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Thèses sur le sujet « Legittimi »

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1

Bianco, Laura <1990&gt. « LA LINEA SOTTILE TRA CONTROLLI LEGITTIMI E PRIVACY A TUTELA DEL LAVORATORE ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14613.

Texte intégral
Résumé :
All'interno dell’elaborato viene affrontata la questione inerente al controllo a distanza della persona nell'ambito lavorativo. Lo Statuto dei lavoratori dà una regolamentazione all'attività di controllo da parte del datore di lavoro con l’art 4, che traccia i confini entro cui tale attività è riconosciuta legittimamente. In particolare, con la riforma apportata dal Jobs Act nel 2015, la norma ha dovuto adattarsi ad un’evoluzione tecnologica che prevede l’utilizzo di strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la sua prestazione ma che allo stesso tempo implicano la possibilità per il datore di lavoro di addentrarsi nella vita privata. La salvaguardia della privacy della persona nell'ambito lavorativo diventa quindi di sostanziale rilevanza, sancita anche dal nuovo regolamento europeo 2016/679, noto come GDPR, che richiama il datore di lavoro ad elaborare una valutazione di impatto privacy soprattutto nel caso disponga di sistemi di controllo indiretti o nel caso abbia dotato i propri dipendenti di dispositivi finalizzati alla prestazione lavorativa. Infine, viene affrontato nello specifico il tema dell’installazione di impianti di videosorveglianza sul posto di lavoro, con la presentazione di alcuni casi giurisprudenziali al riguardo.
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2

GALLI, LUCA. « Gli interessi legittimi “fondamentali”. Il giudice amministrativo e le situazioni giuridiche di rilievo costituzionale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199159.

Texte intégral
Résumé :
Ad oggi, il giudice amministrativo non è il giudice ordinario dei diritti “fondamentali” incisi dai pubblici poteri. Secondo l’orientamento tracciato dalla Corte di cassazione, come arbitro del riparto di giurisdizione, il giudice amministrativo può conoscere dei diritti “fondamentali” solo qualora ricadano in una materia di giurisdizione esclusiva. Ciò come eredità di una teoria elaborata dallo stesso giudice ordinario quarant’anni fa, capace di sancire l’indegradabilità come conseguenza naturale del carattere fondamentale di una posizione giuridica, in modo che essa nasca come diritto soggettivo in Costituzione e possa superare indenne il confronto coi pubblici poteri. Pertanto, i beni oggetto dei diritti “fodamentali” non potrebbero mai ricevere tutela attraverso la categoria degli interessi legittimi. Al di là delle possibili giustificazioni teoriche, tale giurisprudenza fu elaborata come risposta a un’esigenza pratica: far fronte all’inadeguatezza della protezione giurisdizionale offribile dal giudice amministrativo a tutte le situazioni giuridiche oggetto del suo sindacato, “fondamentali” o meno. Formalmente negando la sussistenza di pubblici poteri, il giudice civile ne ha vagliato il legittimo esercizio, per poi fungere da modello quanto ai mezzi che avrebbe dovuto avere a disposizione il giudice amministrativo per un’effettiva tutela delle posizioni giuridiche sottoposte al suo sindacato. Come qualsiasi soluzione emergenziale, però, essa non può considerarsi una risposta efficiente sul lungo periodo: oltre alla carenza dei fondamenti teorici, l’inefficienza consegue dall’incertezza dei limiti della categoria dei diritti “fondamentali”. Sicché, al di là dell’introduzione di un’ulteriore variabile che complica l’individuazione del giudice a cui rivolgersi, il rischio era quello di vedere attribuite due tutele differenti a fronte di situazioni giuridiche parimenti “fondamentali”, a seconda del riconoscimento o meno, da parte del giudice, di tale fondamentalità. Da ciò l’importanza di risolvere l’emergenza. Per questo motivo si è ritenuto necessario spingersi sino al cuore del diritto pubblico, alla Costituzione e ai beni ivi oggetto di riconoscimento e protezione, per argomentare l’opportunità di ricondurli alle due situazioni giuridiche soggettive previste dalla stessa Norma fondamentale, sia i diritti soggettivi che gli interessi legittimi. Ancora, il superamento dell’emergenza è permesso dal riconoscimento, in dottrina e giurisprudenza, dell’interesse legittimo come posizione sostanziale, che sorge e dialoga con il potere amministrativo in modo da consentire la piena protezione dell’interesse privato nell’ambito di un rapporto di diritto pubblico. Infine, le trasformazioni che hanno caratterizzato il giudice e il processo amministrativi, culminate con l’adozione del codice del processo amministrativo, hanno enormemente ridimensionato il senso di emergenza che conseguiva dall’inefficienza della sua tutela, dotandolo di tutti quegli strumenti che il giudice ordinario si era riconosciuto ai fini della tutela dei diritti “fondamentali” incisi dall’azione amministrativa. Da ciò, pertanto, più che la civilizzazione del giudice amministrativo, è conseguita la sua costituzionalizzazione, risultando lo stesso dotato degli strumenti necessari e idonei a garantire la protezione effettiva della posizione del privato coinvolta nell’esercizio dei poteri pubblici, sia essa “fondamentale” o meno. Ammettere come superata l’emergenza, dunque, non escluderebbe la piena salvaguardia delle posizioni giuridiche “fondamentali”, ma per di più garantirebbe il rispetto di altre previsioni costituzionali quali quelle che riconoscono nel giudice amministrato una componente irrinunciabile del nostro equilibrio istituzionale e, conseguentemente, ne garantiscono le specifiche attribuzioni.
Today, the administrative judge is not the judge of the “fundamental” rights affected by the administrative powers. According to the jurisprudence of the Court of cassation, pronouncing as judge of the distribution of competences between administrative and ordinary jurisdiction, the administrative judge can decide on “fundamental” rights only when they fall among the fields belonging to his exclusive jurisdiction. This theory was elaborated by the same Court almost forty years ago, when it recognized the non-degradability of a “fundamental” right, which would flow as individual right from the Constitution to the individuals and which could not become a legitimate interest even if it faces the administrative power. On the one hand, this because the legitimate interest has been considered – for a long time – a legal position unable to ensure an adequate protection to the special value of the fundamental rights. On the other hand, this theory was conceived as an answer to a practical issue: to overcome the inadequacy of the judicial protection the administrative judge could offer to all the legal positions belonging to his jurisdiction, both “fundamental” or not. Formally denying the presence of public powers in the dispute involving “fundamental” rights, the ordinary judge has been able to syndicate the legitimacy of the administrative action, becoming a model for the protection the administrative judge should have guaranteed to the legal position object of his decisions. As any emergency solution, this cannot be considered an efficient response on the long term: beyond the lack of theoretical foundations, its inefficiency descends from the uncertainty of the boundaries of the “fundamental” rights as legal positions. Beyond the introduction of an additional variable that complicates the identification of the responsible judge, the risk was that of being in presence of two different legal safeguards for equally “fundamental” legal positions, according to the recognition of this fundamentality by the judge. Thus the importance of solving this problem. Therefore, it has been necessary to go into the heart of public law: the Constitution and the values subject to its recognition and protection, to argue for the opportunity to lead them back to the two legal positions provided for by the same “Fundamental” law, both individual rights and legitimate interests. Moreover, the process of overcoming this emergency is allowed by the recognition, both in doctrine and case-law, of the legitimate interest as a concrete position that arises and has dialogue with the administrative power to allow a full protection of the private interest inside a public-law relationship. Finally, the changes the administrative judge and process have undergone, culminated in the adoption of the code of the administrative process, have enormously resized the sense of urgency derived from the inefficiency of its protection, providing it with all the instruments that the ordinary judge had adopted to protect the “fundamental” rights affected by the administrative powers. Rather than the civilization of the administrative judge, this has caused his constitutionalisation, being provided with the necessary instruments to guarantee the effective protection of the individual position involved in the exercise of official authority, both “fundamental” or not. Admitting that this emergency has been overcome would therefore not exclude the complete safeguard of the “fundamental” legal positions, but it would also guarantee the respect of other constitutional provisions, such as those which recognize the administrative judge as a fundamental element of our institutional balance and, therefore, guarantee his specific responsibilities.
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3

De, Stefani Adele. « Corpi legittimi e corpi esclusi. Una riflessione antropologica sulla corporeità come luogo di costruzione della differenza nelle politiche migratorie contemporanee ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/104980.

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Résumé :
In the aim of interrogate current migration politics as an exclusionary apparatus, the thesis developed an anthropological comment on body and corporality as the place where differences and borders are created. The attention concentrates on the contradictory process of recognition of political asylum that characterizes Italian and European politics, where a humanitarian approach combines with politics of securization and exclusion, having as main result the progressive substitution of asylum as a political and human right with a precarious concept of ‘humanitarian concession’. The recent grow of suspect towards refugees, often intended as ‘bogus’ or terrorists, and the connected sophistication of technologies of scrutiny, contributes in further restrict the possibilities of its achievement. Moving from these presuppositions, body is interrogate as the ‘site’ where humanitarian compassion and political repression meet, taking on actions of control and research of evidence on the identity and testimony, and selecting an increasingly narrow range of characteristics as legitimate for inclusion. Corporality can be therefore interpreted as a tool employed with the intention to confer legitimacy to politics sustaining an exceptional and discretionary inclusion and, in this sense, as an instrument used to develop and reinforce borders. It ultimately appears a precious observatory in order to individuate and investigate the ‘moral economies’ that regulate contemporary process of inclusion and exclusion, decreeing in this sense who is supposed to represent the ‘real refugee’ in current European political stage.
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4

MERCHIORI, Filippo. « LA DISAPPLICAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI DA PARTE DEL GIUDICE ORDINARIO ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2009. http://hdl.handle.net/11392/2389213.

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Résumé :
The thesis has as principal object the power by the courts, disapplying unlawful administrative acts. In order to enhance the understanding and location of the court system in our country, was first traced the historical evolution of the system of administrative justice in Italy through a comparison with the experience of other European states and a description of the many important steps that led to the recognition of separation between the courts and the administrative judge. Described the current system, therefore, I thogh to deepen the relationship between the two different jurisdictions, the limits and criteria for apportionment between them. Starting from the court which was set up under Law No 2248 of 1865, and in particular the estimates contained in Articles 4 and 5 of Annex E of the same, the study focused in particular on the disapplication by the courts. Described and defined the institute, were addressed, in particular, some problems closely related to that case is given in relation to its area of operation. Finally, I analyzed the relationship is between the disapplication and one of the most discussed topics in public administration today, namely, compensation of legitimate interests.
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UNGARI, TRASATTI CAMILLO. « L’Accordo di integrazione della legittima ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/569.

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MUNARI, GIACOMO. « Pianificazione successoria:tradizione e attualità ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1058036.

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Résumé :
In today's society there is often a need to divest oneself of assets and dispose of one's wealth in advance of one's departure in an attempt to satisfy the interests of one's loved ones and to avoid the onset of future disputes between the beneficiaries of bequests mortis causa. The purpose of this work is to provide an overall view of some of the tools that private individuals can use and to offer, in the concluding part, food for thought "de iure condendo", with the hope of regulatory changes that can modernize the Italian law of succession, in harmony with the emerging needs of society.
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7

Quaglia, G. « L'ATIPICITÀ DEI VIZI DI LEGITTIMITA' ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/230551.

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Résumé :
La tesi approfondisce il tema dei vizi di legittimità del provvedimento amministrativo. In particolare, il lavoro è suddiviso in cinque capitoli. Nel primo si analizza la progressiva tendenza della giurisprudenza a ricondurre ad unità, sia da un punto di vista sostanziale che processuale, tutti e tre i vizi di legittimità. Nel secondo capitolo si analizza qual'è stato l'impatto della Costituzione sulla tripartizione dei vizi da sempre indicata nei testi normativi, con il fine di confermare la costituzionalità del principio di atipicità dei vizi. Nel terzo capitolo viene approfondito il rapporto tra vizi di legittimità e motivi di ricorso giurisdizionale e viene evidenziato che ciò che rileva nel sindacato di legittimità sono le censure sostanzialmente proposte ma non anche gli stati vizianti del provvedimento impugnato. Nel quarto capitolo viene indagato, per poi essere escluso, se la tripartizione dei vizi può avere qualche utilità nello svolgimento dell'istruttoria processuale condotta dal giudice amministrativo che sia stato adito per verificare la legittimità dell'atto. Nel quinto ed ultimo capitolo si traggono le conclusioni dello studio, in particolare ci si sofferma sulla generale irrilevanza della tripartizione dei vizi e sulla sua attuale utilità esclusivamente forense-giudiziaria, che suggerisce l'opportunità di intendere la illegittimità che viene in rilievo nel processo amministrativo come non tipizzabile difformità dalla normativa che disciplina l'esercizio del potere amministrativo, sempre che tale violazione abbia leso una situazione giuridica soggettiva. Trasversalmente si dà atto inoltre della generalizzabilità del principio di atipicità dei vizi in tutti i contesti in cui si pone una questione di legittimità, ossia non solo nel processo amministrativo, che viene maggiormente approfondito, ma anche con riguardo al controllo amministrativo e all'esercizio del potere di autotutela. In ognuno di tali contesti, infatti, pur caratterizzati da diversi limiti e peculiarità, l'illegittimità può essere definita prescindendo dalla tipica ripartizione degli stati vizianti.
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Marongiu, Paola <1973&gt. « Il legittimo affidamento nell'esperienza fiscale italiana, tedesca ed europea ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2265/1/marongiu_paola_tesi.pdf.

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Résumé :
La tesi di dottorato riguarda il principio del legittimo affidamento nell'esperienza fiscale italiana, tedesca ed europea. La tesi è articolata in tre distinte parti. La prima muove dall’analisi della dottrina pubblicistica italiana e tedesca, con particolare attenzione all’origine e alla fonte del legittimo affidamento: il principio civilistico della buona fede ovvero quello della certezza dei rapporti giuridici. La seconda parte affronta il principio del legittimo affidamento nella disciplina fiscale ed è suddivisa in due distinte sezioni, una relativa all’ordinamento italiano, l’altra a quello tedesco. In particolare, l’attenzione è rivolta, in entrambe le sezioni, a verificare l’interrelazione del legittimo affidamento con il principio di irretroattività della legge e, quindi, l’esistenza, o meno, di un vincolo per il legislatore e con il principio di legalità per quanto concerne i rapporti con l’Amministrazione finanziaria, con particolare riferimento alla possibilità, per quest’ultima, di intervenire in malam partem, con effetti retroattivi. Lo sviluppo di questa seconda parte è stato condotto attraverso una disamina della dottrina e della giurisprudenza di merito e costituzionale che in Germania prima e in Italia dopo hanno proposto diverse ricostruzioni. La terza parte, infine, è dedicata all’analisi del legittimo affidamento nella giurisprudenza della Corte di Giustizia. In particolare, si è cercato di mettere in evidenza come l’Organo di Giustizia comunitaria abbia elaborato e interpretato il principio in esame e sia giunto ad annoverarlo nell’alveo dei principi di diritto comunitario.
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Marongiu, Paola <1973&gt. « Il legittimo affidamento nell'esperienza fiscale italiana, tedesca ed europea ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2265/.

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Résumé :
La tesi di dottorato riguarda il principio del legittimo affidamento nell'esperienza fiscale italiana, tedesca ed europea. La tesi è articolata in tre distinte parti. La prima muove dall’analisi della dottrina pubblicistica italiana e tedesca, con particolare attenzione all’origine e alla fonte del legittimo affidamento: il principio civilistico della buona fede ovvero quello della certezza dei rapporti giuridici. La seconda parte affronta il principio del legittimo affidamento nella disciplina fiscale ed è suddivisa in due distinte sezioni, una relativa all’ordinamento italiano, l’altra a quello tedesco. In particolare, l’attenzione è rivolta, in entrambe le sezioni, a verificare l’interrelazione del legittimo affidamento con il principio di irretroattività della legge e, quindi, l’esistenza, o meno, di un vincolo per il legislatore e con il principio di legalità per quanto concerne i rapporti con l’Amministrazione finanziaria, con particolare riferimento alla possibilità, per quest’ultima, di intervenire in malam partem, con effetti retroattivi. Lo sviluppo di questa seconda parte è stato condotto attraverso una disamina della dottrina e della giurisprudenza di merito e costituzionale che in Germania prima e in Italia dopo hanno proposto diverse ricostruzioni. La terza parte, infine, è dedicata all’analisi del legittimo affidamento nella giurisprudenza della Corte di Giustizia. In particolare, si è cercato di mettere in evidenza come l’Organo di Giustizia comunitaria abbia elaborato e interpretato il principio in esame e sia giunto ad annoverarlo nell’alveo dei principi di diritto comunitario.
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TRIVELLONI, SABRINA. « Danno da perdita di chance e lesione dell’interesse legittimo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/201833.

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Garofalo, Andrea Maria. « L'interesse legittimo nel diritto privato. Contributo alla teoria dell'affidamento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424478.

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Résumé :
This Ph.D. dissertation addresses the issue of legitimate interests, in respect of both administrative and private law. In dealing with the topic, the first part outlines the relevant state of the art, with particular regard to the public law doctrine, focusing mainly on the possibility of compensation for the violation of legitimate interests (a subject in which private law scholars have often drawn their attention). The second part analyses the contrast between subjective right and legitimate interest, suggesting a broad definition of this last one, suitable to be applied to private as well as administrative law. The proposal, which rests principally on a restatement of the concept of reliance and of the role of good faith, equips the legitimate interest with a general remedy (subsequent and compensatory and to which contractual liability rules should apply) and with some other specific remedies when the law so provides. The third part explains in which sectors of the legal system the envisaged legal category could play a pivotal role: the protection interest which comes into play in the context of the safeguarding granted to the passive subjects in a legal relation (concerned with obligations or with – public or private – authority); the claiming interest in the context of aspiration to acquisition of goods, in situations where this is not granted through absolute subjective rights, such as negotiations, courtesy relationships and measures suitable for broadening the juridical scope in the public law.
La tesi è incentrata sulla figura degli interessi legittimi, di cui propone una ricostruzione dogmatica che si estende a tutto il diritto, amministrativo e privato. Più specificamente, una prima parte descrive lo stato dell’arte in materia, e in particolare nella dottrina pubblicistica, soffermandosi in particolare sulla questione della risarcibilità in caso di lesione di queste posizioni giuridiche (che tanto ha interessato gli studiosi del diritto privato). La seconda parte si focalizza sulla contrapposizione tra diritto soggettivo e interesse legittimo, proponendo una definizione di quest’ultimo che possa renderlo una situazione giuridica di ampio spettro, comune sia al diritto amministrativo, sia a quello civile. La proposta si basa soprattutto su una rivisitazione del concetto di affidamento e del ruolo della buona fede e riconnette all’interesse legittimo un rimedio generale, di tipo successivo e risarcitorio (cui andrebbero applicate le regole della responsabilità contrattuale), e taluni altri rimedi specifici, ove previsto dall’ordinamento. La terza parte enumera i settori del sistema giuridico in cui la prospettata posizione potrebbe fungere da perno: l’interesse protettivo nell’ambito della tutela offerta ai soggetti passivi dei rapporti giuridici (di obbligazione o di potere; quest’ultimo tanto privato, quanto pubblico); l’interesse pretensivo nell’area dell’aspirazione all’acquisizione di beni, non garantita nelle forme assolute del diritto soggettivo (e in particolare il riferimento va alle trattative e ai rapporti di cortesia nel diritto privato, e ai provvedimenti idonei ad ampliare la sfera giuridica nel diritto pubblico).
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MOGAVERO, GIORGIA MARIA. « Autonomia testamentaria e tutela dei legittimari ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2011. http://hdl.handle.net/11584/266309.

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Caliendo, Biagio <1977&gt. « Patto di famiglia e tutela dei legittimari ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3502/1/CALIENDO_BIAGIO_TESI.pdf.

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Caliendo, Biagio <1977&gt. « Patto di famiglia e tutela dei legittimari ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3502/.

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Follieri, Francesco. « Il sindacato di legittimità sul provvedimento amministrativo ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1509.

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La tesi, dopo aver esposto criticamente la dottrina sulle modalità di sindacato di legittimità sul provvedimento amministrativo, tenta un'analisi e una sistematizzazione delle modalità di sindacato, alla luce delle nozioni di legittimità, validità e atto giuridico, anche in teoria generale.
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RANDAZZO, ANGELA. « Il filtro all’accesso al giudizio di legittimità ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/79291.

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Résumé :
La tesi ha ad oggetto lo studio del c.d. filtro al ricorso per cassazione introdotto con l’art. 47 della legge n. 69 del 2009 al fine di ridurre l’eccessivo carico di lavoro che grava sulla Corte e di rafforzarne la funzione nomofilattica. In particolare, l’art 360 bis c.p.c. introduce due nuove ipotesi di inammissibilità, rectius di manifesta infondatezza, del ricorso quando il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della Corte e l'esame dei motivi non offre elementi per confermare o mutare l'orientamento della stessa ovvero quando è manifestamente infondata la censura relativa alla violazione dei principi regolatori del giusto processo. Si tratta di un meccanismo incentrato sull’istituzione, ai sensi dell’art. 376 c.p.c., di una apposita Sezione deputata ad operare uno screening preliminare dei ricorsi al fine di individuare quelli – siano essi inammissibili ovvero manifestamente infondati – la cui sorte appaia segnata sin dall’inizio, consentendo così alle Sezioni ordinarie di assolvere alla funzione coerenziatrice della giurisprudenza. Lo studio prende le mosse dalla crisi d’autorevolezza in cui versa l’istituzione giudiziaria, che a causa dell’eccessivo carico di lavoro di cui è oberata si dimostra sempre più incapace di svolgere efficacemente le proprie funzioni sia in relazione all’interesse delle parti ad avere una risposta certa in tempi ragionevoli, sia relazione all’interesse pubblico ad un’uniforme interpretazione ed evoluzione della giurisprudenza. Di talché la necessità di introdurre meccanismi selettivi che, tuttavia, a monte presuppongono una precipua individuazione della funzione del ricorso in cassazione in seno al nostro ordinamento giuridico, nell’altalenante oscillare fra la tutela dello ius litigatoris e la tutela dello ius constitutionis. Lo studio si sofferma sull’analisi delle tipologie di filtro prospettabili e compatibili con la Costituzione e, in particolare, con l’art. 111, settimo comma, Cost., che, ammettendo sempre il ricorso in cassazione per violazione di legge, rappresenta il principale ostacolo all’introduzione di meccanismi che consentano una selezione qualitativa dei ricorsi da esaminare in ragione del loro potenziale nomofilattico. L’analisi prosegue con l’esegesi di ciascuna delle due nuove ipotesi di inammissibilità ex art. 360 bis c.p.c., affrontando gli innumerevoli problemi interpretativi che queste pongono e con l’esame del nuovo meccanismo procedimentale istituito ex art. 380 bis c.p.c. La trattazione è condotta in una prospettiva ordinamentale che riconosce al precedente giurisprudenziale pregnanza giuridica non più solo persuasiva e si conclude con una valutazione sulla funzionalità dell’intervento normativo rispetti ai prefigurati obiettivi di semplificazione del giudizio di legittimità e di rafforzamento della funzione nomofilattica.
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Klimovich, Anastasia <1986&gt. « La legittimità sovranazionale nella prospettiva della dimensione sociale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8010/1/Klimovich_Anastasia_tesi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Il lavoro offre una ricostruzione storica ed empirica delle logiche legittimanti nelle unità politiche complesse – sovrannazionale e multinazionale federativo. L’Unione europea e l’URSS sono i due casi studio analizzati nei quali la legittimità viene strumentalizzata dalla prospettiva classica del conflitto sociale. Mentre la dimensione sociale ne è considerata il quadro per la strumentalizzazione. La legittimità europea e i suoi canali di legittimazione sono ricostruiti empiricamente, mentre la legittimità sovietica è analizzata nel quadro della retorica intorno alle politiche sociali su un ricco materiale propagandistico. La legittimità sovrannazionale europea avviene in due direzioni – al livello dei Paesi membri e al livello sovrannazionale. Una sfida per l’Ue è, come risulta, è quella di conciliare i due discorsi contradditori, mirando il cittadino come desinatario principale delle sue logiche legittimanti. Nel caso dell’URSS si ha un discorso abbondante rivoltosi direttamente al cittadino, di sostanza gravemente ideologica, che però non riesce a sostenere la legittimità dell’URSS nel momenti delle grandi fratture economiche. Il lavoro rappresenta una combinazione metodologica della classica scienza politica e studi dell’integrazione regionale, cui concetto del driver della regionalizzazione aiuta a strumentalizzare la legittimità politica come meta da raggiungere.
The work provides a historical reconstruction of the logical and empirical legitimating in complex political units - supranational and federative multinational. The European Union and the USSR are the two case studies analyzed, which legitimacy is exploited from the classical perspective of social conflict. While the social dimension is taken as the framework for the exploitation. The European legitimacy and its legitimacy channels are reconstructed empirically, while the Soviet legitimacy is analyzed in the context of the rhetoric surrounding the social policies based on the rich propagandistic material. The European supranational legitimacy occurs in two directions – at the level of Member states and supranationally. A challenge for the EU is, as it turns out, to reconcile the two contradictory discourses, targeting citizens as the main addressee of its legitimizing logics. In the case of the USSR, its abundant speech targeting directly the citizens, with a serious ideological substance, fails to uphold the Soviet legitimacy in the great economic fractures. The work is a methodological combination of classical political science and regional integration studies, which concept of regionalization drivers is helpful to frame the political legitimacy as a goal.
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MENEGUS, Giacomo. « Tutela cautelare e questioni pregiudiziali di legittimità costituzionale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2018. http://hdl.handle.net/11392/2478791.

Texte intégral
Résumé :
La tesi affronta l’annosa problematica del rapporto conflittuale tra i principi di effettività della tutela giurisdizionale e sindacato accentrato di costituzionalità che emerge qualora, nel corso di un procedimento cautelare, venga sollevata una questione di legittimità costituzionale. Scopo dell’indagine è rispondere al seguente quesito: può il giudice, investito di un ricorso in via d’urgenza, concedere la misura cautelare richiesta sulla scorta della presunta illegittimità costituzionale della norma ordinaria applicabile al caso di specie? La ricerca parte da una ricostruzione della giurisprudenza costituzionale ed europea che riconosce nella tutela cautelare uno strumento fondamentale per la garanzia di una piena tutela giurisdizionale dei diritti, per poi esaminare approfonditamente le soluzioni proposte nell’ordinamento italiano da dottrina e giurisprudenza, al fine di individuare quella capace di contemperare i due principi in conflitto. La tesi che meglio si concilia con il dettato costituzionale è apparsa quella della c.d. tutela cautelare ad tempus, la quale implica la concessione del provvedimento cautelare richiesto contestualmente alla rimessione della questione di costituzionalità alla Corte; la misura così emanata non esaurisce il procedimento cautelare, dal momento che il giudice a quo si riserva di confermare o revocare la stessa una volta che il giudice delle leggi si sia pronunciato. Si assicura così, da una parte, la tutela in via d’urgenza del diritto in ipotesi pregiudicato; dall’altra, si garantisce il controllo di legittimità della Corte sulla disposizione di dubbia costituzionalità. Una soluzione in parte analoga è stata adottata anche dalla Corte di Giustizia nell’ambito del procedimento di rinvio pregiudiziale di validità; la stessa ha infatti consentito ai giudici nazionali di pronunciare provvisoriamente gli opportuni rimedi cautelari operando contestualmente il rinvio alla Corte e condizionando le misure emanate alla decisione del giudice europeo sulla questione. Il lavoro di indagine si è quindi concentrato sulla giurisprudenza europea in materia, mettendo in luce tuttavia alcuni limiti della tutela cautelare di matrice europea in punto di effettività della protezione dei diritti, tali da indurre a riconsiderare l’accostamento che viene spesso operato tra le due soluzioni. L’indagine si è mossa quindi dalle soluzioni praticate a quelle solamente ipotizzate, esaminando le tesi che suggeriscono l’introduzione di un potere cautelare della Corte costituzionale nel giudizio in via incidentale. Per meglio verificare gli eventuali benefici dell’attribuzione in capo al giudice costituzionale di tale potere, si è esaminato diffusamente l’organico e articolato sistema tedesco di tutela cautelare costituzionale. All’esito dell'analisi, si è potuto constatare come, pur disponendo di un pervasivo strumento di tutela d’urgenza, il giudice costituzionale tedesco (così come la dottrina e la giurisprudenza maggioritarie) assegni comunque ai giudici comuni il compito di tutelare in via d’urgenza i diritti dei singoli ipoteticamente pregiudicati da norme ritenute incostituzionali, tanto da mettere in dubbio l’utilità della previsione di un simile potere cautelare in capo al giudice delle leggi italiano. In conclusione del percorso d’indagine, si può, da una parte, rispondere affermativamente al quesito che si era proposto, e dall’altra, indicare nella tutela cautelare ad tempus la soluzione più idonea, nell’ordinamento italiano, a contemperare effettività della tutela giurisdizionale e sindacato accentrato di costituzionalità.
The thesis investigates the complex and long-standing conflict – which arises within the framework of interim proceedings – between the principle of effectiveness of judicial protection of fundamental rights and the principle of centralized constitutional review. The aim of the research is answering the following question: Can a judge grant interim measures on the basis of the alleged unconstitutionality of the law applicable to the case? The first chapter of the thesis outlines the Italian and European constitutional case law which enshrines the crucial role played by the interim protection within the principle of effectiveness of judicial protection of fundamental rights. Consequently, the second chapter analyses in depth the wide spectrum of different solutions offered by the Italian doctrine and case law with the specific purpose of balancing the two principles at stake. Among all the alternative theories, the so called ‘ad tempus’ interim protection appears to be the most consistent with the constitutional text: in fact, this solution implies that the interim measure is ordered together with the reference of the question of constitutionality to the Constitutional Court. In this way the referring judge avoids the ‘exhaustion’ of the pending interim proceedings and retains the power to confirm or repeal the interim measure, ensuring at the same time the interim protection of the fundamental right at stake and the control of Constitutional Court. A similar solution is also adopted by the European Court of Justice within the framework of reference for preliminary ruling: the national court may order interim measures on the basis of the illegality of European provisions, but at the same time is obliged to refer the relevant question to the Court of Justice. Therefore, the third chapter focuses on the European case law in this respect, underlying some critical issues with regard to the effectiveness of judicial protection that could suggest to reconsider the comparison frequently made between the Italian and the European solutions. The research is not limited to the practical approach to the problem but investigates also the different hypothesis drawn up by the doctrine, with particular attention to the one which suggests to grant the Constitutional Court the power to directly order interim measures. In order to better understand the issues that arise from this solution, in the last chapter of the thesis is examined the German system of constitutional justice with reference to the precautionary power of Bundesverfassungsgericht. It has been found that despite this pervasive power even in the German legal system the competence to order interim measures when fundamental rights are allegedly violated by unconstitutional law is still given to the common judges. In conclusion, the question asked at the beginning of the research can be answered in the affirmative and the solution that should be adopted in order to balance the principle of effectiveness and the one of centralized constitutional review is the one of ‘ad tempus’ interim protection.
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VICARIO, Mariarosa. « I «FATTI» NEL GIUDIZIO INCIDENTALE DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2019. http://hdl.handle.net/11392/2487920.

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Résumé :
La tesi ha ad oggetto la dimensione “concreta” dei giudizi di legittimità costituzionale promossi in via incidentale. In particolare, si focalizza sul ruolo dei «fatti» nelle decisioni della Corte: quali fatti sono presi in considerazione dalla Corte costituzionale ove venga messa in dubbio la legittimità di una disposizione, e come i medesimi entrano nel giudizio di legittimità costituzionale. La ricerca parte dal mettere in rilievo l’importanza dei fatti anche nell’ambito del giudizio incidentale di legittimità costituzionale, che è notoriamente un giudizio su norme. Posto che i fatti presi in considerazione dalla Corte non sono i fatti della causa principale (c.d. adjudicative facts), ma tutti quei fatti funzionali a comprendere il contenuto della norma impugnata nonché gli effetti di una eventuale dichiarazione di illegittimità sull’ordinamento (c.d. legislative facts), la tesi si propone di indagare come avviene sia la loro introduzione sia il loro accertamento. In merito al primo profilo, si constata che, poste l’efficacia generale delle sentenze di accoglimento e il conseguente coinvolgimento di tutti nella decisione della Corte, i canali di accesso “ufficiali” dei fatti nel processo incidentale si rivelano insufficienti ad introdurre tutti gli interessi contemplati dalla disposizione di legge di dubbia costituzionalità. In merito al secondo profilo, l’indeterminatezza dei fatti legislativi mette in discussione la possibilità di compiere un’istruzione finalizzata al loro “accertamento”. L’accertamento in termini di esistenza o inesistenza, verità o falsità delle proposizioni che li affermano, invero, presuppone il riferimento a fattispecie concrete e a soggetti determinati. Quindi, la tesi si propone di delineare in termini generali un tipo di istruzione che possa essere adeguata al giudizio costituzionale, che sia perciò finalizzata a consentire l’ingresso di tutti gli interessi anche solo di riflesso coinvolti nella decisione (attraverso gli amici curiae), e con essi il contestuale ingresso di ipotesi fattuali alternative, utili a pervenire ad un più “razionale” convincimento del giudice.
The thesis will focus on the role of the “facts” in decision making of the Italian Constitutional Court, in particular, in the judicial review. This procedure has a mainly “abstract” character. Indeed, the role of the Parties in the trial is very limited. It might even be taken place without them. And the intervention of third parties is almost completely excluded. That makes it difficult to introduce the “facts” in the proceedings and consequently to introduce all those interests contemplated by the provision of law of doubtful constitutionality. In the first part of my thesis, I delimit the object of study. I will focus on the facts the Italian Constitutional Court can know, i.e. the “legislative facts”. In fact, the Court is a judge of legitimacy and it does not take into account the facts of the case that gave rise to the indirect procedure for the control of constitutionality. The legislative facts are all those facts that serve to better understand both the provision subject of the control and the constitutional reference provision. It concerns natural, social, economic, political, scientific and administrative facts. Because the Court makes rarely use of its powers of instructions, the question arises as to how introducing those facts in the trial. Indeed, the analysis on formal modalities through which the Court acquires the knowledge of those facts highlights that instruments provided for by legislator (i.e. the judge’s order introducing the proceedings; the possible brief of the parties or of those intervening in the judgment) are not sufficient. Therefore, it is necessary to the integrate evidentiary materials on which the decision is based. In a comparative perspective, I analyze the “amicus curiae”(friend of the court) brief, that is used in the common-law systems in order to supplement the knowledge of the judge on controversial issues. The amici, which are not present in Italian legal order, on the one hand they are very useful to provide the justices with myriad information regarding their perceptions of the correct application of the law in the case, on the other – considering the influence of the amicus curiae activity on justices’ decision – lend themselves to being exploited by the interest groups. This poses problems on the reliability of their briefs. The aim of this comparative study is to understand whether it is possible to apply this system to the indirect procedure for the control of constitutionality, and – if so – at which conditions. The purpose of my thesis is to define a legal model of investigation on the relevant evidences which could be suitable for the constitutional justice. Considering the important role of Italian Constitutional Court – which acts almost as policy makers –, it is necessary that the introduction of the evidentiary materials should take place in a transparent and controllable manner.
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D’Arezzo, Mario Paolo <1963&gt. « Legittimo affidamento nel diritto tributario : esperienze comparate di diritto italiano ed inglese ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6138/1/d%27arezzo_mario_paolo_tesi.pdf.

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Résumé :
Il contributo di questo scritto è stato quello di delineare attraverso l’esame comparatistico del principio dell'affidamento quel particolare fil rouge che differenzia e che unisce, gli ordinamenti di common law e di civil law nell’approcciarsi a questo principio. In questo studio lo sviluppo del principio dell’affidamento nel diritto inglese,l’influenza della Corte di Giustizia, ed recepimento da parte dei giudici di common law di quei principi di armonizzazione indicati dalla Corte di Giustizia che ha estremamente modificato e razionalizzato il contenzioso inglese e quello italiano. Questa ricerca si propone di valutare in chiave comparatistica le possibili lesioni che possono aver tratto il contribuente in inganno attraverso comportamenti difformi dalla P.A. Rispetto a quanto promesso ed i possibili effetti risarcitori che potrebbero dare luogo nei confronti della Pubblica Amministrazione fiscale.
The contribution of this paper is to outline through the comparative research of English and Italian Administrative institutions that particular connections which joins and differentiates the common law and and civil law systems in approaching the principle of legitimate expectation. This paper outlines starting from the birth of the principle of legittimate expectation in Administrative and Enghish tax law, its developments, the influence of the Court of Justice inside the Italian and Enghish law which has extremely changed and razionalIzed the litigation between HMRC and taxpayers's disputes. This research aims to evaluate in Italian and English law , the expectation principle in favour of taxpayers rights's the possible negative effects of violation of legittimate expectation carried out by financial administration.
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D’Arezzo, Mario Paolo <1963&gt. « Legittimo affidamento nel diritto tributario : esperienze comparate di diritto italiano ed inglese ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6138/.

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Résumé :
Il contributo di questo scritto è stato quello di delineare attraverso l’esame comparatistico del principio dell'affidamento quel particolare fil rouge che differenzia e che unisce, gli ordinamenti di common law e di civil law nell’approcciarsi a questo principio. In questo studio lo sviluppo del principio dell’affidamento nel diritto inglese,l’influenza della Corte di Giustizia, ed recepimento da parte dei giudici di common law di quei principi di armonizzazione indicati dalla Corte di Giustizia che ha estremamente modificato e razionalizzato il contenzioso inglese e quello italiano. Questa ricerca si propone di valutare in chiave comparatistica le possibili lesioni che possono aver tratto il contribuente in inganno attraverso comportamenti difformi dalla P.A. Rispetto a quanto promesso ed i possibili effetti risarcitori che potrebbero dare luogo nei confronti della Pubblica Amministrazione fiscale.
The contribution of this paper is to outline through the comparative research of English and Italian Administrative institutions that particular connections which joins and differentiates the common law and and civil law systems in approaching the principle of legitimate expectation. This paper outlines starting from the birth of the principle of legittimate expectation in Administrative and Enghish tax law, its developments, the influence of the Court of Justice inside the Italian and Enghish law which has extremely changed and razionalIzed the litigation between HMRC and taxpayers's disputes. This research aims to evaluate in Italian and English law , the expectation principle in favour of taxpayers rights's the possible negative effects of violation of legittimate expectation carried out by financial administration.
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SERRA, GABRIELE. « Il legittimo affidamento nel diritto amministrativo, tra principio e situazione giuridica soggettiva ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2018. http://hdl.handle.net/11584/256010.

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Résumé :
The thesis concerns the legitimate expectations of a private citizen in respect to the action of the public administration. The legal protection of the legitimate expectations of a private citizens in the administrative law has not been always recognized. So that, the first chapter of the thesis, analyze the beginning of the opinions wich, for the first time, begins to propose the protection of the expectations, in certain conditions, that a private citizen may have arise in respect to a administrative act. So in this part of the work, are analyzed doctrine and jurisprudence, both at national and EU level, especially the decisions of the Italian Constitutional Court and of the European Cpurt of Justice. The second part of the thesis is about the italian legislation – and his interpretation by the jurysprudence and the doctrine – on the possibility of a protection of the expectation of a private citizen, when the public administration issues an act which accept a private application, but, later, annull the act. So, in particular, the chapter analyzes if and when it is possible, for the private citizen, to obtain by the judge the annullment of the administrative second act, in accordance to the protection of the expectation of the private citizens, who, in good faith, have considered the first act as a final one. In the third and last chapter, it is analyzed the legal protection of the expectations when it is not possible to obtain the annulment of the administrative second act and, in particular, the possibile compensation that the private may obtain by the judge in this situation. So that, the chapter analyzes especially if the private have a full right of compensation (“diritto soggettivo”), or it is a different situation, the one that In Italy is called “interesse legittimo”, which is also relevant to determine if the judges which is competent to decides the cases is the civil judge or the administrative judge.
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Longo, Annalina <1975&gt. « Il controllo di legittimità comunitaria delle fattispecie incriminatrici interne ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2066/1/Longo_Annalina_tesi.pdf.

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Longo, Annalina <1975&gt. « Il controllo di legittimità comunitaria delle fattispecie incriminatrici interne ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2066/.

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ARRU, LIDIA. « Le nuove tutele contrattuali dei legittimari nella circolazione giuridica ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266101.

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Résumé :
In this thesis we examine the necessary succession rules whose main feature is the particularly high protection of the forced heirs’ rights. In other legal systems also exist some forms of protection of the reserved portion, but not as intense as in our legal system. One of the clearest example of the level of protection of forced heirs rights is given by the fact that if the testamentary dispositions or donations exceed the portion which the testator can legally dispose of (the reserved portion), then the forced heirs have at their disposal a specific legal action “azione di riduzione” that permits them to restore the reserved portion. The intangibility of the reserved portion and the in rem quality of the legal action aimed at restoring the reserved portion, produces important consequences on the market transaction, since it’s capable of hindering the validity of payment contracts concluded even many years before. All these aspects have lead many scholars to question this kind of legal rules pledging for a reform of them. Another question that we have analysed is the so called “family pact”, which is a contract through which an entrepreneur transfer a productive good to a family member. These kinds of transactions are excluded from the applicability of the necessary succession discipline in order to guarantee the intergeneration transfers of the enterprise. The law has actually set up a double channel in the necessary succession area: from one side, in the case of productive goods, all the potential forced heirs can sign an agreement which upsets the general rule that all forced heirs have to receive goods belonging to the testator’s asset, and they can receive instead a sum on money corresponding to the value of the goods of the asset, they should have received. When a family pact is signed both the sum of money and the goods are in principle excluded from the legal action aimed at restoring the reserved portion. As a way of conclusion we could say that frequently the different solutions adopted in commercial law have opened new paths and new interpretations, leading to law reforms, that’s why we can say that the complex system of rules of the necessary succession could be modified, taking as an example the specific solutions adopted for the “family pact”.
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Tomat, Erika. « Clausole statutarie di predisposizione successoria e tutela dei legittimari ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421560.

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Résumé :
The research was conducted analysing the many ways through which the participants in a commercial company may regulate in the by-laws what happens to a participation upon the relevant holder’s death, with specific focus on how the position of the deceased participant’s legittimari (i.e. those persons who are entitled by law to a minimum share of deceased’s estate), is affected by such by-laws provisions commonly known as “clausole di predisposizione successoria”. The work was structured moving from a preliminary recognition, through the review of case law and business practice, of the most frequent clauses, that were divided into two main classes: on the one side, provisions excluding or restricting the possibility for the heir of a participant to join the company and, on the other side, clauses that instead cause, or encourage, the heir to become a participant in the company. In such contest the research analyzed in particular the legal issues arising out of each type of clause (inevitably involving both succession law’s and commercial law’s profiles), in order to attempt solving them in the light of civil law principles, also by means of a comparison against corresponding statutes of German. The reference to the notions of inter vivos deeds and mortis causa deeds, alongside those of post mortem and trans mortem deeds, allowed to draw further distinction among the clauses in question, transversal to that above outlined, based on the relevant legal nature and on the remedies granted by our legal system should such clauses result in a breach of the rights of the legittimari.
La ricerca è stata condotta approfondendo il tema della disciplina statutaria della sorte della partecipazione sociale nell’ipotesi di morte del socio di una società di capitali, avendo particolare riguardo al profilo dell’incidenza - sulla posizione dei legittimari del socio defunto - delle pattuizioni spesso presenti nei contratti sociali e note come clausole di predisposizione successoria. Il lavoro è stato strutturato partendo da una preliminare ricognizione, attraverso l’esame della giurisprudenza e della prassi statutaria, delle clausole più frequenti, le quali sono state inquadrate in due principali categorie: da un lato, le pattuizioni che hanno quale effetto principale quello di escludere o limitare l’ingresso in società del successibile del socio defunto e, dall’altro lato, le clausole che, al contrario, determinano o favoriscono l’assunzione della qualità di socio da parte di tale successibile. Nell’ambito delle due tipologie ora menzionate, la tesi ha approfondito le problematiche giuridiche inerenti a ciascun tipo di clausola (inevitabilmente implicanti profili di diritto commerciale e successorio), nel tentativo di individuarne la soluzione alla luce delle categorie del diritto civile, anche attraverso una riflessione, in un’ottica comparatistica, sui corrispondenti istituti di diritto germanico. In particolare, il richiamo alle nozioni di atti inter vivos e mortis causa, accanto a quelle dei negozi post mortem e trans mortem, ha permesso di operare un’ulteriore classificazione delle clausole esaminate, trasversale rispetto a quella precedentemente illustrata, in relazione alla loro natura giuridica e al sistema di tutele predisposto dal nostro ordinamento per il caso in cui all’operatività di dette clausole possa ricollegarsi una lesione delle ragioni dei legittimari.
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AGUSTO, Stefano. « Proroga delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative e legittimo affidamento del concessionario ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2022. https://hdl.handle.net/11392/2497134.

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Résumé :
Sulla disciplina delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative si assiste da ormai più di un decennio ad un permanente contrasto tra l’ordinamento italiano e quello europeo: mentre il secondo impone che l’assegnazione di queste concessioni avvenga all’esito di una procedura ad evidenza pubblica, il primo ha deciso di prorogare più volte il termine di scadenza delle concessioni già assegnate, nell’attesa di una riforma organica del settore. Le ragioni di questo contrasto sono molteplici ma due sembrano essere le principali: da un lato, la disciplina normativa italiana di gestione del demanio marittimo è risalente nel tempo e non considera l’importante evoluzione che il settore del turismo balneare ha registrato negli ultimi decenni; dall’altro, dagli anni Novanta del secolo scorso il legislatore ha voluto consolidare la posizione giuridica dei concessionari, garantendo loro la pressoché perpetuità del titolo concessorio (c.d. diritto di insistenza). Quest’ultimo aspetto è stato oggetto di una procedura di infrazione innanzi alla Commissione europea, che si è conclusa con l’abrogazione del diritto di insistenza da parte del legislatore italiano e con la contestuale proroga generalizzata della scadenza delle concessioni per garantire l’affidamento dei concessionari, nelle more di una riforma del settore. La proroga generalizzata è stata sottoposta al vaglio della Corte di Giustizia dell’Unione europea che, con la sentenza Promoimpresa e Melis del 2016, ne ha dichiarato l’incompatibilità con il diritto dell’Unione, in particolare con la direttiva per i servizi nel mercato interno. Tuttavia, secondo la Corte di Giustizia sarebbe compatibile con il diritto europeo una valutazione caso per caso degli investimenti effettuati dai concessionari e non ancora ammortizzati, al fine di tutelarne l’affidamento nel momento della procedura di gara per l’assegnazione delle concessioni. Non bisogna dimenticare, infatti, che il legittimo affidamento non è soltanto un principio generale dell’ordinamento italiano ma lo è anche (e soprattutto) di quello europeo. Mentre il legislatore italiano ha comunque confermato la proroga generalizzata, acuendo il contrasto con il diritto europeo, il giudice amministrativo ha interpretato restrittivamente la possibilità di valutare l’affidamento dei concessionari, di fatto disconoscendolo. Recentemente, due pronunce dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato e la legge delega per la riforma del settore in discussione in Parlamento sembrano aver recuperato l’impostazione della Corte di Giustizia sull’affidamento dei concessionari. L’obiettivo della ricerca è quello di verificare se l’affidamento in capo ai concessionari può ancora qualificarsi come legittimo e se questo è compatibile (e in quali termini) con il diritto europeo. Inoltre, si intende verificare se e quali margini di discrezionalità conserva il legislatore per completare una riforma del settore che consenta, allo stesso tempo, di assegnare le concessioni all’esito di una procedura ad evidenza pubblica e di garantire l’affidamento dei concessionari per gli investimenti effettuati in ragione della proroga e non ancora ammortizzati, nel caso in cui la concessione sia assegnata ad un altro concorrente.
On the discipline of the marine state property concessions for tourist-recreational finality it is assisted by now more than a decade to a permanent contrast between the Italian and that European ordering: while the second requires that the allocation of these concessions takes place at the outcome of a public procedure, the first has decided to extend several times the expiry date of the concessions already allocated, pending a comprehensive reform of the sector. The reasons for this contrast are multiple but two seem to be the main ones: on the one hand, the Italian legislation governing the management of maritime property goes back a long way and does not take into account the important evolution of the beach tourism sector in recent decades; on the other hand, from the nineties of the last century the legislator wanted to consolidate the legal position of the dealers, guaranteeing them the almost perpetual title of the licensor (c.d. right of insistence). This last aspect has been the subject of an infringement procedure before the European Commission, which ended with the repeal of the right of insistence by the Italian legislator and with the simultaneous generalized extension of the expiry of concessions to ensure the award of dealers, pending a reform of the sector. The general extension has been submitted to the Court of Justice of the European Union which, in its judgment Promoimpresa and Melis (2016), declared its incompatible with Union law, especially with the Directive on services in the internal market. However, according to the Court of Justice, a case-by-case assessment of the investments made by the concession holders and not yet written off would be compatible with European law, to protect the award of concessions during the tender procedure. It should not be forgotten, in fact, that legitimate expectations are not only a general principle of Italian law but also (and above all) of European law. While the Italian legislator has in any event confirmed the general extension, thus exacerbating the conflict with European law, the administrative court has interpreted restrictively the possibility of assessing the award of the concessionaires, in fact disregarding it. Recently, two rulings of the Plenary Assembly of the Council of State and the enabling act for the reform of the sector under discussion in Parliament seem to have recovered the approach of the Court of Justice on the custody of dealers. The aim of the research is to verify whether the reliance on dealers can still be qualified as legitimate and whether this is compatible (and in what terms) with European law. In addition, it is intended to examine whether and what margin of discretion the legislator retains to complete a reform of the sector that allows, at the same time, to allocate the concessions to the outcome of a public procedure and to ensure that the concessionaires are entrusted with the investments made because of the extension and not yet amortized, if the concession is awarded to another competitor.
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Rossini, Germano <1965&gt. « La diagnosi genetica preimpianto : argomenti favorevoli e contrari alla sua legittimità ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3082/1/rossini_germano_tesi.pdf.

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Résumé :
Questa tesi ricostruisce la storia della giurisprudenza italiana che ha riguardato la legittimità o meno dell’impiego della diagnosi genetica preimpianto nell’ambito della procreazione medicalmente assistita, dall’emanazione della legge 40 del 2004 a tutt’oggi. Ed in particolare questa tesi si prefigge due obiettivi: uno, individuare ed illustrare le tipologie di argomenti utilizzati dal giurista-interprete per giudicare della legittimità o meno della pratica della diagnosi preimpianto degli embrioni prodotti, mediante le tecniche relative alla procreazione assistita; l’altro obiettivo, mostrare sia lo scontro fra i differenti argomenti, sia le ragioni per le quali prevalgono gli argomenti usati per legittimare la pratica della diagnosi preimpianto. Per raggiungere questi obiettivi, e per mostrare in maniera fenomenologica come avviene l’interpretazione giuridica in materia di diagnosi preimpianto, si è fatto principalmente riferimento alla visione che ha della detta interpretazione la prospettiva ermeneutica (concepita originariamente sul piano teoretico, quale ermeneutica filosofica, da H.G. Gadamer; divulgata ed approfondita sul piano giusfilosofico e della teoria dell’interpretazione giudica in Italia, fra gli altri, da F. Viola e G. Zaccaria). Così, in considerazione dei vari argomenti utilizzati per valutare la legittimità o meno della pratica della diagnosi preimpianto, i motivi per i quali in ultimo il giurista-interprete per giudicare ragionevolmente, deve ritenere legittima la pratica della diagnosi preimpianto sono i seguenti. I principi superiori dell’ordinamento e talune direttive giuridiche fondamentali dell’ordinamento, elaborate della giurisprudenza, le quali costituiscono la concretizzazione di detti principi e di una serie di disposizioni normative fondamentali per disciplinare il fenomeno procreativo, depongono per la legittimità della diagnosi preimpianto. Le tipologie degli argomenti impiegati per avallare la legittimità della diagnosi preimpianto attengono al tradizionale repertorio argomentativo a cui attinge il giurista, mentre la stessa cosa non si può dire per gli argomenti usati per negare la legittimità della diagnosi. Talune tipologie di argomenti utilizzate per negare la legittimità della diagnosi preimpianto costituiscono delle fallacie logiche, per esempio l’argomento del pendio scivoloso, e soprattutto le tipologie degli argomenti utilizzati per sostenere la legittimità della diagnosi preimpianto sono per lo più caratterizzate dalla ragionevolezza ed applicate per lo più opportunamente. Poi, si può osservare che: determinati argomenti, associati dal giurista-interprete ai principi i quali depongono per l’illegittimità della diagnosi preimpianto, facendo leva sulla categoria della possibilità, ed equiparando attualità e possibilità, privilegiano l’immaginazione alla realtà e portano a risultati interpretativi non razionalmente fondati; mentre gli argomenti associati dal giurista-interprete ai principi i quali depongono per la legittimità della diagnosi preimpianto, facendo leva sulla categoria della attualità, e tenendo ben distinte attualità e possibilità, privilegiano l’osservazione della realtà e portano a risultati razionalmente fondati.
This thesis rebuilds the history of Italian jurisprudence on the legitimacy of the practice of preimplantation genetic diagnosis, in the field of medically-assisted procreation, since the enacting of law No. 40 in 2004. In particular the aims of this thesis are two: the former is to identify and explain the types of arguments used by the Italian Courts, that is jurists-interpreters to judge the legitimacy of the practice of preimplantation diagnosis of the produced embryos, through the techniques of assisted procreation; the latter is to show the fight between different arguments and show the reasons on the basis of which there is a prevalence of the arguments used to legitimate the practice of preimplantation diagnosis. To reach these goals, and to show in a phenomenological way how the judges made the interpretations in the matter of preimplantation genetic diagnosis, mainly I have made reference to the interpretation view of hermeneutic perspective (originally conceived in the theoretic dimension, as philosophical hermeneutica, by H.G. Gadamer; divulged and deepened in the theory and philosophy of law dimension in Italy, among others, by F. Viola and G. Zaccaria). Thus, in consideration of different kinds of arguments used to value the legitimacy of the practice of preimplantation diagnosis, the reasons why definitively the jurists-interpreters, to judge reasonably, must consider legitimate the practise of preimplantation genetic diagnosis are as follows. The superior principles of the legal system and some jurisprudential fundamental rules made by the judges, rules which realize these principles and many fundamental law provisions concerning procreation, sustain the legitimacy of preimplantation diagnosis. The types of arguments used to assert the legitimacy of preimplantation diagnosis belong to the traditional stock of arguments used by jurists, instead we cannot tell the same thing about arguments used to deny the legitimacy of the diagnosis. Some types of arguments used to deny the legitimacy of the preimplantation diagnosis consist in logical fallacies, for example the argument of slippery slope, and above all the kinds of arguments used to sustain the legitimacy of the preimplantation diagnosis usually are characterized by reasonableness and are usually applied correctly. Then, we can note that certain arguments, associated by the jurists-interpreters to the principles sustaining the illegitimacy of preimplantation diagnosis, making reference to the category of possibility, and equalizing topicality and possibility, privilege imagination rather than reality and lead to interpretation results which are not based on rationality; instead the arguments associated by the jurists-interpreters to the principles sustaining the legitimacy of preimplantation diagnosis, making reference to the category of topicality, and distinguishing definitely topicality and possibility, privilege the observation of reality and lead to interpretation results based on rationality.
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Rossini, Germano <1965&gt. « La diagnosi genetica preimpianto : argomenti favorevoli e contrari alla sua legittimità ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3082/.

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Résumé :
Questa tesi ricostruisce la storia della giurisprudenza italiana che ha riguardato la legittimità o meno dell’impiego della diagnosi genetica preimpianto nell’ambito della procreazione medicalmente assistita, dall’emanazione della legge 40 del 2004 a tutt’oggi. Ed in particolare questa tesi si prefigge due obiettivi: uno, individuare ed illustrare le tipologie di argomenti utilizzati dal giurista-interprete per giudicare della legittimità o meno della pratica della diagnosi preimpianto degli embrioni prodotti, mediante le tecniche relative alla procreazione assistita; l’altro obiettivo, mostrare sia lo scontro fra i differenti argomenti, sia le ragioni per le quali prevalgono gli argomenti usati per legittimare la pratica della diagnosi preimpianto. Per raggiungere questi obiettivi, e per mostrare in maniera fenomenologica come avviene l’interpretazione giuridica in materia di diagnosi preimpianto, si è fatto principalmente riferimento alla visione che ha della detta interpretazione la prospettiva ermeneutica (concepita originariamente sul piano teoretico, quale ermeneutica filosofica, da H.G. Gadamer; divulgata ed approfondita sul piano giusfilosofico e della teoria dell’interpretazione giudica in Italia, fra gli altri, da F. Viola e G. Zaccaria). Così, in considerazione dei vari argomenti utilizzati per valutare la legittimità o meno della pratica della diagnosi preimpianto, i motivi per i quali in ultimo il giurista-interprete per giudicare ragionevolmente, deve ritenere legittima la pratica della diagnosi preimpianto sono i seguenti. I principi superiori dell’ordinamento e talune direttive giuridiche fondamentali dell’ordinamento, elaborate della giurisprudenza, le quali costituiscono la concretizzazione di detti principi e di una serie di disposizioni normative fondamentali per disciplinare il fenomeno procreativo, depongono per la legittimità della diagnosi preimpianto. Le tipologie degli argomenti impiegati per avallare la legittimità della diagnosi preimpianto attengono al tradizionale repertorio argomentativo a cui attinge il giurista, mentre la stessa cosa non si può dire per gli argomenti usati per negare la legittimità della diagnosi. Talune tipologie di argomenti utilizzate per negare la legittimità della diagnosi preimpianto costituiscono delle fallacie logiche, per esempio l’argomento del pendio scivoloso, e soprattutto le tipologie degli argomenti utilizzati per sostenere la legittimità della diagnosi preimpianto sono per lo più caratterizzate dalla ragionevolezza ed applicate per lo più opportunamente. Poi, si può osservare che: determinati argomenti, associati dal giurista-interprete ai principi i quali depongono per l’illegittimità della diagnosi preimpianto, facendo leva sulla categoria della possibilità, ed equiparando attualità e possibilità, privilegiano l’immaginazione alla realtà e portano a risultati interpretativi non razionalmente fondati; mentre gli argomenti associati dal giurista-interprete ai principi i quali depongono per la legittimità della diagnosi preimpianto, facendo leva sulla categoria della attualità, e tenendo ben distinte attualità e possibilità, privilegiano l’osservazione della realtà e portano a risultati razionalmente fondati.
This thesis rebuilds the history of Italian jurisprudence on the legitimacy of the practice of preimplantation genetic diagnosis, in the field of medically-assisted procreation, since the enacting of law No. 40 in 2004. In particular the aims of this thesis are two: the former is to identify and explain the types of arguments used by the Italian Courts, that is jurists-interpreters to judge the legitimacy of the practice of preimplantation diagnosis of the produced embryos, through the techniques of assisted procreation; the latter is to show the fight between different arguments and show the reasons on the basis of which there is a prevalence of the arguments used to legitimate the practice of preimplantation diagnosis. To reach these goals, and to show in a phenomenological way how the judges made the interpretations in the matter of preimplantation genetic diagnosis, mainly I have made reference to the interpretation view of hermeneutic perspective (originally conceived in the theoretic dimension, as philosophical hermeneutica, by H.G. Gadamer; divulged and deepened in the theory and philosophy of law dimension in Italy, among others, by F. Viola and G. Zaccaria). Thus, in consideration of different kinds of arguments used to value the legitimacy of the practice of preimplantation diagnosis, the reasons why definitively the jurists-interpreters, to judge reasonably, must consider legitimate the practise of preimplantation genetic diagnosis are as follows. The superior principles of the legal system and some jurisprudential fundamental rules made by the judges, rules which realize these principles and many fundamental law provisions concerning procreation, sustain the legitimacy of preimplantation diagnosis. The types of arguments used to assert the legitimacy of preimplantation diagnosis belong to the traditional stock of arguments used by jurists, instead we cannot tell the same thing about arguments used to deny the legitimacy of the diagnosis. Some types of arguments used to deny the legitimacy of the preimplantation diagnosis consist in logical fallacies, for example the argument of slippery slope, and above all the kinds of arguments used to sustain the legitimacy of the preimplantation diagnosis usually are characterized by reasonableness and are usually applied correctly. Then, we can note that certain arguments, associated by the jurists-interpreters to the principles sustaining the illegitimacy of preimplantation diagnosis, making reference to the category of possibility, and equalizing topicality and possibility, privilege imagination rather than reality and lead to interpretation results which are not based on rationality; instead the arguments associated by the jurists-interpreters to the principles sustaining the legitimacy of preimplantation diagnosis, making reference to the category of topicality, and distinguishing definitely topicality and possibility, privilege the observation of reality and lead to interpretation results based on rationality.
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LATTANZI, GIACOMO. « PRINCIPIO DELLA DOMANDA E ASSORBIMENTO DEI MOTIVI NEL PROCESSO AMMINISTRATIVO DI LEGITTIMITA' ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/794600.

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The research studies whether administrative courts must follow the order of the claims brought forward in administrative complaint (ricorso), as well as the related issue regarding to the possible integration of a claim into another. After a description of the long standing case law disagreement on such matters, resulted in the ruling of the Plenary Chamber (Adunanza plenaria) no. 5/2015, the study will highlight with adequate justification the insufficiency of the preator approach (and, even if in a minor extent, of the scholars’ theories) with respect to, in particular, the case in which the claimant has not brought its claims in a specific order. Without prejudice to the subjective nature of administrative rulings, case law and scholars, although they recognize (as it seems correct) binding attitude to conditional aggregations of grounds, deny any importance to the principle of correspondence between complaints and rulings (principio della domanda) with respect to the ordo procedendi whenever there is not a specific order of complaints brought forward. This research aims at demonstrating the – also in the last instance – in proceedings governed by the “principle of party disposition”, even if it is not acceptable that the first complaint assessed by the court is the one characterized by the most “radical” unlawfulness (solution proposed by the plenary chamber of the Council of State (Consiglio di Stato)), it is also not acceptable to have a prior assessment of the unlawfulness which would result in the most favorable outcome of the claimant (solution preferred in the literature). The only solution that seems to be consistent with the underlying premise is that courts must strictly follow, in the assessment of the claims, the order in which they have been articulated in the complaint.
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Dal, Lago Eugenia <1992&gt. « La legittimità dell'azione inibitoria : tra diritto di proprietà intellettuale e tutela della concorrenza ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10677.

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Boccato, Emma <1996&gt. « Agrippina, Drusilla e Livilla : "donne virili" e legittimità imperiale nel principato di Caligola ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18907.

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Lo studio prende in considerazione i contesti e le modalità d’azione delle donne nell’ambito del Principato giulio-claudio, mediante l’analisi della biografia delle sorelle di Caligola, Agrippina Minore, Drusilla e Livilla. Vengono analizzati il loro coinvolgimento nelle questioni dinastiche, attraverso unioni matrimoniali ben congegnate, nella rappresentazione pubblica della famiglia, tramite onori e inclusione nell’iconografia e, infine, nella politica dell’epoca. Attraverso la storia di tali matrone si sviluppa l’indagine di problematiche ricorrenti nelle vicende della dinastia, come la successione, il rapporto tra prole biologica ed adottiva e l’incremento dell’interferenza femminile nel ruolo di consiglio, influenza e trasmissione del diritto alla porpora a favore degli uomini a cui esse erano vicine; di generazione in generazione emerge la consapevolezza nelle matrone del loro ruolo legittimante, essenziale ed utilizzabile per intervenire in ambiti, come quello politico, a loro preclusi. Un’attenzione particolare viene rivolta alla memoria storiografica relativa a queste donne: talvolta la verità storica viene distorta in modo negativo mediante l’applicazione di topoi per delegittimare figure femminili particolarmente attive e dunque considerate minacciose dal punto di vista maschile oppure per volontà di screditare gli uomini ad esse collegati. L’individuazione di tali espedienti narrativi consente di restituire una più attendibile ricostruzione evenemenziale.
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Scantamburlo, Mirko. « Le "Querelae" di inofficiosità. Contributo allo studio della tutela dei legittimari in diritto romano ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3422702.

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La presente ricerca mira ad analizzare la genesi e lo sviluppo della successione necessaria materiale nell'ordinamento romano, attraverso lo studio delle querelae di inofficiosità, ossia la querela inofficiosi testamenti, la querela inofficiosae donationis e la querela inofficiosae dotis. Mentre la prima costituisce uno strumento di impugnazione dei testamenti inofficiosi, quelli cioè redatti in spregio dell'officium pietatis (in cui il defunto ingiustamente disereda o pretermette i più stretti congiunti, non lasciando loro alcunchè ovvero beneficiandoli di un lascito esiguo), le ultime due querelae consentono l'impugnazione di donazioni o doti effettuate in vita dal de cuius, che siano lesive degli interessi successori dei più stretti congiunti. Il lavoro è strutturato in sei capitoli, nei quali si delineano gli aspetti principali dei mezzi giudiziari in parola: peraltro, l'alta risalenza nel tempo, la più radicata attestazione nelle fonti e la maggior importanza hanno determinato una più ampia analisi della querela inofficiosi testamenti, che del resto costituisce pure la matrice delle altre due azioni. Nel primo capitolo si indaga l'origine del rimedio avverso l'inofficiosità testamentaria: origine ricondotta all'attività giudicante del collegio dei centumviri. Il secondo capitolo è dedicato alla ricostruzione della disciplina processuale dell'azione di inofficiosità del testamento, esperibile sia davanti ai centumviri con il rito dell'agere sacramento, sia davanti al iudex extra ordinem. Nel terzo capitolo si analizzano le principali caratteristiche dell'impugnazione del testamento inofficioso: il suo carattere personale, i legittimati attivi, il regime della prescrizione, la sussidiarietà, la retroattività dell'efficacia rescindente, la possibilità di intervento e di appello autonomo da parte dei legatari e degli altri beneficiari di disposizioni a titolo particolare, la subordinazione al mancato conferimento della porzione di legittima, il suo carattere dichiarativo o costitutivo. Gli sviluppi postclassici del rimedio di inofficiosità testamentaria sono scrutati nel quarto capitolo, attraverso lo studio delle costituzioni imperiali dall'età dioclezianea sino alle soglie dell'età giustinianea. Nel quinto capitolo si considera la legislazione di Giustiniano in tema di querela inofficiosi testamenti, suddividendo le costituzioni a seconda che esse siano confluite nel Codex repetitae praelectionis ovvero nelle Novellae. Il sesto capitolo ospita, infine, le riflessioni in tema di querela inofficiosae donationis e querela inofficiosae dotis.
The aim of the research is the analysis of the rise and the development of forced heirship in roman law through the study of "actions on inofficiosity", i.e. querela inofficiosi testamenti, querela inofficiosae donationis and querela inofficiosae dotis. The first one is a remedy against wills written in breach of officium pietatis: the deceased does not mention or disinherits unfairly the closest relatives, by bequeathing them nothing or less more. On the contrary, the other querelae are remedies against donations or dowries which de cuius made during his life and which violate the succession interests of the closest relatives. The work is designed in six chapters, where the main characters of the above remedies are described: querela inofficiosi testamenti is the main subject due to its ancient origin, the most frequent confirmation in the sources and its prominent role. The querela inofficiosi testamenti itself is also the matrix of the other two legal actions. The first chapter is intended to inquire the origin of the remedy against inofficiosum testamentum, which is related to the judging activity of centumviri. The second chapter is entirely dedicated to tracing the judicial discipline of querela inofficiosi testamenti, which could be proposed both to the centumviri through the agere sacramento rite or before the extra ordinem judge. The main features of inofficiosum testamentum are analysed in the third chapter: the active entitled, the statute of limitations, the subsidiarity, the retroactivity of rescinding effectiveness, the possible intervention and independent appeal by legatees and other beneficiaries of singular inheritance, the subordination to the failure to confer the legitime and its declaratory or constitutive nature. The postclassical developments of querela inofficiosi testamenti are examined in the fourth chapter by studying imperial constitutions from Diocletian age to Justinian age. The fifth chapter is focused on Justinian legislation about querela inofficiosi testamenti through the partition between the constitutions included in Codex repetitae praelectionis and the ones coming from Novellae. Ultimately, the sixth chapter describes querela inofficiosae donationis and querela inofficiosae dotis.
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VERDOLINI, VALERIA. « Tra guerra e diritto. La categoria della legittimità alla sfida dell'internazionalizzazione. Il caso dell'ICTY ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/10281/17978.

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La ricerca si sviluppa a partire dal conflitto nei Balcani degli anni '90. Alla ricostruzione storica è affiancata una ricognizione della Storia del diritto penale internazionale e del c.d. Ius in bello, fino alla recente istituzione del Tribunale ad Hoc per la Ex Jugoslavia. La seconda parte propone un'epistemologia della categoria della legittimità attraverso il confronto critico tra autori classici: Weber, Schmitt, Luhmann e Habermas. Questa ricognizione è necessaria per poter valutare la legittimità o meno del tribunale internazionale, e la possibilità di giudicare la guerra con le categorie del diritto penale.
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ROSSI, LUCREZIA SILVANA. « LA LEGITTIMA DIFESA NEL DOMICILIO (ART. 52 C. 2-4 C.P.) UN¿INDAGINE TRA STORIA, COMPARAZIONE, TEORIA E PRASSI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/852006.

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L’elaborato tratta il delicato tema della legittima difesa esercitata nel domicilio, che è stato oggetto di due riforme negli ultimi quindici anni – prima nel 2006, poi nel 2019 –, suscitando diffuse critiche e contrastanti pareri in ordine alla sua esatta portata. La grande attenzione pubblica per l’istituto e i due interventi legislativi hanno stimolato l’interesse e il desiderio di approfondire l’origine, la ratio e l’evoluzione della scriminante di cui all’art. 52 c.p. Lo scopo della presente indagine è duplice: da una parte, si è cercato di comprendere le esigenze sottostanti alle riforme e, più in generale, il fondamento del bisogno così ben radicato nella società contemporanea di una differenziazione di trattamento per le aggressioni perpetrate all’interno dell’abitazione; dall’altra, invece, partendo dallo studio della disciplina attualmente in vigore e dell’applicazione concreta della medesima ad opera della giurisprudenza, si è provato a trovare un equilibrio più soddisfacente tra le esigenze diffuse e il rispetto della Carta costituzionale e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, in sintesi una “contro-riforma sostenibile”. La tesi si articola in tre parti, di cui la prima è dedicata all’analisi storico-comparatistica della causa di giustificazione. In particolare, lo studio ripercorre le origini dell’istituto a partire dal diritto romano sino ai giorni nostri, cercando di evidenziare i precedenti storici atti a spiegare l’attuale predisposizione di una figura speciale di legittima difesa a beneficio di colui che sia aggredito in luoghi privati in ordine ai quali vanti uno ius excludendi alios nei confronti dell’aggressore. La ricerca storica è affiancata da un’indagine comparatistica, anch’essa impostata in prospettiva storica, che allarga lo sguardo alle scelte compiute in argomento dai principali ordinamenti europei – segnatamente quello francese e inglese –, nonché dal sistema federale statunitense. La seconda parte della tesi ha ad oggetto il diritto interno vigente; in particolare l’elaborato affronta prima la legge n. 59 del 13 febbraio 2006 e poi la legge n. 36 del 26 aprile 2019, ossia le riforme che hanno conferito rilievo alla figura speciale della legittima difesa domiciliare. A tal fine, si considera tanto il contesto politico criminale che ne ha segnato l’origine, quanto il contenuto delle riforme alla luce della giurisprudenza di legittimità; è stato infatti svolto uno studio su tutte le pronunce emesse dalla Corte di Cassazione in materia di legittima difesa domiciliare dal 1° gennaio 2000 sino al 1° gennaio 2021. Grazie a tale ricerca è emerso da una parte come la prima riforma risulti sostanzialmente priva di ricadute concrete e, dall’altra, come il secondo intervento legislativo, ove non sottoposto a un’interpretazione correttiva alla luce delle direttrici costituzionali e convenzionali europee, sia pericoloso per la tenuta del sistema. Lungo tale direttrice, l’indagine si sofferma in particolare sul ruolo che dovrebbero assumere il requisito della necessità e le presunzioni normative di legittimità della reazione. Con riferimento al caso dell’eccesso, poi, si prospettano i criteri rilevatori del grave turbamento e delle condizioni di minorata difesa a cui si ricollegano effetti scusanti. La terza ed ultima parte dell’elaborato, infine, tratta l’istituto in una prospettiva de iure condendo; nello specifico, prendendo le mosse dai risultati raggiunti attraverso l’indagine realizzata, si è provato ad avanzare una proposta di risistemazione della causa di giustificazione che si articola in tre passaggi, idealmente collegati tra loro. Secondo tale ipotesi di lavoro, l’art. 52 c.p. guadagnerebbe in razionalità ed efficacia se, anzitutto, fossero eliminati i commi disciplinanti la legittima difesa domiciliare attualmente in vigore; inoltre, alla disposizione di cui al c. 1 dell’art. 52 c.p. dovrebbe affiancarsi una scusante legata allo stato di turbamento emotivo vissuto dall’aggredito, applicabile alla fattispecie generale per i casi di eccesso e di errore sulla legittima difesa; infine, si potrebbe prevedere una presunzione iuris tantum di pericolo attuale per la sola incolumità dei presenti in caso di aggressione perpetrata all’interno del domicilio e dell’esercizio commerciale. La compresenza di tali proposte modificative sembrerebbe in grado di conferire un rinnovato equilibrio alla causa di giustificazione, da una parte dando voce e riconoscimento alle istanze diffuse, dall’altra rispettando i principi e i valori di cui la Costituzione e la Convezione europea dei diritti dell’uomo sono espressione, dall’altra ancora imprimendo una spinta contraria rispetto all’attuale tendenza antistatalista, se non addirittura anticostituzionale, di cui le due recenti riforme in materia si sono rese portavoce.
The thesis deals with the delicate issue of self defence exercised in the home, which has been the subject of two reforms in the last fifteen years – first in 2006, then in 2019 –, arousing widespread criticism and conflicting opinions regarding its exact scope. The great public attention for the institute and the two legislative interventions have stimulated the interest and the desire to investigate the origin, the ratio and the evolution of the justification regulated by art. 52 c.p. The purpose of this survey is twofold: on the one hand, an attempt has been made to understand the needs underlying the reforms and, more generally, the foundation of the need so well rooted in contemporary society for a differentiation of treatment for attacks perpetrated inside the house; on the other hand, starting from the study of the discipline currently in force and the concrete application of the same by jurisprudence, an attempt has been made to find a more satisfactory balance between the widespread needs and compliance with the Constitutional Charter and the European Convention of human rights, in short a "sustainable counter-reform". The thesis is divided into three parts, of which the first is dedicated to the historical-comparative analysis of the justification. In particular, the study traces the origins of the institute starting from Roman law up to the present day, trying to highlight the historical precedents capable of explaining the current predisposition of a special figure of self defence in favour of anyone who is attacked in private places, where individuals boasts an ius excludendi alios against the aggressor. The historical research is accompanied by a comparative survey, also set in a historical perspective, which broadens the gaze to the choices made on the subject by the main European systems – notably the French and English ones –, as well as by the US federal system. The second part of the thesis concerns the internal law in force; in particular, the paper first deals with law no. 59 of 13 February 2006 and then the law n. 36 of 26 April 2019, i.e. the reforms that have given prominence to the special figure of home self defence. To this end, both the criminal political context that marked its origin and the content of the reforms in the light of the jurisprudence of legitimacy are considered; in fact, a study was carried out on all the rulings issued by the Court of Cassation regarding home self defence from 1 January 2000 until 1 January 2021. Thanks to this research, it emerged on the one hand how the first reform is substantially devoid of concrete repercussions and, on the other hand, how the second legislative intervention, if not subjected to a corrective interpretation in the light of constitutional and conventional guidelines, is dangerous for system tightness. Along this line, the investigation focuses in particular on the role that the requirement of necessity and the normative presumptions of legitimacy of the reaction should assume. With reference to the case of excess, then, are presented the criteria for detecting the serious disturbance and the conditions of impaired defence to which excuse effects are linked. Finally, the third and last part of the paper deals with the institution from a de iure condendo perspective; specifically, starting from the results achieved through the survey carried out, an attempt was made to put forward a proposal for reorganization of the justification which is divided into three steps, ideally connected to each other. According to this working hypothesis, art. 52 c.p. would gain rationality and effectiveness if, first of all, the paragraphs governing home self defence currently in force were eliminated; furthermore, beside the provision referred to art. 52 c. 1 c.p., there should be an excuse linked to the state of emotional disturbance experienced by the attacked, applicable in cases of excess and error in self defence; finally, an iuris tantum presumption of current danger could be envisaged for the sole safety of those present in the event of aggression perpetrated within the home and business. The coexistence of these amending proposals would seem capable of giving a renewed balance to the justification, first of all giving voice and recognition to the widespread requests, furthermore respecting the principles and values of which the Constitution and the European Convention of human rights are an expression, and lastly still giving a push contrary to the current anti-statist tendency, if not even anti-constitutional, of which the two recent reforms on the subject have become spokesmen.
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Roncarolo, Francesca. « Lo ius superveniens tra esigenze di tutela del legittimo affidamento e legalità dell’azione amministrativa, nella dimensione italiana, francese ed europea ». Thesis, Paris 1, 2018. http://www.theses.fr/2018PA01D010.

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L’étude s’occupe de l’affirmation progressive d’instruments de tutelle de la confiance légitime des privés par rapport aux conflits de loi dans le temps, qui conditionnent l’adoption ou l’efficacité des actes administratifs individuels favorables, grâce à une analyse de droit comparé entre Italie, France et Union Européenne. Après l’illustration des notions découlant du principe de légalité et du principe de sécurité juridique, qui ont été élaborées dans le deux Pays, les cas jurisprudentiels et normatifs plus récents du droit italien et français sont étudiés. Ils concernent notamment le changement normatif qui intervient soit pendant la procédure administrative non contentieuse et qui est finalisée à l’adoption d’un acte favorable, soit pendant le développement de situations en cours, en affectant l’efficacité d’un acte individuel à effet durable. Cette reconstruction permet de catégoriser les hypothèses dans lesquelles la reconnaissance de la confiance légitime du privé soit juridiquement possible, ainsi que de vérifier les moyens de protection de ces positions subjectives, mises à la disposition par l’Italie et la France. Enfin, on analyse les solutions dégagées sur le thème au niveau européen, par la Cour de Justice de l’Union européenne, la Cour Européenne du Droit de l’Homme, ainsi que parle système de droit allemande, qui est devenu un modèle de référence en matière de confiance légitime au niveau européen. La recherche est donc destinée à évaluer l’adéquation de ces deux systèmes de droit aux impulsions de l’Union européenne et à vérifier leur aptitude au respect des standards européens d’effectivité de protection
The dissertation examines the impact of new legislation that negatively affects the asset of private interests, carried out by administrative action. The comparative analysis focuses on the Italian and French legal systems, as they share a similar legal tradition in the field of administrative law. The work is aimed at verifying, through the study of the most recent case law, the existence of a position of legitimate expectation recognised to the administrated subjects with respect to the modification of laws over time, under two different aspects : within a proceedings, as well as during on-going situation created by provisions of long-lasting bindingness. The work analyses the available means of protection and it verifies the current position on the matter in the aforementioned normative systems. In the last part, the work studies the inputs on the subject matter given by the decisions of the European Court of Justice and the European Court of Human Rights, taking the analysis to a supra-national level; it also highlights the influence exercised by the German law on the issue of legitimate expectation, as the German system represent the principal referring model
Lo studio si occupa dell’impatto esercitato dalle sopravvenienze normative che incidonosfavorevolmente sull’assetto di interessi dei privati, realizzato dall’azione amministrativa.L’analisi, di diritto comparato, si concentra sui sistemi di diritto italiano e francese, accumunati da una tradizione storico-giuridica affine nel campo del diritto amministrativo. Attraverso l’analisi della casistica giurisprudenziale più recente, siverifica l’esistenza di una posizione giuridica di legittimo affidamento degli amministratiin sede di successione di leggi nel tempo, in due ambiti: in fase endoproccedimentale,nonché nel successivo svolgersi di situazioni in corso instaurate da provvedimenti adefficacia durevole. Sono vagliati gli strumenti di tutela a disposizione e verificati imutamenti in atto – a oggi – sul tema, nei due sistemi di diritto citati.Successivamente, l’indagine dà conto degli impulsi giurisprudenziali della Corte diGiustizia dell’Unione Europea e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, portandol’analisi a un livello sovranazionale e accennando anche all’influenza esercitata, inmateria, dal principale modello di riferimento in materia di legittimo affidamento, ossiadall’ordinamento tedesco.La ricerca è stata condotta sia in Italia sia in Francia, attraverso un percorso di dottorato svolto in co-tutela, attivato tra l’Università Statale degli Studi di Milano e l’Université Paris1 Panthéon-Sorbonnne
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RONCAROLO, FRANCESCA. « LO IUS SUPERVENIENS TRA ESIGENZE DI TUTELA DEL LEGITTIMO AFFIDAMENTO E LEGALITÀ DELL¿AZIONE AMMINISTRATIVA, NELLA DIMENSIONE ITALIANA, FRANCESE ED EUROPEA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/547132.

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Résumé :
The dissertation examines the impact of new legislation that negatively affects the asset of private interests, carried out by administrative action. The comparative analysis focuses on the Italian and French legal systems, as they share a similar legal tradition in the field of administrative law. The work is aimed at verifying, through the study of the most recent case law, the existence of a position of legitimate expectation recognised to the administrated subjects with respect to the modification of laws over time, under two different aspects: within a proceedings, as well as during on-going situation created by provisions of long-lasting bindingness. The work analyses the available means of protection and it verifies the current position on the matter in the aforementioned normative systems. In the last part, the work studies the inputs on the subject matter given by the decisions of the European Court of Justice and the European Court of Human Rights, taking the analysis to a supra-national level; it also highlights the influence exercised by the German law on the issue of legitimate expectation, as the German system represent the principal referring model.
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Aresi, B. « La camera preliminare della corte penale internazionale : garanzia di legittimità o garanzia politica dell’azione penale internazionale ? » Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/64579.

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Résumé :
The Pre-Trial Chamber is an unprecedented institution in international criminal justice, which lies at the heart of the preliminary phase of the proceedings before the International Criminal Court as a compromise achieved at the Rome Conference. The feature of Pre-Trial Chamber as "check and balance" of the autonomy granted to the Prosecutor especially in the context of the trigger mechanism of the Court's jurisdiction based on the Prosecutor's proprio motu action seems to reveal the political nature of Pre-Trial Chamber s standing within the Court. Although never put into practice to date, the judicial review power conferred on the Chamber may potentially enable it to steer the Court s policy in accordance with the principle of complementarity. Moreover, the Pre-Trial Chamber is intended to meet due process requirements from the beginning of the proceedings. In this respect, although not entirely comparable to the juge d instruction of the inquisitorial tradition, the Pre-Trial Chamber is largely inspired by the French and Italian legal systems rather than by the common law judicial model which traditionally characterizes international criminal trials, where no interplay between the judge and the parties is provided during pre-trial proceedings. In fact, the Chamber has so far actively played its role of ensuring proceedings fairness, favoring a broad and teleological interpretation of the Rome Statute and of the Rules of Procedure and Evidence. Through the analysis of the travaux préparatoires of the International Criminal Court and of the Statute and Rules relevant provisions as well as of the early case-law of the Court, the work aims to discuss whether the Pre-Trial Chamber represents a guarantee of the Court s policy rather than of international criminal proceedings legitimacy or either.
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BERTOLINI, Benedetta. « La 'diversione' in ambito penale. Introduzione ad uno studio sulle condizioni di legittimità delle alternative al processo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2017. http://hdl.handle.net/11392/2488175.

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Résumé :
Si fa strada anche nell’ordinamento italiano l’idea per cui sia possibile, ai fini di una più efficiente politica criminale, rinunciare – non solo alla pena detentiva – ma ancora prima allo stesso processo penale, a favore di modelli differenziati di risposta ai reati. La deviazione dal procedimento, istituto che va sotto il nome di diversion e che ha visto la sua prima teorizzazione e messa in atto nell’ordinamento statunitense, per poi diffondersi rapidamente negli altri sistemi, pone tuttavia una serie di questioni e di problematiche che impongono una riflessione più ordinata e rigorosa di quanto sia stato ad oggi compiuto. La ricerca, a partire da una ricognizione storica dell’istituto, una panoramica sulle fonti europee e alcune incursioni comparatistiche, muove ad individuare le condizioni di legittimità in grado di assicurare che gli strumenti alternativi al processo non si pongano in contraddizione con i principi del garantismo penale ereditati dall’illuminismo. Ai fini della predisposizione di strumenti utilmente spendibili nel contesto del fair trail, la diversione deve da un lato integrare un modello di risposta al fatto penalmente rilevante legittimo in sé, cioè autonomamente considerato: è quanto viene realizzato dalle condizioni di legittimità intrinseche, in particolare nel collegamento con il paradigma della giustizia riparativa; dall’altro lato, essa deve interagire correttamente con il più ampio e complesso sistema processual-penalistico e con le regole, innanzitutto costituzionali, che lo reggono; ciò è dato dalla sussistenza delle condizioni di legittimità estrinseche, che si condensano nel tema del consenso. L’individuazione di tali condizioni e la enucleazione di soluzioni operative per una loro concretizzazione è quanto lo studio si propone di compiere.
The research aims to explore and study the legal basis on which it is possible for a State to avoid a criminal process. It is self-evident how many member States, both with a system of compulsoriness and discretionality of criminal prosecution, are going in a direction of a dejurisdicionalisation, renouncing to a process in all the cases where this seems possible and reasonable. Mediation, probation, social works, payment of a fee before a guilt adjudication has been given, are only some examples of diversion. Also in Italy it has been recently provided a form of probation, the first alternative to trial in the ordinary process. This work aims to identify the minimal conditions that are necessary in order to make diversion compatible within a system constructed on the principles of ‘fair trial’ and the ‘due process’, exploring connections with restorative justice and freedom of consent. The problems to solve are many – is it possible to build alternatives to trial that really respect personal freedom, presumption of innocence and the other fundamental rights, in other words, granting, not only a fair trail, but a also “fair diversion”? How manage the ordinary process if the diversion fails? The study aims to give a first contribution in order to answer these questions.
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MATERAZZO, FEDERICA. « Rimedi e prospettive giuridiche in favore delle donne vittime di violenza domestica che reagiscono contro il proprio carnefice ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199199.

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Con il presente elaborato si intende guardare al fenomeno della violenza domestica secondo una ottica rovesciata. Veranno,infatti, presi in considerazione casi di donne vittime di maltrattamenti domestici che reagiscono contro il loro aggressore, approfittando di un momento in cui questi non rappresenta, almeno agli occhi di una persona ragionevole, una seria minaccia. Ci si domanderà, in particolare, se nei confronti della donna che abbia agito in questa maniera sia configurabile la legittima difesa, reale o putativa, gettando uno sguardo anche sulla situazione Nord-Americana, in cerca di spunti da importare all'interno del nostro ordinamento giuridico legale. Una particolare attenzione verrà data alla c.d. sindrome della donna maltrattata, al fine di valutare la possibilità di utilizzarla per risolvere i casi oggetto di interesse con il presente lavoro.
With this elaborate I look at the phenomenon of domestic violence according to an inverted perspective. In fact,  I will considerer cases of women victims of domestic abuse that react against their abuser, taking advantage of a time in which he does not represent a serious threat. We will ask in particular if  women who acted in this way can invoke self-defense, real or putative, glancing on the North American situation, looking for ideas to be imported within our legal legal system. Particular attention will be given to the so-called battered woman syndrome, in order to assess the possibility of using it to solve cases object of interest with present job
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Camelo, Midori Hijioka. « O espelho e a janela : as investigações ópticas de Filippo Brunelleschi (1377-1446) e Leon Battista Alberti (1404-1472) para a "costruzione legittima" ». Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2009. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/13444.

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Made available in DSpace on 2016-04-28T14:16:43Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Midori Hijioka Camelo.pdf: 3378645 bytes, checksum: d5a844d84ac1ae690e2ae66fd45c6c79 (MD5) Previous issue date: 2009-10-16
This work tried to identify the contributions of Filippo Brunelleschi and Leon Battista Alberti to the geometrical optics study. Tradicinally, seen by the history of arts and architecture study as inventors of the perspective, in this history of science study, the issue of genealogy was left behind, so they could find in the investigations about costruzione legittima , contributions for the geometrical optics. The period lived by Brunelleschi and Albert, the Renaissance one, shows many changing elements that made the transition from the Medieval and the Modern History. Specially about the perspective study, it s an incorporating moment, with a different meaning to the word. What used to be the synonym of optics throughout Middle Age, thanks largely to the investigations of architects and painters started then, has now the idea of the representation way , keeping it though the time, like we understand it today. Along with the complex movement of approaching of the heavenly thing to the ones here on Earth, witch in canvas mean the introduction of elements of the real world in representations, we can also see an approach of mathematics to the useful things of life, and geometry becomes equally important to the costruzione legittima of visual reality. In the arts and science knowledge and duties meetings, brought to you by the humanism, the spirit of modern science blends together, In the history of geometrical and experimental optics, the art of painting is show more present than it was traditionally thought to. At the time of seeing, the birth of modern science, the connections of Brunellesch and Alberti revealed how artificial the limit of art and science, the duties and the knowledge
Esta pesquisa buscou identificar as contribuições de Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti para o estudo da óptica geométrica. Tradicionalmente, disputados pelos estudiosos da história da arte e arquitetura como inventores da perspectiva, neste estudo em história da ciência, deixaram-se de lado a questão de genealogia para encontrar, no interior das investigações para a costruzione legittima , contribuições para a óptica geométrica. O período vivido por Brunelleschi e Alberti, o Renascimento, apresenta muitos elementos de transformações que marcaram historicamente a transição entre o Medieval e o Moderno. Particularmente para o estudo da perspectiva, trata-se de um momento de formação de um novo significado para o termo. O que era sinônimo de óptica durante toda Idade Média, passa a incorporar, graças às investigações dos pintores e arquitetos iniciada ali, a idéia de modo de representação , ficando no decorrer do tempo somente com esta última, tal como entendemos hoje. Juntamente com o complexo movimento de aproximação de elementos do mundo real para a pintura, vemos ocorrer uma aproximação da geometria à forma de representação. No encontro de saberes e fazeres, de arte e ciência, plasma-se o espírito da ciência moderna. Na história da óptica geométrica e experimental, a arte da pintura mostra-se mais presente que tradicionalmente se pensa. Ao vislumbrar, no alvorecer da ciência moderna, as conexões entre Brunelleschi e Alberti revelou-se a artificialidade da fronteira entre a arte e a ciência, o fazer e o saber
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De, Donno Costanza <1996&gt. « Levy Hideo e il "possesso" della lingua giapponese. L'immagine di Lingua nella produzione dell'autore fra identità, legittimità d'uso e creatività ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21518.

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Fin dal suo debutto sulla scena letteraria giapponese, Levy Hideo ha richiamato attenzione per la scelta di adottare il giapponese - una lingua non materna - come propria lingua letteraria. Su tale aspetto si è concentrata anche la letteratura critica, che ha inquadrato Levy all’interno di categorie quali ekkyō bungaku o nihongo bungaku, e ha osservato come l'autore contribuisca a mettere in discussione il mito dell’omogeneità linguistica e culturale giapponese. Questo elaborato muove da tali considerazioni per chiedersi quale prospettiva Levy offra sui temi di uso e “possesso” della lingua straniera, e quale rilevanza tale prospettiva possa avere in ottica sociolinguistica e glottodidattica. Che immagine trasmette nella sua produzione dell’ownership della lingua giapponese, e quale impatto può avere sul lettore? Che potenzialità offre in termini di applicazioni in contesti di apprendimento del giapponese come lingua straniera? Per rispondere a queste domande, l’elaborato prende in esame la produzione dell’autore per indagare se e in che misura le tematiche, i contenuti, la lingua e le forme scelte vadano a delineare una precisa visione della lingua e del suo uso all’interno della società giapponese, e come l’opera di Levy si posizioni rispetto alle complesse tematiche del rapporto fra lingua, cultura e identità, del mito del madrelingua, del possesso, della correttezza e della legittimità d’uso anche creativo della lingua straniera.
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Omes, Marco Emanuele. « La festa di Napoleone : sovranità, legittimità e sacralità nell'Europa francese (repubblica/impero francese, Repubblica/Regno d'Italia, Regno di Spagna, 1799-1814) ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/86067.

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By combining research methods from the cultural history of the politic with a comparative perspective, my dissertation covers the celebrations of the Napoleonic era that took place between 1799 and 1814 in the Republic (later, Empire) of France, in the Republic (later, Kingdom) of Italy, and in the Kingdom of Spain. My comparative perspective aims to show the existence of a model of Napoleonic celebration that was fairly uniform across the three geographical contexts I studied, especially in its basic principles, fundamental concepts and values conveyed. My study centres on the concepts of sovereignty, legitimacy and sacrality, and aims to shed light on their interplay and their significance in the context of Napoleonic-era civic festivities, especially in terms of the forms of symbolic, visual and discursive representation that were used. My analysis of these forms of representation will allow the reader to better understand not only the manifestations of Napoleonic power, but also its ideological underpinnings, characteristics, and evolution over time.
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Omes, Marco Emanuele. « La festa di Napoleone : Sovranità, legittimità e sacralità nell’Europa francese (Repubblica/Impero francese, Repubblica/Regno d’Italia, Regno di Spagna, 1799-1814) ». Thesis, Sorbonne université, 2019. http://www.theses.fr/2019SORUL040.

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Résumé :
En mélangeant une approche d’histoire culturelle du politique et une perspective comparative, ma recherche étudie les fêtes napoléoniennes qui eurent lieu entre 1799 et 1814 dans la République / Empire français, la République / Royaume d’Italie et le Royaume d’Espagne. Par le biais de cette méthode je dévoilerai l’existence d’un modèle de fête napoléonienne qui était plutôt uniforme dans les trois contextes géographiques considérées, surtout en matière de principes de base, de mots-clés et de valeurs transmises. Mon étude se focalise sur les concepts de souveraineté, de légitimité et de sacralité, visant à mettre en lumière leurs interconnections réciproques et leur signification en rapport avec l’époque napoléonienne par le prisme des fêtes civiques, et notamment par les représentations symboliques, visuelles et discursives qui les ponctuaient. L’analyse de ces représentations permet de mieux comprendre non seulement les manifestations, mais aussi les fondements, les caractéristiques et l’évolution du pouvoir napoléonien
By combining research methods from the cultural history of the politic with a comparative perspective, my dissertation covers the celebrations of the Napoleonic era that took place between 1799 and 1814 in the Republic (later, Empire) of France, in the Republic (later, Kingdom) of Italy, and in the Kingdom of Spain. My comparative perspective aims to show the existence of a model of Napoleonic celebration that was fairly uniform across the three geographical contexts I studied, especially in its basic principles, fundamental concepts and values conveyed. My study centres on the concepts of sovereignty, legitimacy and sacrality, and aims to shed light on their interplay and their significance in the context of Napoleonic-era civic festivities, especially in terms of the forms of symbolic, visual and discursive representation that were used. My analysis of these forms of representation will allow the reader to better understand not only the manifestations of Napoleonic power, but also its ideological underpinnings, characteristics, and evolution over time
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Perrone, Francesco. « La manifestazione del pensiero per i magistrati : un funambolico equilibrismo sospeso tra il legittimo esercizio di un diritto costituzionale inalienabile e le insidie tese dalla strumentalizzazione massmediatica ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426416.

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Résumé :
The current institutional context is characterised by high levels of conflict in the relations among different state powers. It is in this context that we may place the occurrence of public speeches delivered by magistrates on judiciary, political and other matters related to their functions; this being a phenomenon, heavily publicised by the media. This piece of work aims at investigating the limitations that representatives of the judiciary power face when exercising the constitutionally guaranteed right to freedom of speach, based on the peculiar status conferred to them by the Constitution. This status is ensured: on one hand , by the specific guarantees of the judge’ subordination to the law and by the reservation to the law on the judiciary structure established in the Constitution; on the other hand, by the judge’s obligation of impartiality when applying jurisprudence, as sanctioned in article 111 of the Constitution. It is then an issue of identifying the point of equilibrium among different values which could be most compatible with the structure of our Constitution, especially in the context of the recent reform initiatives through which the legislator has frequently intervened with regard to judiciary matters: d.lgs. no. 109/2006 (“Castelli reform”), legge no. 269/2006, d.lgs. no. 111/2007 (“Mastella reform”).
L’attuale realtà istituzionale si caratterizza per il clima di straordinaria conflittualità che caratterizza i rapporti tra i poteri dello Stato. Nell’ambito di tale contesto di scontro si inserisce il fenomeno, amplificato dalla “cassa di risonanza” mass-mediatica, delle pubbliche esternazioni poste in essere da magistrati le quali concernano questioni giudiziarie, politiche o comunque inerenti alle funzioni di cui siano titolari. Con il presente lavoro si intende indagare quali siano le limitazioni che i soggetti appartenenti all’ordine giudiziario possano incontrare nell’esercizio del diritto costituzionalmente garantito alla libera manifestazione del pensiero in ragione del peculiare status che la Costituzione riconosce loro, caratterizzato da un lato dalle peculiari garanzie della subordinazione del giudice soltanto alla legge e dalla riserva di legge stabilita dalla Costituzione in materia di ordinamento giudiziario, dall’altro lato dal dovere di imparzialità nell’esercizio della giurisdizione sancito dall’art. 111 Cost.. Si tratta pertanto di individuare il punto di bilanciamento dei valori in gioco maggiormente compatibile con l’architettura della nostra Costituzione, in particolar modo alla luce delle recenti iniziative riformatrici con le quali il legislatore è ripetutamente intervenuto i materia di ordinamento giudiziario: il decreto legislativo n. 109 del 2006 (c.d. “riforma Castelli”), la legge n. 269 del 2006, il decreto legislativo n. 111 del 2007 (c.d. “riforma Mastella”).
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Salerno, Martina. « Il fondamento giustificativo delle scelte di prevenzione e protezione in materia di prostituzione : quale legittimità ? : studio critico di diritto penale comparato tra Italia e Francia ». Thesis, Paris 10, 2020. http://www.theses.fr/2020PA100052.

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L’expression ‘le plus ancien métier du monde’ suggère l’idée d’inter-temporalité dans la prostitution. En réalité, bien que le phénomène de la prostitution ait toujours existé, le traitement juridique de cette activité est diversifié et en constante évolution. Sur le plan juridico-pénal, le panorama comparatif actuel révèle la difficulté d’identifier une discipline commune et universelle en matière de prostitution dans les différents systèmes démocratiques libéraux. Cela est dû au fait que le traitement juridique de la prostitution n’est que le résultat d’un conflit de valeurs. En d’autres termes, les différents régimes de réglementation du phénomène de la prostitution et les choix de politique criminelle différenciés résultent de la conception acceptée par chaque législateur national des notions fondamentales de vulnérabilité, de dignité et de disponibilité du corps, qui sont pertinentes dans ce contexte, et l’équilibre qui en découle. Dans ce contexte, à partir de l’étude comparée de la législation et des pratiques d’application de pays ayant adopté différents modèles de réglementation - en l’occurrence l’Italie et la France - il sera notamment tenu compte de la justification commune qui sous-tend ces différentes approches. En fait, le présent travail vise précisément à examiner la question de la criminalisation de la prostitution à partir de la racine, en concentrant l’enquête sur le rapport entre les différentes théories, les choix législatifs et les décisions jurisprudentielles adoptées dans le domaine de la prostitution, en particulier dans les systèmes juridiques italien et français. Cette étude permet tout d’abord de comprendre le sens des décisions jurisprudentielles et des réformes législatives les plus récentes en matière de lutte contre le phénomène de la prostitution. Deuxièmement, cette analyse permet de vérifier dans quelle mesure les choix de politique criminelle adoptés par les différentes autorités législatives et judiciaires sont suffisamment justifiés ou étayés par des arguments solides, tout en garantissant la protection des droits fondamentaux des personnes prostituée
The expression “the oldest job in the world” suggests the idea of inter-temporality in prostitution. In reality, although the phenomenon of prostitution has always existed, the legal treatment of this activity is diversified and constantly evolving. From a juridical point of view, the current comparative picture reveals the difficulty of identifying a common and universal discipline to deal with prostitution in the various liberal-democratic systems. This is due to the fact that the legal treatment of prostitution is nothing but the result of a conflict of values. In other words, the different regimes of regulation of prostitution and the differentiated choices of criminal policy are the result of the conception accepted by each national legislator on the fundamental notions of vulnerability, dignity and availability of the body, which are relevant in this particular context, and the consequent balance that derives from it. In this context, starting from the comparative study of legislation and tribunal practice of countries that have adopted different regulatory models - Italy and France in particular – attention will be focused on the common justification that lies behind these different approaches. In fact, the present work aims precisely to consider the question of the criminalization of prostitution from the root, focusing the investigation on the ratio of the different theories, the legislative choices and the jurisprudential decisions adopted in the field of prostitution, particularly in the Italian and French legal systems. This study will allow, first of all, the understanding of the meaning of the most recent jurisprudential decisions and legislative reforms in the field of prostitution. Secondly, it will make it possible to verify to what extent the choices of criminal policy adopted from time to time by the various legislative and judicial authorities are sufficiently justified or supported by solid arguments and, at the same time, they guarantee the protection of the fundamental rights of prostitutes
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Galli, Marina. « Verso l'emancipazione della letteratura Young Adult : proposta di traduzione del romanzo "Trois filles en colère" di Isabelle Pandazopoulos ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
Il periodo adolescenziale è certamente un momento di formazione delicato, e in virtù di questo, la tradizione letteraria ha sempre cercato di proteggerlo e di guidarlo, investendo la letteratura per ragazzi di una funzione didattica e pedagogica. Lo scopo della letteratura per ragazzi, quindi, è sempre stato quello di indirizzare la formazione dell’adolescente affinché si conformasse agli schemi valoriali e morali imposti a priori dalla società. L’obiettivo di questo elaborato è di mostrare come la narrativa young adult, scostandosi da questa tradizione, contribuisca a ridefinire la figura dell’adolescente attribuendogli la piena facoltà delle proprie scelte e la capacità di costruire in autonomia la propria identità e il proprio schema di valori, e a creare una nuova concezione della letteratura per ragazzi. Il primo capitolo dell’elaborato fornisce una panoramica della letteratura per ragazzi, e in particolare della narrativa young adult, nonché una presentazione dell’autrice Isabelle Pandazopoulos e del romanzo Trois filles en colère. Il secondo capitolo è interamente dedicato alla proposta di traduzione, mentre il terzo ed ultimo capitolo propone un’analisi delle principali questioni traduttive poste dal testo, evidenziando come l’approccio traduttivo letterario adottato per affrontarle possa contribuire a dare continuità, nel contesto editoriale italiano, alla tendenza innovativa ed emancipatrice avviata dalla letteratura young adult.
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Sonetti, Enza. « Come prevenire il rischio tributario nelle P.M.I. ? Legittimo affidamento e condizioni di punibilità delle violazioni tributarie = ¿Cómo prevenir el riesgo tributario en las PyMES ? Confianza legítima y condiciones de punibilidad de los incumplimientos tributarios ». Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2017. http://hdl.handle.net/10803/668110.

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I costanti e rapidi mutamenti economici e sociali che investono le società contemporanee si ripercuotono inevitabilmente sulle attività di impresa. È opinione diffusa che tali cambiamenti incidono non poco sulla certezza del diritto e sulle aspettative che le imprese ripongono nello stesso per poter agire nel pieno rispetto delle regole. Gli operatori economici hanno la necessità di sapere in anticipo, se i propri comportamenti siano o meno rispondenti al diritto in maniera tale da poter prevedere sia le conseguenze degli stessi, sia l’esito di eventuali controversie. I rischi derivanti dall’incertezza del diritto moltiplicano infatti gli ostacoli rispetto agli obiettivi perseguiti delle imprese e tale percezione è forse maggiore in quelle realtà medio-piccole che già per dimensioni, capacità di accesso al credito, sostenibilità dei costi e pressione fiscale, faticano ad esser competitive. Stando ai dati forniti dall’Istat nel rapporto NoiItalia1, il tessuto italiano produttivo del sud è rappresentato per lo più da P.M.I. sulle quale gravano in maniera consistente i costi derivanti dall’eccessivo carico fiscale, aumentato in maniera esponenziale dal 2005 ad oggi. In tale contesto, l’incertezza normativa in materia tributaria rappresenta uno dei costi maggiori per le imprese che intendono pianificare ed appare immediatamente evidente l’importanza delle attività di compliance fiscale quale strumento in grado di assicurare una “certezza preventiva” in merito all’interpretazione e all’applicazione delle norme. L’importanza delle attività di tax compliance è ormai nota, tant’è che sia il legislatore italiano che quello spagnolo, al pari degli altri ordinamenti europei, hanno previsto meccanismi di cooperazione col contribuente – impresa. In particolare, se in Italia, con l’ultima riforma è stato introdotto un meccanismo di adempimento collaborativo limitato alle grandi imprese, sulla scorta delle indicazioni fornite dalla delega fiscale contenuta nella l. n. 23/2014, nell’ordinamento spagnolo è stato disegnato un meccanismo di collaborazione, sempre limitato alle grandi imprese, strutturato su base volontaria, mediante l’adesione al cd. Código de buenas prácticas tributarias. In tale contesto, è chiaro quanto sia forte la necessità che il contribuente-impresa, possa far affidamento sulle norme da applicare ai singoli casi di specie che si pongono quotidianamente all’attenzione nell’esercizio delle proprie attività produttive senza che revirement interpretativi dell’amministrazione finanziaria e della giurisprudenza, norme dalla incerta interpretazione o peggio ancora, norme retroattive, si ripercuotano sulle stesse. Fra le maggiori ragioni di incertezza fiscale per le imprese di medie dimensioni sono comprese in primo luogo le frequenti variazioni normative, seguite dalla carenza di coerenza e univocità delle decisioni giurisprudenziali nonché dall’assenza di chiarezza delle norme. Il presente progetto di ricerca è stato sviluppato a seguito di un confronto “pratico” con l’azienda che ha ospitato lo stage previsto dal programma di dottorato. Partendo dunque dallo studio dei rapporti intercorrenti fra legittimo affidamento, violazioni tributarie e circostanze esimenti e trasponendo i risultati nell’ambito delle attività di pianificazione tributaria dell’azienda interessata, si è proceduto all’analisi dei quesiti posti dall’impresa nei casi pratici. Fra le istanze avanzate dall’azienda vi è quella di procedere ad un’attività di pianificazione tributaria nazionale ed internazionale, nell’ambito della quale si possa procedere all’analisi di tutti quegli elementi che ne impediscono e rallentano lo sviluppo e l’internazionalizzazione. I quesiti posti dall’impresa hanno indirizzato sia l’attività di stage, sia l’intera attività di studio rivolta alla ricerca di soluzioni pratiche a diverse problematiche, prima fra tutte quella relativa alla prevenzione della crisi di impresa, attraverso la riduzione delle perdite derivanti dalla mancata riscossione dei crediti e sotto un profilo prettamente fiscale attraverso l’individuazione del momento in cui si verificano i fatti che consentono la deducibilità delle perdite su crediti. È stata infine analizzata la questione inerente la scusabilità degli errori commessi dal contribuente e la gestione efficace del tax risk da parte delle p.m.i.
La tesis aborda los temas de los mecanismos de prevención del riesgo tributario y de la importància de los principios de confiança legítima y buena fe en la relación entre la administración financera y los contribuyentes. A partir de un anàlisis de las razones que determinan inseguridad jurídica y que pueden aumentar los riesgos de incumplimiento, la tesis analiza los sistemas de coperative compliance existentes en Italia y España y pasa en reseña el sistema de cooperación holandés, único mecanismo abierto a la participación de las pequeñas y medianas empresas. De hecho, los mecanismos de cumplimiento cooperativos introducidos en muchos paises en los últimos años, si no se considera el sistema holandés, están dirigidos solo a las grandes empresas, excluyendo las pymes que más necesitarían medidas y principios capaces de simplificar su cumplimiento y reducir los riesgos de errores. La relación que se instala a partir de los mecanismos de cumplimiento cooperativo se funda en la confianza, comprensión mutua, transparència y permite conocer mejor las razones que guían las acciones de las empresas. Para el contribuyente, la cooperación representa una oportunidad para obtener una reducción de los riesgos de cumplimiento, una fortificación de su reputación comercial en el mercado en el que opera, así como en una mayor Seguridad jurídica en cuanto a la interpretación y aplicación de las reglas y sus consecuencias. Es por esta razón que en la segunda parte se realiza un anàlisis de los principios de confianza legítima y de buena fe y de sus reflejos en los sistemas sancionadores poniendo particular atención en los sistemos legislativos italiano, español y holandés. Los dos principios constituyen una garantia por ambas partes de la relación tributaria y permiten facilitar y mejorar el cumplimiento voluntario. En este sentido se aspira a demostrar que son estos dos principios que deberían guiar la relación cooperativa con todos los contribuyentes y marcar sus fases, desde la aplicación de las normas hasta la posible aplicación de sanciones.
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D'Angelo, Michela. « Merkmal der Gegenwärtigkeit im Notwehrrecht bei neuen Konfliktmustern aus rechtsvergleichender Sicht ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424715.

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This research relates to the comparative study of the requirement of actuality in self-defense, which has been debated intensely since several decades in various legal systems. At the center of the debate arises the moment at which the right of self-defense can be appealed to. Another linked problem is the so-called "preventive defense" and the legal treatment of those situations where despite the absence of an aggression, you need to act immediately to neutralize the danger effectively. A good example is represented here by the hypothesis of a woman, usually battered by the "tyrant of the house", which, taking advantage of a moment of harmlessness of the partner, prevents further abuses by killing him while he sleeps.
La presente ricerca ha ad oggetto lo studio comparatistico del requisito dell'attualità nella legittima difesa, sul quale verte da decenni in diversi ordinamenti giuridici un intenso dibattito. Al centro della discussione si pone il momento a partire dal quale sia invocabile il diritto di legittima difesa, cui si collega la problematica relativa alla c.d. “difesa preventiva” ed al trattamento giuridico delle situazioni in cui pur in assenza di un'aggressione in atto è necessario agire all'istante per neutralizzare il pericolo in modo efficace. Il caso esemplare è rappresentato qui dall'ipotesi della donna maltrattata abitualmente dal "tiranno di casa“, la quale, approfittando di un momento di inoffensività del partner, previene gli ulteriori abusi uccidendolo nel sonno.
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DAMU, DANIELA. « Ruolo e limiti del contratto negli assetti familiari in funzione successoria ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266815.

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The Article 457 c.c. expressly excludes the contract by the sources of the succession. Moreover, the article 458 c.c., apart from the initial brief aside dedicated to the institute of the family pact, agrees nullity of the agreements with whom someone decides its own succession as well as those with which the future successor could decide about his rights or renounce to them about a succession not yet open. However, for a long time, the Italian doctrine wonders about the role of the contract within the succession law. It feels, in fact, the need to expand the private autonomy within the inheritance that is excessively sacrificed by the prohibition of succession agreements and by the norms for the protection of legitimate heirs. The reasons which led the legal science to these conclusions are based on different events, both social and economic, that push the interpreter to a modernization of dogmatic categories with which he can represent the succession mortis causa. In addiction, it is necessary to underline the crisis of the agreements mortis causa due to this economical and social events: as a matter of fact, the will, as the only way to give the assets post mortem, revealed itself incomplete and extremely severe compared to the new social needs. In fact, increasingly the way to give the assets happens out of the inheritance and despite to the institutions designed by the law. For these reasons, in order to adapt the system of succession to modern economic and social needs, the doctrine has identified, within the system, institutions of a contractual nature in order to better achieve the interests of private, obviating the limits assigned to the shop last will. And recently, in this context, our legislator has introduced the institution of the family pact (art. 768 bis et seq. c.c.), that is the agreement through “the entrepreneur transfers, in whole or in part , the company, and the holder of equity investments transfers, in whole or in part, its shares, to one or more descendants". While, however, part of the doctrine encourages the provision of tools that enable a person to have in advance of his succession, on the other hand there are those who promote the centrality of the will within our legal system and calls for the revitalization in respect of its vast potential is not always adequately exploited. This research aims to verify whether the contract can find importance within the phenomenon of succession for the inter vivos transfer of family assets and if the same has the characteristics to be considered a working alternative to the will. In the present work will be analyzed, in addition, some of the institutions that the doctrine has considered alternatives to the will and particularly the institution of the family pact. The survey will also be directed to the limits that the private autonomy and the legislator met in the use of the contractual instrument, limits that are mostly originated by the rules and principles of the law of succession.
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