Littérature scientifique sur le sujet « Indicatori del paesaggio »

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Articles de revues sur le sujet "Indicatori del paesaggio"

1

Zoni, Federico. « Le dimore medievali dell’emilia occidentale ». Rodis. Journal of Medieval and Post-Medieval Archaeology, no 3 (11 mars 2021) : 28. http://dx.doi.org/10.33115/a/26046679/3_6.

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Résumé :
Le abitazioni sono uno dei migliori indicatori materiali per indagare il contesto economico, sociale e politico del paesaggio medievale. L’obiettivo di questo contributo è quello di proporre una lettura del rapporto tra città e campagna nei secoli bassomedievali proprio a partire da questo tipo di indicatore materiale. Guardando ai modelli architettonici, alle tipologie costruttive e ai materiali impiegati è possibile riconoscere il lavoro di maestranze più o meno specializzate. Analizzando inoltre la distribuzione di manufatti riconducibili ai medesimi modelli architettonici tra paesaggio urbano e rurale è possibile capire come sia cambiata la centralità dei centri urbani tra pieno e bassomedievo. In particolare sembra emergere, in sintonia con molti altri aspetti della cultura materiale, un ruolo predominante della città come produttore ed esportare di modelli nuovi nel territorio a partire dall’età comunale, ovvero nel momento in cui le città iniziarono a definire politicamente e militarmente i propri distretti territoriali di riferimento.
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2

Kappers, EF, A. Fanfani et L. Salvati. « A bio-indicator for the evaluation of quality forestry and landscape fragmentation ». Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 10, no 4 (4 novembre 2013) : 94–102. http://dx.doi.org/10.3832/efor1040-010.

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3

Corti, Claudia, Fausto Barbagli, Lara Bassu, Anna Rita Di Cerbo, Pietro Lo Cascio, Neftalì Sillero, Valeria Nulchis et al. « Monitoraggio della biodiversità in relazione all’applicazione degli standard di condizionalità : 4.2c, 4.6, 4.3 (olivo) ». Italian Journal of Agronomy 10, no 1s (19 février 2016). http://dx.doi.org/10.4081/ija.2015.749.

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Résumé :
<p>Nel presente lavoro vengono riportati i risultati relativi ai monitoraggi della diversità faunistica per i seguenti standard: 4.2c, 4.3 (olivo), 4.6. I risultati ottenuti sono nel complesso interessanti sia dal punto di vista metodologico sia per quanto concerne gli aspetti conservazionistici e gestionali. Emerge l’importanza di utilizzare più indicatori o gruppi tassonomici che comprendano <em>taxa</em> ecologicamente e funzionalmente diversi per valutare la “biodiversità”. Relativamente allo sfalcio è stato osservato che una “blanda gestione” dei ritirati dalla produzione può favorire un certo incremento di biodiversità sia per quanto riguarda gli Artropodi, sia per quanto riguarda i Rettili. Risultati concordi sono stati osservati anche negli oliveti dove la gestione della vegetazione al suolo (sfalcio) sembrerebbe incrementare la diversità. Tuttavia è opportuno ricordare che l’effetto monitorato, almeno nei ritirati dalla produzione, non è quello immediatamente successivo all’azione meccanica che invece provoca danni diretti e immediati alla fauna (ferimento e uccisione). Emerge con evidenza dai dati raccolti anche l’importanza della presenza, all’interno degli agro-ecosistemi, di aree a minor disturbo antropico, naturali e semi-naturali: fasce ecotonali e ripariali, ma anche bordure dei campi. Viceversa l’uniformità del paesaggio e la presenza di grandi estensioni coltivate a monocoltura rappresentano elementi sfavorevoli alla biodiversità animale. Nel monitoraggio attraverso l’utilizzo della tecnica di fototrappolaggio è emersa l’importante funzione svolta dai muretti a secco, “presenze” tipiche e diffuse nel paesaggio agricolo tradizionale del nostro territorio italiano. Per molti <em>taxa</em> animali detti manufatti assolvono a funzioni ecologiche diverse, quali: rifugio, aree di foraggiamento, passaggio o sosta nonché punti ottimali per la termoregolazione.</p>
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Thèses sur le sujet "Indicatori del paesaggio"

1

GOTTERO, ENRICO. « Politiche di sviluppo rurale e valorizzazione del paesaggio. Un approccio valutativo ». Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2014. http://hdl.handle.net/11583/2535094.

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Résumé :
In tutta Europa il problema della diffusione insediativa e infrastrutturale, apparentemente senza forma e senza regole, è al centro di un dibattitto molto intenso e controverso, per alcuni versi camuffato da fenomeni evidenti come il consumo di suolo e lo sprawl urbano che tanto riecheggiano, soprattutto a livello nazionale. La metropolizzazione del territorio è certamente un problema in forte ascesa, tuttavia cela ripercussioni estremamente rilevanti spesso sottese da un ombrello terminologico troppo ampio che pone al centro dell’attenzione la città a discapito dello spazio aperto. Se invece spostiamo il punto di osservazione e scrutiamo attentamente il paesaggio rurale, inteso come «quella forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale» (Sereni, 1961, p. 29), non è difficile oggi avvertirne la marginalità ma è probabilmente più tortuoso coglierne il nesso con l’ambiente urbano. In Italia la crescita esponenziale di paesaggi insediativi diffusi e a bassa densità degli ultimi trent’anni è sintomo di una campagna intesa non più come terra da coltivare ma come suolo incline a trasformazioni perlomeno disgiunte (Marson, 2008). Parliamo ad esempio di alterazione delle campagne mediante input chimici e pesticidi, sviluppo di cave e infrastrutture, industrializzazione delle colture, urbanizzazione selvaggia, interferenze percettive e visuali, antropizzazione, perdita di biodiversità, alterazioni degli usi tradizionali del suolo, privazione di spazio di contestualizzazione di ville e cascine (Cassatella et al., 2009), modificazioni degli elementi connotanti (siepi, alberate, rii, rogge, canali d’irrigazione, muretti a secco), ecc. In altre parole effetti drammatici che danno origine a nuovi paesaggi precari, in cui l’attività agricola, per sopravvivere, deve probabilmente assumere significati diversi da quelli esclusivamente di natura economico-produttiva (Socco et al., 2005) e consolidare le sinergie con il paesaggio. In quest’ottica, il più recente quadro politico dell'Unione Europea (UE) e, in particolare, la Politica Agricola Comune (PAC) e il suo secondo pilastro dedicato allo sviluppo rurale, sottolineano il ruolo fondamentale dell'agricoltura nella gestione del territorio e nello sviluppo socio economico delle aree rurali. Infatti le misure individuate nei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) hanno l’obiettivo di rafforzare l’agricoltura in senso multifunzionale, al fine di mantenere il presidio sul territorio, proteggere il suolo e mantenere le peculiarità paesaggistiche (Spaziante e Murano, 2008). I Fondi strutturali per lo sviluppo rurale possono fornire importanti strumenti di correzione per preservare i paesaggi rurali dalla costante domanda di terreni da parte della città ed evitare i processi di degrado territoriale attualmente in atto, soprattutto attraverso il rafforzamento del concetto di multifunzionalità che, oltre a raffigurare la nuova sfida dei territori rurali, assegna agli agricoltori un ruolo fondamentale nel mantenimento della biodiversità, di corridoi verdi e aree naturali, nonché nella tutela e valorizzazione della memoria materiale dei paesaggi rurali. L’intento della ricerca è quello di costruire un quadro metodologico per migliorare l’efficacia delle politiche di sviluppo rurale (della Regione Piemonte) per il prossimo periodo di programmazione (2014-2020), in termini di gestione, conservazione e valorizzazione del paesaggio rurale. In particolare la tesi persegue i seguenti obiettivi specifici: -fornire indicazioni per le future politiche rurali (programmazione post 2013), anche in relazione al legame con gli strumenti di pianificazione territoriale; -costruire le basi tecniche per misurare gli effetti e monitorare l’efficacia dei PSR per i paesaggi rurali, attraverso l’uso di indicatori basati sull’applicazione della Convenzione Europea del Paesaggio. Domande affrontate dalla ricerca -Qual è il ruolo del paesaggio all’interno del quadro della Politica Agricola Comune (PAC)? -Quali sono le relazioni, dirette o indirette, tra paesaggio e Programmi di Sviluppo Rurale (PSR)? -Quali indicatori possono essere impiegati per valutare e monitorare gli effetti dei PSR sul paesaggio rurale? -Quali sono gli effetti delle azioni del PSR sul paesaggio? -É possibile migliorare l’efficacia dei PSR per il paesaggio rurale mediante l’utilizzo degli indicatori? Struttura complessiva della tesi Il progetto di ricerca in oggetto nasce sulla base di precedenti esperienze condotte dal Dipartimento Interateneo del Territorio (Diter) su due filoni di ricerca: il primo relativo alla valutazione delle ricadute ambientali delle politiche di sviluppo rurale (nell’ambito piemontese), mentre il secondo fondato sull’applicazione di un set di indicatori del paesaggio imperniati sull’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio. L’intersezione di ambiti di ricerca così eterogenei ha dato origine ad un elaborato articolato in quattro parti. Oltre ad un primo capitolo ricognitivo sull’analisi delle politiche per il paesaggio rurale (in particolare sul significato paesaggistico della PAC ) e ad un secondo dedicato alle interazioni tra pianificazione del paesaggio rurale e PSR italiani, la tesi si concentra prevalentemente sull’individuazione e la messa a punto di indicatori per la valutazione degli effetti del PSR piemontese 2007-2013, con l’intento di proporre un quadro metodologico per il prossimo ciclo di programmazione 2014-2020. Il set di indicatori proposto nasce dall’attenta analisi della valutazione degli effetti potenziali, dalla distinzione della tipologia di azioni promosse dal PSR piemontese (mitigazione, tutela, valorizzazione, gestione, ecc.), dalle dimensioni del paesaggio coinvolte negli impatti (ecologica, visuale, uso del suolo, storico-culturale) e dall’analisi delle componenti elementari del paesaggio rurale (contenuto semantico, morfologico e struttura sintattica). Il processo di individuazione, messa a punto e rielaborazione degli indicatori (compresa la rielaborazione dell’algoritmo di calcolo) ha seguito una prima fase di sperimentazione su aree pilota collocate in Piemonte (Colline tra Langa e Monferrato, Parco del Po torinese tra Moncalieri e Casalgrasso, Comuni di Lombriasco e Brusasco), attraverso la formazione di grafici, carte tematiche di caratterizzazione e la costruzione di un database per il calcolo degli indicatori. La seconda fase riguarda invece la valutazione degli effetti potenziali sul paesaggio con l’ausilio della tecnica dello scenario, inteso come dispositivo conoscitivo e di indagine fondato su un ordine ipotetico tra differenti fenomeni che coinvolgono il territorio (cosa potrebbe succedere se), un sistema di archetipi basati sulle proiezioni di criticità, potenzialità e possibili sviluppi. Infine le conclusioni cui giunge la tesi sono state suddivise in due parti: il contributo della ricerca, in termini di limiti, opportunità e proposta metodologica per la valutazione degli effetti per il prossimo ciclo di programmazione (2014-2020), e le questioni concettuali aperte. In merito a quest’ultimo aspetto la ricerca pone particolare attenzione ad alcune questioni al centro del dibattito internazionale come ad esempio l’ossimoro ideologico tra paesaggi rurali e naturali, il concetto di multifunzionalità dell’agricoltura, intesa soprattutto come nuove prospettive di ricerca, e il potenziale contributo della PAC per il paesaggio nelle strategie per la nuova programmazione. Nello specifico, per raggiungere le finalità enunciate in precedenza, il progetto di ricerca è stato articolato come segue: Capitolo 1: Politiche europee per la conservazione e valorizzazione del paesaggio rurale Obiettivo specifico: sviluppare un ampio quadro concettuale basato sulla revisione critica della letteratura e delle politiche, con lo scopo di identificare il ruolo del paesaggio all’interno del quadro rurale europeo. Capitolo 2: Sviluppo rurale e pianificazione per il paesaggio in Italia: verso l’integrazione? Obiettivo specifico: individuare le relazioni, dirette o indirette, tra paesaggio e Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) attraverso l’analisi critica del contenuto paesaggistico dei Programmi italiani, delle relazioni con i quadri programmatici regionali e degli strumenti di analisi e valutazione del paesaggio dei PSR. Capitolo 3: Effetti del PSR piemontese 2007-2013 sul paesaggio Obiettivo specifico: individuare, mettere a punto e sperimentare alcuni indicatori su aree pilota (in Piemonte), al fine di valutare i possibili effetti ed estrapolare indicazioni utili per il miglioramento dell’efficacia delle politiche rurali piemontesi per il prossimo periodo di programmazione (2014-2020). Conclusioni -Limiti e opportunità della ricerca -Proposta metodologica per il prossimo ciclo di programmazione -Paesaggi rurali e paesaggi naturali: dicotomie o nuove intese? -Agricoltura multifunzionale: verso nuove opportunità urbane? -La vision della PAC per il paesaggio rurale
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Virili, Giacomo <1990&gt. « sviluppo di indicatori per la caratterizzazione dell'influenza delle proprietà del mosaico di habitat a scala di paesaggio, al fine di valutare l'influenza sulla comunità ittica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7983.

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Résumé :
Appare ormai chiaro come sia necessario prendere in esame i sistemi ambientali a grandi scale per avere più variabili. La perdita di specificità viene compensata dalla possibilità di avere un più grande numero di dati da poter relazionare.
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Livres sur le sujet "Indicatori del paesaggio"

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V, Mennella, dir. Profilo Italia : Indicatori e modelli per lo sviluppo sostenibile del territorio e la valorizzazione del paesaggio. Perugia : Ali&no, 2006.

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Sasso, Pasquale Dal. Sviluppo sostenibile in aree protette : Indicatori e modelli per lo studio e la valorizzazione del paesaggio. Foggia : C. Grenzi, 2008.

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3

Indagine sulle dinamiche evolutive dei paesaggi italiani : Analisi geo-storica e indicatori di valutazione e monitoraggio per lo studio del rischio paesaggistico. Firenze : Phasar edizioni, 2014.

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