero la decorazione architettonica e la produzione di mobilia d’arte e oggetti artigianali di pregio. Lo scopo della ricerca su questo fronte è stato quello di dimostrare che il gusto Liberty si è affermato in Basilicata, come altrove, anche – se non principalmente – per il tramite del linguaggio architettonico e degli oggetti d’uso. Il punto di partenza è stato lo studio di alcuni edifici situati nei tre comuni lucani di Maratea, Matera e Melfi, prescelti in quanto presentano i caratteri tipici della diffusione ‘provinciale’ del nuovo gusto, vale a dire una combinazione di stile floreale e ibridismi eclettici all’insegna di un decorativismo a tratti sfrenato, che sembra influenzato dal Coppedè, dallo stile neo-gotico e dal Liberty pugliese. La ricerca, su questo fronte, si è pertanto concentrata sull’analisi delle vicende edilizie, delle decorazioni architettoniche e – laddove presenti – dei complementi d’arredo, nonché sul reperimento di notizie riguardanti i committenti delle opere, gli architetti, i decoratori e gli artigiani coinvolti nella realizzazione delle stesse. Le ricerche parallelamente condotte sul fronte della grafica e su quello della decorazione architettonica hanno permesso di evidenziare paragoni spesso stringenti tra queste due forme di espressione artistica, confermando che, nella diffusione e affermazione del Liberty in regione, esse hanno rivestito un ruolo di primaria importanza. Attraverso i risultati cui si è pervenuti – che hanno in larga parte confermato i presupposti preliminari – è stato dunque possibile ricostruire una prima panoramica della produzione artistica di gusto Liberty in Basilicata e arrivare a concludere che anche in questa regione, a dispetto delle oggettive difficoltà conseguenti all’isolamento geografico, all’esiguità delle scuole d’arte, alla debolezza economica dell’artigianato locale e alla coesistenza di linguaggi dalle caratteristiche spesso molto divergenti, uno stile europeo ha fatto la sua comparsa e si è diffuso, seppure in modo disomogeneo, lasciando la sua impronta sul territorio e sul gusto locali.
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Galleni, Daniele. « L'atelier artistico della famiglia Coppedé ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2018. http://hdl.handle.net/11384/85782.

Texte intégral
Résumé :
This dissertation aims to discover the history, the context, the international success, the promotional strategies and the final decline of the La Casa artistica atelier, led in Florence by the members of the Coppedè family. Created in 1873 by the householder Mariano (1839-1920) as an atelier for wood sculpture, carving, furniture and interior decoration, it gets an extraordinary reputation covering several decades, becoming moreover the professional training place for all Mariano’s sons, who will become artists: Gino (1866-1927) and Adolfo (1871-1951), who will follow a career as architects, and Carlo (1868-1952), who will devote himself to painting. The story of the paternal atelier is connected to his sons’careers, creating a sort of alliance bringing to many joint commissions in Italy and in foreign countries, thanks to a rich and cosmopolitan clientele, until his decline in the Thirties, due to his difficulty in renovating his decorative language who was the main reason for his success during the previous decades. In order to achieve this goal, my dissertation is divided into four different chapters, sort of reading keys to understand the development of the atelier and the birth of this particular decorative taste that contemporaries already called “Coppedè Style”. The starting point is the exploration of the several meanings linked to the “Coppedè” name (ranging from a decorative excess to mere bad taste, from a particular nuance of art nouveau to the triumph of eclecticism, etc.), since the climax of the atelier reputation till the present times. For this reason, I have analyzed the different steps leading to the rediscovery of these artists and the new identification of their extremely peculiar artistic profiles; a path that necessarily leads to a focus on the situation of the Italian studies concerning the national art nouveau movement, the so called Liberty. My essay will focus on the connection between the Coppedè family atelier and the Florentine artistic landscape, starting from framing the situation of the wood carving art during the years after the Italian Unification, when Mariano begins his activity. Three exemplary cases are displayed, in order to show the influence the city has on the atelier: the gothic revival works for the Holy Trinity Church, home of the Anglican community in Florence; the controversial restoration of Pazzi Quaratesi Palace, midway between philological research and new decoration, so as to create new spaces for the Banca di Firenze; Matteo Palmieri’s Apothecary Shop, where the ancient artistic tradition of Florence is renewed in an original and quite humoristic way. This process is concluded by the final part of the atelier’s life and the following isolation from the Florentine context experienced by Adolfo and Carlo. The same approach is used in the following chapter, dedicated to the international spread of the Coppedè atelier, beginning with the analysis of the fascination the city of Florence and Renaissance art have among the most sophisticated travelers, especially Anglo-Saxons This sort of myth influences (but also limits) the artistic craftsmanship of the city in several ways, causing different marketing strategies to become a part of a similar commercial market. Again, three illuminating examples are taken into account: the works for the Marquis de la Motilla in Seville, lasting about forty years, put together thanks to the discovery of a huge amount of new documents from the Spanish family archive; the furniture for St. Paul’s Chapel in the Columbia University Campus in New York, where the atelier collaborates with two famous American architects who want to recreate a Florentine image in the New World; the decoration for the Palacio de Comunicación in Mexico City, which has a political message - quite unusual for the Coppedè -, connected to the last years of Porfirio Diaz’s regime. Finally, the path in the atelier’s history finds its natural conclusion in the projects for the Italian ocean liners during the Twenties and Thirties. Here, the original decorative ideas of the “Coppedè Stile”, aiming to a monumental eclecticism, reaches its paroxysm.
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CANDIANI, STEFANO. « IL MAESTRO DEL 'PANTHEON' E LA SUA BOTTEGA A MILANO NELLA CULTURA FIGURATIVA LOMBARDA DELLA PRIMA META' DEL XIV SECOLO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/119345.

Texte intégral
Résumé :
La tesi è articolata in quattro capitoli. Nel primo si è ripercorso lo status questionis e la fortuna critica del Maestro del "Pantheon" e della sua bottega: tale artista, infatti, è noto agli studi già da un secolo. Si sono pertanto enumerati i diversi interventi degli studiosi, soffermandosi sui principali, esponendoli criticarmene e provvedendo a sfrondare le ipotesi oggigiorno meno praticabili. Nel secondo capitolo si è data voce ad un’analisi del codice Lat. 4895 (Parigi, Bibliothèque nationale de France), mostrando le specificità sia del miniatore bolognese, attivo nei primi fogli, sia del Maestro del "Pantheon", attivo nella restante parte delle carte. Nel terzo capitolo si sono analizzati i codici attribuibili alla bottega del Maestro del "Pantheon", collocati cronologicamente nel quarto decennio del XIV secolo, nonché sono stati presi in considerazione i volumi commissionati da Bruzio Visconti, il quale fu prolifico mecenate di manoscritti miniati tra quarto e quinto decennio del XIV secolo. Nel quarto capitolo, infine, si sono voluti mostrare i collegamenti fra il Maestro del "Pantheon" e la cultura figurativa lombarda della prima metà del secolo; facendo anche emergere la figura di Giovami Visconti, arcivescovo di Milano, quale committente e possessore di codici.
The thesis is divided into four chapters. The first traces the status questionis and the critical fortune of the Master of the "Pantheon" and of his workshop: this artist, in fact, has been known for a century. Therefore, the various interventions of the scholars have been enumerated, focusing on the main ones, exposing them, criticize them and removing the hypotheses that are less probable today. In the second chapter, was provided an analysis of the ms. Lat. 4895 (Paris, Bibliothèque nationale de France), showing the specific characteristics firstly of the Bolognese illuminator, active in the first leaves, and secondly of the Master of the "Pantheon", active in the remaining leaves. The third chapter analyzes the codes attributable to the workshop of the Master of the "Pantheon", placed chronologically in the fourth decade of the fourteenth century, as well as the volumes commissioned by Bruzio Visconti, who was a prolific patron of illuminated manuscripts between the fourth and fifth decade of the fourteenth century. Finally, in the fourth chapter, is showed the connections between the Master of the "Pantheon" and the Lombard figurative culture of the first half of the century; also bringing out the figure of Giovami Visconti, archbishop of Milan, as patron and owner of manuscripts.
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PALANDRI, LUCREZIA. « Giudicare l'arte. Arte e libertà nella giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/989211.

Texte intégral
Résumé :
Il tentativo di conciliare l’indagine sulla libertà di espressione artistica con il metodo costituzionale comparato mi ha portato alla scelta di concentrarmi sullo sviluppo giurisprudenziale di tale diritto nel contesto della Corte Suprema degli Stati Uniti, seguendo in particolare l’evoluzione definitoria del concetto di arte e dei suoi limiti, insieme alla conseguente variazione del livello di tutela della sua libertà. L’annoso dibattito che ruota attorno alla domanda “cosa è arte?” imperversa da secoli tra studiosi di filosofia, estetica, storia e critica dell’arte. Il lavoro di tesi cerca di mettere in luce come questa stessa domanda non resti confinata nei suddetti campi, ma si ritrovi scritta anche in diversi ambiti del diritto, nonostante arte e diritto vengano tradizionalmente ed intuitivamente ritenuti terreni inconciliabili. Il Capitolo I parte da questa considerazione per inquadrare in via generale il problema della definizione di un concetto giuridico di arte, preparando così il terreno per l’analisi giurisprudenziale dei due capitoli successivi. Concentrandomi, infatti, sull’approccio dei giudici alla domanda “cosa è arte”, preliminare alla risoluzione di controversie in materia di libertà artistica, l’intento sarà quello di mostrare quanto questo modus operandi possa essere funzionale ad una indagine non tanto sul fenomeno artistico quanto sul ruolo stesso dei giudici. Usando come parametri di riferimento i metodi di interpretazione giudiziale e le teorie interpretative costituzionali – oltre ad un terzo parametro di tipo trasversale che è l’unicità della materia in esame –, i Capitoli II e III affrontano il problema della definizione di arte ai fini della tutela del Primo Emendamento ed analizzano, rispettivamente, i casi in cui i giudici cercano di dare una risposta alla domanda “cosa è arte?”, ed i casi, molto più frequenti, in cui i giudici decidono “cosa non è arte”, entrambi valutando l’esistenza e la solidità di argomentazioni e criteri decisori forniti dalla Corte nelle sue opinioni. Il proposito, dunque, non è affatto quello di trovare una volta per tutte la definizione di arte o di sostenere l’assurda pretesa che i giudici sarebbero in grado di risolvere eterni dilemmi artistici. Piuttosto il fine vuole essere quello di dimostrare che i casi in cui i giudici devono decidere se un oggetto costituisce o meno un’opera d’arte possono rivelare molto di più sulla natura del giudicare piuttosto che sulla natura dell’arte. Nell’ultimo Capitolo, il IV, accennerò anche ad alcuni elementi di confronto tra l’esperienza della Corte Suprema degli Stati Uniti e quella della Corte europea dei diritti dell’uomo, nel momento in cui si trovano a dover decidere sulla definizione del concetto di arte e della sua libertà.
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Livres sur le sujet "Libertà dell'arte"

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B, Antomarini, et Galleria d'arte moderna e contemporanea (Bergamo, Italy), dir. War is over : 1945-2005, la libertà dell'arte. Cinisello Balsamo, Milano : Silvana, 2005.

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2

Ugo Dolcini : Architetto del Liberty e dell'art déco. Cesena : Il Ponte vecchio, 2007.

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3

Libertà dell'ateo e libertà del cristiano : Relazioni e scontri. Verona : Fede & cultura, 2007.

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4

Perugia liberata : Artisti e sistema dell'arte a Perugia da fine anni Trenta ai primi anni Cinquanta. Soveria Mannelli (Catanzaro) : Rubbettino, 2012.

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5

Tutela, promozione e libertà dell'arte in Italia e negli Stati Uniti. Milano : Giuffrè, 1990.

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