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Amann-Gainotti, Meret. « Violenze nella coppia coniugale : cosa hanno da dire gli uomini ? » RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (janvier 2011) : 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2010-002005.

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Résumé :
Obiettivo del contributo č di fornire dati preliminari su alcuni punti di vista maschili, ricavati da uno studio pilota condotto a Ginevra presso l'Associazione Vires, un organismo che si occupa di prevenzione e di trattamento delle violenze esercitate nella coppia e nella famiglia, interessandosi prevalentemente degli uomini autori di violenze nell'ambito familiare, ma dando anche ascolto a uomini che si presentano spontaneamente per cercare aiuto. La ricerca č condotta in collaborazione con la Cattedra di Psicologia dello Sviluppo e di Psicologia dell'Educazione della Facoltŕ di Scienze della Formazione dell'Universitŕ di Roma Tre e si ricollega ad una precedente esperienza di collaborazione con il Centro Antiviolenza della Provincia di Roma. Sono stati intervistati con uno schema di intervista qualitativa della durata di 2-3 ore, 4 uomini che hanno accettato di collaborare. Le interviste sono state interamente registrate e trascritte; in tal modo č stato possibile rilevare una serie di temi conflittuali e di nodi problematici che facevano da sfondo ai comportamenti violenti dei soggetti. Č stato inoltre rilevato che, nelle coppie in esame, non solo l'uomo, ma anche le donne sono soggette a scatti d'ira, collera, aggressioni, soprattutto verbali, ma a volte anche fisiche. Un altro dato significativo che viene messo in risalto nelle interviste č l'importanza assunta dal fatto di essere stato esposto/a a comportamenti genitoriali violenti nell'infanzia.
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Sommella, Dorothy, Juliana Seger Sanvicente, Vito Sugamele, Francesca Treccani et Antonello D’Elia. « Pezzi di padri. Ricomporre ruoli e funzioni dopo la ferita del divorzio ». TERAPIA FAMILIARE, no 124 (février 2021) : 99–116. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124006.

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Résumé :
Dopo una breve panoramica sulla trasformazione sociale della figura paterna e un accenno alla normativa vigente in Italia sulla situazione dei genitori separati e/o divorziati, l'articolo presenta un'indagine esplorativa che si avvale di una intervista qualitativa a cui è stato sottoposto un campione rappresentativo di padri coinvolti nell'evento separativo; si riportano poi degli approfondimenti sulla paternità relativi a contesti non clinici, campo di esperienza di alcuni degli autori, volti a gettare un primo sguardo allargato sul tema. Centrali nella riflessione gli esiti delle ferite del divorzio e le possibilità che, una volta sanate, le stesse possano offrire ai tanti padri disposti a rimettersi in gioco.
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Dodaro, Maria. « Giovani e imprenditorialità : il pluralismo delle strategie e dei fattori di spinta e il ruolo delle politiche ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 158 (novembre 2020) : 264–83. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158013.

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L'articolo analizza le esperienze di giovani beneficiari di misure a sostegno dell'imprenditorialità del Comune di Milano. Lo scopo del contributo è di esaminare come, e a quali condizioni, motivazioni e spinte differenti all'avvio di impresa possono combinarsi. A partire dai risultati di una ricerca qualitativa, condotta con interviste semi-strutturate a giovani e attori di policy, lo studio mette in luce il pluralismo delle motivazioni e dei fattori che contribuiscono ad informare le strategie imprenditoriali dei giovani intervistati. Inoltre, evidenzia la rilevanza delle politiche urbane e delle condizioni sociali, economiche e istituzionali a fronte delle quali questo pluralismo prende forma.
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Xodo, Alberta, Monica Conz, Sara Vianello et Luana Buffon. « Il processo di aderenza alle disposizioni precauzionali COVID-19 in 55 bambini trevigiani intervistati nei primi 10 giorni di quarantena successivi al DPCM 9 marzo 2020 ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (février 2022) : 91–113. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001006.

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Résumé :
Nei primi 10 giorni del lockdown disposto dal DPCM 9 Marzo 2020, sono stati intervista-ti 55 bambini e adolescenti della provincia di Treviso, per comprendere la loro esperienza ri-spetto alla situazione di confinamento dovuto a ragioni sanitarie. L'intervista narrativa ha rilevato che fin dai primi giorni di quarantena, i bambini presentavano una buona conoscenza delle caratteristiche della pandemia e delle disposizioni precauzionali; tuttavia, tali informazioni venivano mutuate dalle comunicazioni tra adulti e dai programmi televisivi, lasciando nei bambini un senso di angoscia, gestito attraverso strategie di coping personali, e raramente grazie all'aiuto degli adulti. L'aderenza alle disposizioni precauzionali in questa fase ha avuto la funzione di contenere le proprie paure e di stabilizzare i legami coi genitori, attraverso il senso di appartenenza alla cultura famigliare e alla differenziazione con altri adulti percepiti come avversari o non alleati. La ricerca incoraggia il coinvolgimento dei bambini nelle interviste qualitative che li riguardano, in quanto soggetti attivi generatori di salute.
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Minello, Alessandra, et Concetta Russo. « Dentro lo schema. Accademiche italiane tra ricerca e didattica ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 160 (août 2021) : 88–109. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160005.

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Il lavoro accademico si divide tra ricerca, didattica e attività amministrative. Dopo la riforma Gelmini, la ricerca ha un peso rilevante ai fini dell'avanzamento di carriera. Secondo la letteratura, le donne sono più propense ad assumersi i compiti di insegnamento e quelli amministrativi, in virtù di un gender scheme che le vede più portate per queste mansioni. Le donne hanno meno probabilità di raggiungere posizioni apicali e le raggiungono più lentamente. In questo articolo esploriamo il ruolo attribuito dalle accademiche italiane ai compiti di didattica, indagando i percorsi di adattamento/resistenza alle nuove regole di competizione. Attraverso quindici interviste qualitative emerge che la didattica è considerata un elemento di ancoraggio: le intervistate percepiscono il rapporto diretto con gli studenti come indispensabile al raggiungimento della soddisfazione professionale, o considerano l'investimento in questo ambito come una potenziale porta di accesso alla carriera accademica. Alcune hanno subito richieste pressanti sia per l'espletamento di compiti di didattica sia amministrativi.
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Ardino, Vittoria. « La costruzione di significato della violenza sulla donna in contesti post-conflitto : uno studio interpretativofenomenologico su rifugiati congolesi ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (décembre 2011) : 91–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003006.

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Molti lasciano il paese d'origine come rifugiati dopo aver vissuto traumi gravi (torture, guerra, violenze di massa). In relazione a questi traumi, vi č la necessitŕ di esplorare i fattori socio-culturali che, in fase di post-migrazione, non permettono la rielaborazione del trauma. I rifugiati, vittime di eventi estremi, guardano a distanza gli accadimenti del paese d'origine, che sono, perň, spesso, fonte di ritraumatizzazione. Lo studio esplora in che modo rifugiati congolesi uomini, che vivono nel Regno Unito, interpretano e danno significato alla violenza sulle donne che continua a perpetrarsi nel paese d'origine. Si č utilizzato il metodo qualitativo dell'analisi fenomenologica-interpretativo. Quattro rifugiati sono stati intervistati seguendo una traccia di intervista semi-strutturata e le trascrizioni sono state analizzate secondo i principi dell'analisi fenomenologica-interpretativo. I quattro temi emersi dall'analisi sono stati etichettati: guerra e violenza, la figura della donna, violenza contro la donna e educazione. I partecipanti hanno descritto la violenza sulle donne in Congo come una ritraumatizzazione collettiva che si origina da una risoluzione della guerra non efficace e da una mancanza di educazione della popolazione locale. Nella valutazione degli effetti di traumi di massa occorre esplorare meglio in che modo i rifugiati interpretano la violenza attuale nel paese di origine come possibile fattore di rischio per un'eventuale ritraumatizzazione.
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Meringolo, Patrizia, et Sara Minacci. « Benessere degli operatori del 118 e aspetti psicosociali degli interventi. Un'indagine qualitativa in una Centrale Operativa toscana ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (décembre 2010) : 25–42. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002003.

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Introduzione: l'indagine nasce dallo studio del 118 come servizio di salute pubblica. I riferimenti teorici si rifanno alla Psicologia dell'emergenza, ai fenomeni di stress degli operatori ed al concetto di empowerment come strategia preventiva di tali fenomeni. L'obiettivo č quello di osservare il benessere percepito dagli operatori di una Centrale Operativa del 118, attraverso la loro descrizione delle attivitŕ svolte e delle principali difficoltŕ incontrate. Metodo: interviste semi-strutturate a 18 infermieri, analizzate con metodo qualitativo basato sulla Grounded Theory. Risultati: le maggiori difficoltŕ percepite sono dovute alla specificitŕ della Centrale Operativa, basata su rapporti con l'utenza mediati dal telefono che non consente una valutazione diretta della gravitŕ del problema portato. Le interviste hanno inoltre rilevato aspetti di grande intensitŕ emozionale fonti potenzialmente di stress e di burnout. Discussione e conclusioni: i risultati rivelano la percezione di scarsa padronanza da parte degli operatori delle modalitŕ di conduzione degli interventi telefonici. Emerge il bisogno di strutturare strategie di gestione dello stress, la richiesta di maggior confronto con i colleghi e la necessitŕ di sviluppare empowerment per una migliore conduzione del servizio.
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Colombo, Maddalena. « Apprendimenti non formali ed informali in un contesto educativo formale integrato con le arti performative in quattro scuole elementari del Canton Ticino ». Swiss Journal of Educational Research 36, no 3 (20 septembre 2018) : 407–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5105.

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Il saggio riporta alcune considerazioni scaturite nell’ambito del progetto “Teatro e Apprendimento”, svolto dalla Scuola Teatro Dimitri di Verscio in Canton Ticino con il sostegno del FNS. Il progetto ha introdotto delle pratiche di apprendimento “qualitativo”, ovvero informale, secondo un approccio olistico, per il quale è molto rilevante la dimensione socio-culturale. In questa prospettiva il teatro fornisce una chiave d’accesso privilegiata al patrimonio culturale. Il piano di ricerca ha incluso: un percorso formativo con gli insegnanti di 4 scuole elementari ticinesi; dei laboratori di movimento, canto e musica, lavoro sul testo d’autore, recitazione, drammatizzazione e improvvisazione; 4 messe in scena con protagonisti i soli bambini. La raccolta e analisi dei dati qualitativi da parte di un’équipe scientifica, ha seguito alcune ipotesi circa il rapporto tra teatro e apprendimento, messe a punto per meglio descrivere il procedimento riflessivo informale (apprendere dall’esperienza): Ipotesi della motivazione, della differenziazione, dell’affinamento tecnico, dell’integrazione, dell’interezza, dell’efficacia comunicativa o dell’emozione. Il materiale narrativo raccolto (schede personali, diari di bordo, interviste qualitative) mostra come gli apprendimenti più significativi sono riconducibili alla accresciuta capacità dei bambini di portare a termine un apprendistato formale nelle discipline artistiche. L’attività sperimentale ha favorito l’espressione emozionale e la creatività, l’integrazione dei partecipanti nel gruppo, tra originalità e ripetizione, tra razionalità e corporeità.
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Coppola, Cristina, Antonio Iannaccone, Monica Mollo et Tiziana Pacelli. « Interazioni conversazionali, manipolazioni linguistiche e emergenza di abilità logiche in attività matematiche ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 9 (27 mai 2021) : 9–31. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.1.

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In questo lavoro, in accordo con la prospettiva vygotskiana e focalizzando su alcuni aspetti della logica matematica, viene presentata una riflessione derivante da un insieme di ricerche che esplorano le relazioni tra linguaggio e sviluppo di abilità logiche. Si descrive la progettazione/implementazione di un dispositivo educativo, articolato in attività linguistico-manipolative realizzate in classi quarte di scuola primaria. Le attività si basano sulla costruzione e manipolazione di un linguaggio simbolico, socialmente condiviso, nato per far muovere un “bambino-robot” in una stanza. L’analisi qualitativa degli scambi sociali e del contenuto delle interviste di esplicitazione ha permesso di evidenziare come, attraverso il confronto dei diversi punti di vista, i bambini realizzano un processo dinamico di costruzione e negoziazione di significati matematici. In particolare, sono presentati alcuni temi comuni emersi dalle interviste che mostrano le modalità di elaborare le attività da parte dei bambini, collegate ad aspetti interindividuali e intraindividuali.
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Varalli, Martina. « La tecnica del Reiki dal punto di vista dei praticanti : un'indagine qualitativa tramite interviste ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (août 2019) : 351–80. http://dx.doi.org/10.3280/rip2019-002007.

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Caiazzo, Marielda, Paolo Carnazza et Piergiorgio Saracino. « Contratti di rete : aspetti normativi, strutturali e principali risultati di un'indagine qualitativa ». ARGOMENTI, no 36 (janvier 2013) : 29–58. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036002.

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Résumé :
Il lavoro intende approfondire un'innovativa modalità di aggregazione: il Contratto di rete. Dopo aver fatto un breve cenno alle principali tappe normative, si fornisce una fotografia quantitativa dello strumento. Successivamente, la ricerca presenta i risultati di un'indagine qualitativa svolta su un campione di circa 300 imprese che coinvolgono 159 Contratti di rete. L'indagine è finalizzata ad individuare i principali motivi che hanno spinto le imprese a scegliere questo strumento; i relativi vantaggi e svantaggi; i giudizi e le aspettative sulla performance di alcune variabili aziendali; i rapporti con il sistema bancario. Da ultimo, si è cercato di indicare alcune misure di politica industriale sulla base dei suggerimenti forniti dalle stesse imprese intervistate. .
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De Bortoli, Katya. « I paradossi del mismatch. Un'indagine qualitativa su alcune piccole e medie imprese trevigiane e bellunesi ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (juin 2020) : 119–46. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001008.

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Lo sviluppo di un accordo di collaborazione fra la Camera di Commercio Treviso e Belluno - Dolomiti e gli Atenei di Ca' Foscari e Padova per la promozione di tirocini di neolaureati nelle piccole e medie imprese del territorio ha incontrato la problematica del mismatch fra domanda e offerta di lavoro. Come possono coesistere il fenomeno della fuga di cervelli all'estero e la difficoltà, rappresentata dalle imprese, nel reperimento di profili di alto livello? Questa situazione che appare paradossale ha importanti conseguenze non solo per i giovani laureati e le loro famiglie ma anche per le imprese, costrette a ridimensionare i programmi di sviluppo. Con una ricerca di tipo qualitativo, mediante somministrazione di interviste semi-strutturate ai responsabili risorse umane di Pmi di Treviso e Belluno, ci si è proposti di far emergere i nodi del problema e i suoi effetti, cercando anche di capire quali servizi e attività vengano ritenuti utili per favorire il processo di incrocio fra domanda e offerta di lavoro.
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Caso, Letizia, Francesca Vitale et Michela Boni. « La violenza assistita intrafamiliare. Uno studio qualitativo sui fattori di rischio e di protezione nei minori vittime ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (avril 2011) : 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001005.

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La ricerca si pone come finalitŕ l'approfondimento della conoscenza sul fenomeno della violenza assistita intrafamiliare, attraverso lo studio dei fattori di rischio e di protezione dei minori testimoni. La metodologia riguarda l'analisi qualitativa del contenuto delle interviste somministrate ad un gruppo di 24 madri vittime di violenza domestica, che risiedono in una struttura protetta. I principali risultati emersi si riferiscono all'associazione percepita, in termini di fattori di rischio, tra l'esordio delle violenze in famiglia ed eventi quali la gravidanza o la nascita di un figlio, il rapporto tra la vittimizzazione diretta e l'esposizione alla violenza e l'incidenza della diversa appartenenza culturale dei partner sull'insorgenza della violenza. Tra i principali fattori di protezione vi sono l'autonomia professionale ed economica delle madri e il supporto della rete sociale.
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Vagnoli, Laura, et Simona Caprilli. « Il bambino ed i genitori di fronte all'intervento chirurgico : analisi qualitativa di interviste al caregiver ». TERAPIA FAMILIARE, no 89 (mai 2009) : 63–89. http://dx.doi.org/10.3280/tf2009-089003.

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Résumé :
- The experience of hospitalization of child can be a very stressful event for the child and for his parents too. Particularly, when the child must undergo surgery, the induction of the anaesthesia is one of the most stressful moments: it is estimated that the 60% of the patients suffer of preoperative anxiety that could be predictor of postoperative troubles. A recent research has investigated the effects of the clowns' presence on the preoperative anxiety of the child during the induction of the anaesthesia and on the parent, who is with him until the loss of conscience, as a factor of distraction. The sample is composed of 40 subjects who have to undergo minor day-surgery, assigned randomly to the Experimental Group (N=20), in which the children are accompanied in the preoperative room by the clowns and by a parent, and to the Control Group (N=20), in which the children are accompanied only by a parent. A general interview guide has been administered to the parents and submitted to a qualitative analysis which put in relief the psychological impact and the reflections on the experience of the surgical intervention of their son. It has been analysed the satisfaction level of parents and children about this activity in surgery during the preoperative period. Key words: hospitalized child, preoperative anxiety, induction of anaesthesia, anxiety of parents, clown, qualitative analysis.
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Cangelosi, Manuela, et Arianna Santero. « Famiglie in separazione e scuole : tra bisogni specifici e pregiudizi ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 3 (novembre 2022) : 115–35. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003008.

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Résumé :
Gli effetti della separazione e del divorzio sui bambini sono stati spesso il focus di studi condotti da diverse ricerche, così come anche le dinamiche famigliari relative al coparenting in seguito a vicende separative. Nella letteratura italiana, è tut-tavia limitato l'apporto di studi che analizzino il modo in cui la scuola può sostenere le "famiglie divise". L'articolo, sulla base del materiale empirico raccolto attraverso interviste qualitative nell'ambito del Progetto interdisciplinare socio-giuridico "Changing Families, Changing Institutions?" (InFaCt), si concentra sui rapporti tra scuola e famiglia nel contesto e in seguito all'evento separativo tra genitori.
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Gualdi, Giulia, et Catia Ghinelli. « I gruppi per le donne operate al seno : una ricerca qualitativa sull'iniziativa "Arcobaleno" del Centro Oncologico Modenese ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (novembre 2011) : 91–111. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003005.

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Scopo della presente ricerca č valutare l'impatto della partecipazione ad un gruppo dedicato alle donne operate al seno, il gruppo denominato "Arcobaleno". Le partecipanti alla ricerca sono state venti donne seguite dal Centro Oncologico Modenese che avevano partecipato al gruppo tra il 2001 e il 2009. La ricerca, di tipo esplorativo, č stata condotta mediante la somministrazione di interviste semi-strutturate analizzate con la tecnica dell'analisi tematica del contenuto. Dalla ricerca č emersa prima di tutto l'utilitŕ del gruppo, del quale le donne si dicono assolutamente soddisfatte. I principali benefici sono stati, ad esempio, uscire dall'isolamento e dalla solitudine; avere l'opportunitŕ di esprimere emozioni, pensieri e paure; migliorare la propria capacitŕ di affrontare le conseguenze delle cure e le proprie abilitŕ di reazione alla malattia mediante il confronto con le altre partecipanti; migliorare le informazioni in proprio possesso attraverso la condivisione dei problemi e infine promuovere le risorse personali aumentando la consapevolezza di poter contribuire al proprio processo di cura e di guarigione e cosě alla qualitŕ della propria vita.
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Molina, Paola, Alessandra Monetti, Elisa Sangiorgi, Simona Giuseppina Caputo, Sonja Ferrero, Maria Teresa Marcone et Loredana Versaci. « La didattica a distanza (DAD) nella scuola dell'infanzia : la parola dei genitori ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2022) : 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14313.

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Gli ultimi mesi del terzo anno della scuola dell'infanzia sono, di norma, considerati un periodo carico di aspettative in vista del passaggio alla scuola primaria. L'avvento della pandemia da pandemia da SARS-CoV-2 ha visto questo momento conclusivo di un ciclo di formazione caratterizzarsi per l'esperienza di lock-down e di didattica a distanza che i bambini e le loro famiglie hanno dovuto affrontare. Con una serie di interviste fatte nei mesi di giugno-luglio 2020 ai genitori dei bambini che avevano appena concluso l'ultimo anno della scuola dell'infanzia, abbiamo cercato di capire quali fossero i vissuti emotivi di questa popolazione in un momento delicato di passaggio tra ordini di scuola, in un periodo storico in cui, per necessità emergenziali, sono state introdotte modalità di formazione a distanza mai prima utilizzate in forma estensiva per questa fascia d'età. Sono state effettuate 16 interviste semi-strutturate, con la metodologia dell'intervista di esplicitazione (Vermersch, 2005), ai genitori di 18 bambini (9 femmine, una tripletta di gemelli dizigoti) che hanno frequentato nel 2019-20 l'ultimo anno della Scuola dell'infanzia. Hanno risposto 14 mamme e 2 papà, 14 famiglie italiane e 2 di origine straniera. Le interviste sono state svolte in remoto e videoregistrate, trascritte interamente e in seguito codificate con un'analisi tematica (Pagani, 2020). In particolare, rispetto alla DAD abbiamo analizzato il vissuto dei bambini (la loro partecipazione, le difficoltà incontrate e gli aspetti positivi riscontrati) e dei genitori, che si sono confrontati con un compito un po' inedito di insegnanti, ma anche le esplicitazioni rispetto alle difficoltà pratiche e tecnologiche incontrate. L'analisi approfondita permessa dall'utilizzo dell'intervista di esplicitazione rende i dati raccolti particolarmente interessanti nel filone degli studi sulla pandemia da SARS-CoV-2, proprio perché esplora l'aspetto qualitativo dell'esperienza in un campo che è sicuramente nuovo per qualunque ricercatore. E alcune delle indicazioni emerse possono essere utili non solo rispetto all'esperienza vissuta e in generale alla riflessione sul ruolo della didattica a distanza, ma anche rispetto al significato della didattica in relazione ai bimbi della scuola dell'infanzia.
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Vivo, Eleonora, Davide Mazzoni, Pamela Monteverdi et Elvira Cicognani. « Stili di assunzione e motivazioni all'uso di alcol in un gruppo di studenti universitari italiani. Uno studio qualitativo ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 133–55. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001008.

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L'abuso di alcol espone i giovani a numerosi rischi di natura sociale e psicofisica. L'obiettivo della presente ricerca era approfondire le motivazioni alla base dell'assunzione di alcol e i profili di consumo in un gruppo di studenti universitari italiani. Sono state condotte trentaquattro interviste con studenti di sesso maschile e femminile, di etŕ compresa tra i 19 e i 25 anni. Sul materiale testuale č stata effettuata l'analisi qualitativa ispirata alla grounded theory. I risultati evidenziano la presenza di molteplici motivazioni (gestire emozioni negative, ricercare sensazioni, motivazioni sociali, ricerca del gusto, richiamo culturale/ identitario, rimedio rispetto ad altre sostanze) e di diversi pattern di consumo che variano in funzione della condizione residenziale (fuorisede, residente, pendolare), dell'anno di corso, del genere, della rappresentazione del divertimento (convivialitŕ, sregolatezza) costruita all'interno del gruppo di amici e del significato che l'alcol assume nel contesto specifico. Alla luce della letteratura psicosociale, questi risultati sottolineano il ruolo giocato dal contesto universitario nel modulare il consumo di alcolici fra gli studenti.
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Arbia, Monica, Annalisa Anzani et Antonio Prunas. « L'utilizzo di app per incontri nella popolazione genderqueer : esperienze, vissuti e motivazioni ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (janvier 2021) : 32–52. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-001004.

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Résumé :
Background. Le persone genderqueer affrontano numerose sfide nel corso della loro vita e sono esposte ad un rischio aumentato di violenza e molestie dovute alla diffusione della cultura eterossessista e cisgenderista. Per ciò che concerne le relazioni sessuali e romantiche, negli ultimi anni, le app per incontri sono diventate sempre più popolari, cambiando il modo in cui le persone vengono in contatto con nuovi e potenziali partner. Scopo. Lo scopo di questo studio è quello di indagare le esperienze, le emozioni e le moti-vazioni delle persone genderqueer nell'ambito delle app per incontri. Attingendo alla cornice teorica delle microaggressioni gli autori hanno condotto tre interviste qualitative individuali con individui genderqueer adulti. Analisi dei dati. Per analizzare i dati emersi dalle interviste gli autori si sono serviti dell'analisi tematica. Risultati. Le esperienze dei partecipanti riflettono diverse forme di discriminazione, vitti-mizzazione e oggettivazione ma anche forme più positive di interazione, sottolineando così il potenziale positivo delle applicazioni per incontri. I risultati hanno rivelato tre tematiche principali: 1) utenza, motivazioni e benefici relativi all'utilizzo di app per incontri, 2) self-disclosure, 3) esperienze nel contesto delle app per incontri. L'ultimo tema comprende, a sua volta, tre sotto-temi: a) omologazione e morbosità, b) feticizzazione e oggettivazione, c) delegittimazione e discriminazione. Nonostante i suoi limiti, questo studio potrebbe aiutarci a fare luce sull'impatto psicologico che le diverse esperienze vissute nell'ambito delle app per incontri hanno, sul benessere della minoranza genderqueer.
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Capone, Vincenza. « La percezione di autoefficacia nella comunicazione con il paziente : uno studio esplorativo tra i medici ospedalieri campani ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (novembre 2009) : 81–97. http://dx.doi.org/10.3280/pds2009-002006.

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Résumé :
- Self-efficacy beliefs are an important basis for action: to analyze physicians' and patients' communicative self-efficacy perception is the first step to understand how they relate. However, in the literature, there aren't specific studies on the subject. In light of this background a survey was conducted, which aims to explore specific issues within doctor-patient relationship, in the eyes of hospital doctors, with the aim of investigating their communicative self-efficacy beliefs and the role they attribute to communication. Twenty hospital doctors working in five public Campanian hospitals were interviewed. Through a computerassisted qualitative data analysis the contents of the transcripts of the interviews were analysed. The results of this study contribute to bring new conceptual topics to the research on the subject and to outline the methodological framework against which to build an instrument for assessing doctor's communicative self-efficacy; finally, in a operational dimension, they will encourage the creation of targeted trainingKey words: doctor-patient communication, communication self-efficacy, hospital, interview, computer assisted qualitative data analysisParole chiave: comunicazione m-p, percezioni di autoefficacia comunicativa, ospedale, intervista, analisi del testo software-assistita
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Lalli, Pina, et Luca Zappi. « Il teatro sociale alla prova dei "risvegli" : un'esperienza di ricerca ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (février 2022) : 39–48. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002003.

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L'articolo illustra una ricerca relativa a un laboratorio teatrale rivolto a persone con cerebrolesioni acquisite. Gli autori si sono chiesti se e come tale attività abbia reso possibile anche per soggetti colpiti da gravi deprivazioni polisensoriali la costruzione di una scena condivisa in cui comunicare. L'indagine, date le caratteristiche dei soggetti coinvolti, ha adottato strumenti diversi di rilevazione qualitativa: osservazione; conversazioni di gruppo; interviste semistrutturate a operatori, familiari e spettatori. I risultati hanno evidenziato l'importanza del gruppo e degli aspetti di "entertainment" legati al teatro. Il laboratorio costituisce una rottura ludica della routine, motivando un maggiore impegno riabilitativo. Cruciale è il lavoro di recitazione in squadra, che favorisce regole d'interazione resilienti. La solidità del gruppo e l'espressività sono aspetti evidenti anche per gli operatori e gli spettatori, che hanno valutato positivamente l'esperienza. .
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Casati, Elisa, et Silvia Donato. « La relazione tra i familiari e l'équipe di cura della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) : la prospettiva degli operatori ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (août 2020) : 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002002.

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Résumé :
Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio a una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell'équipe di cura e assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell'istituzionalizzazione e all'ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, non-ché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell'operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell'équipe di cura e assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici e ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l'istituzionalizzazione del proprio caro. L'operatore riconosce inoltre l'importanza di spazi di confronto e incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esi-stano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l'operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.
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Ripamonti, Silvio, Andreina Bruno, Laura Galuppo et Cesare Kaneklin. « Le forme di scambio tra le generazioni nei contesti organizzativi : la transizione dei neolaureati al mondo del lavoro ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (décembre 2021) : 1–33. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12858.

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Résumé :
Scopo del lavoro è discutere quali processi generativi si possano attivare nella relazione tra senior e junior nei contesti di lavoro, durante il momento critico della socializzazione organizzativa dei più giovani. Il framework teorico utilizzato rimanda al costrutto di generatività, così come definito da Bradley e Marcia (1998) e da Cigoli e Scabini (2006). Viene presentato uno studio qualitativo condotto mediante interviste narrative a 24 professionisti senior e 24 junior. Le narrazioni raccolte mostrano differenti tipologie di relazione tra senior e junior, riconducibili a diverse forme di generatività. Tali risultati consentono di discutere il rapporto tra generatività e socializzazione organizzativa, e di riflettere su quale contributo possano dare i lavoratori senior alla socializzazione organizzativa dei più giovani.
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Perrotta, Domenico, et Devi Sacchetto. « Il ghetto e lo sciopero : braccianti stranieri nell'Italia meridionale ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 128 (décembre 2012) : 152–66. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128010.

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Résumé :
Oggetto di questo articolo sono i lavoratori migranti nell'agricoltura dell'Italia meridionale. Dopo una descrizione del contesto, l'articolo affronta in particolare due questioni: la seclusione in cui vivono questi lavoratori e l'organizzazione del reclutamento e del lavoro attraverso il caporalato. Due studi di caso sono messi a confronto: il villaggio-ghetto di Boreano (Potenza), che esemplifica la centralitŕ della seclusione e del caporalato nel processo produttivo dell'agricoltura meridionale; la Masseria Boncuri di Nardň (Lecce), dove nell'agosto 2011 uno sciopero, nato anche grazie alla rottura della situazione di segregazione, ha coinvolto alcune centinaia di braccianti africani. L'analisi si basa su materiali raccolti durante ricerche qualitative - in particolare interviste in profonditŕ e osservazione dei contesti di abitazione, lavoro e lotta dei braccianti stranieri - condotte tra il 2010 e il 2012 nelle due aree.
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Anani-Bossman, Albert, et Michael Bruce. « qualitative study on the impact of globalisation on public relations practice in Ghana ». Communicare : Journal for Communication Studies in Africa 40, no 1 (5 octobre 2022) : 129–50. http://dx.doi.org/10.36615/jcsa.v40i1.1516.

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Résumé :
The article analyses the perceived impact of globalisation on public relations practice in Ghana byexamining how Ghanaian PR practitioners are utilising the opportunities that globalisation offerswhile dealing with the challenges it brings. The qualitative interview technique was used to interviewa total of five (5) PR practitioners from the non-banking financial services sector. Results show PRpractitioners are very much aware of the demand placed on them by globalisation. Communicationinfrastructural challenges as well as a lack of technological skills is proving a huge challenge inthe management of communication activities. As multinational organisations continue to floodinto the country, the competition will be keen. Practitioners need to upgrade their skills, especiallyin the area of digital communication, and knowledge regarding the current standards of practicein the era of globalisation. It is essential for PR educators in Ghana to respond to the challengeof globalisation by redefining their teaching curriculums to reflect the dynamics of internationalpractice. Moreover, it is time for African PR scholars to make a significant contribution to thisdiscussion from an African perspective. The limited number of interviewees and the selection ofpractitioners from a particular sector of the economy, however, means the research cannot begeneralised.
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Zanetta, Veronica, Rita Bozzato, Deborah Gnoato, Chiara Ranzini, Beatrice Guglielmetti et Barbara Di Virgilio. « Operatori in ascolto di genitori e figli adottivi per individuare criticità e risorse ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (novembre 2020) : 161–69. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002014.

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Résumé :
L'articolo riferisce di una ricerca qualitativa originata nell'ottobre 2016 dal desiderio di conoscere il vissuto di alcune famiglie adottive rispetto al supporto ricevuto dagli operatori di riferimento. L'idea guida proviene da una riflessione di alcuni operatori in merito ai tanti anni di lavoro sulle adozioni e alla volontà di fare tesoro delle esperienze vissute. Sono state quindi individuate e contattate, attingendo gli archivi dei tre servizi coinvolti, le famiglie adottive che rientravano nel target della ricerca e che desideravano prendervi parte. Sono state raccolte informazioni attraverso interviste semi-strutturate, mirate a sondare determinate aree, svolte con figli maggiorenni e genitori adottivi con un minimo di 10 anni dall'inserimento nella loro famiglia. Si è cercato di comprendere quali siano state le difficoltà e gli aspetti positivi dei percorsi adottivi, per avere un rimando sul sostegno e l'accompagnamento adottivo, per migliorare gli interventi e la crescita professionale.
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Elia, Anna, et Valentina Fedele. « Transnational child-ship : il minore non accompagnato nella famiglia transnazionale ». MONDI MIGRANTI, no 2 (juillet 2022) : 119–39. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002006.

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Résumé :
L'articolo si concentra sui minori accompagnati in quanto soggetti transnazionali, protagonisti del proprio progetto migratorio e agenti delle relazioni con le famiglie di origine. L'ipotesi del lavoro è che tale soggettività si eserciti da un lato attraverso il protagonismo dei minori stessi nell'esercizio di alcune forme principali di riproduzione dei legami familiari di tipo morale, emotivo e materiale; d'altro, attraverso forme di figlità (child-ship), mediate, integrate e declinate nell'esperienza migratoria con riferimento anche all'impatto con il sistema di protezione e agli incontri con gli e le professioniste del sociale. Tale ipotesi è sostenuta dai dati secondari di una ricerca più ampia sulla religiosità dei giovani migranti e il rischio di radicalizzazione, che, nel 2018, ha portato alla raccolta attraverso interviste qualitative delle testimonianze di undici minori e ventisette operatori di centri di accoglienza operanti in Calabria.
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Tolusso, Emiliano, Andrea Marini et Luca Bonardi. « Dal racconto al paesaggio. La narrazione come strumento progettuale nel recupero degli spazi agricoli di versante (Valtellina, Alpi centrali) ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 1 (mars 2022) : 60–80. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13367.

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Résumé :
Contemporaneamente all'emersione di progetti di recupero del suo patrimonio storicoculturale, il paesaggio terrazzato della Media Valtellina di Tirano (Alpi centrali, Lombardia) ha negli ultimi anni guadagnato una posizione centrale nel discorso pubblico, sia a livello regionale che a quello, transfrontaliero e internazionale, della macroregione alpina. Tali progetti si focalizzano soprattutto sul restauro del patrimonio rurale, permettendone un nuovo impiego come substrato per la conduzione di attività agricole e turistiche, spesso integrate. Avvalendosi di interviste narrative con una serie di informatori chiave, sviluppate nell'ambito del progetto "Emblematici", l'articolo esplora, tramite un approccio qualitativo, la cultura contemporanea del terrazzamento in una regione fortemente contrassegnata dalla sua presenza. Questioni legate alla dimensione simbolica e culturale del terrazzamento si accompagnano a interrogativi riguardo al lavoro quotidiano, alle prospettive future di sviluppo dell'agricoltura locale e al ruolo dell'abbandono nella formazione del paesaggio culturale.
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Pirina, Giorgio. « Lavoro di piattaforma e indebolimento della società salariale. Il caso del food delivery bolognese ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 163 (août 2022) : 171–90. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163009.

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Résumé :
Le tecnologie digitali sono sempre più incapsulate in una molteplicità di sfere sociali, con una influenza significativa sul mondo del lavoro. In questo contributo, l'autore investiga il lavoro di piattaforma e l'indebolimento della società salariale nel contesto della City of Food bolognese. Infatti, è possibile delineare le continuità tra la precarietà delle condizioni lavorative di quest'ultima e il radicamento dell'economia di piattaforma. Ma Bologna è anche uno dei principali nodi principali per quanto riguarda i tentativi di regolazione su base municipale dell'economia di piattaforma: la "Carta dei diritti dei lavoratori digitali in ambito urbano" è stato il primo strumento normativo urbano in Europa a stabilire, sebbene senza una cogenza diretta, una base minima di diritti sociali per i lavoratori digitali. Oltre al dialogo con più approcci disciplinari (in particolare la letteratura su digital labor theory, capitalismo delle piattaforme e platform urbanism), l'autore adotta una metodologia qualitativa, espressa dal metodo delle interviste in profondità a testimoni altamente qualificati. Infine, l'autore introduce un nuovo concetto utile a catturare la tensione tra idee divergenti sulle piattaforme digitale sul loro governo: "digitarchia".
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Dal Ben, Anna. « Un affare di famiglia : studenti con background migratorio e percorsi universitari ». MONDI MIGRANTI, no 3 (novembre 2022) : 141–62. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003008.

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Résumé :
L'accesso all'higher education da parte di studenti con background migratorio è uno dei temi di maggior rilievo per la sociologia dell'educazione in Italia e all'estero, proprio a fronte dell'aumento della presenza di questi ragazzi e ragazze all'interno degli Atenei. Sebbene la scelta di intraprendere un percorso universitario si configuri come un elemento di successo sia in termini personali, sia rispetto al funzionamento di un sistema formativo che ancora oggi in Italia appare caratterizzato da importanti disuguaglianze soprattutto legate alle origini sociali, l'università rappresenta una tra le tappe all'interno delle biografie di vita di questi giovani che si trovano a fare i conti con le proprie origini e l'integrazione nel conte-sto sociale. Attraverso una ricerca qualitativa che ha coinvolto 30 studenti con una storia di migrazione, si è cercato di comprendere quali fossero i fattori che hanno concorso nella scelta di intraprendere un percorso universitario. Il quadro che emerge dalle interviste porta in primo piano il ruolo della famiglia ed in particolare delle figure genitoriali che si configurano promotrici di un'idea di istruzione a lungo termine, nonché elemento di supporto motivazionale ed economico.
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Vittadini, Nicoletta. « Adolescenti o migranti ? Pratiche di comunicazione digitale ». IKON, no 58 (mars 2011) : 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058003.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva et Nicoletta Vittadini. « Nuove pratiche comunicative e adolescenti figli di immigrati : premesse e strumenti di ricerca ». IKON, no 58 (mars 2011) : 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058002.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Riva, Eleonora, et Federica de Cordova. « Nuove pratiche di comunicazione e processi psico-sociali di costruzione dell'identità negli adolescenti transculturali ». IKON, no 58 (mars 2011) : 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058005.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva et Nicoletta Vittadini. « Tecnologie digitali e pratiche identitarie tra gli adolescenti figli di genitori immigrati. Introduzione ». IKON, no 58 (mars 2011) : 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058001.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco. « Tra due mondi e tra due culture : l'esperienza degli adolescenti figli di immigrati a Milano ». IKON, no 58 (mars 2011) : 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058004.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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de Cordova, Federica, et Eleonora Riva. « Adolescenti digital natives : l'esperienza soggettiva tra pratiche e appartenenze ». IKON, no 58 (mars 2011) : 103–29. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058006.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Rizzi, Sara. « Violenza domestica al tempo del Covid-19 ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (janvier 2021) : 155–206. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002011.

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Résumé :
La sicurezza delle donne sembra lentamente entrare a pieno titolo nell'agenda politica dei governi nazionali e locali. Tuttavia, non è così per la sicurezza femminile nei luoghi apparentemente più sicuri e più tutelanti come la famiglia o i rapporti di coppia. Ciò che accade in quei rapporti sembra ancora relegato a questione privata e non rappresenta un problema che, invece, a ragione è un fatto sociale. L'obiettivo di questo lavoro è quello di presentare un'analisi dell'andamento della violenza domestica durante il periodo del lockdown. Le fonti dei dati sono l'ISTAT e D.i.Re , enti che hanno rilevato in modo continuato e sistematico la questione sociale della violenza di genere e domestica. Oltre all'analisi quantitativa abbiamo approfondito il tema dal punto di vista qualitativo, ricorrendo a tre interviste rivolte a Testimoni Privilegiati, ciò si è reso necessario per meglio inserire i dati in un frame concettuale e teorico in grado di restituire la complessità del fenomeno, dell'importanza della presenza dei servizi sul territorio e del lavoro svolto dagli operatori antiviolenza.
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Feresin, Mariachiara. « I consulenti tecnici d'ufficio nei casi di affidamento dei bambini in situazioni di violenza domestica in Italia ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (avril 2022) : 116–26. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-003011.

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Résumé :
In Italia, la legge 8 febbraio 2006, n. 54, Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli e il decreto legislativo 28 dicembre 2013, n. 154, Revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione, hanno stabilito che l'affidamento congiunto e la bigenitorialità sono fondamentali per garantire il miglior interesse del bambino. Nel processo di determinazione dell'affidamento dei figli, i giudici possono nominare un esperto (consulente tecnico d'ufficio-Ctu) per valutare le competenze genitoriali. Scopo di questo studio qualitativo è di indagare le conoscenze, le opinioni e il modus operandi dei Ctu nei casi di affidamento dei figli in situazioni di violenza domestica (VD). Sono state condotte interviste semistrutturate con 15 Ctu, poi analizzate qualitativamente. I risultati suggeriscono che nella gestione dei casi di affidamento dei figli, la maggior parte dei Ctu presenta: forti pregiudizi contro le donne, spesso colpevolizzate e/o penalizzate; adesione a modelli controversi (ad es. l'alienazione parentale); scarsa conoscenza del fenomeno della VD e della legge. È necessario sviluppare e implementare linee guida sul processo decisionale per l'affidamento dei bambini nel contesto della VD.
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Tosi, Silvia, Mathilde Meriaux, Thea Rimini et Jennifer Denis. « Come si pensa e si organizza la fine di una psicoterapia ? » RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 51 (août 2020) : 73–99. http://dx.doi.org/10.3280/pr2020-051006.

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Résumé :
La ricerca qualitativa svolta mira a indagare il vissuto e le azioni del terapeuta al momento della fine di una psicoterapia. Il campione è costituito da tre psicoterapeute belghe che sono state incontrate singolarmente nel contesto di un'intervista di esplicitazione. I risultati ottenuti hanno permesso di osservare che un fattore indispensabile per poter concludere bene una psicoterapia è la presenza di una buona alleanza terapeutica. Inoltre, è stato possibile osservare che le terapeute intervistate hanno co-costruito insieme ai rispettivi pazienti la chiusura della terapia e ciò ha favorito il processo di separazione. È stato possibile osservare che la chiusura di una psicoterapia è un momento importante del percorso clinico. Inoltre, se la conclusione della terapia è preparata ed elaborata per tempo insieme al paziente, egli può avere la possibilità di sfruttare al meglio tale processo e di viverlo come un'apertura verso nuove possibilità ed esperienze.
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Tino, Concetta. « The activities of the organizational boundary spanners during the Covid19 pandemic : the case of a profit organization ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 3 (31 décembre 2021) : 328–46. http://dx.doi.org/10.36253/form-10173.

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Résumé :
In the first period of emergency from Covid19, only workplace organizations with essential production activities were able to continue to carry out their work. This required them the implementation of organizational strategies useful to contrast the risk of the pandemic and to protect production performance. The qualitative study conducted in a Lombard company, through semi-structured interviews, aimed at figures with different levels of responsibility, wanted to investigate: (i) which boundary spanning activities were used to manage the emergency? (ii) what factors allowed the effectiveness of the result in terms of contrasting the pandemic and guaranteeing the productivity (iii), what were the perceived effects on the company? Findings highlight the importance of the activities of organizational boundary spanners in emergency management and of those factors that, by supporting the socio-emotional dimension, have determined the organization’s productive advantage. Le attività dei boundary spanners organizzativi durante la pandemia da Covid19: il caso di un’organizzazione profit. Nel primo periodo della diffusione dell’emergenza sanitaria da Covid19, solo le organizzazioni lavorative con attività produttive essenziali hanno potuto continuare a svolgere il loro lavoro. Questo ha richiesto loro la messa in atto di strategie organizzative utili a contrastare il rischio della diffusione della pandemia e a salvaguardare la performance produttiva. Lo studio qualitativo condotto, in un’organizzazione profit lombarda, tramite interviste semistrutturate, rivolte a figure con diversi livelli di responsabilità ha voluto investigare: (i) quali attività di boundary spanning sono state utilizzate per gestire l’emergenza? (ii) quali fattori hanno consentito l’efficacia di risultato in termini di contrasto alla pandemia e di garanzia produttività (iii), quali sono state le ricadute percepite sull’organizzazione? I risultati ottenuti evidenziano l’importanza delle attività dei boundary spanners organizzativi nella gestione dell’emergenza e di quei fattori che sostenendo la dimensione socio-emozionale ne hanno determinano il vantaggio produttivo dell’organizzazione.
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Oliveira, Braulio Nogueira de, et Felipe Wachs. « Educação Física e Atenção Primária à Saúde : o apoio matricial no contexto das redes ». Revista Brasileira de Atividade Física & ; Saúde 23 (6 août 2019) : 1–8. http://dx.doi.org/10.12820/rbafs.23e0064.

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O presente artigo problematiza o trabalho da Educação Física na Atenção Primária Saúde (APS) com apoio matricial, na perspectiva das redes (setorial, intersetorial e social de apoio) e suas respectivas práticas desenvolvidas. A metodologia adotada foi qualitativa e as informações foram produzidas a partir de grupos focais e de observação da prática profissional. Os profissionais de Educação Física sinalizaram intervir com apoio matricial em cinco diferentes Redes de Atenção Saúde (RAS) e indicaram desenvolver sete práticas através das quais exercem esse apoio matricial: apoio matricial intersetorial, acolhimento, projeto terapêutico singular, interconsulta, intervisita, apoio a unidades básicas de saúde e apoio a grupos de práticas corporais cuidados por líderes comunitários ou por agentes comunitários de saúde. Conclui-se que a complexidade dos cenários e as práticas de apoio matricial da Educação Física na APS, no contexto das RAS, revelam a limitação de se restringir a intervenção prescrição de protocolos/procedimentos universais a partir de variáveis predeterminadas (de tempo e intensidade, por exemplo) por condição clínica. Aponta-se também para a necessidade de se considerar a estrutura operacional das redes (setorial, intersetorial e social de apoio), bem como as tecnologias/práticas centradas no trabalho interprofissional, pedagógico-formativo e centrado no usuário.
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Pertot, Susanna. « IMPARARE L’ITALIANO IN SLOVENIA : IL CASO DEGLI STUDENTI DELL’UNIVERSITÀ DEL LITORALE DI CAPODISTRIA ». Folia linguistica et litteraria XI, no 30 (2020) : 375–94. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.21.

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L’articolo presenta i risultati di uno studio qualitativo basato su dieci interviste semi-strutturate ad altrettanti studenti sloveni che frequentano l’Università del Litorale (Univerza na Primorskem) di Capodistria-Koper, in Slovenia, e che l’autrice definisce parlanti attivi e competenti della lingua italiana. Essi hanno acquisito la lingua italiana attraverso il sistema educativo sloveno nella regione del Litorale, un’area bilingue in cui convivono la maggioranza slovena e la comunità nazionale autoctona italiana e in cui la lingua slovena e quella italiana godono di pari dignità nella vita pubblica e privata. Nella regione esistono due tipi di scuole: in quelle con lingua di insegnamento slovena è obbligatorio l’insegnamento dell’italiano come lingua del territorio, mentre in quelle in cui la lingua veicolare è l’italiano è obbligatorio anche l’insegnamento dello sloveno. La ricerca intende mettere a fuoco l’esperienza relativa al processo di acquisizione della lingua italiana da parte degli studenti che hanno frequentato questo tipo di scuole e sono attualmente iscritti all’università, esplorando inoltre i loro repertori linguistici e la loro percezione nel considerarsi e nell’essere considerati parlanti della lingua italiana; indaga infine se l’acquisizione della lingua italiana abbia prodotto in essi un senso di maggiore inclusione nella Comunità Nazionale Italiana in Slovenia.
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Bevilacqua, Emiliano, Davide Borrelli et Marialuisa Stazio. « Giochi di verità, cultura manageriale e soggettività. Per una microfisica delle resistenze in ambito accademico ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 160 (août 2021) : 134–56. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160007.

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Résumé :
Quando si parla di trasformazione in senso manageriale dell'istruzione superiore si fa riferimento a un complesso di innovazioni normative e organizzative - dalla diversificazione competitiva fra strutture accademiche all'uso di indicatori di performance; dalla valutazione amministrativa e standardizzata della ricerca al ricorso a sistemi di premialità - miranti a gestire l'università secondo criteri di efficienza aziendale e di accountability. Con il presente lavoro abbiamo inteso indagare le implicazioni che la managerializzazione dell'ambiente universitario genera nell'ethos del ricercatore, le pressioni cui sottopone la sua deontologia professionale e le reazioni che suscita. In particolare, la nostra ricerca ha inteso esplorare quei focolai di esperienze, di pratiche del sé, di contro-condotte e resistenze che si sono espresse in appelli, iniziative editoriali, movimenti che, a partire da una base locale, hanno conquistato per brevi periodi un rilievo nazionale. Seguendo una metodologia di tipo qualitativo e attraverso il ricorso alle interviste abbiamo individuato tre nuclei discorsivi: la critica del dispositivo centralizzato della valutazione e del management accademico, la resistenza attraverso la forma movimento e i processi di soggettivazione e, infine, la salienza di un punto di vista di genere trasversale ad entrambe queste dimensioni.
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Filosofi, Fabio, Angela Pasqualotto et Paola Venuti. « Representation of disability within the school textbook : primary school teachers’ attitudes ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 106–19. http://dx.doi.org/10.36253/form-12559.

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Résumé :
The school textbook is a cultural artefact capable of conveying a particular cultural and social imagery that clearly affects the attitudes of teachers and learners towards disability. This paper presents an exploratory-descriptive study that aims to investigate the attitudes of primary school teachers towards the representation of disability within the school textbook. Correlation between attitudes and teaching qualifications and experience were also sought. For this purpose, a questionnaire was constructed starting from macro-themes that emerged from semi-structured interviews during the previous qualitative phase. Findings have shown that teachers, while aware of the low educational value of the textbook and the scarcity of images and texts related to disability, have positive attitudes towards inclusive representation, use and design of materials related to special needs. Finally, teachers with the specialization for support activities were found to have more positive attitudes towards the representation and management of materials representing the reality of disability. Rappresentazione della disabilità nei libri di testo: gli atteggiamenti degli insegnanti della scuola primaria. Il libro di testo scolastico costituisce un artefatto culturale che veicola un particolare immaginario destinato ad influenzare le percezioni di insegnanti e alunni. L’articolo presenta uno studio esplorativo-descrittivo che mira ad investigare gli atteggiamenti dei docenti nei confronti della rappresentazione della disabilità all’interno dei libri di testo scolastici. A tale scopo è stato costruito un questionario ad hoc a partire dai macro-temi emersi dalle interviste semi-strutturate durante la precedente fase qualitativa. La ricerca mostra che gli insegnanti, pur consapevoli dello scarso valore educativo del libro di testo e della scarsità di immagini e testi relativi alla disabilità, hanno atteggiamenti positivi nei confronti della rappresentazione inclusiva e delle competenze personali nella gestione di materiali relativi alla realtà dei bisogni speciali. Gli insegnanti in possesso della specializzazione per le attività di sostegno, infine, tendono ad avere atteggiamenti più positivi nei confronti della rappresentazione della e dell’utilizzo di immagini e testi disabilità all’interno dei libri di testo rappresentanti la disabilità.
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Karlsson Minganti, Pia. « Matrimoni contestati. Giovani musulmani in contesti transnazionali ». MONDI MIGRANTI, no 2 (janvier 2011) : 117–29. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002006.

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Résumé :
Nella ricerca accademica si presta sempre piů attenzione al fenomeno del raggiungimento dell'etŕ adulta tra i musulmani di seconda e terza generazione presenti in Europa. Quest'articolo tratta in particolare dei membri delle associazioni islamiche giovanili esistenti in Svezia e in Italia. Presenterň qui un mio nuovo progetto di ricerca, finalizzato allo studio delle trattative sulla pianificazione dei loro matrimoni: con chi, quando, dove e come. Le trattative in questione riguardano l'idea che i giovani hanno del matrimonio islamico, idea che si č venuta formando nel quadro delle emergenti sfere pubbliche dell'Islam. Inoltre, nelle negoziazioni sono coinvolti membri appartenenti a famiglie transnazionali e a network etnici, che hanno orientamenti religiosi diversi e diverse motivazioni nella pianificazione matrimoniale. Poiché i giovani musulmani vivono in Europa, i loro matrimoni sono influenzati anche dagli atteggiamenti e dalle condizioni della societŕ che li circonda. Strutturato in forma di indagine comparata, questo progetto si basa su interviste di carattere qualitativo e osservazioni partecipative tra i giovani attivisti musulmani di due paesi europei: Svezia e Italia. La questione centrale delle trattative di matrimonio č qui presa in esame a partire da ideali, desideri, obblighi e condizioni dei singoli giovani. Tale questione č intesa come un punto di osservazione strategico per l'esame degli aspetti significativi del cambiamento in corso. Da questo punto di osservazione, si ha modo di vedere come le azioni delle persone nella quotidianitŕ si colleghino a processi societari di globalizzazione e alla riorganizzazione delle relazioni di genere. Parole chiave: Giovani musulmani, Svezia, Italia, Matrimonio, Genere, Migrazioni.
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Colombo, Sabrina. « Universitŕ e contesto socio-economico nel Regno Unito. Il contributo della ricerca universitaria allo sviluppo ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 118 (juillet 2010) : 67–79. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118005.

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Résumé :
A partire dagli anni settanta del secolo scorso nelle teorie dello sviluppo economico inizia a legittimarsi un nuovo framework concettuale. In precedenza, lo sviluppo era visto come accumulazione di fattori legati al lavoro e al capitale. A seguito tuttavia dei mutamenti nei modelli produttivi indotti dalla crescente competizione internazionale, accumulazione di conoscenza (capitale umano) e innovazione si impongono come elementi fondamentali per lo sviluppo delle economie piů avanzate. Nelle scienze sociali e nelle agende politiche nazionali e sovra nazionali trova crescente legittimazione quindi il concetto di knowledge economy, in cui alle universitŕ spetta un ruolo fondamentale, sia per l'attivitŕ di formazione di capitale umano, sia per l'attivitŕ di ricerca. Le universitŕ dovrebbero pertanto integrarsi sempre piů nella societŕ, per rispondere alle esigenze dei principali stakeholders (studenti e attori economici) e produrre innovazione in collaborazione con (e per) l'ambiente esterno. In Europa il sistema di formazione terziaria del Regno Unito č considerato tra i piů aperti alle esigenze del mondo economico, anche a seguito degli interventi di policy iniziati dai governi conservatori degli anni ottanta. La ricerca presentata in questo articolo mette in evidenza la non linearitŕ di tale visione e soprattutto le contraddizioni e le retoriche intrinseche alle teorie e alle policies legate alla knowledge economy. Lo studio, che discute il rapporto tra universitŕ e attori socio-economici esterni nel Regno Unito, si basa sull'analisi di dati aggregati e interviste qualitative a testimoni privilegiati sia a livello nazionale sia in quattro studi di caso svolti a Manchester e Liverpool.
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Ferrari, Laura, Rosa Rosnati et Viviana Rossetti. « L'incontro tra culture nell'adozione internazionale : identitŕ etnica degli adolescenti e strategie familiari di socializzazione culturale ». INTERAZIONI, no 1 (juillet 2012) : 119–36. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-001009.

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Se la costruzione dell'identitŕ č compito centrale in etŕ adolescenziale, gli adottati si trovano a doversi confrontare con un compito aggiuntivo, relativo all'integrazione nella propria identitŕ degli aspetti relativi al background etnico. Recentemente alcuni studi, condotti per lo piů nel contesto statunitense, hanno analizzato la costruzione dell'identitŕ etnica negli adolescenti e giovani adulti adottati ed hanno messo in relazione gli esiti identitari con il benessere psicosociale e le strategie di socializzazione culturale, ma, a quanto ci risulta, non sono stati mai condotti studi nel contesto italiano. Assumendo una prospettiva familiare, la presente ricerca si propone di esplorare, dal punto di vista qualitativo, come gli adolescenti e i giovani adulti adottati definiscono la propria identitŕ etnica, come riescono a comporre l'identificazione con il gruppo etnico del Paese nel quale sono nati e il riferimento culturale dei genitori adottivi e come i genitori adottivi supportino i propri figli in questo compito. I partecipanti alla ricerca sono 15 triadi composte da padre, madre e figlio in adozione internazionale di etŕ compresa tra i 16 e 25 anni a cui č stata somministrata un'intervista semi-strutturata, individualmente al figlio e congiuntamente ai genitori. Dall'analisi delle interviste sono state evidenziate alcune aree tematiche cruciali, quali l'identificazione etnica, la socializzazione culturale dei genitori, la modalitŕ di trattare la differenza di origine del figlio e la relazione genitori-figlio. In relazione alle co-occorrenze emerse tra questi temi, č stato possibile individuare quattro tipologie identitarie che discriminano rispetto a pattern relazionali familiari e all'adattamento degli adolescenti. Alla luce dei risultati presentati sono stati evidenziati alcuni risvolti applicativi utili nell'accompagnamento delle famiglie nelle diverse tappe del percorso adottivo.
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Sette, Raffaella, et Simone Tuzza. « Abuso su minori in contesti istituzionali a carattere religioso : la parola agli operatori ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 2 (août 2021) : 15–31. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-002002.

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Résumé :
I criminologi si trovano sempre più spesso ad affrontare la problematica relati-va al verificarsi di abusi e maltrattamenti su minori. Tale questione, però, risulta difficilmente indagabile per via della natura fragile delle vittime e per i contesti in cui solitamente si verificano questi eventi e cioè gli ambienti familiari o quelli a ca-rattere istituzionale (come scuole, centri ricreativi e sportivi, strutture ecclesiastiche). Negli ultimi anni alcuni scandali relativi ad abusi perpetrati nei confronti dei minori all'interno di organizzazioni religiose e/o di ispirazione religiosa hanno de-stato l'interesse dell'opinione pubblica angloamericana, ma non solo. Questo particolare tipo di contesto in cui vengono perpetrati tali abusi su minori conduce a dover affrontare la questione sotto molteplici aspetti. Difatti, in deter-minati ambienti, molti fattori concorrono a rendere difficoltosa l'individuazione dell'abuso che risulta, per questo motivo, estremamente sottostimato. Il presente articolo, grazie alle informazioni ricavate da interviste semi-strutturate e focus group effettuati con criminologi, operatori del controllo sociale, educatori ed assistenti sociali nell'ambito della ricerca europea "SAFE - Suppor-ting Action to Foster Embedding of child safeguarding policies in Italian faith led organizations and sports club for children" (grant agreement n° 856807), si concentrerà sulla problematica degli abusi sui minori in organizzazioni religiose e/o di ispirazione religiosa con il fine di raccogliere nuovi elementi sul fenomeno, carat-terizzato da un elevato numero oscuro, e di proporre strategie d'intervento per la prevenzione della vittimizzazione. La partecipazione allo studio di testimoni signi-ficativi impreziosisce la pertinenza dell'approccio qualitativo proposto ed è utile per mettere in evidenza una questione scarsamente trattata dalla ricerca socio-criminologica italiana.
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Milloshi, Marjeta. « Sociological Analysis of the Roots of Crime in the Family. (Case Study in Durres) ». European Journal of Social Sciences Education and Research 1, no 1 (1 mai 2014) : 143. http://dx.doi.org/10.26417/ejser.v1i1.p143-148.

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Résumé :
In the area of Ex Keneta Durres after 90' was populated by rural residents coming from other provinces. It is a poor area, an informal area in construction and employment of residents. Not all residents are integrated in social life.Analysis of this study aims to study crime and domestic violence by first polidimension all related factors to explain the social roots of crime in families.Domestic crime is one of the social problems in our country. Statistical data for the City of Durres speak for counting crimes increased violence, and also show that the family is getting "dangerous place" of crime. The focus of the study is the overall situation of social, economic, cultural, emotional, psychological, former residents of the swamp. Factors which are sources that generate domestic violence or crimes in the family. In the area of Ex Keneta Durres in july of 2004 with the decision of the Municipal Council of Durres was approved as the new administrative unit , comprising Region No. 6 The area of Ex Keneta is a new residential area , increase the number of arrivals from day to day. in this structure combines elements of various subcultures. The analysis aims at studying the social roots of crime that will be done from the perspective of theoretical paradigms. It also focuses on the role of the state and other agencies to create socialization-economic stability, but also to create conditions for "mental health" of citizens. Social problems of contemporary society have their roots in the past, the consequences in the present and in the future. The importance of the study appear in several elements: -A heterogeneity area residents coming from different provinces have different subcultures. -An area dominated traditional families with a large number of members, with some garland. -Domestic Relations built on customary mentality. -An area where there is fragmentation of families as the result of immigration. "The comunication matrix" is very imported in the socilism of the family mambers.For the realization of this study i have selected qualitative methods,such as:free intervists,structured. The study data are based on some searching methods: Quantitative methods,qualitative; Structured interviews; Official data from the Police Departament of Durres; The review of printed media; Survey 200.
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Torres, Luciano Gil Saldanha, Michelly Beatriz Fernandes Da Silva, Paulo Vitor de Souza Sassim et Andréa de Cassia Lima Guimarães. « Contribuições do estágio obrigatório em disfunções osteomioarticulares na formação acadêmica de graduandos de fisioterapia do 5º ano : relato de experiência ». Brazilian Journal of Development 9, no 2 (24 février 2023) : 8456–63. http://dx.doi.org/10.34117/bjdv9n2-145.

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Résumé :
Objetivo: descrever as contribuições do estágio nas disfunções osteomioarticulares na formação acadêmica de graduandos do curso de fisioterapia do 5º ano da Universidade do Estado do Pará. Metodologia: Trata-se de um estudo do tipo relato de experiência de caráter descritivo com abordagem qualitativa, realizado por acadêmicos do 5° ano de curso de Fisioterapia da Universidade do Estado do Pará, na Unidade de Ensino e Assistência em Fisioterapia e Terapia Ocupacional, localizada no bairro do Marco em Belém-Pará, desenvolvido a partir da vivência do estágio obrigatório no eixo “Fisioterapia Ambulatorial nas Disfunções Osteomioaticulares. Resultados e discussão: No início das atividades de estágio os discentes efetuaram as avaliações dos pacientes que seriam atendidos por meio de uma ficha própria utilizada no estágio. As avaliações ocorreram sob a supervisão da docente que intervia quando os alunos apresentavam dificuldades na avaliação, como perguntas ao paciente e posturas do exame físico. Desse modo, foi evidente durante o estágio a percepção dos acadêmicos sobre o ganho de independência em relação a comunicação com os pacientes, avaliação e evolução deles dentro do plano de tratamento traçado, uma vez que nos estágios anteriores, durante o 4º ano, havia a intervenção direta do professor durante os atendimentos, além da presença do monitor que complementava as lacunas que ainda não tinham sido aprimoradas pelos acadêmicos. Considerações finais: Os acadêmicos tiveram a chance de obter maior experiência e independência para a futura prática profissional, além do aprimoramento do raciocínio clínico para condução do tratamento para a melhora dos pacientes sendo notório a segurança de atuar de forma mais independente ao final do estágio.
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