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Bellantonio, Sergio. « Essere oggi. Corporeità in movimento tra neuropedagogia e neurodidattica ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 324–36. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9483.

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Nel corso dei secoli il rapporto mente-corpo ha incontrato periodi di grande dicotomia che si sono susseguiti ad altri di auspicata integrazione, il che ha influenzato in maniera determinante tanto i modi di pensare quanto quelli di fare educazione. Seppur la fenomenologia, prima, e le neuroscienze, più di recente, abbiano sancito l'unione tra queste due componenti, sembrano ritornare alla ribalta nuove antinomie, che non interessano tanto la relazione mente-corpo, quanto quella che si stabilisce, piuttosto, tra corpo-oggetto e corpo-soggetto. Diventa necessario, allora, riflettere sul versante educativo, in modo da orientare i contesti formativi verso la costruzione di progetti di vita da intendere quali percorsi di formazione ecologica ed olistica del Sè. Può essere di una certa utilità, allora, ricorrere alle più attuali frontiere della neuropedagogia e neurodidattica, quali presupposti teorico-epistemologici ed interventi metodologici in grado di favorire il ricorso a strategie formative integrate che possano conferire al soggetto quelle formae mentis utili ad interpretare la complessità attraverso corporeità autentiche e in continuo movimento
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Perricone, Giovanna, Concetta Polizzi, M. Regina Morales, Francesco De Luca, Carmen Lo Pinto, Lorella Pitrolo et Emanuela Giudice. « La rappresentazione del sé corporeo in bambini con patologie croniche diversamente trattate ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mai 2011) : 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001005.

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Il contributo presenta uno studio sulla rappresentazione del sé corporeo in bambini con patologie croniche diversamente trattate, al fine di esplorare possibili risorse funzionali alla gestione della condizione di rischio costituita dalla patologia; nello specifico, gli indicatori delle risorse vanno individuati, su un piano qualitativo, nell'adeguatezza dell'immagine del corpo, nell'integritŕ dell'immagine di sé, nell'integrazione di mappe cognitive e, su un piano quantitativo, nel quoziente di maturitŕ cognitiva. Lo studio ha previsto il coinvolgimento di un gruppo di 52 bambini (etŕ media 10 anni) di cui un 50% con patologie croniche che prevedono trattamenti invasivi, caratterizzati da "pratiche" sul corpo costanti che alterano la serenitŕ del quotidiano (es. trasfusioni, cateteri venosi, iniezioni di insulina, microinfusioni), l'altro 50% con cardiopatie sottoposti a trattamenti solo farmacologici. L'indagine ha previsto l'uso del Disegno della Figura Umana. I risultati, pur mostrando, in generale, livelli medi di adeguatezza e di integritŕ corporea, sottolineano differenze statisticamente significative in relazione alla tipologia di trattamento, laddove i bambini sottoposti a trattamenti invasivi presentano livelli piů elevati sia di adeguatezza che di integritŕ corporea. Relativamente al quoziente di maturitŕ, invece, non si evidenziano differenze tra i due gruppi, sottolineando la presenza di alcune risorse cognitive funzionali all'adattamento alla patologia.
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Di Nicola, Mariapia, et Elisabetta Todaro. « Tumori femminili e sessualità. Un approccio integrato tra funzionalità, trattamento e rappresentazione del corpo ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (novembre 2018) : 30–48. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2018-002002.

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Giambartolomei, Andrea. « Il corpo familiare di Fabiola ». PSICOBIETTIVO, no 2 (mars 2010) : 131–34. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-002009.

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Il modello d'intervento integrato risulta un fattore importante per affrontare problematiche complesse come i disturbi psicosomatici. Le lealtŕ invisibili, i legami affettivi, che sottendono il vissuto d'invischiamento e di triangolazione che la giovane mostra ai terapeuti, mettono Fabiola nelle condizioni di rivivere il terrore di essere di nuovo "fagocitata" dal suo "corpo familiare", dopo un ritorno a casa . Viene suggerita, nell'ottica sistemica, l'importanza di un'integrazione ulteriore, attraverso il coinvolgimento dei familiari , che permetta di esplorare i livelli profondi che abitano i legami, le relazioni e gli individui di questa famiglia.
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Sofo, Giuseppe, et Marie Senger. « Il digitale come estensione della classe di lingua : pratiche collaborative nell’apprendimento della lingua francese a distanza e in presenza ». Altre Modernità, no 27 (30 mai 2022) : 83–97. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/17878.

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Questo articolo presenta le pratiche collaborative di apprendimento utilizzate nel corso di Lingua francese 2 per studenti e studentesse della laurea triennale in Lingue, civiltà e scienze del linguaggio del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dell’Università Ca’ Foscari Venezia, con particolare riferimento ai corsi tenuti a distanza dalla lettrice e dal titolare del corso durante l’anno accademico 2020/2021. L’obiettivo è mostrare come le possibilità di collaborazione offerte dagli strumenti digitali per l’apprendimento delle lingue possano prolungare il lavoro svolto e possano a questo scopo essere produttivamente integrate negli insegnamenti ben oltre la necessità delle lezioni a distanza imposte dalla pandemia. Idealmente, questo dovrebbe permettere a studenti e studentesse di gestire l’apprendimento in modo autonomo e indipendente, pur con l’apporto del docente, sapendo riconoscere anche le proprie mancanze attraverso il confronto tra pari, da intendersi come strumento costruttivo di conoscenze comuni e individuali.
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Dasara, Eloisa, et Elisabetta Todaro. « Curare l'uomo, non il sintomo : la promozione della salute sessuale nella sclerosi multipla secondo l'approccio integrato ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (novembre 2020) : 23–45. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2020-002002.

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La sclerosi multipla è una patologia autoimmune cronica e degenerativa, ad eziologia sconosciuta, che colpisce il sistema nervoso centrale. Da un'indagine AISM-CENSIS del 2017 emerge come circa il 50% delle persone affette da tale patologia lamentino sofferenza significativa nell'area di funzio-namento psicologico; tale dato viene ipotizzato strettamente correlato al tema del-la graduale diminuzione dell'autosufficienza percepita. Tale dimensione diviene ancora più presente qualora il soggetto si trovi in una relazione di coppia, la quale passa dall'essere simmetrica e paritaria all'essere caratterizzata da una iniqua di-stribuzione del senso di autonomia e autosufficienza. Stando a quanto diffusamente affermato dalla Dichiarazione dei Diritti Sessuali, dai documenti tecnici e dalla letteratura scientifica internazionale, la salute sessuale è fondamentale nella definizione del benessere individuale e relazionale. Di conseguenza, anche quando un soggetto si trovi in una condizione di patologia cronica ingravescente, è necessario non solo indagare l'eventuale presenza di disa-gi nella sfera sessuale, ma anche utilizzare strumenti di intervento integrato per po-terli affrontare adeguatamente. Dall'analisi della letteratura considerata emerge come, nonostante la mole di studi prodotti in direzione di una gestione integrata tra diverse competenze clini-che, emergano numerose difficoltà nell'armonizzare i diversi interventi in un mo-dello di cura integrato. Si ipotizza che tale scenario sia conseguenza della profonda scissione esistente, ancora oggi, nella presa in carico dei pazienti con patologia cronica, considerati "corpo" o "psiche", con una conseguente impossibilità di prendersi cura dell'uomo nella sua complessità.
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Spagnolo, Antonio G., et Elio Sgreccia. « L’insegnamento di bioetica nei Diplomi Universitari della sanità ». Medicina e Morale 47, no 6 (31 décembre 1998) : 1121–40. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.814.

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Lo spostamento nell’ambito universitario del luogo di formazione di molte figure professionali dell’area sanitaria, mediante l’istituzione di specifici corsi di Diploma Universitario (DU), ha richiesto anche un livello universitario di formazione bioetica. Gli obiettivi, contenuti nelle tabelle ministeriali, sono quelli di permettere agli allievi di acquisire durante il corso la capacità di valutare i propri comportamenti, di conoscere i principi bioetici generali e quelli specifici che costituiscono le basi del consenso informato e delle valutazioni di pertinenza dei Comitati di bioetica, di approfondire le tematiche etico-deontologiche nella cura e nell’assistenza delle persone. L’articolo, che costituisce uno dei capitoli di un “manuale di bioetica” specificamente rivolto agli allievi e ai docenti dei DU, intende fare il punto sul problema dell’insegnamento della bioetica, considerando alcuni aspetti. Innanzitutto, la collocazione più opportuna della disciplina nell’ambito dei corsi integrati. Gli autori, presentando l’esperienza della Facoltà di Medicina chirurgia dell’Università Cattolica del S. Cuore e tenendo conto anche delle indicazioni in materia del Comitato Nazionale per la Bioetica, propongono l’inserimento della bioetica sin dal primo anno di corso e non solo all’ultimo come previsto dalle tabelle ministeriali. Circa gli obiettivi che gli allievi dovrebbero raggiungere, viene sottolineata la necessità di far sviluppare una maggiore consapevolezza e un’adeguata capacità di analisi razionale dei dilemmi morali nella professione, preparando lo studente ad accettare le responsabilità derivanti dal suo ruolo di operatore sanitario sia come singolo che come membro di una équipe. Metodologicamente, viene proposto di programmare un modulo di insegnamento in parte integrato ad altre materie per far cogliere l’aspetto pratico della bioetica, in parte distinto per comprende il nucleo teoretico che ci deve essere dietro ad ogni decisione etica. Infine, viene proposta la formazione di una specifica figura di docente di bioetica, per la quale andrebbe previsto e strutturato un corrispondente itinerario formativo risultante il più possibile da una integrazione di competenze disciplinari diverse.
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Bottaccioli, Anna Giulia. « La malattia infiammatoria cronica intestinale : cure integrate in ottica Pnei ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2020) : 30–40. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2020-002004.

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La malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) è una malattia idiopatica autoimmune che colpisce l'apparato digerente a causa dalla risposta immunitaria disregolata contro la microflora intestinale. I due principali tipi di MICI sono la rettocolite ulcerosa (RCU) e il morbo di Crohn (MC). Lo studio dell'asse intestino-cervello applicato alle MICI ha correlato lo stress con il peggioramento dell'attività di malattia. Durante lo stress, il cortisolo incrementa la permeabilità della barriera intestinale, favorendo la disbiosi intestinale e l'attivazione immunitaria in senso pro-infiammatorio. Un altro elemento osservato nelle MICI è l'alterazione del sistema neurovegetativo e in particolare la riduzione delle fibre efferenti vagali nel tratto digerente con conseguente fallimento del riflesso anti-infiammatorio vagale ed aumento dell'infiammazione. Vengono illustrate le evidenze scientifiche di approcci terapeutici non farmacologici integrati alla terapia standard delle MICI, come dieta anti-infiammatoria, pre- e probiotici, trapianto di microbiota fecale, fitoterapia, stimolazione nervosa vagale, agopuntura, terapie mente-corpo (meditazione, yoga e rilassamento) e psicoterapia.
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Fabbroni, Roberto, Claudio Molinari et Antonio Sanna. « Riconnettere Corpo, Mente e Anima-Spirito per recuperare Salute e Benessere in una visione sistemica e unitaria che porti alla guarigione. » Scienze Biofisiche 5, no 1 (juillet 2022) : 1–32. http://dx.doi.org/10.48274/ibi15.

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Résumé :
Scopo di questo articolo è quello di recuperare la visione unitaria della salute e del benessere riunendo in una visione sistemica corpo, mente e Anima-Spirito che dal 1800 ad oggi hanno vissuto una separazione che ha portato ad un processo specialistico in ambito medico-scientifico pesantemente riduzionistico e limitante. Tale processo di riunificazione passa per la conoscenza dell’essere umano dal punto di vista delle più recenti scoperte nel campo della Biofisica e Fisica Quantistica integrate con le più recenti e verificate metodologie ad approccio bioenergetico, basate sul Metodo Summa Aurea® unite alla Psicologia, nell’accettazione originaria del termine. Ciò consente, sia a livello teorico che pratico, la rivitalizzazione dei processi di autoguarigione sopiti o limitati in persone affette da varie patologie o se preferite da varie tipologie di squilibri energetici che incidono, a vari livelli, sull’equilibrio psicofisico della persona. In questo contesto indagheremo la possibilità che il Metodo, preso qui in esame, sia in grado di migliorare la connessione tra l’Anima e la personalità, favorendo la diminuzione delle crisi interiori, causa dei malesseri e delle patologie sia umane che sociali. Tale percorso conoscitivo del Metodo Summa Aurea® e delle sue applicazioni, è frutto di 13 anni di attività teorico e pratica, basata sulla conduzione e formazione di oltre un migliaio di persone che a vario livello hanno appreso il Metodo, sia nelle forme più basilari, a livello di crescita personale e spirituale, sia in quelle più scientifiche dedicate agli Operatori professionisti sia sanitari sia delle Discipline del Benessere. Tale macro analisi è frutto inoltre anche della sperimentazione e applicazione in ambito di ricerca e trattamento che in questi ultimi anni è stata svolta sia sugli Operatori che sui loro assistiti. Alla base di questa indagine c’è il ruolo del cuore, della sua frequenza cardiaca e del suo campo scalare, elementi basilari per una visione unitaria del funzionamento dell’essere umano che trovano la loro spiegazione formale attraverso la Teoria del campo di Consapevolezza Unificato.
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Acciai, Enrico. « Ulisse del Novecento. I difficili rientri dei reduci stranieri della guerra civile spagnola 1937-1945 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 262 (octobre 2011) : 28–49. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262002.

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Il saggio, attraverso l'analisi di un'ampia documentazione d'archivio, si propone di indagare le criticitŕ legate all'uscita dalla Spagna dei reduci stranieri della guerra civile spagnola, inquadrati per lo piů nelle Brigate internazionali, ma anche in altre colonne minori. Infatti, se su quei quasi quarantamila combattenti molto č stato scritto giŕ da subito dopo la fine del conflitto, rimane sinora poco indagato l'aspetto relativo al complesso processo di smobilitazione degli internazionali. In relazione a ciň l'autore ha individuato tre gruppi di volontari per i quali, sia pure con percorsi radicalmente diversi, uscire dalla penisola iberica si rivelň spesso molto difficile: quelli non integrati nelle Brigate internazionali, coinvolti nella repressione che colpě il movimento libertario dopo i fatti del maggio 1937 a Barcellona; quelli che, dopo il ritiro delle Brigate, furono respinti dalle autoritŕ francesi, su disposizione in particolare del governo Daladier; quelli che caddero prigionieri dei nazionalisti nel corso del conflitto. Alcuni di coloro che finirono nei campi d'internamento franchisti dovettero attendere, in balia di una diplomazia confusa, la fine della seconda guerra prima di venire espulsi dalla Spagna.
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Daidone, R., P. Visconti, R. Agati et P. Giovanardi Rossi. « Studio clinico-neuroradiologico di un caso di patologia della sostanza bianca individuabile come malattia di Alexander ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 1_suppl (avril 1992) : 75–78. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s114.

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Viene presentato il caso di una paziente di 4 anni, giunta ad osservazione per ritardo psico-motorio ed arresto dello sviluppo del linguaggio. Figurava nell'anamnesi la comparsa di irrequietezza, insonnia e pianto frequente; la deambulazione senza appoggio, iniziata a 3 anni, era condotta su base allargata. Le indagini di routine, la ricerca di mucopolisaccaridi ed enzimi lisosomiali, EMG, potenziali evocati del tronco encefalico e cariotipo risultarono nella norma; l'EEG mostrò anomalie non specifiche. L'obiettività rivelò macrocrania, ipertelorismo, iper-refles- sia osteo-tendinea. La TC evidenziò grave riduzione di densità della sostanza bianca e discreta dilatazione ventricolare. La RM rivelò parimenti gravi segni di sofferenza della sostanza bianca cerebrale e cerebellare, con integrit della capsula interna e dello splenio del corpo calloso.
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Cataldo, Stefania. « Post-Acute Covid-19 Syndrome : manifestazioni cardiovascolari in ottica Pnei e potenziale ruolo della terapia integrata ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2022) : 92–107. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002009.

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La possibilità di un coinvolgimento cardiovascolare in corso di Covid-19 è emersa fin dall'esordio della pandemia. La Post-Acute Covid-19 Syndrome (PACS) è la persistenza di sintomi o complicanze oltre 4 settimane dall'esordio della malattia. Colpisce il 32-72% dei pazienti. Possono essere presenti dispnea (42-66%), palpitazioni (9-10,9%) e dolore toracico (5-21,7%). Scopo del presente lavoro è analizzare i principali meccanismi alla base del coinvolgimento cardiovascolare in fase acuta e post-acuta in ottica Pnei e presentare le possibilità offerte dalla terapia integrata. Risposta infiammatoria sistemica, infiammazione localizzata sia endoteliale che pericardica, disautonomia e disregolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone sono spesso presenti in maniera simultanea e amplificati dallo stress. Tali meccanismi si affiancano alla possibilità di un danno diretto ai cardiomiociti da parte del virus. I quadri cinici che ne originano sono variegati e complessi. Occorre pertanto tener conto dei molteplici fattori che influenzano la risposta individuale all'infezione e utilizzare un approccio terapeutico personalizzato, multisistemico, multidisciplinare e integrato. Particolare cura andrà posta alla nutrizione, al ripristino dell'eubiosi, alla graduale ripresa dell'attività fisica, all'approccio psicoterapico e alla cura degli aspetti socio-ambientali a cui eventualmente affiancare discipline corporee, pratiche respiratorie e tecniche di stimolazione vagale.
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Ferrandes, Giovanna, et Paola Mandich. « Riflessioni sulla medicina predittiva e sulla necessitŕ di integrazione delle discipline : proposta di un modello di consulenza genetica integrata ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (décembre 2012) : 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003002.

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"Chi sono?". E questa la domanda da sempre oggetto di riflessioni filosofiche nel corso dei secoli. Con l'avvento dell'analisi del DNA vi e stata una crescente attesa che la risposta si possa trovare nei nostri geni. Le nuove tecnologie hanno migliorato la diagnosi, la predizione e il trattamento di numerose malattie ereditarie. D'altra parte, l'entusiasmo per i possibili vantaggi derivanti dall'avanzamento della tecnologia deve essere bilanciato dalla valutazione rigorosa dell'utilita clinica, dal rapporto rischio-beneficio e dalle implicazioni etiche di tutti i test. Gli autori presentano il protocollo di consulenza genetica multidisciplinare per le malattie neurologiche ad insorgenza tardiva, sviluppato a Genova per i test pre-sintomatici, con lo scopo di aiutare le persone a rischio a decidere in base alle personali caratteristiche e scelte di vita e di prepararle a confrontarsi in modo costruttivo con il risultato del test. Il protocollo e caratterizzato dalla presenza contemporanea, durante l'intero iter di consulenza, del genetista e dello psicologo. Per le persone a rischio la decisione di effettuare il test genetico e complessa ed emotivamente impegnativa. Gli autori presentano due casi esemplificativi di questi percorsi.
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Ardovini, Cristiano, et Maria Giuseppina Mantione. « Integrare la mente e il corpo nei disturbi dell'alimentazione : trattamenti integrati e co-terapie nella prospettiva cognitivo-evoluzionista ». PSICOBIETTIVO, no 2 (mars 2010) : 113–25. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-002007.

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In questo lavoro verrŕ presentato il trattamento di una giovane donna con una diagnosi di disturbo del comportamento alimentare in comorbilitŕ con un disturbo dissociativo. Particolare rilievo verrŕ attribuito alla descrizione e all'interpretazione di alcuni dei fattori terapeutici in grado di giustificare l'efficacia dei cosiddetti "trattamenti integrati". La cornice teorica di riferimento sarŕ la prospettiva cognitivo-evoluzionista (PCE), con la teoria dell'attaccamento e dei sistemi motivazionali interpersonali.
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Lilia Bottigli. « La pedagogia ritrovata e rinnovata in una esperienza formativa per il sistema integrato di educazione ed istruzione “zerosei”. » IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 257–68. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.144.

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Il contributo illustra un’esperienza formativa triennale a sostegno dello sviluppo del sistema di istruzione e scolarizzazione dei bambini fino a sei anni di cui al decreto legislativo n. 65 del 2017; l’esperienza didattica sull’osservazione pedagogica è stata realizzata nel livornese con la collaborazione dell’Università degli Studi di Firenze. Al corso di formazione hanno partecipato diciotto coordinatori pedagogici e duecentoquaranta educatori e insegnanti degli asili nido comunali e privati e degli asili nido statali, comunali e privati.
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Zazzi, Michele. « Prospettive per il governo dei bacini idrografici ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 96 (septembre 2010) : 71–91. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096003.

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Il saggio individua alcune prospettive rilevanti per il governo dei bacini idrografici nel rinnovato rapporto tra pianificazioni di settore e auspicata pianificazione integrata del territorio. Le esperienze in corso nei bacini idrografici italiani permettono di enucleare almeno due elementi propulsivi: un'estensione del ruolo di governo delle autoritŕ di bacino, secondo una diffusa esigenza di legittimazione sociale, e una maggiore considerazione per le azioni alla scala locale, solitamente legate alla promozione di opzioni strategiche di sviluppo territoriale.
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M. Caldarera, Angela, Chiara Baietto, Alessandro Zangari et Damiana Massara. « La disforia di genere in età evolutiva : la presa in carico a sostegno del benessere psicologico ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 153–65. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003016.

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La Legge 164 del 1982 regola la transizione di genere in Italia, e riconosce il diritto alla presa in carico presso il Ssn. A partire dagli anni Duemila, presso i centri specializzati è iniziata la richiesta di presa in carico dei soggetti minorenni e delle loro famiglie. L'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere (Onig1) ha costituito un coordinamento dei Centri dedicati a bambini e adolescenti, e ha definito i principi di base della presa in carico sulla base dell'esperienza maturata, delle linee guida internazionali della World Professional Association for Transgender Health (Wpath, 2012) e dell'Endocrine Society (Hembree, 2011). La presa in carico prevede un percorso multidisciplinare integrato in fasi successive (psicologico, neuropsichiatrico, endocrinologico) che riguarda i minorenni e le loro famiglie; può comportare, in casi accuratamente selezionati, l'utilizzo di bloccanti dello sviluppo ormonale puberale, e, dopo i 16 anni, di ormoni sessuali che possano trasformare il corpo nella direzione del genere percepito. La natura degli interventi medici solleva delicate questioni di carattere bioetico, in relazione, per esempio, alla competenza dei ragazzi a dare il consenso/assenso in ambiti tanto complessi.
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Wallin, David. « Lavorare dall'interno verso l'esterno. La storia di attaccamento del terapeuta all'origine di stalli, ispirazione e cambiamento ». SETTING, no 31 (septembre 2012) : 53–66. http://dx.doi.org/10.3280/set2011-031004.

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L'articolo č incentrato sull'incidenza della psicologia del terapeuta sulla sua capacitŕ clinica, da una prospettiva di teoria dell'Attaccamento. Il punto di partenza č l'assunto che, nell'infanzia come in psicoterapia, č la relazione il luogo in cui avviene lo sviluppo. Perciň, č la nuova relazione di attaccamento con il terapeuta che permette il cambiamento del paziente. Ma, come per i genitori, la nostra capacitŕ di creare una Relazione d'attaccamento sicura sara profondamente influenzata dall'ereditŕ delle nostre personali relazioni di attaccamento - un'ereditŕ, per molti di noi che abbiamo scelto questo mestiere, segnata dal trauma. L'articolo dimostra come i nostri personali pattern di attaccamento siano i principali fattori della nostra capacitŕ di creare con il paziente un'autentica relazione terapeutica. Ciň che siamo riusciti ad integrare e ciň che abbiamo dovuto difensivamente scindere forgia i nostri pattern, andando a determinare non solo il modo in cui noi siamo in relazione con noi stessi, ma anche l'influenza reciproca tra noi e il paziente e la nostra possibilitŕ di scoprire i suoi pattern di attaccamento, perché il nostro modo di vedere il paziente puň essere offuscato da ciň che non possiamo o non vogliamo vedere di noi stessi. Le difficoltŕ nel corso del trattamento possono derivare dal bisogno di tenere fuori dalla coscienza le nostre personali intollerabili e quindi dissociate esperienze di se stessi e dell'altro, sotto forma di collusioni o collisioni. In sintesi: come terapeuti, dobbiamo essere consapevoli dell'ambiguitŕ del rapporto tra ciň che noi riconosciamo nel paziente e ciň che noi proiettiamo nel paziente in base a ciň che non abbiamo ancora pienamente integrato in noi stessi.
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Conpadre, Rede. « Editorial L&E, v.7, n.1, 2013. » Labor e Engenho 7, no 1 (1 février 2013) : 1–3. http://dx.doi.org/10.20396/lobore.v7i1.185.

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L’architettura, in quanto bene d’uso, è da considerarsi come un’opera aperta, destinata a venire, nel corso della sua esistenza, modificata, trasformata, integrata per poter continuare ad essere utilizzata e fruita.Le architetture che sono state oggetto di dismissione, a seguito del venir meno delle motivazioni (funzioni) per le quali esse erano state realizzate, sono, più di altre, destinate a subire tali trasformazioni. Sono, infatti, architetture ormai deboli e fragili, nella maggior parte dei casi considerate prive di valore o quasi, che proprio in virtù di queste considerazioni vengono abbandonate e/o distrutte, decretandone irrimediabilmente la scomparsa.
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Fabbroni, Roberto, et Veronica Ferreri. « La TB – Tecnica Bioenergetica secondo il Metodo Summa Aurea® integrata allo Shiatsu, alla Riflessologia e al Massaggio (alla Osteopatia, alla Fisioterapia) ». Scienze Biofisiche 1, no 1 (mars 2021) : 1–12. http://dx.doi.org/10.48274/ibi6.

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La TB-Tecnica Bioenergetica secondo il Metodo Summa Aurea®, attraverso una pratica continuativa consente di sviluppare la capacità di espandere la propria energia ed accedere a frequenze minori di quelle che normalmente sono usuali sia nelle persone sane che ancor di più in quelle che presentano disarmonie di vario tipo. L’Operatore modificando il proprio stato di coscienza è in grado di portare le proprie frequenze cerebrali velocemente in Onde Delta. L’Operatore Bioenergetico è in grado di entrare per risonanza sul campo energetico della persona da trattare e modificarne lo stato di coscienza, abbassandone le frequenze con una conseguente apertura dei canali energetici. Questo approccio, se ricreato prima di procedere ad un trattamento professionale Shiatsu, Riflessologia e Massaggio, ma anche Osteopatico o Fisioterapico (anche se i trattamenti sono di tipo diverso il principio di funzionamento è lo stesso), consente di migliorare l’efficacia della pratica eseguita. L’operatore riuscirà ad acquisire una maggiore empatia con la parte del corpo da trattare, mentre il cliente avrà una percezione del trattamento ricevuto più soddisfacente oltre ad una migliore predisposizione ed apertura nei confronti del trattamento ricevuto e dell’Operatore che lo svolge. Tale integrazione è stata verificata su 50 persone in cui sono stati effettuati gli stessi trattamenti prima e dopo la conoscenza dell’Operatore della TB-Tecnica Bioenergetica secondo il Metodo Summa Aurea®.
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Ferreri, Rosaria. « Fitoterapia, Nutraceutica e Omeopatia : contributi alla cura della malattia di Parkinson ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2022) : 66–73. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002007.

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Résumé :
In questo articolo, estratto da una conferenza presentata nel corso del con vegno sulla malattia di Parkinson della Sipnei, l'Autore illustra il contribu- to che la fitoterapia, la nutrizione/nutraceutica e l'omeopatia possono dare per la terapia integrata di questa patologia. I meccanismi biopatologici alla base della patologia e delle sue manifestazioni cliniche sono molteplici, ma altrettanti sono i punti di intervento: attraverso la nutrizione per migliora- re il metabolismo della levodopa e i fenomeni come la disfagia; attraverso la nutraceutica che può intervenire sia nelle carenze nutrizionali che in taluni meccanismi di innesco della patologia come ad esempio lo stress ossidativo, attraverso la nutraceutica che può migliorare l'attività neuronale modulando la neuroinfiammazione e colmando le carenze nutrizionali; la fitoterapia che può intervenire a livello di tutti i meccanismi cellulari implicati nella malattia di Parkinson e l'omeopatia che invece ha uno specifico ruolo nella "cura del terreno" del paziente
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Scoppettuolo, Antonio. « Un’etica per la salute a partire dal concetto di malattia in senso cognitivista / An ethic for health from the concept of disease in a cognitivist perspective ». Medicina e Morale 66, no 4 (11 octobre 2017) : 475–94. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.502.

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Résumé :
Un’etica della salute è possibile attraverso la ricognizione della soggettività che interpreta la malattia. Il saggio analizza l’evoluzione teoretica del concetto di malattia: dall’idea tradizionale di affezione del corpo al paradigma cognitivista delle più recenti elaborazioni filosofiche e bioetiche nate in ambito anglosassone come quella del filosofo australiano Stan Van Hooft. Il concetto tradizionale, pur cercando la sede della malattia a livello organico, non mette in discussione l’unitarietà e l’integrità somatica. L’epistemologia contemporanea, a partire dalla genetizzazione, invece ha scomposto il corpo in un aggregato biologico. Questo ha prodotto un cambio epocale dello sguardo e delle pratiche mediche e dello status stesso del malato nella società post genetica. Nella difficile concettualizzazione della salute (e dunque delle caratteristiche e dei limiti della malattia) che si muove tra gli estremi del sub ottimale e dell’ottimo, l’autore prende in esame il paradigma dei 4 livelli di soggettività di Van Hooft e ne aggiunge un quinto. Il quinto livello attraverso cui la malattia viene vissuta e interpretata dalla soggettività riguarda la dimensione relazionale del soggetto, la cui assenza descrive la malattia come mancanza di libertà. I livelli di funzionamento non sono prescrittivi ma di carattere metodologico perché permettono la comprensione della dimensione della malattia. Grazie a questa conoscenza è possibile costruire anche i principi che guidano la professione medico- scientifica che dipendono dal modo in cui l’azione terapeutica è pensata per il malato. ---------- Health ethics is possible by acknowledging that subjectivity interferes with the diseases. This essay analyzes the theoretical evolution of the concept of disease: from the traditional idea of the physical disease up to the latest philosophical and bioethical theories concerning the cognitivist view born in the Anglo-Saxon world such as the studies of the Australian philosopher Stan Van Hooft. The traditional conception, even if it has been looking for the location of the disease on an organic level, has never questioned about unitarity and the somatic integrity. Whereas contemporary epistemology, from the genotyping on, has discomposed the human body into a biological aggregate. All this has produced an epochal change of view both of the medical practices and of the clinical status of the patients in the post-genetic society. In the difficult conceptualization of health and consequently of the features and limitations of the diseases between suboptimal and optimal extremes, the author examines the paradigm of the 4 levels of subjectivity by Van Hooft and adds a fifth one to them. The fifth level, through which the disease is experienced and interpreted by the subjectivity, concerns the relational aspect of the subject, whose absence defines the disease as lack of freedom. The operating levels are not prescriptive but of methodological type because they allow to understand the extent of the disease. Thanks to this knowledge it is also possible to state the medical-scientific guidelines of the profession depending on how the therapeutic action on the patient is conceived.
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Masia, Mariantonietta. « Il tema di Lara. I disturbi dissociativi. Un percorso di integrazione tra psicoterapia individuale e gruppo di Psicoanalisi Multifamiliare ». INTERAZIONI, no 1 (avril 2022) : 68–81. http://dx.doi.org/10.3280/int2022-001009.

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Résumé :
Riflessioni sul percorso psicoterapeutico nei disturbi dissociativi, tra dimensione individuale e gruppo di Psicoanalisi Multifamiliare. Nel corso della psicoterapia individuale, spesso per il terapeuta risulta chiaro che sono presenti parti dissociate importanti, così pure risulta chiara la percezione di quanto tali difese dissociative siano state necessarie, le uniche disponibili per proteggere il soggetto dalla paura dell'inondazione di sentimenti dolorosi e intollerabili, non pensabili; dalla paura di traumi vissuti e del loro riproporsi. Si tratta, come afferma Bromberg, di difese necessarie per mantenere la necessaria continuità e integrità del Sé. La simultanea partecipazione al gruppo di Psicoanalisi Multifamiliare può essere molto importante per il soggetto per avere la possibilità di entrare in contatto con parti dissociate di sé, altrimenti tenute a distanza, anche se nel frattempo, ci si impegna in un lavoro psicoterapeutico individuale. L'ascolto in seduta del paziente ci può mostrare, anche con molta chiarezza, quanto la par-tecipazione al gruppo gli permetta di avvicinare la sofferenza, sostenuto anche da una rete di relazioni e significati condivisi. Il contributo delle due dimensioni terapeutiche può consentire, allargando e alternando i due campi di lavoro, di aprire spazi di elaborazione e consapevolezze nuove, utilizzabili per favorire un'integrazione tollerabile per il soggetto e per la stessa coppia terapeutica.
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Mazza, Caterina, et Samuele Calzone. « Spazi di apprendimento virtuali e integrati : l’esperienza di alcune scuole italiane impegnate nei progetti ‘PON per la scuola’ nell’affrontare l’emergenza COVID-19 ». IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 46–61. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.307.

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Résumé :
Negli ultimi anni il dibattito sull’educazione si è arricchito di una nuova componente che prevede, come proposto da Loris Malaguzzi (I cento linguaggi dei bambini. L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia, 2010), di considerare lo spazio come il “terzo educatore”, capace di sostenere l’apprendimento in una prospettiva di inclusione e di ascolto. È ormai riconosciuto il ruolo dello spazio nei processi di rinnovamento dei sistemi scolastici, così come promosso dalle ricerche dell’OCSE: l’ambiente fisico risulta determinante nello sviluppo del benessere degli studenti (Cuyvers, 2011), nella possibilità di accedere all’istruzione e infine nell’acquisizione di competenze chiave (Von Ahlefeld, 2009). A partire dal 2020, l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 ha costretto le scuole di ogni ordine e grado a ripensare la didattica online e a rivedere, di conseguenza, l’ambiente scolastico. L’iniziale sospensione delle attività didattiche in presenza e la realizzazione, successivamente, di una didattica mista (presenza-online) ha alterato l’organizzazione degli spazi scolastici, accentuando in alcuni casi forme di diseguaglianza (relative, ad esempio, all’accesso ai device tecnologici) che hanno contribuito ad aumentare il divario e la povertà educativa nei territori (Save The Children, 2 marzo 2021). In tale prospettiva, il presente studio ha approfondito la risposta che le scuole secondarie di secondo grado, all’interno dell’opportunità offerta dal Programma Operativo Nazionale PON Per la Scuola 2014-2020, hanno sperimentato in termini di didattica a distanza, durante i mesi del primo lockdown (marzo-giugno 2020) e nel primo quadrimestre dell’a.s. 2020/2021. Sono state individuate 12 scuole particolarmente attive che sono state coinvolte in una analisi qualitativa: l’indagine ha permesso anche di individuare alcuni casi virtuosi di istituti che hanno organizzato lo spazio di apprendimento virtuale sia acquistando strumentazione tecnologica per dotare il proprio istituto di attrezzature adeguate, sia offrendo una formazione specifica al corpo docente in relazione all’uso delle TIC e delle metodologie didattiche maggiormente funzionali all’erogazione della didattica a distanza e digitale integrata. L’obiettivo è capire come un ripensamento dello spazio, in forme miste (presenza-online), abbia promosso il recupero della dimensione di inclusione e di collaborazione che sono alla base dello sviluppo delle competenze: l’ambiente fisico facilita infatti l’espressione di bisogni e di esigenze specifiche ma richiede, allo stesso tempo, una metodologia didattica adeguata e una disponibilità di tecnologie. Questa analisi intende cogliere le prospettive di miglioramento e gli ambiti su cui sarebbe auspicabile pianificare interventi di tipo formativo e di supporto alle scuole per il futuro, oltre che estendere ulteriormente l’analisi esplorando altre realtà. Un’ulteriore prospettiva di ricerca futura potrebbe coinvolgere gli studenti che hanno sperimentato la didattica a distanza in una riflessione meta-cognitiva sul loro processo di apprendimento in relazione allo spazio fisico e virtuale in cui si svolge la relazione pedagogica.
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Naranjo, Jorge, et Ilaria Molineri. « LA SFIDA DELLA DIDATTICA A DISTANZA IN UNA UNIVERSITÀ SUDANESE : LA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI E I RISULTATI NEI CORSI DI LINGUA ITALIANA ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 748–67. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17167.

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Résumé :
Le università sudanesi affrontano la pandemia da COVID 19 in un contesto caratterizzato da frequenti interruzioni di corrente, accesso irregolare e limitato a internet, mancanza di preparazione dei docenti e scarse competenze digitali fra gli studenti. Questa ricerca si propone di valutare l’esperienza formativa degli studenti che hanno utilizzato la piattaforma Moodle durante il lockdown presso l’università sudanese Comboni College of Science and Technology a Khartum. I dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione di un questionario e le informazioni del diario del docente di italiano, con il confronto tra i voti dei corsi di italiano del primo semestre, erogato in presenza, e il secondo semestre, a distanza su piattaforma Moodle. Lo studio conclude che un corso online attentamente costruito, ricco di risorse facilmente disponibili e su misura per soddisfare la scarsa connettività Internet, metodi di valutazione integrati e modalità di erogazione del corso adatte può garantire il rispetto degli obiettivi del corso e dei risultati di apprendimento. The challenge of distance learning in a Sudanese university: student evaluation and results in Italian language courses Sudanese higher education institutions faced the challenges of the COVID-19 pandemic in a context characterized by frequent power cuts, irregular and limited access to the internet, lack of preparedness of the teaching staff and very limited digital skills among students. This study aims to assess the learning experience of university students who used a Learning Management System (LMS), Moodle, during the lockdown due to the COVID-19 pandemic at Comboni College of Science and Technology in Khartoum. The data for the assessment were collected from a questionnaire distributed among the students, the diary of the lecturer of Italian and the comparison between the final marks of the courses of Italian Language, obtained in the first semester under ordinary conditions, and in the second semester, after the use of the LMS. The study concludes that a carefully constructed online course, rich in resources easily available and tailored to comply with scarce internet connectivity, integrated assessment methods and course delivery modes can guarantee compliance with the course objectives and learning outcomes.
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Cottatellucci, Claudio, et Luca Villa. « Una sentenza che viene da lontano : la Corte di cassazione conferma l'applicazione dell'art. 31 co. 3 per tutelare nella sua integritŕ lo sviluppo psico-fisico dei minori stranieri ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 1 (avril 2010) : 109–15. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001007.

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Con la sentenza n. 22080/2009, seguita dopo poco dalla n. 823/2010 del 19.1.2010, la Corte di cassazione ha confermato l'orientamento dei tribunali per i minorenni che, concedendo l'autorizzazione ex art. 31 co. 3 TU d.lgs. n. 286/1998, riconoscevano i "gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico" del minore nei danni derivanti dall'allontanamento del genitore irregolare. Su questa decisione - molto attesa - con cui la Suprema Corte ha preso posizione su uno degli aspetti attualmente piů controversi della legislazione minorile, riflettono due magistrati minorili.Luca Villa, esaminate le varie tipologie di ricorsi ex art. 31, evidenzia gli effetti che ha avuto la legge 94/2009 (il c.d. pacchetto sicurezza) sull'insieme degli interventi del tribunale per i minorenni: l'inasprimento del trattamento del migrante potrŕ avere un effetto paradossale, ovvero anticipare le istanze ex art 31, magari su sollecitazione degli stessi servizi sociali, ed i provvedimenti del tribunale anche in situazioni che in seguito non risulteranno meritevoli. Tale situazione inoltre potrŕ portare (una volta che si accede all'interpretazione propugnata dalle sentenze della Cassazione che qui si commentano) i ricorsi ex art 31 numeri assoluti, e percentuali rispetto ai carichi degli uffici, difficilmente sostenibili.Claudio Cottatellucci esamina il richiamo alle fonti, ampiamente trattato nelle due sentenze che richiamano una trama di principi costituzionali in tema di diritti dei minori elaborata giŕ nel corso degli anni '70 dello scorso secolo, allora essenzialmente con riferimento alla condizione della minore etŕ, ancor piů dell'infanzia, ed ai temi della sua protezione e dell'abbandono, in un momento storico in cui l'Italia ancora era, o quanto meno si rappresentava, piů Paese di emigrazione che di immigrazione. Č infatti tutta direttamente riconducibile a questa elaborazione culturale, per tanti aspetti fondativa della giurisprudenza minorile, l'esplicitazione del "catalogo dei diritti" dei minori tracciato nelle due pronunce.
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Romero, Maria Vita. « Medicina e morale in Descartes / Medicine and ethics in Descartes ». Medicina e Morale 66, no 5 (20 décembre 2017) : 603–15. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.509.

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Résumé :
Descartes considera la medicina e la morale come due discipline accomunate dal conseguimento – ciascuna con mezzi e metodi propri – di un fine comune: la salute psicofisica sia come valore in sé, sia come indispensabile premessa per cogliere la felicità in questo mondo. Infatti, se l’uomo non è una “macchina animale”, ma un “composto umano” di anima e di corpo, allora bisogna riconoscere che la medicina e la morale mirano entrambe all’integrità di questo composé humain: l’una guardando al corpo unito alla mente, l’altra alla mente unita al corpo. Sulla scia degli studi condotti sulla machine animale, Descartes aveva tentato di elaborare una medicina anti-animista fondata sui princìpi della meccanica animale; ma, se è vero che tutto si spiega meccanicisticamente nell’organismo, è anche vero però che i princìpi meccanicistici non sono in grado di spiegare la totalità del composé humain, ossia dell’individuo composto di anima e corpo. Da qui la necessità di passare da una medicina basata sulla fisica pura ad una medicina basata sul composto sostanziale, e quindi dall’assoluto meccanicismo fisico al teleologismo psicofisico. Su queste premesse Descartes elabora un particolare concetto di natura su una duplice direttrice di pensiero: da un canto, egli si riallaccia a Ippocrate in merito alla natura intesa come medico delle malattie; dall’altro, apre la strada a certe suggestioni sulla medicina naturale, che invita l’uomo ad ascoltare la natura, quale fonte di rimedi ai suoi mali. ---------- Descartes considers medicine and ethics as two disciplines connected by the achievement – each with different means and methods – of a common goal: psychophysical health, both as a value in itself and as an essential condition to experience happiness in this world. Indeed, if man is not an “animal machine”, but a “human mixture” of soul and body, then it has to be recognised the medicine and ethics both target the integrity of this composé humain: one seeing the body linked to the mind, the other looking at the mind linker to the body. In line with the contribution on the machine animale, Descartes had attempted to develop an anti-animist medicine based on the principles of animal mechanics; however, if it is true that everything can be explained mechanistically in the body, it is also true that mechanistic principles cannot explain the entirety of the composé humain, i.e. the individual made of soul and body. Thus the necessity to move from a medicine purely based on physics to a medicine based on a substantial mixture; therefore, from the absolute physical mechanism to psychophysical teleology. On these conditions Descartes develops a specific concept of nature based on two ideas: on one hand, he looks at Hippocrates regarding the concept of nature seen as a healer of illness; on the other, opens the door to various intuitions of natural medicine that suggests that man should look at nature for remedies to his problems.
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Gaspani, Fabio. « Il ricevimento negli high-end hotel : complessità e discrezionalità nei processi di lavoro ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (décembre 2020) : 36–60. http://dx.doi.org/10.3280/so2020-002002.

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Résumé :
Focalizzandosi sul segmento elevato del settore alberghiero, l'articolo indaga le dimensioni della complessità e della discrezionalità nei processi lavorativi che interessano gli addetti al ricevimento del reparto front office. Tali aspetti vengono esaminati in relazione ai contenuti tangibili e intangibili del lavoro. I dati provengono da un'osservazione partecipante nel corso della quale l'autore ha assunto il ruolo di receptionist front line in due hotel nella città di Milano. L'attenzione sulle pratiche di lavoro permette di esplorare le caratteristiche del servizio in contesti che richiedono elevati standard di qualità, consentendo altresì di fare emergere la pluralità di competenze richieste al personale. Il contributo mette in luce come i processi di lavoro in cui sono impegnate figure non apicali nella gerarchia organizzativa possono presentare un considerevole livello di complessità. Nello specifico, questa dimensione richiama la numerosità delle mansioni e la variabilità delle situazioni di servizio, lo svolgimento integrato di compiti tangibili e intangibili, la necessità di coordinamento, la velocità di esecuzione delle attività e la loro frammentazione. In aggiunta, gli aspetti dell'anticipazione e della personalizzazione, così come la gestione di problemi o imprevisti, implicano gradi di discrezionalità variabili in relazione a diverse componenti del servizio. Le riflessioni sviluppate attraverso lo studio degli high-end hotel consentono una maggiore comprensione delle caratteristiche del lavoro a contatto con i clienti nelle organizzazioni dei servizi che operano nella fascia superiore del mercato.
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Montanari, Elena. « Museo diffuso : propagazioni, applicazioni e articolazioni nei territori contemporanei ». TERRITORIO, no 99 (août 2022) : 116–21. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099016.

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Il museo diffuso è un'istituzione integrata e policentrica, che sviluppa la propria missione combinando una funzione intra moenia e una extra moenia per garantire la conservazione, la comunicazione e la promozione di sistemi culturali e paesaggistici complessi. La pandemia da Covid-19 sembra aver ulteriormente nutrito l'interesse attorno a questo modello museale, che mostra una grande flessibilità e la capacità di rispondere a molte delle sfide che le istituzioni culturali stanno affrontando. L'articolo intende mettere in evidenza la corrente proliferazione del museo diffuso, che si sta sviluppando non solo in conseguenza agli eventi in corso ma anche come prosecuzione di un processo che nell'ultimo ventennio ha portato alla sua applicazione a diversi temi, contesti e territori, e alla conseguente definizione di nuovi paradigmi.
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Trinchieri, Alberto. « Derivazioni urinarie e calcolosi ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 1 (3 novembre 2013) : 15–19. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.996.

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La formazione di calcoli urinari è una delle complicanze più comuni delle derivazioni urinarie sia incontinenti (ure-terocutaneostomie, condotti ileali e colici) che continenti (ureterosigmoidostomia, vescica rettale, neovescica ortotopica e tasche continenti). Le cause ed i fattori di rischio per la formazione di calcoli urinari in pazienti con derivazione urinaria sono molteplici e diverse per ogni tipo di derivazione: stasi urinaria, corpi estranei (suture, staples e cateteri) ed alterazioni metaboliche. Le complicanze metaboliche (ridotto volume urinario giornaliero con urine concentrate, iperossaluria, ipercalciuria e ipocitraturia) possono essere conseguenti al prelievo di un tratto intestinale e/o al contatto del tratto di intestino con l'urina. Le indicazioni al trattamento dei calcoli urinari nei pazienti con derivazione urinaria non sono diverse da quelle per i pazienti con integrità delle vie urinarie, tuttavia la strumentazione endourologica può risultare più difficoltosa. La prof lassi si basa sulla correzione di eventuali fattori di stasi, un buon apporto idrico e la correzione dell'acidosi con somministrazione cronica di citrato di potassio e/o bicarbonato o di sodio e sulla eventuale supplementazione di calcio in presenza di iperossaluria enterica.
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Passos, Silvia Silva Santos, Dora Sadiguski et Evanilda Souza de Santana Carvalho. « Promotion of skin integrity of patients with dependence on mobility : a team of speech of nursing ». Revista de Enfermagem UFPE on line 4, no 3 (30 juin 2010) : 1498. http://dx.doi.org/10.5205/reuol.1091-8521-1-le.0403201022.

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ABSTRACTObjective: to understand how the Nursing takes care of patients with mobility dependence in order to promoting the skin health. Method: this is about a descriptive and exploratory study from qualitative approach performed in medical and chirurgical clinics from a Public Hospital on the countryside of Bahia state. The information was achievable using a half structured questions for the interview and also by a structured observation, from May to July in 2006. Participated from this search seven nurses and ten techniques of nursing, theirs speeches were submitted to a thematic issues analyze. Study approved by the Ethics Committee of the Universidade Estadual de Feira de Santana-Ba under protocol number 008/2006, CAAE 0003.0.059.000-06. Results: it was shown that acts to promotes skin health, happens with a change in the lay down position and doing comfortable massages. Conclusion: change the lay down position and doing massages during the bath, without a previous established time, offers by an insufficient professional numbers results in frictions or body hurts in patients on bed. The nurses make the supervision when it’s solicited to evaluate the problems. These cares doesn’t prevent the lesions promoting because of a lost on the skin integration. Descriptors: nursing care, mobility limitation; hospitalization; pressure ulcers; nursing staff.RESUMOObjetivo: apreender como a Enfermagem cuida do paciente com dependência à mobilidade visando a promoção da integridade da pele. Método: estudo qualitativo, descritivo, exploratório, realizado nas clinicas medica e cirúrgica, de um Hospital Público no interior da Bahia. Os dados foram coletados por meio da entrevista semi-estruturada e observação estruturada, no período de maio e junho de 2006. Participaram 07 enfermeiras e 10 Técnicos de Enfermagem, os depoimentos foram submetidos à análise de conteúdo temática. Estudo aprovado pelo Comitê de Ética em Pesquisa da Universidade Estadual de Feira de Santana-Ba sob protocolo nº 008/2006, CAAE 0003.0.059.000-06. Resultados: evidenciou-se que a ação de promoção da integridade da pele, ocorre pela da mudança de decúbito e massagem de conforto. Conclusão: a mudança de decúbito e massagem de conforto ocorre durante o banho, sem horários pré-estabelecidos, oferecido por um número insuficiente de profissionais provocando fricção e cisalhamento do corpo dos pacientes no leito. As enfermeiras supervisionam quando solicitadas para avaliar complicações. Tais cuidados não asseguram a prevenção de lesões promovendo a perda da integridade da pele. Descritores: cuidados de enfermagem; limitação da mobilidade; hospitalização; úlcera por pressão; equipe de enfermagem.RESUMENObjetivo: aprehender como la Enfermeía cuida de personas con dependencia para movilización buscando promover la integridad de la piel. Método: estudio cualitativo, descritivo, exploratório, realizado en las unidades de internación medica e quirúrgica de un Hospital Público em Bahia. Fueran colectados depoimentos por médio de entrevista semi-estruturada y observación estruturada, entre mayo y junio de 2006. Participaron 07 enfermeras y 10 Técnicos de Enfermería, los discursos fueran sometidos al analisis de contenido tematica. Estudio aprobado por el Comité de Ética de la Universidade Estadual de Feira de Santana-Ba en virtud del protocolo 008/2006, CAAE 0003.0.059.000-06. Resultados: si evidenció que la acción de promoción de la integridad de la piel ocurre a través de cambios y masaje de conforto. Conclusión: Los cambios de posición y los masajes de conforto ocurre durante el baño, sin hora programada, ofrecido por un grupo insuficiente de profisionales provocando fricción y arrastre del cuerpo de los pacientes en la cama. Las enfermeras supervisan cuando solicitadas para evaluar complicaciones. Los cuidados no garantizan la prevención de lesiones provocando perdida de la integridad de la piel. Descriptores: atención de enfermería; limitación de la movilidad; hospitalización; úlceras por presión; el personal de enfermería.
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D’Ambrosio, Maria, et Giovanni Laino. « Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (juin 2020) : 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Reina, Placido. « Impiego di agenti biologici e mezzi biotecnici nella lotta contro gli insetti dannosi ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no 382/SFE (22 décembre 2019) : DECA17—DECA21. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.81.

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Nel corso degli ultimi decenni, la difesa dai parassiti animali si è progressivamente orientata verso tecniche di difesa integrata, limitando l’uso del controllo chimico a vantaggio di tecniche di lotta alternative preferendo, laddove possibile, l’impiego di agenti e mezzi biologici. Alla luce delle acquisizioni scientifiche in campo nutrizionistico e soprattutto a seguito di una maggiore consapevolezza sociale, il mercato si sta sempre più orientando verso produzioni ortofrutticole con ridotta presenza di residui chimici. Ciò ha pertanto promosso la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti fitosanitari ecaci ma con un profilo eco-tossicologico più favorevole. Largo impiego trovano formulati insetticidi basati su estratti vegetali e formulati microbiologici. Anche i feromoni sessuali si impiegano ampiamente sia in pieno campo che in coltura protetta (confusione e disorientamento sessuale), così come le tecniche di “attract & kill” che sfruttano l’azione attrattiva di esche alimentari; inoltre, si registra anche l'uso di antagonisti naturali (artropodi e nematodi). Si riportano alcuni esempi di applicazioni in Sicilia di tecniche ecosostenibili di difesa su vite e su colture ortive protette.
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Franzina, Pietro. « La concessione di una <i>freezing injunction</i> ; non preclude la riconoscibilità in Italia della successiva sentenza di merito resa nel medesimo giudizio ». marzo-aprile, no 2 (7 avril 2022) : 356–65. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.94.

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Tesi L’art. 64, lettere b) e g) della L. 31 maggio 1995, n. 218 di riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato deve essere interpretato nel senso che non può dirsi integrata una violazione dei diritti essenziali della difesa e delle garanzie ascrivibili all’ordine pubblico processuale italiano, idonea a giustificare il diniego del riconoscimento di una sentenza straniera, per il solo fatto che la sentenza in questione sia stata resa all’esito di un procedimento nel corso del quale il debitore della sentenza è stato il destinatario di un provvedimento cautelare in personam, concesso inaudita altera parte, secondo il modello della freezing injunction inglese. Il riconoscimento di una sentenza straniera preceduta da un provvedimento cautelare può essere negato in forza delle disposizioni citate solo quando l’emanazione di detto provvedimento abbia comportato una violazione delle garanzie processuali fondamentali tale da tradursi, per la sua rilevante incidenza, in una lesione del diritto di difesa rispetto all’intero processo. The author’s view According to Article 64, literae b) and g) of the Law of 31 May 1995, No 218 (Reform of the Italian system of private international law), a foreign judgment is not eligible for recognition in Italy if the right to a fair trial was violated in the proceedings before the court of origin, and if recognition would contravene public policy, including procedural public policy. A judgment cannot be denied recognition on the above grounds merely because the court of origin granted, in the course of the same proceedings, a worldwide freezing injunction, as known under English law. In fact, recognition of the judgment could only be denied if it were established that, by granting the interim measure in question, the procedural rights of the party concerned were violated in such a serious way as to undermine the fairness of the proceedings considered as a whole.
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Lora, Antonio, Roberto Bezzi, Roberta Di Vietri, Anna Gandini, Franco Spinogatti et Carlo Zocchetti. « Packages of care in the Departments of Mental Health in Lombardy ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no 2 (juin 2002) : 100–115. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000556x.

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RIASSUNTOScopo – Il lavoro ha lo scopo di individuare i pacchetti di trattamento erogati dai Dipartimenti di Salute Mentale, ponendoli in relazione sia alia diagnosi dei pazienti che all'intensità nell'utilizzo delle risorse. Disegno – Lo studio è stato condotto a partire dai dati raccolti dal Sistema Informativo Psichiatrico lombardo; il campione è formato da 55518 pazienti residenti in Lombardia e in contatto nel 1999 con i Dipartimenti di Salute Mentale, di cui sono stati rilevati nel corso dell'anno i contatti territoriali, semiresidenziali, residenziali e ospedalieri. Setting – I Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Lombardia nel 1999. Principali misure utilizzate – Secondo uno approccio empirico, basato sull'esperienza dei ricercatori, sono stati definiti 15 pacchetti di cura; il pacchetto di cura “solo attivita territoriale” è stato ulteriormente distinto in sei macroattività; a ciascun pacchetto sono stati assegnati i pesi assistenziali. Risultati – Quattro pacchetti di cura (solo Ass. Territoriale, Ass. Ospedaliera e Ass. Territoriale, solo Ass. Ospedaliera, Ass. Semiresidenziale e Ass. Territoriale) da soli caratterizzano il 95% dei pazienti. Tre quarti dei pazienti vengono trattati solo nell'ambito territoriale, senza l'intervento di strutture ospedaliere, residenziali e semiresidenziali. I pazienti più gravosi, vale a dire i pazienti inseriti in un pacchetto con un peso medio maggiore di 5000, rappresentano solo il 4% degli utenti dei servizi. L'attivita residenziale sembra svolgere un ruolo sempre maggiore nella rete dei servizi psichiatrici (36% del peso assistenziale totale), mentre la schizofrenia si conferma la diagnosi di maggiore impatto per i servizi (59% del peso assistenziale totale). Dei pazienti trattati solo neH'ambito territoriale un terzo riceve unicamente interventi ambulatoriali medici e psicologi, mentre i due terzi restanti ricevono trattamenti integrati in cui l'attività clinica ambulatoriale si accompagna a interventi di carattere domiciliare, familiare, riabilitativo e sociale. Conclusioni – Nel modello territoriale di assistenza psichiatrica i pacchetti di cura più complessi e diversificati rappresentano l'eccezione piùttosto che la regola. I pacchetti più complessi e/o con maggior peso assistenziale si rivolgono ai pazienti che per la loro diagnosi sono definiti gravi.
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Coccia, S., et D. J. Mattingly. « Settlement history, environment and human exploitation of an intermontane basin in the central Apennines : the Rieti survey 1988–1991, part I ». Papers of the British School at Rome 60 (novembre 1992) : 213–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009831.

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STORIA INSEDIAMENTALE, AMBIENTE E SFRUTTAMENTO UMANO DI UN BACINO INTERMONTANO NELL'APPENNINO CENTRALE: IL RIETI SURVEY, 1988–1991, I. PARTEQuesto progetto è diretto allo studio del paesaggio rurale intorno alla città di Rieti, nell'Italia centrale e in particolare si propone di esaminare, in un ampio fronte diacronico, il mutamento del modello insediamentale e i diversi modi di sfruttamento dell'alto bacino appenninico e delle colline e dei monti circostanti. Sono qui descritti gli scopi ed i metodi interdisciplinari del progetto e vengono riportati i principali risultati ottenuti. Lo studio degli aspetti geomorfologici ha giocato un ruolo importante nel progetto e i risultati sono presentati in due principali sezioni riguardanti una la natura dei suoli del bacino e l'altra i diversi modi della loro formazione. Il lavoro sul campo si è principalmente basato sulla ricognizione intensiva di una serie di transetti perpendicolari sul lato orientale del bacino montano di Rieti, estesa anche alle montagne circostanti. Nel corso di tre stagioni di lavoro, oltre 500 campi sono stati esaminati nell'ambito di un'area di circa 22 kmq., insieme con più ampie ricognizioni all'interno dell'intero bacino; tali ricognizioni sono state specificatamente finalizzate alla ricerca di dati che aiutassero a fornire risposte circa la problematica riguardante il mutare del quadro insediativo durante l'epoca medievale. Sono stati rinvenuti un totale di circa 200 siti di vario tipo ed epoca, sebbene si sia cercato di analizzare tali siti, durante le ricognizioni, nell'ambito dell'archeologiaoff-site. Le ricognizioni di particolari aree comprendenti un certo numero di siti con evidenti resti architettonici, sono state integrate con le evidenze portate alla superficie tramite l'aratura. Le ricognizioni miranti al rinvenimento di strutture sono risultate essere particolarmente positive, con l'individuazione di una serie di castelli e villaggi medievali, posizionati ad alte quote intorno al bacino. Durante tale progetto sono stati inoltre usati metodi geofisici di prospezione, compiendo ricognizione di resistività su larga scala per circa 20 siti: vengono qui riportati alcuni commenti preliminari sui risultati ottenuti grazie a questa tecnica. Il lavoro di tipo archeologico è stato accompagnato da una ricerca a carattere storico ed archivistico; l'articolo si conclude con una sintesi della storia insediamentale del bacino di Rieti per un periodo che va dall'età del bronzo all'età post-medievale.
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Alvano, Sebastian A. « Trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia. Sono efficaci le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi ? Fondamenti storici e neurobiologici. Risultati clinici ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (mai 2012) : 47–83. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001004.

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L'autore procede ad una revisione bibliografica sul tema del trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia utilizzando PUBMED e riviste specializzate in farmacologia, psicofarmacologia e psichiatria. Tuttora determinate scuole di salute mentale sostengono che le cause dei disturbi mentali derivano da alterazioni genetiche e biologiche, oppure da conflitti socioculturali, senza considerare la coniugazione tra variabili genetico-biologiche e socioculturali. Queste prese di posizione radicali generano orientamenti estremi - o tutto č biologia e prescrizione farmacologica, o tutto č contesto ed interpretazione - e ostacolano approcci transdisciplinari. Per di piů, su un altro versante, le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi hanno una storia di descrizione di casi, e pochi studi basati sulle evidenze, o di confronto tra procedimenti terapeutici. Nondimeno, diversi autori hanno tentato nel corso degli anni di articolare dimensione biologica e approccio socioculturale, senza invalidare nessuno dei due approcci. Oggigiorno, la comprensione del ruolo giocato dai fattori etiopatogenetici e neurobiologici nei disturbi psichiatrici, evidenzia l'interazione gene-contesto e attutisce le antiche dicotomie teoriche. Le scoperte nel campo delle neuroscienze evidenziano i meccanismi d'azione dei processi terapeutici. Gli studi basati sulle evidenze sottolineano la necessitŕ di utilizzare percorsi di cura integrati combinando psicoterapie e cure psicofarmacologiche, in particolare nei quadri dei disturbi depressivi e d'ansia. Finora, la maggioranza degli studi sono stati realizzati con terapie cognitivo-comportamentali (CBT) e terapie interpersonali, tuttavia esiste ormai un numero crescente di lavori basati sulla psicoterapia psicodinamica e sulla psicoanalisi.
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Verduzco Chávez, Basilio. « La construcción de confianza Estado-policías-comunidad, un problema de diseño institucional/ Constructing Trust on State-Police-Community relationships, a problem of Institutional Design ». URVIO - Revista Latinoamericana de Estudios de Seguridad, no 20 (29 juin 2017) : 126. http://dx.doi.org/10.17141/urvio.20.2017.2459.

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Este artículo presenta una lectura de la situación de inseguridad en la que se destaca la incapacidad del Estado para integrar soluciones organizacionales e institucionales que proporcionen seguridad a los agentes de los cuerpos policiales, ayuden a construir relaciones de confianza entre policías y sociedad, incrementen la legitimidad de las actuaciones policiales y, en consecuencia, reduzcan los índices de criminalidad observados. Se analiza la experiencia mexicana para estudiar la falta de confianza y el pobre desempeño de la policía como resultados de fallas de diseño institucional. Los problemas de diseño institucional persisten debido a errores de interpretación de la racionalidad de los actores y de los procesos de cambio social registrados en el país, malos diagnósticos de los problemas de seguridad, problemas al distinguir entre estructuras de implementación y poblaciones objetivo, al diseñar políticas públicas que forman parte de una estrategia de soberanía graduada que ofrece protección desigual a los ciudadanos.ABSTRACTThis article presents an interpretation of insecurity, highlighting the lack of capacity of the State to integrate organizational and institutional solutions aimed at providing protection to police officers, building trust on police-society relationships, increasing police legitimacy and, therefore, reducing crime rates. Based on the analysis of the Mexican experience, this article looks at the lack of trust and the poor performance of police corps, consequences of institutional design failures. Such failures persist due to erroneous readings of actors´ rationalities and social change processes observed in the country, poor diagnostics of security problems, and confusion of implementation structures and target populations in public policies that integrate a graduated sovereignty strategy through which the state offers different levels of police protection to its citizens.
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Naor, PhD, Michael, Samuel N. Heyman, MD, Tarif Bader, MD, MHA et Ofer Merin, MD, MHA. « Deployment of field hospitals to disaster regions : Insights from ten medical relief operations spanning three decades ». American Journal of Disaster Medicine 12, no 4 (1 octobre 2017) : 243–56. http://dx.doi.org/10.5055/ajdm.2017.0277.

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Objective: The Israeli Defense Force (IDF) Medical Corps developed a model of airborne field hospital. This model was structured to deal with disaster settings, requiring self-sufficiency, innovation and flexible operative mode in the setup of large margins of uncertainty regarding the disaster environment. The current study is aimed to critically analyze the experience, gathered in ten such missions worldwide.Methods: Interviews with physicians who actively participated in the missions from 1988 until 2015 as chief medical officers combined with literature review of principal medical and auxiliary publications in order to assess and integrate information about the assembly of these missions.Results: A body of knowledge was accumulated over the years by the IDF Medical Corps from deploying numerous relief missions to both natural (earthquake, typhoon, and tsunami), and man-made disasters, occurring in nine countries (Armenia, Rwanda, Kosovo, Turkey, India, Haiti, Japan, Philippines, and Nepal). This study shows an evolutionary pattern with improvements implemented from one mission to the other, with special adaptations (creativity and improvisation) to accommodate logistics barriers.Conclusion: The principals and operative function for deploying medical relief system, proposed over 20 years ago, were challenged and validated in the subsequent missions of IDF outlined in the current study. These principals, with the advantage of the military infrastructure and the expertise of drafted civilian medical professionals enable the rapid assembly and allocation of highly competent medical facilities in disaster settings. This structure model is to large extent self-sufficient with a substantial operative flexibility that permits early deployment upon request while the disaster assessment and definition of needs are preliminary.
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Morales-Rodríguez, María Lucila, Clara Alicia Vela-Ortega, Laura Patricia Vélez-Chong, Gonzalo Cruz-Ceballos, Ana Guadalupe Vélez-Chong et Denisse Alvarado-Castillo. « Application of the GAMeNT Framework for the Development of a Serious Game Prototype aimed at Older Adults ». Tecnología Educativa Revista CONAIC 8, no 2 (14 décembre 2021) : 63–70. http://dx.doi.org/10.32671/terc.v8i2.211.

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One of the biggest problems that will be faced in the world in the coming years is the demand for care in the field of physical and mental health in older people, serious games are presented as a tool to support occupational therapies for preservation of health and activities of daily living (ADL) in this group. This work breaks down the process of designing and implementing a serious game using the GAMeNT framework, which was developed with the objective of producing serious games that integrate socio-emotional virtual agents in an interactive narration. The software prototype that was implemented to improve shoulder tendons and exercising short term memory considers an aesthetic and dynamic design centered on the user and the integration of a virtual agent that guides the game. It is highlighted that the use of the GAMeNT Framework facilitates the implementation of serious games. Uno de los mayores problemas que se enfrentarán en el mundo en los próximos años es la demanda de cuidados en el campo de la salud física y mental en las personas mayores, los juegos serios se presentan como una herramienta de apoyo a las terapias ocupacionales para la preservación de la salud y las actividades. de la vida diaria (AVD) en este grupo. Este trabajo desglosa el proceso de diseño e implementación de un juego serio utilizando el framework GAMeNT, el cual fue desarrollado con el objetivo de producir juegos serios que integren agentes virtuales socioemocionales en una narración interactiva. El prototipo de software que se implementó para mejorar los tendones del hombro y ejercitar la memoria a corto plazo considera un diseño estético y dinámico centrado en el usuario y la integración de un agente virtual que guía el juego. Se destaca que el uso del Framework GAMeNT facilita la implementación de juegos serios.
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MEINICKE, Dinorá, et Andréia Mendes dos SANTOS. « Formação continuada numa perspectiva da educação para a inteireza : uma necessidade do professor de creche ». INTERRITÓRIOS 5, no 9 (9 décembre 2019) : 232. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243591.

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RESUMOO presente texto compartilha implicações que emergiram de uma pesquisa qualitativa de abordagem hermenêutica, cujo propósito foi compreender como as Ações de Formação Continuada - FC ofertadas ao Professor de Creche, pela Secretaria Municipal de Educação – SME de Florianópolis/SC, no período 2013-2015, instigavam uma formação na perspectiva de uma Educação para a Inteireza. Os achados desse estudo desvelaram que: as concepções de FC que sustentaram as ações ofertadas pela SME foram sendo aprimoradas ao longo do período; ao serem pensadas, as ações de FC, não contemplavam as dimensões constitutivas do SER no seu planejamento, contudo, embora a Secretaria não tenha concebido tais ações com esse propósito, entende que essas dimensões permearam o seu desenvolvimento e reconhece a importância de viabilizar a FC nesta perspectiva, porém, assinala fragilidade acerca do entendimento do assunto, aponta necessidade e interesse de investir em estudos que possibilitem aprimorar a compreensão da FC na perspectiva da Educação para a Inteireza. Professores de Creche. Formação Continuada. Educação para Inteireza.Continuing education from the perspective of Education for Integrality: a need of the Kindergarten Teacher ABSTRACT This paper shares implications that emerged from a qualitative research with a hermeneutic approach, whose purpose was to understand how the Actions of Continuing Education - CE offered to the Kindergarten Teacher, by the Municipal Secretary of Education - SME of Florianópolis / SC, in the period 2013-2015, instigated training in the perspective of an Education for Integrality. The findings of this study revealed that: the CE conceptions that supported the actions offered by the SME were being improved over the period; When thinking about CE actions did not contemplate the constitutive dimensions of SER in its planning, however, although the Secretariat did not conceive such actions for this purpose, it understands that these dimensions permeated its development and recognizes the importance of enabling CE in this perspective. However, it points out fragility about the understanding of the subject, points out the need and interest to invest in studies that enable the understanding of CE to be improved from the perspective of Education for Integrality. Kindergarten Teachers. Continuing Education. Education for Integrality. Formazione continua dal punto di vista dell'educazione alla integrità: una necessità per gli insegnanti di asilo RIASSUNTO Il presente testo condivide le implicazioni emerse da una ricerca qualitativa sull'approccio ermeneutico, il cui scopo era comprendere come le azioni di formazione continua offerte all'insegnante di scuola materna, dal Segretariato per l'educazione municipale de la cittá di Florianópolis / Sud del Brasil, nel 2013-2015, ha istigato una formazione nella prospettiva di un'educazione per il tutto. I risultati di questo studio hanno rivelato che: le concezioni della formazione continua. Le azioni offerte dalle secreterie de insegno sono state migliorate nel corso del periodo pero non hanno contemplato le dimensioni costitutive del ESSERE nella sua pianificazione. Sebbene il Segretariato non abbia concepito tali azioni a tale scopo, queste dimensioni permeano il suo sviluppo e riconosce l'importanza di abilitare con una fornazione continua. In questa prospettiva, tuttavia, sottolinea la fragilità della comprensione della materia, la necessità e l'interesse a investire in studi che consentano di migliorare la comprensione di questa formazione dal punto di vista dell'Educazione per essere completo. Insegnanti di scuola materna. Formazione permanente. Educazione per la completezza. La educación continua desde la perspectiva de la Educación para la Integralidad: una necesidad del maestro de jardín de infantes RESUMEN Este artículo comparte las implicaciones que surgieron de una investigación cualitativa con un enfoque hermenéutico, cuyo propósito era comprender cómo las Acciones de Educación Continua - CE ofrecieron al Maestro de Kindergarten, por la Secretaría Municipal de Educación - SME de Florianópolis / SC, en el período 2013-2015, instigó la capacitación en la perspectiva de una Educación para la Integralidad. Los resultados de este estudio revelaron que: las concepciones de CE que respaldaron las acciones ofrecidas por las PYME se mejoraron durante el período; Sin embargo, al pensar en las acciones de CE no contempló las dimensiones constitutivas de SER en su planificación, aunque la Secretaría no concibió tales acciones para este propósito, entiende que estas dimensiones impregnaron su desarrollo y reconoce la importancia de habilitar CE en esta perspectiva. Sin embargo, señala la fragilidad sobre la comprensión del tema, señala la necesidad y el interés de invertir en estudios que permitan mejorar la comprensión de la CE desde la perspectiva de la Educación para la Integralidad. Maestros de Kindergarten. Educación continua. Educación para la integralidad.
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La Marca, Alessandra, et Leonarda Longo. « The project No one is left behind : teaching educational research ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 120–37. http://dx.doi.org/10.36253/form-12700.

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School closures due to COVID-19 have brought significant disruptions to education. Service-learning interventions have offered significant opportunities to reduce and reverse the long-term negative effects and to empower the recovery process of pupils in difficulty. The study was carried out with 869 students enrolled in the Primary Education Sciences master’s degree course at the University of Palermo. The participants have been involved in the planning and implementation of targeted educational courses designed for the “fragile” pupils from 33 different schools in Palermo. The primary level pupils were provided with a total of 60,000 hours of recovery and learning enhancement activities in remote mode. Challenging teaching activities fostered cognitive and learning development of the pupils and responsibility in teaching educational research. Il progetto Nessuno resta indietro: formazione alla ricerca didattica. La chiusura delle scuole che ha provocato un incremento significativo della povertà educativa ha sollecitato l’opportunità di progettare interventi integrati di service learning per favorire il recupero e il potenziamento dei minori in difficoltà. 869 studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi di Palermo, sono stati coinvolti nella progettazione e nella realizzazione di percorsi didattici mirati, rivolti agli alunni “fragili” di 33 scuole palermitane. Complessivamente sono state erogate 60,000 ore in DAD di attività di recupero e di potenziamento dell’apprendimento di alunni della scuola primaria di Palermo. Le attività didattiche sfidanti hanno favorito la stimolazione cognitiva e lo sviluppo della motivazione per l’apprendimento degli alunni e la responsabilità nella formazione alla ricerca didattica.
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Mosa, Elena. « L’uso degli ambienti fisici e virtuali durante l’emergenza sanitaria. » IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 36–45. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.332.

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Il contributo si basa sui dati raccolti nel corso dell’indagine “Impatto della Pandemia sulle Pratiche Didattiche e Organizzative delle Scuole Italiane nell’Anno Scolastico 2020/21” condotta da Indire su un campione statisticamente rappresentativo. La survey richiama le dimensioni dei framework europei DigCompOrg e DigCompEdu, ovvero: 1) Modalità didattiche 2) Valutazione 3) Supporti e risorse per la didattica 4) Spazi, infrastrutture e tecnologie 5) Formazione continua 6) Organizzazione e leadership scolastica 7) Collaborazione e networking. Il rispondenti all’indagine sono stati 2.546 docenti variamente distribuiti sul territorio nazionale e rappresentativi della scuola primaria, secondaria di I e di II grado. Nello specifico, l’articolo intende approfondire i risultati relativi alla dimensione “spazi, infrastrutture e tecnologie” con l’obiettivo di analizzare l’uso degli spazi scolastici interni ed esterni all’edificio anche in modalità integrata e potenziata dagli ambienti on line. Come è noto, gli spazi e le infrastrutture tecnologiche hanno ricoperto un ruolo fondamentale durante la pandemia. I primi, perché sono risultati essenziali al fine di garantire il distanziamento sociale minimo nel rispetto dei provvedimenti sanitari emanati dal CTS. Le infrastrutture e le tecnologie, inoltre, si sono rivelate essere la conditio sine qua non per garantire le attività didattiche nei vari assetti: in presenza, online o a classi ibride. Assicurare un device a tutti, disporre di connessioni sufficientemente robuste da consentire molteplici accessi in contemporanea (a casa, come a scuola) sono state alcune delle principali sfide fin dai primi giorni di lockdown. Al perdurare dell’emergenza sanitaria e dei relativi provvedimenti necessari al contingentamento della diffusione del virus, si sono poste anche questioni legate alla disponibilità di ambienti domestici dedicati per consentire il corretto svolgimento delle attività didattiche. Ambienti che, non di rado, risultavano inidonei se, ad esempio, dovevano essere condivisi con altri fratelli o sorelle o con i genitori in smart working. I patti educativi di comunità sono stati richiamati nel Piano Scuola 2020/21 al fine di incoraggiare collaborazioni virtuose tra scuola e territorio e rafforzare l’alleanza educativa, civile e sociale tra le scuole e le comunità educanti, anche in relazione al quadro di complessità generato dalla pandemia. Il Piano 2020/21 specifica, tra i vari obiettivi, la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei, per svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali. Si è pertanto inteso indagare la tipologia e la frequenza di utilizzo di ambienti diversi dall’aula scolastica e le motivazioni che hanno sotteso a tali scelte. Il contributo intende fornire una sintesi e una riflessione critica a partire dai dati emersi dal questionario.
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SILVA, Rodolfo Gonçalves Oliveira da, Guildo Lessa RIBEIRO FILHO et Raquel Aparecida Soares Reis FRANCO. « Sequência didática para o estudo de circuitos elétricos de iluminação ». INTERRITÓRIOS 6, no 11 (6 août 2020) : 161. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247754.

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O estudo dos sistemas de iluminação residencial é fundamental para os alunos do curso Técnico em Edificações. Geralmente as práticas de ensino adotadas nas escolas públicas são tradicionalistas, onde o aluno assume uma postura passiva em seu processo de aprendizagem. Este artigo avalia a contribuição de uma sequência didática sobre circuitos elétricos de iluminação residencial, acionados por interruptores simples, intermediários e paralelos no Curso Técnico Integrado em Edificações. O trabalho proposto foi concebido para que pudesse contribuir com o docente no processo de ensino, a fim de motivar no aluno a consciência, a motivação, a reflexão e o prazer pelo estudo. Para tanto, utilizouse ambientes virtuais de aprendizagem combinadas com o uso de componentes animados, além de aulas práticas laboratoriais. Os resultados demonstraram que o uso de sequências didáticas, quando bem planejadas, torna o processo de ensino-aprendizagem mais dinâmico, interativo e mais eficiente. Sequência Didática. Circuito Elétrico. Aprendizagem.ABSTRACT The study of residential lighting systems is essential for students of the Technical Course in Buildings. Generally the teaching practices adopted in public schools are traditionalist, where the student takes a passive stance in his learning process. This article evaluates the contribution of a didactic sequence on electrical circuits of residential lighting, activated by simple, intermediate and parallel switches in the Integrated Technical Course in Buildings. The proposed work was conceived so that it could contribute with the teacher in the teaching process, in order to motivate in the student the conscience, the motivation, the reflection and the pleasure for the study. For that, virtual learning environments were used combined with the use of animated components, in addition to practical laboratory classes. The results showed that the use of didactic sequences, when well planned, makes the teaching-learning process more dynamic, interactive and more efficient. Didactic Sequence. Electrical Circuits. Learning.RESUMEN El estudio de los sistemas de iluminación residencial es esencial para los estudiantes del Curso Técnico en Edificaciones. En general, las prácticas docentes adoptadas en las escuelas públicas son tradicionalistas, donde el alumno adopta una postura pasiva en su proceso de aprendizaje. Este artículo evalúa la contribución de una secuencia didáctica en circuitos eléctricos de iluminación residencial, activada por interruptores simples, intermedios y paralelos en el Curso Técnico Integrado en Edificaciones. El trabajo propuesto fue concebido para que pueda contribuir con el profesor en el proceso de enseñanza, con el fin de motivar en el alumno la conciencia, la motivación, la reflexión y el placer por el estudio. Para ello, se utilizaron ambientes virtuales de aprendizaje combinados con el uso de componentes animados, además de clases prácticas de laboratorio. Los resultados mostraron que el uso de secuencias didácticas, cuando bien planeadas, hace que el proceso de enseñanza-aprendizaje sea más dinámico, interactivo y más eficiente. Secuencia Didáctica. Circuito Eléctrico. Aprendizaje.RIASSUNTO Lo studio dei sistemi di illuminazione residenziale è essenziale per gli studenti del Corso tecnico in edifici. Generalmente le pratiche di insegnamento adottate nelle scuole pubbliche sono tradizionaliste, in cui lo studente assume una posizione passiva nel suo processo di apprendimento. Questo articolo valuta il contributo di una sequenza didattica sui circuiti elettrici di illuminazione residenziale, attivati da interruttori semplici, intermedi e paralleli nel Corso tecnico integrato negli edifici. Il lavoro proposto è stato concepito in modo da poter contribuire con l'insegnante nel processo di insegnamento, al fine di motivare nello studente la coscienza, la motivazione, la riflessione e il piacere per lo studio. A tale scopo, sono stati utilizzati ambienti di apprendimento virtuale combinati con l'uso di componenti animati, oltre a lezioni pratiche di laboratorio. I risultati hanno mostrato che l'uso di sequenze didattiche, se ben pianificato, rende il processo di insegnamento-apprendimento più dinamico, interattivo ed efficiente.Sequenza Didattica. Circuito Elettrico. Apprendimento.
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Piccinelli, Marco. « Psychiatric disorders in primary care : why so many differences ? » Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no 3 (décembre 1994) : 195–208. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003705.

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RiassuntoScopo - (I) Operare una revisione critica degli studi che hanno indagato la frequenza dei disturbi psichici tra i pazienti della medicina generale, utilizzando come criterio un'intervista psichiatrica standardizzata; (II) discutere i possibili fattori all'origine delle diverse frequenze riscontrate; (III) mettere in luce il ruolo di primaria importanza che possono assolvere in questo campo gli studi multicentrici condotti grazie a programmi di collaborazione internazionale. Metodo - sono stati selezionati i lavori pubblicati nella letteratura internazionale tra il 1970 ed il 1993. La selezione è stata effettuata grazie ad una ricerca computerizzata, nel corso della quale sono stati incrociati i databases MEDLINE e Psychological Abstracts; questa è stata a sua volta integrata da una ricerca manuale, consistente neU'esame delle bibliografie contenute nei lavori cosi individuati e nella consultazione degli indici analitici delle principal! riviste psichiatriche internazionali. Infine, è stata consultata la bibliografia commentata, curata da Wilkinson (1985), relativa a lavori di interesse e pertinenza psichiatrici condotti nella medicina generale e pubblicati tra il 1977 ed il 1985. Risultati - Sono stati individuati 30 lavori, ma 9 sono stati esclusi, dal momento che replicavano dati già riportati in letteratura o presentavano limiti metodologici. È emerso cosi che indagini sulla frequenza complessiva dei disturbi psichici tra i soggetti che si rivolgevano ai servizi di medicina generale sono state finora condotte secondo procedure standardizzate solo in 13 Paesi. La frequenza dei disturbi psichici variava tra il 10% ed il 50% circa. Le possibili ragioni all'origine dellem diverse frequenze riscontrate sono state discusse alia luce di tre fattori: I) le caratteristiche dell'indagine; II) l'affidabilità e la confrontabilità delle categorie diagnostiche e dei sistemi nosografici utilizzati; e III) la diversa organizzazione dei servizi sanitari nei vari Paesi. Conclusioni - alia luce delle difficoltà che si incontrano quando si tenta di confrontare i risultati forniti da studi indipendenti condotti in Paesi diversi o perfino nello stesso Paese viene suggerito il ruolo di primaria importanza che possono assolvere in questo campo gli studi multicentrici condotti grazie a programmi di collaborazione internazionale.
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JAEGGI-RICHOZ, Sandra, et Thomas R. BLANTON IV. « Imago Genitalium. Introduction au numéro spécial « Le phallus dans l’Antiquité » ». Le phallus dans l'Antiquité. Imaginaires, pratiques et discours, représentationss HS n° 2 (28 juin 2022) : 1–15. http://dx.doi.org/10.47245/archimede.hs02.ds1.01.

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Résumé Le présent numéro spécial de la revue Archimède. Archéologie et histoire ancienne, organisé sous les auspices du projet Imago Genitalium : Sex and Gender in Ancient Mediterranean Art, porte sur les représentations du phallus dans l'Antiquité. Le projet a pour objectif de combler les lacunes de la recherche sur les parties sexuelles du corps, les organes qui leur sont associés (les seins) et leurs fluides. En effet, en partie à cause de l'héritage des lois de l'époque victorienne interdisant le matériel jugé « indécent » ou « obscène » parce qu'il était considéré comme évoquant la sexualité (même si celle-ci est vaguement définie), une grande quantité du matériel représentant des images d'organes génitaux humains dans l'Antiquité a régulièrement été isolée de ses contextes matériels d'origine, séquestrée dans des « cabinets secrets » spécialement désignés dans les musées et cachée à la vue du public. Malgré certains progrès, de nombreux comptes rendus scientifiques de l'Antiquité ne sont pas parvenus à intégrer ce matériel dans les contextes culturels et matériels desquels il a été systématiquement mis à l’écart, ce qui conduit à en avoir une vision déformée. La présente édition, première publication du groupe Imago Genitalium (https://genitaliaandco.hypotheses.org/equipe) attire l'attention sur les représentations du phallus en Égypte, au Levant et en Asie Mineure, en Grèce et dans l'Empire romain afin de mieux comprendre les significations culturelles et les fonctions rituelles associées à ces représentations. Bien qu'il y ait quelques exceptions, en général, les images discutées ne connotent pas l’« obscénité », mais représentent plutôt les termes positifs d'une série de dualités qui se chevauchent : vie/mort, création/destruction, santé/maladie, protection/malheur et prospérité/malheur. Les articles de ce numéro spécial traitent de l'apparence et de l'usage multiple du phallus dans les pratiques funéraires et mortuaires, des rituels d'attribution de la parenté, de la divination, de la procréation et de la fertilité, de la guérison et de la médecine, ainsi que des conventions artistiques déployées pour distinguer les tout-petits des adultes ou pour susciter le rire et alors détourner le mauvais œil. Abstract Title: Imago Genitalium: Introduction to the special issue “The phallus in Antiquity” The present special issue of the journal Archimède. Archéologie et histoire ancienne, organized under the auspices of the Imago Genitalium: Sex and Gender in Ancient Mediterranean Art project, focuses on depictions of the phallus in Antiquity. It aims to fill the gap in research on the sexual parts of the body, their associated organs (the breasts) and their fluids. Due in part to the legacy of Victorian-period laws banning material deemed to be “indecent” or “obscene” because it was held to connote sexuality (however vaguely defined), a large amount of material depicting images of human genitalia in Antiquity has regularly been isolated from its original material contexts, sequestered in specially designated “secret cabinets” of museums, and hidden from public view. Despite some progress, many scholarly accounts of Antiquity fail to integrate this material into the cultural and material contexts from which it was systematically stripped, resulting in distorted views. The present special edition, the first publication of the Imago Genitalium group (https://genitaliaandco.hypotheses.org/equipe), draws attention to representations of the phallus in Egypt, the Levant and Asia Minor, Greece, and the Roman Empire to better understand the cultural significations and ritual functions associated with those representations. Although there are some exceptions, in general the images discussed did not connote “obscenity,” but instead represented the positive terms in a series of overlapping dualities: life/death, creation/destruction, health/illness, protection/harm, and prosperity/misfortune. The essays in this special issue deal with the multifarious appearances and usages of phalli within the contexts of funerary and mortuary practices, rituals of kinship attribution, divination, procreation and fertility, healing and medicine, and artistic conventions deployed to distinguish toddlers from adults or to elicit laughter and thus to avert the evil eye.
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Di Cesare, P., S. Crivellari, G. Gallizzi, F. Guglielmucci, I. G. Franzoi, A. Pepoli, D. Degiovanni, F. Grosso et A. Granieri. « L’impatto psicologico dell’amianto, killer invisibile del corpo e della mente ». Working Paper of Public Health 5, no 1 (15 juin 2016). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2016.6693.

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Introduzione: L’esposizione ad amianto determina l’insorgenza di varie patologie, tra le quali placche polmonari, asbestosi e mesotelioma pleurico maligno (MPM). Vivere in un Sito Contaminato può dunque rappresentare per l’intera comunità un vero e proprio trauma cumulativo che porta in campo malattia e morte per via di una sorta di “killer invisibile”: l’amianto. In tali circostanze è necessario realizzare protocolli di presa in carico multidisciplinare che possano offre un approccio di cura integrato sia ai pazienti sia ai loro caregiver. Metodologia: Sono ormai numerose in letteratura le evidenze scientifiche che sostanziano l’importanza del ruolo che la psicologia clinica può ricoprire in ambito oncologico. Obiettivo di questo lavoro è descrivere nello specifico la situazione di Casale Monferrato, le ricerche realizzate sul territorio e delineare l’intervento psicologico-clinico proposto in quella sede per rispondere alla qualità dei bisogni evidenziati in pazienti affetti da patologie asbesto-correlate, tra cui principalmente il MPM, e nei loro caregiver. Risultati: I risultati delle ricerche effettuate a Casale Monferrato evidenziano quanto emerge nella letteratura internazionale, ossia che i pazienti affetti da patologie asbestocorrelate manifestano frequentemente ansia, depressione, disturbi somatici e una certa tendenza al ritiro sociale. Il lavoro psicologico-clinico all’interno dell’intervento di psicoterapia gruppale breve offre loro un setting in cui poter storicizzare la malattia ed elaborare le molteplici sfaccettature del dolore che una diagnosi infausta porta in campo: da quello maggiormente connesso al corpo, a quello più squisitamente psichico. Conclusione: Il ruolo della psicologia clinica in ambito oncologico è di fondamentale importanza sia per il paziente sia per i suoi familiari, in quanto può favorire l’elaborazione della sofferenza e della rabbia connesse alla diagnosi di malattia oncologica o al dover prendersi cura in modo continuativo di un proprio caro cui è stata posta una diagnosi infausta. L’intervento psicologico permette, inoltre, di dare nome e significato alla paura connessa all’esposizione ad amianto: un killer silenzioso e invisibile, che rischia altrimenti di restare impensabile e impensato.
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Costa, Pedro Henrique Maia, Susane de Almeida Aranha Costa, Amanda Alves Fecury, Carla Viana Dendasck, Euzébio de Oliveira et Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. « L’insegnamento della Costituzione federale nel contesto del liceo integrato dell’Istituto federale di istruzione, scienza e tecnologia di Amapá (IFAP) ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 26 avril 2021, 123–39. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/integralizzato-dellistituto.

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La nostra Costituzione federale del 1988 ha inserito l’istruzione come diritto fondamentale nell’elenco dei diritti sociali. Uno degli scopi dell’istruzione è quello di garantire e preparare lo studente all’esercizio del cittadino. Le proposte evidenziate non hanno lo scopo di formare una laurea in giurisprudenza, ma piuttosto un cittadino consapevole, che riconosce i suoi diritti e doveri fondamentali davanti alla società e allo Stato. L’obiettivo di questa ricerca è verificare la reale possibilità di introdurre lo studio della Costituzione Federale (CF) nell’IFAP, sulla base della conoscenza di questi studenti delle conoscenze di base sulla Costituzione federale. Questionari strutturati sono stati utilizzati con domande chiuse e aperte, di carattere dissertazione e altre di carattere oggettivo, applicate a gennaio 2018 ai partecipanti coinvolti, con l’aiuto di Google Forms. Il liceo brasiliano, esaminato da un taglio puntuale del corso tecnico negli edifici nella forma integralizzata dell’IFAP, campus Macapá, non può rispettare le raccomandazioni del CF e della LDB in base al risultato del questionario applicato agli studenti. Questo insegnamento occupa un posto privilegiato nella formazione educativa brasiliana, tra le elementari e le superiori. Gli studenti dimostrano di essere entusiasti della possibilità di implementare scansioni di base nel corso tecnico negli edifici dell’IFAP, nel campus di Macapá, anche se facoltativamente.
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D’Agostino, Francesco. « Biopolitica : fondamenti filosofico-giuridici ». Medicina e Morale 58, no 2 (30 avril 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.251.

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La riflessione di Francesco D'Agostino procede a partire da una sintetica presentazione della genealogia e dei successivi sviluppi del concetto di “persona” nella cultura occidentale, soffermandosi specificamente sulla sua recente identificazione positivistica (astratta e formalizzante) con la categoria di “soggetto di diritto” – e sulla sua conseguente manipolabilità pragmatica e normativa. Tale paradigma è entrato ormai in crisi, come testimoniano le irresolubili problematiche sorte attorno alla disciplina legale del bios, ed in particolare alla difficoltà, che ne deriva direttamente, di arginare normativamente ogni tentazione di strapotere biopolitico: né il tentativo empirista di riabilitare il concetto in base alla capacità di autodeterminazione, appare davvero serio e teoreticamente persuasivo. Più promettente risulta invece la proposta di tornare ad una fondazione del diritto nella persona e nella sua concreta corporeità: andando oltre le proposte di Stefano Rodotà, messe fecondamente a confronto con il personalismo di Elio Sgreccia, D'Agostino suggerisce di prendere sul serio l'idea di “biografia” per riscoprirne al fondo un integrato, perché relazionale, concetto di persona umana. In questo impegno teoretico appare ricco di conseguenze il passaggio dalla considerazione prioritaria dei corpi a quella della “carne”, assai più densa dal punto di vista filosofico e teologico: sia per via del suo riferimento intrinseco alla vulnerabilità, sia per la sua strutturale apertura, alternativa alla chiusura individualistica del corpo in se stesso, alla relazione con l'altro da sé e soprattutto con il Dio in-carnato. ---------- The reflection of Francesco D'Agostino proceeds from a brief presentation of the genealogy and subsequent developments of the concept of "person" in Western culture, focussing specifically on the recent and abstract identification positivistic between the concept of person and the concept of "subject of law "- and its consequent manipulation by the pragmatic legislation. This paradigm is now in crisis, as shown by the neverending discussions about the legal framework of the “bios”, and in particular the difficulties to contain by the legislation every temptation of the excesses of the biopolitics: neither the empiricist attempt to rehabilitate the concept proceeding from the ability to self-determination, appears very serious and theoretically persuasive. More promising is instead the proposal to return to a foundation of law in person and in his concrete corporeity: going beyond the proposals of Stephen Rodotà, originally compared with the personalism of Elio Sgreccia, D'Agostino suggested to take seriously the idea of "biography" to rediscover an integrated and relational concept of the human person. In this commitment, the transition from the concept of “body” to concept of “flesh” promises many theoretical consequences, because the concept of flash is much more dense in terms of philosophical and theological thought: as well as by its reference to the intrinsic vulnerability, both for its structural openness to the relationship with the other and with the christian God, just appeared in the flesh.
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Iannone, Maria Teresa. « La salute dell’uomo tra scienza medica e filosofia La medicina estetica nell’assistenza olistica ». Medicina e Morale 56, no 2 (30 avril 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.321.

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Résumé :
La Bioetica ci insegna quanto sia importante che la Medicina sia disposta a guardare e a trattare l’uomo che soffre nella sua interezza spirituale e corporea, opponendosi a quella cultura scientifica che ha perso il senso della unità dell’individuo, curando la patologia e non il malato. La prospettiva olistica è quella che meglio comprende il concetto di salute, in quanto definisce la salute come abilità di conseguire gli scopi vitali riferendosi all’uomo nella sua interezza. In questa modalità di affrontare l’uomo nella sua globalità, entra in gioco la corporeità, base necessaria per la relazione con i propri simili. La Medicina estetica si basa sull’intuizione che individua come il malessere del corpo possa andare ben oltre il corpo; ricorrervi deve significare rispettare l’umanità che è in ognuno di noi nella ricerca di un equilibrio psico-fisico che richiama ad una duplice moralità: quella del medico che deve prestare la sua opera senza tradire gli scopi dell’arte medica e quella dell’utente che deve rispettare la sacralità della sua persona. Affrontare una diagnosi di malattia è difficile; il malato vaga in una condizione di incredulità e sgomento che possono far dimenticare che c’è un viso che “chiede” e un corpo che “parla”; l’attenzione alla componente estetica della nostra persona nei percorsi di malattia può aiutare a riportare l’attenzione e assumere la corporeità al centro dell’interesse del paziente. Ciò non comporta alcun riduzionismo soggettivista, tutt’altro: permette di non mistificare l’esperienza soggettiva mettendo in luce il ruolo della dimensione della malattia nella definizione delle nostre più intime esperienze. In questa particolare situazione, in un contesto condiviso e supportato dall’intero staff sanitario, la Medicina estetica può portare un contributo per interagire con un corpo che può desiderare di essere riscoperto: il suo apporto, in un approccio integrato al paziente, tende a far sì che la cura del paziente possa operare su tutte le quattro dimensioni della salute, organica, psichica, socio-ambientale, etico-spirituale, ognuna delle quali investe tutta la sua persona: per far sì che, se esistono malattie inguaribili, non debbano mai esistere malattie incurabili. ---------- Bioethics teaches us the importance of Medicine being open to consider and treat suffering people in their spiritual and corporeal wholeness, thus opposing a scientific culture which has lost the sense of unity of the individual, as it deals with the treatment of organs or pathologies rather than of patients. The holistic perspective interprets the concept of health in the best way, in that it defines health as the ability of achieving vital goals, and refers to the human being as a whole. This way of dealing with the total human being implies a role for corporeity, intended as a necessary basis for inter-individual relationships. Aesthetic Medicine is based on the intuition according to which it is possible to identify how physical discomfort may extend well beyond the body itself; therefore, resort to it must mean respect for the human beings we all are, and continuous search for psychic and physical equilibrium, which implies two aspects of morality, i.e., ethical practice by physicians, who must dispense their services without failing in the aims of the art of medicine, and ethical behaviour by users, who must respect the holiness of their own persons. It is difficult to face a diagnosis of disease; sick persons fall a prey to feelings of disbelief and dismay such that they may be induced to neglect their own “asking” faces, and their own “talking” bodies. So, the attention to the aesthetic component of our persons during the course of the illness may help to focus again both the attention and the interest of patients on corporeity. This does not imply any sort of subjectivist reductionism, quite the contrary. Rather, it allows to not mystify the subjective experience, by emphasizing the role played by the importance of the disease within the definition of our most intimate experiences. Then, in the particular situation herein referred to, that is, within a context which is shared and supported by all the health staff, Aesthetic Medicine can make its contribution to interact with a body which it is really possible to rediscover. The contribution of Aesthetic Medicine – within a patient- focused approach – is intended to allow that patients’ care may act for all four aspects of health, i.e., organic, psychical, socio-environmental, and ethical-spiritual ones, each of which concerns their whole persons. And this, so that – even if non-healing diseases exist – “not curable” diseases shall never exist.
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