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Eccher, Christian Gianfrancov. « DECOLONIZZARE LA MENTE DEGLI ITALIANI ». Годишњак Филозофског факултета у Новом Саду 46, no 1 (19 juillet 2021) : 139–48. http://dx.doi.org/10.19090/gff.2021.1.139-148.

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Résumé :
In questo lavoro, ci occuperemo dell’estremo provincialismo che ha caratterizzato e caratterizza gli studi di italianistica. L’Italia, infatti, è un paese che ha perso il passo con la modernità già nel XV secolo, quando il resto d’Europa si apriva al fenomeno della „mondializzazione“. Dimostreremo come, da allora, l’Italia si sia rifugiata nel mito della Classicità e del Rinascimento, da cui non è riuscita a uscire neanche dopo che il paese si è unito in un’unica entità statuale. La grande emigrazione della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo ha contribuito a sprovincializzare molti italiani, ma non l’arte, la letteratura e la critica letteraria. Questa, poi, ha fatto di tutto per rimuovere il periodo e le atrocità coloniali italiane in Africa. Nel secondo Dopoguerra, mentre in tutta Europa cominciava a prendere piede la critica al colonialismo, la borghesia italiana (che deteneva il potere economico, politico e culturale) preferiva ignorare il proprio scadaloso operato nel corno d’Africa, in Grecia e in Albania. Allo stesso tempo, ignorava la viva letteratura di frontiera, quella istriana. Proprio per questo motivo, nella seconda parte di questo lavoro ci occuperemo del romanzo dell’istriano di adozione Eros Sequi, “Le case di Pothia” uno spaccato sulla realtà del colonialismo italiano nel Dodecaneso e sulla società istriana e jugoslava degli anni Cinquanta del secolo scorso.
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Chávez, Fernando Ibarra. « Riflessioni sulla traduzione nell'ottocento messicano ». Revista de Italianística, no 34 (7 novembre 2017) : 103. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p103-111.

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Per tutto il secolo XIX, la traduzione di letteratura italiana nel Messico fu un’attività praticata soprattutto dai poeti. Come mestiere artistico e professionale, alcuni membri dell’élite intellettuale del paese videro la traduzione come un problema letterario e il traduttore fu valutato come un professionista specializzato. Le prime riflessioni sul tema le troviamo nella rivista Miscelánea di José María Heredia e, col passare del tempo, vedremo che i ragionamenti intorno alla traduzione cambiarono, al punto che alla fine del secolo Francisco Sosa pubblicò un commento analitico a proposito di tre traduzioni (spagnole e messicane) della Gerusalemme Liberata del Tasso.
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Steinsiek, Angela. « Das epistolarische Werk von Ferdinand Gregorovius. Eine Bestandsaufnahme ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (20 décembre 2017) : 290–315. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0014.

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Riassunto Quello di Ferdinand Gregorovius e uno dei piu importanti carteggi del XIX secolo. Nonostante gli sforzi dell’autore di sottrarre questa parte delle sue carte al pubblico, si sono conservate diverse migliaia di lettere che, accanto alla sua opera complessiva, rivestono un valore straordinario anche dal punto di vista letterario. Indispensabili sono le lettere per ricostruire la genesi dei suoi lavori, per comprenderne la qualita nella dialettica tra letteratura e scienza, per identificare i suoi scritti anonimi. Le sue corrispondenze con studiosi, nobili, politici, scrittori, artisti ed editori rappresentano nell’insieme un documento unico della storia politica e sociale, culturale e delle scienze nel XIX secolo e permettono di farsi un’idea concreta sulle vaste reti di contatto transnazionali non solo epistolari, ma anche personali, e sulle condizioni di lavoro di uno storico che svolgeva le sue attivita liberamente e in modo indipendente. Le sue corrispondenze, coprendo diversi decenni, mettono infine in luce i rapidi sviluppi che nella loro interazione contrassegnarono la storia italiana e tedesca dell’epoca.
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Steinsiek, Angela. « Das epistolarische Werk von Ferdinand Gregorovius. Eine Bestandsaufnahme ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (5 mars 2018) : 290–315. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0014.

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Résumé :
Riassunto Quello di Ferdinand Gregorovius è uno dei più importanti carteggi del XIX secolo. Nonostante gli sforzi dell’autore di sottrarre questa parte delle sue carte al pubblico, si sono conservate diverse migliaia di lettere che, accanto alla sua opera complessiva, rivestono un valore straordinario anche dal punto di vista letterario. Indispensabili sono le lettere per ricostruire la genesi dei suoi lavori, per comprenderne la qualità nella dialettica tra letteratura e scienza, per identificare i suoi scritti anonimi. Le sue corrispondenze con studiosi, nobili, politici, scrittori, artisti ed editori rappresentano nell’insieme un documento unico della storia politica e sociale, culturale e delle scienze nel XIX secolo e permettono di farsi un’idea concreta sulle vaste reti di contatto transnazionali non solo epistolari, ma anche personali, e sulle condizioni di lavoro di uno storico che svolgeva le sue attività liberamente e in modo indipendente. Le sue corrispondenze, coprendo diversi decenni, mettono infine in luce i rapidi sviluppi che nella loro interazione contrassegnarono la storia italiana e tedesca dell’epoca.
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Comberiati, Daniele, et Alessandra Giro. « Straniamenti e spaesamenti a confronto nella letteratura italiana ed europea del XVIII e XIX secolo ». Incontri. Rivista europea di studi italiani 36, no 1 (9 septembre 2021) : 7–17. http://dx.doi.org/10.18352/inc11003.

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Baumann, Christiane. « „La perduta gente“ ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no 1 (1 novembre 2019) : 340–66. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0015.

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Riassunto Alla letteratura tedesca sull’Italia, sviluppatasi nel corso dell’Ottocento, si guarda ancora oggi come se fosse mera emulatrice di quella dei tempi di Goethe. In realtà, essa subì un radicale cambiamento di paradigma, passando da una visione immaginaria dell’Italia, basata sull’idealità classica, alla considerazione del paese reale. Contemporaneamente sorsero nuovi modelli. Ciò si osserva in autori come Fanny Lewald o Heinrich Laube, ma si nota anche in Richard Voß, scrittore di grande successo a cavallo dei due secoli. La sua percezione ampia e variegata dell’Italia è quasi dimenticata, oggi, e costituisce una lacuna della ricerca. La sua immagine dell’Italia fu influenzata significativamente da Lord Byron e dallo storico, scrittore e saggista Ferdinand Gregorovius, in particolare dalle sue „Passeggiate per l’Italia“. Il saggio descrive come l’approccio naturalistico di Voß all’Italia sia sorta verso la metà del 1870, proprio a partire dalla lettura critica del presente italiano, proposta da Gregorovius, e dai suoi tentativi di combinare scienze storiche e poesia. Questa prospettiva naturalistica emerge in schizzi novellistici e saggistici, in modo particolare nel volume „Erlebtes und Geschautes“ (Cose vissute e osservate), pubblicato nel 1888. Questi schizzi furono il contributo sincero e originale di Voß alla letteratura tedesca sull’Italia del XIX secolo, aspetto finora trascurato dalla ricerca.
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Caputo, Vincenzo. « “Godo d’essere italiano” : Saverio Almatura tra letteratura e arti figurative del Risorgimento ». Quaderni d'italianistica 33, no 2 (9 février 2013) : 77–93. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19418.

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L’intervento si pone l’obiettivo di analizzare lo scritto autobiografico del pittore Saverio Altamura (1896). Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento numerosi artisti, napoletani di nascita o d’adozione (Altamura era nato a Foggia, ma si era formato nella città partenopea), elaborano una serie di testi autobiografici, i quali risultano importanti per poter ricostruire le vicende culturali italiane all’altezza del XIX secolo (tra questi artisti ricordiamo, tra gli altri, Bernardo Celentano, Gioacchino Toma, Michele Cammarano, Domenico Morelli, Edoardo Dalbono). Nell’opera di Altamura, in particolar modo, gli interessi artistici si sovrappongono a quelli politici in un miscuglio nel quale grande importanza è affidata anche al tema amoroso. Trasporre sul piano letterario vicende avvenute decenni prima rispetto al tempo della scrittura significa, però, anche ripensare in maniera critica a quelle vicende. Nell’ultimo capitolo dell’autobiografia Altamura torna con la mente alla rivolta napoletana del 15 maggio 1848, alla quale egli aveva partecipato. Un dubbio lacera la coscienza dell’anziano artista. È il dubbio di aver generato la morte di due contadini che cercavano di abbattere la barricata di Largo Carità. Una macchia cruenta, così, finisce per imbrattare la tela del racconto risorgimentale disegnata con la penna dal pittore meridionale.
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Sárközy, Péter. « Fortuna e traduzione delle opere letterarie italiane in Ungheria ». Italianistica Debreceniensis 25 (29 mars 2020) : 20–35. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5552.

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La critica letteraria, sia in Ungheria che in Italia, ha prestato grande attenzione alla fortuna e all'irradiazione della letteratura italiana in Ungheria, basti pensare ai tredici volumi, frutto della collaborazione scientifica della Fondazione Giorgi Cini di Venezia e dell'Accademia ungherese delle scienze. L'articolo mira a offrire un'ampia panoramica del successo della letteratura italiana in Ungheria, soprattutto attraverso le traduzioni. L'articolo esamina i vari periodi storici e i movimenti letterari che hanno caratterizzato i contatti letterari tra i due paesi. Fino alla seconda metà del XVIII secolo, l'irradiazione della letteratura italiana si manifestava innanzitutto nell'adozione dei suoi modelli letterari e delle sue formule poetiche nelle opere dei maggiori autori della letteratura ungherese. Il diciannovesimo secolo vide invece la stagione della traduzione dei grandi classici della prima letteratura italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio) tradotti di nuovo nel ventesimo secolo, grazie anche all'impegno degli italiani magiari. Infine, l'articolo si concentra sulla situazione attuale, descrivendo le traduzioni di autori contemporanei.
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Cattoni, Silvia. « La letteratura italiana tradotta in Argentina ». Revista de Italianística, no 34 (7 novembre 2017) : 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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Giacobbe, Giuliana Antonella. « Adelaide Bernardini : polemiche e rivalità. » Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 23 (2020) : 191–202. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2020.i23.14.

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Scrittrice di origini umbre oggi quasi sconosciuta, Adelaide Bernardini fu una delle protagoniste della letteratura italiana del XX secolo. La sua vita si vide coinvolta in diversi scandali e polemiche letterarie con autori molto famosi della letteratura italiana come Marinetti o Pirandello, che non le perdonarono il fatto di essere la moglie di Luigi Capuana e di dimostrare un carattere ribelle.
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Bernard, Margherita. « Elena Liverani, Un personaggio tra storia e letteratura. Don Carlos nel teatro spagnolo del XIX secolo, Firenze, La Nuova Italia, 1994, 266 pp ». SIGLO DIECINUEVE (Literatura hispánica), no 2 (7 mai 1996) : 240–44. http://dx.doi.org/10.37677/sigloxix.vi2.390.

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Ajres, Alessandro. « Gustaw Herling-Grudziński e la letteratura italiana del XX secolo ». Poznańskie Studia Polonistyczne. Seria Literacka, no 39 (15 décembre 2020) : 183–93. http://dx.doi.org/10.14746/pspsl.2020.39.10.

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Magdalena Śniedziewska’s book discusses a theme in Gustaw Herling-Grudziński’s works which has not been thoroughly researched, i.e. their relationship with Italian literature. This is how we discover Herling-Grudziński as a writer who is simultaneously a great literary criticwho looks eagerly and with both interest (sometimes) and passion at the work of such authors as Nicola Chiaromonte, Ignazio Silone, Alberto Moravia, Luigi Pirandello, Tomasi di Lampedusa and Leonardo Sciascia. The opening chapter of the book discusses Herling-Grudziński’s condition as an emigrant and the changes in his attitude to Naples which became his second home after World War II; the final chapter is about the Polish writer’s difficult relationship with Italian book market, reconstructing the story of the reception of Inny świat (A World Apart) in Italy.
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Sevilla Fernández, José Manuel. « Francesco de Sanctis (1817-1883). 'La nueva Ciencia'. Páginas selectas traducidas de la 'Historia de la Literatura Italiana' (1870). Selecc., Trad. y Nota de J.M. Sevilla. » Cuadernos sobre Vico, no 34 (2020) : 133–61. http://dx.doi.org/10.12795/vico.2020.i34.06.

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Traducción al castellano del cap. XIX del vol. II de la Storia della letteratura italiana (Nápoles, Morano, 1870) titulado «La nueva Ciencia», del historiador y pensador Francesco De Sanctis (1817-1883), que están dedicadas expresamente a Giambattista Vico. Traducción con una «Nota» de José M. Sevilla. PalabRas ClaVe: G. Vico, F. De sanctis, J.m. sevilla Fenández, Storia della letteratura italiana (1870), historiografía, arte, filosofía, hegelianismo
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CHINNICI, ILEANA. « 19TH CENTURY SPECTROSCOPIC INSTRUMENTS IN ITALIAN ASTRONOMICAL OBSERVATORIES ». Nuncius 15, no 2 (2000) : 671–79. http://dx.doi.org/10.1163/182539100x00092.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title Questo paper esamina l'attivit di ricerca condotta in Italia nella seconda met del XIX secolo nel campo della nascente astrofisica, soffermandosi sugli strumenti allora utilizzati dai principali esponenti di questa disciplina e sui costruttori italiani di strumenti spettroscopici. Si tenta quindi di dare una spiegazione della debolezza dell'industria italiana in questo settore che si inquadra nella crisi generale del settore degli strumenti scientifici nel XIX secolo in Italia.
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Strappini, Lucia. « Il corpo e la festa nella letteratura italiana ». Revista de Italianística, no 15 (30 avril 2008) : 23. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i15p23-44.

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Trata-se de um percurso através de alguns textos exemplares da literatura italiana relidos à luz de duas categorias conceptuais entrelaçadas: o corpo e a festa. De Orfeo de Poliziano até I quaderni di Serafino Gubbio operatore de Pirandello, passando por Boccaccio, Verga e Leopardi, essencialmente, com referências ao melodrama dos séculos XVIII e XIX.
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Alcini, Laura. « PAOLO ANTONIO ROLLI PRIMO TRADUTTORE DI MILTON UN POETA, EDITORE, POLEMISTA E MAESTRO D'ITALIANO NELL'INGHILTERRA DEL SETTECENTO ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 39, no 2 (septembre 2005) : 398–420. http://dx.doi.org/10.1177/001458580503900205.

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Il saggio intende ricostruire la vicenda biografica e letteraria di Paolo Antonio Rolli, intellettuale eclettico nella Londra del secolo diciottesimo, a cui spetta il merito, scarsamente riconosciuto, di precursore e fautore degli scambi letterari tra Italia e Gran Bretagna. Per almeno trenta anni Rolli fu infatti uno dei più autorevoli rappresentanti della lingua e della cultura italiana a Londra, diventandone principale ambasciatore. Oltre al Rolli poeta arcade, librettista ed editore-filologo esiste anche un Rolli docente di lingua italiana la cui vocazione maieutica si esprime nell'intento, assolutamente moderno, di rendere più vicini il mondo letterario inglese e quello italiano. Egli si colloca d'altronde nella scia di quella corrente culturale che, già dal secolo XVII, aveva visto la lingua italiana diventare fulcro della formazione culturale anglosassone. Tendenza che in John Milton aveva trovato il suo più illustre rappresentante. L'attività di traduttore, dai classici e dai moderni, costituisce senza dubbio la parte fondamentale della produzione di Paolo Rolli, particolarmente intensa durante la permanenza inglese. Il più importante lavoro traduttivo rimane la versione italiana del Paradise Lost di J. Milton che impegnò il poeta per circa quindici anni. L'opera, pionieristica per l'epoca, rappresenta una pietra miliare della critica italiana in rapporto alla letteratura inglese.
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Petakovic, Slavko. « La base mitologica e poetica della canzone Descriptio Cucagnae di Djuro Feric ». Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no 84 (2018) : 35–46. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1884035p.

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La canzone Descriptio Cucagnae di ?uro Feric ? basata su una ricca tradizione mitologica e poetica. In particolare, ? evidente l?influenza dell?opera di Teofilo Foleng? e della poesia italiana. Si pu? presumere che ?il paese di Coccagna? di cui si parla nella canzone rappresenti simbolicamente Ragusa. Ecco dunque che nella canzone, dietro allo strato allegorico, viene presentata un? l?immagine satirica della societ? ragusea. Con questa immagine, l? opera di Feric coincide con la tradizione della poesia satirica della letteratura ragusea nel diciottesimo secolo.
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Duraccio, Caterina. « Relazionarsi con la terra di origine : Shirin Ramzanali Fazel, Igiaba Scego e Maryam Maio. » Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 23 (2020) : 203–16. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2020.i23.15.

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I rapporti politici tra Italia e Somalia hanno sempre destato particolare attenzione, in virtù del passato coloniale in comune. I movimenti diasporici tra i due Paesi, divisi in diversi momenti, sono stati i protagonisti del Novecento. In particolar modo, la diaspora somala assume un ruolo centrale all’interno della letteratura italiana dell’ultimo secolo, grazie alle produzioni autobiografiche di autrici come Shirin Ramzanali Fazel, Igiaba Scego e Maryam Maio. Le voci diasporiche entrano in relazione fra loro, offrendo una visione più completa di questo delicato periodo storico.
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D’Alessandri, Antonio. « Viaggiatori romeni in Italia durante il Risorgimento ». IL RISORGIMENTO, no 1 (mai 2021) : 96–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001005.

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Il saggio affronta l'immagine dell'Italia durante la prima metà del XIX secolo negli scritti di viaggio di alcuni fra i più importanti autori romeni che, a vario titolo, visitarono la penisola. L'obiettivo è di mettere a fuoco in che modo la cultura italiana sia stata recepita e, soprattutto, come abbia influenzato l'elaborazione dell'identità nazionale romena contemporanea nella sua fase di formazione. L'analisi tiene in considerazione i maggiori eventi della storia romena dell'epoca, per collocare quelle opere nel loro contesto originario. Per i romeni del XIX secolo, l'Italia, con la sua storia, la lingua, la cultura, significò soprattutto la riscoperta delle antiche radici culturali della nazione. Accanto a ciò, la percezione romena dell'Italia, così come si può leggere nei testi dei viaggiatori selezionati, racchiudeva in sé anche gli stimoli a trovare, nei luoghi visitati, esempi concreti che potessero contribuire all'incipiente sviluppo delle terre romene e, infine, l'ammirazione per l'azione politica del Piemonte sabaudo nel processo di formazione statale italiana.
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Silva, Gisele Batista da. « Il ruolo delle riviste letterarie italiane nella prima metà dell’Ottocento ». Revista Italiano UERJ 11, no 1 (28 janvier 2021) : 22. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2020.57414.

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In questo saggio analizziamo la creazione, lo sviluppo e il ruolo di alcune riviste letterarie italiane sorte nella prima metà del XIX secolo, tra le quali si distaccano Biblioteca Italiana, Il Conciliatore e Antologia. Nel nostro studio mettiamo in evidenza le relazioni politiche e culturali tra i loro fondatori e i vari interlocutori e consideriamo altresì la partecipazione e il contributo di queste riviste alla diffusione della questione romantica o alla critica della stessa – questione particolarmente dibattuta nella Italia di quegli anni. Esaminiamo inoltre l’influenza esercitata da queste riviste sui circoli di letterati italiani, svolgendo un ruolo chiave nella presa di posizione di questi intellettuali, in particolare per quanto riguarda le questioni culturali dell’Italia del XIX secolo.
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Janowska, Karolina, et Mariusz Hybiak. « Il concetto di mimesi e la sua interpretazione nella letteratura ». Forum Filologiczne Ateneum, no 1(9)2021 (15 décembre 2021) : 251–74. http://dx.doi.org/10.36575/2353-2912/1(9)2021.251.

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La mimesi come termine teorico e letterario si è formata già nell'antichità. Tentativi di definirlo sono già stati fatti da Platone nei suoi dialoghi, mentre fu solo Aristotele nella sua congeniale Poetica a formulare questo argomento in modo tale da diventare la base di discussioni e indagini scientifiche, molte delle quali continuano ancora oggi. La creatività mimetica ha dominato l'arte per centinaia di anni, raggiungendo l'apice della popolarità a cavallo tra il XIX e il XX secolo (sebbene siano emerse e funzionassero tendenze precedenti che quasi programmaticamente deviassero da questo percorso creativo; un esempio può essere l'arte dell'era romantica con tutti suoi aspetti mistici). Nel XX secolo, l'arte ha iniziato a cambiare in modo molto dinamico, seguendo lo sviluppo industriale e tecnologico incredibilmente rapido in Europa e nel mondo. Questo, a sua volta, ha portato allo sviluppo dinamico di nuove tendenze, nuovi modi di pensare l'arte.
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Demjanova, Ludmila. « ODESSA – CENTRO DEGLI STUDI DI LINGUA ITALIANA NELL'IMPERO RUSSO NEL XIX SECOLO ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 37, no 1 (mars 2003) : 217–29. http://dx.doi.org/10.1177/001458580303700112.

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Cergol, Jadranka. « IMAGOLOGIA DI FRONTIERA : IL CASO DI TRIESTE ». Folia linguistica et litteraria XI, no 30 (2020) : 93–107. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.6.

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L’articolo si propone di delineare lo stato degli studi imagologici di frontiera analizzando due sistemi letterari che nascono e si sviluppano nello stesso luogo, ma in due lingue diverse: la letteratura italiana e quella slovena in una città che è l’emblema dell’incontro tra le due etnie, cioè Trieste. Dopo un’introduttiva riflessione metodologica sulle letterature comparate e sul metodo imagologico, verranno presi in considerazione soprattutto quegli autori triestini lungo tutto l’arco del 20° secolo che riflettono nelle loro opere letterarie l’incontro con il vicino, concittadino nella stessa città, ma di lingua e cultura diversa. Saranno messe in risalto alcune considerazioni di tipo storico-letterario che rispecchiano l’ambiente multiculturale di Trieste e il dialogo tra le sue due identità.
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Nicewicz-Staszowska, Ewa. « “Educare all’amore del bello”. L’illustrazione italiana per l’infanzia fra XIX e XX secolo ». Italica Wratislaviensia 8, no 2 (31 décembre 2017) : 199–206. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2017.08.25.

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Merello, Ida. « Bruna Donatelli, Paradigmi della modernità, Letteratura, arte e scienza nella Francia del xix secolo ». Studi Francesi, no 172 (LVIII | I) (1 avril 2014) : 178. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.2252.

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Miletti, Marco Nicola. « Le facce d’un diamante. Appunti per una storia dell’immediatezza nella procedura penale italiana ». Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no 2 (29 août 2021) : 827. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.596.

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Il saggio ripercorre alcune tappe dell’evoluzione del principio di immediatezza nella procedura penale italiana, entro l’arco cronologico compreso tra la fine del secolo XVIII e il codice Finocchiaro-Aprile del 1913. Dopo una breve rassegna delle diverse definizioni del lemma e un cenno diacronico alla demarcazione dal concetto di oralità, la ricerca muove dagli spunti offerti da ‘pionieri’ quali Francesco Mario Pagano e Niccola Nicolini; esamina la letteratura europea (francese e, soprattutto, tedesca) che permeò la riflessione dei giuristi italiani; quindi si addentra nella stagione post-unitaria. Quest’ultima fu connotata dal contrasto tra un codice di rito (1865) ancora prettamente inquisitorio e una dottrina tutt’altro che compatta: se i primi commentari e, ancor piú, la scuola carrariana classificavano l’immediatezza tra i canoni inderogabili della giustizia liberale, la scuola positiva vi scorgeva un indebito cedimento alle interferenze popolari ed emotive nel dibattimento. La lunga elaborazione del codice Finocchiaro-Aprile non solo stimolò un serrato confronto dottrinale ma partecipò a quel movimento per l’oralità grazie al quale Chiovenda confidava di modernizzare il rito civile e penale.
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Cunha, Evandro Landulfo Teixeira Paradela, et Lorenza Lourenço. « Letteratura di immigrati : composições poéticas publicadas na imprensa italiana Belo-Horizontina no início do século XX ». Revista de Italianística, no 41 (31 décembre 2020) : 14–34. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.i41p14-34.

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Em função da construção de Belo Horizonte, iniciada nos últimos anos do século XIX, ocorreu um intenso fluxo de imigrantes de origem italiana para a nova capital do estado. Nesse contexto, uma relevante manifestação sociocultural foi o surgimento de periódicos de imprensa voltados para a própria comunidade imigrante, a fim de que fossem constituídos meios de sociabilidade entre seus membros e, de alguma forma, fosse mantida sua identidade cultural. Vários desses periódicos preservaram-se graças à Coleção Linhares, atualmente mantida pela Universidade Federal de Minas Gerais, a qual contém edições que circularam em Belo Horizonte entre 1895 e 1954. Os principais objetivos deste trabalho são compilar, documentar e brevemente analisar composições poéticas publicadas no que pode ser chamada de imprensa italiana belo-horizontina dos primórdios do século XX. Coletou-se e examinou-se toda a produção poética publicada em edições dos periódicos prevalentemente em língua italiana que constam da Coleção Linhares, dando ênfase àquela produzida por imigrantes em Minas Gerais. Dessa forma, tornamos pública a atividade poética, geralmente amadora, dos italianos que constituíram o estado, contribuindo assim para a divulgação de manifestações literárias de comunidades imigrantes no Brasil.
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Muecke, Frances. « Orazio nella letteratura italiana : Commentatori, traduttori, editori italiani di Quinto Orazio Flacco dal XV al XVIII secolo (review) ». Parergon 22, no 2 (2005) : 225–26. http://dx.doi.org/10.1353/pgn.2006.0029.

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Varga, Mónika. « Book Reivew : A huszadik századi olasz irodalom—Történet, szerzók, müek (La letteratura italiana del ventesimo secolo—Storia, autori, opere) ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 39, no 1 (mars 2005) : 289–92. http://dx.doi.org/10.1177/001458580503900131.

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Donnici, Fabio. « Collezioni e collezionisti di reperti archeologici in Basilicata tra il XVIII e gli inizi del XX secolo ». ACME 74, no 2 (14 septembre 2022) : 41–94. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18662.

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Résumé :
Ad oggi non esistono in letteratura studi specificatamente dedicati al collezionismo privato di antichità in Basilicata, al contrario di quanto avvenuto in altre regioni limitrofe del Meridione d’Italia. Eppure, ad un’attenta disamina delle fonti bibliografiche e archivistiche – queste ultime per lo più inedite – disponibili, appare evidente come questo territorio molto ricco sotto il profilo archeologico abbia in realtà conosciuto, tra il XVIII e gli inizi del XX secolo, numerose ed importanti esperienze collezionistiche a livello locale. Nel presente contributo si cercherà per la prima volta non solo di enuclearne sistematicamente episodi e protagonisti principali, ma anche di delinearne alcune linee di tendenza generali e seguirne l’evoluzione di forme e contenuti nel corso del tempo. L’intento che si vuole perseguire, in altre parole, è quello di giungere ad una messa a fuoco della “cultura collezionistica” lucana, la quale pare perfettamente inserirsi e trovare ragion d’essere nella più ampia cultura antiquaria italiana e europea del periodo considerato, offrendo al contempo nuovi dati per la conoscenza di una delle sue espressioni più peculiari: la pratica di ricercare e raccogliere testimonianze materiali del passato al fine di elaborare nuove costruzioni identitarie nel presente.
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Rao, Aparna, et Michael J. Casimir. « Statica e dinamica degli stereotipi La voce "Zigeuner" nella letteratura enciclopedica tedesca del XIX e del XX secolo ». La Ricerca Folklorica, no 22 (octobre 1990) : 37. http://dx.doi.org/10.2307/1479197.

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Melloni, Alberto. « “CHIESA E STATO” FRATTURA DI COSA, FRATTURE PER COSA ». Il Politico 251, no 2 (3 mars 2020) : 255–67. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.248.

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Résumé :
Una caratteristica cruciale della storia italiana è il poliedrico rapporto tra Stato e papato, un rapporto a volte conflittuale, a volte amichevole ma sempre presente nelle diverse fasi del processo di costruzione della nazione. Da un lato, la Questione Romana e le vicende dell'Unità del XIX secolo si basano su diverse fratture e ne evidenziano l'antagonismo. Dall'altro, una riconciliazione si può vedere dopo il Movimento di Resistenza, quando la Chiesa è diventata protagonista del sistema democratico repubblicano e durante il periodo della stesura della Costituzione, basata sugli sforzi reciproci e sull'utopia di un dialogo fecondo. Nel complesso, e questo è vero fin dalla Cattura di Roma (1870), lo Stato italiano ha sempre dovuto misurarsi con la presenza duratura del papato.
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Sampieri, Angelo, et Beatrice Agulli. « Campagne italiane contemporanee. Spazi della produzione agricola specializzata a Capo Pachino ». CRIOS, no 21 (novembre 2021) : 58–69. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-021006.

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Résumé :
La diffusione di produzioni agricole specializzate consente di osservare il modo in cui stanno cambiando porzioni importanti della campagna contemporanea italiana. Tali produzioni difatti assumono in Italia caratteri particolari che le sottraggono a molte delle osservazioni (e delle generalizzazioni) che nella letteratura internazionale guardano gli spazi dell'agricoltura specializzata come piattaforme monofunzionali, regolate da rigide infrastrutturazioni e da sofisticati programmi logistici che le escludono dai contesti entro i quali sono collocate. Le differenze appaiono particolarmente rilevanti a Capo Pachino, dove la produzione specializzata di pomodori, seppure presente da oltre mezzo secolo, e capace di generare un'economia di grande importanza a livello non solo locale, ha costruito spazi segnati da una certa instabilità delle organizzazioni e transitorietà delle forme. Questa infrastrutturazione debole di Capo Pachino, che da un lato comporta fragilità enormi di gestione e governo del comparto produttivo, garantisce dall'altro anche il suo dinamismo, la sua apertura e la sua capacità di essere attraversato da usi e relazioni molteplici. È in ragione di questi caratteri che l'articolo muove alcune riflessioni di natura progettuale e operativa sulla relazione tra produzione specializzata e trasformazione delle campagne contemporanee
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Dubravec Labaš, Dubravka, et Vanda Maržić-Sabalić. « Processo di apprendimento, grammatiche, eserciziari e manuali di lingua italiana a cavallo tra il XIX e il XX secolo ». Studia Romanica et Anglica Zagrabiensia 66 (2021) : 257–64. http://dx.doi.org/10.17234/sraz.66.30.

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Ziglioli, Bruno. « Rivelare e nascondere. la città italiana come spazio di costruzione identitaria, politica e culturale dal XIX al XXI secolo ». STORIA URBANA, no 154 (août 2017) : 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2017-154001.

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König-Pralong, Catherine. « Philosophiefeindlichkeit und konservatives Denken : Karl Wittes Dante ». Deutsches Dante-Jahrbuch 95, no 1 (23 septembre 2020) : 117–30. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0010.

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Résumé :
Riassunto Agli antipodi della rappresentazione di Dante come precursore dell’unità nazionale, elaborata dalla filologia erudita italiana, Karl Witte, il più importante dantista di lingua tedesca del XIX secolo, costruì l’immagine di un Dante mistico e antirazionalista, cattolico e conservatore. Il presente articolo analizza, in primo luogo, il progetto intellettuale di Witte a partire dalle reti di relazioni sociali da lui intrattenute, dalle università prussiane sino alla Roma dei pittori ›nazareni‹, per giungere all’università di Halle, dove Witte occupò la cattedra di diritto romano per un periodo di quasi cinquant’anni. In un secondo momento, il contributo si sofferma sulla ricezione delle interpretazioni di Witte, e in particolare della sua lettura riduttiva del Convivio e della filosofia che in esso si esprime. L’articolo mostra come i dibattiti suscitati dai lavori di Witte abbiano infine ecceduto le aspettative del suo stesso autore per dar luogo a una vasta discussione sulla natura e sul valore della scolastica.
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Della Ferrera, Giacomo. « Il caso del Teatro Sociale di Sondrio per la fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco ». ACME 74, no 2 (14 septembre 2022) : 147–66. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18665.

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Résumé :
Il Teatro Sociale di Sondrio, inaugurato nel 1824, rappresenta tra XIX e XX secolo il più importante centro teatrale dell’intera Valtellina. Considerando anche l’importanza che riveste nella storia locale, il teatro sondriese può essere preso come esempio attraverso cui riconoscere, da un punto di vista particolare, le evoluzioni a cui va incontro la drammaturgia italiana a cavallo dei due secoli. Lo studio dei manifesti conservati negli archivi e lo spoglio dei periodici locali hanno permesso di analizzare le modalità e le tempistiche con cui venivano allestiti gli spettacoli e l’accoglienza di questi da parte del pubblico e della critica di Sondrio: su queste basi, il seguente studio cerca di offrire una fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco, un pubblico provinciale, lontano da quello delle grandi città ma che, come si vuole dimostrare, condivide con quest’ultimo gli stessi gusti: dalla ricerca della novità alla passione per i drammi sentimentali, dalla pièce bien faite alla nuova drammaturgia borghese.
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Ballerini, Arnaldo. « La nascita e la vergogna ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (décembre 2012) : 41–56. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-003003.

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Résumé :
L'Autore richiama l'interesse e la sincera partecipazione emotiva che possono essere evocate dal testo del dr. Guicciardi. Č un testo ben scritto e che si colloca all' interno della cultura psichiatrica italiana del XIX secolo, cosě che l' autore propone una panoramica di quelle che erano le teorie e le tesi di una psichiatria cosě positivistica e organicistica da rifiutare il proprio nome e darsi quello di "freniatria". Il titolo stesso dello studio del dr. Guicciardi si riferisce immediatamente alle tesi sulla "degenerazione" e successivamente sul possibile ritorno nella mente umana di oggi del passato dell' umanitŕ. Si puň condividere l'interpretazione del dr. Guicciardi che Chiara abbia vissuto il parto e l'infanticidio in uno stato di crepuscolo della coscienza, ma tutte le linee essenziali della organizzazione psicologica della paziente ci portano a porre in primo piano la emozione della vergogna, piů che quella di una colpa forse mai consapevolmente raggiunta. L'Autore, rifacendosi anche ai suoi studi sulla psicopatologia della vergogna e del delirio sensitivo, illustra questa possibilitŕ.
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Kallendorf, Craig. « Orazio nella letteratura italiana : commentatori, traduttori, editori italiani di Quinto Orazio Flacco dal XV al XVIII secolo. Dal codice al libro, 26. Antonio Iurilli ». Papers of the Bibliographical Society of America 101, no 3 (septembre 2007) : 426–28. http://dx.doi.org/10.1086/pbsa.101.3.24293720.

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Donatiello, Federico. « I primi contatti con il Teatro Occidentale in Romania : le traduzioni dei melodrammi di Pietro Metastasio nei Principati Danubiani alla fine del XVIII secolo/First contacts with western theatre in Romania : The translations of Pietro Metastasio's Melodrammi in Romanian Principates at the end of eighteenth century ». Hiperboreea 1, no 2 (1 décembre 2014) : 111–24. http://dx.doi.org/10.5325/hiperboreea.1.2.0111.

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Résumé :
Abstract Uno dei fenomeni più importanti che hanno favorito l'occidentalizzazione romanza della lingua letteraria romena è stato il largo affluire di traduzioni di letteratura francese e italiana. Nel Settecento predomina la figura del poeta italiano Pietro Metastasio con ben nove testi tradotti: il melodramma italiano arriva nei Principati con modalità peculiari in quanto le traduzioni non sono destinate tanto alla rappresentazione scenica quanto alla sola lettura; esse si basano inoltre non sul testo italiano originale ma su alcune traduzioni intermediarie in lingua neogreca. La penetrazione delle opere di Metastasio nei Principati, come pure di molta cultura occidentale, è perciò legata indissolubilmente alla cultura neogreca e ai gusti della nobiltà fanariota. per modesti compilatori come Slǎtineanu o Beldiman; la scomparsa del neogreco come lingua di cultura favorirà ulteriormente il processo di rinnovamento linguistico e letterario.
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Bartolotta, Salvatore, et Mercedes Tormo-Ortiz. « Egeria, testimonie dello scambio epistolare tra donne nell’antichità cristiana ». Estudios Románicos 28 (19 décembre 2019) : 47–63. http://dx.doi.org/10.6018/er/379691.

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Résumé :
Egeria was a traveler of antiquity, mulier fortis, traveler of race. Her trip took her to the end of the world, with a double motive: historical and spiritual. She left his homeland, in the Spanish Gallaecia, to his community, the uenerabiles sorores, with the Bible as a guide on his way. For three years, at the end of the fourth century, it will travel through the Holy Land and the Near East with one sole objective: the study of the Bible. The trip of Egeria is narrated in a manuscript called Peregrinatio Egeriae, found by Gamurrini in 1884 in the Italian city of Arezzo, which is actually a letter announcing a new literary style: travel literature. Egeria fu una viaggiatrice dell’antichità, una mulier fortis, una viaggiatrice di razza. Il suo viaggio la portò ai confini del mondo con una duplice motivazione, una storica e una spirituale. Lasció la sua patria, la Gallaecia hispana, la sua comunità, le uenerabiles sorores, portando con sé, durante il suo cammino, come guida, la Bibbia. Per tre anni, alle fine del IV secolo, percorse la Terra Santa e il Medioriente con un solo obiettivo: lo studio della Bibbia. Il viaggio di Egeria è narrato in un manoscritto chiamato Peregrinatio Egeriae, scoperto da Gamurrini nel 1884 nella città italiana di Arezzo, ma, in realtà, si tratta di una lettera che annuncia un nuovo genere letterario: la letteratura di viaggio.
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Artico, Davide. « Raccontare la Nazione : la letteratura sull’unificazione politica dell’Italia nel XIX secolo / Narrating the Nation : Literature on the Political Unification of Italy in the 19th Century ». Italica Wratislaviensia 1, no 3 (26 avril 2012) : 9. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2012.03.01.

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MacKenney, Richard, et Maria Teresa Maiullari. « Storiografia francese ed italiana a confronto sul fenomeno associativo durante xviii e xix secolo : Atti delle giornate di studio promosse dalla Fondazione Luigi Einaudi. » Economic History Review 46, no 1 (février 1993) : 204. http://dx.doi.org/10.2307/2597698.

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Coronella, Stefano. « Origini e sviluppi del giornalmastro nell’Italia dell’Ottocento ». De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 16, no 1 (26 juin 2019) : 7. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v16i1.342.

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Il giornalmastro (il Journal-Grand-Livre), un innovativo e geniale registro contabile derivante dalla fusione del libro giornale e del libro mastro inventato da Edmond Degrange ai primi dell’Ottocento, è stato di fondamentale importanza per la modernizzazione della contabilità. Attraverso di esso, infatti Degrange ha aperto la strada all’utilizzo e favorito l’affermazione della partita doppia di tipo “sintetico” e dei conti “sinottici” dopo secoli di adozione della partita doppia di tipo “analitico”. Peraltro, il giornalmastro ha suscitato pure un notevolissimo interesse tra gli studiosi ed i professionisti, tanto che numerose sono le applicazioni contabili apparse nell’Ottocento che si basano sulla sua logica. La possibilità di “sintetizzare” i conti e ridurre il numero dei registri da utilizzare ideata dal Degrange ha spinto infatti molti autori a proporre nuovi procedimenti e congegni contabili basati su un registro di tipo sintetico. In Italia le più importanti applicazioni contabili di quel periodo – fra cui anche la Logismografia di Giuseppe Cerboni, utilizzata per quindici anni come metodologia delle scritture dello Stato italiano – devono la propria esistenza alla rivoluzionaria invenzione del giornalmastro. Scopo del presente lavoro è pertanto quello di individuare le applicazioni contabili che in Italia sono “derivate”, in maniera più o meno evidente, dal giornalmastro, evidenziandone le analogie e le differenze rispetto a quest’ultimo. Ciò ci consente anzitutto di evidenziare il concreto contributo di Edmond Degrange allo sviluppo della tecnica contabile in Italia – contributo che, per lungo tempo, è in realtà stato sottovalutato se non addirittura dimenticato – nonché di “mappare” lo stato della tecnica contabile italiana alle soglie del XX secolo. A tale fine sono state accuratamente esaminate tutte le opere di ragioneria apparse in Italia dalla divulgazione del giornalmastro (avvenuta nel 1804) a tutto il XIX secolo e, per tutte quelle per le quali si è riscontrata una “base” tecnica riconducibile al giornalmastro, è stata poi effettuata un’attenta analisi comparativa. Il lavoro è suscettibile di ulteriori approfondimenti in particolare per quanto riguarda un’analoga indagine in altri Paesi.
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Biernacka-Licznar, Katarzyna. « Miei piccoli lettori…Letteratura e scienza nel libro per ragazzi tra XIX e XX secolo [My little readers…literature and science in books for children in the 19th and 20th centuries]. Ed. Elisa Marazzi ». International Research in Children's Literature 11, no 1 (juillet 2018) : 95–97. http://dx.doi.org/10.3366/ircl.2018.0258.

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Iannello, Tiziana. « L’aurora del Giappone tra mito e storiografia : Nascita ed evoluzione dell’alterità nipponica nella cultura italiana, 1300–1600. Gianluca Caputo. Biblioteca dell’“Archivum Romanicum,” Serie I : Storia, Letteratura, Paleografia 455. Florence : Olschki, 2016. xix + 352 pp. €39. » Renaissance Quarterly 70, no 4 (2017) : 1541–42. http://dx.doi.org/10.1086/696435.

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Baggio, Adriana Tulio. « Considerações sobre a axiologia donna x femmina para orientar uma tradução brasileira de Boccaccio ». Revista Italiano UERJ 12, no 1 (5 septembre 2021) : 24. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62089.

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RESUMO: Delle donne famose, de Donato Albanzani, é um dos vulgarizamentos da coletânea de biografias femininas escrita por Giovanni Boccaccio na década de 1360. Um projeto de tradução desse vulgarizamento levanta a questão sobre a pertinência de se traduzir por "fêmea" o femmina adotado na obra (que se alterna com o uso de donna), já que os sentidos negativos do termo, no italiano do século XIV, eram distintos e menos depreciativos que do que aqueles do correspondente em português. Para examinar tal pertinência, observou-se as ocorrências de donna e femmina no texto do livro com base em três situações: diferenciação por classe de palavras, semantismo dos termos e de seus predicados, e contexto das ocorrências. A análise revela a constituição de axiologias que homologam a oposição natureza x cultura, com femmina em posição disfórica associada à "natureza". Como as acepções depreciativas de "fêmea" se fundam na projeção de aspectos "animalizados" na mulher, pretensamente oriundos de um estágio pré-cultural e humano, o termo pode ser considerado pertinente para traduzir o femmina e evocar os sentidos que ajuda a produzir no texto italiano.Palavras-chave: Literatura italiana medieval. De mulieribus claris. Axiologia do feminino. Mulher x fêmea. Tradução. ABSTRACT: Delle donne famose, di Donato Albanzani, è una delle volgarizzazioni della raccolta di biografie femminili scritta da Giovanni Boccaccio negli anni Sessanta del Trecento. Un progetto di traduzione al portoghese brasiliano di questa volgarizzazione mette in rilievo la questione della pertinenza di si tradurre come fêmea la parola "femmina" (adoperata in alternanza alla parola donna), poiché i significati negativi del termine, nell’italiano del XIV secolo, erano distinti e meno denigratori di quelli del corrispondente portoghese. Per esaminare tale pertinenza, si ha osservato le occorrenze delle parole "donna" e "femmina" nel testo del libro sulla base di tre situazioni: la differenziazione per classe di parole, la semantica dei termini e dei loro predicati e il contesto delle occorrenze. L’analisi rivela la costituzione di assiologie che sanciscono l’opposizione natura x cultura, con il termine "femmina" in una posizione disforica associata alla "natura". Poiché i significati dispregiativi di fêmea si basano sulla proiezione di aspetti "animalizzati" nelle donne, presumibilmente da una fase pre-culturale e umana, il termine può essere considerato pertinente per tradurre la parola "femmina" e per evocare i sensi che questa aiuta a produrre nel testo italiano.Parole chiave: Letteratura italiana del medioevo. De mulieribus claris. Assiologia del femminile. Donna x femmina. Traduzione. ABSTRACT: Donato Albanzani’s Delle donne famose is one of the Italian translations of the collection of female biographies written by Giovanni Boccaccio in the 1360s. A Brazilian translation project of this work rises the question if it would be pertinent to use the Portuguese word fêmea for the Italian femmina (which appears alternately with donna to referes to women), since the negative meanings of the term, in 14th century Italian, were distinct and less disparaging than those of its Portuguese correspondent. To examine such pertinence, we observe in the text of the book the occurrences of donna and femmina based on three situations: differentiation by class of words, semanticism of terms and their predicates, and context of occurrences. The analysis reveals the constitution of axiologies that ratify the nature x culture opposition, with femmina in a dysphoric position associated with "nature". As the derogatory meanings of fêmea are based on the projection of "animalized" aspects in women, supposedly from a pre-cultural and human stage, the term can be considered relevant to translate the word femmina and to evoke the senses that it helps to produce in the Italian text.Keywords: Medieval Italian literature. De mulieribus claris. Axiology of the feminine. Woman x female. Translation.
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Bovo, Elena. « Antonio Casamento, Folle ostili nella letteratura italiana del XIX secolo : tra criminalità, sommossa e individuo ». Laboratoire italien, 20 janvier 2021. http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.5931.

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« GEOGRAFIE GIULIANE DEL MOVIMENTO FUTURISTA ». Studia Polensia 01, no 01 (15 novembre 2012) : 69–78. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2012.01.01.04.

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Résumé :
Il Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, indubbiamente uno tra i più impetuosi movimenti letterari italiani del ventesimo secolo, ha voluto raccogliere le fila di un vasto movimento della modernità che attendeva a porre le basi dell’arte del nuovo secolo, imprimendo ad essa un moto sempre più veloce e cadenze di sempre più marcato distacco dal passato. Nel nuovo clima di restaurazione della letteratura italiana degli anni Venti, alcune realtà periferiche, tra le quali Trieste, hanno risentito di un avanguardismo tardivo, e una parte della produzione letteraria giuliana vivrà la propria stagione tardo futurista. Il Futurismo giuliano si presenta articolato soprattutto per le premesse date dalla “cultura di frontiera” che contraddistingue la regione, con i suoi caratteri mitteleuropei e la compresenza della componente antropologico-culturale italiana e slovena.
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Ehrmann-Herfort, Sabine. « „Dass Gerechtigkeit und Friede sich küssen“ – Repräsentationen des Friedens im vormodernen Europa. Ein interdisziplinäres Verbundprojekt ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 96, no 1 (1 janvier 2017). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2016-0018.

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Riassunto Il contributo illustra il progetto interdisciplinare di cooperazione sul tema „Dass Gerechtigkeit und Friede sich kussen“ - Reprasentationen des Friedens im vormodernen Europa, che intende indagare l’eco trovata dai processi di pace durante l’eta moderna europea negli ambiti delle arti figurative e della musica, della teologia, storia e letteratura. Vi collaborano istituti, biblioteche e musei di ricerca di diverse discipline. Nella cornice del progetto (durata dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2018) si studiano presso la Sezione di Storia della Musica dell’Istituto Storico Germanico i topoi di rappresentazione della pace emersi nella cantata italiana e nei generi affini durante il XVII e XVIII secolo.
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