Articles de revues sur le sujet « Letteratura russa XVIII secolo »

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1

Segel, Harold B., et Nicoletta Marcialis. « Caronte e Caterina : Dialoghi dei morti nella letteratura russa del XVIII secolo ». Russian Review 50, no 1 (janvier 1991) : 84. http://dx.doi.org/10.2307/130215.

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2

Page, Tanya. « Nicoletta Marcialis. Caronte e Caterina : Dialoghi dei morti nella letteratura russa dei XVIII secolo. (Pubblicazioni dei dipartimento di Lingue e Letterature Comparate delia II universita degli studi di Roma.) Roma : Bulzoni editore, 1989. 307 pp. L. 28.000 (paper). » Canadian-American Slavic Studies 27, no 1-4 (1993) : 364–66. http://dx.doi.org/10.1163/221023993x00388.

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3

Sárközy, Péter. « Fortuna e traduzione delle opere letterarie italiane in Ungheria ». Italianistica Debreceniensis 25 (29 mars 2020) : 20–35. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5552.

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Résumé :
La critica letteraria, sia in Ungheria che in Italia, ha prestato grande attenzione alla fortuna e all'irradiazione della letteratura italiana in Ungheria, basti pensare ai tredici volumi, frutto della collaborazione scientifica della Fondazione Giorgi Cini di Venezia e dell'Accademia ungherese delle scienze. L'articolo mira a offrire un'ampia panoramica del successo della letteratura italiana in Ungheria, soprattutto attraverso le traduzioni. L'articolo esamina i vari periodi storici e i movimenti letterari che hanno caratterizzato i contatti letterari tra i due paesi. Fino alla seconda metà del XVIII secolo, l'irradiazione della letteratura italiana si manifestava innanzitutto nell'adozione dei suoi modelli letterari e delle sue formule poetiche nelle opere dei maggiori autori della letteratura ungherese. Il diciannovesimo secolo vide invece la stagione della traduzione dei grandi classici della prima letteratura italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio) tradotti di nuovo nel ventesimo secolo, grazie anche all'impegno degli italiani magiari. Infine, l'articolo si concentra sulla situazione attuale, descrivendo le traduzioni di autori contemporanei.
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4

Lavenia, Vincenzo. « Metodo, ragione, guerra. La letteratura catechetica per i soldati nel XVIII secolo ». SOCIETÀ E STORIA, no 154 (février 2017) : 767–85. http://dx.doi.org/10.3280/ss2016-154008.

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Comberiati, Daniele, et Alessandra Giro. « Straniamenti e spaesamenti a confronto nella letteratura italiana ed europea del XVIII e XIX secolo ». Incontri. Rivista europea di studi italiani 36, no 1 (9 septembre 2021) : 7–17. http://dx.doi.org/10.18352/inc11003.

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Farinella, Calogero. « Caleb Williams, o l’umamanità divisa : letteratura e politica in William Godwin ». ACME 74, no 1 (26 novembre 2021) : 99–116. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/16794.

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Résumé :
Storico dai molteplici interessi, bibliotecario, musicista, uomo di cultura e grande modernista, studioso, in particolare, dell’Italia settecentesca, Calogero Farinella ci ha prematuramente lasciati nel giugno del 2019, a poco più di sessanta anni. Le sue pubblicazioni sulla Genova del Settecento e sulla scienza illuminista (veronese specialmente: Francesco Bianchini, Anton Mario Lorgna e l’Accademia dei Quaranta) fanno e faranno sempre data negli studi di storia della cultura. Allievo tra i più brillanti di Salvatore Rotta (1926-2001), dal quale mutuò la passione per il XVIII secolo in particolare, Farinella si laureò sotto la sua guida su William Godwin (1756-1836), padre di Mary Shelley, filosofo e scrittore politico di area libertaria, che, con la sua fondamentale opera, marchia a fuoco il passaggio, in Gran Bretagna, dai Lumi al Romanticismo. Sulla figura e gli scritti di Godwin, ricavandoli dalla propria dissertazione di laurea, Farinella estrasse e pubblicò, negli anni Ottanta del secolo scorso, due articoli, apparsi nel volume della «Miscellanea storica ligure» contenente gli Studi in onore di Francesco Cataluccio (William Godwin ed il suo Journal all’epoca della Rivoluzione Francese, xv, 1984), e poi su Studi settecenteschi (Il governo più semplice. Il mito democratico-repubblicano in William Godwin, viii, 1987). Un terzo ampio articolo, che contiene spunti davvero interessanti sul romanzo utopistico di Godwin, rimase inedito, sino a oggi, malgrado l’oggettivo e rilevante valore del contributo di Farinella. Crediamo, pertanto, di fare cosa gradita alla memoria dell’amico e dello studioso pubblicandolo per la prima volta, in questa sede.
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Muecke, Frances. « Orazio nella letteratura italiana : Commentatori, traduttori, editori italiani di Quinto Orazio Flacco dal XV al XVIII secolo (review) ». Parergon 22, no 2 (2005) : 225–26. http://dx.doi.org/10.1353/pgn.2006.0029.

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Donnici, Fabio. « Collezioni e collezionisti di reperti archeologici in Basilicata tra il XVIII e gli inizi del XX secolo ». ACME 74, no 2 (14 septembre 2022) : 41–94. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18662.

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Résumé :
Ad oggi non esistono in letteratura studi specificatamente dedicati al collezionismo privato di antichità in Basilicata, al contrario di quanto avvenuto in altre regioni limitrofe del Meridione d’Italia. Eppure, ad un’attenta disamina delle fonti bibliografiche e archivistiche – queste ultime per lo più inedite – disponibili, appare evidente come questo territorio molto ricco sotto il profilo archeologico abbia in realtà conosciuto, tra il XVIII e gli inizi del XX secolo, numerose ed importanti esperienze collezionistiche a livello locale. Nel presente contributo si cercherà per la prima volta non solo di enuclearne sistematicamente episodi e protagonisti principali, ma anche di delinearne alcune linee di tendenza generali e seguirne l’evoluzione di forme e contenuti nel corso del tempo. L’intento che si vuole perseguire, in altre parole, è quello di giungere ad una messa a fuoco della “cultura collezionistica” lucana, la quale pare perfettamente inserirsi e trovare ragion d’essere nella più ampia cultura antiquaria italiana e europea del periodo considerato, offrendo al contempo nuovi dati per la conoscenza di una delle sue espressioni più peculiari: la pratica di ricercare e raccogliere testimonianze materiali del passato al fine di elaborare nuove costruzioni identitarie nel presente.
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Porta, Pier Luigi. « Adam Smith’s Subjective Stance. A Comment on Professor Hutchison’s « Before Adam Smith » ». Journal of Public Finance and Public Choice 7, no 3 (1 octobre 1989) : 191–201. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344811.

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Résumé :
Abstract Terence Hutchison ha magistralmente passato in rassegna la letteratura economica del XVII e XVIII secolo nel suo recente volume Before Adam Smith (1988). Il presente lavoro intende toccare soltanto un punto del volume di Hutchison, ossia l’interpretazione della teoria del valore di Adam Smith: si tratta della ripresa di una interpretazione già presente in precedenti scritti di Hutchison, che qui diventa in qualche misura il punto di arrivo della sua esposizione.In breve, il presente lavoro sostiene che finché si rivolge a Smith l’accusa di avere dato occasione alia storia dell’analisi economica di deviare rispetto alia impostazione della teoria del valore basata su utilità e scarsità, l’accusa può trovare qualche fondamento.Ma se di qui si passa ad affermare che Smith ha per questo abbandonato la concezione soggettivistica dell’economia, allora la tesi ò criticabile anche a prescindere da ogni discussione sull’impiego del concetto di utilità da parte di Smith: in particolare la distinzione tra soggettivismo e oggettivismo non coincide con quella tra utilità e costo.
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Miletti, Marco Nicola. « Le facce d’un diamante. Appunti per una storia dell’immediatezza nella procedura penale italiana ». Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no 2 (29 août 2021) : 827. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.596.

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Il saggio ripercorre alcune tappe dell’evoluzione del principio di immediatezza nella procedura penale italiana, entro l’arco cronologico compreso tra la fine del secolo XVIII e il codice Finocchiaro-Aprile del 1913. Dopo una breve rassegna delle diverse definizioni del lemma e un cenno diacronico alla demarcazione dal concetto di oralità, la ricerca muove dagli spunti offerti da ‘pionieri’ quali Francesco Mario Pagano e Niccola Nicolini; esamina la letteratura europea (francese e, soprattutto, tedesca) che permeò la riflessione dei giuristi italiani; quindi si addentra nella stagione post-unitaria. Quest’ultima fu connotata dal contrasto tra un codice di rito (1865) ancora prettamente inquisitorio e una dottrina tutt’altro che compatta: se i primi commentari e, ancor piú, la scuola carrariana classificavano l’immediatezza tra i canoni inderogabili della giustizia liberale, la scuola positiva vi scorgeva un indebito cedimento alle interferenze popolari ed emotive nel dibattimento. La lunga elaborazione del codice Finocchiaro-Aprile non solo stimolò un serrato confronto dottrinale ma partecipò a quel movimento per l’oralità grazie al quale Chiovenda confidava di modernizzare il rito civile e penale.
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Kallendorf, Craig. « Orazio nella letteratura italiana : commentatori, traduttori, editori italiani di Quinto Orazio Flacco dal XV al XVIII secolo. Dal codice al libro, 26. Antonio Iurilli ». Papers of the Bibliographical Society of America 101, no 3 (septembre 2007) : 426–28. http://dx.doi.org/10.1086/pbsa.101.3.24293720.

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Donatiello, Federico. « I primi contatti con il Teatro Occidentale in Romania : le traduzioni dei melodrammi di Pietro Metastasio nei Principati Danubiani alla fine del XVIII secolo/First contacts with western theatre in Romania : The translations of Pietro Metastasio's Melodrammi in Romanian Principates at the end of eighteenth century ». Hiperboreea 1, no 2 (1 décembre 2014) : 111–24. http://dx.doi.org/10.5325/hiperboreea.1.2.0111.

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Résumé :
Abstract Uno dei fenomeni più importanti che hanno favorito l'occidentalizzazione romanza della lingua letteraria romena è stato il largo affluire di traduzioni di letteratura francese e italiana. Nel Settecento predomina la figura del poeta italiano Pietro Metastasio con ben nove testi tradotti: il melodramma italiano arriva nei Principati con modalità peculiari in quanto le traduzioni non sono destinate tanto alla rappresentazione scenica quanto alla sola lettura; esse si basano inoltre non sul testo italiano originale ma su alcune traduzioni intermediarie in lingua neogreca. La penetrazione delle opere di Metastasio nei Principati, come pure di molta cultura occidentale, è perciò legata indissolubilmente alla cultura neogreca e ai gusti della nobiltà fanariota. per modesti compilatori come Slǎtineanu o Beldiman; la scomparsa del neogreco come lingua di cultura favorirà ulteriormente il processo di rinnovamento linguistico e letterario.
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Tasini, Francesco. « El Libro di ricercate a qvattro voci (1575) de Rocco Rodio y algunas consideraciones sobre relaciones entre Nápoles y España en el siglo XVI ». Anuario Musical, no 69 (30 décembre 2014) : 99. http://dx.doi.org/10.3989/anuariomusical.2014.69.164.

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Résumé :
Tras un breve repaso de los estudios musicológicos centrados en las relaciones que la música para tecla de los siglos XVI y XVII creó entre Nápoles y España, el ensayo se centra de manera casi exclusiva, y desde un punto de vista analítico y estilístico, en el «Libro di ricercate a qvattro voci di Rocco Rodio con alcvne fantasie sopra Varii canti fermi» publicado en Nápoles por Gioseppe Cacchio dall’Aquila en el 1575. El libro de Rocco Rodio («Rocchus Rodius Civitatis Barensis»; Bari, 1530ca - Nápoles, 1615ca) constituye la primera impresión en partitura, forma que será muy usada en Nápoles a finales del siglo XVI e inicios del XVII. Experimentará este fenómeno editorial una importante expansión a nivel nacional y europeo durante todo el siglo XVII, y aún durante el siglo XVIII se encuentran ejemplos. El análisis formal y estilístico de las composiciones publicadas en esta obra (cinco Ricercate, cuatro Fantasie sobre Canti Fermi y sobre La mi re fa mi re) muestra la “modernidad” y el progresismo del autor: las Ricercate del cual son una elaboración de la práctica coeva de la improvisación y la diminución que se aplicaba en los motetes polifónicos vocales y en los madrigales con affetti; las Fantasie representan un soberbio ejemplo de invención y maestría que se inscribe no sólo en el campo de la composición «osservata» para tecla, sino que representa un modelo ejemplar en el ambiente más amplio de la ferviente producción vocal, didáctica y experimental de la escuela polifónicoinstrumental entre Nápoles, Roma y España. [it] Il Libro di ricercate a qvattro voci (1575) di Rocco Rodio e alcuni rilievi sui rapporti tra Napoli e la Spagna nel XVI secolo. Il saggio, dopo una sintetica messa a punto sugli studi musicologici relativi ai rapporti intercorsi tra Napoli e la Spagna in particolare nel campo della produzione tastieristica dei secoli XVI-XVII, si occupa in maniera pressoché esclusiva – sotto il profi lo analitico e stilistico – del LIBRO DI RICERCATE A QVATTRO VOCI DI ROCCO RODIO CON ALCVNE FANTASIE SOPRA VARII CANTI FERMI, pubblicato a Napoli da Gioseppe Cacchio dall’Aquila nel 1575. Il libro di Rocco Rodio («Rocchus Rodius Civitatis Barensis»; Bari, 1530ca-Napoli, 1615ca) costituisce la prima stampa in assoluto apparsa in partitura, un sistema particolarmente seguìto a Napoli tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII e che troverà un significativo impiego a livello nazionale ed europeo lungo tutto il corso del Seicento, con esempi anche nel Settecento. L’analisi formale e stilistica delle composizioni contenute nella stampa (cinque Ricercate, quattro Fantasie su Canti Fermi e su La mi re fa mi re) mostrano la scrittura ‘moderna’ e progressiva dell’autore, le cui Ricercate sono per così dire una rifrazione della coeva prassi improvvisativa e diminutiva che si esercitava nel mottetto polifonico vocale e nel madrigale affettuoso; le Fantasie costituiscono un superbo esempio di invenzione e maestria compositiva da leggersi non esclusivamente nell’alveo della tradizione del genere «osservato» nel campo tastieristico, ma vanno intese come il modello esemplare scaturito nell’ambiente più ampio della fervente letteratura vocale, didattica e sperimentale della scuola polifonicostrumentale tra Napoli, Roma e la Spagna.
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Waldmann, Felix. « Saverio Mattei. Tradizone e invenzione. By Milena Montanile and Renato Ricco . (Biblioteca del xviii Secolo, 30.) Pp. xv + 208 incl. 6 colour and black-and-white ills. Rome : Edizioni di Storia e Letteratura, 2016. €38 (paper). 978 88 6372 954 2 ». Journal of Ecclesiastical History 69, no 1 (janvier 2018) : 195–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046917002378.

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Ehrmann-Herfort, Sabine. « „Dass Gerechtigkeit und Friede sich küssen“ – Repräsentationen des Friedens im vormodernen Europa. Ein interdisziplinäres Verbundprojekt ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 96, no 1 (1 janvier 2017). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2016-0018.

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Résumé :
Riassunto Il contributo illustra il progetto interdisciplinare di cooperazione sul tema „Dass Gerechtigkeit und Friede sich kussen“ - Reprasentationen des Friedens im vormodernen Europa, che intende indagare l’eco trovata dai processi di pace durante l’eta moderna europea negli ambiti delle arti figurative e della musica, della teologia, storia e letteratura. Vi collaborano istituti, biblioteche e musei di ricerca di diverse discipline. Nella cornice del progetto (durata dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2018) si studiano presso la Sezione di Storia della Musica dell’Istituto Storico Germanico i topoi di rappresentazione della pace emersi nella cantata italiana e nei generi affini durante il XVII e XVIII secolo.
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