Littérature scientifique sur le sujet « Lateralizzazione »

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Articles de revues sur le sujet "Lateralizzazione"

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Vitali, P., N. Mavilio, D. Capello, M. Rosa, A. Ferrari, F. Levrero, A. Pilot, F. Nobili et G. Rodriguez. « Studio RMf della dominanza emisferica in destrimani e non destrimani ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 131–38. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300124.

Texte intégral
Résumé :
La valutazione non invasiva della dominanza emisferica per il linguaggio è una delle più promettenti applicazioni cliniche della risonanza magnetica funzionale, specie nei pazienti destinati alla neurochirurgia. In questo studio sono state eseguite due prove linguistiche in un gruppo di giovani volontari sani (8 destrimani, 12 non destrimani): una di fluenza fonemica ed una di associazione semantica. Tra i voxels statisticamente attivati nei due emisferi sono stati calcolati tre indici di asimmetria (emisferico, frontale e temporoparietale) in ogni soggetto e per ogni prova. Nel complesso, la prova di fluenza fonemica attivava fortemente il lobo frontale, mentre la prova di associazione semantica determinava un pattern di attivazione piu distribuito, che comprendeva anche il giro temporale medio ed il giro angolare. Per quanto riguarda gli indici di asimmetria, nei destrimani quello emisferico e quello frontale indicavano sempre l'attivazione prevalente dell'emisfero sinistro. Un solo soggetto ambidestro ha presentato nella prova di fluenza fonemica indici di asimmetria emisferico e frontale espressivi di lateralizzazione destra. D'altra parte, l'indice di asimmetria temporoparietale deponeva per una lieve revalenza dell'emisfero destro in un destrimane ed per una chiara lateralizzazione destra in un non destrimane. La risonanza magnetica funzionale appare dunque metodica sensibile ed appropriata nella valutazione della dominanza emisferica per il linguaggio. L'impiego di indici di asimmetria lobari può meglio evidenziare il differente contributo alla dominanza emisferica delle aree frontali rispetto a quelle temporoparietali. Infine, l'individuazione delle aree corticali correlate con la funzione linguistica è uno strumento potenzialmente utile per il neurochirurgo nel programmare resezioni di aree limitrofe.
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Calzolari, F. « I prelievi venosi nella sindrome di Cushing ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 1 (février 1994) : 81–95. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700112.

Texte intégral
Résumé :
I prelievi venosi dai seni petrosi inferiori sono utilizzati nella diagnostica differenziale della sindrome di Cushing per dimostrare l'origine ipofisaria o ectopica dell'ipersecrezione di ACTH. Il drenaggio venoso dell'adenoipofisi avviene attraverso due plessi venosi, il destro ed il sinistro, che coprono la superficie della ghiandola e scaricano nel seno cavernoso omolaterale, direttamente o attraverso i seni intercavernosi. I seni petrosi inferiori rappresentano le principali vie di deflusso dei seni cavernosi; essi sono cateterizzabili con relativa facilità, allo scopo di eseguire prelievi peril dosaggio degli ormoni ipofisari. La nostra tecnica prevede il cateterismo per via transfemorale; utilizziamo cateteri da 4 o 5 French, retti, con estremo distale ricurvo a 45°, senza fori laterali. Sono indispensabili accurati controlli flebografici per dimostrare l'esatta posizione dei cateteri prima dell'esecuzione dei prelievi. In letteratura viene riportata un'alta accuratezza diagnostica dei prelievi dai seni petrosi nella diagnosi differenziale tra malattia di Cushing e sindrome da ACTH ectopico, mentre assai minore è la specificità di una corretta localizzazione delle lesioni ipofisarie. Riteniamo che gli errori di lateralizzazione possano essere so1tanto ridotti, ma non eliminati da una corretta esecuzione dell'indagine: infatti dipendono da variabilità anatomiche, dalla sede dell'adenoma e, verosimilmente, da asimmetrie di flusso attraverso le vene di drenaggio ipofisario.
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Thèses sur le sujet "Lateralizzazione"

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FINOCCHIARO, ROBERTA. « Meccanismi di ricompensa e lateralizzazione inter-emisferica nei processi decisionali : componenti motivazionali e la vulnerabilità a comportamenti di dipendenza ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17221.

Texte intégral
Résumé :
Lo scopo della presenta ricerca è analizzare il ruolo del sistema di ricompensa in relazione al costrutto BIS/BAS (Behavioural Inhibition System/ Behavioural Activation System) in un contesto sano e di dipendenza da sostanza. Il lavoro ha inoltre esplorato l'asimmetria cerebrale frontale nelle scelte decisionali che implicano stimoli di ricompensa e condizioni punizione. I risultati hanno confermato l'ipotesi di un anomalia del sistema di ricompensa in individui con alto BAS e in pazienti con dipendenza da sostanza, che sovrastimavano la ricompensa immediata a scapito di quella a lungo termine durante l’Iowa Gambling Task. Un’altra componente cruciale emersa da questo progetto è una iper-attivazione del lobo frontale di sinistra rispetto a quello di destra in risposta alle opzioni più rischiose. Questo "effetto di sbilanciamento inter-emisferico” potrebbe essere considerato come un indicatore critico del comportamento decisionale disfunzionale nella dipendenza o come fattore di vulnerabilità allo sviluppo di dipendenze. Infine, questo "modello di squilibrio corticale" è stato applicato ad altre forme di dipendenza comportamentale, misurate con l’Internet Addiction Test (IAT). In effetti, un aumento dell'attività frontale di sinistra è stata osservata per gli individui ad alto IAT in risposta a stimoli premianti. In particolare, i risultati ottenuti sottolineano l'importanza di un modello integrato di dipendenza che tiene conto del sistema motivazionale (BIS/BAS) correlato alla lateralizzazione dell'attività corticale.
The aim of this PhD research was intended to analyze the role of the reward system by the BIS/BAS (Behavioural Inhibition System/ Behavioural Activation System) construct in healthy and addiction context. It explored the frontal brain asymmetry in decisional choices implying reward stimuli and punishment conditions. Results confirmed the hypothesis of a “reward bias” induced by high-BAS individuals and patients suffering from Substance Use Disorder (SUD) to overestimate the immediate reward to the detriment of the delayed reward during the Iowa Gambling Task. Another critical component is the frontal left-hyper activation of the brain in response to more risky options. This "inter-hemisphere" unbalancing effect can be considered as a critical indicator of the dysfunctional decision behavior in dependence or as a vulnerability factor to the development of addiction. Finally, this “cortical imbalance model” was applied to other forms of behavioural addiction, measured by the Internet Addiction Test (IAT). Indeed, an increased left frontal activity was observed for high-IAT individuals in response to rewarding stimuli. In particular, the results underlined the importance of an integrated model of addiction that takes into account the motivational system (BIS / BAS) related to the lateralization of cortical activity.
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FINOCCHIARO, ROBERTA. « Meccanismi di ricompensa e lateralizzazione inter-emisferica nei processi decisionali : componenti motivazionali e la vulnerabilità a comportamenti di dipendenza ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17221.

Texte intégral
Résumé :
Lo scopo della presenta ricerca è analizzare il ruolo del sistema di ricompensa in relazione al costrutto BIS/BAS (Behavioural Inhibition System/ Behavioural Activation System) in un contesto sano e di dipendenza da sostanza. Il lavoro ha inoltre esplorato l'asimmetria cerebrale frontale nelle scelte decisionali che implicano stimoli di ricompensa e condizioni punizione. I risultati hanno confermato l'ipotesi di un anomalia del sistema di ricompensa in individui con alto BAS e in pazienti con dipendenza da sostanza, che sovrastimavano la ricompensa immediata a scapito di quella a lungo termine durante l’Iowa Gambling Task. Un’altra componente cruciale emersa da questo progetto è una iper-attivazione del lobo frontale di sinistra rispetto a quello di destra in risposta alle opzioni più rischiose. Questo "effetto di sbilanciamento inter-emisferico” potrebbe essere considerato come un indicatore critico del comportamento decisionale disfunzionale nella dipendenza o come fattore di vulnerabilità allo sviluppo di dipendenze. Infine, questo "modello di squilibrio corticale" è stato applicato ad altre forme di dipendenza comportamentale, misurate con l’Internet Addiction Test (IAT). In effetti, un aumento dell'attività frontale di sinistra è stata osservata per gli individui ad alto IAT in risposta a stimoli premianti. In particolare, i risultati ottenuti sottolineano l'importanza di un modello integrato di dipendenza che tiene conto del sistema motivazionale (BIS/BAS) correlato alla lateralizzazione dell'attività corticale.
The aim of this PhD research was intended to analyze the role of the reward system by the BIS/BAS (Behavioural Inhibition System/ Behavioural Activation System) construct in healthy and addiction context. It explored the frontal brain asymmetry in decisional choices implying reward stimuli and punishment conditions. Results confirmed the hypothesis of a “reward bias” induced by high-BAS individuals and patients suffering from Substance Use Disorder (SUD) to overestimate the immediate reward to the detriment of the delayed reward during the Iowa Gambling Task. Another critical component is the frontal left-hyper activation of the brain in response to more risky options. This "inter-hemisphere" unbalancing effect can be considered as a critical indicator of the dysfunctional decision behavior in dependence or as a vulnerability factor to the development of addiction. Finally, this “cortical imbalance model” was applied to other forms of behavioural addiction, measured by the Internet Addiction Test (IAT). Indeed, an increased left frontal activity was observed for high-IAT individuals in response to rewarding stimuli. In particular, the results underlined the importance of an integrated model of addiction that takes into account the motivational system (BIS / BAS) related to the lateralization of cortical activity.
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DI, TELLA SONIA. « SUBSTRATI NEUROSTRUTTURALI E NEUROFUNZIONALI DELLA DISFUNZIONE ESECUTIVA NELLA MALATTIA DI PARKINSON : IL RUOLO DELLA LATERALIZZAZIONE DEI SINTOMI MOTORI E DELLA RISERVA COGNITIVA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/85397.

Texte intégral
Résumé :
La disconnessione frontostriatale è considerata il correlato neurale della disfunzione esecutiva nei pazienti con malattia di Parkinson (MP), una patologia neurodegenerativa che si presenta nella fase iniziale come una sindrome clinica asimmetrica con sintomi predominanti nel lato destro o sinistro associati alla perdita neuronale nella sostanza grigia profonda dell'emisfero cerebrale controlaterale. Nella tesi, è stato indagato un particolare aspetto della disfunzione esecutiva nella MP espressa quando è richiesto di selezionare le parole nel contesto di alternative in competizione, cercando differenze in relazione all'insorgenza clinica dei sintomi motori. A livello neurostrutturale, sono state esplorate le alterazioni della sostanza grigia e bianca nelle sottopopolazioni di MP, verificando se la capacità di selezionare le parole è associata ad indici di integrità della materia sostanza grigia e bianca nelle sottopopolazioni di PD. Infine, a livello neurofunzionale, è stato esplorato se la connettività delle regioni cerebrali associate alla disfunzione esecutiva in MP è modulata dalla riserva cognitiva, un fattore di efficienza cognitiva dovuto ad esperienze di vita cognitivamente stimolanti che possono contribuire alla resilienza nel fronteggiare al meglio la neurodegenerazione. Le evidenze raccolte indicano che la lateralità di insorgenza dei sintomi motori e la riserva cognitiva dovrebbero essere prese in considerazione nella valutazione delle funzioni cognitive nei pazienti con MP.
Frontostriatal disconnection is considered the neural correlate of executive dysfunction in patients with Parkinson’s disease (PD), a neurodegenerative pathology that exhibits at the initial phase as an asymmetric clinical syndrome with right or left sided predominant symptoms associated with neuronal loss in the deep grey matter of the contralateral cerebral hemisphere. In the current thesis, it was investigated a particular aspect of the executive dysfunction in PD expressed when it is required to select words in the context of competing alternatives, looking for differences according to the clinical onset of motor symptoms. At the neurostructural level, grey and white matter alterations were explored in PD subpopulations, testing if the ability to select words is associated with indices of grey and white matter integrity in PD subpopulations. Finally, at the neurofunctional level, it was explored if the connectivity of brain regions associated with the executive dysfunction in PD is modulated by the cognitive reserve, a factor of cognitive efficiency due to lifelong experiences that may contribute to the resilience against neurodegeneration. The evidence collected indicates that laterality of clinical motor symptom onset and cognitive reserve should be taken into account in the assessment of cognitive functions in patients with PD.
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DI, TELLA SONIA. « SUBSTRATI NEUROSTRUTTURALI E NEUROFUNZIONALI DELLA DISFUNZIONE ESECUTIVA NELLA MALATTIA DI PARKINSON : IL RUOLO DELLA LATERALIZZAZIONE DEI SINTOMI MOTORI E DELLA RISERVA COGNITIVA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/85397.

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Résumé :
La disconnessione frontostriatale è considerata il correlato neurale della disfunzione esecutiva nei pazienti con malattia di Parkinson (MP), una patologia neurodegenerativa che si presenta nella fase iniziale come una sindrome clinica asimmetrica con sintomi predominanti nel lato destro o sinistro associati alla perdita neuronale nella sostanza grigia profonda dell'emisfero cerebrale controlaterale. Nella tesi, è stato indagato un particolare aspetto della disfunzione esecutiva nella MP espressa quando è richiesto di selezionare le parole nel contesto di alternative in competizione, cercando differenze in relazione all'insorgenza clinica dei sintomi motori. A livello neurostrutturale, sono state esplorate le alterazioni della sostanza grigia e bianca nelle sottopopolazioni di MP, verificando se la capacità di selezionare le parole è associata ad indici di integrità della materia sostanza grigia e bianca nelle sottopopolazioni di PD. Infine, a livello neurofunzionale, è stato esplorato se la connettività delle regioni cerebrali associate alla disfunzione esecutiva in MP è modulata dalla riserva cognitiva, un fattore di efficienza cognitiva dovuto ad esperienze di vita cognitivamente stimolanti che possono contribuire alla resilienza nel fronteggiare al meglio la neurodegenerazione. Le evidenze raccolte indicano che la lateralità di insorgenza dei sintomi motori e la riserva cognitiva dovrebbero essere prese in considerazione nella valutazione delle funzioni cognitive nei pazienti con MP.
Frontostriatal disconnection is considered the neural correlate of executive dysfunction in patients with Parkinson’s disease (PD), a neurodegenerative pathology that exhibits at the initial phase as an asymmetric clinical syndrome with right or left sided predominant symptoms associated with neuronal loss in the deep grey matter of the contralateral cerebral hemisphere. In the current thesis, it was investigated a particular aspect of the executive dysfunction in PD expressed when it is required to select words in the context of competing alternatives, looking for differences according to the clinical onset of motor symptoms. At the neurostructural level, grey and white matter alterations were explored in PD subpopulations, testing if the ability to select words is associated with indices of grey and white matter integrity in PD subpopulations. Finally, at the neurofunctional level, it was explored if the connectivity of brain regions associated with the executive dysfunction in PD is modulated by the cognitive reserve, a factor of cognitive efficiency due to lifelong experiences that may contribute to the resilience against neurodegeneration. The evidence collected indicates that laterality of clinical motor symptom onset and cognitive reserve should be taken into account in the assessment of cognitive functions in patients with PD.
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Barsaglini, Alessio. « Combining DTI and fMRI to investigate language lateralisation ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423369.

Texte intégral
Résumé :
Hemispheric lateralisation in the human brain has been a focus of interest in different fields of neurosciences since a long time (Galaburda, LeMay, Kemper, & Geschwind, 1978; Rubino, 1970). One of the most studied and earliest observed lateralised brain functions is language. Reported in the nineteenth by the French physician and anatomist Paul Broca (1861) and by the German anatomist and neuropathologist Carl Wernicke (1874), language was found to be more impaired following tumours or strokes in the left hemisphere. In recent years, a number of studies have employed diffusion tensor imaging (DTI) to characterize left hemisphere language-related white matter pathways (Barrick, Lawes, Mackay, & Clark, 2007; Bernal & Altman, 2010; Catani et al., 2007; Glasser & Rilling, 2008; Hagmann et al., 2006; Parker et al., 2005; Propper et al., 2010; Upadhyay, Hallock, Ducros, Kim, & Ronen, 2008; Vernooij et al., 2007). In addition, lesion and fMRI studies in healthy subjects have indicated that speech comprehension and production are lateralised to the left brain hemisphere (A. U. Turken & Dronkers, 2011). The main aim of the present doctoral work is to better delineate the relationship between anatomical and functional correlates of hemispheric dominance in the perisylvian language network. To this purpose a multi-modal neuroimaging approach including DTI and fMRI on a population of 23 healthy individuals was applied. In the first study, a virtual in vivo interactive dissection of the three subcomponents of the arcuate fasciculus was carried out and measures of perisylvian white matter integrity were derived from tract-specific dissection. Consistently with previous studies (Barrick, et al., 2007; Buchel et al., 2004; Catani, et al., 2007; Powell et al., 2006), a significant leftward asymmetry in the fractional anysotropy (FA) value of the long direct segment of the arcuate fasciculus (AF) has been found. In addition, I found another significant leftward lateralisation in the streamlines (SL) of the posterior segment and a rightward distribution of the SL index of the anterior segment of the AF. Finally, I found no evidence of a significant relationship between the leftward lateralisation indeces and any measures of language and verbal memory performance in my group. In the second study, I implemented functional connectivity analysis to test whether leftward lateralisation of connectivity indeces between perisylvian regions can be observed in individuals performing a language-related task. The main finding of the functional connectivity analysis is a significant rightward lateralisation (left, 0.347 ± 0.183; right, 0.493 ± 0.228; P = 0.037) in the anterior connection, between the the inferior frontal gyrus (IFG) and the inferior parietal lobe (IPG). In the third study, I combined DTI and fMRI data to examine whether a significant relationship is present between these measures of perisylvian connectivity and it significantly differs between hemispheres. The correlation analysis demonstrated significant negative relations between the mean FA values in the long segment of the AF and the strength of inter-regional coupling between the IFG and the middle temporal gyrus (MTG) in the left hemisphere, and between the mean FA values in the anterior segment of the AF and the strength of regional coupling between IFG and IPL in the right hemisphere. Finally, there were no significant correlations between laterality indices estimated on FA and functional connectivity values.
La lateralizzazione emisferica cerebrale è un grande tema d’interesse nelle neuroscienze da molto tempo (Galaburda, et al., 1978; Rubino, 1970) e una delle funzioni cerebrali lateralizzate storicamente e maggiorment studiate è il linguaggio. Recentemente, diversi studi hanno utilizzato la tecnica di diffusion tensor imaging (DTI) per descrivere i tratti di materia bianca correlati al linguaggio nell’emisfero sinistro (Barrick, et al., 2007; Bernal & Altman, 2010; Catani, et al., 2007; Glasser & Rilling, 2008; Hagmann, et al., 2006; Parker, et al., 2005; Propper, et al., 2010; Upadhyay, et al., 2008; Vernooij, et al., 2007). Inoltre, studi su lesioni e studi fMRI in soggetti sani hanno dimostrato che la comprensione e la produzione linguistica sono funzioni che pertengono all’emisfero sinistro (A. U. Turken & Dronkers, 2011). L’obiettivo del presente lavoro di dottorato consiste nell’approfondire la relazione tra correlati anatomici e funzionali della dominanza emisferica nel circuito linguistico persilviano. A questo scopo è stato utilizzato un approccio multimodale con DTI e fMRI applicate in una popolazione di 23 individue sani. Nel primo studio, ho eseguito una dissezione virtuale in vivo dei tre sottocomponenti del fascicolo arcuato. In accordo con gli studi precedenti (Barrick, et al., 2007; Buchel, et al., 2004; Catani, et al., 2007; Powell, et al., 2006), ho trovato una lateralizzazione sinistra significativa nei valori di anisotropia frazionale (FA) del segmento diretto del fascicolo arcuato. Inoltre, ho trovato un’altra lateralizzazione significativa a sinistra nei valori di streamlines (SL) del segmento posteriore e una lateralizzazione significativa a destra nei valori di SL del segmento anteriore. Infine, non è stata riscontrata alcuna evidenza di una relazione tra gli indici di lateralizzazione e le misure di performance linguistica e di memoria verbale. Nel secondo studio, ho implementato un’analisi di connettività funzionale per testare se la lateralizzazione a sinistra negli inidici di connettività fra le regioni perisilviane prese in considerazione si osservasse mentre gli individui eseguivano un compito linguistico. Il risultato principale di questo secondo studio è stata una lateralizzazione significativa a destra nella connessione anteriore, quindi tra il giro frontale inferiore (IFG) e il lobo parietale inferiore (IPL). Nel terzo studio, ho combinato i dati DTI e fMRI per verificare se ci fosse una relazione significati tra misure di connettività strutturale e funzionale nel circuito perisilviano e se differisse tra i due emisferi. L’analisi di correlazione ha dimostrato correlazioni negative significative tra valori medi di FA nel segmento diretto del fascicolo arcuato e la forza della connettività funzionale tra il IFG e il giro temporale medio nell’emisfero sinistro, e tra valori di FA nel segmento anteriore e la connettività funzionale tra il IFG e il IPL nell’emisfero destro. Infine, non sono emerse correlazioni significative tra gli indici di lateralizzazione calcolati sui valori di FA e di connettività funzionale.
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BONANDRINI, ROLANDO. « Hello from the other side : a neuropsychological, behavioral and computational exploration of hemispheric asymmetries in reading ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/325875.

Texte intégral
Résumé :
La dominanza dell’emisfero cerebrale sinistro (ES) sul destro (ED) nell’ambito della lettura è ampiamente riconosciuto nell’ambito delle neuroscienze cognitive. Tuttavia, non è ancora chiaro se questa dominanza sia basata sulla completa cecità verbale dell’ED (dominanza assoluta dell’ES), o sulla presenza di rappresentazioni più deboli o minori in numero nell’ED rispetto all’ES (dominanza relativa dell’ES). In linea con la prima ipotesi, leggere dovrebbe essere impossibile se il “sistema delle rappresentazioni visive delle parole” nell’ES è lesionato e sia le connessioni afferenti ed efferenti di quest’area con il resto dell’ES sono interrotte dalla lesione. Inoltre, secondo questa ipotesi, le differenze emisferiche all’interno dei compiti di lettura lateralizzata sono spiegabili in termini di una maggiore sensibilità dell’ED rispetto all’ES a fattori di elaborazione ortografici pre-lessicali. Secondo l’approccio che propone una dominanza relativa dell’ES per la lettura e che suggerisce l’esistenza di abilità lessicali più limitate nell’ED rispetto all’ES, la lettura dovrebbe essere possibile anche in caso di lesione e disconnessione del “sistema delle rappresentazioni visive delle parole” nell’ES, sebbene limitata a parole frequenti e/o concrete. In linea con questo approccio, le differenze emisferiche in compiti di lettura lateralizzata sarebbero spiegabili da variabili semantico-lessicali. Le predizioni di questi modelli sono state testate attraverso uno studio comportamentale e di disconnessione strutturale in una paziente con Alessia Pura, e tramite due studi di lettura con campo visivo diviso (condotti su soggetti destrimani e destrimani e mancini, rispettivamente) in cui fattori lessicali e pre-lessicali sono stati manipolati. La presenza di abilità di lettura residue nel caso di lesione del “sistema delle rappresentazioni visive delle parole” dell’ES e di una sua disconnessione con il resto dell’ES, insieme all’evidenza che un effetto lessicale può spiegare l’effetto di campo visivo/emisfero all’interno di un compito di lettura lateralizzata, sono state considerate come prove a favore dell’ipotesi di una dominanza relativa dell’ES, in linea con la proposta che esista un lessico limitato/debole nell’ED. Uno studio computazionale condotto per simulare lo sviluppo di rappresentazioni ortografiche nei due emisferi suggerisce che rappresentazioni ortografiche più deboli nell’ED rispetto all’ES -che danno luogo a tale vantaggio relativo dell’ES sull’ED- potrebbero essere dovute a un inefficiente consolidamento di conoscenze ortografiche nell’ED.
The dominance of the left cerebral hemisphere (LH) over the right one (RH) for reading is widely recognized in the domain of cognitive neuroscience. However, it is still not clear whether such dominance is underlaid by a complete word blindness of the RH (absolute LH dominance) or by poorer/weaker lexical representations in the RH than in the LH (relative dominance). According to the first account, reading should be impossible when the visual word form system of the LH is lesioned and both afferent and efferent connections with the rest of the LH are interrupted by the lesion. Also, according to this account, hemispheric differences in lateralized reading in healthy subjects are explained by greater sensitivity of the RH than the LH to pre-lexical orthographic processing factors. According to the framework advocating a relative LH dominance for reading and suggesting poorer lexical orthographic abilities of the RH than the LH, reading should be possible even in case of lesion and disconnection of the LH reading system, although limited to frequent and/or concrete words. Accordingly, hemispheric differences in lateralized reading in healthy subjects should be explained by lexical-semantic factors. The predictions of these models were tested by means of a behavioral and structural disconnectome study on a patient with Pure Alexia, and two divided visual field reading studies (conducted on healthy right-handed and left-and right-handed subjects, respectively) in which pre-lexical and lexical factors were manipulated. Evidence of residual reading abilities in case of a LH visual word form system lesioned with both afferent and efferent connections with the rest of the LH being interrupted, together with evidence of a lexical effect accounting for visual field/hemisphere differences in lateralized reading supported the view of a relative LH dominance, according to the idea of the existence of a poorer/weaker orthographic lexicon in the RH. A computational modelling study conducted to simulate the development of orthographic representations in the two hemispheres suggested that weaker orthographic representations in the RH than in the LH -giving rise to such relative LH advantage for reading- could be due to inefficient consolidation of orthographic knowledge in the RH.
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Chiarelli, Valentina. « L'elaborazione mentale delle frazioni : studi comportamentali e neuropsicologici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8676.

Texte intégral
Résumé :
2011/2012
Espressioni come “Sono le 4 e ¾.” oppure “Vorrei metà del tuo panino”, che presuppongono una certa conoscenza delle frazioni, vengono utilizzate quotidianamente. Le frazioni sono usate per esprimere percentuali, proporzioni o delle misure anche molto comuni, come quelle dell’orologio, oppure possono aiutare a definire una relazione esistente tra un tutto e le sue parti. Un fallimento nella comprensione delle frazioni può determinare rilevanti difficoltà non soltanto nel mondo scolastico e professionale, ma anche nella vita di relazione con le altre persone. La presente tesi si propone di esplorare come le frazioni numeriche vengano elaborate da persone adulte senza e con deficit cognitivi. Il primo capitolo sperimentale (cap. 2) affronta la questione relativa alla possibile diversa modalità di elaborazione delle frazioni tra i due emisferi cerebrali utilizzando dei compiti di priming di comparazione numerica lateralizzati. Inoltre, attraverso l’uso di diversi standard di comparazione (½ e 1) si è voluto investigare se il contesto numerico e il tipo di compito possano influenzare la modalità di elaborazione. Nella seconda parte (cap. 3) utilizzando dei compiti di Stroop numerico e di Stroop fisico si è indagata l’elaborazione automatica e quella intenzionale delle frazioni, aspetti ancora poco considerati dalla letteratura sull’argomento. Nelle successive sezioni (cap. 4 e 5) viene esplorata la capacità di elaborare frazioni da parte di persone con lesioni e/o disfunzioni del sistema nervoso centrale (SNC) e con conseguenti deficit cognitivi. Infatti, fino ad ora nessuno studio si è occupato di valutare se le persone che hanno disturbi neuropsicologici siano in grado di elaborare questa tipologia di numeri e se esistano delle differenze rispetto a persone pari età e scolarità. In particolare, nel cap. 4 viene analizzata la prestazione di un paziente affetto da atrofia corticale posteriore, forma piuttosto rara di deterioramento cognitivo, che però presenta acalculia molto frequentemente come uno dei sintomi d’esordio. Nel cap. 5 è stata invece studiata la prestazione di un gruppo di pazienti con malattia di Parkinson senza demenza. Studi precedenti hanno rilevato che questa tipologia di pazienti presenta delle difficoltà nell’esecuzione di calcoli aritmetici e quindi, si è voluto vedere se fosse possibile generalizzare queste osservazioni anche alle frazioni. La parte conclusiva cerca, infine, di fare un quadro complessivo dei risultati ottenuti, evidenziando come ci siano delle differenze importanti tra l’elaborazione dei numeri naturali e quella dei numeri frazionari.
XXV - Ciclo
1982
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DE, GENNARO Luigi. « Effetto di lateralizzazione dei movimenti oculari di riflessione. Definizione delle condizioni in cui il fenomeno si manifesta ed effetti cognitivi sulla motilità oculare ». Doctoral thesis, 1990. http://hdl.handle.net/11573/154361.

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