Littérature scientifique sur le sujet « Indagini difensive »

Créez une référence correcte selon les styles APA, MLA, Chicago, Harvard et plusieurs autres

Choisissez une source :

Consultez les listes thématiques d’articles de revues, de livres, de thèses, de rapports de conférences et d’autres sources académiques sur le sujet « Indagini difensive ».

À côté de chaque source dans la liste de références il y a un bouton « Ajouter à la bibliographie ». Cliquez sur ce bouton, et nous générerons automatiquement la référence bibliographique pour la source choisie selon votre style de citation préféré : APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.

Vous pouvez aussi télécharger le texte intégral de la publication scolaire au format pdf et consulter son résumé en ligne lorsque ces informations sont inclues dans les métadonnées.

Articles de revues sur le sujet "Indagini difensive"

1

Marchetti, Filippo. « Il diritto di difesa della vittima nel procedimento di revoca o sostituzione delle misure cautelari personali durante la fase delle indagini preliminari ». Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no 3 (31 octobre 2021) : 1825. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i3.630.

Texte intégral
Résumé :
L’autore esamina il procedimento di sostituzione o revoca di una misura cautelare de libertate nell’ottica della verifica del grado di effettività delle garanzie difensive ivi assicurate alla persona offesa. A tal fine, l’analisi abbraccia i profili rappresentati dalla consistenza del compendio informativo a disposizione della vittima in vista dell’instaurazione del contraddittorio, dalla possibilità di presentare elementi utilizzabili per la decisione del giudice e, da ultimo, dalla disponibilità di strumenti per impugnare il provvedimento conclusivo del procedimento.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Porretta, Alessio. « Apologia di un matematico. » Mnemosyne, no 6 (15 octobre 2018) : 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i6.13613.

Texte intégral
Résumé :
Apologia di un matematico. La difesa di G.H. Hardy – resa spontaneamente. Nel 1940, al crepuscolo della sua vita, il celebre matematico inglese G. H. Hardy scrive. Apologia di un matematico, un breve saggio nel quale espone una difesa della matematica e, insieme, di una esistenza interamente dedicata ad essa. Alla ricerca di un senso che riscatti insieme il soggetto e l’oggetto di questa pratica, Hardy affronta in modo appassionato i temi dell’utilità e della bellezza, invocando infine la stessa assoluzione che per ogni artista creativo. In questo articolo, rivisitiamo il pathos e l’ethos della sua arringa difensiva, e la visione che egli offer della matematica nel suo carattere reale e ideale insieme, partecipe degli attributi della scienza e dell’arte. Il confine al quale la sua indagine si arresta, il mistero dell’origine di un pensiero creativo, offre lo spunto per una riflessione sul linguaggio e sulla natura dell’intuizione matematica.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Christie, Neil, et Sheila Gibson. « The City Walls of Ravenna ». Papers of the British School at Rome 56 (novembre 1988) : 156–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009594.

Texte intégral
Résumé :
LE MURA DI CINTA DI RAVENNANel 1905 Gaetano Savini effettuò una indagine approfondita sulle mura di cinta di Ravenna, in cui, unendo prove storiche e fisiche e fornendo schizzi dei principali elementi, cercò di definirne lo sviluppo dall'epoca romana ad oggi. Il lavoro del Savini ha suscitato molta polemica, ma le sue conclusioni sono rimaste fondamentalmente incontestate. Questo articolo presenta i risultati dell'indagine, svoltasi in tre stagioni (1983–86), dei tratti esistenti delle mura della città, aggiornando l'analisi del Savini, e offrendo una nuova interpretazione della sequenza strutturale delle fortificazioni della città. Sono identificate tre fasi principali. La prima comprende un oppidum alto imperiale, forse una fondazione augustea. La seconda, fase tardo antica risultò dalla notevole espansione del centro urbano nel V secolo subito dopo la propria costituzione, circa nel 402 d.C, a stato di capitale imperiale; vari fattori indicano Valentiniano III come l'imperatore responsabile della nuova recinzione difensiva. La fase finale si riferisce al periodo di dominazione veneta nella città nel XV secolo, quando sezioni delle mura antiche vennero erette o modificate e la Rocca Brancaleone venne costruita.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

« Indagini difensive e accesso alla documentazione della P.A. : tra limiti codicistici, resistenze giurisprudenziali e nuovo Freedom of Information Act. » Archivio penale, no 2 (2018). http://dx.doi.org/10.12871/978883318030418.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

Fiocco, Claudia, Sara Dionisi, Emanuele Di Simone, Carmen Cappitella, Noemi Giannetta et Marco Di Muzio. « INDAGINE CONOSCITIVA SUL CONCETTO DI COMPETENZA AVANZATA NELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA ». Nsc Nursing, 2020. http://dx.doi.org/10.32549/opi-nsc-42.

Texte intégral
Résumé :
Introduzione: L’evoluzione della formazione infermieristica ha di fatto portato ad un accrescimento di conoscenze e competenze che hanno reso gli infermieri dei veri e propri professionisti. Con l’introduzione del comma 566 della Legge di stabilità del 2015 e della Legge 24 del 2017, è stata posta una maggiore attenzione sull’utilizzo delle Linee Guida e su come esse, insieme alla buona pratica, possano ridurre il ricorso ad una medicina difensiva. Obiettivo: Indagine sulle conoscenze del personale infermieristico riguardanti i concetti di competenza avanzata e responsabilità professionale, in relazione al loro agire quotidiano, e ai nuovi assetti normativi. Materiali e Metodi: Uno studio cross-sectional è stato eseguito su un campione di 60 soggetti fra Giugno 2019 e Settembre 2019, presso l’ospedale Policlinico Umberto I di Roma. È stata condotta una survey, rivolta agli infermieri operanti nel setting dell’area critica e chirurgica, mediante l’utilizzo di un questionario non validato, in forma anonima in cui vengono analizzati e saggiati: a) dati anagrafici; b) analisi dell’attività lavorativa; c) analisi delle conoscenze. Risultati: Sono stati convalidati per lo studio 60 questionari correttamente compilati, con un tasso di risposta del 63.8%. Il 68.3% degli infermieri era di sesso femminile ed il 31.6% di sesso maschile. L’età media del campione è di 35.2 anni. Il 16.7% degli infermieri utilizza sempre le linee guida aziendali/ministeriali nella pratica clinica; il 36.7% le usa raramente; il 41.7% le utilizza abbastanza, mentre il 5% non le utilizza mai. In relazione alla conoscenza della normativa vigente, emerge che il 48.3% non conosce il comma 566 della Legge di stabilità, con il 48.3% del campione che asserisce di conoscere la Legge Gelli. Conclusione: Dai risultati ottenuti emerge la necessità del personale infermieristico di una maggiore formazione circa gli aspetti legali della professione mediante una formazione dedicata. Inoltre emerge l’importanza dell’aggiornamento professionale come mezzo per non incorrere in atti di medicina difensiva.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Thèses sur le sujet "Indagini difensive"

1

Lorenzetto, Elisa. « Dal difensore inquirente al difensore istruttore.Genesi, evoluzioni e involuzioni del diritto di difendersi indagando ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2636.

Texte intégral
Résumé :
2006/2007
ABSTRACT A dispetto di un’intitolazione tutt’altro che equivoca, le «disposizioni in materia di indagini difensive», innestate con l. 7 dicembre 2000, n. 397, nel tessuto dei codici di diritto penale – sostanziale e processuale –, introducono nuove prerogative per i soggetti della difesa che vanno ben oltre il riconoscimento espresso della facoltà investigativa, dovendo osservarsi come il tratto saliente dell’interpolazione sia rappresentato dall’estensione al difensore del potere di formazione unilaterale della prova. Innovazione epocale, quest’ultima, che viene attuata quasi in sordina dal legislatore, attraverso una disposizione di collegamento – l’art. 391 decies c.p.p. – che legittima il passaggio delle risultanze difensive attraverso i canali di comunicazione che tuttora intercorrono tra la fase preliminare e il processo, consentendo l’eccezionale trasfigurazione dell’elemento d’indagine in prova. Un autentico potere creativo compete, in perfetta simmetria all’accusatore, anche al difensore, complice un sistema votato negli intenti all’accoglimento del contraddittorio forte per la formazione della prova (art. 111 comma 4 Cost.) ma, di fatto, propenso a darvi attuazione lasciando sopravvivere – nelle ipotesi impossibili, consensuali ovvero inquinate (art. 111 comma 5 Cost.) – il pieno valore probatorio dell’atto di matrice unilaterale. A scontarne gli eccessi, tuttavia, è proprio la dimensione puramente inquirente dell’agire difensivo che sfuma i propri confini sovrapponendosi a inusitate doti istruttorie, delle quali si trova a condividere investiture formali, tassatività di previsioni, rigide forme d’azione e di documentazione nonché il severo regime di sanzioni, processuali e penali, smarrendo l’agilità di movimento che per definizione connota la fase di investigazione. Un effetto anomalo che svilisce il ruolo parziale e privatistico del difensore proprio mentre ritiene di elevarlo a profili pubblicistici di partecipazione – addirittura di collaborazione – con l’amministrazione della giustizia, secondo una combinazione dissonante che condanna il sistema all’insanabile contraddizione. Urge il recupero di una funzione privata, quella difensiva, cui competono nella fase preliminare l’attività di ricerca, in quanto strumentale alla successiva impostazione della strategia – anche probatoria – ovvero l’acquisizione di elementi, da spendere variamente negli incidenti procedimentali, senza soffrire limitazioni o inibizioni derivanti dall’inappropriato riconoscimento di un’attitudine creativa unilaterale in punto di prova. La strada da percorre per pianificare una simile rivoluzione, quindi, non può che snodarsi lungo il versante oggettivo del metodo dialettico, da attuare pienamente attraverso il deciso ripudio del potere di formare unilateralmente la prova ad opera delle parti, unico presupposto cui ancorare un progetto di tendenziale emancipazione del diritto di difendersi indagando. Questa è l’impostazione che si è cercato di imprimere al seguente studio, volto a individuare ragionevoli spazi di liberalizzazione e deformalizzazione dell’agire difensivo, autenticamente inquirente e non più istruttorio. A cominciare dal confronto con l’apparato delle fonti del diritto di difendersi indagando (Parte Prima), articolato nelle sue componenti di principio, normative e deontologiche, la cui evoluzione e stratificazione ha consentito di porre in luce come la genesi del libero potere inquirente privato riposi sull’implicazione oggettiva di sistema che riconosce valore indefettibile al contraddittorio nella formazione della prova, attraverso l’irrigidimento del rapporto tra regola e sue eccezioni e l’ostruzione dei canali che consentono all’elemento unilaterale di essere apprezzato come prova in vista della decisione sul merito dell’imputazione. Particolare attenzione si è dedicata, quindi, alla disamina puntuale del dato normativo attuale (Parte Seconda), tramite la ricognizione e l’esegesi delle singole disposizioni – segnatamente, gli artt. 391 bis e ss. c.p.p., ma non solo – introdotte nel codice di rito dalla nuova legge, ove il dato sorprendente è rappresentato dall’estrema cavillosità che ha accompagnato l’innesto codicistico del “microsistema” delle investigazioni difensive, agli antipodi del libero agire inquirente che dovrebbe potersi riconoscere al difensore. All’evidenza, un ansiogeno horror vacui ha indotto il legislatore a non lasciare sforniti di previsione i molteplici aspetti dell’inchiesta privata, adoperandosi alacremente a disciplinare i profili soggettivi e temporali di legittimazione, le forme d’azione e di documentazione, i canali di presentazione e utilizzazione delle risultanze nonché le patologie sanzionabili in via processuale, penale o disciplinare. Un’opera mastodontica, eppure insoddisfacente. Invero, nella preoccupazione di varare un efficiente statuto di legalità formale, idoneo a sopperire al deficit di genuinità sostanziale che non consentirebbe alla risultanza privata – in quanto unilaterale – di assurgere al rango di prova in giudizio, si è tralasciato di dotare la difesa di incisivi poteri inquirenti nel momento dell’effettivo bisogno, condannando alla sterilità dimostrativa, anche nei contesti procedimentali, i materiali raccolti senza l’osservanza di protocolli formali (art. 391 bis comma 6 c.p.p.). A conferma dell’assunto, si è ritenuto di analizzare gli approdi applicativi cui è giunta – o si prevede perverrà – la prassi giurisprudenziale (Parte Terza), autentiche involuzioni che segnano una drastica battuta d’arresto a quella che avrebbe dovuto rappresentare la sospirata evoluzione del diritto di difendersi indagando. Anomalie, queste utlime, germinate dall’avarizia di un dettato normativo restìo a riconoscere strumenti d’azione efficaci al difensore inquirente ovvero – sul versante opposto – fin troppo generoso nell’approntare lo statuto di legalità formale che supporta l’utilizzabilità processuale della risultanza privata. Eppure irrigidimenti imposti, fin tanto che l’«elemento» investigativo, ancorché unilaterale, è idoneo a valere come «prova» sul tema della responsabilità. Prioritario, quindi, recuperare il massimo tasso di dialetticità del sistema nel momento deputato alla pronuncia sul merito dell’imputazione, restituendo rigidità al rapporto tra metodo dialettico di elaborazione della prova (art. 111 comma 4 Cost.) e sue eccezioni (art. 111 comma 5 Cost.), presupposto indefettibile per progettare un’ipotetica rivoluzione che svincoli da formalismi inadeguati il potere inquirente del difensore (Parte Quarta). Una via, peraltro, che affonda le proprie radici nel dibattito autorevolmente fiorito all’epoca della primordiale iniziativa di riforma che avrebbe condotto all’emanazione del nuovo codice di rito, proseguito altrettanto validamente nei primi anni di vigore del rinnovato modello processuale onde correggere le vistose disfunzioni applicative che ne sconfessavano l’effettiva dimensione accusatoria. Attraverso un tentativo di mediazione tra le diverse soluzioni prospettate, dunque, si è giunti a enucleare alcune linee guida che potrebbero orientare un’opera ragionata di emancipazione del diritto di difendersi indagando, suddividendo i diversi gradi di intensità attribuibili all’agire investigativo nelle fasi della ricerca, dell’acquisizione di elementi nonché della precostituzione della prova, limitata ai casi di ontologica impossibilità originaria di ripetizione ovvero alla procedura incidentale di elaborazione dialettica anticipata. Un programma di liberalizzazione che, si vedrà, sfuma alquanto la propria autonoma portata innovativa al cospetto con il presupposto primo che ne legittima l’attuazione: il ripudio generalizzato del potere di formazione unilaterale della prova, culla autentica in cui riposa ogni idea di rivoluzione.
XX Ciclo
1977
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Piermartini, Gabriele <1966&gt. « La prova penale nelle indagini difensive. Analisi comparata degli strumenti processuali concessi alla difesa nei sistemi italiano e statunitense ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7220/1/PIERMARTINI_GABRIELE_TESI.pdf.

Texte intégral
Résumé :
L’elaborato si occupa di fare il punto in materia di indagini difensive a tre lustri dall’entrata in vigore della legge n. 397/2000, epilogo di un lungo processo evolutivo che ha visto da un lato, una gestazione faticosa e travagliata, dall’altro, un prodotto normativo accolto dagli operatori in un contesto di scetticismo generale. In un panorama normativo e giurisprudenziale in continua evoluzione, i paradigmi dettati dagli artt. 24 e 111 della Costituzione, in tema di diritto alla difesa e di formazione della prova penale secondo il principio del contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, richiedono che il sistema giustizia offra sia all’indagato che all’imputato sufficienti strumenti difensivi. Tenuto conto delle diversità che caratterizzano naturalmente i ruoli dell’accusa e della difesa che impongono asimmetrie genetiche inevitabili, l’obiettivo della ricerca consiste nella disamina degli strumenti idonei a garantire il diritto alla prova della difesa in ogni stato e grado del procedimento, nel tentativo di realizzare compiutamente il principio di parità accusa - difesa nel processo penale. La ricerca si dipana attraverso tre direttrici: l’analisi dello statuto sulle investigazioni difensive nella sua evoluzione storica sino ai giorni nostri, lo studio della prova penale nel sistema americano e, infine, in alcune considerazioni finali espresse in chiave comparatistica. Le suggestioni proposte sono caratterizzate da un denominatore comune, ovvero dal presupposto che per contraddire è necessario conoscere e che solo per tale via sia possibile, finalmente, riconoscere il diritto di difendersi indagando.
The paper is concerned with making the point in defensive investigations fifteen years after the entry into force of Law no. 397/2000, the epilogue of a long evolutionary process that has seen the one hand, a laborious and troubled gestation, on the other hand, a regulatory product welcomed by operators in the context of a general skepticism. In an evolving regulatory landscape, the paradigms dictated by Articles. 24 and 111 of the Constitution, concerning the right to defense and training of criminal evidence according to the adversarial principle between the parties on an equal footing, requiring that the justice system has support for both the suspect that the accused sufficient defensive tools. Given the diversity across the course of the prosecution and defense roles that present genetic and inevitable asymmetries, the aim of the research is the examination of the instruments that guarantee the right to evidence of the defense in any stage of the proceedings, in an attempt to fully realize the equal's principle between accused and defense in criminal trials. The research unfolds through three areas: the analysis of the Statute on the defensive investigations in its historical evolution to the present day, the study of criminal evidence in the American system and, finally, in some final thoughts expressed in a comparative key. The suggestions offered are characterized by a common denominator, that for contradicting you need to know and that only in this way it is possible, finally, to recognize the right to defend themselves investigating.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Piermartini, Gabriele <1966&gt. « La prova penale nelle indagini difensive. Analisi comparata degli strumenti processuali concessi alla difesa nei sistemi italiano e statunitense ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7220/.

Texte intégral
Résumé :
L’elaborato si occupa di fare il punto in materia di indagini difensive a tre lustri dall’entrata in vigore della legge n. 397/2000, epilogo di un lungo processo evolutivo che ha visto da un lato, una gestazione faticosa e travagliata, dall’altro, un prodotto normativo accolto dagli operatori in un contesto di scetticismo generale. In un panorama normativo e giurisprudenziale in continua evoluzione, i paradigmi dettati dagli artt. 24 e 111 della Costituzione, in tema di diritto alla difesa e di formazione della prova penale secondo il principio del contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, richiedono che il sistema giustizia offra sia all’indagato che all’imputato sufficienti strumenti difensivi. Tenuto conto delle diversità che caratterizzano naturalmente i ruoli dell’accusa e della difesa che impongono asimmetrie genetiche inevitabili, l’obiettivo della ricerca consiste nella disamina degli strumenti idonei a garantire il diritto alla prova della difesa in ogni stato e grado del procedimento, nel tentativo di realizzare compiutamente il principio di parità accusa - difesa nel processo penale. La ricerca si dipana attraverso tre direttrici: l’analisi dello statuto sulle investigazioni difensive nella sua evoluzione storica sino ai giorni nostri, lo studio della prova penale nel sistema americano e, infine, in alcune considerazioni finali espresse in chiave comparatistica. Le suggestioni proposte sono caratterizzate da un denominatore comune, ovvero dal presupposto che per contraddire è necessario conoscere e che solo per tale via sia possibile, finalmente, riconoscere il diritto di difendersi indagando.
The paper is concerned with making the point in defensive investigations fifteen years after the entry into force of Law no. 397/2000, the epilogue of a long evolutionary process that has seen the one hand, a laborious and troubled gestation, on the other hand, a regulatory product welcomed by operators in the context of a general skepticism. In an evolving regulatory landscape, the paradigms dictated by Articles. 24 and 111 of the Constitution, concerning the right to defense and training of criminal evidence according to the adversarial principle between the parties on an equal footing, requiring that the justice system has support for both the suspect that the accused sufficient defensive tools. Given the diversity across the course of the prosecution and defense roles that present genetic and inevitable asymmetries, the aim of the research is the examination of the instruments that guarantee the right to evidence of the defense in any stage of the proceedings, in an attempt to fully realize the equal's principle between accused and defense in criminal trials. The research unfolds through three areas: the analysis of the Statute on the defensive investigations in its historical evolution to the present day, the study of criminal evidence in the American system and, finally, in some final thoughts expressed in a comparative key. The suggestions offered are characterized by a common denominator, that for contradicting you need to know and that only in this way it is possible, finally, to recognize the right to defend themselves investigating.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

ZANNONI, ILARIA. « La tutela penale delle indagini nell'Amministrazione della giustizia ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1058038.

Texte intégral
Résumé :
The Rocco code for the first time gave protection to the "good of justice" by dedicating to it a special title entitled "crimes against the Administration of justice". In particular, within this group of crimes, the cases that incriminate false statements not only to the judicial authority, but also to subjects who, although not part of it, operate in close collaboration with the organs of the jurisdiction or, more generally, of the judicial power, assume a certain importance. The purpose of this work is to analyze the lights and the shadows of this discipline by looking at the legislative interventions of the last thirty years, driven by our Constitutional Charter which has given greater value to the "good justice" as well as the pronouncements of the supreme courts.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

DE, LUCA CARLOTTA. « L'ORDINE EUROPEO D'INDAGINE PENALE : DISCIPLINA NORMATIVA E PRIME ESPERIENZE APPLICATIVE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/919437.

Texte intégral
Résumé :
L’ordine europeo di indagine penale, introdotto dalla direttiva 2014/41/UE, è uno strumento di cooperazione giudiziaria nel settore delle prove divenuto imprescindibile a fronte della crescente dimensione transnazionale assunta dalla criminalità, quale conseguenza dell’evaporazione dei confini geografici nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell’Unione europea. La direttiva sovranazionale, recepita nell’ordinamento italiano attraverso il d.lgs. n. 108 del 2017, ha dato vita a un istituto avente natura ibrida, animato dal principio del reciproco riconoscimento, che conserva, al contempo, alcuni tratti tipici della mutua assistenza giudiziaria tradizionale, nel tentativo di coniugare l’efficienza investigativa e la tutela delle garanzie fondamentali. Sullo sfondo di un contesto caratterizzato dall’assenza di armonizzazione tra le regole processuali e probatorie nazionali, il meccanismo di acquisizione della prova all’estero ruota attorno al principio di proporzionalità, che prende forma nel giudizio di bilanciamento, da condursi in concreto tenendo conto delle peculiarità del caso, tra le esigenze connesse all’accertamento del reato e il sacrificio imposto ai diritti delle persone a vario titolo coinvolte nelle procedure di emissione ed esecuzione dell’ordine. La presente tesi di dottorato intende fornire un’analisi a trecentosessanta gradi dell’ordine europeo d’indagine, prendendo le mosse dalla disciplina normativa, con l’obiettivo di mettere in luce le principali problematiche emerse nelle sue prime esperienze applicative e individuare soluzioni in grado di accorciare le distanze che separano teoria e prassi. A tal fine, ampio spazio è dedicato alla ricostruzione delle prime pronunce giurisprudenziali rese sul tema dalla Corte di giustizia e dalla Corte di cassazione, che rivelano complessivamente la tendenza a prediligere le istanze di efficienza investigativa a scapito dei diritti della difesa, per poi esporre, in chiave critica, alcuni casi pratici selezionati presso le Procura della Repubblica di Milano e di Monza
The European criminal investigation order, introduced by Directive 2014/41/EU, is an instrument of judicial cooperation in the field of evidence, which has become necessary, given the growing transnational dimension of crime as a result of the sublimation of geographical boundaries in the European Union's Area of Freedom, Security and Justice. The supranational directive, implemented by Italian Legislative Decree no. 108 of 2017, has given rise to a construct of hybrid nature, inspired by the principle of mutual recognition, which maintains, at the same time, certain features typical of traditional mutual legal assistance, in an attempt to combine investigative efficiency and protection of fundamental guarantees. In an underlying backdrop still characterized by the absence of harmonization of national procedural and evidentiary rules, the mechanism for adducing evidence in a foreign country revolves around the principle of proportionality, which in turn takes shape in the context of a balancing judgement - to be conducted in the actual case and taking into consideration the specificities of such case - between the needs related to the detection of crime and the sacrifices imposed on the rights of the persons involved, for various reasons, in the procedures aimed at issuing and executing the relevant order. This doctoral thesis intends to provide a comprehensive analysis of the European Investigation Order, beginning with its legal framework, for the purposes of highlighting the main problems that have emerged in its early-stage enforcement and of identifying solutions capable of shorten the gap between theory and practice. To this end, a large space is firstly dedicated to the analysis of the early case-law rendered by the Court of Justice and by the Italian Court of Cassation on this theme, which reveals the overall tendency to prefer purposes of investigatory efficiency to the detriment of defense rights; secondly, this thesis critically evaluates some practical cases selected at the Public Prosecutor's Office of Milan and Monza.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Livres sur le sujet "Indagini difensive"

1

Furgiuele, Alfonso. Le Indagini difensive. Napoli : Edizioni scientifiche italiane, 1998.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Suraci, Leonardo. Le indagini difensive. Torino : G. Giappichelli editore, 2014.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Bricchetti, Renato, et A. Barazzetta. Le indagini difensive : Legge 7 dicembre 2000, n. 397. Milano : IPSOA, 2001.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Maio, Antonino Di. Le indagini difensive : Dal diritto di difesa al diritto di difendersi provando. Padova : CEDAM, 2001.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

Aprile, Ercole. La formazione della prova penale : Dopo le leggi sulle indagini difensive e sul giusto processo. Milano : Giuffrè, 2002.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

Colosimo, Gian Paolo. Il nuovo processo penale : Il rito penale dopo le riforme : indagini difensive, pacchetto sicurezza, giusto processo, giurisprudenza ragionata. 2e éd. Milano : Il sole 24 ore, 2001.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

Stefani, Eraldo. Codice pratico delle indagini difensive : Il processo penale accusatorio : disciplina commentata e coordinata con le leggi complementari : annotato con la giurisprudenza della investigazione. Milano : A. Giuffrè, 2001.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
Nous offrons des réductions sur tous les plans premium pour les auteurs dont les œuvres sont incluses dans des sélections littéraires thématiques. Contactez-nous pour obtenir un code promo unique!

Vers la bibliographie