Articles de revues sur le sujet « Indirizzo STORICO E STORICO ARTISTICO »

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1

Matteucci, Giovanni. « Campo artistico e apriori storico-materiale ». Rivista di estetica, no 48 (1 décembre 2011) : 113–31. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1541.

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2

Grevstad-Nordbrock, Ted. « La protezione dei monumenti in Germania durante la seconda guerra mondiale : una prospettiva americana ». STORIA URBANA, no 129 (avril 2011) : 195–224. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129008.

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Résumé :
Il saggio documenta l'attivitŕ del governo alleato per la protezione del patrimonio storico-artistico europeo durante il secondo conflitto bellico, con particolare riferimento alla Germania. In particolare, dallo studio della documentazione conservata presso gli archivi americani, s'indaga l'impegno di alcune associazioni non militari, di cui facevano parte alcuni fra gli studiosi piů apprezzati dell'epoca, riunitesi con lo scopo di fornire alle autoritŕ militari sul campo, sotto forma d'inventari, una documentazione puntuale sul patrimonio storico-artistico d'Europa che contenesse anche una sorta di gerarchia dei valori. In Germania, nonostante l'impegno profuso per la loro elaborazione, questi strumenti si rivelarono del tutto inefficaci di fronte alla devastante strategia del bombardamento a tappeto. Leappositamente istruite per far fronte, nei territori di guerra, alla tutela del patrimonio artistico, architettonico e archivistico - gli ufficiali dei monumenti - poterono valersi degli strumenti per accertare la distruzione dei monumenti schedati, censire l'entitŕ dei danni provocati e, solo in alcuni casi, predisporre i provvedimenti d'urgenza.
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3

Torlontano, Rossana. « Un patrimonio storico e artistico inedito e inesplorato ». DigItalia 15, no 1 (juin 2020) : 114–21. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00009.

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Résumé :
Il progetto Edizione digitale dei Monumenti Adriani e degli Annali Acquaviviani è stato finanziato dall’Agenzia per l’Italia Digitale con un accordo di collaborazione con il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università di Chieti. L’obiettivo è stato la realizzazione di ricerche ed azioni specifiche finalizzate alla conservazione a lungo termine, allo studio, alla valorizzazione e alla divulgazione via internet del patrimonio storico e documentario inedito dei Monumenti Adriani e degli Annali Acquaviviani, volumi manoscritti da Nicola Sorricchio tra il 1755 e il 1785 conservati presso la biblioteca privata dei suoi eredi. Essi trattano la storia di Atri e del territorio circostante dall’età medievale fino alla seconda metà del Settecento, dominata dalle vicende e dalla politica della famiglia degli Acquaviva nel ramo dei duchi d’Atri. È stata creata una Digital Library che ospita la riproduzione digitale dei volumi garantendone la conservazione a lungo termine e la possibilità di essere consultati sia attraverso il sito http://sorricchio.dilass.unich.it che sulla Teca Digitale Italiana di Internet Culturale. I dati sono stati digitalizzati e memorizzati nel formato MAG, standard per l’ICCU, e archiviati in modo permanente nel formato interno richiesto dal software Fedora Commons opportunamente configurato con un content model adatto a rappresentare opere testuali manoscritte. Il sistema web-based realizzato ha consentito l’indicizzazione complessa di concetti e temi importanti per la ricerca e la realizzazione di apparati scientifici tramite annotazioni e/o database, con l’obiettivo ultimo di divulgare anche questa documentazione digitalizzata e i risultati della ricerca nel sito web dedicato del progetto.
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Mantini, Silvia, Fabio Graziosi, Fabio Franchi et Stefano Boero. « La tecnologia 5G e i beni culturali : percorsi di storie e architetture all’Aquila ». DigItalia 15, no 2 (décembre 2020) : 117–25. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00019.

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Résumé :
All’indomani del terremoto del 2009, l’Università dell’Aquila ha realizzato progetti di tutela e valorizzazione dei beni culturali che rispondono a esigenze di comunicazione dell’invisibile, di fruizione del visibile differentemente collocato e del recupero di facies sparite. Con particolare riferimento al patrimonio storico-artistico della città, la tecnologia 5G ha permesso la sperimentazione di soluzioni di realtà aumentata e virtuale che hanno riguardato chiese e palazzi ricostruiti. La traduzione delle ricerche d’archivio in approcci storici digitali, in pratiche di public history e in esperienze di editoria aumentata ha consentito, attraverso le ICT, una più ampia accessibilità ai contenuti multimediali da parte di diversi pubblici di fruitori.
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Di Fazio, Stella, et Costantino Landino. « Rappresentare i contesti nella descrizione delle risorse culturali : il Portal Entity Builder di MetaFAD ». DigItalia 17, no 1 (juin 2022) : 168–83. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00046.

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Résumé :
Il Portal Entity Builder (PEB) è uno specifico modulo che consente un editing facilitato di ontologie in formato OWL, realizzato dall’Istituto centrale per gli archivi (ICAR) nell’ambito del progetto di reingegnerizzazione del Portale Rete degli Archivi per non dimenticare. Il PEB è stato sviluppato come un componente aggiuntivo del software open source MetaFAD, piattaforma destinata alla descrizione e alla catalogazione di materiale archivistico, bibliografico e storico-artistico in un unico ambiente integrato, dotata di Digital Asset Manager per la gestione e la fruizione di oggetti digitali. L’articolo richiama brevemente lo scenario che ha orientato l’Istituto in questa scelta operativa e descrive più analiticamente il progetto di realizzazione dello strumento e le sue caratteristiche applicate ad un caso reale.
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Missagia, Andrea, et Feliciano Tosetto. « La Madonna Lactans tra Cristianesimo ed Islam. La vita di un motivo attraverso devozione popolare, arte ed élite politiche ». Eikon / Imago 11 (1 mars 2022) : 93–105. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.76107.

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Résumé :
Esplorando dal punto di vista storico, antropologico e artistico l'incredibile successo e diffusione del motivo della Madonna Lactans, il presente scritto si propone di indagare le dinamiche politiche associate al motivo stesso e alla devozione ad esso correlata. Il motivo è un utile punto di accesso per indagare quali orizzonti simbolici, soprattutto legati alla corporeità, vengano attivati nel difficile rapporto tra élite di potere e cultura popolare nello stabilire la legittimità politica. Questa indagine si prefigge di esplorare questo rapporto in diversi contesti socio-culturali del Mediterraneo arricchendo l'analisi tramite una comparazione tra la censura post-tridentina sul motivo e la ripresa del tema nell’impero mughal tra il secolo XVI ed il XVII.
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Orsi, Elisa. « codice senese nella storia delle illustrazioni dantesche : note sulla fortuna critica della Commedia Yates Thompson 36 ». Dante e l'Arte 8 (7 mars 2022) : 65–86. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.155.

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Résumé :
Il contributo intende ripercorrere brevemente la ricezione critica del ms. Yates Thompson 36, mostrando le intersezioni tra la storia della fortuna del manoscritto e la storia della fortuna dei manoscritti illustrati danteschi dal Novecento ad oggi. Quanto emerge dimostra che la parabola della Commedia di Alfonso V di Aragona coincide, fino alla metà del secolo scorso, con quella di altri manoscritti signorili come l’Urbinate Latino 365, precocemente valorizzati per il loro interesse storico-artistico. Con l’avvento di una nuova stagione degli studi, orientata allo studio della valenza esegetica del corredo illustrativo, il destino dello Yates Thompson si riallinea a quello di altri manoscritti, più antichi e ‘meno celebri’, nel segno di una nuova prospettiva sulla tradizione figurativa dantesca fondata sulla ricostruzione della storia materiale e culturale del codice.
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Latorre Romero, Amparo. « Abiezione nell’arte postmoderna come risultato di una cultura post-traumatica ». Boletín de Arte, no 38 (31 octobre 2017) : 109–16. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2017.v0i38.3364.

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Résumé :
Obiettivo di questo articolo è identificare gli elementi che permettono di costruire un punto di vista storico-artistico e critico a partire dall’Olocausto fino ad arrivare alla questione dell’abietto. Se il concetto di abietto è stato, nel corso del Novecento, sia nella storia dell’arte che nell’estetica o nella semiotica, alla base del superamento dei limiti simbolici, psichici e culturali, per tentare di trasgredire o di perturbare i sistemi identitari sia individuali che collettivi, nell’abiezione nell’arte tali questioni si presentano in form estremamente originali. Lo studio cerca dunque di dimostrare, anche attraverso una linea teorica che Julia Kristeva ha trattato nel suo libro Pouvoirs de l’horreur, che il discorso si costruisce su concetti e poetiche connessi all’abiezione. Partendo da queste considerazioni sarà interessante riconoscere la presenza di immagini dell’abietto.
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Maffi, Luciano, et Martino Lorenzo Fagnani. « Milano "in omnibus". Esposizioni e turismo urbano nella seconda metà dell'Ottocento ». STORIA IN LOMBARDIA, no 2 (septembre 2020) : 94–113. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002005.

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Résumé :
La seconda metà dell'Ottocento è segnata da un incredibile exploit di tecnologia, scienza e rinnovamento industriale in tutto il mondo occidentale. Vetrina del progresso sono le grandi esposizioni, spettacolari kermesse internazionali come quella di Londra nel 1851 o quella di Parigi del 1889. Anche il Regno d'Italia, appena nato nel 1861, si cimenta nell'organizzazione di eventi simili. Si tratta di esposizioni su scala più ridotta, che intendono soprattutto contribuire alla formazione dell'identità nazionale. In più, la grande affluenza di visitatori nelle città ospitanti aiuta a delineare il ramo del turismo urbano. In questo, l'Italia può affiancare il proprio patrimonio storico-artistico alle espressioni di progresso. Il nostro articolo considera questi due aspetti a Milano negli anni Settanta. In particolar modo, analizziamo la percezione che la società milanese da una parte e i visitatori esterni dall'altra hanno dell'Esposizione industriale italiana (1871), dell'Esposizione storica d'arte indu-
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Coscia, Cristina, et Teodoro Chiaravalloti. « Vuoti urbani e patrimonio del demanio storico-artistico : una road map per l'ex Carlo Alberto di Acqui Terme ». TERRITORIO, no 84 (mai 2018) : 128–42. http://dx.doi.org/10.3280/tr2018-084019.

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Guida, Patrizia. « A bordo dell’Iris lungo le coste dalmate con Giuseppe Modrich ». SPONDE 1, no 1 (27 juillet 2022) : 137–54. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.3896.

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Résumé :
Nel presente saggio il volume La Dalmazia romana-veneta-moderna. Note e ricordi di viaggio (1892) dello scrittore di origine zaratina Giuseppe Modrich è analizzato nel suo rapporto con la letteratura pregressa, cogliendo gli eventuali nessi con gli scritti di Fortis relativi agli aspetti antropologici e storico-culturali. La Dalmazia è descritta da Modrich con dovizia di particolari relativi alle abitudini di vita degli abitanti delle varie province ma anche al patrimonio artistico-architettonico, proposto dall’autore quale testimonianza delle diverse dominazioni che nei secoli si sono succedute. Un capitolo è dedicato ai Morlacchi e alla loro cultura e, più in generale, all’entroterra dalmata, poco frequentato dai viaggiatori e, dunque, poco noto ai più. Un secondo ambito di analisi riguarda le strutture e le strategie narrative utilizzate dall’autore, che vanno dall’uso spinto del dialogismo, che si alterna a lunghe e dettagliatissime descrizioni, che rendono quasi tangibile al lettore gli scenari, siano essi paesaggi, monumenti o abitudini di vita, con cui lo scrittore intende promuovere la sua patria.
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Giroletti, Stefania. « L’edificio del romanzo : persistenza e metamorfosi di una figura in Aracoeli ». Cuadernos de Filología Italiana 28 (15 juillet 2021) : 347–62. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.71635.

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Résumé :
Il saggio indaga la funzione delle immagini architettoniche (edifici pubblici o privati, interni di abitazioni, terrazze, villaggi e conglomerati urbani) nell’ultimo romanzo di Elsa Morante, Aracoeli (1982). Partendo dalla constatazione della persistenza di simili immagini nella scrittura di questa autrice, si interroga il senso che assumono nell’opera considerata da molti critici la palinodia del percorso artistico precedente. Le architetture sono interpretate orlandianamente come figura complessa, la quale richiama contemporaneamente l’aspetto materiale (e storico) del mondo extra-testuale e la forma artistica che lo ricompone (famoso è il paragone morantiano fra il romanzo e la cattedrale). Si rivelano quindi quali formazioni di compromesso fra sfera referenziale e poetica, fra spinte costruttive della forma e esigenza di confrontarsi con un esterno che sempre più ne confuta l’ordine. È proprio nell’ambiguità che le caratterizza che simili figure possono farsi chiave di lettura dell’ultimo romanzo di Morante, campo di battaglia finale fra volontà compositiva e tensioni distruttive e non totale resa al caos, né espressione unilateralmente euforica di una liberazione dalle forme.
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Caprara, Leonardo. « Linee evolutive del ruolo dei laici nel diritto canonico vigente ». Scientia Canonica 4, no 8 (10 septembre 2022) : 105–43. http://dx.doi.org/10.31240/2595-1165.vol4n8a2021pp105-143.

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Il Concilio Vaticano II costituisce lo spartiacque storico tra due epoche: quella preconciliare dominata dalla visione della Chiesa come societas perfecta inæqualis e dalla conseguente costruzione del rapporto laico/chierico in termini di subordinazione/sovraordinazione e quella post-conciliare nella quale matura l’idea della corresponsabilità e partecipazione di tutti i battezzati - siano essi chierici, laici o religiosi - nell’edificazione del Corpo di Cristo. Gli apporti della dottrina conciliare sono stati trasfusi in termini giuridici nel Codex del 1983 che pone al centro del (nuovo) diritto costituzionale canonico il principio di uguaglianza specificato dal principio di varietà: tutti i fedeli sono eguali nella dignità e nell’azione godendo dei medesimi diritti e doveri ma ognuno di essi è chiamato a partecipare alla missione della Chiesa con uno specifico ruolo determinato dalla rispettiva vocazione e condizione. Dopo aver dato conto del mutamento di indirizzo tra il Codice del 1917 e la nuova codificazione canonica, il presente contributo si sofferma sull’evoluzione della concezione del laicato nel post- Concilio con particolare attenzione ad alcuni documenti pubblicati nel corso degli ultimi tre pontificati sottolineandosene il contributo decisivo sia quanto all’interpretazione, arricchimento e sviluppo dei principi conciliari sia quanto all’applicazione concreta delle norme codiciali.
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Bolgia, Claudia. « PATRONS AND ARTISTS ON THE MOVE : NEW LIGHT ON MATTEO GIOVANNETTI BETWEEN AVIGNON AND ROME ». Papers of the British School at Rome 88 (9 janvier 2020) : 185–213. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246219000370.

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This article reassesses artistic production in Rome at the time of the temporary return of Pope Urban V, between 1367 and 1370, after a lengthy period of absence of the papacy in Avignon, and offers new insights into the long-term impact of this production. It does so by starting from a thoroughly neglected artwork now in the Museo Storico Artistico del Tesoro di S. Pietro, a victim of the traditional interpretative dichotomy as either a work by Giotto or not. By taking a different methodological approach, which is to think in terms of movement of patrons and artists, and on the basis of combined technical/visual analysis and documentary sources, the article sheds new light on this painting, offering new proposals concerning its dating, attribution, original location and function. It then addresses its historical contextualization and significance, allowing us to rethink art in Rome in the fourteenth century by discussing the role that the circulation of patrons and artists played in creating new forms. This discussion not only contributes to a better understanding of the art produced in Rome in the Trecento but also throws some light on the very origins and nature of Renaissance art.
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Piizzi, Paola, Eduardo De Paula et Márcia Chiamulera. « Máscara e mascaramentos femininos ». ouvirOUver 16, no 1 (27 juillet 2020) : 12–15. http://dx.doi.org/10.14393/ouv-v16n1a2020-53840.

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Résumé :
Partindo dos grafites rupestres encontrados em uma gruta do deserto do Tassili n’Ajjer (Saara), considerado um exemplo de mascaramento estético feminino, será traçado um percurso histórico crítico que pretende percorrer as diferentes tipologias de mascaramento presentes nas diversas partes e culturas do mundo. Das máscaras funerárias às máscaras utilizadas para adquirir poder e qualidade de forças sobrenaturais, da tatuagem à escarificação e deformação estética, para então debruçar-se de modo particular sobre o mascaramento feminino. Este último tem um papel de extrema importância, por exemplo, para os ritos de iniciação das adolescentes ao status de mulheres nas tribos dos Mende, Terrine e Sherbro, que habitam as fronteiras entre Serra Leoa e a Libéria; ou nos casos das mulheres islâmicas que utilizam o véu (haïk na tradição argelina, chador no Irã, burqa no subcontinente indiano). Será, enfim, analisada a fundamental contribuição, no âmbito teatral e artístico, de Jacques Lecoq, Amleto Sartori e Donato Sartori graças a invenção da máscara neutra. Partendo dai graffiti rupestri rinvenuti in una grotta del deserto del Tassili n’Ajjer (Sahara), dove è presente un chiaro esempio di mascheramento estetico femminile, verrà tracciato un percorso storico-critico che vuole ripercorrere le differenti tipologie di mascheramento presenti nelle diverse parti e culture del mondo. Dalle maschere funerarie alle maschere utilizzate per acquisire potere e qualità di forze soprannaturali, dal tatuaggio alla sacrificazione e deformazione estetica, per poi soffermarsi in particolar modo sul mascheramento femminile. Quest’ultimo ha un ruolo di estrema importanza, ad esempio, per i riti d’iniziazione delle adolescenti allo status di donne nelle tribù dei Mende, Terrine e Sherbro, che abitano il confine tra Sierra Leone e la Liberia; oppure nel caso del delle donne islamiche che utilizzano il velo (haik nella tradizione algerina, chador in Iran, burqa nel subcontinente indiano…). Verrà infine analizzato il fondamentale contributo, in ambito teatrale ed artistico, apportato da Jacques Lecoq, Amleto Sartori e Donato Sartori grazie all’invenzione della maschera neutra.
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Acampa, Giovanna, et Claudia Mariaserena Parisi. « Cultural heritage management : optimising procedures and maintenance costs ». Valori e Valutazioni 29 (janvier 2022) : 79–102. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212907.

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Résumé :
The management of maintenance activities is an ongoing concern for facility managers in the existing building sector due to its complexity and uncertainty. This applies all the more to cultural heritage as protection, preservation and enhancement are a priority in order to keep the artistic and cultural value of historical assets for future generations. In addition, problems related to the increasingly limited economic resources complicate maintenance management processes. Therefore, it has become a common standard to carry out maintenance activities only when actual emergencies occur, thus causing inefficiencies in the planning of Facility Management activities and an increase in maintenance costs. This paper shows a method to support the management decision-making in maintenance activities through Building Condition Assessment (BCA) processes integrated with Building Information Modeling (BIM) systems. The main objective is to develop a maintenance management strategy and support technicians in identifying maintenance priorities in a practical, simple and automated way in order to optimise procedures and costs. To achieve such a goal, the method proposes a BCA process that uses the following tools: 1) building breakdown structure according to UNI 8290 adapted to historic buildings; 2) a degradation level index and a technological and operational connection matrix to assess opportunity maintenance; 3) field inspections and data collection on Excel spreadsheets acting as external Database; 4) data management in BIM environment using Revit as BIM Authoring Software and Dynamo scripts as visual programming language (VPL) to link external Database to BIM model. The results highlight the important role of BIM in Facility Management of existing buildings and buildings of historical and cultural value by allowing the continuous update of information in a single BIM model for BCA purposes and shows a great potential to support facility managers in managing building maintenance activities and optimising costs. La natura complessa, incerta e dinamica della gestione delle attività di manutenzione è fonte di continua preoccupazione per i facility managers che operano nel settore del patrimonio edilizio esistente. In particolare, nel campo dei beni culturali, la tutela, conservazione e valorizzazione sono una priorità per preservare il valore artistico-culturale dei beni storici alle generazioni future. Purtroppo, alla complessa gestione della manutenzione si aggiungono problemi relativi alle risorse economiche sempre più limitate. In questa situazione infatti, sembra essere diventato uno standard comune intervenire con attività di manutenzione solo quando si presentano effettivi casi di emergenza, causando così inefficienze nella pianificazione delle attività del Facility Management e, conseguentemente, un aumento dei costi della manutenzione. Questo paper espone un metodo per supportare le scelte decisionali dei gestori nelle attività di manutenzione attraverso i processi di Building Condition Assessment (BCA) integrati ai sistemi di Building Information Modeling (BIM). L'obiettivo principale è sviluppare una strategia di gestione della manutenzione, dando ai tecnici il necessario supporto per individuare le priorità di intervento di manutenzione in modo pratico, semplice e automatizzato al fine di ottimizzare procedure e costi della manutenzione. Per raggiungere questo obiettivo, il metodo propone un processo di BCA che utilizza i seguenti strumenti: 1) scomposizione dell’edificio secondo la norma UNI 8290 adattata agli edifici storici; 2) un indice del livello di degrado e una matrice di connessione tecnologica e operativa per valutare manutenzioni di opportunità; 3) ispezioni in situ e raccolta dei dati su fogli di calcolo Excel che fungono da Database esterno; 4) gestione dei dati in ambiente BIM utilizzando Revit come BIM Authoring Software e scripts in Dynamo come linguaggio di programmazione visiva per il collegamento tra Database esterno modello BIM. I risultati della ricerca evidenziano l'importanza del ruolo del BIM nel Facility Management degli edifici esistenti e di pregio storico-culturale consentendo l'aggiornamento permanente delle informazioni in un unico modello BIM ai fini del BCA e mostra un grande potenziale per supportare i facility managers nella gestione delle attività di manutenzione degli edifici e nell’ottimizzazione dei costi.
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Imbesi, Filippo. « Sui lavori di recupero del patrimonio storico-artistico dell'auditorium San Vito di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) ». SSRN Electronic Journal, 2010. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2098823.

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Vairo, Giulia Rossi. « D. Dinis del Portogallo e Isabel d’Aragona in vita e in morte. Creazione e trasmissione della memoria nel contesto storico e artistico europeo ». Medievalista online, no 19 (1 janvier 2016). http://dx.doi.org/10.4000/medievalista.1033.

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