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1

Richter, Mario. « Marcel Schwob, Vite immaginarie ». Studi Francesi, no 194 (LXV | II) (1 août 2021) : 397. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.45385.

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2

Fortunati, Vittorio. « Manfred Posani Löwenstein, Rovine immaginarie. Diderot, Hume, Voltaire ». Studi Francesi, no 192 (LXIV | III) (1 décembre 2020) : 664. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.42521.

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3

Fantappiè, Irene. « Pseudotranslation as Kippbild : Multistable Authorship and Textuality in Franco Fortini's Traduzioni Immaginarie ». Canadian Review of Comparative Literature / Revue Canadienne de Littérature Comparée 44, no 4 (2017) : 680–700. http://dx.doi.org/10.1353/crc.2017.0054.

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4

Liu, Haitao. « Review of Albani & ; Buonarroti (1994) : Aga Magera Difura. Dizionario deile lingue immaginarie ». Language Problems and Language Planning 22, no 3 (1 janvier 1998) : 288–90. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.22.3.11hai.

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5

Scarpari, Giancarlo. « Obiettivo. Tra fede e politica : giuristi e magistrati nel passaggio dal fascismo alla Repubblica ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (juillet 2010) : 89–133. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-003007.

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Résumé :
L'espressione «responsabilitŕ di proteggere» (responsibility to protect) fa la sua comparsa nel rapporto 30 settembre 2001 dell'International Commission on Intervention and State Sovereignty. Da allora essa costituisce la cornice politica entro cui si collocano le varie forme di ingerenza della Comunitŕ internazionale o di singoli Stati nelle questioni interne di altri Paesi. Di piů essa si trasforma gradualmente in una sorta di istituto giuridico diretto a inserire un vero e proprio «diritto di ingerenza» nel diritto internazionale. La teoria della «responsabilitŕ di proteggere», come i piů efficaci strumenti ideologici, č connessa da un lato alla presenza di problemi veri, dall'altro alla facile propaganda di soluzioni immaginarie. Per questo č compito del giurista analizzarne le sfaccettature e non perdere di vista la realtŕ.
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6

Giglio, Francesco. « L'irrappresentabile ombelico del trauma. Sul dibattito scaturito dall'articolo di Howard B. Levine ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 1 (février 2022) : 131–38. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-001015.

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Résumé :
Freud, pur passando dall'ipotesi del trauma psichico accaduto a quella della mera interpretazione soggettiva, manterrà sempre la tesi di eziopatogenesi traumatica delle nevrosi. Da qui l'importanza del trauma, concetto rispetto al quale Howard Levine (2021) segnala un'esigenza psicoanalitica condivisa di maggiore coerenza. Simile necessità, insieme clinica e teorica, passa dalla rinnovata attenzione al registro simbolico, al trauma del linguaggio e alle dolorose parole originarie che han-no generato il soggetto. Fuori dalle sterili contrapposizioni immaginarie fra trauma davvero acca-duto o solo interpretato dal soggetto, oppure tra affetti, corpo e parole, un trauma è reso tale dall'esito distruttivo sulla trama simbolica. Il ritorno del trauma infantile nella forma di avveni-menti attuali rinvia all'inadeguato trattamento simbolico della vicenda traumatica. Occorre allora che il lavoro clinico, ove possibile, si concentri sulle parole, pur dense di affetti, affinché l'antica vicenda cessi di ripetersi per diventare definitivamente passato.
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Uttaro, Anna. « Dove si coltiva la cittŕ. Community gardening e riattivazione di spazi urbani ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 98 (juillet 2012) : 12–27. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-098002.

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Résumé :
A partire dai casi di Parigi e Roma, l'articolo traccia un ragionamento teso a considerare i community gardens come spazi per praticare cittadinanza attiva. Analizzando la genesi e lo stato di fatto nelle due capitali, si perviene ad una sintesi critica tesa a mettere in relazione spazi, pratiche ed immaginari. La grande diversitŕ dei due esempi conduce il ragionamento verso una scelta: bisogna completamente pianificare ed organizzare il community gardening o piuttosto sarebbe piů proficuo immaginare questi giardini come una sorta di spazi di libertŕ nelle cittŕ?
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8

Perrotta, Anna, et Enrico Rogora. « Ci sono tanti modi per essere aleatori ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 12 (21 novembre 2022) : 129–41. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.7.

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Résumé :
Possiamo immaginare dei criteri che ci aiutino a distinguere sequenze binarie finite generate dal lancio ripetuto di una moneta da altre immaginate da un agente umano o simulate con una calcolatrice che usa un algoritmo deterministico? Si possono individuare proprietà caratteristiche delle sequenze delle diverse classi considerate?Intorno a queste domande abbiamo costruito un percorso, proposto in una classe terza di liceo scientifico, che ha stimolato gli alunni a riflettere criticamente sulle loro convinzioni relative alla probabilità e al caso.
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Farinelli, Patrizia. « Le bio-bibliografie immaginarie di Bolaño e le biografie infedeli di Orecchio come approcci letterari alle verità della storia, della vita ». Ars & ; Humanitas 11, no 2 (27 décembre 2017) : 127–38. http://dx.doi.org/10.4312/ah.11.2.127-138.

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Résumé :
Anche se Davide Orecchio non lo avesse dichiarato in modo esplicito, il fatto che sulla sua formazione letteraria abbia avuto un peso, tra altre letture, pure quella dell’opera di Bolaño viene suggerito dalle caratteristiche stesse del suo lavoro. Vanno in quel senso tanto una pratica della scrittura quale attività che cresce raccogliendo e travestendo altra scrittura (in un pullulare di richiami intertestuali), quanto un confrontarsi con la storia attraverso il frequente uso di documenti d’invenzione. A parte un riconosciuto debito di entrambi nei confronti di Borges, a legittimare un accostamento dell’opera di questo narratore contemporaneo italiano a quella di Roberto Bolaño, che è stato un autore culto per molti della generazione formatasi nell’ultima fase del XX secolo, non sono, del resto, solo alcune strategie narrative, ma anche un insistito sguardo sulla presenza del male nell’esistenza umana. Si tratta in ogni caso di punti di convergenza che non tolgono nulla a specifiche identità di stile e a precise posizioni di poetica.
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Farinelli, Patrizia. « Le bio-bibliografie immaginarie di Bolaño e le biografie infedeli di Orecchio come approcci letterari alle verità della storia, della vita ». Ars & ; Humanitas 11, no 2 (27 décembre 2017) : 127–38. http://dx.doi.org/10.4312/ars.11.2.127-138.

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Anche se Davide Orecchio non lo avesse dichiarato in modo esplicito, il fatto che sulla sua formazione letteraria abbia avuto un peso, tra altre letture, pure quella dell’opera di Bolaño viene suggerito dalle caratteristiche stesse del suo lavoro. Vanno in quel senso tanto una pratica della scrittura quale attività che cresce raccogliendo e travestendo altra scrittura (in un pullulare di richiami intertestuali), quanto un confrontarsi con la storia attraverso il frequente uso di documenti d’invenzione. A parte un riconosciuto debito di entrambi nei confronti di Borges, a legittimare un accostamento dell’opera di questo narratore contemporaneo italiano a quella di Roberto Bolaño, che è stato un autore culto per molti della generazione formatasi nell’ultima fase del XX secolo, non sono, del resto, solo alcune strategie narrative, ma anche un insistito sguardo sulla presenza del male nell’esistenza umana. Si tratta in ogni caso di punti di convergenza che non tolgono nulla a specifiche identità di stile e a precise posizioni di poetica.
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Caroni, Pio. « E se anche il codice fosse un messaggio ? La storia del codice ha senso solo se il codice non ne è il protagonista ». Revista da Faculdade de Direito, Universidade de São Paulo 112 (28 août 2018) : 421–38. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2318-8235.v112i0p421-438.

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Résumé :
Questo saggio conclude ricerche sulla storia della codificazione del diritto, che l’autore ha iniziato mezzo secolo fa. Se aveva finora concesso molto (e forse troppo) spazio alla elaborazione storica di concetti e quindi alla definizione dello ‘statuto ontologico’ del codice, qui ne prescinde quasi totalmente. Ma si interroga in compenso sul destino concreto affrontato dai codici quando, oramai diritto vigente, entrano nella società, alla quale erano destinati, e tentano di disciplinarla. Vede perciò nel codice un messaggio, il cui valore (rispettivamente significato) non viene anticipato dal legislatore, ma via via appurato dal destinatario, in questo caso dalla società. E per essa (la precisazione non è superflua) da chi emergeva, quindi la dominava, ossia da chi era in grado di imporre proprie scelte di natura giuridica, sociale, economica, politica, rispettivamente di sintonizzare l’astratto codice sulle proprie personali frequenze. Mentre finora la ricerca era come stregata dalla storia dell’elaborazione/formazione del codice, questo diverso approccio sposta l’obiettivo sul dopo-codice, tenta cioè di descrivere in quale realtà si imbatte il codice una volta arrivato a destinazione e cosa nasce concretamente da questo incontro-scontro. E lo fa non per screditare quanto già si fece, ma per scoprirne (e descriverne) ora la parabola completa, grazie ad uno sguardo binario, rispettoso tanto dell’ottica del mittente, quanto di quella del destinatario. A chi interroga siffattamente il passato, molte ricerch non interessano più, massime quelle che gli autori hanno finora svolto muovendo esclusivamente dal testo sanzionato dal codice. Gli sembrano virtuali, immaginarie, frammentarie, una traccia sempre più smunta, che poi si perde nella sabbia. Ma in compenso, forte del suo sguardo binario, riesce magari a dissodare qualche incolto. A spiegare diversamente il rapporto istaurato fra codici regolari e irregolari, a ragionare in modo meno preconcetto sulla nozione di recezione/trapianto, oppure a rendersi conto che – a dispetto di quanto tuttora molti sostengono – ogni codice modifica inevitabilmente, tanto o poco, il quadro della realtà giuridica.
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Quaglino, Gian Piero. « Il salato immaginario ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 30 (février 2019) : 113–20. http://dx.doi.org/10.3280/eds2018-030013.

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Miccoli, Giusi. « Immaginare il possibile ». FOR Rivista per la formazione, no 96 (janvier 2015) : 5–6. http://dx.doi.org/10.3280/for2013-096001.

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Dufourcq, Annabelle. « riassunto : Istituzione e immaginario ». Chiasmi International 6 (2005) : 344. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20056115.

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Tognassi, Fabio. « Virtualitŕ e consistenza. Prodotto e godimento nel discorso ipermoderno ». ATTUALITŔ LACANIANA, no 9 (avril 2009) : 53–75. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009006.

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Résumé :
- Nel discorso ipermoderno il posto del prodotto spetta al sapere, il quale si presenta nella veste del sapere Uno, un sapere non dialettizzabile, che punta a precludere il soggetto dell'inconscio al fine di fornire agli individui un'illusione di immortalitŕ e di consistenza immaginaria. Attraverso il paradigma della simulazione il sapere viene utilizzato come prodotto virtuale per ricoprire, bordare il vuoto angosciante - il vero padrone dell'ipermodernitŕ - definitivamente svelato in seguito alla caduta dell'Ideale. Parole chiave: prodotto - sapere - consistenza immaginaria - simulazione - vuoto angosciante caduta dell'Ideale.
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Laugier, Sandra. « Cultura popolare e immaginario morale ». SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, no 2 (octobre 2019) : 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/sp2019-002002.

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Assumma, Fabrizio, Davide Pappalardo, Stefano Eleuteri, Marta Panzeri et Roberta Rossi. « Immaginario erotico e fantasie sessuali ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 1 (novembre 2016) : 169–71. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2016-su1045.

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Bottici, Chiara. « La politica immaginale ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 36 (janvier 2010) : 131–40. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036010.

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Résumé :
- Lo scopo fondamentale di questo saggio č affrontare il nesso tra politica e immaginazione per mezzo del concetto di immaginale, inteso come ciň che č fatto di immagini. La strategia č quella di aggredire l'intreccio di politica e immaginale attraverso un duplice movimento, dal concetto di immaginale a quello di politica e viceversa, per poi passare a un'analisi delle sue trasformazioni nell'epoca globale.
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Quondamatteo, Sara. « "Nel cuore della distruzione". Miłosz e il recupero della poesia come mitopoiesi ». Fabrica Litterarum Polono-Italica, no 4 (10 mai 2022) : 1–15. http://dx.doi.org/10.31261/flpi.2022.04.09.

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Résumé :
A partire dall’analisi di due componimenti poetici di Czesław Miłosz, ossia Ninnananna (1933/1934) e Mondo. Poema ingenuo (1943), il saggio ha come obiettivo quello di indagare il processo di riscoperta da parte dell’autore della funzione mitopoietica della poesia nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Accomunati dalla prospettiva infantile e da un immaginario segnato in maniera più o meno esplicita dalla catastrofe della guerra, i due componimenti sono costruiti per antitesi attraverso un immaginario e una assiologia che attestano una trasformazione radicale nella concezione e nella ricerca poetica.
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Giuffrč, Martina. « Immagini dell'Altrove a Capo Verde : Terra Longe e Terra Mamaizinha ». MONDI MIGRANTI, no 3 (mars 2011) : 131–45. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003009.

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Résumé :
L'immigrazione č un elemento strutturale della societŕ capoverdiana attorno al quale č stato costruito un diffuso immaginario sia in campo letterario-poetico che nel corpus di racconti tradizionali. In questo saggio metterň in luce come il fenomeno migratorio sia, per coloro che restano a Capo Verde, un processo fortemente polisemico e ambivalente tanto nelle pratiche sociali quanto sul piano simbolico. In particolare tratterň del potere aggiunto che viene attribuito alle persone e alle cose che provengono da fuori, dell'immaginario che si costruisce attorno all'Altrove (Terra Longe) e al luogo d'origine (Terra Mamaizinha) e dei cambiamenti che questo immaginario ha subito da quando l'altrove č diventato terreno di pratiche femminili.
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Capitano, Luigi. « Leopardi e lo "spazio immaginario" dell'Infinito ». Il Segno e le Lettere 9788879169714 (mai 2021) : 119–34. http://dx.doi.org/10.7359/971-2021-capi.

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Perfetto, Giuseppe. « Il denaro tra Immaginario e Simbolico ». COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no 21 (avril 2011) : 59–67. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-021003.

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Résumé :
L'articolo presenta l'argomento "denaro" in psicoanalisi. In relazione alla associazione feci-denaro, Freud descrive il carattere anale. Esiste un rapporto fra denaro e desiderio. Il valore narcisistico del denaro č collegato all'invidia. L'uso del denaro presuppone che sia considerato un oggetto simbolico.
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Casula, Consuelo. « Intervista immaginaria con Kay F. Thompson ». IPNOSI, no 1 (juillet 2009) : 69–73. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2009-001006.

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Ghisu, Eliseo. « Una conversazione immaginaria con Edgar Morin ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 36 (décembre 2012) : 61–68. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036004.

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Résumé :
L'autore immagina una conversazione tra uno psicologo specializzando in psicoterapia della famiglia e il filosofo francese Edgar Morin. Lo studente ha appena letto il primo volume de "Il metodo" ed č desideroso di approfondire la conoscenza attraverso l'incontro con l'autore. La conversazione dunque si dipana attraverso le domande del giovane e gli insegnamenti dell'anziano pensatore, riprendendo i concetti epistemologici espressi nel libro. Morin confessa allo studente gli intenti che stanno alla base della scrittura del libro, chiarifica la propria posizione epistemologica e si pone come autentico "maître ŕ penser", aiutando il giovane specializzando verso una nuova visione della complessitŕ del reale.
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Klopp, Charles, et Gesualdo Bufalino. « Calende greche : Ricordi d'una vita immaginaria ». World Literature Today 67, no 2 (1993) : 350. http://dx.doi.org/10.2307/40149132.

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Deriu, Marco. « Immaginare l'impensato. Sguardi incrociati sulla democrazia ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 36 (janvier 2010) : 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036002.

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Résumé :
- L'autore propone una mappa delle rappresentazioni della democrazia che non ricalca le suddivisioni delle scuole politiche tradizionali ma che cerca piuttosto di cogliere al di lÀ dei fondamenti ideologici la specifica posizione epistemologica e psicologica assunta dall'osservatore nei confronti della democrazia e dei regimi esistenti. Emergono dunque dieci possibili rappresentazioni della democrazia che possiamo suddividere in tre macroapprocci: un approccio statico che comprende un filone apologetico e un filone di disincanto; un approccio conflittuale che comprende un filone spirituale, un filone critico e un filone agonistico; un approccio dinamico che comprende un filone evolutivo, un filone involutivo, un filone di radicalizzazione, un filone di trasformazione, un filone di oltrepassamento. La proposta č dunque quella di incrociare gli sguardi e integrare, soppesandoli uno per uno, questi diversi punti di vista, piuttosto che assumere unilateralmente uno di essi.
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Beurier, Joelle. « Immaginari della linea Maginot, 1930-1940 ». MEMORIA E RICERCA, no 39 (mai 2012) : 29–50. http://dx.doi.org/10.3280/mer2012-039002.

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Résumé :
Most of the studies on the Maginot Line focuse on the military aspects of its history. By means of images, novels, scientific articles, written and illustrated press of the time, this article aim to comprehend the mental representations of the Maginot Line before and after the outbreak of the war. The famous fortification turns out to be a pointer to the French inability to efficiently enter the war.
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Arcangeli, Margherita. « Immaginare è simulare : cosa e come ? » Rivista di estetica, no 53 (1 juin 2013) : 135–54. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1572.

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Marinucci, Roberto. « L’invasione immaginaria. L’immigrazione oltre i luoghi comuni ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 28, no 58 (avril 2020) : 259–62. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005816.

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Gatecel, Anne. « Corpo Reale/corpo Immaginario e psicoterapia corporea ». Psychosomatique relationnelle N° 1, no 1(it) (4 juin 2013) : 23–30. http://dx.doi.org/10.3917/psyr.131it.0023.

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Buccini, Stefania, et Alessandro Scarsella. « Fantastico e Immaginario. Seminario di letteratura fantastica ». Italica 68, no 2 (1991) : 233. http://dx.doi.org/10.2307/479862.

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Renault, Alexandra. « riassunto : Fenomenologia dell’immagnario e immaginario della fenomenologia ». Chiasmi International 5 (2003) : 177. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi2003524.

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Marone, Francesca, et Giuseppe Arguto. « Immaginare l'Altro : il museo come dispositivo interculturale ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 2 (janvier 2018) : 128–42. http://dx.doi.org/10.3280/erp2017-002009.

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Angelica, Anita. « Le capacità immaginative nei musicisti ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (août 2014) : 111–25. http://dx.doi.org/10.3280/rip2014-001006.

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Di Pasquale, Fabrizio. « Approcci interdisciplinari : letteratura e cartografia. Tra immagini e parole ». e-Scripta Romanica 4 (27 décembre 2017) : 43–53. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.04.04.

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Résumé :
Nell’ultimo ventennio, un numero importante di lavori sono stati consacrati allo studio della rappresentazione dello spazio nei testi letterari. Tale interesse sembra inscriversi sia nell’evoluzione dei generi, caratterizzati da una spazializzazione crescente delle forme narrative, sia nello sviluppo di pratiche artistiche legate alla creazione di carte letterarie. In seguito all’affermarsi dello spatial turn negli studi letterari e culturali, parte della critica ha focalizzato la sua attenzione sulla relazione che intercorre tra spazio immaginario, spazio referenziale e pratica cartografica. Quest’ultimo aspetto costituisce uno dei temi più interessanti della metodologia geocritica. Il presente articolo mira a studiare questa “convergenza” tra la letteratura e la cartografia, con l’intento di esaminare la testualità delle carte letterarie e, in particolare, la loro dimensione retorica. Le carte letterarie sono in grado di rappresentare i luoghi in cui si svolge l’azione di un romanzo, o di più romanzi, permettendo allo scrittore di costruire un mondo immaginario che i lettori esplorano assieme ai personaggi.
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Lattarico, Jean-François. « Lucinda Spera, Verso il moderno. Pubblico e immaginario ». Italies, no 14 (1 décembre 2010) : 587–91. http://dx.doi.org/10.4000/italies.4152.

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Badon, Silvia. « Trauma e immaginario cinematografico : il caso di Srebrenica ». SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no 55 (septembre 2018) : 104–16. http://dx.doi.org/10.3280/sc2018-055007.

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Ostanel, Elena. « Immigrazione e giustizia spaziale. Pratiche, politiche e immaginari ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mai 2014) : 25–38. http://dx.doi.org/10.3280/mm2014-001003.

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Spinicci, Paolo. « Le ombre e il sogno. Percepire, immaginare, raffigurare ». PARADIGMI, no 3 (novembre 2009) : 29–43. http://dx.doi.org/10.3280/para2009-003003.

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Résumé :
- The aim of this paper is to shed light on the role of imagination in our reception of pictures. In contemporary debate many scholars maintain that we need imagination in order to grasp what pictures depict. This solution is shown to be untenable and is rejected, by arguing against four theses which seem to justify it. As a conclusion, it is shown that imagination is called into play not by depiction as such, but only by the use we make of depictions when we are willing to take part in the game they ask us to play.Key words: Imagination, Make believe, Narrative, Phenomenology of perception, Picture, Seeing in.Parole chiave: Immagine cinematografica, Melodia, Montaggio, Percezione, Psicologia della Gestalt, Ritmo.
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Curcio, Liliana. « Immaginari i 2 = -1... quelle radici non esistono ! » Lettera Matematica Pristem 100, no 1 (janvier 2017) : 53–57. http://dx.doi.org/10.1007/s10031-017-0010-1.

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Neri, Veronica. « Implicanze etiche dei "visual studies". Metafore e immaginari sociali ». PARADIGMI, no 3 (octobre 2017) : 121–33. http://dx.doi.org/10.3280/para2017-003009.

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Piro, Antonio, et Luca Bidogia. « Tenet, il tempo, il libero arbitrio e viceversa Parte prima ». IPNOSI, no 1 (juillet 2021) : 73–76. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-001006.

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Résumé :
Il tempo esiste? Se sì, in quali forme può immaginarlo la mente umana? L'articolo usa il film Tenet come occasione per riflettere sul liberto arbitrio e trarne qualche metafora da usare in contesti ipnotici.
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Piro, Antonio, et Luca Bidogia. « Tenet, il tempo, il libero arbitrio e viceversa. Parte seconda ». IPNOSI, no 2 (janvier 2022) : 87–92. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-002006.

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Résumé :
Il tempo esiste? Se sì, in quali forme può immaginarlo la mente umana? L'articolo usa il film Tenet come occasione per riflettere sul liberto arbitrio e trarne qualche metafora da usare in contesti ipnotici.
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Benozzo, Francesco. « La Terra dei Morti di Thomas Kinsella come spazio primordiale di un nuovo immaginario ». Le Simplegadi 19, no 21 (novembre 2021) : 18–26. http://dx.doi.org/10.17456/simple-170.

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Résumé :
Tra le numerose opere poetiche di Thomas Kinsella, Notes from the Land of the Dead, del 1973, appare quella più legata agli elementi del paesaggio fisico. In questo saggio si provano a percorrere alcune strategie cognitive e percettive che consentono al poeta irlandese di farsi interprete, attraverso di esso, di un immaginario per la rifondazione poetica del mondo, all’interno di quella che ho recentemente definito come world poetry
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Farruggio, Agata. « I ritratti di uomini illustri negli albarelli siciliani cinquecenteschi ». ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no 1 (mai 2021) : 131–37. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001014.

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Résumé :
L'autrice partendo dall'esame degli albarelli cinquecenteschi di produzione italiana, e siciliana in particolare, sopravvissuti nelle collezioni siciliane pubbliche e private ripercorre il tema del ritratto di personaggi immaginari o storici presente in essi e, sulla scorta della storiografia esistente, traccia una linea di collegamento tra gli stilemi decorativi della maiolica e i coevi moduli rappresentativi delle incisioni e delle illustrazioni dei libri a stampa della seconda metà del XVI secolo.
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D'Angelo, Lorenzo, et Pietro Zanirato. « Come una cittŕ si ricorda e immagina il suo futuro ». COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no 22 (décembre 2011) : 133–42. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022011.

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L'obiettivo dell'articolo č di proporre una elaborazione delle nozioni di "abitare" e di "memoria" nell'ambito dell'antropologia urbana. Attraverso la prospettiva di Heidegger sull'abitare (bauen) e la rilettura di Ingold sulla "prospettiva dell'abitare" (dwelling perspective), questo articolo analizza come una cittŕ elabora la memoria del suo passato e immagina il suo futuro. Il caso di Sesto San Giovanni mostra come i siti industriali del passato possano diventare parte di un immaginario materiale collettivo.
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Bruggisser-Lanker, Therese. « Dies irae, dies illa – Memento mori im Angesicht des Jüngsten Gerichts ». Deutsches Dante-Jahrbuch 93, no 1 (28 septembre 2018) : 121–59. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2018-0007.

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Résumé :
RiassuntoFin dalla sua comparsa, la sequenza del Dies irae ebbe una posizione ambivalente, e con il suo immaginario angoscioso, irrevocabilmente legato all’apocalisse di Giovanni, è presto diventata una cifra del giudizio universale, lasciando profonde tracce nella storia della mentalità medievale. Nel contesto della messa da requiem tuttavia i compositori la integrarono fin dal Cinquecento, attraverso l’impiego di simbologie celesti, nel concetto dell’armonia, nel quale entrarono anche processi di soggettivazione e una nuova dinamica della creatività.
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Satriani, Luigi M. Lombardi. « Bambole, profumi e peccato nell' immaginario canoro della societa italiana ». La Ricerca Folklorica, no 16 (octobre 1987) : 67. http://dx.doi.org/10.2307/1479106.

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Liviabella Furiani, Patrizia. « Le donne eschilee in guerra tra immaginario e realtà sociale ». Euphrosyne 18 (janvier 1990) : 9–22. http://dx.doi.org/10.1484/j.euphr.5.126492.

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Martelli, Sebastiano. « REFERENTI CÓLTI E IMMAGINARIO FANTASTICO NELLA NARRATIVA DI SERGIO CAMPAILLA ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 30, no 1 (mars 1996) : 80–91. http://dx.doi.org/10.1177/001458589603000105.

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