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Articles de revues sur le sujet « Insegnanti italiani »

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Florio, Eleonora, Letizia Caso et Ilaria Castelli. « Rappresentazioni e atteggiamenti degli insegnanti verso le diagnosi di DSA : costruzione e validazione preliminare di un questionario ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2022) : 1–24. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13224.

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Questo lavoro presenta un questionario sviluppato per raccogliere ed esplorare le rappresentazioni e gli atteggiamenti degli insegnanti rispetto al recente e considerevole aumento di diagnosi di Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) nelle scuole italiane. Il questionario Rappresentazione e Atteggiamenti rispetto ai DSA (RADSA) è stato elaborato sulla base della letteratura di riferimento e di 11 focus group con 92 insegnanti italiani di scuola primaria (96.7% femmine, età M = 47.2 anni, DS = 8.8). I trascritti dei focus group sono stati analizzati con il software T-LAB (Lancia 2012, 2018) e i contenuti sono stati convertiti in item per il questionario. Successivamente, è stata condotta un'analisi fattoriale esplorativa (con rotazione Direct Oblmin) sulle risposte di 111 insegnanti italiani di scuola primaria, per la maggior parte femmine (94.6%), che hanno partecipato alla seconda fase dello studio. Il range di età di questo secondo campione era compreso tra i 25 e i 63 anni (M = 46.1, DS = 9.34), con una media di 20.18 anni di insegnamento (DS = 11.49). Il questionario RADSA, grazie ai suoi 62 item, divisi in 12 sottoscale, è risultato capace di riflettere la complessità dell'argomento e rappresenta uno strumento di valutazione mirato ad esplorare gli atteggiamenti di insegnanti ed educatori verso la diagnosi di DSA, specialmente quelli che possono minare la qualità della relazione alunno-insegnante. Siccome il RADSA è in grado di identificare le principali rappresentazioni personali riguardanti gli alunni con DSA, si possono progettare interventi mirati per uno specifico contesto educativo, basandoli sui risultati ottenuti dalla sua somministrazione.
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Argentin, Gianluca. « Under pressure ? L'elevata e crescente soddisfazione lavorativa degli insegnanti italiani, 2014-2019 ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 160 (août 2021) : 43–66. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160003.

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Il sistema scolastico italiano ha visto, nell'ultimo decennio, l'adozione di importanti trasformazioni coerenti con la logica del New Public Management. Si ipotizza che questi mutamenti possano aver avuto ripercussioni negative sulla soddisfazione occupazionale degli insegnanti. Adottando una prospettiva di sociologia del lavoro, si analizzando i dati delle Indagini ISTAT sulle forze di lavoro e si pongono diacronicamente a confronto gli insegnanti con altri gruppi occupazionali. Si rileva così che la soddisfazione degli insegnanti non solo è elevata ma anche crescente nel periodo qui considerato, in netto contrasto con le ipotesi sulle ricadute negative delle trasformazioni del sistema scolastico. In conclusione dell'articolo, si formulano possibili interpretazioni di questi risultati inattesi.
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Cera, Rosa. « Un'indagine comparativa : formazione degli insegnanti in Svezia e Italia, STEM education, TIC, ruolo e funzioni delle universit& ; ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2021) : 5–22. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2021oa13015.

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La finalità della ricerca comparativa è di individuare gli aspetti peculiari dei percorsi formativi degli insegnanti delle scuole secondarie in due diversi Paesi: Svezia e Italia. Per la formazione iniziale, sono stati posti a confronto i due differenti percorsi necessari al conseguimento del titolo utile all'insegnamento e le relative riforme attuate. Per la formazione continua sono state, invece, comparate le attività di coaching (Talis, 2018), in quanto in grado di promuovere il senso di auto-efficacia e l'identità dell'insegnante, oltre ad agevolare l'integrazione della teoria e delle attività di pratica nei percorsi formativi. Due sono gli obiettivi specifici: investigare le competenze degli studenti nelle discipline STEM, al fine di comprendere l'abilità dei relativi insegnanti e rilevare le competenze di questi ultimi nell'utilizzo delle TIC; il secondo indagare le attività svolte dalle università svedesi e italiane nella formazione degli insegnanti, individuandone le rispettive aree critiche. Attraverso i dati PISA 2018 è stato possibile confrontare le abilità degli studenti nelle discipline STEM, in particolare nella matematica e nelle scienze. In questo caso, si è preferito utilizzare i dati riguardanti gli studenti, in quanto considerati più attendibili, al fine di comprendere la preparazione degli insegnanti. Per comparare le abilità dei docenti nell'utilizzo delle TIC in classe sono stati, invece, utilizzati i dati Talis 2018. Attraverso la revisione scientifica della letteratura internazionale è stato, infine, possibile individuare le attività svolte dalle università svedesi e italiane nella formazione degli insegnanti. I risultati dell'indagine hanno evidenziato marcate differenze nel ruolo che gli universitari svedesi e italiani svolgono nel formare gli insegnanti, oltre ad una divergenza nelle competenze degli insegnanti nella STEM education e nell'utilizzo delle TIC.
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Grion, V., S. Roberts et G. Casanova. « Valutare gli insegnanti italiani ? Uno sguardo alle esperienze europee ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 49 (mai 2012) : 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049008.

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La problematica della valutazione degli insegnanti italiani risulta oggi al centro di un emergente dibattito sia all'interno delle scuole, sia in ambito di politica scolastica. L'evoluzione del ruolo e dei compiti dell'insegnante nel contesto dei processi di autonomia delle scuole e i richiami, provenienti dall'Europa comunitaria, alla ricerca di una migliore qualitŕ dei sistemi scolastici nazionali rendono sempre piů urgente la necessitŕ di fornire alle scuole e ai decisori politici, strumenti per valutare la professionalitŕ del personale scolastico. L'Italia, in effetti, rappresenta in tal senso il fanalino di coda dei paesi europei, non disponendo di alcun sistema di valutazione degli insegnanti. In questo contesto, il contributo qui presentato, frutto di un lavoro di ricerca teorica comparativa, svolta su documenti di ricerca relativi alla valutazione degli insegnanti in ambito internazionale, intende mettere in luce vantaggi e limiti di diversi sistemi e strumenti di valutazione dei docenti, abbozzando una proposta per la messa in atto di un sistema valutativo nazionale. I risultati ottenuti sono discussi in relazione allo specifico punto di vista pedagogico assunto dalle ricercatrici.
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Pirvu, Elena. « Sul raddoppiamento clitico del complemento oggetto e del complemento oggetto indiretto in italiano e in romeno ». Italianistica Debreceniensis 25 (29 mars 2020) : 95–107. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5556.

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L'articolo consiste in una presentazione contrastiva delle funzioni dei pronomi clitici in Accusativo e Dativo in italiano e in romeno. Si occupa fondamentalmente del raddoppiamento clitico, vale a dire la doppia occorrenza del complemento oggetto diretto e del complemento oggetto indiretto. Il raddoppiamento del clitico nei complemento oggetto diretto e del complemento oggetto indiretto è una questione importante per gli insegnanti di studenti romeni di italiano LS e di studenti italiani di romeno LS. Tutte le occorrenze dovrebbero ricevere uguale attenzione: quando il raddoppiamento clitico è obbligatorio, quando è facoltativo o quando è bloccato
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Piacenza, Susanna, et Roberto Trinchero. « Inside the school. A survey on teaching and evaluation practices and on the training needs of teachers ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 2 (30 juin 2022) : 19–33. http://dx.doi.org/10.36253/form-13176.

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What are the organizational, didactic, evaluation practices most adopted by teachers? In which of these practices do teachers feel him/herself most effective? In which less? And, consequently, what are the explicit and implicit (ie undeclared) training needs that emerge from this analysis? This article illustrates a survey promoted by Pearson Italia in March 2022 conducted through an online questionnaire filled in by 504 Italian teachers from kindergarten up to upper secondary school. The survey highlights how teachers perceive the importance of acting to improve students’ autonomy and cognitive abilities, however, this perception corresponds to an act not always in line with the expectations and requests deriving from scientific research about teacher effectiveness. Dentro la scuola. Un’indagine sulle pratiche didattiche e valutative e sui bisogni formativi degli insegnanti. Quali sono le pratiche organizzative, didattiche, valutative, maggiormente adottate dagli insegnanti? In quali di queste pratiche gli insegnanti si sentono più efficaci? In quali meno? E, di riflesso, quali sono quindi i bisogni formativi espliciti e impliciti (ossia non dichiarati) che emergono da questa analisi? Il presente articolo illustra un’indagine promossa da Pearson Italia nel mese di marzo 2022 condotta mediante un questionario online compilato da 504 insegnanti italiani dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di secondo grado. L’indagine fa emergere come gli insegnanti percepiscano l’importanza dell’agire per migliorare le capacità cognitive e l’autonomia degli studenti, tuttavia, a questa percezione corrisponde un agito non sempre in linea con le aspettative e con le istanze derivanti dalla ricerca scientifica in tema di efficacia dell’insegnamento.
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Gabola, Piera, et Antonio Iannaccone. « Elementi contestuali nella costruzione del benessere degli insegnanti in due casi studio italiani ». Swiss Journal of Educational Research 37, no 1 (20 septembre 2018) : 149–66. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.37.1.4948.

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L’articolo propone una riflessione su alcuni elementi critici della costruzione del benessere professionale degli insegnanti mettendo in luce, accanto alle note cause di insorgenza della sindrome del burnout quali fattori individuali, emotivi e relazionali, anche gli effetti che sembrano riconducibili alla condizione lavorativa nel suo complesso e dunque al sistema di attività nel quale viene svolto questo mestiere. Per dar conto di tali effetti l’articolo discute i risultati di due contributi empirici, realizzati in modo indipendente, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, nel sistema scolastico italiano. In particolare i due studi fanno riferimento alla condizione di benessere socio professionale di insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria in due fasi distinte dell’evoluzione del sistema scolastico italiano (che nell’arco dei dieci anni intercorsi fra i due studi è stato interessato da continui tentativi di riforme, da un crescente precariato, da un progressivo indebolimento del riconoscimento della professione, dalla presenza diffusa in classe di bambini di differenti culture, dall’introduzione, largamente approssimativa, di nuove tecnologie, dalla scarsa corrispondenza tra lavoro effettivo ed aspettative dei futuri insegnanti). Senza la pretesa di fornire risposte definitive ad un problema evidentemente complesso la ri-lettura dei due studi sul burnout, realizzati in due distinte fasi dell’evoluzione del sistema scolastico, pur confermando, in parte, i risultati di altri lavori simili, solleva il problema complementare della contestualizzazione delle modalità di espressione del disagio degli insegnanti in relazione al più ampio tessuto identitario professionale nel quale essi operano. Tessuto che sembra mutare al mutare del posizionamento sociale e culturale dell’insegnamento.
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Infantino, Agnese, Franca Giuliana Zuccoli et Renata Lanza. « Bambini migranti : alcune riflessioni a partire da percorsi italiani ». Zero-a-Seis 23, no 43 (12 mars 2021) : 583–601. http://dx.doi.org/10.5007/1980-4512.2021.e72928.

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L’articolo tenta di porre con sguardo interrogativo alcune questioni educative che oggi, di fronte a fenomeni e cambiamenti di portata mondiale (le migrazioni, le disuguaglianze nelle risorse, le mutazioni climatiche) segnalano la crisi del modello di sviluppo occidentale e il pericolo rispetto alla stessa sopravvivenza sia umana, sia ecologica. I modelli e le categorie pedagogiche consolidate nel mondo occidentale, tra cui l’idea di “bambino attivo” e adulto empatico, si rivelano inefficaci e parziali di fronte a sfide che impongono nuove visioni educative e un ruolo più attivo, trasformativo e responsabile da parte degli adulti. Per approfondire questi temi si sono coinvolti con un questionario più di cento futuri educatori e insegnanti, indagando le loro idee di “bambino migrante” e le necessità connesse all’interno delle classi.
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Labanca, Nicola. « Enzo Collotti e la storia contemporanea in Italia ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 298 (juin 2022) : 15–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298002.

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Il gruppo di interventi che questo articolo introduce mira a ricordare, a pochi mesi dalla morte, un grande studioso italiano di respiro europeo. Enzo Collotti (1929-2021) è stato per lunghi decenni una delle figure più importanti della storiografia contemporaneistica italiana. Questo articolo, oltre a ricordare i punti essenziali del suo percorso di vita e di studi, sottolinea l'essere stato Collotti sia formalmente uno dei primi docenti universitari italiani di storia contemporanea, sia il suo esserlo stato sostanzialmente da studioso impegnato, ma in modalità che in niente perdevano per questo in rigore filologico e metodologico. Gli articoli si occupano degli anni trascorsi da Collotti presso l'Istituto Giangiacomo Feltrinelli, 1959-1963 (David Bidussa), della sua dimensione di grande storico del Novecento europeo (Mariuccia Salvati), della difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra e dell'essere stato il più grande storico germanista dell'Italia della seconda metà del Ventesimo secolo (Brunello Mantelli), del suo impegno per il processo della Risiera di San Sabba (Tullia Catalan), del suo percorso di ricerca sulle persecuzioni antiebraiche e sulla Shoah in Italia e in Europa (Valeria Galimi), sulla sua apertura internazionale e ai nuovi percorsi storiografici in quanto docente universitario (Silvia Salvatici), e su una importante e trentennale attività svolta con gli insegnanti delle scuole superiori di Firenze (Gaspare Polizzi).
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Argentin, Gianluca. « Come cambia la forza lavoro nel sistema scolastico. Le tendenze demografiche degli insegnanti italiani, 1990-2010 ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 131 (juillet 2013) : 74–88. http://dx.doi.org/10.3280/sl2013-131005.

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Castagna, Vittoria. « L’autovalutazione degli insegnanti di scuola dell’infanzia per un’educazione di genere : una ricerca pedagogica in contesti italiani e brasiliani ». Revista Linhas 19, no 40 (14 mai 2018) : 270–93. http://dx.doi.org/10.5965/1984723819402018270.

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Bini, Emanuela. « L'inclusione degli alunni disabili migranti. Progettualità educativa e approcci pedagogici ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 255–69. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9451.

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Nel campo dell'educazione la prospettiva inclusiva diventa più complessa quando la disabilità e la migrazione sono connesse. L'aumento del numero di alunni disabili migranti nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria invita a riflettere sugli strumenti necessari per supportare il lavoro degli insegnanti e degli esperti del sistema socio-sanitario chiamati a collaborare nel lavoro di rete per definire il progetto di vita del soggetto disabile. Considerato il numero esiguo di ricerche sul tema, utili indicazioni emergono dai principali studi italiani che hanno individuato strategie e risorse efficaci per attivare interventi inclusivi per gli alunni migranti con certificazione di disabilità ai sensi della Legge 104/92 e per le loro famiglie. Il presente contributo, incentrato sulla rassegna delle principali ricerche condotte in Italia, è finalizzato a stimolare la riflessione sulla progettualità educativa e sugli orientamenti pedagogici. Secondo l'autrice, la presenza degli alunni disabili migranti rappresenta una sfida educativa intesa come occasione per leggere la complessità del presente e per costruire la scuola inclusiva di oggi e di domani
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Salvati, Lorena, et Irene Russo. « INDICATORI DI COMPLESSITÀ NEL PARLATO DEGLI INSEGNANTI DI ITALIANO L2 : UN’ANALISI QUANTITATIVA ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 122–32. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17132.

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Le analisi quantitative sul teacher talk degli insegnanti di inglese L2 hanno permesso di investigare come essi compiono – in maniera non sempre consapevole e pianificata – degli adeguamenti nel loro modo di parlare di fronte ad una classe di apprendenti. Tali adeguamenti riguardano più livelli linguistici e variano di intensità a seconda del livello complessivo di competenza degli apprendenti. Nel presente lavoro ci proponiamo di analizzare quantitativamente la complessità del parlato di insegnanti madrelingua di italiano L2 raccolto e trascritto durante lezioni appartenenti a due livelli del Common European Framework of Reference for Languages (CEFR, Council of Europe, 2001), A1 e B1. Una parte delle trascrizioni riguarda lezioni svolte in classe (corpus ParInIt, Parlato di Insegnanti di Italiano), nella quale vi è compresenza fisica tra insegnante e apprendenti, un secondo corpus è invece composto di lezioni somministrate online in maniera asincrona, tramite un canale YouTube (corpus Oneworlditaliano). Proponiamo una classificazione degli adeguamenti rispetto alla quale l’analisi quantitativa della complessità degli indicatori linguistici verificherà se è possibile distinguere sia tra livello A1 e livello B1 sia tra il corpus raccolto in presenza e il corpus relativo alle lezioni on line. L’obiettivo finale è comprendere se un’analisi quantitativa dei dati possa aiutare ad individuare gli adeguamenti e le modifiche linguistiche attuate dai docenti per favorire una maggiore comprensibilità dell’input da parte degli apprendenti. Indicators of complexity in the speech of Italian L2 teachers: a quantitative analysis Quantitative analyses of L2 English teacher talk have allowed us to investigate how they make – not always conscious and planned way – adjustments in their way of speaking in front of a class of learners. These adjustments concern several linguistic levels and vary in intensity according to the learners' overall level of competence. In this paper we propose to quantitatively analyze the complexity of the teacher talk for Italian as L2 teachers, collected and transcribed during lessons from A1 and B1 levels of the Common European Framework of Reference for Languages (CEFR, Council of Europe, 2001). Part of the transcripts concern lessons carried out in class during face-to-face lessons (corpus ParInIt, Parlato di Insegnanti di Italiano), while a second corpus is composed of lessons administered online asynchronously, through a YouTube channel (corpus Oneworlditaliano). We propose a classification of the adjustments that enables testing the quantitative difference between lessons belonging to level A1 and B1 and between face-to-face vs. online lessons. Furthermore, this work aims to understand if quantitative analyses can help discover the teachers' adjustments that make the input more understandable.
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Bicciato, Stella. « MATERIALS AND RESOURCES FOR TEACHING ITALIAN PRAGMATICS ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 624–44. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17160.

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This study aims to describe the materials and the resources utilized for teaching Italian pragmatics, both in foreign and second language contexts. 139 teachers of Italian answered an online questionnaire which elicited information about the materials and resources they used in the classroom as well as information regarding their teaching techniques. Their answers were clustered into five main categories. The results revealed that the most commonly used materials were printed, audiovisual, self-produced, students’ oral production and digital materials. Within these categories, textbooks (printed materials) and videos (audiovisual material) were considered as the most preferred materials by the teachers. Regarding teaching techniques, the most frequently used by teachers were role plays, watching videos and listening exercises. The findings of the present study suggest that textbooks, the main resource for teaching pragmatics, should be implemented with specific activities on this topic. By receiving guidelines, teachers could appropriately teach pragmatics in their classes without the need to create their own materials. Materiali e risorse per l’insegnamento della pragmatica italiana Questo studio mira a descrivere i materiali e le risorse utilizzate per l’insegnamento della pragmatica italiana, sia in contesti di lingua straniera che di lingua seconda. 139 insegnanti di italiano hanno risposto a un questionario online predisposto allo scopo di raccogliere informazioni sui materiali e le risorse che usavano in classe e sulle loro tecniche di insegnamento. Le risposte degli insegnanti sono state raggruppate in cinque principali categorie. I risultati hanno rivelato che i materiali più comunemente usati sono a stampa, audiovisivi, autoprodotti, produzione orale degli studenti e digitali. All’interno di queste categorie, i libri di testo (materiali stampati) e i video (materiale audiovisivo) sono i materiali preferiti dagli insegnanti. Per quanto riguarda le tecniche di insegnamento, le più utilizzate dagli insegnanti risultano essere i giochi di ruolo, la visione di video e gli esercizi di ascolto. I risultati del presente studio suggeriscono che i libri di testo, la risorsa principale per l’insegnamento della pragmatica, dovrebbero essere implementati con attività specifiche a questo dedicate. Disponendo di linee guida, gli insegnanti potrebbero insegnare in modo appropriato la pragmatica nelle loro classi senza avere la necessità di creare materiali propri.
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Caramori, Alessandra Paola, Jéssica Mahyara Teixeira, Suelen Najara de Mello et Marlon Da Fonseca Misceno de Araújo. « O ensino de italiano no âmbito da Rede Andifes Idiomas sem Fronteiras nos tempos de ensino ». Revista Italiano UERJ 12, no 1 (5 septembre 2021) : 20. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62140.

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RESUMO: A Educação, no ano de 2020, a partir do início da pandemia de Covid-19, sofreu grande impacto com o fechamento das instituições escolares e consequente transformação das aulas presenciais em remotas. Nos cursos de língua italiana das Universidades Federais da Rede IsF-italiano, fomentadas pela Embaixada Italiana, a mudança do presencial para o remoto foi súbita, ainda no mês de março de 2020, obrigando-nos à transformação abrupta de modalidade de ensino/aprendizagem e de nossas práticas. Como as orientações pedagógicas para a formação continuada dos professores vinham sendo feitas, desde o início do Programa IsF-italiano, em 2016, na modalidade a distância, não estávamos totalmente afastados do mundo virtual, mas essa orientação se dava na direção das aulas em presença física. Com o passar dos meses, sempre na busca de novos conhecimentos, novos meios, recursos e ferramentas tecnológicos e de seus usos, e no compartilhamento constante destes saberes entre os professores, chegamos ao final de 2020, com muitos e relevantes aprendizados.Palavras-chave: Formação continuada de professores de italiano. Ensino/aprendizagem de língua italiana. Rede IsF-italiano. Ensino remoto. Covid-19. ABSTRACT: L'istruzione, nell'anno 2020, dall'inizio della pandemia Covid-19, ha subito un grande impatto, con la chiusura delle istituzioni scolastiche e la conseguente trasformazione delle classi in classi a distanza. Nei corsi di lingua italiana delle Università Federali della Rete IsF-italiano, sostenuti dall'Ambasciata Italiana, il cambiamento si è fatto all'improvviso, ancora nel mese di marzo 2020, costringendoci ad una brusca trasformazione della modalità di insegnamento/apprendimento e delle nostre pratiche didattiche. Poiché gli orientamenti pedagogici per la formazione continua degli insegnanti sono state fatte dall'inizio del Programma IsF-italiano, nel 2016, in modalità a distanza, non eravamo del tutto lontani dal mondo virtuale, ma questo orientamento è stato dato nella direzione delle classi in presenza fisica. Nel corso dei mesi, sempre alla ricerca di nuove conoscenze, nuovi mezzi, ricorsi e strumenti tecnologici e dei loro usi, e nel compartire costanti di questi saperi tra i professori, siamo arrivati alla fine del 2020, con molti apprendimenti rilevanti.Parole chiave: Formazione continua di professori di italiano. Insegnamento/apprendimento di lingua italiana. Rete IsF-italiano. Insegnamento (da) remoto. Covid-19. ABSTRACT: Education, from the beginning of the Covid-19 pandemic in the year 2020, suffered great impact with the closure of school institutions and the consequent transformation of traditional classroom classes into remote classes. In the Italian language courses of the Federal Universities of the Rete IsF-Italiano, promoted by the Italian Embassy, the change from formal to remote was sudden, still in March 2020, forcing us to abruptly change the teaching/learning modality and our practices. Since the pedagogical guidelines for the continued formation of teachers had been made, since the beginning of the Programa Italiano-Isf in 2016, in the distance mode, we were not utterly far from the virtual world, yet this orientation was proposed in the direction of the classes in physical presence. Over the months, always searching for new knowledge, new means, technological resources and tools, and their uses, and the constant sharing of this knowledge among teachers, we arrived, at the end of 2020, with many relevant learnings.Keywords: Further training of Italian teachers. Italian language teaching/learning. Isf-Italian Network. Remote teaching. Covid-19.
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Queiroz, J. J. « Formazione insegnante. I fabbisogni formativi e lo sviluppo professionale degli insegnanti nel contesto della riforma del sistema scolastico italiano ». EccoS – Revista Científica 8, no 2 (8 février 2008) : 483–88. http://dx.doi.org/10.5585/eccos.v8i2.482.

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Dolci, Roberto. « L’uso della propaganda nell’insegnamento dell’italiano : Il Giornalino diretto da Giuseppe Prezzolini a New York, 1934–1943 ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 1 (21 mars 2018) : 85–110. http://dx.doi.org/10.1177/0014585817753366.

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La diplomazia culturale considera la promozione della lingua e della cultura uno strumento per esercitare il soft power. Esse, però, possono anche diventare un mezzo di propaganda, come è successo nel periodo fascista. Questo articolo analizza il caso del Giornalino. Una rivista, per insegnanti e studenti di italiano diretta da Giuseppe Prezzolini durante i suoi anni alla Casa Italiana di Columbia University, finora mai analizzata. Attraverso l’esame dei materiali pubblicati si cercherà di dimostrare che anche Il Giornalino ha svolto un ruolo significativo nel delineare un’immagine positiva del fascismo negli USA presso un’utenza formata essenzialmente dagli studenti di origine italiana e dalle loro famiglie, a cui il regime dava particolare importanza.
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Baraldi, Luciana Duarte. « O método de instrução ao sósia como subsídio para intervenção e formação de professores no Circolo Italiano San Paolo : uma pesquisa exploratória ». Revista Italiano UERJ 12, no 1 (5 septembre 2021) : 24. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62090.

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RESUMO: Este artigo tem por objetivo apresentar uma experiência de intervenção em situação de trabalho docente baseada no método de instrução ao sósia, elaborado por Ivar Oddone – médico, psicólogo e militante político italiano que figurou como um dos líderes do Modelo Operário Italiano (MOI) de luta para a saúde do trabalhador nos locais de trabalho – e seu grupo (1981, 1986) no contexto de formação continuada dos trabalhadores da Fiat nos anos 1970, tendo inspirado empreendimentos no campo da saúde do trabalhador no Brasil a partir da década de 1980. Esse método foi reinterpretado por Clot na Clínica da Atividade (1999, 2001, 2006, 2017) com o intento de produzir conhecimentos para a ação e promover transformações em outros contextos laborais. A intervenção foi realizada com duas docentes de língua italiana do Circolo Italiano San Paolo e, posteriormente, transformada em uma pesquisa exploratória (GIL, 2008). Nossa proposta é comentar os referenciais teóricos, descrever o contexto de intervenção e as etapas a partir das quais os dados coletados foram analisados à luz das teorias que fundamentam a pesquisa derivada da intervenção e, por fim, apresentar as conclusões acerca da importância da instrução ao sósia, no referido contexto, para a formação de um coletivo e a ampliação do poder de agir (CLOT, 2010) das docentes.Palavras-chave: Instrução ao sósia. Intervenção. Trabalho docente. Formação de professores. Italiano como língua estrangeira. ABSTRACT: Questo articolo si propone di presentare un’esperienza di intervento in una situazione lavorativa didattica basata sul metodo di istruzioni al sosia, elaborata da Ivar Oddone – medico, psicologo e attivista politico italiano che figurava come uno dei leader del Modello Operativo Italiano (MOI) di lotta per la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro – e il suo gruppo (1981, 1986) nell’ambito della formazione continua per i lavoratori Fiat negli anni '70, avendo ispirato iniziative nel campo della salute dei lavoratori in Brasile sin dagli anni '80. Questo metodo è stato reinterpretato da Clot presso la Clinica dell’Attività (1999, 2001, 2006, 2017) con l’intenzione di produrre conoscenza per l'azione e promuovere cambiamenti in altri contesti di lavoro. L’intervento è stato realizzato con due insegnanti di lingua italiana del Circolo Italiano San Paolo e, successivamente, si è trasformato in una ricerca esplorativa (GIL, 2008). La nostra proposta è di commentare il quadro teorico, descrivere il contesto dell’intervento e le fasi a partire dalle quali sono stati analizzati i dati raccolti alla luce delle teorie che stanno alla base della ricerca derivata dall’intervento e, infine, presentare le conclusioni sull’importanza delle istruzioni al sosia, nel contesto della ricerca, per la formazione di un collettivo e l’espansione del potere di azione (CLOT, 2010) delle docenti.Parole chiavi: Istruzioni al sosia. Intervento. Lavoro docente. Formazione di insegnanti. Italiano lingua straniera. ABSTRACT: This article aims to present an intervention experience in a teaching work situation based on the method of instruction to the double, elaborated by Ivar Oddone – doctor, psychologist and Italian political activist who figured as one of the leaders of the Italian Operative Model (IOM) of struggle for worker's health in the workplace – and his group (1981, 1986) in the context of continuing training for Fiat workers in the 1970s, having inspired ventures in the field of worker health in Brazil since the 1980s. This method was reinterpreted by Clot at Clinic of Activity (1999, 2001, 2006, 2017) with the intention of producing knowledge for action and promoting changes in other work contexts. The intervention was carried out with two Italian language Italian teachers from the Circolo Italiano San Paolo and, later, transformed into an exploratory research (GIL, 2008). Our proposal is to comment on the theoretical frameworks, describe the context of intervention and the steps from which the data collected were analyzed in the light of the theories that underlie the research derived from the intervention and, finally, present the conclusions about the importance of instruction to the double, in that context, for the formation of a collective and the expansion of the power of action (CLOT, 2010) of teachers.Keywords: Instruction to the double. Intervention. Teaching work. Teacher training. Italian as a foreign language.
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Bazzoli, Nico, Eduardo Barberis, Domenico Carbone et Joselle Dagnes. « La didattica a distanza nell'Italia diseguale. Criticit&agrave ; e differenze territoriali durante la prima ondata C ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 3 (septembre 2021) : 36–58. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12531.

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Le misure intraprese dal governo italiano per il contenimento della prima ondata Covid-19 hanno avuto importanti ricadute sul mondo della scuola. Il diffuso ricorso alla didattica a distanza (DAD), pur avendo permesso un certo grado di continuità didattica in una situazione emergenziale, è stato accompagnato da numerose criticità che si sono innestate sulle condizioni di vulnerabilità preesistenti. Considerando le importanti disuguaglianze territoriali che caratterizzano il contesto nazionale, questo lavoro approfondisce alcuni impatti dell'implementazione emergenziale della DAD tra le regioni italiane. L'articolo fornisce misura delle relazioni tra alcuni elementi di divario territoriale e una serie di criticità – tra cui i livelli di partecipazione e le problematiche di apprendimento degli studenti, le principali difficoltà riscontrate dagli insegnanti e il loro grado di soddisfazione – che sono state rilevate attraverso una web-survey somministrata a un campione di oltre 3.000 insegnanti.
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Bunn, Daniela, et Mariele Lúcia Tortelli. « A participação da língua italiana no Projeto Multidisciplinar PIBID/UFSC Línguas Estrangeiras/Adicionais : interação, cooperação e formação docente ». Revista Italiano UERJ 13, no 1 (17 octobre 2022) : 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70752.

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RESUMO: Políticas públicas de formação de professores e incentivo à docência como o Programa Institucional de Bolsas de Iniciação à Docência (PIBID/MEC), que tem como objetivo antecipar o vínculo entre os futuros professores e a sala de aula, fazendo uma articulação entre a educação superior e as escolas estaduais e municipais, não contemplam línguas adicionais como o italiano, o francês e o alemão. Tendo em vista essa lacuna, num esforço de resistência e união, professores do Departamento de Metodologia do Ensino e do Departamento de Língua e Literatura Estrangeira, da Universidade Federal de Santa Catarina, refletiram sobre a possibilidade de um subprojeto multidisciplinar que apoiasse essas línguas não contempladas no programa. O objetivo principal deste relato é expor como a experiência da interação entre professores universitários dos cursos de italiano, espanhol, inglês e francês; professores de espanhol e inglês da rede pública de educação de Santa Catarina e graduandos dos cursos de italiano, espanhol, inglês e francês têm criado um espaço de res(ex)istência nas discussões sobre o fazer docente e o ensino de língua-cultura na escola (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). Como essa equipe e essa experiência multidisciplinar podem contribuir no processo de formação de professores em contexto remoto de ensino e como podemos fomentar o diálogo entre as línguas estrangeiras em nossas universidades são algumas questões norteadoras. É objetivo ainda apresentar o desenvolvimento do projeto durante a pandemia e sua contribuição para a formação dos alunos do curso de licenciatura, especialmente do curso de Italiano. Pela análise de material empírico e teórico estudado ao longo do projeto, procurou-se levantar algumas perspectivas tendo em vista que, de pequenas iniciativas como essas, como a proposta multidisciplinar, o empenho coletivo de professores de LE, a procura por uma bolsa alternativa à da Capes e o interesse e empenho da aluna bolsista, a área do italiano pôde acessar espaços mais democráticos dentro da Universidade e da escola.Palavras-chave: Ensino. Aprendizagem. Língua. Italiano. Pibid Multidisciplinar. ABSTRACT: Politiche pubbliche per la formazione degli insegnanti e incentivi come il Programma Istituzionale per le Borse di Iniziazione all'Insegnamento (PIBID/MEC), che mirano ad anticipare il legame tra i futuri insegnanti e l'aula, creare un collegamento tra l'istruzione superiore e le scuole statali e comunali, non include lingue aggiuntive come l'italiano, il francese e il tedesco. In considerazione di questa lacuna, in uno sforzo di resistenza e di unione, professori del Dipartimento di Metodologia Didattica e il Dipartimento di Lingua Straniera e Letteratura dell'Università Federal de Santa Catarina hanno riflettuto sulla possibilità di un sottoprogetto multidisciplinare che supportasse queste lingue non incluse nel Programma. L'obiettivo principale di questa presentazione è quello di esporre come l'esperienza dell'interazione tra docenti universitari di corsi di italiano, spagnolo, inglese e francese; insegnanti di spagnolo e inglese della rete di istruzione pubblica e laureandi di corsi di italiano, spagnolo e inglese hanno creato uno spazio di resistenza nelle discussioni sulla didattica e l'insegnamento della lingua-cultura a scuola (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). Come questo team e questa esperienza multidisciplinare possono contribuire al processo di formazione degli insegnanti in un contesto di insegnamento remoto e come possiamo promuovere il dialogo tra le lingue straniere nelle nostre università sono alcune questioni guida. Si propone anche di presentare lo sviluppo del progetto durante la pandemia e il suo contributo alla formazione degli studenti del corso di laurea, in particolare il corso di italiano. L'analisi del materiale empirico e teorico ci ha aitutato ad elevare alcune prospettive in vista di piccole iniziative come la proposta multidisciplinare, l'impegno collettivo degli insegnanti di LE, la ricerca di una borsa di studio alternativa e l'impegno della studente, così l'italiano ha potuto accedere a spazi più democratici all'interno dell'Università e della scuola.Parole chiave: Insegnamento. Apprendimento. Lingua. Italiano. Pibid Multidisciplinare. ABSTRACT: Public policies for teacher training and incentive to teaching such as the Institutional Program for Teaching Initiation Scholarships (PIBID/MEC), which aims to anticipate the link between future teachers and the classroom, making a link between higher education and state and municipal schools, does not include additional languages such as Italian, French and German. In view of this gap, in an effort of resistance and union, professors from the Department of Teaching Methodology and the Department of Foreign Language and Literature of the Universidade Federal de Santa Catarina reflected on the possibility of a multidisciplinary subproject that would support these languages not included in the program. The main objective of this presentation is to expose how the experience of the interaction between university professors of Italian, Spanish, English and French courses; teachers of Spanish and English of the public education and undergraduates of Italian courses, Spanish and English have created a space of res(ex)istência in the discussions on the teaching and language-culture teaching at school (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). How this team and this multidisciplinary experience can contribute to the teacher training process in a remote teaching context and how we can foster dialogue between foreign languages in our universities are some guiding issues. It also aims to present the development of the project during the pandemic and its contribution to the training of students of the undergraduate course, especially the Italian course. The analysis of empirical and theoretical material, also in view of the formal documents of Santa Catarina, sought to raise some perspectives with a view to small initiatives such as the multidisciplinary proposal, the collective commitment of LE teachers, the search for an alternative scholarship t and the interest and commitment of the scholarship student, the Italian area was able to access more democratic spaces within the University and the school.Keywords: Teaching. Learning. Language. Italian. Multidisciplinary Pibid.
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Landolfi, Francesco. « La Vita di Dante per Francesco Lomonaco. Un esule dimenticato ». IL RISORGIMENTO, no 2 (novembre 2021) : 51–78. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-002002.

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L'articolo si pone l'obiettivo di analizzare la figura letteraria di Dante attraverso gli occhi di Francesco Lomonaco (1772-1810), intellettuale lucano protagonista della rivoluzione partenopea del 1799 e, successivamente al suo fallimento, insegnante di storia e geografia presso la Scuola militare di Pavia dal 1805. Secondo il principio per cui laddove è presente una lingua unica sussiste anche un'identità di nazione unita, Lomonaco introduce nella sua opera Vite degli eccellenti italiani (1802) Dante come il padre della letteratura italiana, su cui è necessario fondare l'identità dei moderni italiani. L'importanza di Dante nel pensiero di Lomonaco è dovuta anche alle sfortunate e consimili vicissitudini che entrambi affrontarono come esuli per cause politiche: il primo lasciando Firenze, il secondo fuggendo da Napoli. Una somiglianza di esistenze che fu addirittura immortalata da Alessandro Manzoni in un sonetto dedicato proprio al suo amico Lomonaco.
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Zorman, Anja. « LE OPINIONI DEGLI INSEGNANTI SULL'INSEGNAMENTO IN CLASSI LINGUISTICAMENTE E CULTURALMENTE ETEROGENEE ». Folia linguistica et litteraria XI, no 30 (2020) : 395–415. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.22.

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Nel presente contributo vengono esposti alcuni risultati della ricerca sull’interculturalità e sull’educazione interculturale, condotta in sei regioni slovene e italiane con presenza di minoranze linguistiche e culturali. La ricerca ha preso in considerazione vari aspetti della didattica, della formazione degli insegnanti, degli atteggiamenti degli allievi e dei loro genitori riguardo all’apprendimento in classi linguisticamente e culturalmente eterogenee. I risultati presentati nel contributo riguardano le opinioni degli insegnanti sull’insegnamento in classi linguisticamente e culturalmente eterogenee, suddivise in seguenti categorie: (1) lo sviluppo professionale, (2) personale e culturale degli insegnanti coinvolti nelle classi linguisticamente e culturalmente eterogenee, (3) la loro percezione dell'apprendimento in generale e linguistico in particolare, e (4) delle relazioni interpersonali tra gli allievi. Dall'inchiesta che ha coinvolto 281 insegnanti emerge una percezione degli insegnanti molto positiva del loro sviluppo professionale e culturale, e neutra riguardo la collaborazione con altri insegnanti. Sebbene la maggioranza degli insegnanti non sia dell'opinione che la compresenza di allievi di diverse origini linguistiche e culturali ostacoli il lavoro in classe, dichiara comunque che l'insegnamento in classi linguisticamente e culturalmente eterogenee richiede lavoro aggiuntivo. La didattica non risente delle difficoltà nella comunicazione tra allievi di lingue e culture diverse, così come lo sviluppo della competenza comunicativa della lingua d'insegnamento non è compromesso dalla eterogeneità linguistica in classe. Molto positiva è la percezione degli insegnanti relativa allo sviluppo di rapporti interpersonali tra gli allievi
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Grillo, Valeria, et Maria Pia Gagliardi. « Verso una dimensione inclusiva degli alunni diversamente abili nella scuola : presentazione di un percorso formativo orientato al modello Skills for Life ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (décembre 2012) : 93–114. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003006.

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La presente esperienza si riferisce a un intervento formativo effettuato nel quadro del Piano Formativo Ministeriale "I CARE" previsto per gli anni 2007/2008-2008/2009, mirato all'"inclusione degli alunni diversamente abili, e finalizzato a realizzare un'effettiva dimensione inclusiva della scuola italiana". L'intervento nasce sulla base della richiesta di consulenza avanzata da alcuni docenti, che avevano gia collaborato con la Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute (SSPS) dell'Universita Sapienza di Roma in un progetto, commissionato dal MIUR e mirato all'adattamento italiano del modello formativo Skills for Life (SfL). Hanno partecipato al percorso di formazione circa 60 insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. La metodologia, in linea con il modello adottato, insiste sullo sviluppo delle competenze psicosociali, sul coinvolgimento sistemico di tutte le componenti della scuola, sull'importanza dell'andamento processuale e ricorsivo delle varie iniziative che le componenti stesse intendono promuovere. Nello specifico gli autori mirano alle seguenti finalita: documentare il percorso, evidenziando fasi e passaggi peculiari del processo formativo attivato; comprovare l'efficacia e l'adattabilita del modello SfL alla complessita e mutevolezza del contesto educativo scolastico chiamato, in questo caso, a realizzare una dimensione inclusiva degli alunni diversamente abili; verificare, attraverso la sperimentazione, il valore propedeutico del modello nelle numerose e differenti iniziative di promozione della salute nella scuola italiana. La positivita di questa esperienza e testimoniata non solo dal significativo consenso degli insegnanti, ma anche dal riconoscimento formale (premio "GOLD") da parte della Regione Toscana.
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Veloso, Fernanda Silva. « L’insegnamento della comprensione orale a futuri insegnanti di lingua italiana in Brasile ». Revista de Italianística, no 24 (10 août 2014) : 138. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i24p138-160.

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A presente investigação propõe-se a analisar o ensino da com-preensão oral (doravante CO) em língua italiana a duas classes de for-mandos de um curso de Letras com habilitação em Português e Italiano, com particular atenção aos insumos orais e visuais presentes nas ativida-des do livro didático, bem como nas atividades elaboradas pelo professor e na conversação em sala de aula. O objetivo é averiguar como os insumos influenciam o processo de desenvolvimento da CO em língua estrangeira. Os dados foram coletados por meio de observações de aulas, gravações audiovisuais, diários e entrevistas com a professora participante. Com re-lação ao insumo verbal oferecido aos estudantes, foi verificado que aquele do livro didático é, na maioria das vezes, artificial e associado somente a atividades pedagógicas unidirecionais. O insumo visual, por sua vez, teve como função principal apenas a ilustração do material didático. No tocan-te aos insumos fornecidos pela professora, averiguou-se que se trata de um insumo compreensível, inserido, geralmente, em uma fala facilitadora e modificada a partir do nível de competência em língua estrangeira da classe, elemento que parece facilitar a aprendizagem da CO.
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Martelli, Barbara. « TWO HALVES OF THE SAME KIWI : ITALIAN LANGUAGE AND CULTURE AMONG NEW ZEALANDERS OF ITALIAN ORIGIN ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (26 juillet 2022) : 338–59. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18183.

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This essay documents the diffusion of the Italian language and culture in Aotearoa-New Zealand, an officially bilingual (English and Māori), as revealed by the double name, and multicultural society. By adopting an eclectic approach that combines sociolinguistics, language teaching methodology, and cultural anthropology, my paper is a micro-ethnography performed on a group of five women of Italian origin with different levels of competency in Italian as their second language. This group of Kiwis – as New Zealanders frequently refer to themselves – ranged age from 16 to 68 and reside in greater Auckland, New Zealand’s most populous city. Their testimonies were collected through a series of face-to-face semi-structured qualitative interviews and based on several sessions of participant observation involving immersion and interaction in the socio-cultural environment of the informants. Notwithstanding their small number, the stories collected in this research disclose a significant ethnographic relevance as they testify to key aspects of Italianness in the social and historical context of New Zealand. In line with the sociolinguistic theories on the circulation of Italian in the world, on the motivations underpinning its learning and on the typology of speakers, I specifically addressed the following topics: Italian as a language of migration, Italian as a language of culture, Italian taught at university, Italian as part of a fluid and transnational multi-identity, and Italian in the global market. Due metà dello stesso Kiwi: lingua e cultura italiana tra i neozelandesi di origine italiana Il seguente saggio documenta la diffusione della lingua e della cultura italiana in Aotearoa - Nuova Zelanda, paese ufficialmente bilingue (inglese e Māori), come rivela il doppio nome, e multiculturale. Attraverso un approccio eclettico che combina sociolinguistica, glottodidattica e antropologia culturale, l’articolo si propone come micro-etnografia condotta su un gruppo di cinque donne di origine italiana con diversi livelli di competenza in italiano come lingua seconda. Questo gruppo di informatrici Kiwi – questo è il nome con il quale i/le neozelandesi si riferiscono comunemente a sé stessi/e – ha un’età compresa tra i sedici e i sessantotto anni e risiede nell’area metropolitana di Auckland, la città più popolosa della Nuova Zelanda. Le loro testimonianze sono state raccolte tramite una serie di interviste qualitative semi-strutturate, condotte di persona, e diverse sessioni di osservazione partecipante che hanno comportato l’immersione e l’interazione nell’ambiente socio-culturale delle informatrici. Nonostante il loro numero limitato, le storie raccolte in questa ricerca dimostrano una significativa rilevanza etnografica poiché testimoniano aspetti chiave dell’italianità nel contesto storico-sociale neozelandese. In linea con le teorie sociolinguistiche sulla circolazione dell'italiano nel mondo, sui motivi dell’apprendimento e sulla tipologia dei parlanti, ho esaminato nello specifico i seguenti argomenti: l’italiano lingua di migrazione, l’italiano lingua di cultura, l’italiano insegnato all’università, l’italiano come parte di una pluri-identità fluida e transnazionale e, infine, l’italiano nel mercato globale.
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Ragazzone, Pasqualina. « L'approccio ericksoniano nel trattamento del DDAI ». IPNOSI, no 2 (mai 2012) : 39–54. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2011-002003.

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Questo articolo intende evidenziare il complesso meccanismo di strutturazione del disturbo da deficit di attenzione/iperattivitŕ, noto con l'acronimo italiano DDAI, e come fronteggiarlo. Durante la sua esperienza ad un Centro di Neuropsichiatria Infantile l'autrice conosce S., un bambino di nove anni con diagnosi di DDAI. S. sembra non trovare un modo per trattenersi dal reagire in modo impulsivo e aggressivo, č un bambino che tutti allontanano perché scappa, corre, non riesce a stare seduto, č assediato dagli sguardi di dissenso degli insegnanti e dei genitori e dai commenti dei compagni di classe. Non riesce a controllare la rabbia, fino al punto di sentirsi come una bomba pronta ad esplodere da un momento all'altro. Come aiutare un bambino con queste problematiche? La risposta che l'autrice ha trovato a questo interrogativo viene dalla sua formazione, da ciň che la teoria di Milton Erickson ha insegnato: guardare le risorse del paziente, e non i suoi limiti, utilizzare tutto ciň che il paziente porta, stabilire con lui una buona alleanza terapeutica. In questo articolo vengo- no dapprima analizzate le caratteristiche primarie e secondarie del disturbo, l'eziologia e l'epidemiologia e successivamente vengono presentati i diversi tipi di approccio terapeutico al DDAI. Infine sono riportati la storia clinica del piccolo S. e i colloqui effettuati con lui.
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Nuzzo, Elena. « “Dai fallo per me!” L’insistenza di fronte a un rifiuto : evidenze empiriche per la didattica dell’italiano a stranieri ». Cuadernos de Filología Italiana 26 (2 octobre 2019) : 75–91. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.61495.

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Affinché gli insegnanti di lingua seconda possano affrontare con gli studenti anche fenomeni pertinenti al livello della pragmatica è importante che abbiano accesso a dati empirici e risultati della ricerca su come i parlanti della lingua bersaglio realizzano vari atti linguistici in diversi contesti. Il presente contributo intende esplorare le modalità di realizzazione della sequenza invito-rifiuto in un campione di interazioni semispontanee tra giovani parlanti di italiano con un grado medio di confidenza, focalizzandosi in particolare sul ruolo dell’insistenza nel contesto di un invito informale a una festa. Si analizzano 94 roleplay di invito-rifiuto interpretati da studenti universitari residenti nella zona di Roma. I risultati mostrano che l’insistenza di fronte al rifiuto è una reazione frequente e attesa, benché non sempre presente. Ciò rivela qualche analogia tra la lingua/cultura italiana e alcune culture sudamericane nelle quali l’insistenza sembra essere addirittura una routine “necessaria”, utile a rafforzare i legami di affiliazione tra i membri della comunità.
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Deiana, Igor, Stefania Malavolta et Carla Marulo. « LA A23 SI RACCONTA : UNA VOCE PER CHI INSEGNA NELLA CLASSE DI CONCORSO DI LINGUA ITALIANA PER DISCENTI DI LINGUA STRANIERA ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 1–12. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17126.

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Malgrado la creazione della classe di concorso A23 abbia rappresentato un riconoscimento istituzionale per l’italiano L2 nella scuola, sembra che rispetto a quanto atteso ben poco sia cambiato. Infatti, pur essendo gli unici insegnanti della scuola italiana che sulla base di titoli ed esperienza possono essere considerati competenti in italiano L2, le e i docenti A23 costituiscono una piccola minoranza del corpo docente in servizio e sono stati assegnati esclusivamente ai CPIA. Visto che i CPIA sono l’unica scuola in cui al momento le e i docenti A23 lavorano, l’evento A023: un confronto di esperienze organizzato in occasione di FIERIDA 2021 è stata un’importante occasione che ha permesso di sondare l’attuale situazione di questa classe di concorso. L’iniziativa, inoltre, oltre a evidenziare problemi e criticità, ha permesso la condivisione di buone pratiche e la proposta di azioni costruttive. Dopo una breve presentazione di FIERIDA e di A023: un confronto di esperienze, il contributo si propone di fare un punto sul ruolo che le e i docenti A23 hanno nei CPIA attraverso le dichiarazioni rilasciate nel corso dell’iniziativa. Sempre grazie alle osservazioni fatte dalla platea partecipante, sono presentate una serie di proposte attuabili e concrete per un migliore impiego della professionalità di questi docenti nei CPIA e nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. A23 tells her story: a voice for those who teach Italian language for foreign language learners Although the recruitment of A23 teachers (Lingua italiana per discenti di lingua straniera) can be considered a key moment for the institutional recognition for Italian L2 in school, it seems that very few things have changed compared to what was expected. In fact, even if since the school year 2017/2018 teachers that had successfully completed a structured course on teaching Italian as a second language have been included in the Italian public-school staff, nowadays it is evident that A23 teachers constitute a small minority of the teaching staff in service and have been assigned exclusively to the CPIA. Since the CPIAs are the only school where the A23 teachers currently work, the webinar “A023: un confronto di esperienze” organized during FIERIDA 2021 was an important opportunity that allowed to probe the current situation of these teachers. The webinar not only highlighted problems and criticalities, but also allowed the sharing of good practices and the proposal of constructive actions. After having briefly described FIERIDA and the aims and structure of the webinar, this paper focuses on the role that A23 teachers have in the CPIA. Furthermore, thanks to the observations made by the participating audience, in the second part of the paper we present a series of feasible and concrete proposals aimed to improve the quality of Italian L2 teaching in CPIA.
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Alessandro Graffi, Paola Parravicini e. « La formazione iniziale degli insegnanti di scuola : verso un modello sostenibile ». Società e diritti 6, no 12 (14 février 2022) : 363–73. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/17356.

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L’Università degli Studi di Milano è tradizionalmente impegnata nelle attività di formazione degli insegnanti e, perquanto attiene alla formazione iniziale, ha partecipato con puntuale dedizione alle attività richieste dai vari governiche si sono succeduti nel tempo. E non solo. Il Comitato per la Formazione degli insegnanti, attivo da tempo in senoall’Ateneo lombardo, ha contribuito in modo proattivo alla definizione di modelli di formazione e ha partecipato aidibattiti che si sono sviluppati sia all’interno dell’Accademia italiana che negli ambienti ministeriali, scolastici,sindacali. Tutto ciò è avvenuto per una ragione principale: la possibilità di sfruttare vere e proprie economie di retepositive connesse con la dimensione e, quindi, l’eterogeneità di un ateneo di grandi dimensioni.In questo lavoro, in particolare, verrà presentata l’esperienza dell’Università degli Studi in relazioneall’ottenimento della certificazione prevista dal Decreto Legislativo n.59 del 2017: attraverso i dati raccoltiattraverso quest’ultima esperienza, sarà infatti possibile proporre una serie di considerazioni circa i più differentiprofili dei candidati all’insegnamento nei prossimi anni per giungere una proposta di un modello di formazioneiniziale degli insegnanti efficiente, efficace e sostenibile.
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Kavadias, Korey, Riccardo Amorati et John Hajek. « UNDERSTANDING UNIVERSITY STUDENTS’ EXPERIENCES OF ITALIAN LANGUAGE STUDY AT PRIMARY SCHOOL AND REASONS FOR DISCONTINUATION INTO SECONDARY STUDY IN AUSTRALIA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (26 juillet 2022) : 291–307. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18179.

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This study explores Australian university students’ experiences of Italian language study in primary school. It aims to understand the reasons why they may not continue with Italian in the transition to secondary education. The findings showed that while students enjoyed Italian language education overall at primary level, they were critical [1]about many aspects associated with their learning experience, particularly their teachers, and their own learning progress, which was hindered by limited contact hours and repetitive and insufficient content covered. However, these factors were not found to be salient in accounting for discontinuation into secondary school, which was instead caused mainly by the lack of provision of Italian at that level and, for some students, also by perceptions of scarce preparedness for secondary study and limited practical applicability of Italian. This study suggests that efforts should be made to ensure coordinated provision of Italian language study between primary and secondary, and that curricula should be reframed to include more contact hours and to reduce unnecessary repetition in content. Capire le esperienze di studenti universitari nello studio della lingua italiana alla scuola primaria e le ragioni della sua interruzione nella scuola secondaria in Australia Questo studio esplora le esperienze di studenti universitari australiani relative allo studio della lingua italiana nella scuola primaria. L’obiettivo è di comprendere i fattori che portano all’abbandono dell’italiano nel passaggio alla scuola secondaria. I risultati hanno mostrato che nonostante gli studenti abbiano apprezzato lo studio della lingua nella scuola primaria, sono stati critici su molti aspetti legati alla loro esperienza, in particolare i loro insegnanti, e i loro progressi di apprendimento, che sono stati ostacolati da ore di insegnamento limitate e da contenuti didattici ripetitivi e insufficienti. Tuttavia, questi fattori non sono risultati centrali per spiegare l’abbandono dell’italiano nella scuola secondaria, che è stato invece causato principalmente dalla mancanza di offerta della lingua a quel livello e, per alcuni studenti, anche dalla percezione di una scarsa preparazione allo studio secondario nonché di una limitata spendibilità dell’italiano. Questo studio suggerisce che è necessario assicurare un’offerta coordinata di studio della lingua italiana tra la scuola primaria e secondaria, e che i curricula scolastici dovrebbero essere modificati in modo da includere più ore di insegnamento della lingua e ridurre inutili ripetizioni contenutistiche.
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Todaro, Letterio. « La cultura dell’educazione e le sue trasformazioni nel passaggio critico degli anni Sessanta /Settanta : conversazioni con Carmen Betti ». Espacio, Tiempo y Educación 5, no 1 (1 janvier 2018) : 281. http://dx.doi.org/10.14516/ete.198.

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Carmen Betti è tra le figure di riferimento della ricerca italiana in area storico-educativa. Per diversi anni ha insegnato presso l’Università di Firenze, rappresentando con i suoi lavori e con i suoi studi, una voce autorevole e notevolmente qualificata nel panorama italiano della disciplina. L’incisività dei suoi lavori ha contribuito a rafforzare il riconoscimento di una tradizione che porta a individuare nella sede fiorentina una «scuola» di alto profilo dell’accademia italiana nell’ambito degli studi di storia dell’educazione. La sua ricerca ha evidenziato un costante impegno a segnalare lungo i sentieri della storia dell’educazione un cantiere aperto per la costruzione di valori civili, indicando quali criteri «orientatori» dell’impegno intellettuale che caratterizza il lavoro dello storico dell’educazione la tensione a legare la lettura storica dei processi formativi con i motivi della conquista collettiva di spazi di libertà, di democrazia, di emancipazione. Recentemente ha ricoperto la funzione di Segretaria del Centro Italiano per la Ricerca Storico Educativa, segnando con il suo impegno l’attivazione di importanti strumenti di raccordo a servizio della comunità scientifica italiana degli storici dell’educazione e offendo un contributo qualificante per spingere in avanti le piste della ricerca sul terreno della storia dell’educazione.Per dare avvio alla conversazione mi sembra perciò utile chiedere all’interlocutrice una breve presentazione del proprio percorso professionale e un aiuto nel ricordare, attraverso anche spunti di memoria personale, i punti salienti che hanno segnato l’evoluzione del suo profilo di studiosa.
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Moretti, G. Battista. « Per una didattica delle proposizioni completive nell' Italiano contemporaneo ». Linguistica 26, no 1 (1 décembre 1986) : 5–57. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.26.1.5-57.

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Quale insegnante di lingua italiana a stranieri, mi sono deciso a questo lavoro col desiderio non solo di descrivere le strutture in argomento, ma, soprattutto, di dare al tempo stesso ragione (a chi affronta lo studio dell'italiano come lingua seconda) delle varietà dei loro usi odierni anche più particolari.
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Todisco, Vincenzo, et Francesca Cangemi. « “Tandem” : una sperimentazione didattica per promuovere il doppio profilo di competenza ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 207–18. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.08.

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Grazie al doppio profilo di competenza, chi opera nel campo dell’insegnamento e delle didattiche disciplinari dispone di conoscenze e abilità sia teorico-scientifiche sia applicative. Un tale profilo è sempre più richiesto nell’ambito delle Alte scuole pedagogiche (ASP). Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile avvicinare la pratica alla teoria. Con il progetto “QUATTRO/Tandem_PHGR” l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni sta lavorando a un modello che prevede la collaborazione tra docenti, insegnanti di scuola elementare, ricercatrici/ricercatori e studenti/studentesse nell’ambito della didattica disciplinare italiano lingua straniera (L2). L’articolo presenta il progetto nel suo insieme e le modalità secondo le quali, in una prima fase sperimentale, gli e le insegnanti di scuola elementare hanno avuto la possibilità di partecipare alla ricerca didattica e all’insegnamento di moduli di glottodidattica dell’italiano L2. Si presentano e discutono inoltre i dati raccolti per la valutazione della fase sperimentale del progetto.
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Sisto, Alessandra, Maria Assunta Zanetti, Marco Bartolucci et Federico Batini. « La validazione della versione italiana delle GRS-S (Pfeiffer-Jarosewich, 2003) - Scale di Valutazione della Plusdotazione (modulo per l'età scolare) - Dati Umbria 2019 - Università di Perugia ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2022) : 1–49. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14577.

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La plusdotazione in Italia è un argomento ancora scarsamente affrontato. Nonostante il 5% circa della popolazione sia plusdotato, non esiste una formazione obbligatoria specifica per gli insegnanti, sebbene sia auspicabile un'individuazione precoce della plusdotazione. Tra gli strumenti più utilizzati a questo scopo, dopo il test del QI, troviamo le Gifted Rating Scales (GRS), ovvero le Scale di Valutazione della Plusdotazione, di Pfeiffer-Jarosewich (2003). Si tratta di uno strumento di screening diagnosticamente appropriato e concepito per essere utilizzato con semplicità ed efficacia dagli insegnanti. È disponibile in due versioni, GRS-P (fascia d'età prescolare 4-6 anni) e GRS-S (fascia d'età scolare 6-13 anni), tese a valutare la percezione dell'insegnante rispetto al livello di abilità dello studente in confronto ai pari, in differenti aree: abilità intellettiva, abilità accademica, talento artistico, creatività, motivazione e leadership (quest'ultima è presente soltanto nelle GRS-S). Data la loro elevata solidità psicometrica, sono state tradotte e validate in molte lingue. La validazione della versione italiana delle GRS-S è stata avviata da uno studio di Beretta-Zanetti su un campione di 449 soggetti, provenienti dalla Lombardia, cui si sono aggiunti successivamente altri 142 soggetti provenienti da Roma. Nel presente lavoro, che si inserisce nel medesimo filone, sono state somministrate le GRS-S, dopo opportuna formazione degli insegnanti, ad un campione di 204 bambini tra i 6 ed i 14 anni provenienti dal Centro Italia (Regione Umbria), ampliando quindi la numerosità del campione proveniente dall'Italia centrale. Sono state quindi indagate le seguenti proprietà: asimmetria, curtosi, affettività e correlazione item-totale corretta. La coerenza interna delle scale è stata valutata attraverso il coefficiente alfa di Cronbach e l'errore standard di misurazione. La validità è stata analizzata mediante correlazione tra scale e attraverso un'analisi fattoriale esplorativa. I risultati hanno mostrato adeguate proprietà psicometriche ed una consistenza interna soddisfacente, tuttavia sono emerse criticità (valori molto elevati dell'indice alfa di Cronbach e soluzione a 5 fattori nell'analisi fattoriale esplorativa) che sono state ampiamente discusse e per le quali sono state avanzate alcune ipotesi (ad esempio ridondanza di item e bias interpretativo degli insegnanti) pur considerando la scarsa ampiezza campionaria di questa ricerca e riconoscendo il valore degli studi sul medesimo strumento che l'hanno preceduta. Si conferma pertanto la attendibilità della versione italiana delle GRS-S, tuttavia, per maggiore completezza dei dati ed omogeneità del campione, si segnala la necessità di rilevare dati da un campione più ampio, auspicabilmente proveniente dalle scuole del Sud Italia.
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Crameri, Stefania. « GRUPIT : un dialogo tra pratica e teoria ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 1 (9 novembre 2021) : 117–30. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.06.

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L’insegnamento dell’italiano nelle scuole elementari del Grigioni tedescofono è contestato. In risposta a ciò nel 2019 è stato lanciato il progetto Gruppo di sperimentazione didattica per l’italiano L2 con l’obiettivo di promuovere la materia italiano L2. A tale scopo è stata instaurata una rete di collaborazione tra insegnanti di scuola elementare e Alta scuola pedagogica dei Grigioni, creando così un dialogo tra teoria e pratica. Inizialmente si sono sondate varie forme di collaborazione per capire quali fossero le più apprezzate, praticabili ed efficaci. Ciò ha gettato le basi per un successivo sviluppo della disciplina italiano L2 improntato sulla ricerca-azione, valorizzando così la figura dell’insegnante quale esperta/o della pratica che contribuisce in maniera importante allo sviluppo teorico.
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Pišot - Čok, Lucija. « Contributo alla didattica della lingua Italiana come lingua seconda ». Linguistica 30, no 1 (1 décembre 1990) : 151–67. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.30.1.151-167.

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Résumé :
La tesi postlaurea "Contributo alia didattica della lingua italiana come lingua seconda" è frutto di esperienze raccolte dall'autrice nell'insegnamento della lingua italiana come L2, nonché sintesi riflessiva dellavoro empirico che l'educazione al bilinguismo le ispirava. L'insegnamento della lingua italiana nell'ambiente bilingue e biculturale dell'Istria deve differire dall'insegnamento dell'italiano come lingua straniera. Esso si pone finalità immediate (L'italiano è lingua veicolare) e fmalità a lungo termine (L'italiano è una delle due lingue- culture del bilingue). Esso ha obiettivi cognitivi (L'italiano è scienza), sociali e etnolinguistici (L'educazione bilingue è fattore di transculturismo). L'autrice in prima persona ha avuto modo e opportunita di avvedersene, sia come collaboratrice nella stesura dei programmi per la lingua seconda, che come autrice di libri di testo per l'insegnamento di questa lingua, e relatrice in diversi tipi di aggiornamento professionale per insegnanti di lingua italiana elaborando, sperimentando e verificando le specificità dell'insegnamento della lingua italiana come L2 . II suo contributo alla teoria dell'educazione bilingue e le proposte per rendere l'insegnamento della lingua italiana come L2 efficace e valido, sono i1 nucleo della tesi.
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Caviglia, Alessia, et Matteo Viale. « L’APPROPRIATEZZA SOCIOLINGUISTICA NEI MATERIALI DI ITALIANO L2 PER MIGRANTI E RIFUGIATI : SPUNTI DA UNA RICERCA IN CORSO NELL’AMBITO DEL PROGETTO EUROPEO INCLUDEED ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (18 janvier 2023) : 94–112. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19572.

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Résumé :
La lingua dei segni italiana (LIS) è oggetto di ricerca scientifica da oltre quaranta anni ed è insegnata a pieno titolo nell’Università italiana da più di venti anni. In particolare, all’Università Ca’ Foscari Venezia e all’Università di Catania, la LIS può essere scelta come lingua di specializzazione al pari delle altre lingue offerte. L’insegnamento della LIS si può ora giovare della recente pubblicazione del QCER - Volume Complementare (Consiglio d’Europa, 2020), un manuale innovativo e inclusivo perché, rispetto alla versione del 2001, include le competenze linguistiche nelle lingue dei segni. Tre sono le principali novità: i) l’inserimento di espressioni neutrali rispetto alla modalità comunicativa (es. “il parlante/segnante”), ii) l’equiparazione funzionale delle videoregistrazioni ai testi scritti, e iii) un intero capitolo dedicato ai descrittori specifici per le lingue dei segni (suddivisi in competenze linguistiche, sociolinguistiche e pragmatiche). Questo contributo propone alcune riflessioni sull’applicazione di questi descrittori al caso specifico dell’insegnamento della LIS tracciando precise linee di progettazione didattica ed esempi di interventi formativi. L’impatto del Volume Complementare sui corsi di LIS nelle Università italiane comporterà ricadute positive non soltanto sul fronte dell’insegnamento ma anche, più in generale, sulla formazione dei professionisti sordi e udenti che lavorano con la LIS e con le persone sorde. Sign languages in the Companion volume and the teaching of LIS in Italian universities Italian Sign Language (LIS) has been studied by researchers for over forty years and has been taught in its own right in Italian universities for more than twenty years. In particular, at Ca’ Foscari University of Venice and at the University of Catania, LIS can be chosen as a language of specialization on a par with the other languages ​​on offer. LIS teaching can now benefit from the recent publication of the CEFR - Companion Volume (Council of Europe, 2020), an innovative and inclusive handbook as, compared to the 2001 version, it includes the linguistic competence in sign languages. In this regard, there are three main innovations: i) the inclusion of neutral expressions in terms of communication modality (e.g. “the speaker/signer”), ii) the recognition of the functional equivalence between video recordings and written texts, and iii) an entire chapter dedicated to language-specific descriptors of sign languages (organized into linguistic, sociolinguistic, and pragmatic skills). This paper discusses the application of these descriptors to the specific case of LIS teaching by tracing paths in didactic planning and providing examples of training interventions. The impact of the Companion Volumeon LIS courses in Italian universities will have positive effects not only on the teaching itself but also, more generally, on the training of deaf and hearing professionals who work with LIS and deaf people.
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Cardinaletti, Anna, et Lara Mantovan. « LE LINGUE DEI SEGNI NEL “VOLUME COMPLEMENTARE” E L’INSEGNAMENTO DELLA LIS NELLE UNIVERSITÀ ITALIANE ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (18 janvier 2023) : 113–28. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19575.

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La lingua dei segni italiana (LIS) è oggetto di ricerca scientifica da oltre quaranta anni ed è insegnata a pieno titolo nell’Università italiana da più di venti anni. In particolare, all’Università Ca’ Foscari Venezia e all’Università di Catania, la LIS può essere scelta come lingua di specializzazione al pari delle altre lingue offerte. L’insegnamento della LIS si può ora giovare della recente pubblicazione del QCER - Volume Complementare (Consiglio d’Europa, 2020), un manuale innovativo e inclusivo perché, rispetto alla versione del 2001, include le competenze linguistiche nelle lingue dei segni. Tre sono le principali novità: i) l’inserimento di espressioni neutrali rispetto alla modalità comunicativa (es. “il parlante/segnante”), ii) l’equiparazione funzionale delle videoregistrazioni ai testi scritti, e iii) un intero capitolo dedicato ai descrittori specifici per le lingue dei segni (suddivisi in competenze linguistiche, sociolinguistiche e pragmatiche). Questo contributo propone alcune riflessioni sull’applicazione di questi descrittori al caso specifico dell’insegnamento della LIS tracciando precise linee di progettazione didattica ed esempi di interventi formativi. L’impatto del Volume Complementare sui corsi di LIS nelle Università italiane comporterà ricadute positive non soltanto sul fronte dell’insegnamento ma anche, più in generale, sulla formazione dei professionisti sordi e udenti che lavorano con la LIS e con le persone sorde. Sign languages in the Companion volume and the teaching of LIS in Italian universities Italian Sign Language (LIS) has been studied by researchers for over forty years and has been taught in its own right in Italian universities for more than twenty years. In particular, at Ca’ Foscari University of Venice and at the University of Catania, LIS can be chosen as a language of specialization on a par with the other languages ​​on offer. LIS teaching can now benefit from the recent publication of the CEFR - Companion Volume (Council of Europe, 2020), an innovative and inclusive handbook as, compared to the 2001 version, it includes the linguistic competence in sign languages. In this regard, there are three main innovations: i) the inclusion of neutral expressions in terms of communication modality (e.g. “the speaker/signer”), ii) the recognition of the functional equivalence between video recordings and written texts, and iii) an entire chapter dedicated to language-specific descriptors of sign languages (organized into linguistic, sociolinguistic, and pragmatic skills). This paper discusses the application of these descriptors to the specific case of LIS teaching by tracing paths in didactic planning and providing examples of training interventions. The impact of the Companion Volume on LIS courses in Italian universities will have positive effects not only on the teaching itself but also, more generally, on the training of deaf and hearing professionals who work with LIS and deaf people.
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Facchetti, Giulio, Micaela Grosso et Paolo Nitti. « L'aggiornamento dei docenti di italiano L2. Una ricerca sulle necessità formative degli insegnanti ». e-Scripta Romanica 7 (3 décembre 2019) : 29–39. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.07.03.

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In questo contributo sono discussi i risultati di un questionario relativo alle necessità formative del personale docente, che si occupa di insegnamento dell’italiano L2. A partire dalla valutazione della letteratura scientifica di riferimento, è stato strutturato un questionario per rilevare i bisogni formativi e gli aspetti critici in merito alla dimensione della didattica dell’italiano L2. Dall’analisi dei dati emerge con chiarezza il desiderio di formazione di carattere linguistico e la necessità di ulteriori raccordi fra mondo accademico e professionale.
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Salvato, Valentina, et Giuseppe Paternostro. « LA NARRAZIONE COME STRUMENTO DIDATTICO E DI RICERCA NELLA ESPERIENZA DI ITASTRA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (21 juillet 2022) : 49–62. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18153.

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L’obiettivo di questo lavoro è quello di presentare il ruolo della narrazione nel modello didattico e di ricerca della Scuola di lingua italiana per Stranieri dell’Università di Palermo. In particolare, gli autori illustrano i tre pilastri su cui poggia l’impianto narrativo del modello di Itastra: l’autobiografia linguistica (§ 2); i laboratori artistico-narrativi (§ 3); la narrazione come pratica discorsiva metacomuncativa (§ 4). In conclusione del lavoro (§ 5) si evidenzia, da un lato, come la narrazione consenta di ampliare la capacità degli insegnanti di riflettere sulla loro attività didattica; dall’altro come essa contribuisca alla costruzione di una comunità di apprendimento centrata sulla forza che le lingue hanno di valorizzare le diversità e favorire la loro convivenza. Narrative as a teaching and research method. The experience of ItaStra The paper illustrates the role of narratives in the teaching and research model developed by the Italian language school for Foreigners of the University of Palermo (ItaStra). In particular, we discuss the three pillars on which the narrative model is based: linguistic autobiography (§ 2); artistic and narrative labs (§ 3); narrative as a meta-communicative practice (§ 4). In the last section (§ 5), we focus the fact that narrative can help teachers broaden their reflective capacity about teaching; narratives support the construction of a learning community where multilingualism plays a central role.
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Sabbioni, Maria, et Barbara Bernardi. « Le fiabe di Roberto Piumini insegnano a parlare italiano ». Italica Wratislaviensia 8, no 1 (30 juin 2017) : 47–64. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2017.08.03.

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Alujević, Marijana, et Mira Braović Plavša. « L’uso dei proverbi nell’insegnamento della lingua italiana ». Zbornik radova Filozofskog fakulteta u Splitu, no 13 (2020) : 185–200. http://dx.doi.org/10.38003/zrffs.13.1.

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Résumé :
I proverbi con la loro forma particolare, fissa e concisa, ritmicamente organizzata e stimolante adempiono un ruolo di trasferimento d’esperienze, sapere popolare e cognizioni essenziali per la sopravvivenza. Vengono considerati validi strumenti per raggiungere diversi obiettivi educativi e per chiarire il rapporto tra cultura e lingua. La complessità nel collocare e nell’analizzare la struttura dei proverbi spesso scoraggia i docenti ostacolando l᾽impiego didattico di questa inesauribile fonte di diverse sfaccettature didattiche. In questo contributo vengono proposti svariati usi dei proverbi nell’apprendimento dell’italiano come lingua straniera. Un᾽unità didattica, anche nelle sue fasi principali, offre molteplici possibilità di applicazione dei proverbi in tutti gli ambiti dell’insegnamento di base: lessicale, grammaticale, morfosintattico e fonologico. Contemporaneamente apre orizzonti di valore civico culturale. La padronanza dei proverbi in una lingua straniera è un indicatore valido e rilevante della competenza interculturale che fa parte integrante della competenza comunicativa. I proverbi sono nello stesso tempo un incentivo per gli insegnanti a inoltrarsi in significati linguistici non sempre espliciti, difficili da interpretare e dominare a pieno.
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Borghetti, M., S. Cinnirella, F. Magnani et A. Saracino. « Effects of long-term water shortage on Mediterranean pine forests : lessons from two experiments carried out in southern Italy ». Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 2, no 1 (10 mars 2005) : 31–36. http://dx.doi.org/10.3832/efor0247-0020031.

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Consoli, Tessa. « Secondo voi chi ha ucciso la signora Altieri ? » Babylonia Journal of Language Education 3 (20 décembre 2021) : 36–40. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.130.

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L’articolo si apre con una panoramica su dati e fatti relativi ai femminicidi e alla violenza di genere in Svizzera che mostra come questi fenomeni siano purtroppo di estrema attualità. In seguito viene proposta una riflessione su come la scuola dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella lotta alla violenza contro le donne, sul ruolo particolare degli insegnanti di lingua straniera del livello secondario II e su come il tema della violenza di genere non venga purtroppo trattato adeguatamente né a scuola né nei manuali di italiano. Il contributo si conclude con un invito a trattare la tematica in classe e con alcune proposte didattiche per farlo.
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Causarano, Pietro. « Riforme senza storia. Insegnanti di storia e reclutamento professionale nella scuola italiana all'inizio del millennio ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 286 (mars 2018) : 238–56. http://dx.doi.org/10.3280/ic286-oa2.

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Muller, Fernanda Suely, Antonia Dayane Figueiredo Rodrigues et Rhayssa De Sousa Costa. « Curso Italiano dall’inizio : relato de experiência em ensino de língua italiana e a formação docente ». Revista Italiano UERJ 13, no 1 (17 octobre 2022) : 16. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70753.

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RESUMO: A disciplina de estágio de regência faz parte da formação docente em cursos de licenciatura e sua relevância é pautada pelo desenvolvimento e aplicação de técnicas didáticas adquiridas ao longo de todo o período de graduação. Este trabalho visa, então, evidenciar a experiência obtida por meio do minicurso Italiano dall’inizio, ministrado no período de 23 de junho a 28 de julho de 2021. No minicurso privilegiamos a abordagem comunicativa para o desenvolvimento do material didático e aulas, prezando pela interação necessária para o ensino de língua estrangeira e pela utilização de recursos, atividades on-line e materiais multissemióticos que pudessem enriquecer a experiência educacional na modalidade à distância. Em nossa exposição, sublinharemos a importância de experiências didáticas práticas para a formação em licenciatura, visto que a preparação de aula, material didático e o aperfeiçoamento das relações interpessoais com os alunos constituem-se como elementos imprescindíveis para o aprimoramento de todas as habilidades necessárias aos futuros professores.Palavras-chave: Estágio. Ensino de italiano LE. Formação docente. Relato de experiência. ABSTRACT: Il tirocinio è una tappa fondamentale della formazione degli insegnanti dei corsi di Laurea e la sua rilevanza si basa sullo sviluppo e l'applicazione delle tecniche di insegnamento imparate lungo tutto il loro percorso di studi universitari. Questo lavoro si propone, quindi, di mettere in luce l'esperienza maturata attraverso il minicorso Italiano dall'inizio, svolto dal 23 giugno al 28 luglio 2021, con un carico di lavoro di 30 ore. In questo corso di breve durata noi abbiamo prediletto l'approccio comunicativo nelle lezioni, mirando l'interazione necessaria per l'insegnamento di una lingua straniera e l’uso di risorse, attività in rete e materiali multi modali che potessero arricchire l'esperienza dell’insegnamento/apprendimento nella didattica a distanza. Nella nostra presentazione, sottolineeremo quindi l'importanza delle esperienze pratiche di insegnamento per la formazione universitaria, poiché la preparazione delle lezioni, i materiali didattici e lo sviluppo dei rapporti interpersonali con gli studenti costituiscono elementi essenziali per il miglioramento di tutte le competenze e abilità necessarie ai futuri docenti.Parole-chiave: Tirocinio. Didattica dell’italiano LS. Formazione Docente. Racconto esperienza docente. ABSTRACT: The internship discipline is part of teaching practicum in undergraduate courses and its relevance is based on the development and application of teaching techniques acquired throughout the entire undergraduate period. This work aims, then, to highlight the experience obtained through the minicourse Italiano dall'inizio, given from June 23rd to July 28th, 2021. In the minicourse we privilege the communicative approach for the development of teaching material and classes, valuing the interaction necessary for foreign language teaching and the use of resources, on-line activities and multisemiotic materials that could enrich the educational experience in the distance modality. In our presentation, we will emphasize the importance of practical teaching experiences for undergraduate training, since the preparation of classes, teaching materials and the improvement of interpersonal relationships with students that are essential elements for the improvement of all the skills necessary for future teachers.Keywords: Internship. Teaching Italian Language LF. Teacher practicum. Experience report.
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Platas-García, Alejandra, Verónica Reyes-Meza et José Martín Castro-Manzano. « Disegno e risoluzione di una prova di comprensione della lettura a scelta multipla per studenti adulti di italiano lingua straniera ». Matices en Lenguas Extranjeras, no 13 (1 janvier 2019) : 120–43. http://dx.doi.org/10.15446/male.n13.89896.

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Questo contributo offre alcuni elementi da considerare in merito al disegno e alla risoluzione delle prove di comprensione della lettura a scelta multipla in italiano lingua straniera ed è indirizzato ai lettori interessati nella valutazione di studenti ispanofoni. Si sa che l’abilità di comprensione della lettura non può essere valutata direttamente. Siccome gli insegnanti di italiano come lingua straniera non possono misurare il grado di comprensione raggiunto dagli studenti con la semplice osservazione della loro lettura, ci vuole l’uso di qualche prova che offra quest’informazione. Tra le diverse tipologie di prove che esistono c’è una che è molto adoperata, la prova a scelta multipla. L’obiettivo di questo contributo è descrivere aspetti relativi al disegno e alla risoluzione di una prova a scelta multipla di lettura ideata per studenti adulti di italiano lingua straniera. La metodologia è quantitativa: studio descrittivo, trasversale. Abbiamo somministrato la prova di lettura a 43 studenti di italiano con un’età media di 23,4 anni, che avevano un livello intermedio di conoscenza della lingua. I partecipanti hanno ottenuto più risposte corrette (66,5%) che errate (33,5%) e hanno adoperato di più la strategia di eliminazione per risolvere la prova che le altre strategie. Per concludere diamo dettagli sulla nostra ricerca futura.
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Ostinelli, Giorgio. « Concezione e realizzazione del Questionario per la valutazione della didattica e della relazione con l’insegnante ». Swiss Journal of Educational Research 34, no 3 (26 septembre 2018) : 533–50. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.34.3.4895.

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La valutazione dell’insegnamento è sempre stata ed è tuttora un tema allo stesso tempo importante e di difficile attuazione. Benché chi insegna valuti in continuazione, si constata tuttavia che, nella maggior parte dei casi, le/gli insegnanti non amano essere valutati. Come fare per introdurre delle forme di valutazione «sostenibili», che aiutino a meglio mettere a fuoco aspetti importanti dell’insegnamento e che siano allo stesso tempo rigorose e rispettose della professionalità e della personalità delle/dei docenti? La creazione di un contesto orientato al miglioramento nelle scuole può essere un’occasione importante per sviluppare approcci dotati di tali caratteristiche, ed è, in poche parole, quanto è avvenuto presso la Scuola professionale e artigianale (SPAI) di Mendrisio negli ultimi anni. Nei fatti, nell’ambito del progetto DAAP1, sorto a partire da un’iniziativa federale volta a introdurre forme di autovalutazione negli istituti scolatici, un gruppo di lavoro a cui prendevano parte rappresentanti delle varie categorie di attori presenti nella scuola (insegnanti, allievi, direzione, ecc.) ha sviluppato, con l’assistenza di uno School Improvement Advisor/researcher (SIA), un questionario per la valutazione della didattica e della relazione con l’insegnante. Il presente articolo descrive le tappe che hanno condotto alla creazione di tale strumento e le procedure che hanno permesso di affinarne la validità e l’affidabilità, nell’ottica di una sua utilizzazione su più larga scala da parte dei docenti ticinesi e di madrelingua italiana.
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Torresan, Paolo. « Uso strategico della L1 : riflessioni ed esperienze ». Quaderni d'italianistica 33, no 2 (9 février 2013) : 219–44. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19425.

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Perché scandalizzarsi a parlare di traduzione oggi, quando si tratta di una abilità messa in atto spontaneamente da molti studenti e praticata altrettanto sovente dagli insegnanti? In questo saggio partiamo da una ricognizione sull’uso della L1 nella storia della glottodidattica — preponderante nel metodo grammaticale-traduttivo, bandito nel metodo comunicativo — sino ad arrivare ad alcune proposte metodologiche di ricorso mirato avanzate in tempi recenti da diversi autori. Ci inseriremo in questo dibattito, condividendo con il lettore esperienze condotte nell’aula di italiano LS¹ ¹Un ringraziamento a quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo articolo: gli studenti della Universidade do Estado do Rio de Janeiro e della Universidade Federal do Rio de Janeiro; Maria Franca Zuccarello, Carolina Giampietro e Franco Pauletto.
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Stefano Cartocci, Alessandro Fortuna, Cristina Meringolo, Monica Monici, Angela Maria Rizzo et Germana Galoforo. « Gli studenti portano la scienza nello Spazio : L’innovazione didattica con i progetti. L’esperienza dell’esperimento XenoGRISS ». IUL Research 1, no 2 (1 décembre 2020) : 196–209. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i2.67.

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Il progetto XenoGRISS ha vinto il bando dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) YiSS - Youth ISS Science 2019 ed è stato condotto sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dall’astronauta Luca Parmitano nel dicembre 2019 durante la missione "Beyond". XenoGRISS, che ha scopi sia scientifici che educativi, è stato progettato e presentato congiuntamente da ricercatori delle Università degli Studi di Milano e Firenze, da un gruppo di 9 studenti dell’ITIS A. Meucci di Firenze e da tre insegnanti dello stesso Istituto. Gli studenti sono stati coinvolti nello studio della crescita e della rigenerazione dei girini di Xenopus laevis in assenza di gravità e hanno affrontato sia gli aspetti scientifico-biologici dell'esperimento sia quelli tecnologici relativi all’hardware necessario al mantenimento dei girini per 30 giorni nello Spazio e alle rilevazioni scientifiche.
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