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Cafagno, Maurizio. « L'evoluzione delle procedure di gara, alla ricerca di un bilanciamento tra le ragioni dell'efficienza economica e le ragioni dell'imparzialità amministrativa ». ECONOMIA PUBBLICA, no 3 (novembre 2021) : 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003003.

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Résumé :
Lo scritto muove dalla constatazione che studi ed osservazioni empiriche illu-strano come la disomogenea distribuzione di informazioni tra soggetti che si tro-vano a negoziare alimenta l'incertezza e concede spazio all'opportunismo, in-nalzando i costi di transazione. Calando, però, la questione strategica della miti-gazione dell'opportunismo all'interno dei tre diversi ordini di rapporti chiamati in causa dalle negoziazioni pubbliche, ossia il rapporto tra pubblica amministrazio-ne e funzionari, tra pubblica amministrazione e concorrenti e tra pubblica am-ministrazione e contraenti, possono affiorare delle prospettive legittime che, uscendo dalle strettoie della modellistica contabile familiare alla prassi giuridica , consentano di acquisire e sfruttare nuova informazione, in corso di gara, adat-tando stime e proposte e consentendo, in tal modo, di guadagnare parecchio in termini di efficienza. In definitiva ed in sintesi, teoria ed esperienza, che trovano ampio supporto ed ispirazione nel diritto europeo, inducono a pensare che l'obiettivo di innalzare efficienza e convenienza dei meccanismi di gara postula il ricorso a modelli di-versificati, aperti a gradi variabili di flessibilità. A ben vedere il diritto europeo, assumendo il patrocinio di procedure contrattuali più aperte e di criteri di bilan-ciamento più flessibili, ispirati dall'idea che la stretta sorveglianza dei funzionari e delle amministrazioni non sia la finalità incondizionatamente prioritaria, ac-credita piuttosto l'idea che gli oneri del formalismo vadano sopportati soltanto sinché si può supporre che ne discendano benefici superiori in termini di stimolo all'intensificazione degli scambi. Lo scritto approda alla conclusione che l'efficienza vada considerata alla stregua di una variabile endogena, e non esogena, rispetto alle politiche di promozione della concorrenza. Onde, sarebbe utile convalidare anche nel nostro ordinamento un criterio di libertà delle forme procedimentali, almeno per i cosiddetti contratti esclusi, che non sempre e non necessariamente siano tenute a tradursi in procedure di gara, fatta salva la possibilità di accesso alla tutela giurisdizionale per l'aspirante che dimostri di aver subito gli effetti lesivi e discriminatori della violazione dei principi generali.
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Conti Puorger, Adriana, et Pierpaolo Napolitano. « Caratterizzazione socio-economica della regione Marche per sezioni di censimento ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 2 (septembre 2011) : 30–59. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-002002.

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La suddivisione del territorio realizzata dall'ISTAT in occasione dei censimenti della popolazione e delle abitazioni, utilizzata inizialmente per finalitŕ organizzative e di gestione dell'operazione censuaria, ha assunto a partire dal 1981 una specifica valenza informativa, che risulta possibile finalizzare a una conoscenza di dettaglio del territorio. La disponibilitŕ di tale informazione rende possibile l'analisi territoriale al di lŕ della soglia dei confini amministrativi, rispondendo alla convinzione ormai diffusa che si debba entrare nei dettagli della struttura insediativa e residenziale per una proficua analisi del territorio regionale. L'obiettivo č l'identificazione delle morfologie sociali ed economiche descritte nel loro dispiegarsi sul territorio e analizzarle nelle loro reciproche interdipendenze, trasformando la grande mole di dati in una sintesi informativa fruibile. L'accresciuta potenza di elaborazione e di memorizzazione dei dati da parte degli strumenti HW e SW (Vickers e Rees, 2007), rende possibile l'applicazione di avanzati metodi statistici a insiemi di dati anche piů grandi di quelli qui considerati. La classificazione delle sezioni di censimento in tipologie socio-economiche fornisce uno strumento di lettura e interpretazione semplificata dei dati statistici, pur nelle dovute cautele suggerite dalle inevitabili scelte effettuate nel corso dell'analisi e dai possibili ulteriori miglioramenti con l'applicazione di metodologie piů complesse Una volta definite le tipologie, la ricerca sviluppa un'analisi multi-scala, sovrapponendo i risultati ottenuti dall'applicazione statistica con alcune principali partizioni territoriali che insistono sulla regione. Ricomporre le tipologie individuate a livello di sezione, a scala provinciale e comunale, come anche alla dimensione distrettuale e dei sistemi locali del lavoro, puň servire ad arricchire la loro interpretazione, come pure su un piano piů operativo, risultare di possibile ausilio alla stesura dei piani territoriali. In sede di conclusione si collegherŕ quanto analizzato a un contesto piů ampio per valutare la loro rispondenza alla volontŕ di orientare i territori verso uno sviluppo territoriale inteso, secondo le attuali tendenze delle pianificazione europea,.
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Cuzzi, Marco. « «Moderno, veloce, di servizio» : il conservatorismo popolare de «La Notte» ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (juillet 2021) : 67–89. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001003.

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Voluto dall'industriale del cemento Carlo Pesenti come quotidiano elettorale per contrastare le sinistre alle elezioni politiche italiane del 1953, «La Notte» diventò un protagonista del giorna-lismo di Milano dagli anni Cinquanta ai Settanta. Caratterizzato da uno stile dinamico, «La Notte» fu un quotidiano di informazione, riportando notizie di ogni tipo, dalla politica naziona-le alla vita economica, sociale e persino notturna. Fu il primo tabloid italiano. Il suo direttore Nino Nutrizio, un giornalista di destra, schierò il giornale con la Maggioranza silenziosa e con il "blocco d?ordine" anticomunista. Quando si accorse che l?estremismo neofascista stava mo-nopolizzando la reazione moderata milanese, Nutrizio si allontanò dal Movimento Sociale Ita-liano, schierandosi con le istituzioni. L?avvento delle televisioni commerciali ne fece declinare il successo. Dimessosi il direttore nel 1979, nella fase più acuta del terrorismo, il giornale so-pravvivrà fino al 1994, all?alba di una nuova epoca per Milano e per l?Italia.
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Cantelmi, Tonino, Emiliano Lambiase, Michela Pensavalli, Pasquale Laselva et Sara Cecchetti. « COVID-19 : impatto sulla salute mentale e supporto psicosociale ». MODELLI DELLA MENTE, no 1 (janvier 2021) : 7–39. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2020oa10908.

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Una pandemia non è solo un fenomeno medico, ma colpisce gli individui e la società e causa disagi a livello fisico, psicologico, sociale ed economico. Questo perché è un tipo di evento in grado di dimostrare, spesso in modo molto violento, la vulnerabilità e la fragilità dei nostri sistemi sociali e della nostra struttura psicologica, e quanto spesso possano essere inadeguate le nostre capacità di risposta tecnico-scientifica, sociocomunitaria e personale. In questo articolo abbiamo elaborato una rassegna della letteratura al fine di capire le possibili conseguenze psicologiche della pandemia in atto, cercando materiale da tre possibili fonti di informazione: situazioni con caratteristiche simili a quelle della pandemia in atto (es. con distanziamento sociale), eventi epidemici precedenti (es. SARS e MERS) e ricerche svolte direttamente in questo anno sulla pandemia da Sars-CoV-2. Dalle informazioni raccolte è emerso che le conseguenze psicologiche possono essere anche molto gravi (es. Depressione o Disturbo Post-Traumatico), verificarsi in tempi brevi e durare anche molto tempo dopo gli eventi che li hanno prodotti. Inoltre, è emerso come, nonostante le informazioni e la consapevolezza acquisite in situazioni passate o simili, non è stato fatto a sufficienza per prevenire e affrontare tali conseguenze psicologiche avverse.
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Mistri, Maurizio. « Processi cognitivi ed organizzazione dei distretti industriali ». ARGOMENTI, no 30 (mars 2011) : 39–67. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030003.

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Résumé :
Questo saggio ha l'obiettivo di analizzare la capacitŕ di adattamento del sistema dei distretti industriali italiani ai cambiamenti in atto nella economia mondiale e nell'universo delle innovazioni tecnologiche. L'analisi viene compiuta con un riferimento costante alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei distretti industriali. Il concetto di conoscenza, in effetti, ha una base strettamente cognitivista, a differenza di quanto č accaduto per il concetto di informazione. La riflessione sulla conoscenza in economia politica puň partire dall'idea che ogni sistema economico č incardinato in sistemi piů ampi (politici, culturali, militari, ecc.) che ne condizionano il funzionamento e le dinamiche evolutive. Ne deriva che nel mondo economico i processi dinamici non sono del tutto conoscibili ex ante, a causa dei limiti informativi e dei limiti computazionali a cui sono soggetti gli agenti economici.
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Campagna, Michele. « Ontologia, informazione e pianificazione spaziale ». SCIENZE REGIONALI, no 1 (mars 2012) : 117–22. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-001005.

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Coscia, Cristina. « Paesaggi elettrici e nuove economie : valori, patrimoni, responsabilità sociali e management ». Labor e Engenho 11, no 4 (26 décembre 2017) : 436. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651197.

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Résumé :
A fronte di imponenti operazioni di ristrutturazione industriale -in particolare di ripensamento di tutto il processo economico di produzione dell’energia- che coinvolgono molte aree dell’Occidente (e non solo), una questione emergente è quella dei patrimoni “elettrici” dismessi e della riqualificazione dei contesti su cui sono localizzati. Il percorso della valorizzazione –di fatto consolidato disciplinarmente- per questo comparto offre suggestioni di ricerca e di dibattito con alcuni elementi di innovazione: 1) una reinterpretazione della teoria del valore e delle sue componenti classiche; 2) la sinergia tra interventi architettonici e interventi economici strutturali; 3) l’urgenza di operazioni di censimento, di costruzione di conoscenza attraverso banche dati e nuovi flussi di informazioni; 4) il control management dei processi. Il contributo ha l’intento di ripercorrere lo stato dell’arte sul tema e di rileggerlo alla luce dei nuovi approcci di valorizzazione uniti ad un’ottica ambientale e di economia circolare. Fanno da supporto a tale analisi critica, la lettura di casi nazionali italiani (a partire dalle operazioni condotte da Enel) ed internazionali, dove si stanno già generando esternalità, intangibile e benefici attesi oltre che plusvalori economici.
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Pappalardo, Adriano. « CRISI ECONOMICA, ISTITUZIONI E RENDIMENTO IN 17 DEMOCRAZIE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no 3 (décembre 1997) : 519–68. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025090.

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Résumé :
IntroduzioneAlla metà degli anni settanta, la prima di una serie di crisi economiche colpiva le democrazie occidentali, sottoponendo a sfide più o meno severe le loro strutture e le loro capacità politico-istituzionali. Del tema si è occupata un'intera letteratura, che ha fornito ragguardevoli contributi alla conoscenza del contenuto e dell'efficacia delle risposte di singoli paesi o gruppi di paesi e degli adattamenti/mutamenti subiti dalle società e dagli attori interessati. In questo articolo, viene tracciato un bilancio della materia, aggiornato con informazioni e spiegazioni che si estendono fino alla metà degli anni novanta e coprono diciassette paesi.
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Scovazzi, Tullio. « La partecipazione straniera alla pesca nella zona economica esclusiva ». Anuario Español de Derecho Internacional 10 (21 août 2018) : 239–53. http://dx.doi.org/10.15581/010.10.28585.

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1. Il ruolo dello Stato costiero in materia di pesca nella zona economica esclusiva.- 2. Le due scelte principali: licenze di pesca e imprese congiuente.- 3. Le licenze: A) Questioni preliminari; B) La determinazione del corrispettivo; C) Le misure di conservazione; D) La comunicazione di informazioni e lo svolgimento di ricerche; E) Il controllo delle attività e la repressione delle violazioni.- 4. Le società congiunte: A) Questioni generali; B) I fattori rilevanti in materia; C) L’ intensa di massima e il contratto; D) Il ditritto applicable e la soluzione delle controversie.
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Tudini, Flavia. « Conoscenza del territorio e pratiche di governo. La partecipazione dell'arcivescovo di Lima nel processo decisionale della Monarquía Hispánica (1580-1606) ». CHEIRON, no 1 (janvier 2022) : 161–86. http://dx.doi.org/10.3280/che2020-008.

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L'articolo si propone di dimostrare l'importanza e il ruolo avuto dall'arcivescovo di Lima Toribio Mogrovejo (1580-1606) nella circolazione di informazioni e nel processo decisionale della Monarquía hispánica alla fine del XVI secolo. I casi di studio che si prenderanno in considerazione riguardano il governo delle doctrinas de indios, il battesimo per gli schiavi bozales e la richiesta di informazioni della Corona circa l'erezione di nuove diocesi. Attraverso l'analisi dei casi di studio si vuole mostrare l'influenza delle osservazioni e dei suggerimenti inviati dall'arcivescovo al re all'interno della legislazione per i territori americani, in particolare all'interno delle reales cédulas, e della successiva Recopilación de Leyes de Indias.
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Tudini, Angelica, et Giusy Vetrella. « I conti Namea per le regioni italiane ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 3 (avril 2010) : 35–60. http://dx.doi.org/10.3280/efe2009-003003.

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I dati regionali Namea (National Accounting Matrix including Environmental Accounts), prodotti per la prima volta dall'Istat per il 2005, presentano le emissioni atmo- sferiche causate dalle attivitŕ produttive - affiancate al valore aggiunto e all'occupazione relativi alle stesse attivitŕ - e le emissioni atmosferiche causate dalle attivitŕ di consumo delle famiglie (principalmente per trasporto privato e riscaldamento) - accostate alla spesa sostenuta dalle famiglie stesse per le medesime tipologie di consumo. La coerenza di impostazione metodologica che caratterizza i dati ambientali ed economici č un connotato fondamentale delle informazioni fornite, ed č frutto della comune adozione dei principi e degli standard alla base dei conti economici nazionali e regionali, definiti dallo European System of national and regional Accounts ("SEC95"). Mentre i dati economici si conformano per costruzione ai principi del SEC95, per i dati ambientali, elaborati a partire dall'inventario provinciale delle emissioni atmosferiche Corinair di fonte Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), si rende necessario un processo di armonizzazione con i dati economici che incide sia sui totali delle emissioni atmosferiche dell'inventario sia sulla classificazione delle emissioni stesse. Proprio in virtů della coerenza tra i dati ambientali e quelli economici, i conti Namea delle emissioni atmosferiche regionali si prestano a molteplici utilizzazioni analitiche. Anche ad altre realizzazioni della contabilitŕ ambientale a scala regionale č associato un buon grado di fattibilitŕ tecnica, condizione necessaria per lo sviluppo di ulteriori informazioni territoriali complementari ai dati NAMEA.
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Magni, Carlo, et Eleonora Renda. « Aspettative dei laureati e domanda delle imprese : esplorazione di un binomio asimmetrico ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 73–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099005.

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Nell'articolo "Le aspettative dei laureati e la domanda delle imprese: esplorazione di un binomio asimmetrico" gli A. approfondiscono il fenomeno della disoccupazione giovanile in Italia con particolare riguardo al disagio occupazionale dei giovani laureati de La Sapienza di Roma. Il contributo mette a confronto le aspettative di chi si iscrive all'universitŕ e consegue un titolo universitario con le caratteristiche della domanda espressa dal mercato del lavoro dipendente e parasubordinato. L'elemento fortemente innovativo dell'analisi č l'uso di informazioni generate dall'abbinamento tra le informazioni anagrafiche e curriculari dei laureati con quelle delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del lavoro. Tale confronto consente una lettura dell'incontro tra domanda di lavoro dipendente e parasubordinato e offerta ad elevata specializzazione, anche in un'ottica longitudinale. I principali risultati del lavoro possono essere sintetizzati come segue: le grandi potenzialitŕ dell'integrazione di diverse basi di dati per lo studio del mercato del lavoro; le aspettative di molti laureati sono in larga parte disattese per l'instabilitŕ del posto di lavoro, la coerenza tra posizione ricoperta e titolo di studio, l'insicurezza economica e l'opportunitŕ di ascesa sociale. L'inadeguato ricorso del nostro sistema produttivo alle alte professionalitŕ per la sottovalutazione del ruolo della R&S come strumento di competizione internazionale
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Crivelli, Benedetta. « Ridurre le distanze : flussi di informazioni nell'organizzazione del commercio transoceanico nella prima età moderna ». CHEIRON, no 1 (janvier 2022) : 226–49. http://dx.doi.org/10.3280/che2020-011.

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Nel corso del XVI secolo l'espansione dei regni iberici verso il Nuovo Mondo aveva favorito l'azione di reti di commercio, che erano in grado di operare attraverso ampie distanze grazie anche alla disponibilità e alla rapidità dei flussi di informazione. La penisola iberica fu un'area privilegiata di interscambio culturale in cui agivano istituzioni informali, le quali basavano le loro interazioni su relazioni personali; estensione e densità delle reti sociali erano diretta conseguenza del processo di costruzione dell'impero che le Monarchie iberiche realizzarono attraverso il monopolio delle rotte commerciali. La quantità e qualità delle comunicazioni da un lato definivano le strategie messe in atto dalle istituzioni imperiali per esercitare il controllo sui domini d'oltremare, dall'altro consentivano agli agenti economici di eludere le rigide regole del commercio internazionale. Il saggio si propone di ricostruire, attraverso la corrispondenza mercantile, l'azione di queste reti sociali che furono in grado di organizzare lo scambio di prodotti dall'Europa all'Asia, e all'America, e viceversa, entrando spesso in conflitto con le istituzioni della monarchia.
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Baiardi, Donatella, et Carluccio Bianchi. « Come misurare l'evoluzione congiunturale a livello locale : Una proposta metodologica ». SCIENZE REGIONALI, no 2 (juillet 2012) : 73–100. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-002005.

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Questo lavoro propone un indicatore coincidente di attivitŕ economica ad alta frequenza, mediante l'utilizzo di un dynamic factor model costruito secondo l'approccio di Stock e Watson (1998a,b). Tale metodologia prevede l'applicazione dell'analisi delle componenti principali per sintetizzare le informazioni contenute in un ampio dataset di base in un numero limitato di fattori capaci di descrivere le alterne fasi cicliche. Attraverso l'algoritmo EM (Expectation Maximization) si č in grado di ricavare dai fattori costruiti una stima della variazione tendenziale del PIL regionale o del valore aggiunto provinciale. Lo studio č applicato alla regione Lombardia e alle province di Milano e Pavia.
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Carriero, Veronica. « Privacy, riservatezza, reputazione e onore : valutazioni economiche e tecniche giuridiche di tutela ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (octobre 2011) : 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001002.

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Privacy č, nel lessico giuridico, sintesi verbale riassuntiva di alcuni diritti fondamentali e inviolabili della persona come la riservatezza e l'identitŕ personale. Č correlata ad altri diritti della personalitŕ come l'onore e la reputazione. Diverse e, talora, opposte accezioni del diritto alla privacy sono state nel corso del tempo fornite dalla letteratura gius - economica. S. Warren e L.D. Brandeis per primi enfatizzano il rigth to let be alone quale paradigma protettivo dei valori di autonomia e dignitŕ dell'individuo. Per contro, R. Posner osserva che l'occultamento delle informazioni anche di carattere personale genera costi transattivi e costi sociali di rilievo, potendo condurre a risultati economicamente inefficienti. Il problema del bilanciamento degli interessi č oggi estensibile alla disciplina dell'impresa quando chiama in gioco la sua reputazione sul mercato, le sue crescenti responsabilitŕ anche sociali, il diritto alla privacy da parte dell'impresa e nei confronti dell'impresa.
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Matarese, Alessandro, Pier Giorgio Calò, Gabriele Materazzi, Viola Villardita, Maurizio Iacobone, Antonella Pino, Paolo Carcoforo et al. « Analisi costo-efficacia del neuromonitoraggio nella chirurgia della tiroide ». L'Endocrinologo 23, no 3 (juin 2022) : 290–96. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01085-6.

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SommarioVi sono prove sempre più rilevanti circa l’importanza di una più dettagliata valutazione dei costi delle nuove tecnologie usate in chirurgia. L’impatto innovativo della tecnologia ha il potenziale per ottenere miglioramenti clinici rivoluzionari. Tuttavia, esistono informazioni limitate sul tema costo-efficacia delle nuove strategie chirurgiche usate in chirurgia tiroidea. In questo studio descriviamo le recenti evidenze relative ai metodi di valutazione costo-efficacia delle strutture e delle funzioni per il neuromonitoraggio intraoperatorio (IONM) in chirurgia tiroidea. I nostri risultati suggeriscono che il modello di economia sanitaria, nell’elaborazione della struttura degli studi costo-efficacia relativi al neuromonitoraggio intraoperatorio, si è dimostrata realizzabile come metodo per migliorare l’efficacia della ricerca.
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Nisticň, Rosanna. « I contratti di programma : una questione di multitask ? » ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no 1 (avril 2009) : 93–121. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-001007.

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- In the light of the results from a wide empirical investigation, this essay examines some crucial characteristics of the Italian policy measure called Contratti di programma through both the analytical framework of the incomplete contracts literature and the multi-task Principal-Agent theory. The Contratti di programma policy is based on a formal agreement between the Italian Government and private firms to carry on an investment programme comprising a number of different projects (industrial investments; workers training programs; research centres and projects). The essay also provides a number of suggestions for improving the effectiveness of this policy. Keywords: multitask, asymmetric information, incomplete contracts, industrial policy Parole chiave: multitask, informazione asimmetrica, contratti incompleti, contratti di programma, politica industriale Jel Classification: D82; D86; L14; L52
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Mistri, Maurizio. « La conoscenza nei distretti industriali marshalliani e nei clusters tecnologici : percorsi divergenti ». ARGOMENTI, no 36 (janvier 2013) : 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036003.

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Nel paper viene compiuta una analisi del ruolo che la conoscenza riveste nei Distretti Industriali Marshalliani (DIM) e nei Clusters Tecnologici (CT). L'analisi viene condotta con riferimento alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei DIM e nei CT. Il concetto di conoscenza ha una base strettamente cognitivista e si differenzia dal concetto di informazione. Usualmente la conoscenza viene intesa come base della formazione del capitale umano. Tuttavia il concetto di capitale, nel caso delle competenze umane, è un poco sfocato. La riflessione sulla conoscenza in economia politica può partire dall'idea che i DIM e i CT hanno specifiche forme di conoscenza. La differenza fra conoscenza tacita e conoscenza codificata viene discussa con attenzione alle strutture delle reti produttive e sociali dei DIM e dei CT. La conoscenza nei DIM, che sono strutture auto-organizzate, deriva da competenze già esistenti in loco, mentre nei CT ha una origine esogena.
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Galliani, Marco, Silvana Chicca, Elio Vitaliano, Antonio Paone, Maria Elena Tosti et Alfonso Mele. « L'approccio al malato con rene policistico : le basi razionali per un network sulla malattia ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 3 (22 octobre 2014) : 313–18. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.929.

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Il rene policistico rappresenta a tutt'oggi la malattia ereditaria più importante per il nefrologo a causa della sua ampia diffusione tra i pazienti con insufficienza renale e tra quelli in trattamento emodialitico. Inoltre, la malattia è gravata da importanti comorbidità che complicano la vita dei pazienti ed è caratterizzata da un invalidante corredo sintomatologico (dolore acuto o cronico, ingombro addominale, disturbi gastrointestinali). Tuttavia è ancora sconosciuta la storia naturale della malattia e questo rende ancora più difficile pianificare e progettare modalità di approccio che possano coinvolgere tutte le strutture sanitarie, sia territoriali che ospedaliere. La possibilità di creare un network attraverso i moderni mezzi informatici e quindi avere in modo semplice ed economico un database in grado di raccogliere numerose informazioni (sia cliniche sia epidemiologiche) sui pazienti affetti potrebbe rappresentare un valido strumento che consentirà di individuare più facilmente i pazienti affetti dalla malattia e di migliorarne la gestione clinica.
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Rostan, Michele, et Massimiliano Vaira. « Gli spin-off universitari in Italia : un possibile contributo allo sviluppo ? » SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 118 (juillet 2010) : 55–66. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118004.

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Nell'ultimo decennio, il fenomeno degli spin-off universitari (Sou) ha attratto un crescente interesse. L'attenzione si č rivolta al mutamento dei sistemi e delle istituzioni di istruzione superiore - di cui gli Sou sono un aspetto - e alle ricadute che la creazione di Sou puň avere sullo sviluppo in un'economia basata sulla conoscenza. Dopo aver delineato il quadro dei mutamenti istituzionali nei quali il fenomeno degli Sou ha il suo radicamento, vengono presi in considerazione lo sviluppo degli Sou in Italia e il loro apporto allo sviluppo economico locale. Le informazioni presentate indicano la plausibilitŕ della relazione tra sviluppo degli Sou e trasformazione dell'ambiente istituzionale e dell'organizzazione delle universitŕ mentre non consentono ancora una piena valutazione del contributo degli Sou allo sviluppo locale. Gli elementi raccolti fanno tuttavia ritenere che gli Sou siano solo un elemento tra molti di un tessuto istituzionale favorevole allo sviluppo basato sulle alte tecnologie.
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Mignani, Stefania, Marilena Pillati et Irene Martelli. « Un indicatore statistico del background familiare nello studio del successo scolastico degli studenti della provincia di Bologna ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 120 (février 2011) : 194–214. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120010.

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La formazione di base, l'accesso al sapere e il successo formativo sono questioni di grande interesse in tema di politica del lavoro. Č noto come giŕ a partire dai primi anni di scuola lo status socio-economico e culturale delle famiglie eserciti un ruolo fondamentale come variabile esplicativa dei risultati conseguiti dagli studenti. Disporre di informazioni accurate non solo sugli esiti formativi, ma anche sulle caratteristiche dei contesti familiari, diventa quindi di particolare rilevanza nella definizione delle politiche scolastiche territoriali. In questo lavoro viene presentata una proposta metodologica per la costruzione di indicatore statistico dello status socio-culturale delle famiglie con riferimento ai dati di un'indagine dell'della Provincia di Bologna sugli esiti scolastici di un campione di studenti della scuola secondaria di II grado. Dalle analisi condotte emerge l'esistenza di un legame tra retroterra familiare e risultato scolastico. Nemmeno in una realtŕ ad alta scolaritŕ, quale quella bolognese la scuola sembra essere in grado di neutralizzare l'effetto di ambienti familiari sfavorevoli sul rendimento scolastico dei ragazzi.
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Marucci, Angelo, Davide Marino, Margherita Palmieri et Silvia Pili. « ruolo delle aree agroforestali nella fornitura potenziale di servizi ecosistemici : il caso della Regione Molise ». L’Italia Forestale e Montana 77, no 4 (14 octobre 2022) : 153–63. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1723.

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Résumé :
I cambiamenti nell’uso e copertura del suolo rappresentano la principale causa della perdita del capitale naturale e dell’offerta dei servizi ecosistemici. Analizzare le dinamiche e gli impatti di tali cambiamenti è importante anche rispetto all’attuazione del Nuovo Testo Unico Forestale, che riconosce i servizi ecosistemici generati dalle foreste ed individua, nei Pagamenti per i Servizi Ecosistemici, gli strumenti innovativi per la gestione forestale sostenibile. L’implementazione di tali strumenti richiedono informazioni inerenti alla mappatura, alla quantificazione ed alla valutazione economica dei servizi ecosistemici. Nel nostro studio abbiamo analizzato la variazione dell’offerta dei servizi ecosistemici in relazione alle dinamiche di uso e copertura del suolo avvenuti tra il 1960 ed il 2018 nella Regione Molise. Per fare questo tipo di analisi abbiamo impiegato una metodologia basata sull’analisi in ambiente GIS dei processi di trasformazione del paesaggio agro forestale e sulle matrici qualitative di fornitura potenziale dei servizi ecosistemici legati alla copertura del suolo. I risultati ottenuti potrebbero essere funzionali a prevedere scenari futuri ed identificare strategie di adattamento per la mitigazione degli impatti dovuti ai cambiamenti della copertura del suolo a scala regionale e nazionale.
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Patané, Michele. « Capitale proprio e ricapitalizzazioni. Fisiologia e patologia ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (novembre 2012) : 175–94. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002002.

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Résumé :
Il saggio offre una chiave di lettura per definire, valutare e classificare una specifica richiesta di nuovo capitale. In altri termini evidenzia le tipologie di sviluppi gestionali che inducono un'azienda ad assumere la decisione di varare un'operazione sul capitale a titolo oneroso. Il saggio si distingue dai filoni di studi piů tradizionali che specialmente per la aziende bancarie dibattono sulla riforma della regolamentazione dei requisiti patrimoniali e sull'attitudine degli stessi a fronteggiare adeguatamente le diffuse situazioni di instabilitŕ finanziaria. Il saggio si sviluppa a monte, ed in questo risiede la sua specificitŕ, in ambiti poco investigati e con una logica rigorosamente economico- aziendale. Seguendo questo approccio scientifico mira ad individuare i filtri interpretativi che saldano le condizioni di instabilitŕ del governo aziendale alle riconducibili operazioni sul capitale con le quali gli amministratori mirano a correggere, ripristinare o rilanciare condizioni di equilibrio operativo. Questi ultimi si rendono infatti necessari per conoscere i reali motivi che inducono a varare operazioni sul capitale oltre che per accertare se le medesime si inseriscono in percorso d'impresa che a seconda dei casi rientri nei confini della fisiologia o in quelli della patologia della gestione aziendale. Il lavoro propone una successione di aree di riflessione che ricollocano nella giusta centralitŕ lo studio di dette operazioni quando si deve valutare lo stato di salute d'azienda. Le conclusioni si concentrano sull'opportunitŕ che le operazioni sul capitale siano obbligatoriamente e preventivamente corredate da molte informazioni. Dette informazioni vanno nella direzione di richiamare il senso di responsabilitŕ degli amministratori che le propongono e di accrescere la capacitŕ valutativa da parte dei potenziali destinatari. Le decisioni innovative, gli interventi strutturali e l'acquisizione di quote di attivitŕ intangibili, da finanziare con mezzi patrimoniali o similmente tali, devono essere assunte in condizioni di massima sicurezza. In circostanze normali devono essere finanziate con risorse patrimoniali precedentemente accantonate. Eccezionalmente i tempi di realizzazione possono contrarsi mediante la preventiva richiesta di ulteriori conferimenti o di finanziamenti di carattere straordinario. La compagine sociale nella sua interezza deve essere tuttavia opportunamente ed adeguatamente preinformata. Richieste di nuovi apporti, in corso d'opera o successive ad operazioni giŕ concluse, sono sempre discutibili. Sono quantomeno espressione di inadeguata trasparenza di importanti processi decisionali. Nei casi piů censurabili segnalano invece inesatte valutazioni dell'impatto finanziario, economico e patrimoniale dei progetti giŕ avviati.
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Chiappelli, Marco, et Sabina Berardi. « Pattern of intervention and patients' satisfaction with Community Mental Health Service in Bologna ». Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no 4 (décembre 2000) : 272–81. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000840x.

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RIASSUNTOScopo – Verificare se il grado di soddisfazione per i servizi offerti dal CSM sia collegato ad alcune caratteristiche (sociodemografiche, cliniche, assistenziali) dell'utenza, concentrando l'attenzione sulle situazioni più “critiche”, al fine di acquisire elementi per i progetti di miglioramento. Disegno – Studio trasversale con rilevazione delle prestazioni fruite e somministrazione di uno strumento di valutazione ai pazienti con almeno un accesso ogni due mesi nel corso del 1998 e in carico al Centro di Salute Mentale. Setting – Il Centro di Salute Mentale (CSM) del Distretto Saragozza-Porto dell'Azienda USL Città di Bologna. Principali misure utilizzate – Dati del sistema informativo relativi alle caratteristiche sociodemografiche, cliniche, assistenziali di ciascun soggetto e Verona Service Satisfaction Scale (VSSS— 32). Risultati – I risultati relativi a 145 soggetti (24% della popolazione) hanno mostrato come su tre dimensioni principali (soddisfazione globale, professionalità, informazione) e quattro sottodimensioni (colloqui, aiuto economico, aiuto domiciliare, farmacoterapie) oltre il 70% degli intervistati si è dichiarata soddisfatta, giudicando sostanzialmente sufficiente il servizio. L'analisi dei punteggi meno elevati, attraverso il confronto con le variabili sociodemografiche, cliniche ed assistenziali, ha evidenziato quattro aree nelle quali, in modo differenziato, vi sono aspetti suscettibili di miglioramento della qualità del servizio: 1) accessibilità dei servizi: gli assistiti meno soddisfatti lamentano costi assistenziali troppo elevati (spese per i farmaci) e mal tollerano la frequentazione ambulatoriale con persone più gravemente disturbate; 2) coinvolgimento dei familiari: il problema è diffusamente avvertito e la critica sembra vertere sulla scarsa incisività degli interventi presso i familiari; 3) colloqui individuali: l'insoddisfazione sembra derivare dalla scarsa incisività dei trattamenti o dalla “dipendenza” dal CSM che un pattern assistenziale complesso può indurre; 4) contributi economici: gli “insoddisfatti” sono prevalentemente assistiti ai quali il CSM eroga aiuti economici diretti, spesso nell'ambito di programmi che comportano un intenso lavoro di collegamento con altre agenzie sociali e sanitarie. Conclusioni – Il grado di soddisfazione si differenzia significativamente in relazione ad alcune caratteristiche sociodemografiche e cliniche degli assistiti e in funzione a tipo e quantità di assistenza prestata, sebbene emergano aspetti apparentemente incoerenti (ad una maggior assistenza pare corrispondere un diminuzione della soddisfazione) che devono forse far ripensare al tipo di risposta assistenziale fornita a certe categorie di assistiti.
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Penso, Andrea. « Le lettere di e a Cesarotti nella Biblioteca Nazionale di Parigi (con documenti inediti) ». Quaderni d'italianistica 37, no 2 (27 janvier 2018) : 75–100. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v37i2.29230.

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Résumé :
L’articolo presenta due lettere di Melchiorre Cesarotti ritrovate dall’A. durante alcune ricerche condotte alla Bibliothèque Nationale de France su materiali manoscritti. La prima lettera è indirizzata a Voltaire, e riguarda la traduzione delle due tragedie Le Fanatisme, ou Mahomet e La Mort de César. Si tratta di una missiva già edita nel 1977 a opera di Theodore Besterman in Inghilterra nel quadro dell’edizione dei carteggi di Voltaire. Questo ritrovamento è passato però quasi inosservato nell’ambito degli studi di italianistica: l’articolo punta dunque a rilanciare l’interesse per questo fugace carteggio. La seconda missiva, che data al giugno 1803, è invece inedita e proviene dal fondo Custodi, inesauribile fonte di informazioni e curiosità. Il tema del secondo documento è molto diverso: Cesarotti comunica a Pietro Custodi di non poter prendere parte al suo progetto, la raccolta Scrittori classici italiani di economia politica, che iniziò a svilupparsi proprio nel 1803. Nonostante il rifiuto, il letterato padovano si ripromise di sollecitare qualche amico, esperto di economia, a fornire qualche contributo. Per meglio contestualizzare la seconda lettera, pertanto, l’A. si sofferma anche su un altro documento del fondo Custodi, vale a dire una missiva che l’economista veneziano Francesco Battaglia indirizzò proprio a Cesarotti, il quale l’aveva a sua volta incoraggiato a prendere parte al progetto di Custodi.
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Filippi, Davide. « Il curriculum accademico e la professione del ricercatore. Pratiche di adattamento strategico all'interno del CV ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 160 (août 2021) : 157–77. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160008.

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Il presente contributo analizza la relazione che intercorre tra il percorso professionale dei ricercatori universitari e le forme e i significati che questi assegnano al proprio Curriculum Vitae. L'autore si concentra nel collocare dal punto di vista teorico il dispositivo rappresentato dal Curriculum Vitae all'interno dei paradigmi governamentali istituiti dal neoliberalismo e delle relazioni sociali da essi determinati. In questo senso, l'emergere di quello che in letteratura è definito come un Self Neoliberale è particolarmente visibile all'interno delle strutture standardizzate che organizzano un "buon CV", il quale agisce in modo performante nel dare una specifica forma alle soggettività accademiche. Dal punto di vista empirico, l'autore mette in relazione le informazioni raccolte attraverso ventiquattro interviste in profondità a ricercatori e ricercatrici precari italiani con l'analisi dei CV che gli stessi soggetti avevano inviato prima dell'intervista stessa.
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Curiazi, Roberta, et Fernando Martin Mayoral. « Ancora sul distretto industriale ecuadoriano : l'agglomerazione manifatturiera del cuoio di Quisapincha (Ecuador) ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 3 (septembre 2020) : 51–92. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003003.

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Résumé :
Nella fase II di un'indagine sui distretti manifatturieri dell'Ecuador analizziamo l'agglomerato di produttori di pelletteria di Quisapincha (Provincia del Tungurahua), con l'obiettivo di investigarne le caratteristiche come sistema di produzione locale e ragionare sul ruolo delle PMI locali come possibili vettori di sviluppo economico e sociale del territorio. La carenza di dati quantitativi e la difficoltà di accesso a informazioni in loco ci hanno spinto stavolta verso un'analisi in toto qualitativa, dinamica e di matrice comparativa, realizzata con il supporto di macro-categorie concettuali interpretative, diverse da quelle utilizzate nella fase I, che rispettano la natura immateriale e disomegenea di molti dei fattori analizzati come parte di una struttura più ampia di regole, procedure e convenzioni sociali, culturali e politiche del territorio. Quisapincha, ancora in uno stato di sviluppo distrettuale "embrionale", appare caratterizzato da una particolare "atmosfera industriale" e patisce l'assenza di una governance interna che produca "efficienza collettiva", di iniziative di outsourcing e di un adeguato supporto istituzionale. A questi fattori si aggiungono il marcato declino economico del paese in atto dal 2014 e la crescente concorrenza (settoriale e territoriale) degli ultimi anni, che hanno messo in pericolo la sopravvivenza stessa del distretto produttivo. Tuttavia questa sorte potrebbe essere invertita con processi di integrazione verticale e orizzontale tra microimprese, guidati da un potenziale agente coordinatore (l'impannatore), l'impresa Curtiembres Quisapincha1, l'unica realtà locale nelle condizioni di generare un possibile "effetto distretto" e permettere la sopravvivenza e il consolidamento del sistema produttivo locale.
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Cozzoli, Mauro. « Il trapianto di organi nella prospettiva valoriale del dono ». Medicina e Morale 46, no 3 (30 juin 1997) : 461–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.877.

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La chirurgia dei trapianti e la legge di una regolazione giuridica devono rispondere a una logica del dono. Questa pratica medica, infatti, si compie nel contesto di una relazione umana tra il soggetto dell'espianto e il soggetto dell'impianto. L'indole interpersonale dell'evento richiede che il rapporto sia da donatore a beneficiario, che sia cioè riconosciuta e tutelata la natura del dono dei tessuti e organi da trapianto. Si configura così un'etica del dono. Come esigenza etica la gratuità è sotto l'istanza del dovere e della responsabilità. Ovviamente nessuno può costringere a donare. Il dono non è coercibile: si annullerebbe come dono. Ma anche il dono esprime un dovere: non il dovere della legge ma dell'amore/carità, che ci lega al prossimo come nostro “fratello” nell'“economia” della paternità universale divina. Da qui l'invito che l'autore muove a tutti gli operatori sanitari ad annunciare e testimoniare questa etica del dono che ha nella medicina dei trapianti un campo inedito e singolare di promozione oggi di “qualità della vita”, della vita tout court. L'etica del dono non solo non contrasta ma appella essa stessa un ordine legale che la supporti e la favorisca. Una legalità che offra la possibilità effettiva a tutti, attraverso un'organica azione di informazione e formazione, di fare la propria scelta e di esprimerla, e che si faccia giuridicamente garante delle esigenze e della vita del donatore anche in merito al “consenso presunto”.
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Zanutto, Alberto, et Enrico Maria Piras. « Al "gran ballo" delle Ict in ambito sanitario : la presentazione del sistema Phr ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 122 (juin 2011) : 235–46. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122017.

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Il paper affronta nello specifico il processo di presentazione di una innovazione Ict, applicata al sistema sanitario, che mette i pazienti al centro di un nuovo dispositivo di archiviazione e gestione dei dati sanitari. Un sistema che in letteratura viene definito Personal Health Record (Phr). La Phr si presenta come una innovazione tecnologica che ridefinisce il ruolo del cittadino nei confronti del sistema sanitario tradizionale. Il cittadino, infatti, non viene più considerato qui come l'oggetto descritto nei documenti scambiati tra medici, quanto piuttosto l'attore maggiormente interessato al fluire delle proprie informazioni sanitarie nella rete dei curanti, al fine di assicurarsi la migliore assistenza possibile. L'attivitŕ di campo, durata circa due anni, ha permesso di ricostruire e analizzare la transizione che ha visto questa tecnologia passare dall'enunciazione iniziale alla concretezza tangibile della sperimentazione. Attraverso la metafora del "presentarsi in societŕ", vicenda tipica dei ricevimenti e dei balli organizzati dai ceti nobili nell'epoca moderna, si cerca di riflettere su come i sistemi Ict di nuova concezione affrontino l'arena eterogenea dei sistemi informativi residenti e si intersechino con altri sistemi preesistenti dotati di specifiche "capacitŕ" politiche.
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Scamardě, Giuseppina. « Per mare e per terra. L'immagine del mediterraneo nei primi anni del xvii secolo, tra i disegni e i racconti di una cronaca manoscritta ». STORIA URBANA, no 135 (février 2013) : 5–26. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135001.

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Un'inedita cronaca manoscritta tratta degli eventi vissuti e delle terre visitate o soltanto osservate nel corso di quindici navigazioni compiute dal suo autore, imbarcato su una delle galere dell'Ordine mediceo di Santo Stefano negli anni tra 1602-1616, all'interno dell'intero bacino del Mediterraneo. Le descrizioni, che non si limitano ai soli caratteri fisici, ma sono arricchite da note su struttura sociale, usanze e tradizioni, economia locale e principali risorse produttive, sono arricchite da circa 200 disegni. L'assoluta autonomia dell'autore, che scrive per se stesso e non per un committente da compiacere, induce a considerare le informazioni fornite come oggettive. Ciň consente di ricostruire l'immagine precisa e realistica di terre e popoli mediterranei, all'interno di un importante momento storico: l'etŕ delle guerre dei corsari e dei conflitti tra le principali potenze, impegnate a contendersi il predominio sul Mediterraneo e sull'Occidente (Francia, Spagna, Impero Ottomano), e gli Stati loro alleati. Particolarmente significativa, a tal proposito, č la descrizione dei territori ellenici, presenza importante a\ll'interno del manoscritto e in cui la cristianitŕ convive in maniera piů o meno pacifica con il nemico ottomano. Č uno scenario estremamente variegato, di cui l'autore mette in risalto le peculiaritŕ e le "stranezze" sia per quanto riguarda i sistemi urbani o comunque antropizzati, sia, soprattutto per ciň che riguarda gli aspetti antropologici e sociali, lontani dalla cultura e dalle tradizioni dell'autore.
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Brogiolo, Gian Pietro. « L'archeologia dell'architettura in Italia nell'ultimo quinquennio (1997-2001) ». Arqueología de la Arquitectura, no 1 (30 décembre 2002) : 19. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.3.

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Il contributo delinea un bilancio dell'Archeologia dell'architettura in Italia a partire dalla metà degli anni '90 del XX secolo, quando alcuni convegni e la neonata rivista "Archeologia dell'Architettura", misero a confronto le esperienze maturate in più centri di ricerca, che riguardavano non solo l’analisi stratigrafica delle murature il suo rapporto con il Restauro, ma anche allo studio delle tecniche costruttive, della mensiocronologia e dell’archeometria. Da questo punto di vista sono da segnalare da un lato le sperimentazioni nella costruzione delle sequenze degli equilibri statici, del degrado, degli intonaci e degli orizzontamenti lignei, dall'altro le proposte di metodologie di restauro fondate sull'analisi stratigrafica. Questo impegno ha però portato a trascurare l’obiettivo prioritario dell’archeologo: recuperare dalle sequenze di un edificio informazioni storiche, per le quali servono anzitutto corpora e censimenti esaustivi, e studi che pongano in relazione le architetture con l’organizzazione agraria, le trasformazioni dei paesaggi antropici, le trasformazioni economiche e sociali. Ed è su questo aspetto che converrà puntare nei prossimi anni, almeno da parte degli archeologi, senza per questo sminuire o vanificare il rapporto privilegiato che si è instaurato negli anni ‘90 con il Restauro Architettonico, con l'obiettivo comune di salvaguardare il patrimonio architettonico in una congiuntura nella quale sembra concluso un ciclo storico che aveva a cuore lo studio e la tutela del passato, attraverso il policentrismo culturale, la fervida circolazione delle idee, un saldo collegamento con la società civile.
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Patterson, Helen, et Martin Millett. « The Tiber Valley Project ». Papers of the British School at Rome 66 (novembre 1998) : 1–20. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004207.

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IL PROGETTO ‘LA VALLE DEL TEVERE’Questo articolo tratta gli obiettivi e struttura del nuovo progetto di ricerca della British School at Rome, il progetto ‘la Valle del Tevere’ e presenta alcuni dei primi risultati, anche se preliminari. L'obiettivo principale di questo progetto è di studiare il mutevole paesaggio della valle dal 1000 a.C. al 1300 d.C., indagando sull'impatto di crescita, successo e declinio di Roma sul suo entroterra e sui conseguenti effetti della città e flume sull'insediamento, economia e identità culturale. Questa iniziativa raduna molti studiosi con interessi di ricerca in questo campo ed in effetti include una serie di progetti connessi, ciascuno con i suoi specifici obiettivi di ricerca, ma allo stesso tempo parte di un progetto più ampio. La storia dell'insediamento è studiata tramite un riesame dei dati rilevati dai progetti britannici, in particolare quelli della ‘South Etruria Survey’, diretta da John Ward-Perkins, oltre ai dati pubblicati di progetti italiani. Allo stesso tempo, nuove ricerche sul campo sono in programma con l'intento di riempire le lacune esistenti. Due nuovi progetti iniziarono nel 1997 concentrandosi sul tema dell'urbanismo. Le ricognizioni a Falerii Novi e a Forum Novum hanno esaminato l'organizzazione interna delle citta tramite sistematiche ricognizioni in superficie e indagini geofisiche. I primi risultati chiaramente dimostrano il potenziale di questo approccio. Queste tecniche verranno applicate ad una gamma di centri urbani nella media valle del Tevere. La comprensione dell'interazione della città e della valle implica il mettere insieme l'informazione esistente relativa l'insediamento, le reti di comunicazione, l'economia e l'ambiente, oltre all'integrazione dei nuovi dati. Un elemento chiave del progetto è l'uso di un sistema GIS per l'integrazione ed analisi dei diversi livelli di informazione.
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Catturi, Giuseppe. « Arte figurativa e arte contabile. Le tavolette della biccherna del comune di Siena (XIII–XVII secolo) ». De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 10, no 19 (31 décembre 2013) : 175. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v10i19.270.

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Fra le arti figurative comprese in quelle cosiddette “belle”, cioè le forme di attività che, secondo l'opinione del Vasari, hanno esclusivamente un fine di bellezza, un valore estetico, come l'architettura, la danza, la poesia, la pittura, la scultura e la musica, in questo articolo focalizziamo l'attenzione sulla pittura e su di una sua particolare espressione e manifestazione, irripetibile ed originalissima.Le composizioni pittoriche che rappresentano eventi e situazioni di vita vissuta o configurazioni di ambienti costituiscono tutte una fonte conoscitiva di inestimabile valenza. Agli attenti osservatori esse costituiscono archivi storici e giacimenti culturali di particolare ampiezza ed intensità.D'altra parte è arte anche il complesso delle tecniche, degli strumenti e dei loro metodi d'uso concernenti una realizzazione, un'applicazione pratica nel campo dell'operare umano; cosicché è possibile scrivere di arte riferendosi ora ad un mestiere ora ad una professione. Si ha così l'arte medica, l'arte forense, etc., ma anche l'arte contabile, quella cioè esercitata da coloro che si mostrano capaci di memorizzare e di sistematizzare, seguendo un metodo preordinato e rigoroso, i fatti amministrativi, ridotti in termini quantitativi – monetari, che caratterizzano l'attività economico – finanziaria realizzata da una qualunque azienda, in modo da offrire al gestore informazioni determinanti per il buon governo dell'azienda medesima.L'obiettivo conoscitivo dell'arte contabile rimane costante nel tempo, ma gli strumenti ed il loro metodo d'uso, relativi a quell'arte, cambiano mano a mano aumenta il bagaglio delle conoscenze concernenti l'efficace utilizzo a fini gestionali dei risultati contabili rilevati periodicamente. Nel nostro studio intendiamo riferirci all'arte contabile esercitata nel Medioevo nell'ambito di famiglie di mercanti, banchieri, amministrazioni comunali, ospedali, opere pie e congregazioni religiose. In particolare, vogliamo trattare dell'ufficio della Biccherna del Comune di Siena preposto alla gestione delle pubbliche risorse finanziarie. Esso era composto da un “presidente” - il Camarlingo - e da quattro Provveditori in carica per sei mesi.I registri contabili sui quali il Camarlingo annotata giornalmente le varie operazioni finanziarie erano a fogli mobili e, pertanto, inizialmente venivano tenuti assieme da un foglio più grande sul quale veniva scritto il periodo di riferimento ed il nome del Camarlingo. Successivamente, per tenere uniti i numerosi fogli contabili si incominciò ad usare del materiale rigido, appunto delle tavolette di legno, la cui consistenza e rigidezzarendevano più agevole l'adozione e la consultazione dell'insieme dei fogli contabili relativi ai vari semestri.Le due tavolette, quella superiore e l'altra inferiore, erano legate da lacci di cuoio che costituivano la costola e sul davanti veniva posta una fibbia di chiusura, in modo da formare un vero e proprio “libro”. Fu proprio per sopperire all'anonimicità ed alla ripetitività di quei libri che, almeno a Siena, si affermò l'uso, a partire dal 1257, di far dipingere le tavolette di legno che tenevano legate e congiunte le pagine del libro contabile.Molti e di grande fama furono i pittori senesi che dipinsero le tavolette della Biccherna: Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi e molti altri. I pittori per lo più disegnavano l'ambiente principale della Biccherna, quello in cui si svolgevano le transazioni finanziarie e, talvolta, gli operatori dell'ufficio: il Camarlingo, i Provveditori e qualche cittadino raffigurato mentre pagava le imposte. Sul tavolo da lavoro si disegnavano spesso gli strumenti per l'esercizio dell'arte contabile: libri, penna, calamaio, grattino, forbici, monete, borse etc.È così che scorrendo le numerose rappresentazioni pittoriche delle tavolette, raccolte per lo più nell'Archivio di Stato di Siena, altre fanno bella mostra di sé nei maggiori musei del mondo, possiamo leggere, in estrema sintesi, alcuni significativi aspetti dell'evoluzione culturale della comunità medievale senese. Da esse possiamo trarre informazioni immediate non solo dei cambiamenti nell'arte pittorica adottata dagli autori dei dipinti, ma anche sull'organizzazione dell'Ufficio finanziario del Comune, la Biccherna appunto, e l'importanzasempre maggiore che veniva attribuita agli strumenti indispensabili per esercitare l'arte contabile. Possiamo acquisire informazioni concernenti l'evoluzione del “metodo” adottato nell'annotare i dati finaqnziari relativi all'attività della Biccherna solo dalla lettura dei fogli compresi nei vari “libri”, ma tale obiettivo conoscitivo è complementare e collaterale rispetto a quello principale che ci siamo posti. Insomma, osservando in ordine cronologico le tavolette di Biccherna, si “legge il tempo” nella contemporaneità dei momenti di vita vissuta da Siena, dalla sua comunità e in particolare dal suo più importante Ufficio finanziario pubblico, la Biccherna.Lo studio intende evidenziate appunto la correlazione fra arte figurativa e arte contabile attraverso le tavolette dipinte dei libri contabili della Biccherna senese.
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Annese, Mariella, Antonio Labalestra et Marco Pietrosante. « Landscape transformation and territorial marketing. The Noi Techpark restoration project in Bolzano : a remarkable case of territorial branding ». Valori e Valutazioni 30 (août 2022) : 135–48. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223009.

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The Noi Techpark project in Bolzano has substantially transformed a portion of the Bolzano surroundings, localizing university and management functions in an area characterized by the presence of a dismissed industrial settlement built between the two World Wars by the Montecatini group. The project was pursued through the creation of a technology park, renovating the structures of the old factory which was in a state of abandon and then acquired by the Autonomous Province of Bolzano. This allowed the establishment of a pole of new public- private structures for technology transfer. The present paper intends to retrace the history of this intervention, describing its main characteristics in terms of urban form, functions and presence of public spaces in relation to the achievement of the objective of re- evaluating an entire urban area. including the relevant residential zone. But at the same time the ambition of the essay lies in the attempt to represent how, in the assessment of the complexity of local policies of territorial development, a significant role is played by the ability to contribute to economic growth in terms of birth of new businesses, improvement of competitiveness of existing ones, enhancement of financial resources, human and material present in the area and, finally, the ability to attract new productive factors in the area. In this sense, the Noi Techpark project is emblematic. Il Progetto Noi Techpark a Bolzano ha trasformato in maniera sostanziale una porzione consistente della periferia di Bolzano, localizzando funzioni universitarie e direzionali in un’area caratterizzata dalla presenza di un insediamento industriale dismesso realizzato, negli anni tra le due guerre mondiali, dal gruppo Montecatini. L’intervento è stato perseguito mediante la realizzazione di un parco tecnologico che, attraverso il risanamento delle strutture del vecchio opificio – acquisito al patrimonio della Provincia autonoma di Bolzano dopo il suo abbandono – ha permesso l’istituzione di un polo di nuove strutture pubblico-private destinate al trasferimento tecnologico. Il presente contributo intende ripercorrere la storia di questo intervento, soffermandosi nel descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici in relazione al raggiungimento dell’obiettivo di rivalutare un’intera area urbana. Ivi compreso quella occupata dal tessuto residenziale di pertinenza. Ma allo stesso tempo l’ambizione del saggio risiede nel tentativo di rappresentare come, nella valutazione della complessità delle politi- che di sviluppo locale di un territorio, un ruolo rilevante sia ricoperto dalla capacità di contribuire alla crescita economica nei termini di nascita di nuove imprese, di miglioramento della competitività di quelle esistenti, di valorizzazione delle risorse finanziarie, umane e materiali presenti in loco e, infine, dalla capacità di attrarre nuovi fattori produttivi sul territorio. Proprio in questo senso Il progetto del parco tecnologico Noi Techpark sembra emblematico. Nell’aver perseguito, oltre al risanamento di un’area industriale di smessa, l’obiettivo della creazione e della diffusione dell’innovazione per mezzo di un brand territoriale. In questo modo, al vantaggio di arginare la perdita di valore del contesto edilizio dell’intera area, si aggiunge il risultato prestigioso di aver messo in contatto i laboratori di ricerca, da un lato, e il tessuto imprenditoriale, dell’altro. L’intera operazione restituisce, dunque, un contesto entro cui è stato possibile sviluppare la capacità di trasferire know-how, di diffondere informazioni tecnologiche sul territorio, di creare un network di relazioni che stanno alla base della diffusione e della creazione della conoscenza e dello sviluppo di un ambito territoriale. Tutti elementi, non immediatamente quantificabili in termini economici nel breve periodo, ma che ci sembra debbano essere presi in considerazione nelle valutazioni complessive del vantaggio dell’opportunità di portare a termine questo tipo di iniziative.
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BOLAÑO PIÑEIRO, MARÍA DEL CARMEN. « REGISTROS ADMINISTRATIVOS E INVENTARIOS EN LA NORMATIVA DE SUELOS CONTAMINADOS ». RVAP 98, no 98 (1 avril 2014) : 17–48. http://dx.doi.org/10.47623/ivap-rvap.98.2014.01.

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Los Registros Públicos se presentan como medios idóneos para facilitar la difusión de la información medioambiental y, así, favorecer el acceso y la participación de las personas en esta materia. Asimismo, estos registros otorgan a la Administración Pública los datos necesarios para establecer una política protectora del medio ambiente acorde con la realidad y fomentar su aplicación de forma más eficaz. La normativa de suelos contaminados crea una serie de Registros e inventarios específicos para la difusión de la información recogida en aplicación de sus preceptos. Por las características del Registro de la Propiedad, éste puede ejercer un papel importante en la protección ambiental de los suelos. La normativa de suelos contaminados establece el deber de anotar marginalmente determinados supuestos relacionados con los terrenos inscritos. Además, estas anotaciones dotarán de una importante seguridad jurídica al tráfico económico en las transacciones de terrenos entre particulares. Erregistro publikoak oso tresna egokiak dira ingurumen-informazioa zabaltzeko eta herritarrei arlo horretan parte hartzeko aukera emateko. Gainera, interes handiko datuak ematen dizkiote Administrazio Publikoari, ingurumena babestera zuzendutako politika errealitatera ahal beste egokitzeko eta eraginkortasunez aplikatzeko. Lurzoru kutsatuei buruzko araudiak erregistro eta inbentario zehatz batzuk sortu ditu, bere aginduak aplikatzean bildutako informazioa ezagutarazteko xedez. Jabetzaren Erregistroak, bere ezaugarriak direla-eta, eginkizun garrantzitsua izan dezake lurzoruak babesteko orduan. Lurzoru kutsatuen araudiaren arabera, inskribatutako lurzoruekin lotutako hainbat alderdi albo-oharretan jaso behar dira, eta ohar horiek segurtasun juridiko handia emango diote lursailak partikularren artean eskualdatzeko transakzioen trafiko ekonomikoari. Public registries are considered suitable means to ease the diffusion of environmental information and therefore to benefit the access and participation of people in this field. As well, these registries give the Public Administration the necessary data to establish a protective policy for the environment in conformity with reality and to promote its application in a more effective way. The normative regarding contaminated soil creates a series of specific registries and inventories for the diffusion of the information taken by the application of its provisions. Due to the characteristics of the Land Registry, it can exercise an important role in the environmental protection of soils. The normative of contaminated soils establishes the duty to record marginally specific cases related to registered plots. Besides, these records will provide the economic traffic for the transactions of plots among particulars with an important legal certainty.
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Castagnola, M., E. Scarano, G. C. Passali, I. Messana, T. Cabras, F. Iavarone, G. Di Cintio, A. Fiorita, E. De Corso et G. Paludetti. « Salivary biomarkers and proteomics : future diagnostic and clinical utilities ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 2 (avril 2017) : 94–101. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1598.

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Résumé :
Lo studio della proteomica salivare, test economico e non invasivo, rappresenta una fonte di numerose informazioni, ed è utile per la diagnosi di svariate malattie. Da quando siamo entrati nell’era della tecnologia genomica e delle scienze “omiche”, la raccolta di campioni salivari è aumentata esponenzialmente. Recenti piattaforme proteomiche hanno analizzato il proteoma salivare umano, caratterizzando circa 3000 peptidi e proteine, espressi in maniera differente: più del 90% in peso deriva dalla secrezione delle tre ghiandole salivari maggiori, mentre la restante parte proviene dalle ghiandole salivari minori, dal fluido crevicolare gengivale, da essudati mucosi e dalla microflora orale. L’obiettivo principale dell’analisi proteomica è discriminare tra condizioni fisiologiche e patologiche. Ad oggi, tuttavia, non esiste un preciso protocollo che permetta di analizzare l’intero proteoma salivare, pertanto sono state realizzate svariate strategie. Innanzitutto, è possibile distinguere due tipologie di piattaforme proteomiche: l’approccio “top-down” prevede l’analisi delle proteine sotto esame come entità intatte; nell’approccio “bottom-up” la caratterizzazione della proteina avviene mediante lo studio dei peptidi ottenuti dopo digestione enzimatica (con tripsina tipicamente). A causa di questa eterogeneità, per una stessa patologia sono stati proposti differenti biomarkers. Il proteoma salivare è stato caratterizzato in numerose malattie: carcinoma squamoso e leucoplachie orali, malattia del trapianto contro l’ospite (GVHD) cronica, sindrome di Sjögren e altri disordini autoimmuni come la sindrome SAPHO (sinovite, acne, pustolosi, iperostosi e osteite), schizofrenia e disordine bipolare, malattie genetiche come la sindrome di Down o la malattia di Wilson. In conclusione, i risultati delle ricerche riportate in questa review suggeriscono che nel prossimo futuro la saliva diverrà un fluido di indubbia rilevanza diagnostica utile per fini clinici, sia diagnostici, sia prognostici.
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Mancini, Elena. « I malati invisibili della povertà : troppi alberi per accorgersi della foresta ? Le politiche sanitarie internazionali per il contrasto delle malattie neglette e della povertà (Neglected Tropical Diseases)* ». Medicina e Morale 71, no 1 (14 avril 2022) : 39–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1198.

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Résumé :
Le malattie, soprattutto se infettive, hanno da sempre accompagnato la storia dell’umanità, modificando profondamente gli assetti economici e condizionando le strutture sociali e l’evoluzione culturale di intere popolazioni. Tutto questo è ancora vero per un miliardo e mezzo di persone colpite da malattie che l’occidente ha oramai dimenticato e che sono endemiche nelle aree tropicali del pianeta (Neglected Tropical Diseases – NTDs). Enormemente favorite dalla povertà, esse sono a loro volta una delle principali cause di povertà e uno dei più insidiosi ostacoli allo sviluppo di estese aree geografiche dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Occorre combattere la povertà per ridurre le malattie, ma occorre anche eliminare le malattie per sollevare dalla povertà e favorire lo sviluppo. Contrastare le NTDs significa tuttavia affrontare contesti caratterizzati oltre che dalla povertà, da equilibri sociali precari, da drammatiche condizioni igienico-sanitarie, dall’assenza o inadeguatezza delle infrastrutture e dei sistemi sanitari, da varie forme di discriminazione ed esclusione sociale dei malati: fattori questi che ostacolano qualsiasi azione a partire dalla stessa raccolta e verifica dei dati epidemiologici. Sono qui esaminate alcune strategie di intervento ispirate all’approccio community-driven, diretto al coinvolgimento delle comunità locali nell’integrazione e gestione delle misure di contrasto. È analizzato inoltre il ruolo degli operatori sanitari informali (Community Health Workers) nella diffusione di comportamenti, informazioni e strumenti di profilassi e nella valorizzazione di pratiche locali marginali che tuttavia si siano dimostrate efficaci nel contrasto o prevenzione di una o più NTDs (devianza positiva). Una riflessione conclusiva è dedicata alla formazione dei CHWs ai fini dell’educazione sanitaria di comunità. * Questa pubblicazione si inserisce nell’ambito delle attività del progetto “Centro per la ricerca sulle malattie rare neglette e della povertà”, finanziato dal Consorzio CNCCS.
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Costantini, Eleonora. « Mobilitŕ e invisibilitŕ. Le principali trasformazioni nel mondo della prostituzione migrante esercitata in luoghi chiusi ». MONDI MIGRANTI, no 1 (septembre 2010) : 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001004.

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Negli ultimi dieci anni il mercato della prostituzione ha suběto costanti mutamenti, alcuni dei quali particolarmente complessi da indagare a causa delle sempre piů frequenti strategie di mascheramento della vendita di sesso e del conseguente sfruttamento, in appartamenti o in locali di intrattenimento, soprattutto della componente migrante. L'analisi - utilizzando i principali concetti della sociologia dalle migrazioni - si propone di ripercorrere queste trasformazioni a partire dai concetti di mobilitŕ e visibilitŕ, utilizzando i dati e le informazioni provenienti da due ricerche realizzate negli anni 2003-2005 e 2007-2008, sul territorio della regione Emilia Romagna. Oggi la prostituzione si presenta come un mercato altamente differenziato al proprio interno, con almeno tre segmenti prevalenti, funzionalmente interrelati tra loro: quello della strada, quello degli appartamenti e quello dei locali. Riguardo alle soggettivitŕ coinvolte la componente migrante rappresenta ancora quella piů significativa, sia in termini di genere femminile che transessuale. L'esercizio della prostituzione in luoghi chiusi, inoltre, ha favorito la trasformazione e la proliferazione delle reti di supporto necessarie al buon funzionamento del mercato: la prostituzione in appartamento, ad esempio, richiede agenzie e intermediari immobiliari, figure di protezione e/o controllo, o agenzie sovra-locali in grado di gestire spostamenti di lavoro tra cittŕ diverse. I locali, d'altra parte, si stanno evolvendo verso forme sempre piů simili a pub o birrerie, discoteche o disco-pub, in cui si accede prevalentemente per bere, ascoltare musica e in cui si puň assistere agli spettacoli delle intrattenitrici. In un mercato con queste nuove caratteristiche, la prostituzione rappresenta oggi per la componente migrante un lavoro redditizio che permette una certa mobilitŕ sociale anche in patria; da qui l'idea di realizzare percorsi migratori ripetuti nel tempo, il cui obiettivo č l'accumulo di risorse economiche in tempi rapidi. Il meccanismo del debito contratto per il viaggio e per il supporto logistico una volta a destinazione, rende tuttavia l'esercizio della prostituzione una risorsa logorante, ossia una risorsa che nel lungo periodo puň imbrigliare il percorso migratorio verso il basso. Le principali ragioni che connotano in questo senso l'esercizio sono la sempre forte concorrenza verso il basso che si registra nel mercato; l'investimento individuale richiesto in termini di risorse economiche e fisiche; la pericolositŕ dell'esercizio che si lega alla natura deviante del mercato; infine, la raggiunta competenza e specializzazione delle reti criminali nelle molte attivitŕ che l'esercizio in appartamento e nei locali richiedono
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Quagliarello, Mario. « L'approccio controfattuale nell'analisi d'impatto della regolamentazione finanziaria : tra potenzialitŕ e sfide ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 46 (avril 2011) : 59–68. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046005.

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Résumé :
L'analisi d'impatto della regolamentazione (AIR) č lo strumento utilizzato per valutare le possibili conseguenze economiche di normative in corso di definizione (AIR ex ante) o gli effetti concreti di quelle giŕ realizzate (AIR ex post). In tale ottica, l'AIR si configura quale caso particolare di valutazione delle politiche pubbliche, sebbene con caratteristiche e profili peculiari che la rendono al tempo stesso potenzialmente piů utile, ma particolarmente complessa. Questo articolo analizza il contributo che l'approccio controfattuale puň fornire all'AIR in campo finanziario e ne analizza i possibili problemi applicativi. Nel settore finanziario, l'approccio controfattuale č ostacolato, in primo luogo, dalla circostanza che le regole sono nella generalitŕ dei casi universali, rendendo non applicabili le metodologie che si basano sul confronto della dinamica della variabile obiettivo tra soggetti trattati e non trattati. L'analisi pre/post č un'opzione percorribile, sebbene non sia agevole individuare quale sia la vera situazione controfattuale perché il sistema finanziario tende ad essere sempre regolato. I problemi si moltiplicano nel caso - di gran lunga piů comune - in cui le analisi d'impatto debbano essere condotte ex ante. In tal caso, si verifica infatti l'inversione del paradigma controfattuale: si osserva una situazione fattuale nella quale le regole non sono state ancora introdotte e si deve (tentare di) individuare cosa accadrebbe in una situazione controfattuale in cui la regolamentazione č stata introdotta. In un contesto, come quello italiano, in cui l'AIR deve essere condotta su ogni nuova regolamentazione, a prescindere dalla effettiva disponibilitŕ di dati quantitativi, le analisi empiriche non possono dunque essere l'unico strumento di valutazione. Nell'impossibilitŕ di condurre una robusta analisi controfattuale, le informazioni ottenibili dalla valutazione theory-based forniscono comunque un contributo all'analisi della probabilitŕ di successo di una determinata regolamentazione (potrebbe/dovrebbe funzionare?). Per quanto non statisticamente rigorosa, si fornisce in questo modo una risposta pragmatica al policy maker, tanto piů importante quanto piů la scarsitŕ di dati e la necessitŕ di intervenire prontamente escludono analisi di tipo controfattuale.
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Alessandrini, M., A. Micarelli, A. Viziano, I. Pavone, G. Costantini, D. Casali, F. Paolizzo et G. Saggio. « Body-worn triaxial accelerometer coherence and reliability related to static posturography in unilateral vestibular failure ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 3 (juin 2017) : 231–36. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1334.

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Poichè le alterazioni della funzione vestibolare possono essere causa di disequilibrio, i principali reperti sviluppati ad oggi per misurare il controllo posturale e l’integrazione sensoriale nel danno vestibolare sono stati ottenuti grazie alla posturografia. Tuttavia, al fine di superare i problemi legati a tale genere di tecnologia, sono stati proposti gli accelerometri indossabili (ACC) come un’alternativa portatile e a basso costo per la misurazione dell’oscillazione corporea in ambienti confortevoli. D’altro canto, nessuno studio ad oggi ha dimostrato la validità sperimentale delle misurazioni ottenute con ACC - rispetto a quelle derivanti dalla posturografia - in soggetti affetti da deficit vestibolare. Pertanto, l’obiettivo del presente lavoro è stato quello di i) sviluppare e validare una strumentazione pratica che potesse consentire la misurazione dei disordini dell’oscillazione corporea nell’ambito della valutazione otoneurologica attraverso gli ACC e ii) fornire un’analisi delle oscillazioni affidabile ed automatica, che potesse implementare in modo sensibile ed accurato la possibile discriminazione di pazienti affetti da deficit vestibolare unilaterale (UVF). A tale scopo, un gruppo di 13 pazienti (sette femmine, 6 maschi; età media 48.6 ± 6.4 anni) affetti da UVF da almeno 6 mesi e un altro omogeneo di 13 soggetti sani sono stati invitati a mantenere la posizione eretta durante l’esecuzione della posturografia statica (FBP) mentre indossavano a livello lombare - vicino al centro di massa - un sensore Movit® (by Captiks) costituito da accelerometri 3-D. La correlazione ‘product-moment’ secondo Pearson ha dimostrato un elevato livello di corrispondenza di quattro misure, estratte da ACC e da FBP, nel dominio del tempo e di tre in quello della frequenza. Inoltre il t-test ha evidenziato che due parametri nel dominio del tempo e due in quello della frequenza si sono dimostrati affidabili nel discriminare i soggetti affetti da UVF. Tali aspetti, nel loro complesso, dovrebbero focalizzare l’attenzione in ambito clinico e di ricerca su tale tecnica di registrazione, considerato l’arricchimento quantitativo e qualitativo di informazioni utili nella discriminazione, diagnosi e trattamento di pazienti affetti da UVF. In conclusione, noi riteniamo che la misurazione basata su ACC offra un’alternativa confortevole, affidabile, economica ed efficiente utile, assieme ai test clinici di equilibrio e mobilità, in molteplici circostanze così come negli studi implicati nella diagnosi, controllo e riabilitazione di pazienti affetti da UVF.
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Mancini, Elena. « Diritto alla salute, equità e governance delle malattie neglette e della povertà / Right to health, equity and governance of neglected diseases and poverty ». Medicina e Morale 65, no 4 (6 octobre 2016) : 477–93. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.444.

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Résumé :
L’articolo esamina la salute quale diritto umano fondamentale nelle principali Carte internazionali. Sarà in particolare ricostruito il percorso storico-concettuale che ha portato al riconoscimento della natura complessa e inclusiva del diritto alla salute. Il fallimento delle politiche sanitarie mirate a sconfiggere singole malattie - come avvenuto nel caso della malaria - ha imposto una maggiore attenzione verso i determinanti sociali della salute, dando origine ad un processo che ha portato a concepire la salute quale problema di equità internazionale la cui soluzione richiede la realizzazione di condizioni sociali, economiche e ambientali e la promozione di libertà umane fondamentali. Il diritto a godere del più alto livello di salute ricomprende oltre al diritto all’accesso a cure mediche e a farmaci di qualità, anche la disponibilità di misure igieniche, di corrette informazioni sanitarie e la protezione di libertà fondamentali quali la libertà dall’esclusione sociale e il possesso di titoli per l’accesso concreto alle cure essenziali primarie. Viene proposta una interpretazione dei diversi modelli di giustizia sanitaria elaborati per l’individuazione delle priorità nella utilizzazione delle risorse sanitarie, nella pianificazione degli interventi anche a livello internazionale e per la valutazione dei risultati da questi conseguiti in termini di equità e di protezione dei diritti umani. Sono esaminati gli indicatori e i parametri utilizzati per monitorare la progressiva realizzazione del diritto alla salute e l’efficacia degli interventi internazionali nel promuovere l’accesso universale alle cure con particolare attenzione alle strategie di contrasto delle malattie neglette e della povertà. In particolare viene illustrato il modello delle libertà sostanziali quali “capacitazioni” teorizzato da Amartya Sen e sviluppato da Martha Nussbaum nelle sue possibili applicazioni nell’ambito dell’accesso universale alle cure e delle possibili linee di azione della solidarietà internazionale.----------The aim of this article is to study health as a fundamental right in the main International Charters. We want to underline the historical and conceptual way that led to the recognition of the complex and inclusive nature of right to health. The failure of some sanitary policies supposed to defeat some illnesses – as it happened for malaria fever – obliged to give a better attention towards the social and economic determinants of health and consider the process that led to a new meaning of health: health as a problem of international equity. To realize this goal, is necessary, first of all, to understand social, economic and environmental conditions and to promote fundamental human freedoms. The right to enjoy a good level of health means not only to have the right to access to medical treatments or to high qualities medicines, but also to have a high level of sanitary measures and a correct sanitary information and to enjoy the right of freedom in order to avoid social exclusion and to obtain the access to primaries health treatment. In this article there is a proposal to help a better interpretation of the different models of justice in health care which are supposed to define equity in allocating main resources that are necessary to the international planning of the interventions. The results reached by international health policies are evaluated with regard to equity and protection of human rights. This proposal analyses the indicators and the parameters used to realize and control the progressive realization of the right to health and the impact of the international interventions used in order to promote a universal access to treatments; in particular it examines the strategies used against the neglected tropical diseases. In details it explains the model of substantial freedoms as capabilities, as it has been theorized by Amartya Sen and developed by Martha Nussbaum, used in their possible applications with regards to universal access to treatments and also to feasible international solidarity actions.
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ANGULO GARZARO, Noemí, Amaya ANGULO GARZARO et David FERNÁNDEZ ROJO. « Sare-neutraltasuna Europar Batasuneko Komunikazio Elektronikoetako Merkatuan : merkatua behingoz lehia askera irekitzeko baldintza ». RVAP 104-I, no 104-I (29 avril 2016) : 241–60. http://dx.doi.org/10.47623/ivap-rvap.104.2016.1.08.

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LABURPENA: Etengabeko Ikerketa, Garapen eta Berrikuntzaren menpe dagoen gizarte honetan, horiek aurrera eramateko ezinbestekoa den sarearen neutraltasuna bermatu behar da; bestela, hazkunde ekonomikoa erdiesteko nahitaezko suertatzen zaigun motorraren funtzionamendua bidegabeki aztoratuko litzateke. Internetaren erabilpena handitzeak agerian utzi du komunikazio elektronikoetarako sarearen garrantzia, eta horren neutraltasunaren inguruko eztabaida berpiztu ere egin du, batzuetan, sarea ematen dituztenen interesak eta edukia —informazioa zein aplikazioak— ematen dituztenenak ez datozelako bat. Ikerketa honetan, komunikazio elektronikoko Europar Batasuneko merkatua izango dugu aztergai. Horrela, merkatua lehia askera irekitzeko garaia heldu delakoan, neutrala den Interneta lortzeko betebeharra defendatuko dugu, lehiarako ibilbidean eman beharreko lehenengo pausua baino, azkena delako. RESUMEN: Para esta sociedad dependiente del diseño incesante de políticas de Investigación, Desarrollo e Innovación, la garantía de la neutralidad en la red es imprescindible puesto que, de otro modo, éstas no podrían ser llevadas a cabo pues se impediría el correcto funcionamiento del motor que mueve el progreso económico. El crecimiento del uso de Internet ha demostrado, por un lado, la importancia de la red de comunicaciones electrónicas y, por el otro, ha reavivado el debate en torno a la neutralidad de dicha red, dado que, en ocasiones, los intereses de los proveedores de contenido —información y aplicaciones— no coinciden con los de los proveedores de red. En este estudio vamos a analizar el mercado de las comunicaciones electrónicas en la Unión Europea. Así, consideramos que ha llegado el momento de abrir el mercado a la libre competencia; por lo tanto, defenderemos la necesidad de conseguir una Internet neutral. En definitiva, la neutralidad en la red no es el primer paso en la apertura del mercado a la libre competencia, sino el último. ABSTRACT: Ensuring net neutrality is essential in our current society where the dependency on research, development and innovation is unremitting. Such neutrality guarantees the proper functioning of economic progress. Particularly, the growing use of the Internet has shown the importance of an electronic communications network. It has also rekindled the debate about the neutrality of the network, because sometimes the interests of content providers (applications and information) do not match those of the network providers. This article analyzes the market of electronic communications in the European Union since it is time to open up the market to competition and get a neutral Internet. In short, net neutrality is not the first step in opening up the market to competition, but rather, the last one.
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Acampa, Giovanna, et Claudia Mariaserena Parisi. « Cultural heritage management : optimising procedures and maintenance costs ». Valori e Valutazioni 29 (janvier 2022) : 79–102. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212907.

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Résumé :
The management of maintenance activities is an ongoing concern for facility managers in the existing building sector due to its complexity and uncertainty. This applies all the more to cultural heritage as protection, preservation and enhancement are a priority in order to keep the artistic and cultural value of historical assets for future generations. In addition, problems related to the increasingly limited economic resources complicate maintenance management processes. Therefore, it has become a common standard to carry out maintenance activities only when actual emergencies occur, thus causing inefficiencies in the planning of Facility Management activities and an increase in maintenance costs. This paper shows a method to support the management decision-making in maintenance activities through Building Condition Assessment (BCA) processes integrated with Building Information Modeling (BIM) systems. The main objective is to develop a maintenance management strategy and support technicians in identifying maintenance priorities in a practical, simple and automated way in order to optimise procedures and costs. To achieve such a goal, the method proposes a BCA process that uses the following tools: 1) building breakdown structure according to UNI 8290 adapted to historic buildings; 2) a degradation level index and a technological and operational connection matrix to assess opportunity maintenance; 3) field inspections and data collection on Excel spreadsheets acting as external Database; 4) data management in BIM environment using Revit as BIM Authoring Software and Dynamo scripts as visual programming language (VPL) to link external Database to BIM model. The results highlight the important role of BIM in Facility Management of existing buildings and buildings of historical and cultural value by allowing the continuous update of information in a single BIM model for BCA purposes and shows a great potential to support facility managers in managing building maintenance activities and optimising costs. La natura complessa, incerta e dinamica della gestione delle attività di manutenzione è fonte di continua preoccupazione per i facility managers che operano nel settore del patrimonio edilizio esistente. In particolare, nel campo dei beni culturali, la tutela, conservazione e valorizzazione sono una priorità per preservare il valore artistico-culturale dei beni storici alle generazioni future. Purtroppo, alla complessa gestione della manutenzione si aggiungono problemi relativi alle risorse economiche sempre più limitate. In questa situazione infatti, sembra essere diventato uno standard comune intervenire con attività di manutenzione solo quando si presentano effettivi casi di emergenza, causando così inefficienze nella pianificazione delle attività del Facility Management e, conseguentemente, un aumento dei costi della manutenzione. Questo paper espone un metodo per supportare le scelte decisionali dei gestori nelle attività di manutenzione attraverso i processi di Building Condition Assessment (BCA) integrati ai sistemi di Building Information Modeling (BIM). L'obiettivo principale è sviluppare una strategia di gestione della manutenzione, dando ai tecnici il necessario supporto per individuare le priorità di intervento di manutenzione in modo pratico, semplice e automatizzato al fine di ottimizzare procedure e costi della manutenzione. Per raggiungere questo obiettivo, il metodo propone un processo di BCA che utilizza i seguenti strumenti: 1) scomposizione dell’edificio secondo la norma UNI 8290 adattata agli edifici storici; 2) un indice del livello di degrado e una matrice di connessione tecnologica e operativa per valutare manutenzioni di opportunità; 3) ispezioni in situ e raccolta dei dati su fogli di calcolo Excel che fungono da Database esterno; 4) gestione dei dati in ambiente BIM utilizzando Revit come BIM Authoring Software e scripts in Dynamo come linguaggio di programmazione visiva per il collegamento tra Database esterno modello BIM. I risultati della ricerca evidenziano l'importanza del ruolo del BIM nel Facility Management degli edifici esistenti e di pregio storico-culturale consentendo l'aggiornamento permanente delle informazioni in un unico modello BIM ai fini del BCA e mostra un grande potenziale per supportare i facility managers nella gestione delle attività di manutenzione degli edifici e nell’ottimizzazione dei costi.
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Bompiani, Adriano. « L’elaborazione di “regole” per le innovazioni biotecnologiche ». Medicina e Morale 49, no 4 (31 août 2000) : 713–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.765.

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Résumé :
Come è noto, l'unione Europea ha fra i suoi scopi quello di favorire lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi aderenti, facilitando la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, la produzione di beni e la circolazione degli stessi nell’ambito dell’Unione, eliminando per quanto è possibile differenze, normative e conflitti commerciali. Con questo spirito, dopo anni di difficile lavoro, è stata emanata la Direttiva 98/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio (6luglio 1998) che riguarda la protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, ne presupposto che si tratti di genoma – sia esso di origine vegetale, animale o umano – in quanto risultati da “invenzioni” suscettibili di applicazioni industriali e non dal mero isolamento (“scoperta”). L’Autore, che già ha esaminato in un precedente contributo gli aspetti etici dell’impiego delle biotecnologie nel campo vegetale e animale (v. Medicina e Morale 2000, 3: 449-504), si sofferma a descrivere quanto prevede la Direttiva 98/44/CE stessa, assieme ad altre norme internazionali precedentemente emanat, per la tutela dell’ambiente, degli animali e degli organismi umani. L’Autore riconosce che la direttiva vieta, nel dispositivo, lo sfruttamento commerciale che sia contrario all’ordine pubblico e al buon costume, fornendo gli esempi concreti dei divieti applicabili ai processi di clonazione umana a scopo riproduttivo, di modificazione dell’identità genetica germinale dell’essere umano; di modificazione degli embrioni umani a fini commerciali e industriali; di modificazione dell’identità genetica animale di natura tale da provocare sofferenza negli stessi, senza utilità sostanziale per l’uomo o per l’animale. Tuttavia la Direttiva – sotto l’aspetto giuridico – consente l’utilizzazione di embrioni umani (sia pure non direttamente ed espressamente prodotti a scopo di ricerca in base all’art. 18 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina) a scopo sperimentale e per applicazioni biotecnologiche riguardanti la produzione di cellule staminali od i medicamenti. L’Autore esamina anche il dibattito che è seguito alla emanazione della Direttiva soprattutto a livello di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Strasburgo) in merito alle preoccupazioni dell’opinione pubblica sui cosiddetti “cibi transgenici” (raccomandazione n. 1398 (1998) dal titolo “sicurezza del consumatore e qualità degli alimenti”), nella quale è stata espressa contrarietà alla brevettabilità degli organismi viventi, pur riconoscendo la necessità di assicurare un’adeguata protezione ai diritti dell’”invenzione” (proprietà intellettuale) [Raccomandazione 1417/1999]. Questi problemi sono stati affrontati ma non risolti nella conferenza internazionale di Oviedo (16-19 maggio 19999) organizzata dal Consiglio d’Europa. Il Comitato Direttivo di Bioetica del medesimo Consiglio d’Europa è stato indicato di esprimere “parere” sulla complessa materia; nel frattempo sono intervenute la conferenza di Seattle e Montreal, ove è stato firmato, nel gennaio 2000, un Protocollo sulla biosicurezza che regolamenta il commercio internazionale di sementi e sostanze geneticamente modificate ritenuti pericolosi per l’ambiente e la salute, escludendo però i prodotti finiti, e perciò il cibo transgenico. Nel momenti in cui – scadendo la moratoria –la Direttiva 98/44/CE entrerà in vigore (31 luglio 2000) essendo improbabile l’accettazione delle argomentazioni di invalidazione sollevate da Olanda e Italia, l’Autore insiste per l’adozione del “principio di precauzione”, esplicitamente incorporato nel diritto comunicato relativo alla protezione della salute, oltreché alla tutela dell’ambiente, che dovrà essere tuttavia meglio specificato nella sua estensione e nelle conseguenze attese. Un secondo principio, quello della “trasparenza”, richiede un’ulteriore affinamento delle informazioni rivolte al consumatore, tramite una più chiara etichettatura che consenta una scelta realmente libera e consapevole dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati posti in commercio. Dovrà essere perseguita la ricerca, escludendo peraltro l’uso dell’embrione umano.
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Menis, Claudio. « Les rapports entre le droit communautaire et la nouvelle loi italienne relative à la protection de la concurrence ». Journal of Public Finance and Public Choice 8, no 2 (1 octobre 1990) : 79–92. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344974.

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Résumé :
Abstract La nuova legge italiana sulla concorrenza s’inserisce in un contesto economico e giuridico caratterizzato dall’esistenza del diritto comunitario della concorrenza, che è applicable a tutti i comportamenti delle imprese che producono effetti nella Comunità economica europea.Il diritto comunitario non esclude che gli Stati membri introducano leggi nazionali per la protezione della concorrenza, che anzi possono coesistere legittimamente con il diritto comunitario e anche svolgere un ruolo importante in seno alla Comunità.Pertanto, è utile esaminare quale sia l’incidenza del diritto comunitario della concorrenza sulla legge italiana e, inoltre, quale sia il ruolo che la legge italiana può svolgere per contribuire ad assicurare il buon funzionamento del mercato comune.In primo luogo, è necessario esaminare i rapporti tra gli articoli 85 e 86 del Trattato CEE e i diritti nazionali della concorrenza.Tali articoli si applicano esclusivamente ai comportamenti delle imprese che sono suscettibili d’influenzare gli scambi commerciali tra Stati membri. Essi non hanno quindi il compito di sostituirsi ai diversi diritti nazionali della concorrenza ma, al contrario, lasciano aperta agli Stati membri la possibilità di emanare norme specifiche per il controllo delle imprese i cui comportamenti hanno effetto nei rispettivi territori nazionali.Peraltro, secondo quanto ha stabilito nel 1969 la Corte di Giustizia delle Comunità europee, l’applicazione parallela del diritto comunitario e del diritto nazionale non può essere ammessa che nella misura in cui non pregiudichi l’applicazione uniforme, in tutto il mercato comune, delle norme comunitarie.Tra i diversi casi possibili, quelli in cui le autorità nazionali possono agire sono sia il caso in cui la Commissione abbia ritenuto di vietare gli accordi o le pratiche in discussione, ed in cui un divieto a livello nazionale potrebbe contribuire ad elevare le sanzioni nei riguardi dell’impresa incriminata (pur tenendosi conto del fatto che per motivi di equità le sanzioni cumulate non possono superare un certo livello), sia il caso in cui la Commissione abbia dichiarato che un accordo o una pratica non rientrano nel campo d’applicazione degli articoli 85 o 86; in quest’ultimo caso, secondo la dottrina prevalente, un’attestazione negativa non priverebbe le autorità nazionali del diritto di applicare la loro legislazione sulla concorrenza. Un caso analogo è quello in cui la Corte, con una speciale lettera amministrativa (lettre de classement), abbia espresso l’opinione di non dover intervenire in applicazione dell’art. 85, e nel quale le autorità nazionali possono applicare le loro norme più ristrette.Per quanto riguarda, poi, il regolamento comunitario attinente alle concentrazioni nei suoi rapporti con i diritti nazionali di concorrenza, esso non determina il suo campo di applicazione sulla base dell’influenza esercitata sugli scambi tra Stati membri, ma in funzione del criterio della dimensione comunitaria dell’operazione di concentrazione. In questo caso, contrariamente a quanto accade per l’applicazione degli articoli 85 ed 86 del Trattato CEE, viene escluso qualsiasi intervento dei sistemi nazionali nei riguardi delle concentrazioni di dimensione comunitaria (con due eccezioni: quando la concentrazione rischia di determinare una «posizione dominante” all’interno di uno Stato membro e quando uno Stato membro intenda assicurare la protezione di interessi legittimi che non sono tutelati dal regolamento comunitario).Gli Stati membri possono, invece, applicare la loro legislazione alle concentrazioni che non abbiano dimensione comunitaria.Tutto quanto precede riguarda i rapporti tra normative CEE e diritti nazionali degli Stati membri. Vediamo adesso la posizione della legge italiana con riguardo al diritto comunitario della concorrenza.A questo riguardo, vi sono alcune difficoltà interpretative. Infatti, secondo il primo comma dell’art. l della legge, quest’ultima si applicherebbe alle intese, agli abusi di posizione dominante ed alle concentrazioni d’imprese che non ricadono nell’ambito di applicazione delle norme comunitarie. Pertanto, l’Autorità italiana, dopo aver constatato che un caso sottopostole non rientra nell’ambito di applicazione della legge, ne informa la Commissione delle Comunità europee, trasmettendole tutte le informazioni in suo possesso.Se ci si attenesse, quindi, ai due primi’ paragrafi, si potrebbe ritenere che la legge italiana non possa mai essere applicata a casi che rientrano nella competenza del diritto comunitario della concorrenza; tale limitazione del diritto italiano della concorrenza, come si è visto, non è richiesta dal diritto comunitario (salvo per le concentrazioni di dimensione comunitaria).Il terzo paragrafo dell’art. 1, tuttavia, sembra introdurre un’eccezione a questa limitazione, affermando che, per quanto riguarda i casi per i quali la Commissione delle Comunità europee ha gia iniziato una procedura, l’Autorità italiana deve sospendere l’istruttoria, «salvo per gli eventuali aspetti di esclusiva rilevanza nazionale».Due interpretazioni sono possibili: che gli «aspetti di esclusiva rilevanza nazionale” si riferiscano soltanto a comportamenti che non sono suscettibili d’influenzare gli scambi tra Stati, oppure che si riferiscano anche a comportamenti che possono influenzare tali scambi e, di conseguenza, la legge italiana potrebbe applicarsi anche a comportamenti che rientrano nel diritto comunitario della concorrenza. In quest’ultimo caso potrebbe esservi un’applicazione parallela dei due ordinamenti della concorrenza, sempre con il rispetto del primato del diritto comunitario (salvo che per le concentrazioni di dimensione nazionale).Sara compito dell’Autorità scegliere tra queste due possibili interpretazioni.
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Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Résumé :
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Rosato, Paolo, Raul Berto et Chiara D'Alpaos. « Risk and returns in real estate development projects at the black swan test [Rendimento e rischio d’investimento immobiliare alla prova del cigno nero] ». Valori e Valutazioni 31 (février 2023) : 15–31. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223103.

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Résumé :
The real estate market is affected by great uncertainty due to the nexus of various factors: a) the specificity of the assets traded, which are illiquid, unique and very hetherogeneous from each other; b) the ‘structural disequilibrium’ of the market caused by the differences emerging in elasticity of supply with respect to demand; c) the non-competitiveness of the market, which often turns into a bilateral monopoly; d) the great variability of market prices. Since the subprime mortgage crisis that broke out at the end of 2006 in the United States, it has clearly emerged that, in a sector that represents about a third of world wealth, it is necessary, on the one hand, to implement proper and increasingly sophisticated valuation tools, to support the design of effective risk management strategies and, on the other hand, to improve the reliability of real estate data, in order to allow for a more robust verification of the hypotheses on the trend of the cash flows generated by the investment and a more accurate valuation of the investment risk and, consequently, of the project expected rate of return. The main objective of this work is to investigate the accuracy and robustness of the estimates of real estate investors of the expected returns on an urban development project in a medium-sized city representative of the North East of Italy. Using a simulation-based approach, the gap between the observed internal rate of return, estimated ex post on the basis of the actual trend of the parameters that influence investment returns, and the expected internal rate of return, calculated ex ante on the basis of the information available at the time of the investment decision. Firstly, we constructed the time series from 1995 to 2015 of the expected and observed internal rates of return of investments in the residential sector. We obtained the time series of the cash flows generated by the investment under investigation by implementing a simulation-based approach. Starting from the comparison between observed internal rate of return and expected internal rates of return, we identified ex post the risk implicitly assumed by the investor at the time of the decision to undertake the investment. Secondly, the effectiveness of the Capital Asset Pricing Model as a method for estimating the return on a property investment was verified, by comparing the project’s observed (ex post) internal rate of return with its ex ante rate of return, estimated through the Capital Asset Pricing Model. To carry out the above analyses, we constructed the time series of observed and expected internal rate of returns from 1995 to 2015 of investments in the residential sector. The time series of the internal rate of returns of real estate investments were obtained by implementing a simulation-based approach to determine the cash flows of real estate investments representative of the context under investigation and by adopting as model inputs the parameters usually adopted in ex-ante and ex-post real estate valuations. Starting from the comparison between observed and expected internal rate of returns, we identified ex-post the risk implicitly assumed by the developer at the time of the decision to undertake the investment. Finally, by investigating the determinants of the divergence between the investment’s observed and expected internal rate of return and cyclical variables, we identified the factors (i.e., the macroeconomic fundaments) which, in the period under investigation, affected investment risk and, consequently, investment return. Finally, by investigating the relationships that account for the difference between the observed and expected internal rate of return and the economic factors that can determine the current stage in economic cycles, we identified the determinants of invetment risk and returns. Il mercato immobiliare è affetto da grande incertezza dovuta a una concatenazione di diversi fattori: a) la specificità dei beni scambiati che sono illiquidi, unici e molto eterogenei tra loro; b) il “disequilibrio strutturale” del mercato causato dalla diversa elasticità del- l’offerta rispetto alla domanda; c) la non concorrenzialità del mercato che, assume spesso le caratteristiche del monopolio bilaterale; d) la grande variabilità dei prezzi di mercato. A partire dalla crisi dei mutui sub- prime scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti, è emerso chiaramente come, in un settore che rappresenta circa un terzo della ricchezza mondiale, sia necessario, da un lato, operare con strumenti valutativi adeguati e sempre più sofisticati, in grado di suppor- tare l’individuazione di strategie efficaci di gestione dei rischi e, dall’altro, migliorare l’affidabilità dei dati immobiliari, in modo da consentire una verifica più ro- busta delle ipotesi sull’andamento dei flussi di cassa generati e una stima più accurata del rischio e, conseguentemente, del tasso di rendimento atteso. Obiettivo principale del presente lavoro è di investigare l’accuratezza delle previsioni effettuate da un ipotetico operatore immobiliare sul rendimento di un investi- mento a sviluppo in una città di medie dimensioni rap- presentativa della provincia dell’Italia settentrionale. Attraverso un approccio basato sulla simulazione, è stato calcolato lo scarto fra il tasso interno di rendimento effettivo, stimato ex post in base all’andamento effettivo dei parametri influenti sul rendimento stesso, e il tasso interno di rendimento atteso, calcolato ex ante sulla base delle informazioni disponibili al mo- mento della decisione d’investimento. In primo luogo, è stata costruita la serie storica dal 1995 al 2015 dei tassi interni di rendimento attesi ed effettivi dell’investi- mento immobiliare residenziale a sviluppo. Le serie storiche sono state ottenute mediante la simulazione dei flussi di cassa di investimenti immobiliari rappresentativi della realtà indagata. A partire dal confronto fra tassi interni di rendimento effettivi e tassi interni di rendimento attesi è stato individuato, ex post, il rischio assunto implicitamente dall’investitore al momento della decisione di intraprendere l’investimento stesso. In secondo luogo, è stata verificata la bontà del Capital Asset Pricing Model come metodo di stima del rendi- mento di un investimento immobiliare a sviluppo, confrontando il tasso interno di rendimento effettivo e il tasso di rendimento ex ante stimato attraverso il Capi- tal Asset Pricing Model stesso. Infine, indagando sulle relazioni che intercorrono fra lo scarto fra tasso di rendimento interno effettivo e atteso e le variabili congiunturali, sono stati individuati i fattori che, nel periodo considerato, hanno maggiormente influito sul rischio al quale si è esposto l’investitore al momento di investire.
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Kahn, Ruth, Steven Stemler et Janice Berchin-Weiss. « Enhancing Parent Participation in Early Intervention Through Tools That Support Mediated Learning ». Journal of Cognitive Education and Psychology 8, no 3 (octobre 2009) : 269–87. http://dx.doi.org/10.1891/1945-8959.8.3.269.

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Résumé :
The Ready to Learn parent–infant education program of the Lexington School for the Deaf in New York is a family-centered early intervention program. The staff used two new measurement instruments to scaffold their efforts to establish a collaborative relationship with parents who represent a variety of cultures and socioeconomic levels. The results demonstrate that these instruments can effectively measure changes in parents’ interactive behavior with teachers and with their children, as well as their active participation as mediators of their children’s learning opportunities over time. Specifically, the results indicate that parents contributed to setting goals for their children and the domains of the goals were consistent with the cognitive and family-centered focus of the program. Further, parents made significant gains in their ability to share information with staff, address their children’s hearing and communication needs, participate in meetings, and collaborate during assessment and team meetings over time. Le programme d’éducation parent—bébé « Prêt pour Apprendre » de l’École Lexington pour les Sourds de New York est un programme familial centré sur l’intervention précoce (Family-Centered Early Intervention). L’équipe utilisait deux nouveaux outils de mesure afin d’étayer leurs efforts pour établir une relation de collaboration avec les parents représentant une variété de cultures et de niveaux socio-économiques différents. Les résultats démontrent que ces instruments se révèlent effectivement capables de mesurer des changements dans le comportement interactif des parents avec les enseignants et avec leurs enfants. Ils sont aussi efficaces pour mesurer leur participation active comme médiateurs des opportunités d’apprentissage offertes à leurs enfants au fil du temps. Plus spécifiquement, les résultats indiquent que les parents ont contribué à fixer des objectifs à leurs enfants et que la nature des objectifs choisis était consistante avec la centration cognitive et familiale du programme cognitif et la famille. De plus, les parents ont fait des progrès significatifs dans leur capacité à partager des informations avec l’équipe, à s’ajuster aux capacités auditives de leurs enfants et à leurs besoins de communication, à participer aux réunions et à collaborer pendant l’évaluation et les réunions d’équipe. Das “Ready to Learn” (bereit zum Lernen)-Eltern-Kind-Erziehungsprogramm der Lexington School für Taube in New York ist ein familienzentriertes Frühinterventionsprogramm (FCEI). Das Personal nutzte zwei neue Messinstrumente, um seine Bemühungen zur Etablierung einer kollaborativen Beziehung mit Eltern aus einer Vielfalt von Kulturen und sozioökonomischen Schichten zu stützen. Die Ergebnisse demonstrieren, dass diese Instrumente effektiv Veränderungen im interaktiven Verhalten der Eltern mit den Lehrern und mit ihren Kindern sowie auch ihre aktive Partizipation als Mediatoren der Lerngelegenheiten ihrer Kinder im Zeitverlauf messen können. Die Ergebnisse zeigen, dass Eltern dazu beitrugen, Ziele für ihre Kinder zu setzen, wobei die Bereiche der Ziele konsistent waren mit dem kognitiven und familienzentrierten Fokus des Programms. Weiterhin machten die Eltern signifikante Gewinne in ihrer Fähigkeit deutlich, Information mit dem Personal zu teilen, die Hör- und Kommunikationsbedürfnisse ihrer Kinder anzusprechen, an Treffen teilzunehmen und bei der diagnostischen Erfassung wie bei den Treffen der Teams über die Zeit mitzuwirken. El programa para la preparación de los padres en la educación de sus hijos pequeños de la “Lexington School” para Sordos en Nueva York es un programa de intervención temprana centrado en la familia. El equipo de profesores utilizó dos nuevos instrumentos de medida para estructurar sus esfuerzos con el fin de establecer una relación colaborativa con los padres, los cuales representan una amplia variedad de niveles culturales y socioeconómicos. Los resultados demostraron que esos instrumentos pueden medir de forma efectiva cambios en el comportamiento interactivo de los padres con los profesores y con sus hijos, así como en su participación activa como mediadores de las oportunidades de aprendizaje de sus hijos a lo largo del tiempo. Específicamente, los resultados indican que los padres contribuyeron a centrar los objetivos de sus hijos y a dominar los objetivos de forma consistente relativos al foco del programa cognitivo centrado en la familia. Además, los padres pueden lograr significativas ganancias en sus habilidades para compartir información con el equipo de profesores, para dirigir la escucha y las necesidades de comunicación de sus hijos, para participar en las reuniones y para colaborar durante la evaluación y enseñar el modo de conducir una reunión a lo largo del tiempo. Il programma di educazione per bambini piccoli e per genitori Pronti ad imparare della Lexington School per sordi di New York è un programma di intervento precoce centrato sulla famiglia (FCEI). Lo staff ha usato due nuovi strumenti di misura per sostenere i propri sforzi di stabilire una relazione collaborativa con i genitori che presentavano una varietà di culture e livelli socio economici. I risultati dimostrano che questi strumenti possono misurare efficacemente i cambiamenti nel comportamento interattivo dei genitori con gli insegnanti e con i loro bambini, così come la loro partecipazione attiva a lungo termine come mediatori delle opportunità di apprendimento dei loro bambini. In specifico i risultati indicano che i genitori hanno contribuito a stabilire degli obiettivi per i propri figli ed il dominio degli obiettivi era coerente con il focus cognitivo e familiare del programma. Inoltre i genitori hanno arricchito in modo significativo la loro abilità di condividere informazioni con lo staff, indirizzare l’udito dei loro bambini e i bisogni comunicativi, partecipare alle riunioni e collaborare durante la valutazione e le riunioni di team.
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Betti, Eloisa, et Gianni Rosas. « Molestie sul lavoro : la Convenzione OIL n. 190 e la progettualità UDI Bologna ». Clionet 06 (19 décembre 2022). http://dx.doi.org/10.30682/clionet2206z.

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La violenza e le molestie abbracciano tutti i settori economici, le professioni, le tipologie di impiego e riguardano tutte le persone nel mondo del lavoro. L’articolo fornisce un quadro della normativa italiana e internazionale e analizza i risultati di un progetto sperimentale di formazione/informazione realizzato dall’Udi sulla base di un approccio integrato, che riconosce come fondamentali le interconnessioni tra violenza domestica e mondo lavorativo.
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Sumar, Ramiro Rodrigues. « Consulenza contabile amministrativa : un nuovo modo di fare impresa attraverso la tecnologia ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 28 juillet 2021, 91–104. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/economia-aziendale/attraverso-la-tecnologia.

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Résumé :
Obiettivo: Descrivere l’impatto degli ostacoli e delle potenzialità che la tecnologia ha portato alla consulenza contabile. Domanda: In che modo la consulenza contabile amministrativa può aiutare un’azienda a utilizzare le tecnologie? Metodi: Lo studio è una rassegna bibliografica. È stata condotta una ricerca con i descrittori: tecnologia; innovazione; contabilità; sulla piattaforma dati di Spell (Scientific Periodicals Electronic Library) nel giugno 2021. La perquisizione ha portato a 10 articoli. Risultati: i risultati portati come ostacoli: Il crescente progresso tecnologico, adattarsi all’uso di queste nuove tecnologie, Centralità del ruolo del contabile nei modelli tradizionali, Mancanza di conoscenza del software,Mancanza di forza lavoro specializzata, malfunzionamento della connessione, manodopera qualificata. E come potenzialità: Utilizzo di diverse tecnologie digitali, Agilità e guadagno di tempo, Convenienza, rapporto inseparabile tra tecnologia e contabilità consultiva promuovendo un supporto agile e di qualità ai suoi vari utenti, soddisfazione del cliente, velocità e flessibilità e riduzione dei costi. Conclusioni: È chiaro che le tecnologie dell’informazione influenzano positivamente l’esercizio della contabilità consultiva, anche se oltre ai vantaggi presenta i suoi svantaggi. Vale la pena ricordare che le tecnologie consentono il controllo delle informazioni contabili per l’ingresso e l’uscita di materiali e input, nonché la loro origine e destinazione finale, evitando perdite inutili, tra cui deviazioni, agilità, flessibilità e sicurezza.
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