Articles de revues sur le sujet « Indirizzo STORICO »

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1

Caprara, Leonardo. « Linee evolutive del ruolo dei laici nel diritto canonico vigente ». Scientia Canonica 4, no 8 (10 septembre 2022) : 105–43. http://dx.doi.org/10.31240/2595-1165.vol4n8a2021pp105-143.

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Résumé :
Il Concilio Vaticano II costituisce lo spartiacque storico tra due epoche: quella preconciliare dominata dalla visione della Chiesa come societas perfecta inæqualis e dalla conseguente costruzione del rapporto laico/chierico in termini di subordinazione/sovraordinazione e quella post-conciliare nella quale matura l’idea della corresponsabilità e partecipazione di tutti i battezzati - siano essi chierici, laici o religiosi - nell’edificazione del Corpo di Cristo. Gli apporti della dottrina conciliare sono stati trasfusi in termini giuridici nel Codex del 1983 che pone al centro del (nuovo) diritto costituzionale canonico il principio di uguaglianza specificato dal principio di varietà: tutti i fedeli sono eguali nella dignità e nell’azione godendo dei medesimi diritti e doveri ma ognuno di essi è chiamato a partecipare alla missione della Chiesa con uno specifico ruolo determinato dalla rispettiva vocazione e condizione. Dopo aver dato conto del mutamento di indirizzo tra il Codice del 1917 e la nuova codificazione canonica, il presente contributo si sofferma sull’evoluzione della concezione del laicato nel post- Concilio con particolare attenzione ad alcuni documenti pubblicati nel corso degli ultimi tre pontificati sottolineandosene il contributo decisivo sia quanto all’interpretazione, arricchimento e sviluppo dei principi conciliari sia quanto all’applicazione concreta delle norme codiciali.
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2

Cavagna, Davide, Carlo Cristini et Marcello Cesa-Bianchi. « Rassegna storica degli indirizzi quantitativi e qualitativi in psicologia ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (avril 2017) : 25–66. http://dx.doi.org/10.3280/rip2017-001002.

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3

Chimirri, Rosario. « Paesaggi marginalizzati : un'esperienza nella Calabria interna, per un nuovo comunitario ». TERRITORIO, no 99 (août 2022) : 107–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099015.

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Nella recente attenzione per i paesaggi marginalizzati, la realtà dei paesi storici in abbandono costituisce tema di studio. Si tratta di luoghi organicamente fondati su sistemi relazionali, di cui tutelare i valori e migliorare i processi di recupero in atto. Legando la storia dei manufatti alle vicende umane ed evitando forme di musealizzazione e turistificazione, questo contributo, concentrandosi sui contesti della Calabria interna, è indirizzato a una prospettiva di riuso che, dall'anima dei luoghi, tende a un ‘nuovo comunitario', che possa ‘liberamente' riattecchire negli spazi del passato. In antitesi a una urbanistica della frammentazione e della solitudine, con la costruzione di ‘cantieri di vicinato', fra tradizione e innovazione.
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4

Bonuzzi, di Luciano. « La storiografia medica nell'età della Rivoluzione : l'esperienza francese e italiana ». Gesnerus 48, no 2 (25 novembre 1991) : 157–70. http://dx.doi.org/10.1163/22977953-04802002.

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Dopo un breve cenno alia storia della storiograjia medica da fppocrate alVeta della grande Rivoluzione, si confrontono i contributi italiani efrancesi editi alia fine del ’700. Nel ’700 la storia della medicina segue indirizzi annalistici, bibliografici e metodologici. In Francia, con Pinel e Cabanis, la storia della medicina ha soprattutto carattere metodologico come aveva insegnato Cullen. Anche in Italia, dove rinteresse per la disciplina è più tardivo rispetto agli altri paesi europei, si impone il modello metodologico trasmesso dalla cultura di lingua francese.
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5

Iacobone, Damiano. « Storie delle città giardino ». TERRITORIO, no 95 (mai 2021) : 19–29. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095003.

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Il saggio ripercorre la lunga vicenda delle città-giardino, a partire da una sintesi delle principali caratteristiche teoriche e progettuali che costituiscono la genesi di questo fenomeno urbano: i saggi di Ebenezer Howard e le realizzazioni di Letchworth, Welwyn, ma anche Hampstead e Brentham. La repentina diffusione di questa idea di urbanizzazione ha il suo impatto anche in altre nazioni, dove alcuni tra i più importanti architetti del periodo si confrontano con il tema della città giardino: Le Corbusier, Berlage, Taut, Tessenow, anche se successivamente seguiranno indirizzi progettuali differenti. Nella terza parte si ripercorre l'impatto in Italia di queste proposte, con una prima associazione alle case popolari sino a esiti ben differenti nella seconda metà del Novecento.
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Colombo, Angelo. « Die deutsche Dante-Forschung und die italienische ›historische Schule‹ : ein Briefwechsel zwischen Karl Witte und Alessandro D’Ancona ». Deutsches Dante-Jahrbuch 95, no 1 (23 septembre 2020) : 131–42. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0011.

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Riassunto L’articolo propone la discussione intrecciata da Karl Witte con Alessandro D’Ancona (1868–1877) in merito alla Vita nuova, di cui entrambi i dialoganti curarono un’edizione: il primo nel 1876, il secondo nel 1873. Ne emerge la funzione sostanziale di maestro del dantismo europeo ricoperta dal Witte nei confronti di chi, come il D’Ancona, si andava ormai affermando in Italia come capofila e animatore indiscusso della ›Scuola storica‹, che fu responsabile, nel suo insieme, di un rinnovamento profondo nei metodi di ricerca e negli indirizzi universitari degli studi nella seconda metà dell’Ottocento, in un rapporto fecondo di scambi e di assiduo confronto con l’ambiente accademico tedesco.
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Marino, Andrea. « Indirizzi storiografici e proposte interpretative su Tangentopoli e la crisi politica italiana del 1992 ». SOCIETÀ E STORIA, no 176 (août 2022) : 281–300. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-0176004.

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La frattura prodotta dalla crisi politica del 1992 determinò una cesura che non poteva essere sottovalutata e sul piano storiografico ne sarebbe derivato uno stimolo interpretativo per comprenderne le cause e le ragioni. L'attenzione fu pertanto rivolta alla ricerca dei sintomi e delle contraddizioni che l'avevano preannunciata e che avevano prodotto una lenta sedimentazione di elementi degenerativi nelle fasi storiche antecedenti. Tuttavia, obiettivo del contributo è proporre una rilettura degli eventi del 1992 non esclusivamente come il prodotto di una progressiva adesione collettiva a degli ideali morali, ma più come effetto di una traumatica dinamica conflittuale che aveva le sue ragioni nelle lotte politiche del tempo e generata in primo luogo dalle forze e dagli attori direttamente impegnati nello spazio pubblico e mediatico.
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8

Camposano, Raffaele. « Storia della Polizia di Stato in Dura Lex sed Lex ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 523–31. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173005.

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Résumé :
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi spunti, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore argomenta i motivi alla base del volume a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli, Dura Lex sed Lex. Storia e rappresentazione della polizia di Stato dal 1852 alla riforma del 1981, offrendone un profilo.
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Gentiloni Silveri, Umberto. « La politica internazionale e Amintore Fanfani ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 262 (octobre 2011) : 64–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262004.

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Negli ultimi anni il dibattito storiografico sul secondo dopoguerra ha privilegiato i tentativi di superare le narrazioni nazionali, rimettendo in discussione i confini tradizionali delle discipline di riferimento. Il percorso biografico di Amintore Fanfani rappresenta un punto di osservazione privilegiato, segnato dall'incontro tra la politica estera e le scelte che hanno caratterizzato diverse fasi della storia della repubblica. Il contributo analizza alcune questioni chiave che attraversano e ridefiniscono il sistema internazionale, con particolare attenzione agli indirizzi e ai condizionamenti del sistema bipolare. Il ruolo centrale di Fanfani nella Democrazia cristiana e negli esecutivi che lo vedono capo del governo o ministro degli Esteri viene utilizzato come chiave di lettura per seguire le trasformazioni dei nessi tra quadro interno e contesto internazionale. La storia della repubblica diventa parte di una piů ampia dinamica che caratterizza una lunga fase del secondo dopoguerra, fino a condizionare gli assi portanti della proiezione internazionale dell'Italia repubblicana.
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Sanzi, Ennio. « Un caso di magia nel I secolo d.C. o dell’invincibilità del 'mos maiorum' ». Romanitas - Revista de Estudos Grecolatinos, no 9 (14 décembre 2017) : 91. http://dx.doi.org/10.17648/rom.v0i9.18481.

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Un’epigrafe datata all’ultimo quarto del I sec. d.C. in cui si commemora lo scioglimento di un voto indirizzato a Giove Ottimo Massimo da parte di un sexvir Augustalis et Flavialis della colonia di Todi, se analizzata secondo una rigorosa lettura storico-religiosa, si rivela una reale cartina al tornasole per meglio comprendere come la magia sia stata concepita nel seno dell’ufficialità dell’epoca. La constatazione che il dedicante espliciti il proprio titolo, che la divinità artefice del fallimento dell’azione magica rivolta contro il collegio dei decurioni sia Giove Ottimo Massimo, che il voto ricordato sia stato formulato pro salute dell’intera collettività, assume valore imprescindibile solo se filtrata attraverso la filigrana del mos maiorum, assoluto discrimen tra ciò che lecito o meno in forza del relativo uniformarsi o alla tradizione.
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Coco, Vittorio. « La polizia in Italia. Una storia complessa ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 556–64. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173009.

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Résumé :
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio.
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Azzarelli, Andrea. « Per una storia delle polizie in epoca contemporanea. Alcune riflessioni a partire da due recenti volumi ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 546–55. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173008.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare il volume di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e il volume, curato da Raffaele Camposano e Fabio Santilli, Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981.
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Cornelli, Roberto. « Spunti dalla storia per una teoria della polizia ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 565–74. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173010.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra il 2018 e il 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave interdisciplinare, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Farinelli, Patrizia. « Le tentazioni di un genere : sul fantastico nella narrativa di Tabucchi ». Acta Neophilologica 40, no 1-2 (15 décembre 2007) : 187–96. http://dx.doi.org/10.4312/an.40.1-2.187-196.

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Nella rielaborazione di Tabucchi del genere fantastico, l'evento strano e inspiegabile non crea una sovrapposizione di due realtà inconciliabili, semmai richiama l'attenzione su una realtà già in partenza permeata di illogico e quindi inafferrabile. Anche l'esitazione del protagonista di fronte a tale evento appare ridotta e di conseguenza limitata la sua ricerca di spiegazioni razionali. La quete del personaggio tabucchiano non si indirizza ali' evento strano e inspiegabile, ma piuttosto al passato ìrrisolto che questo fa riaffiorare. In questo senso i criteri indicati da Todorov come basilari per i riconoscimento del genere non tengono più pienamente. Indubbio è tuttavia che, pur in presenza delle trasformazioni indicate, diverse strategie narrative del fantastico continuano ad essere utilizzate da Tabucchi per costruire una dimensione multipla, sia a livello di storia che di discorso. Proprio perché la scrittura postmodema fa delll' ambiguità momento centrale di riflessione, non può non essere tentata (e sedotta) dal fantastico.
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Di Giorgio, Michele. « Per una polizia nuova : alcune riflessioni a margine di una ricerca ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 532–38. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173006.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore argomenta i motivi alla base del volume, da lui scritto, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), disegnandone un profilo.
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Di Fabio, Laura. « Due democrazie, una sorveglianza comune. Note a margine di una ricerca ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 539–45. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173007.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice argomenta i motivi alla base del volume, da lei scritto, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), disegnandone un profilo.
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Tekavčić, Pavao. « Alcune riflessioni a proposito di una recentissima grammatica della lingua italiana ». Linguistica 29, no 1 (1 décembre 1989) : 149–60. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.29.1.149-160.

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L'Italia, che neppure nel passato mancava di grammatiche di indirizzo normativo e descrittivo, si è arricchita negli ultimi anni di una serie di opere glottodidattiche dedicate all'italiano. Una delle ultime è il poderoso volume La lingua e i testi, Grammatica de/la lingua italiana di P. Agazzi, A. Fallica e A. Menegoi, edito da Minerva Italica, Bergamo, 1988. II libro non è soltanto una grammatica in senso usuale: infatti, vi si trattano le nozioni fondamentali della teoria linguistica attuale (comunicazione, segno linguistico, codice, funzioni della lingua, metafora e metonomia, denotazione e connotazione, fattori della comunicazione), della teoria del testo (con alcuni campioni di testi di vario genere), in seguito l'origine e lo sviluppo della lingua italiana (dall'Indovinello veronese ai nostri giorni), i dialetti e le comunita alloglotte, e nell'ultima delle quattro appendici si danno gli elementi della composizione scritta. Il volume include dunque in notevole misura la sociolinguistica, la pragmatica, la comunicazione e la teoria dell'informazione (invece di parlante o locutore e collocutore si usano conseguentemente i termini emittente e destinatario ), la storia della lingua, la cultura del parlato e dello scritto. Si cerca insomma di avvicinare il Linguaggio all'alunno e di sviluppare in lui non solo la competenza grammaticale ma anche quella comunicativa, attiva e passiva.
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Mori, Simona. « Polizia e società italiana fra Otto e Novecento : spunti da alcuni studi recenti ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 575–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173011.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Franco, Andrea. « Bystree, Vyse, Sil'nee : lo sport russo e sovietico dalle origini al disgelo ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (mai 2021) : 207–35. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002011.

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Il presente articolo prende in esame alcuni aspetti rilevanti della storia dello sport in Urss, risalendo fino alle lontane origini in epoca zarista, e analizza come il movimento sportivo si sviluppò in Unione Sovietica. Il saggio prende in esame l'evoluzione dell'approccio con cui il potere sovietico, nei suoi primi anni di vita, guardò allo sport, dapprima rinnegandone la dimensione agonistica, cui veniva preferito il movimento di massa, che veniva associato ad un solidarismo di matrice marxista-leninista. Nel corso degli anni successivi la politica sovietica nei confronti dello sport mutò varie volte di indirizzo: dapprima furono organizzate le Spartakiadi, le competizioni cui partecipavano i movimenti socialisti europei, mentre, nel corso della seconda metà degli anni Trenta, le grandi sfilate di ginnasti in Piazza Rossa doveva in qualche modo porre il movimento sportivo staliniano alla pari di quelli ostentati dal nazismo e dal fascismo. Solo nei primi anni Cinquanta, il movimento sovietico aderì al CIO, e quindi alle manifestazioni sportive internazionali, dando vita ad un braccio di ferro con gli Usa, nel quale la supremazia in ambito sportivo stava a significare la superiorità di un sistema ai danni di quello rivale. Il saggio analizza, poi, i valori dello sport sovietico, i miti e gli anti-miti, e il suo impatto nella cultura di massa, con una particolare attenzione in riferimento al quadriennio 1952-1956.
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BERTINI, SILVIA. « PSICOLOGIA GIAN VITTORIO CAPRARA, ACCURSIO GENNARO, Psicologia della personalità. Storia, indirizzi teorici e temi di ricerca, Bologna, Il Mulino, 1994, 563 pp. » Nuncius 13, no 1 (1 janvier 1998) : 357–59. http://dx.doi.org/10.1163/221058798x00422.

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Mohamed, Lamiaa Aly. « La lotta contro il tempo nel “Deserto dei Tartari” di Buzzati e “La gente della caverna” di Hakim ». (Faculty of Arts Journal) مجلة كلية الآداب - جامعة مصراتة, no 14 (21 juillet 2019) : 08–35. http://dx.doi.org/10.36602/faj.2019.n14.04.

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Dino Buzzati e Tawfiq al-Hakim si sono accorti di una delle sfide umane cioè la battaglia fatale contro il tempo. La sconfitta cui sono predestinati gli uomini, più che altro la gente della caverna e Drogo, i quali -grazie alla loro vita legata a momenti storici critici oppure a ruoli di maggiore importanza rispetto agli altri- indirizzano l’attenzione a questa lotta contro il tempo. Ogni autore ha scelto un genere e un metodo diverso per presentare la propria visione impiegando protagonisti di particolari caratteristiche, il suo bagaglio culturale, sociale e le sue esperienze private. Il mio metodo è basato su uno studio comparativo. La tesi cerca di specificare i punti che accomunano due culture, quella araba e italiana, e di mettere in rilievo le differenze alla pari. Il paragone fatto nella tesi è stato autenticato dalla lettura delle monografie e dei libri più importanti che riguardavano gli autori studiati. Inoltre ho analizzato le diverse idee delle opere in modo da evidenziare il concetto della lotta secondo gli scrittori, i quali impiegano quest’idea per trasmetterci le loro prospettive di vita e i loro pensieri.
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Akthar, Salman. « Essere diversi senza suonare la grancassa. Riflessioni sulla tecnica della psicoanalisi contemporanea ». SETTING, no 30 (juin 2012) : 45–60. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-030002.

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Prospettive diverse sulla tecnica analitica, in particolare sull'ascolto e sugli interventi in analisi, sono a piů riprese venute a galla nella storia della nostra professione, senza una adeguata tensione all'integrazione e al confronto con le prospettive classiche. Gli orientamenti relazionali e intersoggettivi, attualmente di moda nella psicoanalisi nord-americana, sembrano seguire la stessa traiettoria. I loro esponenti (Mitchell, 1993; Ogden, 1994) fanno risultare tali orientamenti non solo del tutto nuovi, ma anche fondamentalmente inconciliabili con le posizioni classiche della Psicologia dell'Io, mentre altri Autori sostengono che possano coesistere. Sorge dunque un importante interrogativo: le diverse posizioni sulla tecnica sono veramente incompatibili o possono trovare una sintesi in una gestalt unica? In questo articolo, cercherň di rispondere all'interrogativo esaminando il materiale clinico sul caso di Amalia X del Dr. Helmut Thoma e del Dr. Horst Kachele. Nella prima parte discuterň l'inquadramento che il Dr. Thoma propone della sintomatologia della paziente, la seconda sarŕ incentrata sulla sua tecnica anali tica e la terza ritornerŕ ad Amalia e cercherŕ di individuare i movimenti di sintonizzazione, gli interventi e le risposte della paziente attraverso il materiale del processo fornito dagli Autori. Concluderň con brevi osservazioni che chiuderanno il cerchio riportandoci all'interrogativo circa l'ineliminabilitŕ del pluralismo di indirizzi tecnici ovvero la possibilitŕ di una tecnica analitica unificata.
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Cuccaroni, Valerio. « Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19 ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 1 (août 2021) : 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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Redaelli, Arianna. « PER UN’INTERPRETAZIONE COMUNICATIVA DELLA PUNTEGGIATURA NELLE GRAMMATICHE FRANCESI DEL SECOLO XVIII : ESEMPI DI LETTURA MANZONIANA ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 573–88. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17149.

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Résumé :
L’articolo intende fornire una breve disamina delle riflessioni riservate alla punteggiatura da parte di alcune tra le principali grammatiche del Settecento francese, allo scopo di segnalarne la modernità, la profondità d’analisi e l’influenza che esercitarono sulla sintassi moderna, non solo d’oltralpe. Una prima sezione è destinata a osservare come, di fronte alla storia recente dell’interpunzione, i grammatici illuministi si scostino sensibilmente dalle tendenze imperanti in Italia. Essi, infatti, non riservano all’argomento spazio esiguo e liminare, né si limitano a fornire semplici regole d’uso oscillanti tra un’interpretazione pausativa e un’interpretazione sintattica dei segni, e non di rado ridotte a vaghezze sul libero arbitrio degli scriventi. Al contrario, propongono osservazioni ampie e acute, poco o per nulla connesse alla mera prassi (dunque scarsamente fruibili a livello didattico), e perlopiù relate al problematico rapporto tra oralità e scrittura, ai cambiamenti verificatisi nel tempo entro il sistema scrittorio e ai fondamenti logici e semantici che presiedono all’organizzazione del discorso, cui la punteggiatura prende attivamente parte. Si procede poi con l’osservazione diretta di alcuni scritti, in particolare dei notevoli esempi forniti dalle opere di Claude Buffier, dell’abate Girard e di Nicolas Beauzée. Pur nella difformità delle trattazioni, tali grammatici condividono un approccio ragionativo al problema, che prende avvio da un’analisi minuziosa del testo e che offre altresì i presupposti per un fertile dialogo tra indirizzi interpretativi talora divergenti. Le loro proposte giungono, tra Settecento e Ottocento, anche in Italia, al punto che uno scrittore quale il Manzoni dei Promessi Sposi sembra venirne influenzato. Di qui, una casistica che lo dimostri. Si pensi, ad esempio, all’impiego della virgola tra soggetto e predicato – che i grammatici italiani teorizzano solo a partire dal Novecento, con il Malagòli – quando il primo sia espanso o da tematizzare; e all’uso del corsivo – ancora considerato, in ambiente peninsulare, appannaggio del tipografo – per segnalare la citazione, nel testo, di un altro testo scritto: riflessioni riscontrabili, almeno sino a Ottocento inoltrato, nella sola grammatica del Beauzée. Qualche considerazione conclusiva, infine, inserisce questi lavori nel complesso degli studi sull’interpunzione e chiarisce il legame sussistente tra essi e il testo manzoniano, anche in relazione alla diffusione del paradigma comunicativo-testuale nel panorama grammaticografico italiano. A communicative interpretation of punctuation in the French grammar books of the XVIII century: manzonian examples The article provides a brief examination of the reflections on punctuation in some of the main eighteenth century French grammar books, in order to point out their modernity, depth of their analysis and the influence they exerted on modern syntax, not only in France. The first section observes how, in the face of the recent history of punctuation, the grammarians of the Enlightenment deviated considerably from the prevailing trends in Italy. In fact, they dedicated ample space to the subject, going beyond providing simple rules for use that oscillated between a pausative interpretation and a syntactic interpretation of the signs, which not infrequently were reduced to vagueness regarding the free will of the writers. The ample and acute observations, barely connected to mere practice (therefore scarcely usable at a didactic level), were mostly related to the problematic relationship between orality and writing, changes that occurred over time within the writing system and to the logical and semantic foundations that presided over the organization of discourse, where punctuation took an active part. We then proceed with the direct observation of some writings, in particular remarkable examples provided by the works of Claude Buffier, Abbot Girard and Nicolas Beauzée. Despite the differences in their treatments, these grammarians shared a reasoned approach to the problem, which began with a detailed analysis of the text and which also offered the basis for a fertile dialogue between interpretative, sometimes divergent, approaches. Between the eighteenth and nineteenth centuries, their proposals reached Italy, where Manzoni, in Promessi Sposi, seemed to have been influenced by them. Hence, a series of cases demonstrate this. Think, for example, of the use of the comma between subject and predicate – that Italian grammarians theorized only from the twentieth century with Malagòli – when the first was expanded or thematized; or the use of italics – still considered, in a peninsular environment, the prerogative of the typographer – to signal a citation, in the text, of another written text: reflections that can be found, at least until the late nineteenth century, only in the grammar book by Beauzée. Finally, a few concluding considerations place these works within studies on punctuation and clarify the link between them and Manzoni’s text, also in relation to the diffusion of the communicative-textual paradigm in the Italian grammatical panorama.
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Fava, Emilio, Pablo Zuglian, Dario Ferrario, Daria Taino, Martina Conte et Francesca Cadeo. « Memories and Future. Storia e sviluppi di un gruppo di ricerca italiano : dagli studi di efficacia alle analisi delle resistenze al cambiamento ». Research in Psychotherapy : Psychopathology, Process and Outcome 13, no 2 (23 février 2011). http://dx.doi.org/10.4081/ripppo.2010.20.

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L'obiettivo di questo articolo è di riassumere brevemente come si sia formato e sviluppato il nostro gruppo di ricerca e quali indirizzi di ricerca abbia preso nel corso degli anni. Tale fine risponde all'esigenza condivisa di una maggiore collaborazione e integrazione tra i vari gruppi che si sviluppi anche al di fuori dei contatti stimolanti, ma purtroppo sporadici, che avvengono ai congressi, sia nazionali che internazionali, in modo da aprire eventuali nuove strade di condivisione di percorsi di ricerca comune. Siamo convinti che la conoscenza reciproca sia la "via maestra" alla costruzione di nuovi progetti e alla realizzazione di quelle conoscenze scientifiche per cui la nostra Società è nata.
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