Littérature scientifique sur le sujet « Imbreviature »

Abstract This essay analyses the previously unexplored protocol of the notary Angelo degli Atti da Todi, which contains 141 new sources on the history of Rome – City and Curia – during the pontificate of Martin V and the early pontificate of Eugenius IV. After an overview of notarial research on early Renaissance Rome, it presents Angelo degli Atti’s career and cultural profile, based partly on his will, found in a legal dispute over inheritance with the Florentine Alberti family. Possibilities for analysing the protocol are then discussed. For the first time, this protocol provides insights into the jurisdiction of the Camera Apostolica in the period mentioned and expands our knowledge of the actors and transactions of the Papal Finance at the Curia of Martin V, especially as regards the Florentine merchant bankers, and above all the Alberti and Boscoli. The protocol also contains a wide range of sources on the history of Rome, including its art history and the maritime economy in which the city was involved. The entire protocol is made accessible by regesta including an index of persons and places.

La ricerca analizza una selezione dei più antichi registri notarili conservati all’interno degli Archivi di Stato di nove città dell’Italia centro-settentrionale scelte per importanza storica e per il significativo ruolo assunto nello sviluppo delle vicende notarili tra XII e XIII secolo, al fine di indagarne le caratteristiche fisiche e materiali, la struttura e la prassi redazionale, contribuendo a chiarire metodo e modalità di lavoro seguite nel corso del XIII secolo durante l’allestimento e l’utilizzo di tali strumenti. Lo studio tenta quindi di ampliare il tradizionale campo di indagine della codicologia: per la prima volta si descrivono dettagliatamente e ad ampio raggio di materiali studiati in minima parte in quanto fonte storica o testimonianza documentaria e si elaborano riflessioni comparative confrontando i dati raccolti in sedi lontane con quanto già noto a proposito della contemporanea produzione italiana di manoscritti, per affrontare lo studio del codice del XIII secolo (scelto appositamente per la rilevanza) da una prospettiva differente e complementare ed evidenziare eventuali punti di contatto e/o rapporti di consequenzialità. Il corpus di analisi è costituito da 120 registri iniziati tra il 1203 e il 1300 conservati negli Archivi di Stato di Arezzo, Bologna, Firenze, Genova, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato e Siena al cui interno sono state individuate 238 unità codicologiche ricondotte a 181 notai differenti.