Littérature scientifique sur le sujet « Ingegneria della conoscenza »

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Articles de revues sur le sujet "Ingegneria della conoscenza"

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Talŕ, Paola. « Acque trasportate : l'acquedotto di Colognole e l'entroterra di Livorno ». STORIA URBANA, no 125 (avril 2010) : 169–86. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125009.

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Résumé :
Costruito tra il 1793 e il 1872 su progetto di illustri architetti ed ingegneri delle Regie Fabbriche Granducali, l'Acquedotto di Colognole funziona per la cittŕ fino al 1957; da allora viene abbandonato e approvvigiona solo alcuni piccoli centri collinari. Oggi ci troviamo di fronte ad un manufatto monumentale che ha perso la funzione per cui era stato costruito, ma non il suo valore storico e architettonico e la relazione con il paesaggio. La costruzione di questo acquedotto ha segnato l'evoluzione delle consuetudini delle popolazioni collinari e dei territori che ha attraversato trasformandone gli scenari. La comprensione dei complessi cambiamenti nel tempo consente una lettura del paesaggio di grande attualitŕ in merito a rilevanti questioni di conservazione e tutela. Il contributo inquadra il tema a partire dalle accresciute necessitŕ dell'approvvigionamento idrico della cittŕ e del porto di Livorno, illustra la complessa articolazione del lungo cantiere per la costruzione del nuovo acquedotto; infine dedica un'ultima parte all'importanza della conoscenza geografica del paesaggio, cosě come emerge dalle descrizioni dalle principali guide storiche del XIX secolo e dalle vicende della realizzazione della Passeggiata degli Acquedotti.
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Bruun, Christer. « Frontinus, Pope Paul V and the Aqua Alsietina/Traiana confusion ». Papers of the British School at Rome 69 (novembre 2001) : 299–315. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001847.

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Résumé :
FRONTINO, PAPA PAOLO V E LA CONFUSIONE TRA AQUA ALSIETINA E TRAIANAL'iscrizione sulla Fontana dell'Acqua Paola del Gianicolo, a Roma, contiene un errore significativo. Secondo l'iscrizione, infatti, Papa Paolo V ristorò l'acquedotto augusteo dell'Aqua Alsietina, mentre in realtà i suoi ingegneri usarono l'Aqua Traiana per migliorare il rifornimento idrico della città (c. 1610). Questo errore non è semplicemente casuale. L'amministrazione papale era a conoscenza della presenza dell'Aqua Alsietina sulla sponda destra del Tevere dal trattato De aquae ductu urbis Romae di Frontino, ma non sapeva che i Romani avevano costruito anche un altro acquedotto sulla stessa sponda, poiché questo non veniva invece menzionato da Frontino. In questo articolo si sostiene che Frontino († c. 100 d.C.) doveva essere universalmente conosciuto tra gli ingegneri idraulici e gli amministratori delle risorse idriche in età rinascimentale e barocca (come Vitruvio tra gli architetti). La ‘riscoperta’ moderna dell'Aqua Traiana non avvenne che nel 1680 con Raffaele Fabretti, che fece uso di fonti antiche disponibili anche alla cancelleria di Paolo V, se solo fossero state condotte altre ricerche oltre Frontino. Furono necessari altri 150 anni prima che le conclusioni di Fabretti divennero generalmente note. Per la prima volta, inoltre, questo articolo prende in esame tutta l'evidenza antica e medievale in cui viene nominata l'Aqua Traiana.
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Thèses sur le sujet "Ingegneria della conoscenza"

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Amadei, Alessandra. « Conoscenza e conservazione del Moderno : progetto di recupero della torre della Facoltà di Ingegneria di Bologna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20132/.

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Résumé :
La Facoltà di Ingegneria di Giuseppe Vaccaro costituisce per Bologna un simbolo dell’architettura razionalista e il luogo di formazione di migliaia di studenti ogni anno. Nel corso della sua storia, in seguito alle vicende della Seconda Guerra Mondiale e a causa del continuo aumento di studenti iscritti, essa è stata più volte modificata fino a raggiungere la configurazione che possiede oggi. Le numerose trasformazioni, oltre al naturale trascorrere del tempo, rendono oggi necessari alcuni interventi di restauro e conservazione. Tra questi rientrano gli interventi sulla torre libraria, elemento simbolico e riconoscibile dell’intero complesso e nel dettaglio sulla facciata Est, ricostruita interamente dopo i bombardamenti del 22 marzo 1944. L’obiettivo di questo lavoro di tesi riguarda un’approfondita analisi dei caratteri storici e tecnici della facciata Est della torre e la formulazione di un progetto di restauro e miglioramento sismico sulla base dei risultati ottenuti. Per riuscire a comprendere le caratteristiche della facciata è stato innanzitutto condotto uno studio archivistico-bibliografico e una serie di rilievi fotografici, geometrici e laser in modo da riuscire a risalire alle modalità costruttive e alle scelte architettoniche in seguito sintetizzate in elaborati grafici. Attraverso saggi conoscitivi e una più approfondita ricerca storica è stata quindi caratterizzata la facciata di interesse e il suo stato di conservazione. I risultati ottenuti hanno evidenziato problemi legati alle infiltrazioni d’acqua, al distaccamento di porzioni vetrate e un possibile meccanismo di danno di flessione verticale. Il presente lavoro illustra un possibile intervento di restauro ed uno di miglioramento sismico e propone, in alternativa, un progetto di sostituzione dell’intera facciata per riportarla alle forme originali previste dal progetto di Giuseppe Vaccaro del 1935 dove essa è interamente realizzata in vetrocemento.
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Pratiffi, Michele. « Tecniche di text mining per l'autoorganizzazione della conoscenza ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6092/.

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Résumé :
L'elaborato ha come scopo l'analisi delle tecniche di Text Mining e la loro applicazione all'interno di processi per l'auto-organizzazione della conoscenza. La prima parte della tesi si concentra sul concetto del Text Mining. Viene fornita la sua definizione, i possibili campi di utilizzo, il processo di sviluppo che lo riguarda e vengono esposte le diverse tecniche di Text Mining. Si analizzano poi alcuni tools per il Text Mining e infine vengono presentati alcuni esempi pratici di utilizzo. Il macro-argomento che viene esposto successivamente riguarda TuCSoN, una infrastruttura per la coordinazione di processi: autonomi, distribuiti e intelligenti, come ad esempio gli agenti. Si descrivono innanzi tutto le entità sulle quali il modello si basa, vengono introdotte le metodologie di interazione fra di essi e successivamente, gli strumenti di programmazione che l'infrastruttura mette a disposizione. La tesi, in un secondo momento, presenta MoK, un modello di coordinazione basato sulla biochimica studiato per l'auto-organizzazione della conoscenza. Anche per MoK, come per TuCSoN, vengono introdotte le entità alla base del modello. Avvalendosi MoK dell'infrastruttura TuCSoN, viene mostrato come le entità del primo vengano mappate su quelle del secondo. A conclusione dell'argomento viene mostrata un'applicazione per l'auto-organizzazione di news che si avvale del modello. Il capitolo successivo si occupa di analizzare i possibili utilizzi delle tecniche di Text Mining all'interno di infrastrutture per l'auto-organizzazione, come MoK. Nell'elaborato vengono poi presentati gli esperimenti effettuati sfruttando tecniche di Text Mining. Tutti gli esperimenti svolti hanno come scopo la clusterizzazione di articoli scientifici in base al loro contenuto, vengono quindi analizzati i risultati ottenuti. L'elaborato di tesi si conclude mettendo in evidenza alcune considerazioni finali su quanto svolto.
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Zammuto, Teresa. « Innovazione nel Semantic Web : Evoluzione della base di conoscenza semantica YAGO ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11528/.

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Résumé :
La presente ricerca tratta lo studio delle basi di conoscenza, volto a facilitare la raccolta, l'organizzazione e la distribuzione della conoscenza. La scelta dell’oggetto è dovuta all'importanza sempre maggiore acquisita da questo ambito di ricerca e all'innovazione che esso è in grado di apportare nel campo del Web semantico. Viene analizzata la base di conoscenza YAGO: se ne descrivono lo stato dell’arte, le applicazioni e i progetti per sviluppi futuri. Il lavoro è stato condotto esaminando le pubblicazioni relative al tema e rappresenta una risorsa in lingua italiana sull'argomento.
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Circo, Chiara. « Architettura storica e terremoto. Il percorso della conoscenza dell edificio per la valutazione della sicurezza e per il progetto di restauro conservativo ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3809.

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Résumé :
La ricerca si inquadra nel filone di studi inerenti la prevenzione del rischio sismico degli edifici murari storici e, in particolare, indaga il ruolo della conoscenza del fabbricato nel progetto di restauro con miglioramento sismico. La normativa vigente (Norme Tecniche per le Costruzioni 2008 e Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale) sancisce l importanza preminente della fase conoscitiva e in particolare le Linee Guida sistematizzano le attività di indagine in una metodologia strutturata, detta percorso di conoscenza. Per la norma la conoscenza si può acquisire a vari livelli di approfondimento, detti livelli di conoscenza (LC), cui sono legati coefficienti di sicurezza, detti fattori di confidenza (FC), che rendono cautelativa la verifica (nello stato di fatto e nello stato di progetto) penalizzando i livelli di conoscenza più bassi. Per la definizione di LC e FC le Linee Guida propongono una procedura diversa rispetto a quella contenuta nelle NTC08 in cui il livello di conoscenza non è necessariamente legato alla esecuzione di indagini di caratterizzazione meccanica dei materiali. A partire dall analisi dell approccio normativo, la ricerca intende dimostrare le seguenti tesi: (i) il Fattore di Confidenza così come definito nelle Linee Guida non riesce a cogliere le differenze anche sostanziali che possono sussistere da percorsi di conoscenza diversi per tipologia di indagine e qualità delle informazioni raccolte (ii) che non sempre alla esecuzione di un numero maggiore di indagini corrisponde una conoscenza più approfondita, bensì l approfondimento della fase di conoscenza è legato piuttosto alla tipologia di indagini svolte e alla qualità dei risultati ottenuti. L obiettivo del lavoro è di chiarire quali sono le tipologie di indagini più utili per conseguire un livello di conoscenza adeguato sia per una valutazione della sicurezza attendibile sia per la definizione dei criteri di intervento volti alla sicurezza e alla conservazione dell edificio. La metodologia di lavoro ha previsto la preliminare analisi delle indicazioni della normativa per l espletamento della fase conoscitiva, con particolare riguardo al percorso della conoscenza delineato dalle Linee Guida. Una analisi comparativa di diversi percorsi di conoscenza è stata svolta su un campione di 34 esempi di verifiche sismiche eseguite su edifici storici reali secondo l approccio delle Linee Guida con il duplice obiettivo di verificare la congruenza tra esiti conoscitivi e fattore di confidenza, e individuare una gerarchia di indagini che contraddistinguono un percorso di conoscenza ottimale. Quest ultimo è infine illustrato attraverso la sua applicazione a un caso studio. Una nota conclusiva mette in evidenza come una conoscenza adeguata dell edificio è legata non alla quantità delle indagini svolte, bensì alla tipologia delle indagini e alla qualità delle informazioni raccolte. In particolare lo studio evidenzia come un livello di conoscenza ottimale sia raggiungibile attraverso l'indagine storica e il rilievo diretto.
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Romano, Marisa. « Analisi della sensitività delle politiche manutentive al variare del grado di conoscenza dei parametri operativi dei componenti ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Résumé :
In ambito aziendale, la manutenzione degli impianti gioca un ruolo strategico, risulta quindi necessario dedicare tempo e risorse alla corretta pianificazione degli interventi manutentivi. L'obiettivo principale è infatti quello di minimizzare gli intervalli di fermo, in quanto il verificarsi di un guasto tendenzialmente causa costi operativi più elevati e produce beni meno competitivi. Visto il ruolo fondamentale assunto dalla manutenzione, il presente elaborato ha l'obiettivo di studiare la sensitività delle politiche preventive, al variare del grado di conoscenza di una serie di parametri definiti nel corso della trattazione. Nella prima parte dell'elaborato verrà fornito un quadro generale sui principi alla base della teoria affidabilistica, seguito da una descrizione dettagliata delle principali politiche di manutenzione. Successivamente, partendo dall'utilizzo di dati dal campo forniti da due aziende operanti nel bolognese, verrà condotto uno studio sperimentale focalizzato sull'analisi di sensitività delle politiche di manutenzione preventiva “Type I” e “Type II”. In particolare, si cercherà di analizzare l’impatto causato dall'evoluzione dei dati negli anni, sulle suddette politiche. Difatti, l'accumulo di nuovi dati fa in modo che i parametri che ne descrivono l'andamento si evolvano nel tempo; si è cercherà pertanto di capire se tale variazione ha un forte impatto sulle politiche oppure se l'impatto è marginale. Si concluderà quindi l'elaborato con un'analisi che valuti la sensibilità del costo e del tempo ottimale in cui effettuare gli interventi.
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Zannol, Barbara. « PROBLEMATICHE DI IMPLEMENTAZIONE DI SISTEMI PER LA GESTIONE DELLA CONOSCENZA NELLE ORGANIZZAZIONI Un'analisi dei Portali Aziendali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426963.

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Résumé :
The traditional idea that in order to guarantee the success of enterprises and organizations it is sufficient to manage the tangible aspects linked to products or services has long been surpassed. In organizations, the aspects concerning Knowledge Management, the real keystone for the competitive advantage of enterprises as well are more and more relevant. Furthermore, the development of Information & Communication Technology (ICT) has brought about a proliferation of data and information which are at the organizations’ disposal, so much as to generate a real informative-cognitive overload which has to be dealt with and managed. On the basis of this, many initiatives have been undertaken by organizations to codify, accumulate, spread and manage knowledge, mainly thanks to the use of new ICT applications. Hence the Knowledge Management (KM) trend was born. This concerns the methods and practices directed to the maintenance of the cognitive basis in the organization, the safeguard of the organizational memory, the constitution of a “knowledge repository” for activities of problem solving and processes of innovation, renovation of the internal competences, etc. (Simon, 1991; Hansen, 2002; Mc Demott & O’Dell, 2001; Hansen & Avital, 2005). The implementation of practices for Knowledge Management may concern very diverse fields and according to the context, influence and include the support of the ICT (Anand e al., 1998), of the organizational structure (Wenger e Snider, 1999), of human resources (Ulrich, 1998), and of strategy Grant, 1996). According to the results of a study done by KPMG, already in 2000 at least 81% of the companies leading in their fields with premises in Europe and in the USA had begun remarkable investments for the implementation of the Knowledge Management System (KMS) based on three main goals: to reach and maintain a competitive advantage, develop relations ad hoc with their own customers and eventually improve product innovation (KPMG, 2000). This trend can also be confirmed in Italy where, for the year 2007, the Information Technology (IT) market raised the underlined growth arriving at a turnover of 21.4 billion euros (Assintel, 2007). In the same way, the survey lead by HP (2007) in Europe has shown a growing awareness on the part of enterprises about the strategic role of the ICT. In fact, 55% of the PMI has declared to have a medium-long term strategy and 49% is willing to buy new solutions to optimize the internal processes. Even though this data clarifies the reasons why organizations invest (human and economic) resources in ICT, it must nevertheless be explained why many of these enterprises have met and still experience obstacles to Knowledge Management from a theoretical and practical point of view. The key element of KM is typically considered to be ICT. It has a variety of technologies at its disposal though it is not typically useful to solve the problem in a definitive way. Because of this it is necessary to reflect on the connections between knowledge, ICT and KM. This thesis tackles the matter with reference to a promising KM technology, the Corporate Portal. Our goal is to analyze the complex link between KM, strategy, organization and ICT. In particular, the goal is to analyze if and how a Portal project is linked to the role that the same organization gives to knowledge and then to KM. Consequently, this research proposes to study the present approach to Corporate Portal Projects from different organizations, so as to understand if and how the capacities of the Knowledge Management of these instruments can be combined with the strategic approaches and the organizational structures and what the planning problems, the strong and weak points, the different approaches and the solutions adopted in relation to the characteristics of every organization are. The first problem we face is the definition and classification of this technology, as a single definition does not exist, much less one suitable to recognize the role of KMS of Corporate Portal (CP). This thesis begins, therefore, by proposing a definition and a classification of Corporate Portal that goes beyond its typically considered purely technical characteristic and it focuses on the CP as KMS. A definition of CP is proposed which focuses on the capacities of these instruments as technologies apt to support the management of the inter-organizational and intra-organizational content flow. The second part focuses on the empirical verification of the planning problems of the CP in the different typologies of organizations seen as an explicit instrument for the efficient management of knowledge.
L’idea che per garantire il successo delle imprese e delle organizzazioni sia sufficiente gestire gli aspetti tangibili legati ai prodotti o servizi è stata ormai da tempo superata. Sempre più nelle organizzazioni sono rilevanti gli aspetti inerenti la gestione della conoscenza, vera chiave di volta anche per il vantaggio competitivo delle imprese. Inoltre, lo sviluppo dell’Information & Comunication Technology (ICT), ha portato ad una proliferazione dei dati e delle informazioni che sono a disposizione delle organizzazioni, tale da generare un vero e proprio overload informativo – cognitivo che va affrontato e gestito. Sulla base di ciò molte iniziative sono state intraprese dalle organizzazioni per codificare, accumulare, disseminare, e gestire la conoscenza, soprattutto grazie proprio all’utilizzo di nuove applicazioni ICT. E’ nato il filone del Knowledge Management (KM) che riguarda i metodi e le pratiche volte al mantenimento della base conoscitiva nell’organizzazione, la salvaguardia della memoria organizzativa, la costituzione di knowledge repository per attività di risoluzione dei problemi e processi di innovazione, il rinnovamento delle competenze interne, ecc. (Simon, 1991; Hansen, 2002; Mc Demott & O’Dell, 2001; Hansen & Avital, 2005). L’implementazione di pratiche per il Knowledge Management può riguardare ambiti molto diversi e, a seconda del contesto, influenzare e includere il supporto delle ICT (Anand & al., 1998), della struttura organizzativa (Wenger & Snider, 1999), delle risorse umane (Ulrich, 1998), della strategia (Grant, 1996). Secondo i risultati di una ricerca svolta da KPMG, già nel 2000 almeno l’81% delle compagnie leader nei propri settori con sedi in Europa e Stati Uniti aveva attivato cospicui investimenti per l’implementazione di Knowledge Management System (KMS) sulla base di tre principali obiettivi: raggiungere e mantenere un vantaggio competitivo, sviluppare relazioni ad hoc con i propri clienti e infine migliorare l’innovazione di prodotto (KPMG, 2000). Tale trend si conferma anche in Italia, dove, per l’anno 2007, il mercato dell’Information Technology (IT) ha rilanciato la crescita evidenziata arrivando ad un fatturato di 21,4 miliardi di euro (Assintel, 2007). Allo stesso modo, l’indagine condotta da HP (2007) in Europa ha rilevato una crescente consapevolezza delle imprese sul ruolo strategico delle ICT. Il 55% delle PMI ha dichiarato infatti di avere una strategia di medio – lungo periodo e il 49% è disposto ad acquistare nuove soluzioni per ottimizzare i processi interni. Sebbene questi dati chiariscano ampiamente le motivazioni per cui le organizzazioni investono risorse (umane e finanziarie) in ICT, rimane tuttavia da spiegare, dal punto di vista teorico e pratico perché molte di queste iniziative abbiano incontrato e tuttora sperimentino elevati ostacoli alla gestione della conoscenza. L’elemento chiave del KM è tipicamente considerato essere l’ICT. Tuttavia dispone di una varietà di tecnologie non prettamente volte a risolvere il problema del KM. Infatti, si è assistito ad una proliferazione di sistemi e tecnologie per il KM, ma nessuna in grado di risolvere il problema in modo definitivo. Da ciò si rende necessario riflettere sul legame tra conoscenza, ICT e KM. Questa tesi affronta la questione con riferimento ad una tecnologia di KM giudicata promettente, il Portale Aziendale. Si vuole analizzare il complesso legame tra KM, strategia, organizzazione e ICT. In particolare, l’obiettivo è analizzare se e come un Progetto di Portale sia collegato al ruolo che l’organizzazione stessa attribuisce alla conoscenza e quindi al KM. Il presente lavoro si propone, pertanto, di studiare l’attuale approccio ai Progetti di Portali Aziendali da parte di organizzazioni di tipo diverso, al fine di comprendere se e come le potenzialità di gestione della conoscenza di questi strumenti si possano combinare con gli approcci strategici e le strutture organizzative, e quali siano le problematiche progettuali e i punti di forza e debolezza, le tipologie di approccio e le soluzioni adottate in relazione alle caratteristiche di ciascuna organizzazione. Una prima questione affrontata riguarda il problema della definizione e classificazione di questa tecnologia, dato che non esiste una definizione univoca e tanto meno una atta a riconoscere il ruolo di KMS del Portale Aziendale (PA). Questa tesi inizia, pertanto, proponendo una definizione e una classificazione di Portale Aziendale che va al di là delle pure caratteristiche tecniche tipicamente considerate e si focalizza sul PA come KMS. Viene proposta una definizione di PA focalizzata sulle potenzialità di questi strumenti come tecnologie atte a supportare la gestione dei flussi di contenuti inter – organizzativi e intra – organizzativi. La seconda parte della tesi si propone di verificare empiricamente le problematiche progettuali dei Portali Aziendali nelle diverse tipologie di organizzazioni visti come strumento esplicito per la gestione efficace della conoscenza.
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Mondello, Attilio Antonio. « Torri campanarie degli edifici ecclesiastici tradizionali allo specchio tra conoscenza e sicurezza. Tecnologia e forma negli areali a rischio della Sicilia orientale e della Castilla y León ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2019. http://hdl.handle.net/10761/4101.

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Résumé :
Le torri campanarie di fattura tradizionale contrassegnano i centri storici europei, rappresentando l emblema del paesaggio urbano e il simbolo di identità per la popolazione. A causa della spiccata verticalità, queste emergenze architettoniche sono sempre esposte a rischi di diversa natura che ne minacciano la sopravvivenza. Nel campo del restauro e della conservazione di questi edifici è fondamentale la conoscenza preventiva dei caratteri geometrici e tecnico costruttivi per potere intervenire in modo da garantire sia la tutela del valore culturale sia la messa in sicurezza. In ragione di ciò, la presente ricerca, scegliendo due areali geograficamente distanti ed esposti a rischi differenti come la Sicilia orientale e la Castilla y Leòn, vuole studiare le configurazioni geometriche e le tecniche costruttive di questi edifici al variare del rischio prevalente. In Sicilia lo studio ha approfondito il tema delle torri campanarie nell areale Etneo, zona esposta da sempre a rischio sismico e vulcanico. È stato condotto un censimento dei campanili in muratura esistenti mai effettuato precedentemente e una classificazione tipologica, seguendo le categorie proposte dagli studi di tipo empirico sugli edifici ecclesiastici storici soggetti a rischio sismico. Successivamente, sono stati selezionati alcuni casi studio ritenuti emblematici per l areale (risalenti ai secoli XVII e XVIII) e che sono stati studiati più approfonditamente anche grazie a rilievi di tipo diretto e fotogrammetrico, sia per individuare le configurazioni geometriche e le tecniche costruttive più ricorrenti sia le possibili criticità intrinseche celate in esse. In questo modo possono essere individuati degli indicatori di vulnerabilità, come richiesto anche dalle norme italiane sugli studi preventivi alle valutazioni di vulnerabilità sismica. In Castilla y Leòn sono stati selezionati alcuni casi studi emblematici per l areale della Tierra de Campos, territorio a rischio idrogeologico a causa dei continui fenomeni di ritiro e rigonfiamento del terreno argilloso. I casi analizzati, studiati con rilievi diretti e fotogrammetrici, risalgono ai secoli XVI e XVII e sono contraddistinti da stati di conservazione differenti (soprattutto allo stato di rudere). Lo studio delle configurazioni geometriche e delle tecniche costruttive rivelano come il rischio che realmente minaccia queste architetture è il rischio di obsolescenza naturale a causa dello spopolamento dei piccoli centri e la conseguente assenza di manutenzione. In conclusione, la ricerca ha evidenziato come tali fabbriche in Sicilia convivano da sempre con il rischio sismico e per tale ragione, seguendo la regola dell arte, geometrie, materiali e tecniche contribuiscono alla sopravvivenza degli edifici (tranne in caso di eventi sismici di carattere distruttivo). In Castilla y León invece le torri campanarie tradizionali risultano non solo vulnerabili ai fenomeni idrogeologici del territorio ma anche, e soprattutto, ai fenomeni di deterioramento per obsolescenza che purtroppo non lascia possibilità di sopravvivenza in assenza di continui monitoraggi e manutenzione.
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Boscari, S. « Lean systems effectiveness and transferability across multinational corporations : the role of culture ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423877.

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Résumé :
Lean management is a managerial approach widely recognized as powerful in reducing waste and continuously improving production processes of a factory. Many manufacturing organizations worldwide have implemented it obtaining significant enhancement in operational performance. Besides adopting it locally within a single factory, in recent decades a growing number of multinational corporations (MNCs) have sought to implement lean across their foreign factories. However, several lean projects at both single- and multi-factory level encountered problems, and some even failed to achieve such benefits. Culture is widely considered to be a critical success factor for lean implementation. There is yet a strong debate whether societal culture or organizational culture is most important in determining the success of lean implementation projects. Therefore, this thesis aims to enhance the understanding of the role of culture – both at societal and organizational level – in lean implementation by examining two related topics: 1. The distinctive characteristics of a successful lean manufacturing unit; 2. The transferability of successful lean systems across dispersed manufacturing factories within MNCs. To that purpose, two main research projects have been conducted. The High Performance Manufacturing project, involving 317 manufacturing units in 3 sectors and 10 countries, was used to explore the first topic according to survey methodology. For what concerns the second topic, I studied 7 successful lean transfer projects by mean of a multiple case study and an in-depth case study. The projects involved European sources and Chinese and U.S. recipients belonging to 4 different multinational corporations; in-depth case study focused on one of such project, launched by an Italian MNC towards its subsidiary in China. The findings of my research indicate that successful and unsuccessful lean factories differ for some organizational culture dimensions and for the extent of adoption of soft lean practices (i.e., lean practices concerning people and relations). Therefore, these characteristics are likely to make the difference in the successful implementation of lean. With regard to transferability of successful lean systems, results from in-depth case study stress the influence of cultural differences – in terms of extent of difference between source and recipient as well as peculiarities of the latter – on the success of the lean transfer project, and the importance of adopting a transfer approach that take into account such differences. Moreover, results from the multiple case study suggest that major problems in transferring a lean system are context specific – i.e., similar within a context and different between China and U.S.. In order to succeed in transferring lean, source should adapt their projects; as shown by the cross-case analysis, the level of adaptation can be affected by the socio-cultural characteristics of a recipient unit and the organizational culture of the source. Collectively, these results contribute to the literature by providing a better understanding of the role of culture in lean implementation not only within local factories, but also in manufacturing subsidiaries overseas. Results can be particularly useful also for practitioners that are facing the challenging of implementing lean at international level.
Il lean management è un approccio manageriale ampiamente riconosciuto come efficace nella lotta alla riduzione degli sprechi aziendali e nel miglioramento continuo dei processi produttivi di uno stabilimento. Molte imprese produttive in tutto il mondo hanno implementato tale approccio ottenendo significativi miglioramenti delle performance operative. Oltre ad adottarlo a livello locale all'interno di un unico stabilimento, negli ultimi decenni un numero crescente di imprese multinazionali hanno cercato di implementare il lean nei loro stabilimenti stranieri. Tuttavia, molti progetti lean sia a livello di singolo stabilimento che coinvolgenti più stabilimenti hanno incontrato difficoltà ed addirittura alcuni non hanno garantito i benefici previsti. La cultura è ampiamente considerata un fattore critico di successo per l'implementazione del lean. In letteratura, però, vi è un forte dibattito riguardo l’importanza dei valori di cultura nazionale o di cultura organizzativa nel determinare il successo dei progetti di implementazione del lean. Questa tesi si propone quindi di migliorare la conoscenza del ruolo della cultura – sia a livello nazionale che organizzativo – nell’implementazione del lean esaminando due argomenti strettamente correlati: 1. Le caratteristiche distintive degli stabilimenti lean di successo; 2. La trasferibilità di sistemi lean di successo tra stabilimenti produttivi localizzati globalmente, nel caso delle imprese multinazionali. A tal fine, sono stati condotti due principali progetti di ricerca. Il progetto “High Performance Manufacturing”, che coinvolge 317 unità di produzione in 3 settori e 10 paesi, è stato utilizzato per esplorare il primo tema secondo il metodo survey. Per quanto riguarda il secondo argomento, ho studiato 7 progetti di trasferimento del lean di successo per mezzo di un caso studio multiplo e un caso studio singolo approfondito. I progetti sono avvenuti tra stabilimenti europei e destinatari cinesi e statunitensi di 4 diverse multinazionali; il caso studio singolo riguarda uno di tali progetti, avviato da una multinazionale italiana verso la sua filiale Cinese. I risultati della mia ricerca indicano che gli stabilimenti lean di successo si differenziano dagli stabilimenti lean con basse prestazioni operative per alcune dimensioni della cultura organizzativa e per il livello di utilizzo delle pratiche lean soft (i.e., le pratiche lean che riguardano la gestione delle persone e delle loro relazioni). Pertanto, queste sembrano essere le caratteristiche che fanno la differenza nell’implementazione di successo del lean. Per quanto riguarda la trasferibilità dei sistemi di lean di successo, i risultati del caso studio singolo sottolineano l'influenza delle differenze culturali – intese sia in termini dell’entità della differenza tra gli stabilimenti nonché delle peculiarità dello stabilimento ricevente – sul successo di un progetto di trasferimento lean e l'importanza di adottare un approccio di trasferimento che tenga conto di tali differenze. Inoltre, i risultati del caso studio multiplo suggeriscono che i principali problemi nel trasferimento di un sistema snello sono specifici del contesto – cioè, simili in uno stesso contesto e diversi tra Cina e Stati Uniti. Al fine di trasferire il lean con successo, i progetti dovrebbero essere adattati; come mostrato dall'analisi cross-case, il livello di adattamento può essere influenzato dalle caratteristiche socioculturali dell'unità ricevente e dalla cultura organizzativa dello stabilimento che gestisce il progetto. Collettivamente, questi risultati contribuiscono alla letteratura fornendo una migliore comprensione del ruolo della cultura nell’implementazione del lean, non solo all'interno di stabilimenti locali, ma anche nelle filiali produttive all'estero. I risultati possono essere particolarmente utili anche per i professionisti che si trovano ad affrontare la sfida di implementare il lean a livello internazionale.
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Corelli, Loris. « Vulnerabilità sismica e metodologie di intervento su beni culturali in muratura ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
Nel presente elaborato di tesi si andrà a valutare la vulnerabilità sismica di un edificio esistente di interesse storico-monumentale, individuato nella Chiesa di Santa Croce a Ravenna. Inoltre si vuole valutare la situazione in essere, cercando di redigere un modello agli elementi finiti che, tramite ricerche storiche e rilievi topografici, ricostruisca le proprietà della muratura, il suo comportamento e quello del terreno, tramite la teoria di Winkler, e assegnando uno spettro di risposta sismico adeguato. Innanzi tutto si cerca di descrivere la causa scatenante: il sisma. Questo viene descritto come frutto di “movimenti” litostatici tra placche in lento movimento, che scontrandosi generano scosse, che possono creare danni anche rilevanti alle strutture esistenti. La descrizione di questo movimento è affidata alla teoria della tettonica delle placche, mentre la classificazione viene eseguita in base alla sua intensità, con la scala Richter, e ai suoi effetti sulle costruzioni, con la scala Mercalli. Dopo di che si è redatta una classificazione di interventi post sisma, distinti in temporanei e permanenti, i quali vengono attuati in base al contesto abitativo, alla morfologia del terreno, al patrimonio naturale del sito, alle dimensioni della struttura e al tipo di danno, che la costruzione ha subito. Successivamente si è passati alla descrizione del sistema murario, come elemento portante, e della teoria di Winkler, sulla quale si basa la modellazione del terreno. Per giungere ad un’analisi storico-critica dell’oggetto di studio, cercando di riprendere tutte le fasi edilizie intercorse durante la sua esistenza e ogni modifica subita dal sistema portante, che possa aver cambiato il comportamento resistente. Tutto ciò, al fine di redigere dei modelli FEM, che ricreino in modo fedele il suo comportamento per un’analisi lineare e sismica, osservando le NTC2018, con la quale si valuta il comportamento attuale e i possibili interventi da effettuare.
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Licheri, Davide. « ANSwER-Sistema informativo ambientale basato su ontologia e logica Fuzzy ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2657.

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Résumé :
2006/2007
Le fonti dati rilevanti per il monitoraggio dell’avifauna delle lagune friulane, previsto dal progetto ANSER (Programma INTERREG IIIA Transfrontaliero Adriatico), sono alimentate da tre diverse metodologie di censimento, una metodologia di cattura/marcatura e una metodologia di tracciamento radio telemetrico. L’ampio spettro di informazioni a riguardo è confluito in un sistema informativo ambientale che 1) traduce tutti i dati in Ecological Metadata Language (EML) seguendo un unico modello sintattico orientato agli oggetti, 2) lo arricchisce semanticamente con una ontologia di dominio basata sulla Logica Descrittiva, 3) ne analizza le performance predittive, validando, attraverso un sistema inferenziale fuzzy, il modello teorico rispetto ai dati raccolti su campo. I risultati più importanti sono descrivibili così: 1) l’eliminazione completa di eterogeneità tra dataset ha permesso di atomizzare le tuple, reificando in un’unica super-classe di eventi nel tempo, i contatti tra operatore e animale in un determinato luogo; 2) l’ontologia OWL-DL ha determinato in maniera consistente l’appartenenza delle specie alle guild considerate e la relativa attrazione verso i diversi habitat disponibili; 3) il modello fuzzy ha rivelato che le informazioni sull’habitat e sulla profondità delle acque nel punto di monitoraggio, influiscono differentemente sulla predizione di abbondanza delle diverse guild esaminate.
XX Ciclo
1969
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Livres sur le sujet "Ingegneria della conoscenza"

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Corvi, Andrea, Giovanni Frosali, Enio Paris, Giuseppe Pelosi et Alessandro Viviani, dir. Ingegneri & ; Ingegneria a Firenze. Florence : Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-476-9.

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Résumé :
L’idea di questo volume nasce al momento di ripensare l’organizzazione dell’Università di Firenze conseguente alla recente riforma, con l’obiettivo di ripercorrere l’evoluzione della Facoltà di Ingegneria nei suoi 40 anni, raccontandone e documentandone la storia, raccogliendo ricordi e documenti di un periodo attraversato da mutamenti significativi. La ricerca effettuata dai curatori e da tanti colleghi ha allargato progressivamente l’orizzonte del lavoro per recuperare non solo i contenuti della storia accademica ma anche quelli della storia “civile” della Facoltà, osservandone il laborioso crescere, affermarsi e consolidarsi nell’Ateneo Fiorentino, e rilevandone anche le relazioni con il contesto sociale ed economico (la città, la regione, il coinvolgimento nazionale ed internazionale) che circonda un soggetto collettivo significativo come la “nostra” Facoltà d’Ingegneria. Questo ha consentito di esplorare e documentare ambiti rilevanti per una conoscenza non banale di quanti attori hanno attraversato lo scenario della Facoltà e di quali fenomeni la Facoltà stessa sia stata osservatrice e protagonista. Così il lavoro si è arricchito di una molteplicità di contenuti che ciascun capitolo declina con piacevole energia e che è difficile sintetizzare in un paradigma solo storico o celebrativo. Se pensiamo ai lettori di questo volume, pensiamo a coloro che vi ritroveranno il percorso della propria vita, a chi troverà qui le radici del presente e chi vi vorrà cercare le motivazioni per il futuro.
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Ingegneria del territorio e ingegneria della conoscenza : Applicazioni di strumenti dell'intelligenza artificiale. Firenze : Alinea, 2003.

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3

Italy) Convegno Beni culturali e industriali della Liguria (2006 Genoa. Beni culturali e industriali della Liguria conoscenza e valorizzazione : Atti del Convegno, AIPAI, Facoltà di ingegneria, 19-20 ottobre 2006 : sviluppi e iniziative. Genova : Erga, 2010.

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