Littérature scientifique sur le sujet « Letteratura teatrale »

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Articles de revues sur le sujet "Letteratura teatrale"

1

Cherchi, Paolo. « Il genere delle controversie fra diritto e letteratura ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 2 (29 avril 2019) : 250–63. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831657.

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Résumé :
Il dibattito dei Law and Literature Studies non ha preso in considerazione le controversiae classiche che contengono in fase embrionale le discipline del diritto e della letteratura. In questo saggio si danno esempi di come tali embrioni producano aneddoti e novelle. La metamorfosi avviene quando in una fabula controversistica si introduce un personaggio capace di risolvere quell’ impasse che protrae all’infinito il dibattito fra gli oratori o avvocati. Le controversiae presentano dilemmi che stimolano la ricerca narrativa, cioè la creazione di personaggi che si definiscono nel momento in cui superano ostacoli e portano alla chiusura un’azione novellistica o teatrale. Il genere giudiziario e declamatorio delle controversiae ha in potenza il germe della letteratura, e lo prova storicamente il fatto che novellisti e drammaturghi ne abbiano ricavato spesso temi e trame per i loro racconti e spunti di azioni teatrali.
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2

d'Amora, Mariano. « Nuove visioni drammaturgiche e sociali nel teatro e nella letteratura di Giuseppe Patroni Griffi ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (12 février 2018) : 600–630. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755383.

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Il napoletano Giuseppe Patroni Griffi s’impone in Italia nel secondo Novecento per la poliedricità espressiva che, fin dagli esordi, caratterizza il suo operato. Radio, letteratura, cinema, teatro, televisione sono gli ambiti nei quali egli opera lasciando, puntualmente, chiara impronta del suo estro. In questo saggio ci soffermeremo su larga parte della sua produzione letteraria e teatrale.
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Werner, Monika. « L’immagine di Bona Sforza nella letteratura teatrale polacca [Wizerunek królowej Bony w polskiej literaturze dramatycznej] ». Fabrica Litterarum Polono-Italica, no 2 (30 juin 2020) : 53–64. http://dx.doi.org/10.31261/flpi.2020.02.04.

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W artykule omówiono literacki wizerunek królowej Bony w polskich dramatach dziewiętnasto- i dwudziestowiecznych oraz podjęto próbę zrozumienia jego genezy. Akcja większości omawianych utworów, napisanych w XIX i na początku XX wieku, zainspirowana jest burzliwymi losami małżeństwa Zygmunta Augusta z Barbarą Radziwiłłówną, a postać Bony, odmalowana w ciemnych barwach, przeciwstawiona jest nadmiernie wyidealizowanej postaci Barbary. Królową z rodu Sforzów ukazano jako kobietę zaślepioną nienawiścią i żądną władzy, sprytną i pozbawioną skrupułów intrygantkę, bezlitosną trucicielkę, a także cudzoziemkę, która działa na szkodę Polaków i wprowadza w życie kontrowersyjne nauki swojego rodaka Machiavellego. Ten negatywny wizerunek, niezgodny z rzeczywistością historyczną, z biegiem lat coraz bardziej traci na wyrazistości, by zmienić się radykalnie w utworach powstałych po drugiej wojnie światowej za sprawą bardziej krytycznego ukazania Barbary. Ze złej i wrogiej Polsce monarchini Bona staje się mądrą władczynią i dalekowzrocznym politykiem, broniącym interesów przybranej ojczyzny. W dalszej części artykułu omówiono skrajnie różny sposób przedstawienia królowej Bony w dwóch dramatach rozgrywających się w Bari i niezainspirowanych małżeństwem Zygmunta Augusta. Dodatkowo ukazano dzieje sceniczne jednego z tych utworów.
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Bombara, Daniela. « ‘Brume nordiche’ sullo Stretto. Le radici settentrionali del Romanticismo siciliano ». Italianistica Debreceniensis 26 (1 décembre 2020) : 28–46. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9379.

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Il presente saggio si propone di tracciare le influenze del romanticismo nordeuropeo sulle opere di alcuni autori siciliani del primo Ottocento. L'obiettivo è sfatare il mito di un livello "inferiore" della letteratura romantica italiana rispetto alla letteratura nordica, poiché non è incentrata sulla rappresentazione delle aree oscure del sé, di temi soprannaturali, fantastici e irrazionali che sono presenti nella realtà. Vengono esaminate alcune ballate di Felice Bisazza (1809-1867) e Vincenzo Navarro (1800-1867). In queste opere la narrazione di leggende popolari mette in luce un universo spettrale e orribile, rispecchiando situazioni reali, come la violenza della classe nobile e del patriarcato, o l'ingiustizia della disuguaglianza sociale. Si parlerà poi di un'opera teatrale di Giuseppe La Farina (1815-1863), intitolata L'abbandono di un popolo (1845); l'autore ritrae la rivolta anti-spagnola del 1676 a Messina concentrandosi sulle forze inquietanti e sotterranee che si intersecano con i movimenti rivoluzionari. Verrà infine analizzata la produzione di Tommaso Cannizzaro (1838-1921) come traduttore: lo scrittore mette a disposizione del pubblico siciliano e italiano l'affascinante mondo della mitologia scandinava, attraverso le traduzioni di alcuni canti dell'Edda antica medievale.
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Bernard, Enrico. « L’italiano ha mille anni : Spunti drammatici sull’origine della lingua e della letteratura italiane in occasione della svolta millenaria del nostro idioma ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 48, no 3 (10 septembre 2014) : 551–61. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542583.

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La lingua italiana è nata circa un millennio fa dalla trasformazione della liturgia drammatica in dramma liturgico. Attori di questo processo sono stati i “comici” che hanno sviluppato il dramma per la comprensione liturgica e per intrattenere il pubblico su temi religiosi conosciuti. Si è innescato così un processo abbastanza rapido di delatinizzazione e “involgarimento” delle sacre rappresentazioni che, spostandosi dall’altare alle piazze, hanno preso la forma meno solenne di laudi e misteri buffi. Questo processo è stato però messo in ombra dal tentativo – che ha origini lontane, addirittura in Dante – di nobilitare e idealizzare la genesi dell’italiano distinguendo il volgare dal “dolce stil novo”. La dicotomia ha scatenato discussioni secolari sul dialetto, in particolare sul fiorentino, che per Dante rappresenta quell’idioma “illustre, regale, curiale, cardinale” che si differenzia dal volgare come lingua d’ élite, letteraria e burocratica. Questa interpretazione, contrastata da Petrarca e Machiavelli, finì per eclissare l’origine drammatica, teatrale, dell’italiano. Ciò ha comportato un’interpretazione puramente letteraria e “fiorentinocentrica” della nostra storia linguistica e la “miseria” del teatro italiano sempre considerato, secondo una linea che va da Dante a Croce, come uno strumento troppo “volgare” e rozzo per sublimarsi in letteratura.
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Medda, Laura. « Scrivere per il teatro Il mondo sardo nei racconti drammatici di Giuseppe Dessì ». Revista Italiano UERJ 12, no 1 (5 septembre 2021) : 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.61943.

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ABSTRACT: Questo articolo riguarda i testi per il teatro dello scrittore sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Nell'ordine, presentiamo i Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e il dramma storico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autore di romanzi e racconti, in questi testi, Giuseppe Dessì rappresenta la complessità del mondo sardo in linea di continuità con quanto espresso nelle sue pagine narrative e saggistiche. Il teatro permette allo scrittore di sperimentare un nuovo linguaggio capace di rappresentare, attraverso i personaggi, non solo azioni e fatti ma anche atmosfere, percezioni e poetiche ragioni caratterizzanti i significati più profondi della sua scrittura. La produzione teatrale dell'autore, ancora oggi considerata di minor rilevanza e non abbastanza studiata dalla critica, è degna invece di maggiore attenzione e approfondimenti: per questo motivo, abbiamo deciso di presentare la figura di Giuseppe Dessì attraverso tre importanti testi drammatici poco conosciuti al grande pubblico estero.Parole chiave: Giuseppe Dessì. Letteratura italiana. Teatro. Narrativa. Sardegna. RESUMO: Este artigo trata da textos para o teatro do escritor sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Apresentamos os Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e o drama histórico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autor de romances e contos, nestes textos, Giuseppe Dessì representa a complexidade do mundo sardo em paralelo com o que expressa nas suas páginas narrativas e ensaísticas. O teatro permite ao escritor experimentar uma nova linguagem capaz de representar, através das vozes dos personagens, não apenas ações e fatos, mas também os ambientes, as percepções e as poéticas, que permeiam os significados mais profundos da sua escrita. A produção teatral do autor, ainda hoje considerada de menor relevância e não suficientemente estudada pela crítica, é digna de maior atenção e aprofundamento: por esse motivo, decidimos apresentar a figura de Giuseppe Dessì através de três importantes textos dramáticos pouco conhecidos do grande público estrangeiro.Palavras-chave: Giuseppe Dessì. Literatura italiana. Teatro. Narrativa. Sardenha. ABSTRACT: This article concerns the texts for the theater of the Sardinian writer Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 - Rome, 1977). In order, we present the Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) and the historical drama Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Important author of novels and short stories, in these texts, Giuseppe Dessì represents the complexity of the Sardinian world in line with what is expressed in his narrative and non-fiction pages. The theater allows the writer to experience a new language capable of representing, through the characters, not only actions and facts but also atmospheres, perceptions and poetic reasons characterizing the deepest meanings of his writing. The theatrical production of the author, still today considered of minor importance and not sufficiently studied by the critics, is instead worthy of greater attention and insights: for this reason, we have decided to present the figure of Giuseppe Dessì through three important dramatic texts little known to the large foreign public.Keywords: Giuseppe Dessì. Italian literature. Theater. Fiction. Sardinia.
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Titomanlio, Carlo. « Anton Giulio Bragaglia teorico della meraviglia ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 51, no 1 (1 février 2017) : 187–202. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816689252.

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Résumé :
Fotografia, cinema, letteratura, arti visive, teatro: non c’è disciplina cui Anton Giulio Bragaglia (Frosinone 1890–Roma 1960) non si sia applicato, con spirito innovatore e inesauribile forza creativa. Il presente articolo ripercorre le prime esperienze teatrali di Bragaglia per poi concentrarsi sui suoi scritti teorici, con particolare riferimento agli articoli apparsi sulla rivista Comoedia tra il 1923 e il 1927. Ne emerge un insieme di considerazioni, ricerche, progetti personali e commenti tecnici di notevole interesse per la storia delle arti sceniche del Novecento.
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Carroll, Linda L. « Incroci teatrali Italo-Iberici. Michela Graziani and Salomé Vuelta García, eds. Biblioteca dell’“Archivum Romanicum,” Serie 1 : Storia, Letteratura, Paleografia 490. Florence : Olschki, 2018. viii + 152 pp. €25. » Renaissance Quarterly 74, no 2 (2021) : 686–87. http://dx.doi.org/10.1017/rqx.2021.76.

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Carlo, Antonella. « La vocazione teatrale della Divina Commedia : quando la letteratura diventa dramma. » Archiv für das Studium der neueren Sprachen und Literaturen, no 2 (20 décembre 2010). http://dx.doi.org/10.37307/j.1866-5381.2010.02.07.

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Thèses sur le sujet "Letteratura teatrale"

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Confuorto, Valentina <1982&gt. « La moresca tra tradizione e immaginazione teatrale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18638.

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La moresca è una danza che probabilmente nasce dalla storicizzazione delle lotte fra Mori e Cristiani tra il IX e il XV secolo. Diffusa in tutta Europa, si configura dalla seconda metà del XV secolo come momento spettacolare di forte impatto, in una commistione di pantomima teatrale e danza. I momenti nei quali viene eseguita sono di preferenza il Carnevale, i festeggiamenti nuziali e i Maggi; in alcuni casi essa conserva elementi di antichi riti di fertilità. Dalla seconda metà del XVI secolo iniziano ad apparire moresche a più voci nelle raccolte di musica a stampa, che si diffondono rapidamente tra le corti europee, inglobate in vere e proprie rappresentazioni teatrali. Le composizioni che godono di maggiore fortuna sono quelle di Orlando di Lasso (1532-1594). Analizzandone i testi e i contesti, è evidente in esse l’influsso della cultura napoletana di origine popolare e della coabitazione multirazziale nella città. Dello stesso periodo vi sono attestazioni letterarie e musicali sulla diffusione a Napoli di una particolare danza, eseguita durante il Carnevale e caratterizzata da movimenti scomposti e dalla presenza di personaggi moreschi: la Sfessania. Le celebri incisioni di Jacques Callot I balli di Sfessania (1621), potrebbero dunque non rappresentare, come si è creduto, attori di commedia dell’arte, bensì, volti in maniera caricaturale, danzatori di origine o ispirazione partenopea in maschera durante i festeggiamenti carnevaleschi.
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Pianca, Chiara <1970&gt. « Il primo "Ambleto". Contributo alla filologia teatrale di Giovanni Testori ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10412.

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Résumé :
Edizione ed analisi filologica di due stesure preliminari ed inedite dell'"Ambleto" di Giovanni Testori: didascalie letterarizzate e compresenza di dialetto e lingua ibrida tra le soluzioni che segnano una distanza distanza rispetto al testo edito nel 1972.
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Ferrauto, Emanuela. « Napoli 1910 - 1920. Contributo allo studio della critica teatrale. "Il teatro del soldato" ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2338.

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Résumé :
2013 - 2014
The first part of this research has taken advantage of the consultation of many heterogeneous sources: the most important studies on Neapolitan culture of the century and especially the precious para-texts, as posters and theater programs, and in particular the newspapers, such as artistic magazines, published during the decade 1910-1920, in Naples. The description of the decade proceeds through a specific point of view, thanks to the historical and cultural testimonials published by newspapers in Naples, mostly by magazines and by the journalistic publications, especially those theatrical and artistic. The work of research also focuses on the evolution of literary journalism in the twentieth neapolitan century, with particular attention paid to the third page of the newspapers, describing the evolution of the role of journalist, as an abroad envoy and also involved in theater . The section dedicated to the Futurism is accompanied by an appendix, the first of many and rich appendices submitted in support of many paragraphs. Cited the satirical magazine <>, published in Naples, and the Italian-American Weekly << La Follia di New York >>. The Italian- American journal is one of the main source of the entire research because it allows an important and unknown observation on two fronts, the Italian, and therefore Neapolitan, and the Italian-American. <> is preserved at the Immigration History Research Center of the Minnesota’s University. Through the mediation of the National Library of Naples, which has been active for a long international inter-library loan, it was possible to get all microfilm; they sent from Minnesota but they aren’t digitized. The analysis of documents preserved in the State Archive, in Naples, also noted a first and necessary restriction, concerning the limited time, span to decade. The consultation of catalogs, documents relating to the years 1910-1920 and to the Neapolitan theater in that period, restricted the search to the section called << Archive Cabinet - police headquarters in Naples - Part II - Provisions of Massa >> . One of the most important point of the entire research is dedicated to the artists on the front and the effects of World War I on the Neapolitan artistic circles and on the Neapolitan artists called to fight, revealing, for the first time, some completely unpublished documents about the Soldier's Theatre. The first approach to these news was born through the letters of the artist-soldier posted on the Neapolitan magazine <> from 1915 onwards, turning the magazine in an active role of communication media between the families living in the city and the artists called to fight, during the war; many of these artists-soldiers died, were injured or missing. The research leads, then, in the Archive of the Theatrical Library Burcardo of Rome; in fact, the establishment of the Soldier's Theatre had been entrusted to the Society of Authors, the current SIAE that now manages this Archive in Rome, partly still unpublished. The Archive of Theatrical Library Burcardo preserves, in fact, the minutes of the Society of Authors who provide us with information about the Soldier Theatre, indicating only a final report of the events, organized between August and September 1917. The posters and the pictures of the shows, staged at the front and organized by the Soldier's Theatre, reveal some surprising news: this set of documents consists of very few documents, sometimes from private archives, but in excellent condition. The largest private collection, preserved in Genoa and curated by the accountant Francesco Maggi, is added to the archive Roman documents. The weekly << La Follia di New York>> reveals a different approach to the war and especially by emigrants called to war. Some Neapolitan specks are reported in the appendix of this research. They were published every week by Alessandro Sisca, aka Richard Cordiferro, brother of the director of the newspaper, Marziale Sisca. The “Macchiette” describe political events, festivals, celebrations or simple anecdotes, in dialogue and theatrical form, settling events and stories in the Italian community, and in the Italian districts of New York, using a hybrid language, that it is a sort of Neapolitan with inserts of Neapolitanized-English language. Chronicles and theater reviews describe the creative community of Naples, active in that period, with a particular reference to some names of theatrical criticism that operates in Naples, describing and distinguishing styles, approaches, languages, theater and theatrical genres. Careful observation of newspapers, periodicals and theater sections, creates a rich list in which, for the first time, they identify the most important brands, belonging to a real environment characterized by the theater critic active in Naples, at the beginning of twentieth century. [edited by Author]
XIII n.s.
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Scannapieco, Anna <1959&gt. « Contributo all’edizione critica e all’esegesi storica degli scritti di teoria teatrale di Carlo Gozzi ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1069.

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Résumé :
Nell’ultimo decennio si è assistito ad una vera e propria “Gozzi renaissance” cui il presente studio intende contribuire sotto un duplice profilo: indagare un aspetto della complessa personalità dell’autore che la critica ha sinora ignorato (o sprezzantemente liquidato) e offrire un contributo di ordine metodologico circa l’utilizzo dell’imponente messe di autografi recentemente rinvenuta e attualmente consultabile presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Dopo una preliminare perimetrazione di campo che ha inteso individuare i testi che potessero essere qualificati come teorici in senso proprio, l’indagine si è concentrata su quelli che sono i capitoli proemiali della riflessione sul teatro di Carlo Carlo Gozzi: la prefazione alla traduzione del Fajel di Baculard d’Arnaud e il manifesto promozionale dell’edizione Colombani. Nella scelta dei testi – illuminanti “preamboli” al Ragionamento ingenuo – ha influito molto anche la considerazione della loro eclisse dalla tradizione testuale, nonché la convinzione che in essi si disvela, come in una miniatura di luminoso nitore, l’animus del pensiero teorico gozziano. Il rigoroso vaglio della documentazione manoscritta (spesso affidata a caotici lacerti) e dei testimoni a stampa ha consentito di individuare il processo genetico dei testi, e di conoscere i “retroscena” dell’elaborazione teorica e dell’impaginazione stilistica gozziane. I testi sono stati quindi editi con motivati criteri ecdotici e corredati da un ricco commento, di ordine linguistico-stilistico e storico-critico. Un capitolo conclusivo è dedicato a porre in evidenza gli elementi portanti del pensiero teorico dell’autore e la loro insospettata modernità.
In the last decade there has been a proper “Gozzi Renaissance”. This study aims at giving a contribution to such “Renaissance” with a twofold purpose: to investigate an aspect of the author’s complex personality which the critics have ignored (or scornfully disdained) so far, and to offer a methodological contribution to the use of the imposing quantity of autograph writings which have been discovered recently and can be looked up in at the Biblioteca Nazionale Marciana in Venice. After a preliminary definition of the texts which can be considered strictly theoretical, the investigation focuses on the introductory chapters on Carlo Gozzi’s reflexion on theatre, that is to say the preface to the translation of Baculard D’Arnaud’s Fajel and the promotional manifesto of the Colombani edition. The choice of the texts, illuminating preambles to Ragionamento ingenuo, has been greatly influenced by the consideration of their eclipse from the text tradition and the strong belief that they reveal, like a brightly clear miniature, the animus of Gozzi’s theoretical thought. The rigorous scrutiny of the manuscripts (which has very often been entrusted to confused fragments) and of the printed witnesses has allowed to identify the genetic process of the texts and to know the “behind the scenes” of Gozzi’s theoretical elaboration and stylistic lay out. Therefore the texts have been edited with grounded critical criteria and richly annotated with a linguistic-stylistic and historical-critical commentary. The final chapter is aimed at highlighting the fundamental ideas of the author’s theoretical thought and their unexpected modernity.
On a assisté dans cette dernière décennie à une véritable “Gozzi renaissance” à laquelle ce travail veut apporter une contribution à deux niveaux différents: en explorant des éléments de la personnalité de l’auteur que la critique a jusqu’à présent ignorés; en offrant un soutien méthodologique à l’exploitation de la moisson énorme de manuscrits autographes récemment découverts et consultables à la Biblioteca Nazionale Marciana de Venise. Après une première délimitation du domaine de la recherche dans le but de repérer les textes pouvant être qualifiés comme strictement théoriques, la recherche s’est concentrée sur les phases préliminaires de la réflexion sur le théâtre de Carlo Gozzi: la Préface à la traduction de Fajel de Baculard d’Arnaud et le manifeste promotionnel de l’édition Colombani. Dans le choix des textes –des introductions convaincantes au Ragionamento ingenuo– l’idée de leur eclipse par rapport à la tradition textuelle a joué un rôle important ainsi que la conviction que dans ces textes l’animus de la pensée théorique de Gozzi va se dévoiler comme dans une enluminure d’une extraordinaire pureté. L’examen rigoureux de la documentation manuscrite et des témoignages imprimés ont permis de déterminer, en même temps que le processus génétique des textes, les “arrière-scènes” de l’élaboration théorique et de la mise en pages stylistique de Gozzi. Les textes ont été donc édités avec des critères motivés de philologie textuelle et ont été accompagnés d’un riche commentaire d’ordre linguistico-stylistique et historico-critique. La conclusion de l’ouvrage est dédiée à souligner les éléments portants de la pensée théorique de l’auteur et leur modernité insoupçonnée.
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Torelli, Gloria. « Proposta di traduzione commentata in italiano dell'opera teatrale "A viagem de um barquinho" della scrittrice brasiliana Sylvia Orthof ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18362/.

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Résumé :
Il seguente elaborato ha l’obiettivo di presentare una proposta di traduzione del testo teatrale per bambini "A viagem de um barquinho", della scrittrice brasiliana Sylvia Orthof. A tale scopo, nell’elaborato, composto da quattro capitoli, si illustrano la biografia dell’autrice, lo stile e il linguaggio che caratterizzano le sue opere ed i riconoscimenti attribuiti alla sua letteratura. Si prende, inoltre, in analisi l’opera originale "A viagem de um barquinho", esponendone la trama, i temi affrontati e l’interessante combinazione fra elementi della letteratura per l’infanzia e quelli della letteratura del viaggio. Alla proposta di traduzione italiana del testo seguono, infine, riflessioni e spiegazioni a proposito delle difficoltà incontrate, delle strategie applicate e delle scelte attuate durante il processo traduttivo.
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CAMPOBASSO, Maria Giovanna. « Die reinste Form und der höchste Gehalt : teoria e prassi nel teatro di Friedrich Hebbel ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2021. http://hdl.handle.net/10447/515065.

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Zucchi, Enrico. « Un saggio di critica teatrale settecentesca : il Paragone della poesia tragica d'Italia con quella di Francia di Pietro Calepio. Edizione commentata ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3425721.

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Résumé :
This is an edition with commentaries of Pietro Calepio's Il Paragone della poesia tragica d'Italia con quella d'Italia (1732), one of the most relevant work of theatrical criticism in the first half of the eighteenth century
La tesi contiene l'edizione commentata, nonchè un ampio studio introduttivo, del Paragone della poesia tragica d'Italia con quella di Francia (1732) di Pietro Calepio, uno dei più importanti documenti di critica teatrale del primo Settecento.
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D'ORAZIO, SILVIA VINCENZA. « «ICH BIN EIN REGISSEUR DES WORTS UND NICHT DER DEKORATION»:L¿ESTETICA TEATRALE DI LEOPOLD JESSNER : QUASI UN ÓRGANON ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/828515.

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Résumé :
This dissertation aims at reconstruing Leopold Jessner’s theatre aesthetics through the analysis of his theatrical essays. Jessner was one of the most influential German theatre directors during the Weimar Republic. His figure came along in the cultural landscape in the same years the director’s theatre emerged in both Europe and Germany. Through the analysis, this dissertation also aims at rethinking Jessner’s theatre aesthetics in the artistic and cultural landscape of the Weimar Republic. The second chapter of the dissertation presents Jessner as a theatre director and focusses on the obstacles and labels that prevented a scientific evaluation of his work. The third chapter proposes an analysis of the author’s corpus. In order to shed light on the key aspects of Jessner’s aesthetics, the investigation is organised in four macro-sections: Der Theaterleiter, Zeittheater und Theaterpolitik, Regie und Schauspielkunst and Betrachtungen und Bekenntnisse. The fourth chapter summarises the results of the analysis and presents Jessner’s Stil des Wesentlichen, focussing on its key elements: the dramaturgical method, the role of scenic design, and of the actor and the relationship with the audience. The last section of the chapter investigates the correlation between Jessners’ Stil des Wesentlichen, Expressionism and New Objectivity.
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COLOMBO, PIA VITTORIA. « GIULIO CESARE, "SPECCHIO" DELLA CRISI ? SULLA FORTUNA DEL JULIUS CAESAR DI SHAKESPEARE NEL TEATRO ITALIANO DAL 1949 A OGGI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6168.

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Résumé :
Rispetto agli altri studi sulla ricezione dell’opera drammatica di Shakespeare, questa tesi sulla fortuna del Julius Caesar nel teatro italiano dal 1949 al 2012 si spende innanzitutto per promuovere una rivalutazione, in senso positivo, dell’apporto degli adattamenti drammaturgici alla conoscenza del Bardo inglese in Italia. Avvalendosi di documentazione a stampa e archivistica coeva, nonché di interviste agli artisti del nostro teatro contemporaneo, lo studio ha verificato come nel realizzare le proprie messinscene del Julius Cesar i registi e gli attori che nel passato recente vi si sono cimentati abbiano perseguito tanto la ricostruzione filologica del dettato shakespeariano originale, quanto la propria ricerca stilistica personale, spesso e volentieri avvalendosi della collaborazione con eminenti esperti, al fine di presentare al pubblico allestimenti sempre esteticamente e filologicamente rigorosi, oltre che pertinenti e significativi. Pertanto, interrogandosi in generale sulle sfide e i compromessi insiti nella prassi ermeneutica, in definitiva questa ricerca sull’interpretazione del Julius Caesar nella scena italiana contemporanea tenta altresì di “demistificare” entrambe le mitologie shakespeariana e cesarea al fine di auspicare nuove pratiche di indagine drammaturgica e registica che permettano al nostro teatro di superare la crisi che attualmente attraversa. Ricostruendo i caratteri dei quindici allestimenti contemplati dal nostro studio, infatti, si è cercato di trarre dalla storia del nostro teatro e dei nostri studi shakespeariani degli utili spunti che possano infondere nuova linfa vitale alla dialettica tra la ricerca accademica e quella teatrale.
This dissertation on the reception of William Shakespeare’s Julius Caesar in Italian theatre from 1949 to 2012 calls for a positive consideration of theatrical adaptation practices, which only recently have been appropriately valued in Italian critical discourse on Shakespeare’s staging desiderata. Based on thorough archival research and interviews with contemporary theatre directors and actors, it also questions how much, and with what results, Italian theatre and academia have cooperated in the last seventy years so as to offer to the Italian audience "compromise stagings" of the Bard’s Roman tragedy that pursue both philology and innovation in theatrical work. While focusing on the history of Shakespeare’s Julius Caesar hermeneutic practice, this research may also be read as an investigation into the myths surrounding both the historical figure of Julius Caesar and that of Shakespeare. This is achieved through an historical reconstruction of different critical approaches to textual analysis in the study of both subjects, which indirectly yet daringly tackles the question of why Italian theatre practitioners prefer Shakespeare’s plays to new dramaturgy in Italian. Through the study of a set of 15 Julius Caesar Italian productions, I thus aim to assess the “liveliness” of Italian theatre and present solution to its current “crisis” by learning from the past and suggesting new ways for active cooperation between theatre and academia.
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COLOMBO, PIA VITTORIA. « GIULIO CESARE, "SPECCHIO" DELLA CRISI ? SULLA FORTUNA DEL JULIUS CAESAR DI SHAKESPEARE NEL TEATRO ITALIANO DAL 1949 A OGGI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6168.

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Résumé :
Rispetto agli altri studi sulla ricezione dell’opera drammatica di Shakespeare, questa tesi sulla fortuna del Julius Caesar nel teatro italiano dal 1949 al 2012 si spende innanzitutto per promuovere una rivalutazione, in senso positivo, dell’apporto degli adattamenti drammaturgici alla conoscenza del Bardo inglese in Italia. Avvalendosi di documentazione a stampa e archivistica coeva, nonché di interviste agli artisti del nostro teatro contemporaneo, lo studio ha verificato come nel realizzare le proprie messinscene del Julius Cesar i registi e gli attori che nel passato recente vi si sono cimentati abbiano perseguito tanto la ricostruzione filologica del dettato shakespeariano originale, quanto la propria ricerca stilistica personale, spesso e volentieri avvalendosi della collaborazione con eminenti esperti, al fine di presentare al pubblico allestimenti sempre esteticamente e filologicamente rigorosi, oltre che pertinenti e significativi. Pertanto, interrogandosi in generale sulle sfide e i compromessi insiti nella prassi ermeneutica, in definitiva questa ricerca sull’interpretazione del Julius Caesar nella scena italiana contemporanea tenta altresì di “demistificare” entrambe le mitologie shakespeariana e cesarea al fine di auspicare nuove pratiche di indagine drammaturgica e registica che permettano al nostro teatro di superare la crisi che attualmente attraversa. Ricostruendo i caratteri dei quindici allestimenti contemplati dal nostro studio, infatti, si è cercato di trarre dalla storia del nostro teatro e dei nostri studi shakespeariani degli utili spunti che possano infondere nuova linfa vitale alla dialettica tra la ricerca accademica e quella teatrale.
This dissertation on the reception of William Shakespeare’s Julius Caesar in Italian theatre from 1949 to 2012 calls for a positive consideration of theatrical adaptation practices, which only recently have been appropriately valued in Italian critical discourse on Shakespeare’s staging desiderata. Based on thorough archival research and interviews with contemporary theatre directors and actors, it also questions how much, and with what results, Italian theatre and academia have cooperated in the last seventy years so as to offer to the Italian audience "compromise stagings" of the Bard’s Roman tragedy that pursue both philology and innovation in theatrical work. While focusing on the history of Shakespeare’s Julius Caesar hermeneutic practice, this research may also be read as an investigation into the myths surrounding both the historical figure of Julius Caesar and that of Shakespeare. This is achieved through an historical reconstruction of different critical approaches to textual analysis in the study of both subjects, which indirectly yet daringly tackles the question of why Italian theatre practitioners prefer Shakespeare’s plays to new dramaturgy in Italian. Through the study of a set of 15 Julius Caesar Italian productions, I thus aim to assess the “liveliness” of Italian theatre and present solution to its current “crisis” by learning from the past and suggesting new ways for active cooperation between theatre and academia.
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Livres sur le sujet "Letteratura teatrale"

1

Distaso, Grazia. Strutture e modelli nella letteratura teatrale del Mezzogiorno. Fasano : Schena, 1990.

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2

La letteratura teatrale italiana e l'arte dell'attore, 1860-1890. [Turin, Italy] : UTET università, 2007.

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3

Letteratura e danza teatrale nel Settecento italiano : Dal ballo pantomimo al coreodramma. Napoli : Scriptaweb, 2010.

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4

Taviani, Ferdinando. Uomini di scena, uomini di libro : Introduzione alla letteratura teatrale italiana del Novecento. Bologna : Il Mulino, 1995.

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5

La letteratura teatrale del Settecento in Italia : Studi e letture su Carlo Goldoni. Vicenza : N. Pozza, 1985.

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6

Baratto, Mario. La letteratura teatrale del settecento in Italia : Studi e letture su Carlo Goldoni. Vicenza : Neri Pozza, 1985.

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7

Brero, Camillo. Grammatica della lingua piemontese : Parola, vita, letteratura : con antologia di letteratura piemontese, proverbi, indovinelli, racconti, vocabolario essenziale, canti, bozzetto teatrale, storia e varie. Torino : Edizione "Piemont/Europa", 1988.

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8

Infanzia e fiaba : Le avventure del fiabesco fra bambini, letteratura per l'infanzia, narrazione teatrale e cinema. 2e éd. Bologna : Bononia University Press, 2007.

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9

Bernardi, Milena. Infanzia e fiaba : Le avventure del fiabesco fra bambini, letteratura per l'infanzia, narrazione teatrale e cinema. 2e éd. Bologna : Bononia University Press, 2007.

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10

Convegno Teatri nella rete (2002 Università degli studi di Salerno). Teatri nella rete : Testualità ed ipertestualità della letteratura teatrale : Giornata di studio, 29 novembre 2002, Università degli studi di Salerno. Grottaminarda (Av) [i.e. Avellino, Italy] : Delta 3, 2006.

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Chapitres de livres sur le sujet "Letteratura teatrale"

1

Paratore, Carlotta. « 1 • Enrique Jardiel Poncela e Los ladrones somos gente honrada nel panorama della letteratura umoristica spagnola del Novecento ». Dans Tradurre l’umorismo, tradurre Jardiel Poncela Con traduzione integrale di Los ladrones somos gente honrada. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-679-4/001.

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Résumé :
Come spesso accade nel processo creativo del teatro di Jardiel, anche Los ladrones somos gente honrada non nacque dal nulla, ma – al contrario – fu il frutto di una ricapitalizzazione parziale di materiale già elaborato dall’autore nel tempo e in diverse circostanze. Come sempre, è lo stesso Jardiel a riferire nel preambolo della commedia quali furono le tappe del processo di gestazione dell’opera, che ebbe inizio dopo il sonoro insuccesso di El amor sólo dura 2.000 metros (1941), la prima delle sei commedie che il drammaturgo avrebbe composto in seguito all’accordo preso nel 1940 con Tirso Escudero, l’impresario del Teatro de la Comedia di Madrid, per le tre successive stagioni teatrali.
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