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Naidu, Suresh, Eric A. Posner et Glen Weyl. « Potere datoriale nel mercato del lavoro e rimedi antitrust ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 170 (août 2021) : 257–88. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170005.

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Résumé :
Ricerche recenti mostrano come il potere datoriale nel mercato del lavoro abbia contribuito ad aumentare le diseguaglianze salariali e la stagnazione economica. Sebbene la legislazione anti-trust impedisca alle imprese di restringere la concorrenza nei mercati del lavoro come nei mer-cati del prodotto, il governo federale statunitense non ha fatto molto per affrontare il problema del mercato del lavoro, e le azioni legali sono state rare e in gran parte infruttuose. Una ragione è che le tecniche di analisi antitrust ideate per valutare il potere datoriale nel mercato del lavoro sono di gran lunga meno evolute rispetto alle regole ideate per stimare il potere (di mercato) nel mercato del prodotto. Per correggere questa asimmetria, il saggio individua una serie di metodi per stimare gli effetti delle concentrazioni nei mercati del lavoro. Gli Autori estendono poi que-sto approccio ad altre condotte anticoncorrenziali realizzate dai datori di lavoro nei confronti dei lavoratori. Da ultimo, il saggio evidenzia alcuni argomenti e prove che indicano come il potere di mercato possa essere addirittura più significativo nei mercati del lavoro che nei mer-cati del prodotto.
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Falcao Casaca, Sara, et Joao Peixoto. « Flessibilitŕ e segmentazione del mercato del lavoro in Portogallo : genere e immigrazione ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 116–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117009.

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Résumé :
L'articolo offre una panoramica generale del mercato del lavoro portoghese, utilizzando il genere e l'immigrazione come prospettiva di analisi. In uno scenariodi flessibilizzazione crescente del lavoro, la maggiore partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e l'aumento dell'immigrazione hanno svolto un ruolo decisivo. Sia le donne sia gli immigrati sono piů presenti nei segmenti piů precari dell'occupazione, il che significa che essi hanno contribuito a sostenere alcune delle dinamiche occupazionali piů recenti. L'articolo presenta alcuni dei principali indicatori della situazione delle donne nel mercato del lavoro (tassi di partecipazione, settori di attivitŕ, accordi contrattuali, lavoro part-time e disoccupazione), insieme ai dati relativi agli immigrati stranieri (tassi di partecipazione, settori di attivitŕ, fenomeni di discriminazione, accordi contrattuali e disoccupazione). Si conclude evidenziando come i modelli di incorporazione delle donne e degli immigrati nel mercato del lavoro continuano a subire forti ostacoli strutturali che impediscono l'uguaglianza e l'integrazione.
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Ojeda, Avilés Antonio. « La riforma spagnola del mercato del lavoro : una pioggia sottile ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 130 (juin 2011) : 275–91. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-130005.

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L'A. descrive le novitŕ introdotte dalla recente riforma spagnola del mercato del lavoro (l. 17.9.2010, n. 35). Vengono poste in evidenza le caratteristiche del modello di «alla spagnola», caratterizzato dal fatto che sia gli elementi di flessibilitŕ che le misure protettive incidono sul contratto di lavoro. La l. si propone, in tale ottica, di eliminare le rigiditŕ in entrata ed in uscita dal mercato del lavoro, nonché quelle interne al rapporto di pulso all'attivitŕ economica. Le assunzioni di questi operatori si effettueranno in funzione del numero di centri per l'impiego di ciascuna comunitŕ autonoma in cui si registri la presenza di personale dei servizi pubblici per l'impiego statali. Nell'ultimo quadrimestre del 2008, furono destinati 35.000 euro all'anno per l'assunzione di due operatori per ogni centro lavoro, mediante l'introduzione di elementi di sicurezza direttamente nel rapporto, a differenza di quanto previsto dal modello danese di, che li colloca nel mercato.
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De Luigi, Nicola, et Roberto Rizza. « La vulnerabilitŕ dei giovani nel mercato del lavoro italiano : dinamiche e persistenze ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 124 (décembre 2011) : 117–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124007.

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L'obiettivo di questo contributo è esaminare se e come si è modificata negli ultimi decenni la posizione dei giovani nel mercato del lavoro italiano. A partire dall'esame di alcuni indicatori generali e dalle risultanze delle più rilevanti indagini empiriche, l'analisi si è focalizzata sui più importanti nodi critici che ormai da alcuni decenni rendono il mercato del lavoro italiano un luogo decisamente poco accogliente per i giovani. Innanzitutto, l'attenzione si concentrerŕ sulle cosiddette barriere all'ingresso e sulla durevole presenza, tra le giovani generazioni, di preoccupanti aree di inattivitŕ. In secondo luogo, sarŕ evidenziata la persistente differenza tra giovani uomini e giovani donne, nonché il resistente divario territoriale presente nel nostro paese. Infine, sarŕ presa in esame la forte concentrazione fra i giovani delle forme di lavoro atipiche introdotte a partire dalla seconda metŕ degli anni Novanta e il ruolo ancora determinante della famiglia per affrontare la fase di transizione al lavoro. Se ne deduce che i meccanismi di funzionamento del mercato del lavoro italiano, con le sue differenziazioni territoriali e il forte dualismo generazionale e di genere, non possono risolvere, senza importanti e mirati interventi esterni, il problematico rapporto tra i giovani e il lavoro nel nostro paese.
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Mattei, Alberto. « Mercato del lavoro e sindacato : un'intervista ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (janvier 2018) : 122–30. http://dx.doi.org/10.3280/es2017-003006.

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Sperotti, Francesca. « Green economy e mercato del lavoro ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 2 (mars 2012) : 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/pri2011-002002.

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The transition towards a low-carbon economy is deeply influencing current and future labour markets in terms of employment, jobs profiles and skills. With respect to the workforce, this change does not directly imply the creation of new jobs and specific skills, but rather the "greening of existing jobs" and the upskilling of their existing skills-portfolio. As a consequence, the matching of skills to jobs has become a strategic priority in most countries. As an answer to this challenge, education, training and retraining can be considered as the powerful levers to enable all workers to benefit from the new job opportunities offered by the green economy.
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Lomaglio, Beatrice. « Mercato del lavoro e skill mismatch ». FOR - Rivista per la formazione, no 1 (avril 2022) : 49–52. http://dx.doi.org/10.3280/for2022-001oa13608.

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D’Antonio, Mariano. « Il mercato del lavoro nel Mezzogiorno ». Quaderni di Sociologia, no 29 (1 août 2002) : 9–28. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1271.

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Rago, Emilio. « Dal mercato del lavoro al mercato della conoscenza. Proposte operative ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 119–48. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099007.

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Résumé :
Per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro l'universitŕ ha sviluppato nel tempo approcci e strategie diversi: progetti sul campo, testimonianze aziendali, incarichi a professionisti esterni per insegnamenti specialistici o di frontiera, stage, uffici di placement, formazione extra-curriculare, eventi di presentazione delle aziende. L'attuale riforma dell'alto apprendistato facilita ulteriormente tale relazione, semplificando l'incontro tra studenti in alta formazione o ricerca e datori di lavoro. Il sentore č che questi interventi possano comunque non bastare, poiché non affrontano le questioni di fondo che condizionano le relazioni tra il mondo dell'universitŕ e quello del lavoro. Le considerazioni qui presentate problematizzano la situazione da un punto di vista differente. Universitŕ e azienda sono concepiti come due interlocutori fondamentali dell'offerta e della domanda di conoscenza. Nel mercato della conoscenza bisogna affrontare le questioni epistemologiche, pedagogiche e politiche che influenzano i processi di produzione e diffusione di conoscenza dal lato dell'offerta, e dal lato della domanda occorre intervenire sulle problematiche piů diffuse che impediscono una reale formazione integrale per lo sviluppo personale e professionale del lavoratore, formazione quanto mai necessaria per affrontare la complessitŕ, l'instabilitŕ e l'incertezza del mercato del lavoro contemporaneo. La proposta di riflessione vuole interessarsi sia delle dinamiche interne all'offerta di conoscenza e alla domanda di competenza, sia sui vari meccanismi di interazione che potrebbero facilitare questa transazione cognitiva. Permane, lungo tutto il ragionamento, la forte attenzione al valore dei metodi cooperativi nell'apprendimento universitario, organizzativo e tra i diffe renti operatori della conoscenza, per la creazione di quella saggezza pratica, la phronesis aristotelica, che vuole superare la tradizionale divisione tra teoria e pratica nel mondo della conoscenza. Le considerazioni nascono nell'ambito delle scienze manageriali, ma taluni ragionamenti, mutatis mutandis, possono essere applicati anche ad altri ambiti scientificodisciplinari
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Liotti, Giorgio, et Marco Musella. « Flessibilità e soddisfazione per il lavoro : Una riflessione generale ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 113 (juillet 2022) : 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113002.

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Résumé :
Negli ultimi venticinque anni, l'Italia ha profondamente modificato il quadro delle regole generali alla base del funzionamento del mercato del lavoro (Blan-chard et al., 2014; Bassanini e Duval, 2006; O'Higgins, 2012; Dutt et al., 2015; Brancaccio et al., 2018; Arestis and González-Martínez, 2015; Liotti, 2020; 2021). Con l'obiettivo dichiarato di favorire l'aumento dell'occupazione e l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, si sono - di fatto - applicate ricette di stampo neoliberista che hanno progressivamente portato ad una maggiore flessibilizzazione del mercato del lavoro. Uno dei problemi che non ci risulta sia stato analizzato dagli studiosi del mercato del lavoro è l'impatto di questo cambiamento di regole sul rapporto di "fiducia" tra imprenditori e lavoratori. In altre parole, come l'introduzione delle politi-che di flessibilità, che hanno reso via via il lavoro più instabile e precario, ha influito sulla sinergia tra lavoratore ed imprenditore, sinergia che rappresenta (come teo-rizzato da un filone interessante della letteratura sugli efficiency wages della teoria New-keynesian) uno dei pilastri del successo dell'impresa capitalista (per una ras-segna di questi modelli degli anni 80, si veda Jossa-Musella, 1996, cap. 20). Lo scopo di questo lavoro è iniziare a colmare questa lacuna, analizzando la dinamica del rapporto tra flessibilità del mercato del lavoro e "soddisfazione" per il lavoro (come proxy della fiducia dei lavorati nell'impresa) in Italia nel periodo compreso tra il 2001 e il 2018. Facendo uso della semplice statistica descrittiva (senza la presunzione di voler dare risposte semplici ad un tema così complicato, sia dal punto di vista teorico che empirico), si possono sottolineare due risultati principali: i) considerando il periodo 2001-2008, ad una maggiore flessibilità del mercato del lavoro si associa una repentina riduzione della soddisfazione dei lavo-ratori; ii) analizzando invece il periodo 2009-2018, tale relazione inversa sembra svanire. Già solo questa evidenza testimonia che le questioni da approfondire sono diverse e interessanti: si tratta, per esempio, non solo di studiare in modo più ap-profondito la relazione astratta tra flessibilità del mercato del lavoro e soddisfa-zione per il lavoro bensì, anche di indagare sui fattori economici, sociali e politici che sono alla base del mutamento dinamico del trend nei due diversi periodi considerati e, anche, ad esempio, di comprenderne l'impatto sulla produttività.
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Unt, Marge, Ellu Saar et Kadri Taht. « Flessibilitŕ del mercato del lavoro e giovani in Estonia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 124 (décembre 2011) : 93–113. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124006.

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Résumé :
L'articolo fornisce un quadro relativo all'ingresso nel mercato del lavoro da parte dei giovani in Estonia.: transizione scuola-lavoro, prima parte della carriera, formazione di una famiglia. Lo scritto compara le coorti di coloro che sono diventati adulti durante il periodo di stabilitŕ sovietico (anni '80), il turbolento periodo di transizione (anni '90), e la fase di stabilizzaizone (anni 2000). La principale fonte di dati è l'Estonian Social Survey (2004). Coloro che hanno lasciato la scuola a partire dagli anni '90, se confrontati a coloro che hanno vissuto questo passaggio durante gli anni '80, hanno avuto maggiori opportunitŕ di carriera ma anche hanno visto crescere l'instabilitŕ del lavoro. Quest'ultima condizione si è riflessa anche nelle decisioni a proposito della formazione di una famiglia dal momento che negli anni '80 la transizione all'etŕ adulta si concentrava in un breve intervallo di tempo, mentre per le coorti più giovani sia l'ingresso nel mercato del lavoro, sia la formazione di una famiglia avvengono più tardi.
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Reyneri, Emilio. « Come trovare un lavoro. Una storia italiana ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 157 (août 2020) : 33–52. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-157002.

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Dopo aver sinteticamente illustrato come è cambiata la regolazione normativa delle assunzioni in Italia dall'inizio del secolo scorso, l'articolo presenta come sono cambiati i modi di trovare lavoro negli ultimi 50 anni grazie a un'indagine longitudinale retrospettiva Istat. Con scarse relazioni con i mutamenti normativi, i principali cambiamenti sono stati: una lenta riduzione dei lavori trovati grazie a parenti, amici e conoscenti e per contro un aumento del ricorso ad annunci su giornali e internet, ad agenzie del lavoro private e al supporto di strutture formative (scuole e stage), mentre sono rimasti costanti i rapporti con datori di lavoro e hanno avuto un andamento curvilineo i concorsi pubblici e il ricorso a uffici pubblici. Tuttavia, questi mutamenti sono stati dovuti a un effetto di composizione, poiché per gli stessi livelli di istruzione e per gli stessi settori la distribuzione dei modi con cui è stato trovato il lavoro non è cambiata granché. L'ultimo paragrafo confronta alcuni esiti dei tre tipi di regolazione dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro: mercato, reti e organizzazioni.
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Anastasia, Bruno, Maurizio Gambuzza et Maurizio Rasera. « La misurazione della mobilitŕ territoriale attraverso l'analisi dei dati dei Centri per l'impiego del Veneto ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 121 (février 2011) : 96–112. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121006.

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Nell'articolo sono analizzate caratteristiche e consistenza numerica dei flussi migratori dal Mezzogiorno d'Italia verso il Veneto nello scorso decennio, utilizzando il database del Sistema Informativo Lavoro. Esso si propone di approfondire il ruolo di questa specifica componente del mercato del lavoro veneto in rapporto ad altri segmenti dell'offerta di lavoro.
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Dazzi, Davide. « Lavoro agile tra rottura del vincolo spaziale e ricerca di una nuova dimensione del luogo di lavoro ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (juin 2021) : 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001004.

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Il procedere incerto della legislazione e della contrattazione tra un orientamento welfaristico e organizzativistico del lavoro agile rischia di produrre una dis-locazione della prestazione del lavoro senza una ridefinizione organizzata delle relazioni di lavoro. La remotizzazione del la-voro al di fuori di un ridisegno dell'organizzazione del lavoro rischia di contraddire le prero-gative legislative del lavoro agile di autonomia, produttività e conciliazione e di entrare in con-correnza con alcune traiettorie della digitalizzazione del mercato del lavoro. Se le relazioni di lavoro travalicano i confini aziendali, anche le parti sociali, e il sindacato in primo luogo, han-no bisogno di costruire politiche organizzative e contrattuali che sappiano andare oltre il solo perimetro aziendale.
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Pietro, Ichino. « Scenari di riforma del mercato del lavoro italiano ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 19 (février 2013) : 37–53. http://dx.doi.org/10.3280/eds2013-019006.

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Magni, Carlo, et Eleonora Renda. « Aspettative dei laureati e domanda delle imprese : esplorazione di un binomio asimmetrico ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 73–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099005.

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Nell'articolo "Le aspettative dei laureati e la domanda delle imprese: esplorazione di un binomio asimmetrico" gli A. approfondiscono il fenomeno della disoccupazione giovanile in Italia con particolare riguardo al disagio occupazionale dei giovani laureati de La Sapienza di Roma. Il contributo mette a confronto le aspettative di chi si iscrive all'universitŕ e consegue un titolo universitario con le caratteristiche della domanda espressa dal mercato del lavoro dipendente e parasubordinato. L'elemento fortemente innovativo dell'analisi č l'uso di informazioni generate dall'abbinamento tra le informazioni anagrafiche e curriculari dei laureati con quelle delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del lavoro. Tale confronto consente una lettura dell'incontro tra domanda di lavoro dipendente e parasubordinato e offerta ad elevata specializzazione, anche in un'ottica longitudinale. I principali risultati del lavoro possono essere sintetizzati come segue: le grandi potenzialitŕ dell'integrazione di diverse basi di dati per lo studio del mercato del lavoro; le aspettative di molti laureati sono in larga parte disattese per l'instabilitŕ del posto di lavoro, la coerenza tra posizione ricoperta e titolo di studio, l'insicurezza economica e l'opportunitŕ di ascesa sociale. L'inadeguato ricorso del nostro sistema produttivo alle alte professionalitŕ per la sottovalutazione del ruolo della R&S come strumento di competizione internazionale
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Mennella, Antonella. « La criminalitŕ organizzata quale intermediario nel mercato del lavoro ». ARGOMENTI, no 31 (juin 2011) : 65–105. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-031003.

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Attribuendo una interpretazione alternativa, rispetto a quella offerta dalla letteratura economica, dei reticoli sociali nel mercato del lavoro, si intende mettere in luce il ruolo che la criminalitŕ organizzata gioca su questo mercato. In tal caso il ricorso alla rete per fini occupazionali non č frutto di una libera scelta ma diventa condizione necessaria per poter accedere al mercato del lavoro: un mercato che diventa cosě il campo sul quale vengono giocate le politiche clientelari e quelle del consenso sociale ed elettorale.
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Bentivogli, Marco. « Fiducia nel lavoro ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 113 (juillet 2022) : 145–65. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113007.

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In "Laudato Sii" Papa Francesco afferma con grande forza che il lavoro digni-toso è quello "libero, creativo, partecipativo e solidale". Il presente saggio mostra quali caratteristiche deve assumere il lavoro e quali modalità organizzative sono più adatte alla sua promozione e valorizzazione nella prospettiva indicata dal Pontefice. In particolare, si individua nello smart working un modello in grado di favorire ed esaltare l'ingaggio cognitivo del lavoratore: fiducia, libertà, responsabi-lità e autonomia sono gli aspetti caratterizzanti del lavoro agile. Tale modello per-mette anche una migliore conciliazione dei tempi di vita e di cura della famiglia, una distribuzione più equilibrata dei carichi familiari e una maggiore partecipazio-ne delle donne al mercato del lavoro e alla vita civile e democratica. Il sindacato può essere un protagonista nel passaggio a forme organizzative in grado di valorizzare la centralità della persona: i capisaldi di una strategia orientata in questo senso sono la contrattazione territoriale e la formazione dei lavoratori.
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Achilli, Riccardo, et Gioacchino de Candia. « La stima delle determinanti strutturali del tasso di irregolaritŕ del lavoro in Italia : un'analisi settoriale ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 2 (juin 2010) : 70–102. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-002004.

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L'articolo presenta un'analisi sulle motivazioni del ricorso al lavoro irregolare nei vari comparti produttivi, nei quali č stata suddivisa l'economia del sistema Italia dal 1981 al 2004. Dopo una rapida rassegna delle principali teorie esplicative del fenomeno del sommerso, la prima parte illustra i risultati della stima di un modello econometrico cross-section, relativo ad alcune cause strutturali dei differenziali nel tasso di irregolaritŕ del lavoro riscontrabili nei vari settori produttivi dell'economia italiana nel periodo 1981-2004. Nella seconda parte l'analisi viene sviscerata per i comparti economici considerati (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi) ponderando le variabili inserite nel modello, al fine di comprendere al meglio le determinanti del lavoro irregolare nei suddetti settori. L'analisi mostra chiaramente come il fenomeno del lavoro irregolare non sia tanto da ricercare in un'eccessiva esositŕ fiscale e previdenziale, quanto nella difficoltŕ da parte delle imprese a essere pienamente concorrenziali sul mercato, con particolar riferimento alla difficoltŕ, nei settori dove il sommerso č piů diffuso, a implementare modelli competitivi basati su qualitŕ e innovazione (che richiedono un capitale umano specializzato e qualificato, difficilmente reclutabile in forme irregolari o informali). Nei settori ad alta intensitŕ di sommerso, le imprese eccedono nella ricerca di soluzioni competitive povere, basate sul contenimento dei costi (e in primis del costo del lavoro rispetto alla sua produttivitŕ). La presenza di mercati del lavoro settoriali basati su ampie fasce di precarietŕ, specie nelle fasce meno qualificate della forza lavoro, č coerente con tale impostazione minimalista alla competitivitŕ, ma un'ampia diffusione del precariato sembra associarsi fortemente a una diffusa presenza di lavoro nero. Inoltre, dall'analisi prospettata emerge una forte differenziazione del fenomeno del lavoro irregolare nei comparti principali del sistema economico nazionale. Tuttavia, si evidenzia anche il fil rouge del lavoro irregolare valido per tutti i settori economici: la despecializzazione. La questione del contrasto all'economia irregolare č quindi eminentemente di tipo sistemico, va affrontata con leve che non possono essere meramente di tipo agevolativo (come invece hanno cercato di fare i principali strumenti di contrasto al nero in Italia, vedi i contratti di riallineamento, con risultati molto modesti in termini di riemersione) ma che impattano su aspetti strutturali della competitivitŕ dei nostri poli produttivi, del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema dell'istruzione e della formazione del capitale umano.
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Marselli, Riccardo. « La ricerca della sostenibilitŕ nel mercato del lavoro ». RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no 1 (avril 2011) : 35–38. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001007.

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Il presente contributo č un estratto dell'intervento del professor Marselli al Forum del 2 Aprile 2009. L'autore, focalizzando l'attenzione sulle politiche del lavoro, offre un'interpretazione ai problemi della sostenibilitŕ. Analizzando le maggiori problematiche che caratterizzano l'attuale mondo del lavoro e le piů recenti politiche europee a sostegno del concetto di occupabilitŕ, viene esposta la necessitŕ di cambiare l'attuale processo educativo e formativo. Infatti, risulta sempre meno importante fornire competenze specifiche e professionalizzanti, mentre fondamentale č fare in modo che chi esce dal circuito formativo abbia delle competenze generali e facilmente trasferibili.
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Gottardi, Donata. « L'infiltrazione della concorrenza nella tutela del lavoro. Valorizziamo gli argini dei nuovi trattati europei ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 2 (novembre 2010) : 108–31. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-010009.

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L'A. dedica attenzione ai cambiamenti apportati dal Trattato di Lisbona sia sul versante dei diritti sociali sia sul versante della concorrenza. Finora si č pensato che il diritto del lavoro continuasse a cedere rispetto al diritto commerciale. Molti erano i segnali che andavano in questa direzione: le incertezze sul significato stesso di diritto del lavoro, la crescita del dumping sociale infra-Ue, la ripresa di pulsioni nazionaliste, la giurisprudenza della Corte di giustizia sui limiti alla contrattazione collettiva e allo sciopero. Č ora il momento di valorizzare le nuove prospettive aperte. La crisi economica e finanziaria ha messo in discussione l'idea di mercato autoregolantesi; nel sistema delle fonti, la concorrenza passa da principio a strumento e la protezione sociale e del lavoro č proiettata nell'economia sociale di mercato, garantita da una clausola sociale di valenza orizzontale. Č l'unica prospettiva possibile, se vogliamo evitare il tracollo del sistema di relazioni sindacali e del lavoro.
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Bertolini, Sonia, et Manuel Vallero. « "Io non faccio la ballerina, io sono una ballerina". Tra successo e abbandono : i percorsi di carriera nei settori artistici ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 123 (septembre 2011) : 207–29. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123013.

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Il mercato del lavoro artistico presenta caratteristiche particolari: Prima di tutto si tratta di settori in cuiesistono né, néper l'accesso alle professioni. La professionalitŕ artistica, infatti, è difficile da valutare e non esistono enti in grado di certificare tale competenze. L'obiettivo principale di questo articolo è quello di ricostruire idei mercati del lavoro dei settori artistici, in particolare quelli di teatro, danza e cinema. Attraverso una ricerca empirica, abbiamo cercato di individuare quali siano le dinamiche di incontro tra domanda e offerta di lavoro, e come avvenga la definizione delle regole che portano alla strutturazione di questi particolari mercati del lavoro. Sono stati cosě identificati alcuni percorsidi carriera dei lavoratori che vi operano e messi in evidenza le loro strategie per fronteggiare la discontinuitŕ degli impieghi, in settori caratterizzati dalla quasi esclusiva modalitŕ organizzativa per progetti. Datori di lavoro e lavoratori attivano specifiche strategie contro l'instabilitŕ lavorativa, Dal lato domanda I datori utilizzano network professionali per il reclutamento del personale. Dal lato offerta, emergono due strategie: l'utilizzo del "portfoliocareer" e dei network professionali informali. Questi ultimi assumono specifiche configurazioni nei diversi settori, che saranno evidenziate.
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Corazza, Luisa. « Il "nuovo" caporalato e il mercato del lavoro degli immigrati ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 2 (octobre 2011) : 71–81. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002005.

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Il caporalato è un fenomeno da tempo noto al mercato del lavoro italiano, che conosce queste forme di utilizzazione indiretta dell'attività lavorativa da più di mezzo secolo. Dati recenti segnalano, tuttavia, nuove manifestazioni di questo fenomeno in connessione con l'aumento dell'offerta di lavoro della manodopera immigrata. L'articolo analizza questa "nuova" forma di caporalato e si struttura in tre parti. Nella prima, vengono analizzate le caratteristiche principali del nuovo caporalato, in connessione con le caratteristiche del mercato del lavoro degli immigrati. Nella seconda si procede all'analisi delle tecniche di tutela volte alla repressione e prevenzione del fenomeno. Nella terza, si procede all'analisi delle proposte in campo finalizzate ad una riforma e ad una efficace prevenzione del fenomeno.
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Martini, Mattia. « Lavoro temporaneo, prospettive di stabilizzazione e ruolo delle agenzie per il lavoro : il caso del lavoro in somministrazione in provincia di Milano ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 92 (octobre 2010) : 39–61. http://dx.doi.org/10.3280/qua2010-092004.

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Résumé :
I contratti temporanei sono cresciuti negli ultimi anni e da piů parti ci si chiede quali siano le funzioni svolte da queste nuove forme d'impiego nel mercato del lavoro. L'articolo riporta i risultati di una ricerca condotta sul territorio della provincia di Milano e mirata ad analizzare le prospettive di stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione tra il 2006 e il 2007, stimando l'impatto di alcuni fattori personali e del capitale unamo e verificando il ruolo svolto dalle agenzie per il lavoro. Emerge che la somministrazione svolge una funzione di trampolino verso occupazioni piů stabili e che le prospettive di stabilizzazione ad un anno di distanza dipendono soprattutto dalle caratteristiche personali del lavoratore e dalle modalitŕ con cui si č svolta l'esperienza lavorativa nel lavoro temporaneo e il percorso successivo. I risultati verificano infine, l'esistenza di un "effetto agenzia", suggerendo che gli intermediari possono giocare un ruolo importante nel favorire, piuttosto che vincolare, le prospettive di stabilizzazione dei lavoratori temporanei nel mercato del lavoro.
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Mara Santi, Tiziano Toracca e. « La Procedura di Mobilità e la sua rappresentazione letteraria : Mobilità e Mobilità n. 2 in Works (2016) di Vitaliano Trevisan ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 2 (24 mars 2019) : 480–510. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831961.

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Résumé :
Il saggio analizza i capitoli Mobilità e Mobilità n. 2 di Works (2016) di Vitaliano Trevisan contestualizzandoli nel rinato interesse per il lavoro che dalla metà degli anni Novanta si registra negli autori, nel mercato editoriale, nel pubblico e nei critici letterari italiani. Posto che la letteratura italiana contemporanea ricomincia a interessarsi al lavoro in concomitanza con il passaggio storico dal fordismo al post-fordismo e in parallelo alle riforme giuridiche che hanno rappresentato le tappe politiche decisive di tale passaggio, il saggio analizza i due capitoli in primo luogo alla luce della legge sulla mobilità n. 223/1991 e dei successivi interventi legislativi su di essa occorsi. In secondo luogo il saggio analizza come la mobilità viene rappresentata da Trevisan e come l’autore non giochi la facile e ormai frusta carta della rappresentazione negativa né della disoccupazione né del lavoro, ma tracci un quadro acuto e originale, nel contesto della letteratura italiana degli anni Zero, del lavoro come attività strutturalmente sociale, in cui si esprimono l’identità e la responsabilità sociale del singolo. Più ancora emerge che i due capitoli sul “non-lavoro”, inseriti a metà del percorso narrativo che illustra i tanti lavori che il personaggio protagonista attraversa prima di diventare scrittore, rappresentano una vera e propria pausa lavorativa e narrativa per tematizzare la natura stessa del romanzo. Works, emerge infatti, è un quadro frammentato di partenze e ripartenze professionali ma è soprattutto una lettura finzionale del reale, ossia una consapevole rivendicazione alla letteratura di un ruolo non descrittivo ma interpretativo e conoscitivo.
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Mattei, Alberto. « Il ruolo del diritto internazionale privato nella mobilitŕ transnazionale del lavoro ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (février 2012) : 100–104. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003008.

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Résumé :
Nel mercato transnazionale del lavoro, con il distacco della manodopera previsto dalla direttiva 96/71/CE, il diritto internazionale privato, a partire dalla Convenzione di Roma ora trasfusa nel Regolamento Roma I, puň incidere seriamente sulla disciplina del rapporto di lavoro con elementi di transnazionalitŕ. In tal senso, nella prospettiva del conflitto di leggi, č possibile dare rilievo agli strumenti internazional-privatistici per garantire i diritti sociali dei lavoratori "mobili". Si puň cosě rendere piů uniforme la disciplina dei rapporti di lavoro nell'ambito delle imprese "senza confine", che per loro natura sfuggono alla sottoposizione ad un unico ordinamento giuridico, al fine di dare preminenza al principio di concretezza degli effetti del lavoro transnazionale.
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Lovaglio, Pier Giorgio. « Il ruolo del capitale umano nella transizione Universitŕ-lavoro : fattori individuali e sociali ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 97 (juin 2012) : 71–83. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-097005.

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Résumé :
Il presente lavoro introduce recenti sviluppi metodologici ed evidenze empiriche per la stima del capitale umano (CU) individuale, considerato come fattore decisivo per la transizione scuola-lavoro. A partire dall'approccio di Dagum e Slottje (2000), che hanno stimato il capitale umano come variabile latente integrando un approccio attuariale per la sua stima monetaria, vengono presentati nuovi metodi di stima del capitale umano che integrano indicatori formativi di investimento (fattori individuali) in CU e riflessivi (di esito) del CU, coerentemente con gli assunti della teoria economica. Infine si illustrano recenti evidenze empiriche inerenti le famiglie italiane, utilizzando i dati Bankitalia e gli effetti dell'istruzione universitaria seguendo una coorte di laureati nei primi anni di ingresso nel mercato del lavoro e sul mercato del lavoro, specie per le giovani generazioni di laureati
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Bianco, Adele. « La riforma del mercato del lavoro e il concetto di disoccupazione ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (novembre 2010) : 123–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003012.

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Résumé :
Argomento del contributo č ricostruire come sia cambiata la concezione della disoccupazione. A seguito delle riforme del mercato del lavoro introdotte in Italia nel corso all'incirca degli ultimi quindici anni, si č scelto di legare lo stato di disoccupazione al reddito percepito. Innanzi tutto si osserverŕ che la disoccupazione si č fatta piů intricata da definire e da gestire. Relativamente all'attuale modalitŕ di accertamento e di mantenimento dello stato di disoccupazione, il lavoratore puň piů facilmente perdere una serie di benefici derivanti dal risultare disoccupato. La regolazione e gestione dello stato di disoccupazione non č riuscita a far calare il numero dei "veri" disoccupati e contraddice lo spirito delle politiche attive del lavoro, tendendo ad escludere quanti hanno una occupazione malsicura e conseguentemente legittimando il lavoro precario. Proveremo infine a interpretare, sotto il profilo sociale, culturale e valoriale, le ragioni del legame posto tra stato di disoccupazione e reddito percepito.
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Gianecchini, Martina. « Apprendistato : formare al futuro artigiano ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 103–17. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099006.

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Résumé :
Le recenti riforme del mercato del lavoro hanno individuato l'apprendistato come canale prioritario per l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Tuttavia, le analisi sulla sua diffusione dimostrano come ne venga spesso fatto un uso improprio, al fine di ridurre i costi del personale e aumentarne la flessibilitŕ in entrata. In questo articolo si propone una riflessione che, legando l'apprendistato all'evoluzione dei sistemi produttivi, analizza come diverse modalitŕ di organizzazione del lavoro abbiano favorito (oppure ostacolato) questo contratto nel realizzare la sua missione di supporto allo sviluppo professionale dei giovani. Per fare questo si introduce una classificazione delle attivitŕ lavorative basata sulle modalitŕ di generazione della conoscenza e sul contenuto del lavoro. La tesi proposta č che l'apprendistato possa rappresentare lo strumento contrattuale che meglio di altri permette di supportare lo sviluppo di moderne professionalitŕ artigiane.
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Santoro, Patrizia. « Mercato del lavoro pubblico e mancato sviluppo locale : il caso della Regione Sicilia ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 1 (mars 2012) : 29–57. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001002.

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Résumé :
Ormai da decenni, sappiamo che, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, l'offerta di lavoro č assorbita quasi esclusivamente dal settore dei servizi. Ma l'aspetto piů rilevante - non ancora sondato dalle statistiche ufficiali - č che questo settore č costituito per larga parte da organizzazioni direttamente o indirettamente finanziate con risorse pubbliche. Con la conseguenza che la maggioranza degli occupati meridionali sono a carico dei bilanci delle pubbliche amministrazioni. Come si riflette questa anomalia del mercato del lavoro sulle capacitŕ e/o modalitŕ con cui le pubbliche amministrazioni meridionali accompagnano i processi di sviluppo? Per provare a rispondere a questa complessa domanda, l'autore, dopo avere avanzato una definizione del mercato del lavoro pubblico che va oltre il concetto di "settore pubblico allargato", tradizionalmente inteso, ricostruisce con una ricerca empirica l'entitŕ del fenomeno utilizzando come caso studio l'indotto della Regione siciliana come nucleo generatore.
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Gottardi, Donata. « Tutela del lavoro e concorrenza tra imprese nell'ordinamento dell'Unione europea ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 128 (décembre 2010) : 509–69. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-128001.

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Résumé :
L'A. ha dedicato l'analisi all'individuazione dello stato attuale dei confini, a livello di istituzioni europee, tra diritto del lavoro e diritto della concorrenza, nel presupposto di una erosione netta della nostra materia. Molti erano i segnali: la profonda asimmetria sul significato stesso di diritto del lavoro, la crescita del dumping sociale infra-Ue, la ripresa di pulsioni nazionaliste, la giurisprudenza della Corte di giustizia che individua funzioni e pone limiti alla contrattazione collettiva e allo sciopero. Contemporaneamente ha verificato l'esistenza di forti potenzialitŕ di invertire il rapporto tra Europa economica ed Europa sociale. Da un lato, la crisi finanziaria ed economica ha messo in discussione l'idea di mercato autoregolantesi; dall'altro, le modifiche apportate dal Trattato di Lisbona al sistema delle fonti hanno investito sia la concorrenza, che passa da principio a strumento, sia l'ambito della protezione sociale e del lavoro, proiettato nell'economia sociale di mercato, garantito da una clausola sociale con valenza orizzontale. Č l'unica prospettiva possibile, se vogliamo evitare il tracollo del sistema di relazioni sindacali e del lavoro.
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Della Ratta-Rinaldi, Francesca, Federica Pintaldi et Mauro Tibaldi. « Crisi e mercato del lavoro per gli stranieri ». MONDI MIGRANTI, no 1 (septembre 2013) : 35–53. http://dx.doi.org/10.3280/mm2013-001003.

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Bernardi, Andrea, et Pasquale Tridico. « Mercato del lavoro e settore cooperativo in Italia ». ARGOMENTI, no 25 (juin 2009) : 97–130. http://dx.doi.org/10.3280/arg2009-025004.

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Résumé :
- This article describes the important role of the co-operative sector in the Italian labour market. We will present original data concerning the dimension of the co-operative sector, its structure and the trend of the productivity among the co-operative firms. The difference between the trend in the employment and in the productivity of co-operative firms and the correspondent data of the Italian economy, in general, gives a good chance to maintain an institutional approach for the study of the labour market and of the economic organization. In this context we will present a brief review of the literature refereed to labour organization, with some interpretations of the difference of the co-operative organisation. In particular, in order to give an explanation of the better performance of the co-operative firms, we will use non main stream models of the labour market, and we will refer to the institutional and legal diversity of the co-operatives, to the motivational factors and to the social capital endowment of the co-operative sector.Keywords: labour market, co-operative firms, organisation, productivity, co-operative difference, institutions. Parole chiave: mercato del lavoro, imprese cooperative, organizzazione, differenza cooperativa, istituzioni.
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Gallie, Duncan. « La qualitŕ del lavoro : una visione d'insieme della ricerca britannica ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 127 (septembre 2012) : 73–91. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127006.

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Résumé :
Il saggio ripercorre i principali sviluppi nella ricerca empirica britannica sulla qualitŕ del lavoro. Inizia con un esame degli studi di competenze e di controllo sul posto di lavoro, sottolineando l'importanza dei ripetuti studi su larga scala rappresentativi delle competenze nel mondo del lavoro, che hanno rivelato il modello paradossale delle crescenti competenze a fronte del declino di discrezionalitŕ del dipendente. Presenta poi la ricerca sulle forme mutevoli di partecipazione al lavoro, mostrando la sostituzione crescente della partecipazione diretta con le tradizionali forme indirette di rappresentanza, e affronta il dibattito sulla tendenza a lungo termine all'aumento dell'insicurezza lavorativa, mostrando come vi sia una stabilitŕ del modello piuttosto che un cambiamento nelle dinamiche del mercato del lavoro. Infine, considera le evidenze sulla gravitŕ dei problemi di equilibrio vita-lavoro, con particolare riferimento agli svantaggi incontrati dalle lavoratrici part-time.
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De Nardis, Paolo. « Prefazione ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juin 2010) : 5–21. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-002001.

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Résumé :
Il presente rapporto di ricerca fornisce una lettura dei cambiamenti del mercato del lavoro che sono intervenuti in questi anni nella Capitale. Si affrontano le dinamiche dell'occupazione, i fabbisogni delle imprese, l'evoluzione delle modalitŕ contrattuali e gli strumenti di ricerca dell'impiego. Ne deriva un quadro complesso, in parte contraddittorio, che č necessario affrontare con un nuovo modello di governo del mercato del lavoro. Per questo la ricerca esamina le istituzioni e i servizi per il lavoro proponendo un modello di integrazione e di collaborazione tra le decine di attori e di strumenti che operano sul territorio e che possono dare riferimenti ai cittadini e alle imprese, cosě da superare l'attuale situazione di crisi.
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De Nardis, Paolo. « Le professioni del sociale tra crisi e mutamento. Appunti per un'analisi ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 4 (janvier 2013) : 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004001.

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Résumé :
Argomento del contributo sono l'evoluzione e l'articolazione delle professioni sociali. Negli anni '80 sono state introdotte in ambito amministrativo professionalitŕ legate alla sfera sociale per adempiere e aggiornare i nuovi compiti del welfare che una societŕ matura sollecitava. Questo fatto ha posto in modo nuovo il rapporto tra sociologia delle professioni e le scienze sociali empiriche. Vengono quindi esaminate le attuali condizioni di lavoro delle professioni sociali. Queste sono caratterizzate da un alto grado di flessibilitŕ e precarietŕ, soprattutto perché si sono imbattute nelle riforme del mercato del lavoro, particolarmente penalizzanti sia per le donne (le professioni sociali sono fortemente femminilizzate), sia per i giovani, altro segmento dell'offerta di lavoro che, volendo acquisire con una specifica formazione una professionalitŕ nel sociale, ha poi difficoltŕ a collocarsi opportunamente sul mercato del lavoro. Un ulteriore aspetto indagato č quello delle professioni sociali in connessione con l'associazionismo e il volontariato e gli sviluppi che questo puň avere sempre nell'ambito dell' implementazione delle politiche pubbliche.
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Berloffa, Gabriella, Alina Şandor, Mark Smith et Paola Villa. « Youth employment trajectories and labour market reforms during the Great Recession in Europe ». Sinappsi 11, no 1 (2021) : 8–21. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2021-01-1.

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Résumé :
The Great Recession had profound consequences for the quantity and quality of work for young people in European countries. Usual labour market indicators capture only some crisis effects, highlighting the need for a more dynamic and nuanced approach. As a result, this paper adopts an innovative approach to both the analysis of the integration of young adults (aged 17-34) on to the labour market and the study of the relationship between the labour market performance and policy making. La Grande Recessione generò un forte impatto sulla quantità e la qualità del lavoro dei giovani adulti nei paesi dell’Europa. Gli indicatori convenzionali del mercato del lavoro catturano solo alcuni degli effetti prodotti dalla crisi, sollecitando un approccio dinamico più variegato. Su questa strada si muove l’articolo, adottando un approccio innovativo sia all’analisi dell’integrazione dei giovani adulti (17-34 anni) nel mercato del lavoro sia allo studio della relazione tra le condizioni occupazionali e l’attività di riforma delle politiche del lavoro.
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Zambarloukou, Stella. « La crisi economica e le relazioni industriali in Grecia ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 135 (septembre 2012) : 401–12. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-135004.

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Résumé :
Il saggio ricostruisce i principali istituti che governano le relazioni industriali ed il mercato del lavoro in Grecia, per poi focalizzarsi sulle misure adottate dal governo greco in risposta alla crisi economica, ed in particolare su quelle intervenute in materia di lavoro e sul sistema di relazioni industriali. Infine, l'A. propone una valutazione dell'impatto congiunto della crisi economica e degli interventi governativi sulle condizioni di lavoro e sul sistema greco di relazioni industriali.
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Battaglia, Massimo, Fabio Iraldo et Tiziana Barsotti. « Politiche del lavoro e distribuzione regionale della disoccupazione : l'Italia nel contesto europeo ». SCIENZE REGIONALI, no 1 (mars 2012) : 5–37. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-001001.

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Résumé :
Il presente paper analizza il ruolo della mobilitŕ geografica dei fattori produttivi (in particolare il lavoro) negli automatismi di aggiustamento di mercato in Italia rispetto agli altri paesi UE nel decennio a cavallo tra i due secoli. In particolare il contributo, attraverso l'Indice di Theil, si propone di esaminare e misurare il livello di efficacia delle politiche sul mercato del lavoro promosse in Italia, in termini di riduzione delle disparitŕ regionali rispetto alla distribuzione della disoccupazione dell'intera Europa.
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Greca, Rainer. « Strategie d'impiego neo-liberali - responsabilitŕ sociale d'impresa o getting more from less ? Il caso della Germania ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 127 (septembre 2012) : 223–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127014.

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Résumé :
Uno dei principali argomenti del pensiero neo-liberale si basa sul fatto che il mercato č un'istituzione migliore, rispetto ad interventi o regolamentazioni statali, per aumentare il livello di benessere comune. Misure politiche europee - definite da questa ideologia - incoraggiano i governi a promuovere, e le imprese a favorire, iniziative di responsabilitŕ sociale d'impresa (Rsi) e cittadinanza aziendale (Ca), in quanto strumenti appropriati per migliorare il lavoro e le condizioni di vita. Nel saggio, attraverso risultati emersi da ricerche dell'autore e analisi di dati, si mostra che la conseguenza di queste politiche spesso č un'intensa partecipazione nella Rsi e nella Ca prevalentemente nel settore delle Pr o in attivitŕ di interesse pubblico, mentre le politiche neo-liberali e strategie di business provocano una crescita della disoccupazione, dei lavori precari, dell'intensificazione del lavoro ("getting more from less") e addirittura della tratta di persone.
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Pulignano, Valeria. « Ristrutturazioni di impresa e mercato del lavoro. Un'analisi comparata degli effetti sull'occupazione dei processi di cambiamento aziendale in Europa ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 131 (août 2011) : 489–512. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131008.

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Résumé :
Questo saggio si propone di sottolineare l'importanza delle differenze istituzionali del mercato del lavoro nell'analisi della diversitŕ dei processi di cambiamento aziendale in diversi contesti nazionali in Europa. Utilizzando i dati comparati di dodici, rappresentati da imprese multinazionali europee caratterizzate dall'avvio di un processo di ristrutturazione in Olanda, Italia, Francia, Austria, Danimarca, Irlanda e Svezia, si sostiene che i diversi contesti nazionali del mercato del lavoro influenzano le risposte dele del sindacato d'impresa alle ristrutturazioni. Tuttavia, l'indagine empirica mette in risalto l'esistenza di una variazionee-Paese. Ne risulta, pertanto, una visione piů dinamica del concetto di «variazioni istituzionali».
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Bottalico, Andrea, et Annalisa Murgia. « Posizionamenti liminali tra autonomia e dipendenza. Il caso del settore bancario e assicurativo ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (janvier 2023) : 35–69. http://dx.doi.org/10.3280/so2022-002002.

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Résumé :
Il dibattito sulla liminalità nei contesti organizzativi ha fornito spunti rilevanti per l'interpretazione delle mutevoli dinamiche del lavoro contemporaneo, rappresentando transizioni e posizionamenti ambigui. Ciò è ancora più rilevante nel caso del lavoro autonomo, a cui si accompagna una diversità di posizioni che oscillano tra autonomia e eteronomia, corrispondenti a diverse forme di liminalità legate alle caratteristiche individuali e ai contesti organizzativi in cui i soggetti svolgono la propria attività professionale. Alla luce di questo dibattito, l'articolo indaga il caso del lavoro autonomo nel settore finanziario offrendo un duplice contributo. In primo luogo, il concetto di liminalità viene esteso a un settore largamente inesplo-rato, ma in cui sono sempre più presenti forme di lavoro ai confini tra lavoro autonomo e lavoro dipendente. In secondo luogo, il concetto stesso di liminalità viene ridiscusso alla luce del dibattito scientifico e della ricerca condotta - dal momento che non necessariamente esso rappresenta una condizione di passaggio tra uno stato e l'altro, ma può assumere anche le caratteristiche di una condizione perma-nente. Nelle conclusioni, nell'intento di mettere in luce la varietà delle esperienze liminali insite nel lavoro contemporaneo, viene discusso uno schema concettuale che mostra alcune tendenze di fondo che caratterizzano le trasformazioni dei rapporti d'impiego in un mercato del lavoro in rapida evoluzione e sempre più fluido.
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Castillo, Juan José, et Calle Pablo Lňpez. « La qualitŕ del lavoro e dell'occupazione in Spagna : una valutazione critica sul "miracolo economico spagnolo" degli ultimi trent'anni ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 127 (septembre 2012) : 177–94. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127011.

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Résumé :
La Spagna, come altri Paesi della denominata semiperiferia europea, ha basato i propri alti indici di crescita economica degli ultimi trent'anni su un modello di sviluppo di via bassa, centrato sull'intensificazione del lavoro e sulla riduzione dei costi lavorativi. La prima parte del testo analizza le trasformazioni nell'ambito della regolazione del mercato del lavoro e nell'ambito dell'organizzazione del lavoro che hanno dato luogo a questo modello. In secondo luogo, si analizzano gli effetti sulla qualitŕ del lavoro di questo modello produttivo, a partire da indicatori come la precarizzazione dell'impiego, l'intensificazione del lavoro e la dequalificazione media delle occupazioni. Arrivando infine alla conclusione che il denominato miracolo economico spagnolo si č sorretto su un sovrasfruttamento di risorse tecniche e umane del sistema, in particolare sul prosciugamento di una generazione, che ha limitato le possibilitŕ attuali di sviluppo a medio e lungo termine.
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Seghezzi, Francesco. « Il Patto per il lavoro della regione Emilia-Romagna : una lettura di relazioni industriali ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 161 (décembre 2021) : 218–35. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161011.

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Résumé :
L'autore analizza il Patto per il lavoro firmato in Emilia Romagna nel luglio del 2015 e rinnovato nel dicembre del 2020 nella prospettiva delle relazioni industriali. In particolare si concentra sui contenuti del patto e sulle ragioni che hanno spinto le parti sociali a sottoscriverlo. L'autore mostra le differenze con il ricco panorama di patti degli anni Novanta, nei quali i contenuti erano più focalizzati su singole azioni connesse alle politiche del lavoro. Nel Patto per il lavoro l'autore individua un più ampio approccio delle parti sociali alle tematiche del lavoro con un interesse per le politiche industriali, le politiche del mercato del lavoro e le politiche della formazione. Emerge che le parti sociali agiscano per legittimare la loro azione specifica a livello aziendale o territoriale attraverso una partecipazione attiva nella definizione del più ampio scenario delle politiche territoriali insieme all'attore pubblico.
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Huws, Ursula. « Cosa è successo nel mercato del lavoro ? Piattaforme digitali e politiche pubbliche ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 163 (août 2022) : 26–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163002.

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Résumé :
Questo articolo esamina la rottura del modello occupazionale che sosteneva il sistema di Welfare della seconda metà del XX secolo. Il focus del capitolo è il lento ma al contempo progressivo smantellamento delle tutele del lavoro avvenuto negli ultimi decenni, smantellamento che nell'ipotesi qui proposta ha svolto anche un ruolo cruciale nel facilitare la nascita delle piattaforme digitali. Così, se da un lato la perdita delle tutele può essere correlata ai limiti che avevano le tradizionali regolazioni del lavoro, soprattutto nell'inclusione di donne, migranti e altri lavoratori generalmente considerati più "marginali"; dall'altro essa è un prodotto diretto della nuova divisione globale del lavoro e del modo in cui le tecnologie sono oggi utilizzate per esternalizzare il lavoro. Questi sviluppi vengono successivamente ampliati dalla crescente "piattaformizzazione" dell'economia che si sta diffondendo in tutti i settori di produzione basati su attività direttamente controllate dagli algoritmi. Nonostante la nascita di nuove forme sindacali, capaci di intercettare le istanze e difendere gli interessi dei gig worker, il paper si conclude evidenziando come quest'ultime non possano rappresentare da sole una soluzione definitiva e come occorra puntare a un nuovo set di diritti universali dei lavoratori.
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Golsch, Katrin. « La flessibilitŕ come principio guida : conseguenze sull'inserimento lavorativo, i piani di vita individuali e le decisioni legate alla formazione di una famiglia da parte dei giovani in Gran Bretagna ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 124 (décembre 2011) : 58–74. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124004.

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Questo articolo sintetizza le implicazioni che l'incremento del livello di deregolazione del mercato del lavoro e della flessibilitŕ hanno avuto sui giovani in Gran Bretagna negli ultimi decenni. La sintesi dei dati offerti si sofferma sulla transizione scuola-lavoro e la qualitŕ del primo impiego ottenuto, la percezione dell'insicurezza del lavoro, il salario ottenuto e le prospettive di promozione, i rischi di disoccupazione e le opportunitŕ di uscita da questi stato, i rischi di mobilitŕ discendente, la formazione di una unione di coppia e la transizione alla paternitŕ/maternitŕ.
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Bertolini, Sonia. « Flessibilizzazione del mercato del lavoro e scelte familiari dei giovani in Italia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 124 (décembre 2011) : 148–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124008.

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Résumé :
Il saggio evidenzia le connessioni tra due fenomeni: la flessibilizzazione del mercato del lavoro e la tarda uscita dalla famiglia di origine da parte dei giovani in Italia. Si intende analizzare, se in un contesto come quello italiano caratterizzato da un sistema di welfare state non universalistico, essere occupati con un contrat to a termine diminuisca la probabilitŕ di uscita dalla famiglia di origine. Il saggio si concentra, inoltre, su un altro aspetto della questione ancora poco esplorato: se l'effetto della precarietŕ lavorativa sulla transizione alla vita adulta e la formazione della famiglia puň variare in funzione della classe sociale e del livello di istruzione, che in Italia sono fortemente correlati. Le due questioni saranno esplorate attraverso un'indagine quantitativa basata sui dati Istat delle Forze di Lavoro italiane (2008) che permettono di evidenziare le correlazioni tra fenomeni, combinata con indagini qualitative, che invece permettono di "spiegare" le correlazioni, evidenziando i meccanismi sociali presenti.
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Grunow, Daniela. « Flexicurity, insicurezza del lavoro e formazione di una famiglia : la condizione giovanile in Danimarca ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 124 (décembre 2011) : 75–92. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124005.

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Questo articolo descrive come il processo di flessibilizzazione del mercato del lavoro e l'attuale crisi economica abbiano modificato l'assetto occupazionale dei giovani in Danimarca dagli anni '80 del novecento al 2010. L'autrice si interroga se la flessibilizzazione abbia influenzato le decisioni di lungo termine dei giovani, quali l'unione di coppia, l'autonomizzazione dai genitori, la costruzione di una famiglia. Dai dati a disposizione sembra che il modello danese abbia successo, se paragonato alla maggior parte dei paesi che fanno parte dell'Oecd, in riferimento al basso incremento della disoccupazione giovanile. Non ci sono evidenze del fatto che i cambiamenti nell'economia danese abbiano condizionato decisioni relative alle unioni di coppia, alla formazione di una famiglia, alla fertilitŕ. Le politiche attive del lavoro unite a un mercato del lavoro flessibile sembrano distribuire i rischi occupazionali in modo più uniforme tra i giovani e le generazioni più anziane.
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Sanlorenzo, Rita. « La riforma del mercato del lavoro, la crisi, i giudici ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 5 (février 2013) : 111–23. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-005012.

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Gasca, Paolo. « Il mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione e della formazione ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 247–50. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112016.

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Résumé :
Ci troviamo oggi a combattere una guerra contro un nemico invisibile, che ha impattato pesantemente non soltanto sulla dimensione familiare e sociale di ciascuno, ma anche sulla sfera lavorativa. Il contratto psicologico che lega gli individui e le organizzazioni è stato stravolto e ridisegnato, lasciandosi alle spalle valori quali "sicurezza" e "appartenenza". Quello che si prospetta è un futuro del tutto nuovo, in cui i concetti di "habitat professionale" e di "work-life balance" assu-mono nuove accezioni e in cui appare necessario riscoprire il rapporto fra azienda e persone, per dare vita a un nuovo "umanesimo aziendale" che recuperi la centra-lità della persona e permetta all'individuo di esprimere se stesso e tutte le proprie potenzialità. Come? Attraverso modalità maieutiche capaci di sviluppare nuove capacità e qualità individuali e di accompagnare le persone in un ineludibile riposi-zionamento professionale e, soprattutto, personale. Occorre passare dall'obiettivo di gestire a quello del "prendersi cura" delle persone dando un nuovo senso, una nuova prospettiva al contratto psicologico. E qui entrano in gioco i professionisti della formazione, la cui sfida è, oggi più che mai, quella di dare vita a un nuovo pensiero gestionale, a nuove idee, e di sostenere le persone in un percorso di crescita che permetta loro di confermarsi come il vero differenziale di competitività.
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