Littérature scientifique sur le sujet « Impronta ecologica »

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Articles de revues sur le sujet "Impronta ecologica"

1

Franz, Gianfranco. « Approssimandosi ai limiti : Impronte, Menti ecologiche e Culture della sostenibilità ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 125 (août 2019) : 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/asur2019-125003.

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2

Villagómez Reséndiz, Radamés. « Los guardianes del agua : cosmopolítica y conservación del agua en los Altos de Morelos, México ». Letras Verdes. Revista Latinoamericana de Estudios Socioambientales, no 22 (29 septembre 2017) : 27. http://dx.doi.org/10.17141/letrasverdes.22.2017.2709.

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Résumé :
Este artículo da cuenta de una paradoja en torno a la impronta conservacionista suscitada en las últimas décadas en la región de los Altos de Morelos, México, a partir del proceso de apropiación de los manantiales por parte de la comunidad de Hueyapan. Para lograrlo mostraremos que, por un lado, lejos de ser el resultado de un movimiento organizado ex professo en torno a un proyecto de conservación de los mantos acuíferos de la sierra Nevada, el motor que ha impulsado dicha impronta ecologista es justamente un tipo de racionalidad económica, cuya lógica de maximización de utilidades, no solo ha transformado el régimen agrícola de una comunidad, sino que además constituye un insumo que se ha sumado a la defensa del territorio llevada a cabo por la Asamblea Permanente de los Pueblos de Morelos (APPM), en particular, en contra de la construcción de un gasoducto y de la presa termoeléctrica de Huexca. Por otro lado, haremos ver que, la racionalidad económica que motivó a los pobladores de la comunidad de Hueyapan a apropiarse de los manantiales del volcán Popocatépetl, más que oponerse a una noción reificada de valor cultural, se encuentra cimentada en una cosmopolítica oculta en el equívoco ontológico sobre los guardianes del agua.
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3

Gómez Vazquez, Rakel. « Monumentos y plagas biológicas. Una lectura del devenir colonial desde la investigación artística ». Arte y Políticas de Identidad 22 (24 juin 2020) : 35–55. http://dx.doi.org/10.6018/reapi.433891.

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Résumé :
Esta investigación pretende interpretar la impronta del antropoceno y sus consecuencias, a través de la observación de dos elementos simbólicamente coloniales y su desmonumentalización.El desplazamiento y sustitución de la estatua de Colón en Buenos Aires por el monumento de Juana de Azurduy, y el ataque de un insecto -el Picudo Rojo- sobre las palmeras de la franja norte peninsular, plantadas como símbolo de éxito colonial desde finales del s XIX. Ambos contextos -monumental y biológico son analizados desde la práctica artística como construcciones culturales, que retratan problemas ecológicos y político-sociales de memoria e identidad. This investigation tries to interpret the imprint of the anthropocene and its consequences, through the observation of two symbolically colonial elements and their decriminalization.The displacement and replacement of the statue of Columbus in Buenos Aires by the monument of Juana de Azurduy, and the attack of an insect - the Red Palm Weevil - on the palm trees of the northern peninsula, planted as a symbol of colonial success since the late s XIX. Both contexts -monumental and biologicalare analyzed from artistic practice as cultural constructions, which portray ecological and political-social problems of memory and identity.
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Thèses sur le sujet "Impronta ecologica"

1

CALAFATI, LUCA. « How to make European cities work in the 21 century ? A comparison between radical and moderate approaches to urban sustainability ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/263134.

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Résumé :
Le città europee sono presentate di frequente come un modello di sostenibilità per la loro capacità di unire la coesione sociale alla prosperità economica. Tuttavia, l’alto impatto ambientale e la persistenza delle diseguaglianze sociali solleva dei dubbi sulla capacità dell’urbanesimo europeo di essere sostenibile nel futuro. Questo lavoro esamina gli approcci moderati e gli approcci radicali alla sostenbilità urbana con lo scopo di valutare quale ha più potenziale rendere le città europee sostenbili sotto il profilo sociale e ambientale. L’analisi si concentrata sull’Inghilterra, utilizzando una base empirica sfaccettata su diverse scale spaziali. L’analisi include trend nazionali sul consumo di risorse naturali, trend regionali di welfare materiale, uno studio sulla strategia di sviluppo della regione urbana di Swansea e un esperimento in rigenerazione di quartiere. La tesi principale è che le città Europee hanno bisogno di una transizione strutturale – e non solo di aggiustamenti strategici – per diventare veramente sostenibili.
European cities are often presented as a model of sustainability for their capacity to reconcile social cohesion with economic prosperity. However, high environmental impact and persistence in social inequalities raises questions about the capacity of European urbanism to be sustainable in the future. This work analyses moderate and radical approaches to urban sustainability in Europe with the aim of assessing which has the most potential making European cites social and environmentally sustainable. The analysis focuses on the UK using a nuanced empirical base at different spatial scales. The analysis includes national trends in environmental impact, regional trends in material welfare, a study of the development strategy the Swansea City Region and an experiment in neighbourhood regeneration. The main argument is that European cities require a structural transition – and not just strategic adjustment – to become truly sustainable.
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2

Sustersic, Anna. « Valutazione dell'applicabilità di indicatori di sostenibilità a sistemi produttivi costieri ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4579.

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Résumé :
2009/2010
I concetti di sostenibilità e sviluppo sostenibile, introdotto per la prima volta nel testo del rapporto Brundtland (“Our Common future”, 1987) ha assunto nel tempo una importanza crescente, sino a diventare parte del linguaggio comune. Oggi lo sviluppo sostenibile è una delle priorità chiave dei programmi quadro di ricerca europei -il settimo recita: “crescita sostenibile: promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva”, e molta è stata la ricerca volta a ricercare definizioni operative che permettessero di trasformare in enunciati di principio e concetti teorici in pratiche applicabili. In particolare molta attenzione è stata data alla necessità di monitorare costi ed effetti di diversi sistemi economici e modalità produttive, ed alla possibilità di implementare un’economia basata su impatti contenuti, possibilmente a fronte dell’utilizzo di risorse locali e rinnovabili, nei termini della sostenibilità. Parallelamente è andato formalizzandosi il quadro teorico di riferimento, con la definizione dei principi del “prelievo di risorse ad un tasso inferiore alla capacità di rigenero delle stesse” e di “generazione di scarti ad un tasso inferiori alla capacità del sistema ricevente di assorbirli” (Daly, 1992). Diversi indicatori sono stati progettati per valutare gli impatti e il livello di utilizzo di capitale naturale a scala di singolo individuo, di processo produttivo, di città, nazione e su scala Globale. L’applicazione di tali indicatori permette di individuare i punti critici, in termini di impatto ambientale, nei percorsi di produzione nonché di individuare strategie produttive per ridurre tali impatti. Questi indicatori, pur nelle loro criticità, conferiscono un valore al capitale naturale e danno un peso ai differenti livelli di utilizzo di tale capitale. L’Impronta Ecologica e l’analisi eMergetica sono due esempi di indicatori che, proposti rispettivamente negli anni ’90 e ’80, sono oggi ampiamente utilizzati nella valutazione di sostenibilità di sistemi a differente scala. L’applicazione di tali indicatori a sistemi marini ed in particolare ad attività di tipo estensivo è tuttavia non banale, e richiede alcuni approfondimenti metodologici. In qeust’ottica, il presente lavoro di dottorato si è posto come obiettivi: a) Valutare l’applicabilità degli indicatori di sostenibilità Impronta Ecologica e analisi energetica a sistemi tridimensionali marini, applicandoli al processo produttivo mitilicoltura nel Golfo di Trieste, e fornendo così un contributo alla valutazione di sostenibilità di questo comparto. Tale valutazione è stata fatta applicando le due metodologie secondo la loro formulazione standard (applicazione del metodo rilevato in letteratura) in maniera tale da far emergere da un lato eventuali problematicità metodologiche e dall’altro ottenere un risultato confrontabile con i risultati di studi analoghi condotti su differenti attività di maricoltura. b) Definire nuove metodologie di applicazione della metodologia di analisi eMergetica nella sua applicazione a sistemi tridimensionali marini, e quindi un contributo all’implementazione della metodologia di analisi emergetica c) Fornire per alcune prime zone i dati necessari alla creazione di una “mappa di sostenibilità”, secondo la metodologia implementata, per l’attività di mitilicoltura in differenti zone costiere del Nord Adriatico. La tesi è stata organizzata in cinque capitoli. Nel primo capitolo vengono introdotti i concetti di sostenibilità e sviluppo sostenibile. Nel secondo capitolo viene presentata la filiera della mitilicoltura in generale e la situazione del settore produttivo nel Golfo di Trieste. Il quadro del settore produttivo è stato costruito sulla base di un'approfondita raccolta dati provenienti da campagna in campo e fonti ufficiali. Nel terzo e quarto capitolo vengono descritti gli strumenti utilizzati nella valutazione di sostenibilità : Impronta ecologica ed Analisi eMergetica e l’applicazione di questi, secondo una metodologia definita standard derivata da studi di letteratura, al settore produttivo delle mitilicolture nel Golfo di Trieste. Nel quinto capitolo viene discussa l’implementazione di una nuova metodologia di analisi emergetica la sua prima applicazione alla maricoltura nel Golfo di Trieste e la sua estensione ad ulteriori zone del Nord Adriatico. Tale implementazione è stata messa a punto per adattare la metodologia, tipicamente applicata a sistemi terrestri, alle peculiarità del sistema marino.
XXIII Ciclo
1979
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3

TARTUFERI, Emanuele. « L'impronta ecologica della Regione Marche ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251180.

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Résumé :
Il lavoro di ricerca si basa sul metodo di calcolo dell'impronta ecologica, un indicatore complesso che permette di stimare l'impatto di una determinata popolazione sull'ambiente attraverso il consumo di risorse e la richiesta di assimilazione di rifiuti da parte di una determinata popolazione e di esprimere queste grandezze in termini di superficie di territorio produttivo corrispondente. La tesi è divisa in tre singoli lavori accademici: nel primo viene introdotta la metodologia di calcolo e vengono passate in rassegna le principali applicazioni dell'impronta ecologica su scala globale, nazionale e regionale. Vengono inoltre presentati gli altri indicatori affini e complementari all'impronta ecologica capaci di dare una misura al concetto di sostenibilità e di affiancare il PIL nel misurare la situazione economica e sociale di un paese. Infine vengono presentati i principali studi critici sull'impronta ecologica e le risposte da parte dei fautori e sostenitori di questo indicatore. Nel secondo capitolo viene calcolata l'impronta ecologica per la Regione Marche: oltre ad un approfondimento della metodologia di calcolo, con particolare attenzione alle realtà sub-nazionali, vengono presentati e discussi i risultati relativi al calcolo dell'impronta ecologica del 2011 e del 2001 per la Regione Marche, sia a livello aggregato che disaggregato, compresa la simulazione di possibili scenari per valutare eventuali benefici di strumenti atti alla riduzione dell'impronta ecologica. Nel terzo ed ultimo capitolo vengono calcolate le impronte ecologiche di tutte e quattro le regioni del Centro Italia per gli anni 2011 e 2001: vengono passati in rassegna i principali studi sulle impronte ecologiche regionali italiane e presentati e discussi i risultati aggregati e disaggregati delle regioni Marche, Lazio, Toscana ed Umbria attraverso la comparazione dei valori dell'impronta ecologica.
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