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Chaves Dias, Elizangela. « MODELLI DI OSPITALITÀ E THEOXENIA NELLA BIBBIA ». Perspectiva Teológica 51, no 2 (31 août 2019) : 207. http://dx.doi.org/10.20911/21768757v51n2p207/2019.

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Résumé :
Questo saggio propone un approccio alla tematica dell’ospitalità in prospettiva biblico-teologica. L’ospitalità e la theoxenia sono generi letterari presenti anche nella letteratura extra-biblica, per cui, si cerca prima di individuare gli ele­menti specifici di questi generi letterari ad extra della Bibbia. Seguendo, poi, con lo studio di Gn 18,1-15 si cerca di identificare una grammatica simbolica e una struttura propria dei generi letterari dell’ospitalità e della theoxenia. Dai risultati ottenuti, si fa una analisi comparativa tra Gn 18,1-15 e Gn 19,1-29, per finalmente verificare l’intenzionalità teologica di Luca nell’utilizzare i sopraindicati generi lette­rari in Lc 7,36-50. Non si tratta soltanto di applicare il metodo di analisi del genere letterario, ma di identificare nei racconti biblici le tracce del genere di theoxenia e di ospitalità e la loro intenzionalità nelle pericopi prescelte per questo studio.
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Redaelli, Stefano. « I varchi della letteratura : tra scienza, follia e spiritualità ». Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no 9 (2017) : 280–88. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.25.

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Abstrakt Nel novecento italiano spiccano scrittori nella cui opera la letteratura si è aperta ad altre discipline, come la scienza, la psichiatria, la teologia. In questo articolo si descrive lo scambio tra saperi attraverso l’immagine dei varchi, portando l’esempio di Primo Levi (nel varco tra letteratura e scienza) e Alda Merini (nel varco tra letteratura, follia, spiritualità). Se da una parte nella vita degli scrittori il varco è vissuto come spaccatura, dall’altra troviamo nella loro opera una fusione di saperi e linguaggi diversi, che concorrono a una rappresentazione più ampia della natura e dell’uomo. Literackie przejścia: między nauką, szaleństwem i duchowością We włoskiej literaturze XX wieku szczególnie wyróżniają się pisarze, w których twórczości literatura otwiera się na inne dyscypliny, takie jak nauka, psychiatria, teologia. W niniejszym artykule, używając metafory przejścia przedstawiona zostaje wymiana zachodząca pomiędzy różnymi dziedzinami wiedzy na przykładzie Primo Leviego (przejście między literaturą i nauką) i Aldy Merini (przejście między literaturą, szaleństwem i duchowością). O ile z jednej strony w życiu pisarzy tego typu przejście odczuwane jest jako pęknięcie, z drugiej – odnajdujemy w ich twórczości zespolenie różnych dziedzin wiedzy i języków, które przyczyniają się do pełniejszego zrozumienia natury i człowieka.
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Tambone, Vittoradolfo, et Giampaolo Ghilardi. « Metafisica dello zigote / Embryo’s metaphysics ». Medicina e Morale 67, no 6 (25 janvier 2019) : 653–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.561.

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Résumé :
Il lavoro prende in considerazione gli aspetti teologici e filosofici dello statuto metafisico dell’embrione umano. Dapprima si analizzano le fonti magisteriali e teologiche del tema, cercando di dare risposta alla domanda sull’origine morale della questione. Si delinea quindi il profilo epistemologico del problema, analizzando l’aspetto ontologico del tema e volendo dare risposta alla domanda cosa/chi sia l’embrione. Per fare questo si sviluppano due vie investigative parallele: si valutano gli impliciti filosofico-teoretici che hanno determinato la storia del dibattito; si analizzano le caratteristiche biologiche dell’embrione inerenti alla sua trasformazione seguendo tre direttrici. I “Lo zigote si trasforma”; II “segue indicazioni interne (che dà a se stesso); III “l’appartenenza alla specie parentale”. Si studiano dunque i principi metafisici del mutamento di cui lo zigote è protagonista; l’entelechia che viene oggi riscontrata a mezzo delle nuove conoscenze biologiche disponibili in letteratura; il profilo genetico che ci permette di sviluppare nuove considerazioni sull’appartenenza di specie oltre a quelle sull’individualità. ---------- This work takes into account the theological and philosophical perspectives related to the Embryo’s Metaphysics. Therefore, we firstly outline the magisterial sources of the theme, aiming to give an answer to the issue on the moral origin of the question. We outline then the epistemological side of the problem, analyzing the ontology of embryo and therefore trying to answer the question: what/who is the embryo. In order to achieve this goal, we follow two pathways: we look at the theoretical and philosophical roots of the debate on the embryo’s status; we study embryo’s biology inherent her transformation along three main directions. I) Embryo transforms herself; II) Embryo follows internal directions she gives herself; III) Embryo performs this task according to her species. In the end, we study the metaphysical principles of movement according to the kinematic nature of the embryo together with her entelechy and the genetic profile, which allow us to shed new light on embryo’s species and individuality.
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Sabbatino, Marcello. « «Se il savio uomo debba prender moglie». Boccaccio e la questione matrimoniale nel XIV e XV secolo ». Quaderni d'italianistica 40, no 1 (4 mai 2020) : 7–39. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i1.34151.

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Résumé :
La contesa tra Venere celeste e Venere terrena, tra l’amore onesto e coniugale, che regola la comunità, e l’amore dilettevole e extraconiugale, che è fonte inesauribile di valore guerriero e di virtù cavalleresche nella società cortese, affascina il Boccaccio durante il soggiorno nella Napoli angioina. Se nel Filostrato celebra il trionfo dell’amore per diletto e nel Filocolo concilia il diletto con l’amore onesto, nel Teseida invece rappresenta le tensioni dell’eroina romanza sempre in bilico tra le due Veneri. Nel periodo napoletano Boccaccio trascrive due frammenti di polemica antimatrimoniale nello Zibaldone Laurenziano XXIX 8. Il primo è estratto dall’Adversus Jovinianum, nel quale Gerolamo cita un passo del De nuptiis di Teofrasto per affermare che il sapiente deve stare lontano dalle noie del matrimonio per dedicarsi totalmente agli studi. Il secondo, prelevato dalla Dissuasio di pseudo-Valerio, contiene rassegne di mogli pericolose e di mariti che soccombono alla loro malvagità, con l’obiettivo di rafforzare l’esortazione finale a non sposare Venere ma Pallade. All’archivio dello Zibaldone Boccaccio ritorna più volte, in particolare nelle opere postdecameroniane del periodo fiorentino (Corbaccio, Trattatello in laude di Dante, Esposizioni sopra la Comedia), quando sulle orme di Dante e sotto il magistero di Petrarca si congeda definitivamente dalla letteratura amorosa mezzana per dedicarsi alla letteratura elevata e agli studi teologici e filosofici. Lungo il Trecento e il Quattrocento, nel frequente riaccendersi in Europa del dibattito sul matrimonio, Geoffrey Chaucer, Leonardo Bruni, Leon Battista Alberti, Francesco e Ermolao Barbaro rimettono in gioco Teofrasto e pseudo-Valerio con la mediazione del Boccaccio.
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Odero, José Miguel. « Paolo PIFANO, Tra teologia e letteratura. Inquietudine e ricerca del sacro negli scrittori contemporanei, ed. Paoline, Milano 1990, 279 pp., 14 x 21. » Scripta Theologica 26, no 1 (5 février 2018) : 359. http://dx.doi.org/10.15581/006.26.16617.

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Obermájer, Ervin. « Párhuzamok a vértanúságba ágyazott hősiesség horizontján ». Studia Theologica Transsylvaniensia 23, no 1 (15 juin 2020) : 167–75. http://dx.doi.org/10.52258/stthtr.2020.1.06.

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Résumé :
Se c’affrontiamo la realtà del secolo XXI., possiamo confermare, che l’archetipo dell’eroe non vive più nella quella forma in cui fu abituato nei secoli precedenti. Nello questo studio, l’autore desidera a presentarci l’evoluzione dell’immagine dell’eroismo attraverso tre vari campi della scienza umana. Analizzando il prototipo dell’eroe antico dal punto di vista della letteratura antica, riconosciamo un essere umano, il quale fu colpito dalla gloria terrena, la corona di alloro posta sulla testa dell’uomo e l’apprezzamento del popolo. Possiamo dire con massima certezza, che quest’immagine fu conservato attraverso dei secoli nella storia della maggior parte dei popoli. Nella storia del popolo ungherese (nel secolo XVII. e XX.) c’è un aspetto molto speciale dell’eroismo, in cui la battaglia dell’eroe contiene in più un additivo teologico-nazionale per cui l’eroe entra nel santuario del popolo, mostrandoci la sua battaglia soprannaturale per la fede in liberta nazionale. Alla fine, se ci pensiamo profondamente sul termine del martirio, ci rivela l’assioma, che il martirio autentico si trova nel cristianesimo, dove la battaglia dei fedeli è per lo scopo divino, per la gloria eterna. Questa battaglia, la gloria divina non è più egoista, ma guarda alla fede sublime e divina, e quest’aspetto fu coerente in ogni secolo della Chiesa, in Transilvania anche. Analizzando la vita dei Dieci Martiri di Transilvania, possiamo confermare che l’essenza della loro eroicità è identico di quella dei primi martiri della Chiesa primitiva, cioè l’idea del martirio cristiano è costantemente lo stesso.
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Maggi, Armando. « Il diavolo in Paradiso : Diritto, teologia e letteratura nel “Processus Satane” (sec. XIV). Beatrice Pasciuta. I libri di Viella 194. Rome : Viella, 2015. 270 pp. €26. » Renaissance Quarterly 70, no 2 (2017) : 762–63. http://dx.doi.org/10.1086/693268.

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GUERRINI, LUIGI. « MAURO PESCE, L'ermeneutica biblica di Galileo e le due strade della teologia cristiana (Uomini e dottrine, 43). Roma : Edizioni di Storia e Letteratura, 2005. VII+240 pp., ISBN 8884982073. » Nuncius 21, no 2 (1 janvier 2006) : 398–99. http://dx.doi.org/10.1163/221058706x00865.

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Lincoln, Evelyn. « Erminia Ardissino. and Elisabetta Selmi., eds. Visibile teologia : Il libro sacro figurato in Italia tra Cinquecento e Seicento. Temi e Testi 101. Rome : Edizioni di storia e letteratura, 2012. xxvi + 464 pp. €68. ISBN : 978–88–6372–409–7. » Renaissance Quarterly 66, no 4 (2013) : 1422–23. http://dx.doi.org/10.1086/675144.

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Laird, W. R. « Alfredo Damanti. Libertas philosophandi : Teologia e filosofia nella Lettera alla granduchessa Cristina di Lorena di Galileo Galilei. Temi e Testi 71. Rome : Edizioni di Storia e Letteratura, 2010. xxii + 538 pp. index. bibl. €65. ISBN : 978–88–6372–082–2. » Renaissance Quarterly 64, no 4 (2011) : 1271–73. http://dx.doi.org/10.1086/664133.

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Wronka, Stanisław. « Jan Paweł II – człowiek dobry ». Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no 2 (30 juin 2005) : 85. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.586.

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Résumé :
L’andare di Giovanni Paolo II alla casa del Padre ha toccato profondamente tutti, credenti e non credenti. Il modo in cui il Papa viveva i suoi ultimi giorni, segnati dalla sofferenza, la sua pasqua dalla morte alla vita in Dio, ha confermato definitivamente la sua grandezza. Agli occhi del mondo è sfavillata la sua bella umanità e allo stesso tempo si è aperto unenorme e doloroso vuoto. La vicenda dell’uomo rassomiglia a quella di un albero: si può valutarne bene la grandezza, salute e posto nel paesaggio solo quando è abbattuto.L’umanità del Santo Padre era tutta tessuta dei valori massimi di verità, libertà, amore... Il Papa li realizzava con radicalismo e coraggio che però sapeva unire alla mitezza e rispetto verso gli altri. Questa difficile sintesi testimonia il suo genio morale. Il fondamento dell’umanità di Giovanni Paolo II era la fede in Dio che rafforza le naturali capacità dell’uomo e permette di unire tutti gli elementi della realtà umana, inclusa la sofferenza e morte, in un armonioso insieme. Il legame con Dio non lo separava dagli uomini, ma lo apriva ancor di più a loro. Infatti, accanto a lui si radunavano sia giovani che adulti ed egli li univa sulla base dei valori che riconosceva. Col passare del tempo, la comunità attorno a lui aumentava, nel giorno del suo funerale abbracciava pressoché tutto il mondo. Ciò dimostra la giustezza dell’antropologia evangelica alla cui luce costruiva tutta la sua vita.I mezzi con cui il Santo Padre foggiava la sua umanità erano semplici, ma esigenti. La fonte della forza e della luce costituiva per lui soprattutto una fervida e costante preghiera, frequente partecipazione ai sacramenti e sistematica meditazione sulla Parola di Dio. A queste pratiche religiose univa un solido studio delle diverse materie: letteratura, filosofia, teologia. Con passione perseguiva la verità, voleva raggiungere l’essenza delle cose e fenomeni, trattava le questioni del tempo, confrontava i risultati delle sue riflessioni con le opinioni degli scienziati, artisti, politici. La luce della fede unita alla sapienza umana lo faceva un profeta dei nostri tempi che vedeva più lontano e più profondamente e influiva in modo efficace sul corso della storia. Poteva operare così molto grazie alla sua enorme laboriosità, sfruttamento di ogni istante e fedeltà nel poco.In verità per il Papa niente era di poco valore, egli scorgeva in tutto la straordinarietà, dappertutto scopriva con meraviglia le tracce della bellezza, sapienza e amore di Dio – nell’uomo, negli eventi, nella natura. Voleva rispondere a questo amore anche con amore con il quale abbracciava Dio, uomini e ogni creatura. L’amore faceva sì che non si sentisse mai annoiato né stanco e che esercitasse così forte influsso sugli altri. La gente si affezionava a lui, ricambiando il suo amore paterno e cercava di tramandarlo oltre, tentando perfino di riconciliarsi con i nemici. Infatti, è difficile resistere al potere dell’autentico amore!Di Giovanni XXIII si diceva: „Papa buono”, invece di Giovanni Paolo II si dice in modo più principale: „uomo buono”, poiché in lui si è manifestata nella misura rarissima la stessa umanità, la sua forma piena. Essere buono vuol dire essere vicino a Dio che come unico è veramente buono e fonte del bene. Dunque l’uomo buono è anche santo e grande. Tale era Giovanni Paolo II, perché cercava sempre di stare vicino a Dio, seguendo Cristo e la sua Madre. In questo cammino lo aiutavano la tradizione e la cultura polacca che nelle loro espressioni più alte sono fino in fondo evangeliche.
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Maghenzani, Simone. « George Friederick Nott (1768–1841). Un ecclesiastico anglicano tra teologia, letteratura, arte, archeologia, bibliofilia e collezionismo. By Stefano Villani. (Atti della Accademia Nazionale dei Lincei anno CDVII, Classe di scienze morali storiche e filologiche. Memorie Ser. 9, vol. 27, fasc. 3.) Pp. 139 incl. 4 figs. Rome : Scienze e Lettere Editore, 2012. €30 (cloth). 978 88 218 1046 6 ». Journal of Ecclesiastical History 65, no 2 (13 mars 2014) : 455–56. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046913002479.

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Finocchiaro, Maurice A. « Massimo Bucciantini;, Michele Camerota (Editors). Scienza e religione : Scritti copernicani. (Saggi : Scienza e Filosofia.) xlix + 333 pp., bibl., index. Rome : Donzelli Editore, 2009. €29 (cloth).Alfredo Damanti. Libertas philosophandi : Teologia e filosofia nella lettera alla granduchessa Cristina di Lorena di Galileo Galilei. (Temi e Testi, 71.) xxii + 538 pp., illus., bibl., index. Rome : Edizioni di Storia e Letteratura, 2010. €65 (paper). » Isis 103, no 2 (juin 2012) : 400. http://dx.doi.org/10.1086/667489.

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Frisone, Fabio, Salvatore Settineri et Emanuele Maria Merlo. « La relazione fraterna come dimensione paritaria dei rapporti umani ». Revista Encontros Teológicos 33, no 1 (9 mai 2018). http://dx.doi.org/10.46525/ret.v33i1.831.

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Résumé :
Il tema della fraternità risulta essere un fatto fondativo nella relazionalitàmatura, nella misura in cui coinciderebbe con la avvenuta maturazionepsichica. Nell’articolazione delle figure affettive di riferimento e nella loro successioneintegrativa, infatti, si esplica l’ammissione dell’Altro nel passaggio dallaprimità alla secondità e alla terzeità e, dunque, nel superamento delle criticità diogni fase. Ciò comporta che l’ammissione delle necessità dell’Altro, la comprensionee la riconciliazione, possano essere considerate come l’esito di maturazionidi immagini e rappresentazioni intrapsichiche legate ad un tema affettivo. Lafenomenologia delle immagini e dell’affettività, le loro successioni e, con riferimentoagli esiti patologici, la loro immaturità consentono la comprensione. Conun ponte tra la letteratura teologica e la clinica psicologica risulta comprensibilel’esplicarsi di processi che si ripercuotono su di noi a partire dalla vita quotidianaper finire alla vita politica. In tal senso, un tema così fine come l’ottica della considerazione dell’Altro attraverso la lente della fraternità, consente di chiarirecome alla maturità psichica corrisponda una matura considerazione dell’alterità,comprensiva al contempo della uguaglianza nel diritto e delle evidenti differenze.Parole chiave: Fraternità. Psicologia della fraternità. Rapporti umaniResumo: O tema da fraternidade acaba sendo um fato fundador da relacionalidadehumana, na medida em que coincide com a completa maturidade psíquica. Naarticulação das figuras afetivas de referência e na sua sucessão integrativa, defato, se explica a admissão do Outro na passagem da primidade à secundidadee, então, à terceidade e, portanto, na superação dos pontos críticos de cadafase. Isso implica que a integração de necessidades do Outro, a compreensão ea reconciliação, podem ser consideradas como o resultado do amadurecimentode imagens e representações intrapsíquicas ligadas a um tema afetivo. A fenomenologiadas imagens e da afetividade, as suas sucessões e, com referênciaaos êxitos patológicos, a sua imaturidade consentem a compreensão. Com umaponte entre a literatura teológica e a clínica psicológica torna-se compreensívela explicação de processos que repercutem sobre nós desde a vida cotidianaaté a vida política. Neste sentido, um tema como a ótica da consideração doOutro através da lente da fraternidade, permite esclarecer como à maturidadepsíquica corresponda uma madura consideração da alteridade, que compreendeao mesmo tempo a igualdade de direitos e as evidentes diferenças.Palavras-chave: Fraternidade. Psicologia da fraternidade. Relacionamentoshumanos.
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Lombardo, Istituto. « Idee in cerca di parole Parole in cerca di idee ». Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, 20 décembre 2012, 1–194. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2012.128.

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Perché il titolo. All’opera di Maurizio Vitale l’Istituto Lombardo dedica questo secondo momento di riflessione, per ripercorrere sulle sue pagine la storia della «lingua nostra» dalle Origini alla Contemporaneità. Muovere dal Medioevo delle autonomie comunali, significa analizzare i punti di attrito e di innesto della tradizione classica nel rinnovamento della cristiana res publica d’Europa, della letteratura e della grammatica di Roma in altre grammatiche e letterature, della ricezione del lessico dell’alta e rinascente, non solo infima e corrotta, latinità nei repertori dei volgari diversamente osmotici, che davano ciascuno un suo nome a non tutte le cose e a non tutte le idee, quelle proprie alla teologia dei chierici, alla scienza degli arabi, al fervore degli uomini di governo, alla industria dei mercanti e degli artigiani, allo stile degli scrittori. La lingua formata sul canone trecentesco fiorentino, che è divenuta italiana, a partire dal secolo xvi della scrittura colta, dal Risorgimento in poi della nazione, ha difeso la propria identità nelle opere letterarie storiche e scientifiche, nelle dispute accademiche e nei ludi grammaticali, nei testi legislativi e della informazione, l’ha arricchita e corretta a confronto con le emergenti classi sociali da una parte, con il quasi generale progresso ideologico e culturale dall’altra. Continua ansiosa, forse stanca, appena oltre la soglia del suo secondo millennio, gravata dal peso di molte parole tradite, dall’esaurirsi nel vacuo delle valenze semantiche, quelle identitarie e rigenerative trasmesse al nostro oggi dai sommi poeti e dai grandi pensatori anche in altra lingua, come dal disperso popolo che le ha sapientemente reagite: a chiedere che si partecipi, con voce italiana, al dialogo ecumenico. (a. s.)
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Ehrmann-Herfort, Sabine. « „Dass Gerechtigkeit und Friede sich küssen“ – Repräsentationen des Friedens im vormodernen Europa. Ein interdisziplinäres Verbundprojekt ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 96, no 1 (1 janvier 2017). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2016-0018.

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Riassunto Il contributo illustra il progetto interdisciplinare di cooperazione sul tema „Dass Gerechtigkeit und Friede sich kussen“ - Reprasentationen des Friedens im vormodernen Europa, che intende indagare l’eco trovata dai processi di pace durante l’eta moderna europea negli ambiti delle arti figurative e della musica, della teologia, storia e letteratura. Vi collaborano istituti, biblioteche e musei di ricerca di diverse discipline. Nella cornice del progetto (durata dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2018) si studiano presso la Sezione di Storia della Musica dell’Istituto Storico Germanico i topoi di rappresentazione della pace emersi nella cantata italiana e nei generi affini durante il XVII e XVIII secolo.
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« George Frederick Nott (1768–1841) : un ecclesiastico anglicano tra teologia, letteratura, arte, archeologia, bibliofilia e collezionismoClasse di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, Memorie ». Modern Language Review 109, no 1 (2014) : 226–27. http://dx.doi.org/10.1353/mlr.2014.0223.

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Patrizi, Luca. « “RIEMPI IL CALICE, O COPPIERE” : LA PRATICA DEL MAJLIS SUFI COME BANCHETTO DEI BEATI NEL PARADISO ATTRAVERSO LA LETTERATURA SUFI MEDIEVALE ». El Azufre Rojo, no 9 (10 décembre 2021). http://dx.doi.org/10.6018/azufre.504401.

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Riassunto: Nell’ambito del Sufismo delle confraternite, la sessione di dhikr rituale collettiva, solitamente definita majlis, mostra caratteristiche analoghe anche in contesti molto differenti. Nonostante questa pratica ricopra un’importanza e una funzione assolutamente primarie nel contesto del Sufismo, alla sua analisi non è ancora stato dedicato alcuno studio specifico. In particolare, nessuna attenzione è stata portata fino ad oggi al suo processo di formazione, e questo non soltanto nella sua dimensione di pratica, ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico e metaforico. In questo articolo cercherò quindi di mettere in luce come la pratica del majlis sufi mostri l’influenza diretta di due complesse metafore teologiche: la metafora della regalità, che si esercita sul majlis sufi grazie al rapporto, allo stesso tempo metaforico e reale, che intercorre tra regalità e potere spirituale, e la metafora del banchetto dei beati nel paradiso. Abstract: Within the context of Brotherhood Sufism, the collective ritual dhikr session, usually referred to as majlis, shows similar characteristics even in very different contexts. Although this practice has an absolutely primary importance and function in the context of Sufism, no specific study has yet been devoted to its analysis. In particular, no attention has been paid until now to its formation process, not only in its practical dimension, but also and above all from a symbolic and metaphorical point of view. In this paper I will therefore try to highlight how the practice of Sufi majlis shows the direct influence of two complex theological metaphors: the metaphor of kingship, which is exercised on Sufi majlisthrough the metaphorical and real relationship between kingship and spiritual power, and the metaphor of the banquet of the blessed in paradise.
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