Littérature scientifique sur le sujet « Istruzioni professionali »

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Articles de revues sur le sujet "Istruzioni professionali"

1

Barberis, Eduardo, et Domenico Carbone. « Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione. Un'introduzione ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 160 (août 2021) : 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160002.

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Résumé :
Questo contributo introduce il numero monografico su "Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione". La prima parte ricostruisce il contesto dell'introduzione di misure neoliberali nelle logiche di funzionamento delle pubbliche amministrazioni, definendo le caratteristiche di fondo del New Public Management ed individuando sia la loro rilevanza per i sistemi di istruzione, sia la necessità di non considerare la governance neoliberale come l'unico fattore trasformativo per le professioni e le organizzazioni educative. La seconda parte si concentra sugli effetti degli ingredienti manageriali nelle pratiche professionali, ove appunto le ricette neoliberali si inseriscono su modelli organizzativi preesistenti. La terza parte pone l'attenzione sui risvolti relativi all'identità professionale dei lavoratori e delle lavoratrici dell'istruzione, in particolare sul tema della frammentazione delle professioni e della responsabilizzazione individuale. Infine, vengono introdotti i contributi che fanno parte della special issue.
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2

Frisanco, Mauro, et Roberto Vicini. « Il tecnico Professionale dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale ». QT Quaderni di Tecnostruttura, no 36 (janvier 2010) : 141–44. http://dx.doi.org/10.3280/qt2009-036013.

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3

Antonazzo, Luca, Rocco Lancellotti et Gabriella Pappadŕ. « La qualificazione professionale ed il sistema ECVET in Italia. un caso studio nella formazione professionale del settore agroalimentare ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 98 (décembre 2012) : 87–122. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098008.

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Résumé :
L'Italia sta lavorando da anni per superare la frammentazione e la mancanza di integrazione che caratterizza lo scenario formativo-educativoprofessionale nazionale e per allinearsi alle politiche comunitarie volte a garantire la trasparenza dei percorsi formativi e il riconoscimento delle competenze comunque acquisite dagli individui al fine del conseguimento dei relativi titoli e qualifiche. L'obiettivo generale, in tale contesto, č quello di consentire l'inserimento o il reingresso nel sistema di istruzione e formazione professionale e di agevolare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. In tale scenario sono stati analizzati strumenti, procedure e prassi in via di consolidamento che costituiscono il riferimento per l'identificazione, il riconoscimento e la certificazione delle competenze. Pertanto, il presente lavoro introduce una disamina del lavoro svolto negli ultimi mesi a livello istituzionale per la identificazione degli standard professionali, di certificazione e formativi, finalizzati alla definizione e all'attuazione di un National Qualification Framework secondo le indicazioni dell'UE. In particolare, č stata analizzata la metodologia di sintesi adottata per la descrizione delle qualificazioni professionali e l'armonizzazione di tutte le fonti informative disponibili volte alla definizione di una procedura di certificazione delle competenze, sistematizzata e coordinata a livello nazionale. Inoltre, insieme a un'analisi dell'organizzazione dei sistemi di istruzione e formazione professionale (ridisegnata alla luce delle recenti riforme introdotte nel sistema nazionale), lo studio in oggetto ha analizzato la situazione della sperimentazione in Italia dello strumento ECVET attraverso i vari campi di applicazione e - in particolare - nel settore agroalimentare, attraverso uno dei tanti contributi di tipo bottom up che stanno predispo- nendo possibili soluzioni e pratiche che possono costituire un valido spunto di riflessione da sottoporre all'attenzione delle istituzioni e degli stakeholder.
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4

Gobbo, Raffaella. « Un esempio di interazione tra sistema formativo tecnico-professionale e territorio : il biellese tra UnitÀ ed etÀ giolittiana ». SOCIETÀ E STORIA, no 123 (juin 2009) : 57–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-123004.

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Résumé :
- The author analyses interactions and mutual influences between technical-professional education and industrial development in and around Biella in the decades from the Unification of Italy and the age of Giolitti. The environment, the economy and the production system, as well as the actions of the leading social agents - enterpreneurs, local administrators, families, school system - are all taken into account. This enables the author to show how effective education, especially secondary education, can be in furthering industrialization and territorial development. Particular attention is paid to the reconstruction of the career prospects of students who attended the technical-vocational schools considered in the essay, with a view to assessing the degree of correspondence between educational achievements and the skills acquired and deployed at work.Keywords: Biella; XIX-XX centuries; educational system; industrial development; career prospectsParole chiave: Biellese, sec. XIX-XX, sistema produttivo, sistema formativo, istruzione tecnico-professionale, destinazioni lavorative
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5

Salvatori, Enrica. « Hardcore history : ovvero la storia in podcast ». MEMORIA E RICERCA, no 30 (juillet 2009) : 171–87. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-030015.

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Résumé :
- This essay wish to analyze several podcasts of historical subject, independent and institutional ones, that have simple popular contents or educational aims or commercial purposes. The analysis is lead on podcast in Italian, English, Spanish and French language that were «on air» until December 2008. The author considers as key factors the topics, the podcaster's professional qualification and the presence of cultural institutions. Moreover the relations between the independent podcasts and the educational one are emphasized.Parole chiave: storia, podcast, divulgazione,istruzione, itunes, media history, podcast, popularization, education, itunes, media
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6

Impicciatore, Roberto, et Dario Tuorto. « Mobilitŕ interna e istruzione universitaria : risorse familiari, individuali e opportunitŕ di ascesa sociale nell'occupazione ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 121 (février 2011) : 51–78. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121004.

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Résumé :
Uno degli aspetti più interessanti delle recenti migrazioni interne è l'elevato livello di capitale umano dei migranti. La mobilitŕ per motivi di studio puň rappresentare un canale decisivo di mobilitŕ sociale per persone che desiderano incrementare le loro competenze e acquisizioni, ma non dispongono di risorse familiari e reti sociali tali da poter competere nel mercato del lavoro meridionale. Il lavoro intende verificare tale ipotesi utilizzando i dati dell'Istat sull'inserimento professionale dei laureati. I risultati confermano il ruolo cruciale della provenienza familiare (classe sociale e livello di istruzione di entrambi i genitori) non solo per quanto riguarda la decisione di emigrare dal Sud verso il Centro-nord allo scopo di conseguire un titolo di studio di terzo livello, ma anche di ritornare nelle zone di origine dopo aver completato il percorso di studio, il che avviene più di frequente per i figli dei lavoratori autonomi.
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7

del Gobbo, Giovanna. « I professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112007.

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Résumé :
La riconversione e riorganizzazione dei processi economici (greening) e una dif-fusa responsabilità, anche individuale, rispetto all'ambiente e al territorio nella direzione di una "green society" oltre che della "green economy" sembrano poter aprire un potenziale mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale. Le unità professionali operanti in attività di educazione, formazione e sensibilizzazione ambientale ad oggi sono varie. Le attività sono svolte, per lo più, da figure operanti in ambiti e settori diversi (public utilities, turismo, servizi culturali, escursionismo, tutela del patrimonio ambientale, agricoltura, educazione e istruzione, ecc.) vanno a definire una famiglia dai contorni indistinti, senza una univoca definizione di ruoli, aree di attività, competenze e percorsi for-mativi. Il presente contributo intende offrire uno sguardo introduttivo su un pro-blema che richiede necessariamente un approccio sistemico e sollecita la riflessione pedagogica sull'ambiente ad una interlocuzione più forte e mirata con il mercato del lavoro a garanzia di processi di professionalizzazione la cui utilità sociale ed economica sembra indiscutibile.
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8

Palumbo, Mauro, et Sonia Startari. « La valutazione e la certificazione delle competenze nei percorsi di Istruzione e Formazione Tecnico Superiore (IFTS) della Regione Liguria ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 50 (décembre 2012) : 109–25. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050007.

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Résumé :
Il contributo intende descrivere l'esperienza di un progetto pilota della Regione Liguria sulla "creditizzazione" e la valutazione delle competenze acquisite nei percorsi di Istruzione Formazione Tecnico Superiore (IFTS). Tale sperimentazione ha comportato una riflessione con diversi stakeholder del mondo della scuola, della formazione professionale e delle imprese, sul concetto di competenza e di credito formativo e, soprattutto, sul come connetterli in un processo di riconoscimento e valutazione. I contenuti e le metodologie sono stati sviluppati in modo partecipato e la stessa partecipazione ha comportato la messa in discussione del modo in cui fino a quel momento i vari soggetti avevano operato e dei diversi significati che attribuivano ai diversi concetti implicati. In una prospettiva sperimentale sono stati affrontati alcuni dei principali problemi relativi alla costruzione e alla messa in pratica di una metodologia di valutazione e riconoscimento delle competenze e dei crediti; in questo modo si č pervenuti a definizioni convergenti che hanno permesso di mettere a sistema un modello condiviso, frutto di un vero e proprio reframing dei processi attivati. Infatti, il lavoro comune finalizzato alla condivisione di modelli e metodologie ha prodotto un consenso sul piano operativo che ha generato anche un lessico e una sintassi comune e una rivisitazione delle concettualizzazioni implicite con cui gli operatori si erano fino a quel momento accostati a questi temi.
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Mugarra, Miriam Velazco. « Derecho Agrario : instrumento del desarrollo agrícola y rural ». Przegląd Prawa Rolnego, no 2(23) (15 décembre 2018) : 159–69. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.12.

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Résumé :
L’obiettivo dell’articolo è di presentare le sfide contemporanee del diritto agrario in materia di sviluppo sostenibile delle zone rurali, tenendo conto delle politiche agricole attuate a livello locale, regionale, internazionale e globale. Nello specifico si è cercato di approfondire l’influenza del c.d. approccio territoriale allo sviluppo sostenibile delle zone rurali e la sua importanza per il diritto agrario. Per attuare il concetto di agricoltura sostenibile a Cuba è necessaria un’implementazione decisiva del progresso tecnologico, una moderata, razionale ed economicamente giustificata intensificazione della produzione e un contenimento del degrado della produttività potenziale del suolo. È inoltre inevitabile ampliare e modernizzare l’infrastruttura tecnica delle zone rurali e delle aziende agricole stesse. Oltre alla necessità di aumentare il livello di istruzione e di conoscenza professionale da parte degli agricoltori, come anche il livello di consapevolezza ecologica, queste azioni richiedono un sostegno finanziario tramite stanziamenti del bilancio pubblico e dei fondi regionali. È anche necessario migliorare il reddito agricolo, in quanto esso determina le possibilità di intraprendere investimenti e attività pro-ecologiche, che a loro volta determinano la sicurezza alimentare del Paese. Secondo l’autore, l’approccio territoriale è uno strumento efficace che facilita la gestione pubblica delle zone rurali e contribuisce a un ulteriore sviluppo socio-economico della popolazione rurale.
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Bonini, Emanuela, et Alberto Vergani. « Valutare gli studenti per valutare il sistema : una esperienza della Provincia di Varese ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 42 (juillet 2009) : 123–40. http://dx.doi.org/10.3280/riv2008-042008.

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Résumé :
- The article presents the main results of a system level evaluation of learning outcomes concerning compulsory Vocational Training (VT) 3-years courses final formal examinations. This evaluation, carried out by the Education and Vocational Training Department of an italian Province (Varese), specifically deals with the use of single student learning standardized outcomes as a crucial component - if properly designed, managed and processed - of the evaluation of a local institutional VT system as a whole. This is quite a challenging task in Italy due both to the territorial differences existing in VT policies and institutional responsibilities and to the weakness of system evaluation culture, models and experiences in VT specifically and in education in general. The evaluation, conducted with the supervision of the two authors, will be presented and briefly discussed mainly by a methodological perspective. It will focus on the way in which learning contexts, training contents and trainees characteristics have been included into the evaluative analysis as factors potentially able: a) to explain, at a system level, the learning outcomes of the students; b) to offer the local stakeholders a comprehensive set of information and evidences to be used for the improvement of VT policies, programmes and single interventions.Key words: educational and vocational training, learning outcomes assessment, system evaluation, comparison, explicationParole chiave: istruzione e formazione professionale, valutazione di sistema, valutazione degli apprendimenti, comparazione, spiegazione
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Thèses sur le sujet "Istruzioni professionali"

1

Zanetti, Silvia <1951&gt. « Teacher Professional Development per l’innovazione nell'educazione scientifica ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1012.

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Résumé :
I mutamenti verificatisi a livello dell'istruzione e nell'ambito della società comportano per la professione insegnante la necessità di rispondere a nuove esigenze. Alcune ricerche dimostrano una correlazione positiva fra la formazione in servizio degli insegnanti e i risultati degli allievi; quindi il miglioramento della qualità della formazione per lo sviluppo professionale degli insegnanti (Teacher Professional Development) è diventato uno dei principali obiettivi dei sistemi d'istruzione europei. In questa tesi si propone un’analisi dei fattori che possono incidere sulla diffusione dell’innovazione nell’insegnamento delle Scienze e sull’efficacia dei programmi Teacher Professional Development (PD) per gli insegnanti di Scienze. Dapprima s’indaga sulla resistenza all’innovazione manifestata dagli insegnanti, poi in base ai dati ricavati dall’indagine e all’analisi di documenti si perviene all’individuazione di possibili criteri di efficacia dei programmi PD. Sulla base di tali criteri viene, infine, condotta un’analisi comparata tra due modelli PD sperimentati in Europa, per pervenire ad una proposta di modello PD efficace per la diffusione dell’innovazione nell’educazione scientifica.
Changes in education and in society place new demands on the teaching profession. Research have found positive relationships between in-service teacher training and student achievement; improving the quality of Teacher Professional Development is, therefore, an important goal for Europe's education systems. This thesis proposes an analysis of the factors that may affect the diffusion of innovation in science education and the effectiveness of the programs Teacher Professional Development (PD) for teachers of Science. First inquired on the resistance to innovation manifested by teachers, then according to data obtained by the investigation and analysis of documents was drawn to the identification of possible criteria for program effectiveness PD. Based on these criteria is, finally, conduct a comparative analysis between two PD models tested in Europe, to arrive at a proposed PD model for circulating innovation in science education.
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2

Caroli, Simone. « Il sistema di formazione duale in Italia : il progetto "Integrazione scuola-lavoro in alternanza potenziata, apprendistato di primo livello, e apprendistato professionalizzante" della Fondazione A. Badoni ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77238.

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Résumé :
Esiste, in Italia, la possibilità di sviluppare un sistema di formazione duale come quello tedesco? Sarebbe una possibilità economicamente sostenibile? Sarebbe accolto con favore dalle scuole e dagli enti formativi italiani? Su quali basi pedagogiche? E su quali, invece, giuridiche? Raccolto e revisionato un considerevole quantitativo di contributi letterari, il presente lavoro cerca di rispondere alle domande di cui sopra, guardando in particolare al sistema produttivo e formativo italiano, caratterizzati da piccole e medie imprese, e, dal lato della formazione, da una tendenza ad evitare contatti tra scuole e imprese. La literature review si concentra su tre aspetti. Primo, i vantaggi economici dell’attuazione di sistemi di formazione duale, in particolare nella forma legale dell’apprendistato e svolti in piccole e medie imprese. Secondo, i punti di vista delle ricerche giuridiche e pedagogiche su: formazione integrata scuola-lavoro, sistemi di formazione duale, apprendistato, e alternanza scuola-lavoro in genere, presentati insieme a studi statistici che rivelano la diffusione, in Italia, di questi schemi. Terzo, il processo di valutazione e validazione di competenze maturare nei contesti sopra menzionati. Nel corpo della tesi, quindi, sono presentati tre risultati principali. Primo, non esiste prova del fatto che sia impossibile attuare in Italia un sistema duale di successo; al contrario, tale attuazione sarebbe un’opportunità favorevole per aziende, giovani, istituzioni formative, e per il tessuto sociale in genere. Secondo, l’ordinamento italiano permette l’attivazione di un sistema di formazione duale pienamente e opportunamente strutturato. Considerando inoltre gli studi pedagogici esaminati, la letteratura ed il dibattito in materia sembrano giunti ad una maturazione tale da poter orientare la stesura di programmi e piani formativi, tenendo conto in particolare delle – non sempre ingiustificate – voci critiche e delle risposte date alle più rilevanti problematiche. Terzo, vi è la forte possibilità che a far da pietra d’angolo per il sistema italiano di formazione duale sia una procedura di valutazione ed attestazione di competenze funzionante a dovere, quale sintetizzazione di conoscenze ed abilità da poter spendere sia nel sistema formativo che sul mercato del lavoro. Un ultimo capitolo, infine, è dedicato alla presentazione di un case study: il sistema di formazione duale sperimentato dalla Fondazione A. Badoni di Lecco, che, sfruttando anche il dispositivo legale del recentemente riformato apprendistato per gli studenti delle scuole superiori, permette ai suoi partecipanti di ottenere un diploma di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) lavorando due o tre giorni alla settimane in aziende manifatturiere e frequentando un centro accreditato per l’erogazione di IeFP nei restanti giorni della settimana.
Is there an actual possibility, for Italy, to develop an educational dual system like the German one? Would this possibility be economically affordable? Could it be positively welcomed by Italian schools and VET institutions? What pedagogical basis on? And what about the legal ones? Collected and reviewed a valuable amount of literary contributions, this essay tries to answer the above questions, with particular regard about the Italian productive and educational systems, characterized by small and medium enterprises and, on the educational side, by a quite deep tendency to avoid contacts between schools and companies. The literature review focuses on three aspects. First, the economic advantages in implementing systems of dual education, particularly in the legal framework of the apprenticeship and in small and medium businesses. Second, the points of view of legal and pedagogical researches on the issues of: school-and-work integrated education, dual systems, apprenticeship, and school-and-work alternating training, presented together with statistical studies about the diffusion of such working-educational schemes in Italy. Third, the process of assessing and validating skills developed in the mentioned contexts. Within the body of the essay, then, the three main results of the examined studies are presented. First, there is no evidence against a successful implementation of a dual educational system in Italy; contrariwise, it would be a favorable opportunity for companies, youth, educational institutions, and the social texture in general. Second, the Italian regulation allows a fully and properly structured activation of dual educational system routes. Furthermore, considering the reviewed pedagogical studies, the literature and the debate seems mature enough to be able to advise how to orientate formative plans and programs, taking into particular account the – not always unjustified – critical voices and the replies about the most relevant issues. Third, there is the strong possibility that a properly functioning process of skills assessment and validation can be the corner stone of such dual educational system courses, synthesizing the acquisition of knowledge and abilities to be spent both in the education system and in the labor market. One last chapter, finally, is devoted to the presentation of a case study: the dual educational system experimented by the Fondazione A. Badoni of Lecco (Lombardy, Italy), which, exploiting also the legal framework of the newly reformed apprenticeship for school students, allows its participants to obtain a VET diploma working two or three days a week in manufacturing companies and attending a VET school for the rest of the week.
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Grabowski, Gabriel. « Financiamento da educação profissional no Brasil : contradições e desafios ». reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2010. http://hdl.handle.net/10183/27074.

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Résumé :
Questa tesi si trova nella linea di ricerca Lavoro, Movimenti Sociali e Istruzione ed ha il concetto che l'istruzione è un bene pubblico, un diritto soggettivo individuale ed un diritto oggettivo sociale, riaffermando che si tratta di una politica pubblica di competenza dello Stato, strategica e indispensabile per un progetto di nazione libera e sovrana. Questo studio tratta, nel campo della formazione delle politiche pubbliche di istruzione, del finanziamento dell’istruzione professionale in Brasile: sue contraddizioni e sfide*, da una analisi della configurazione dello Stato brasiliano, del finanziamento del'istruzione nel paese, della scelta di molti programmi di istruzione professionale a scapito di politiche globali, prendendo il programma nazionale di espansione della educazione professionale (PROEP) e il Programma Nazionale de Inclusione dei Giovani: Istruzione, Qualificazione e Azione Comunitaria (PROJOVEM) come casi di studio. È una ricerca per capire come il modello adottato dallo Stato brasiliano in materia di istruzione professionale è, volutamente, strutturato e orientato a servire gli interessi del settore privato, che opera e torna egemonica la fornitura di questo modelo nel paese. In questo senso, si segnalano le modalità in cui lo Stato fornisce fondi del governo allo scopo di sviluppare investimenti diversificati, sia per mezzo di trasferimenti diretti, di programmi, o di trasferimenti indiretti attraverso esenzione fiscale e previdenziale, o anche di finanziamento e qualificazione della forza lavoro per per l’investimento e/o dell’implementazione della formazione tecnica e professionale per gli interessi del mercato. Gli studi sono stati condotti da un punto di vista e approccio teorico marxisti, prendendo la dialettica come metodo di articolazione categoriale che procede attraverso l'elevazione dall’astratto al concreto, dal meno complesso al più complesso. Il materialismo storico, a sua volta, ha guidato lo studio della realtà e del finanziamento dell'educazione come totalità contraddittorie.
A presente tese situa-se na linha de pesquisa Trabalho, Movimentos Sociais e Educação e concebe que a educação é um bem público, um direito subjetivo individual e um direito objetivo social, reafirmando que é uma política pública de responsabilidade do Estado, estratégica e imprescindível para um projeto de nação livre e soberana. Este estudo aborda, no campo das políticas públicas educacionais, o Financiamento da Educação Profissional no Brasil: suas contradições e desafios*, a partir de uma análise da configuração do Estado brasileiro, do financiamento da educação no país, da opção por diversos programas de educação profissional em detrimento de uma política pública global, tomando o Programa Nacional de Expansão da Educação Profissional (PROEP) e o Programa Nacional de Inclusão de Jovens: Educação, Qualificação e Ação Comunitária (PROJOVEM) como estudos de caso. A investigação está direcionada visando compreender como o modelo adotado pelo Estado brasileiro na educação profissional está, propositadamente, estruturado e voltado, para atender os interesses do setor privado que atua e hegemoniza a oferta desta modalidade no país. As formas que o Estado disponibiliza fundos públicos a serviço da reprodução do capital é diversificada, ora através repasses diretos por meio de programas, ora através de repasses indiretos por meio de isenções fiscais e previdenciárias, ou mesmo financiando e qualificando a força de trabalho para o capital e/ou instrumentalizando a formação técnico-profissional aos interesses do mercado. Os estudos da tese foram realizados a partir de uma perspectiva e abordagem teórica marxista, tomando a dialética como um método de articulação categorial que procede mediante a elevação do abstrato ao concreto, do menos complexo ao mais complexo. Já o materialismo histórico orientou o estudo da realidade e do financiamento da educação como totalidades contraditórias.
This thesis is inserted in the research field Work, Social Movements and Education, and believes that Education is a public property, an individual subjective right and an objective social right, as well, reaffirming that Education is a public policy on the State responsibility, strategical and indispensable to any project by any free and sovereign nation. This study comprehends, in the public educational Field, the Professional Education Financing in Brazil: its contradictions and challenges*, from an analysis of a configuration of the Brazilian State, of the financing of Brazilian Education, and of the option by several professional educational programs, with the detriment of a global public policy, getting the National Program to increase the Professional Educational (PROEP), and the National Program for Youth Inclusion: Education, Qualification and Communitarian Action (PROJOVEM) as case studies. The investigation aims to understand how the model adopted by the Brazilian State in the Professional Education is, intentionally, structured and directed to attend the private sector's interests, which acts and predominates this modality offered in this country. In this sense, it is important to highlight that the ways that the State offers public funds for the capital reprodution are diversified, one time through direct passes, by programs, and in other times through indirect passes, by providential and exemption of taxes, as well as financing and qualifying the workforce to the capital or to instrumentalising the professional technical formation for the market interests. The studies were done from a Marxist approach, getting the dialectic as method of categorical articulation, which proceeds by means of the elevation from the abstract to the concrete, from the less to the most complex one. The historical materialism, by its means, oriented the study and the reality of the educational financing as contradictory totalities.
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4

VIOLA, Valeria. « Dalle scuole di disegno ai musei di arte industriale. Percorsi di educazione ed istruzione artistico e professionale in Italia durante l’Ottocento. L’esperienza del Molise ». Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11393/192702.

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Résumé :
La ricerca pone l’attenzione su un terreno ancora poco esplorato dalla storiografia scolastico-educativa, quello relativo alla storia dell’istruzione artistica, tecnica e professionale in Italia dalla stagione preunitaria fino agli ultimi anni dell’Ottocento. Finora questa branca dell’educazione è stata oggetto di rapide analisi, o di semplici segnalazioni, da parte degli studi di settore che hanno teso per lo più a inquadrare il tema nelle linee generali, evidenziando i passaggi più significativi della sua evoluzione legislativa, tralasciando spesso gli aspetti economici e sociali che la caratterizzano per la sua posizione equidistante tra il mondo educativo e quello della produzione. La natura polifunzionale delle scuole di mestiere, da sempre preposte sia alla gestione delle emergenze sociali - come il recupero dei poveri attraverso l’addestramento al lavoro - sia allo sviluppo dell’economia - mediante il miglioramento della manodopera specializzata - richiede, infatti, un punto di osservazione più ampio che spazi dal campo dell’educazione a quello delle scienze sociali. Da un lato, quindi, ci si è avvalsi dei contributi della storiografia storico-educativa recente, attenta ad analizzare il rapporto d’interdipendenza tra la politica economica e quella scolastica e, di quella che ha approfondito l’aspetto filantropico della questione, esaminando le scuole di lavoro sorte su iniziativa degli enti pubblici o privati di beneficenza. Hanno costituito, infine, oggetto di particolare attenzione anche alcuni saggi della produzione storiografica storico-artistica che hanno indagato il linguaggio figurativo sviluppatosi in Europa dalla metà dell’Ottocento attraverso l’arte industriale e i percorsi formativi ad essa connessi. La complessità del tema ha richiesto di strutturare il lavoro su più livelli, a ciascuno del quale è stato dedicato un capitolo. Il primo e il terzo capitolo mirano a ripercorrere l’evoluzione delle politiche perseguite in materia d’istruzione tecnica e professionale dal ceto politico liberale tra il 1861 e il 1898 e gli orientamenti normativi seguiti in materia dal ministero della Pubblica Istruzione e da quello di Agricoltura, Industria e Commercio. L’operazione ha consentito di ricostruire in maniera pressoché puntuale l’evoluzione di tale segmento dell’istruzione, all’interno del quale sono stati evidenziati i passaggi salienti delle linee adottate e rilevate le dinamiche conflittuali che regolarono il rapporto tra i due ministeri competenti, innescate principalmente attorno al dibattito relativo all’assegnazione delle competenze in materia e al tema del coordinamento delle scuole tecniche con gli istituti tecnici. Questo lungo excursus è stato intervallato dallo studio svolto nel secondo capitolo del carteggio conservato presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma dell’inchiesta Scialoja, condotta tra il 1872 e il 1875, relativo alle scuole tecniche: esso ha fornito una lente d’ingrandimento attraverso la quale è stato possibile analizzare meglio tali nodi tematici e, soprattutto, guardare a una distanza ravvicinata le scuole tecniche, evidenziandone punti di forza e criticità, riuscendo a delineare un loro un profilo culturale più definito e un quadro più completo del loro funzionamento. Nel quadro delle iniziative volte a favorire lo sviluppo dell’istruzione artistica, tecnica e professionale, è stata rivolta particolare attenzione all’analisi delle pratiche espositive e di competizione connesse a tali processi di apprendimento che incontrarono il loro massimo compimento nelle esposizioni universali inaugurate in Francia e in Inghilterra alla metà dell’Ottocento. All’interno del quarto capitolo si è voluto, in particolare, comprendere meglio il ruolo che tali eventi rivestirono nella diffusione delle conoscenze e nell’apprendimento delle nuove tecnologie tra gli operatori del comparto produttivo e sull’impatto che ebbero, in Italia specialmente partire dalla fine degli anni Sessanta, nella definizione delle politiche economiche ed educative. Furono le esposizioni universali, infatti, a ridefinire i termini della questione in materia di educazione professionale in Europa. I progressi dell’industria in generale e, in particolare, dell’arte industriale prodotta dagli istituti nati sul modello del South Kensington Museum di Londra - i nuovi centri di formazione degli addetti a questa nuova produzione che aveva conquistato il mercato - sollecitarono il governo italiano a professionalizzare il proprio sistema formativo avviando un processo, mai compiuto, di riscatto culturale del sapere tecnico che trovava il suo fondamento nell’insegnamento del disegno, com’è illustrato nel quinto capitolo. L’analisi delle politiche relative all’istruzione artistica, tecnica e professionale copre una periodizzazione che, pur orientata prevalentemente a mettere a fuoco le scelte operate nel quarantennio postunitario, non trascura di prendere in esame linee di intervento ed esperienze maturate nel periodo preunitario. Tale scelta trova la sua ragione nel fatto che, soprattutto nei decenni che precedettero l’Unità, molte scuole di mestiere erano esterne al sistema d’istruzione statale o a mezza strada tra questo e quello economico, come i reclusori-manifattura che risultarono insieme luoghi di recupero sociale, addestramento professionale e centri di produzione inseriti a pieno titolo all’interno del circuito economico. Per tali considerazioni, si è deciso di illustrare negli ultimi due capitoli le politiche scolastiche adottate nel meridione prima dai governi del Regno di Napoli e delle Due Sicilie, e poi da quello nazionale, con particolare attenzione al contesto locale attraverso l’individuazione degli itinerari e dei processi formativi per gli addetti all’industria, sia legati al modello della carità produttiva ispirata ai reclusori-manifattura, come le case pie di lavoro e gli orfanotrofi, sia a quelli di supporto alla formazione degli operai promossi su iniziativa delle forze imprenditoriali e politiche cittadine, quali le scuole serali per gli artigiani e le scuole di disegno applicato alle arti. Accanto ai maggiori itinerari formativi a indirizzo tecnico, come la Scuola di disegno lineare nata a Campobasso nel 1842 e quelle tecniche aperte tra gli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento a Campobasso (1869) ad Agnone (1870) ed a Isernia (1872), hanno costituito oggetto di trattazione o di rapide segnalazioni, anche le istituzioni minori sorte in Provincia di Molise a sostegno dei bisognosi o dei lavoratori analfabeti. Sulle indicazioni dei recenti contributi della storiografia di settore, attenta a evidenziare le relazioni tra la politica economica e quella scolastica, si è cercato di approfondire il peso esercitato dal sistema dell’educazione produttiva, interno e parallelo a quello statale nel largo periodo analizzato, nella definizione del tessuto sociale, in quello economico, nel linguaggio figurativo dell’arte industriale e, non ultimo, il ruolo rivestito nella costruzione dell’edificio nazionale. In tal senso l’indagine ha messo a fuoco il ruolo esercitato dalle scuole tecniche inaugurate dalla legge Casati che, a causa del loro assetto culturale, più che offrire un contributo immediato allo sviluppo dei processi d’industrializzazione, ebbero la funzione di concorrere ad estendere le basi del consenso tra il ceto medio e, soprattutto, di formarne l’identità nazionale. Una vera e propria missione alla quale non si sottrassero le forze politiche e imprenditoriali della provincia molisana all’indomani dell’Unità. Un diffuso sentimento di paternalismo patriottico tra i liberali diede vita a diverse esperienze formative rivolte agli operai, finalizzate alla formazione del sentimento nazionale e al progresso materiale della Provincia di Molise nel quadro di quella dello Stato.
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Livres sur le sujet "Istruzioni professionali"

1

Scazzoso, Mario. Istruzione professionale e società nella Lombardia austriaca. Milano : Vita e pensiero, 1994.

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2

Rovelli, Roberto. Metodologia della ricerca : Su istruzione, stratificazione e mobilità socio-professionale. Palermo : ILA Palma, 1990.

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3

Borgia, Vincenzo. Scuola e lavoro in Calabria : Istruzione, formazione professionale, occupazione giovanile. Roma : Gangemi, 1989.

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4

Santagati, Mariagrazia. Formazione, chance di integrazione : Gli adolescenti stranieri nel sistema di istruzione e formazione professionale. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2011.

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5

Santagati, Mariagrazia. Formazione, chance di integrazione : Gli adolescenti stranieri nel sistema di istruzione e formazione professionale. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2011.

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6

Cenedella, Cristina. Oltre l'assistenza : Lavoro e istruzione professionale negli istituti per l'infanzia irregolare tra Sette e Novecento. Milano : Vita e pensiero, 2015.

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7

Milla, Minelli, et Cinquini Valeria, dir. Con la massima sollecitudine : A scuola nell'anno delle leggi razziali. Bologna : CLUEB, 2000.

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8

Valeria, Cinquini, Minelli Milla, Istituto statale di istruzione tecnica, commerciale e professionale "Cresenzi-Tanari". et Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna., dir. Con la massima sollecitudine : A scuola nell'anno delle leggi razziali. Bologna : CLUEB, 2000.

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9

Livelli di istruzione elevati e struttura professionale dell'occupazione in Italia. Milano : Franco Angeli, 1998.

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Chapitres de livres sur le sujet "Istruzioni professionali"

1

Poli, Annamaria, et Daniela Tamburini. « The Language of Cinema Fosters the Development of Soft Skills for Inclusion and Interdisciplinary Learning ». Dans Handbook of Research on Software Quality Innovation in Interactive Systems, 324–37. IGI Global, 2021. http://dx.doi.org/10.4018/978-1-7998-7010-4.ch013.

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Résumé :
This chapter presents research on an Italian education project implemented with immigrant students attending C.P.I.A. courses in Bergamo (Centro Provinciale Istruzione Adulti – Provincial Adult Education Center). This contribution proposes an educational experience characterized by an interactive approach among different disciplines. The title of the project was Cinema as a resource for enhancing interdisciplinary teaching and learning by harnessing knowledge and skills from across different subject areas: from Italian language to geography and history, and from science and maths to the visual arts. Over the four years of the project, film was used in multiple ways as a tool/resource for teaching-learning focused on developing school inclusion. The overall aims of the project were to incorporate the cinema into the construction of an interdisciplinary teaching/learning path, while seeking to integrate theory and praxis within a collaborative professional development and research model. The project activities were designed in keeping with EU recommendations on core competences for ongoing learning. From 2006 to 2018, the European Parliament and Council approved a set of “Recommendations on Key Competences for Lifelong Learning,” that is to say, knowledge, skills, and attitudes that will help learners find personal fulfilment and, later in life, find work and take part in society. The project was also informed by recent Italian legislation encouraging the use of cinema in education, particularly Law 14 November 2016, No. 220, containing “Discipline of Cinema and Audiovisual” and the Law 13 July 2015, No. 107, the school reform framework “La BuonaScuola.”
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