Thèses sur le sujet « ICAR/22 ESTIMO »
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Picchiolutto, Elena. « Fattibilità economica della rigenerazione urbana : il risparmio energetico come misura per il recupero dell'esistente ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424819.
Texte intégralLa città contemporanea si sviluppa secondo dinamiche profondamente diverse dallo scorso secolo. La tendenza all’espansione urbana ha subito un’inversione, e le attuali contingenze sociali, urbane, economiche e tecnologiche, hanno determinato l’orientamento verso la c.d. “rigenerazione” urbana. Non esiste un unico approccio alla rigenerazione, nella quale le tematiche “smart” si intrecciano sulla base di variabili economiche, territoriali ed ambientali. Lo scopo del presente studio è identificare, valutare ed applicare approcci e modelli di rigenerazione per la città che siano sostenibili, soprattutto sul piano economico. Il lavoro di ricerca muove dalle origini della attuale “introversione” urbana, identificandone le ragioni socio-economiche, da riportare alla contemporaneità in variabili che influenzano la sostenibilità dei processi di trasformazione. Dopo aver estrapolato le motivazioni dell’attuale tendenza di sviluppo urbano alla rignerazione, sono state identificate le variabili urbanistiche necessarie per valutarne la convenienza economica. Mediante un modello di carattere quantitativo, è stato possibile valutare come processi di rigenerazione radicale, in termini di demolizione e ricostruzione, siano ora sostenibili in pochi casi, mentre prevalente sia un orientamento necessario al riuso dell’esistente. Forme di retrofit, tradizionale e innovativo a livello nazionale ed internazionale, sono state analizzate, al fine di elaborare un primo scenario esplorativo per la rigenerazione urbana in Italia mediante modelli di pianificazione, valutazione e gestione di interventi di Deep Energy Retrofit a scala urbana.
Martin, Chiara. « Efficienza economica e conservazione dei sistemi naturali nell'allocazione della risorsa suolo tra usi alternativi : un modello multicriteriale di aiuto alle decisioni nella pianificazione territoriale sostenibile ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425075.
Texte intégralBanzato, Donatella. « Analisi tecnico-economica della filiera del biogas a seguito del D.M. 6 luglio 2012. Opportunità e limiti per l'impresa zootecnica ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423388.
Texte intégralL'impostazione dello studio condotto nel presente lavoro di tesi si basa su tre elementi fondamentali che stanno caratterizzando lo sviluppo della sostenibilità ambientale ed energetica nei principali Paesi dell'Unione Europea. In primo luogo, il conseguimento di un settore energetico sicuro, competitivo e tendente ad emissioni "zero" è la strada intrapresa fin dalla definizione degli obiettivi 20-20-20 per il 2020 (si ricorda la riduzione del 20% delle emissioni inquinanti, la riduzione del 20% dei consumi finali e l'incremento del 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili). Ora la Commissione europea cerca di migliorare gli obiettivi andando oltre il 2020 e lancia la proposta dell'Energy Roadmap 2050, presentata nel dicembre 2011. In secondo luogo, negli ultimi anni a livello mondiale si sta registrando un crescente interesse per la tutela dell'ambiente dall'effetto inquinante generato dal settore agro-zootecnico; in particolare, preoccupa il destino dell'azoto presente negli effluenti degli allevamenti utilizzati nei terreni agricoli. Tale problema è molto sentito nelle aree con elevate densità di capi, dove è diventato necessario riequilibrare il rapporto tra carico di animali e terreno disponibile per lo spandimento dei liquami. Si osserva, peraltro, che in molti casi l'impatto negativo deriva non solo dalle caratteristiche degli effluenti, quanto da poco razionali modalità di gestione, di trattamento e di impiego finale, spesso non sostenibili nel sistema territoriale complessivo che ospita l'attività zootecnica. In Italia il recepimento finale della cosiddetta Direttiva Nitrati (Dir. 91/676/CEE ) ha reso ancora più difficoltosa tale situazione; oltre all'indubbia questione sorta in merito alla definizione in termini generali delle Zone Vulnerabili ai Nitrati (dove si possono spandere al massimo 170 kg/ha di azoto) e Zone Non Vulnerabili ai Nitrati (dove il limite sale a 340 kg/ha), si ricorda che i valori di azoto prodotto in stalla utilizzati dalle Regioni fino all'entrata in vigore del Decreto Ministeriale , non corrispondevano a quelli in adozione negli altri Paesi dell'UE. In terzo luogo, nel passato, le principali direttive comunitarie, prima, con gli aiuti a sostegno dei prezzi e, poi, con i contributi a superficie coltivata (dopo la Riforma di Mac Sharry del 1992), hanno indirizzato gli agricoltori a concentrare i loro sforzi al fine di incrementare l'efficienza delle tecniche agricole per migliorare le rese unitarie e la produzione finale soprattutto di commodities e beni ad esclusiva destinazione alimentare. Con la riforma della politica agricola comunitaria dei primi anni del 2000 e l'introduzione del disaccoppiamento, gli agricoltori sono stati in parte liberi di fare le proprie scelte imprenditoriali valutando attentamente il mercato, il proprio territorio, le tecnologie a disposizione ed i finanziamenti per lo sviluppo aziendale, ad esempio, attraverso le indicazioni e le risorse dei Piani di Sviluppo Rurale regionali del secondo pilastro della PAC. Ora si è in attesa di ulteriori profondi cambiamenti con la nuova riforma che avrà avvio nel 2014, che sembra ancora di più (da quanto scaturisce dalle proposte della Commissione europea) indirizzata verso la tutela dell'ambiente e di un ruolo di "servizio" delle attività dell'impresa agricola. Di fronte ad un cambiamento così radicale dello scenario di riferimento, si sono ridisegnate nuove possibili strategie di medio-lungo periodo per l'azienda agricola, combinando risorse e capitali e verificando l'adattabilità degli stessi agricoltori alle scelte future di indirizzo, secondo un approccio multifunzionale. Gli agricoltori, pertanto, hanno l'opportunità di ripensare e di modificare il loro ruolo per il futuro: da quello esclusivo agricolo a quello di imprenditori per attività anche di servizio, con tutti i requisiti che questa funzione sottende; è necessario però anche un riposizionamento funzionale ed efficiente degli attori dell'intera filiera agro-zootecnica, privati e pubblici, che condizionano ed interagiscono con le attività dell'impresa. Da quanto premesso si può affermare che anche la produzione energetica potrebbe rappresentare per l'imprenditore agricolo un'importante opportunità per differenziare la propria attività , allargando le prospettive e gli scenari per l'azienda. Il presente studio, osservate tali complesse questioni, vuole proporre un'analisi che valuti gli effetti sulle scelte future dell'imprenditore alla luce, anche, delle nuove indicazioni presenti nel Decreto ministeriale del 6 luglio 2012 'Attuazione dell'art. 24 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici' confrontando vari scenari con il sistema d'incentivazione valido fino al 31 dicembre 2012.
Boschetti, Clara. « La brevettazione della ricerca universitaria in Italia : "stato dell'arte" e valutazione quali-quantitativa ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423691.
Texte intégralIl presente lavoro di tesi è strutturato in tre articoli e comprende argomenti di attualità nell’ambito dello studio della stima dei brevetti. In particolare, nella prima parte della tesi si inquadra l’argomento dal punto di vista storico-legislativo e si delinea come gli interventi del legislatore Italiano in materia di “brevetti accademici” siano motivati dalla volontà di incentivare lo sviluppo di nuove tecnologie ed invenzioni, ma in realtà siano spesso distanti dalla realtà e provochino effetti non previsti. Nella seconda parte della tesi sono stati analizzati i metodi di valutazione quantitativa, evidenziandone i punti di forza e di debolezza. I metodi basati sul costo hanno il vantaggio di essere di facile calcolo, ma nessuna correlazione con i benefici futuri ricavabili dal brevetto. I metodi basati sul mercato hanno estrema concretezza, ma spesso poche transazioni comparabili a cui fare riferimento. I metodi reddituali tengono in conto i benefici futuri derivanti dallo sfruttamento dei brevetti, ma comportano una certa difficoltà di calcolo attendibile. Infine i metodi basati sulle opzioni reali sono estremamente flessibili, ma richiedono calcoli enormemente complicati. Nella terza ed ultima parte della tesi sono stati analizzati i metodi di valutazione qualitativa. E’ stata elaborata e testata su casi studio una nuova griglia per la valutazione di brevetti giovani, in particolare quelli nati in seno all’Università.
Bragolusi, Paolo. « Energy efficiency in buildings : willingness to pay for buildings energy retrofit ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425919.
Texte intégralLo scopo di questa ricerca è quello di fornire approcci innovativi di valutazione economica dei progetti di riqualificazione energetica degli edifici. Abbiamo analizzato il rapporto costo-efficacia dei progetti di riqualificazione energetica degli edifici tenendo conto dei trade-off tra costi e benefici diretti, indiretti, tangibili e intangibili delle soluzioni di retrofit. Nel dettaglio, la ricerca si è concentrata sulla stima del valore monetario dei benefici e dei co-benefici relativi al retrofit energetico degli edifici che potrebbero favorire gli investimenti. Alla fine, abbiamo anche fornito interessanti implicazioni di policy per supportare i governi italiani nella progettazione di politiche di incentivazione.
Macchiaroli, Maria. « La selezione di investimenti in infrastrutture nel servizio idrico integrato. Un modello innovativo per il Programma degli Interventi in Italia ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4273.
Texte intégralIn the Countries of the Western Europe, present weather changes have caused a growing attention to the use of water resources. In particular, in Italy the summer of 2017 – characterized by a prolonged drought – caused emergencies also in Regions who are traditionally rich in water. So, there is the necessity of an efficient water management through a correct model of Integrated Water Service (SII). The rational approach is to be applied both to the maintenance and development of the infrastructural asset useful for water supply, storage and distribution, for the wastewater disposal and purification, and to the management model for the optimization of public service supply. In both cases, the operational scheme prescribed by the National Authority (ARERA), through a tight and constant regulations, sees a very strong push to rationalize the operating principles. This research is part of this theme, outlining a multi-criteria model that allows the optimal selection of investments in water infrastructures within the Program of Interventions, with respect to a multi-subject and multi-interest operational scenario, therefore complex and not rarely conflictual (public interests versus entrepreneurial interests of the Utilities). The model proposes the application of the AHP within an innovative logical scheme also with respect to the current national legislation. In detail, the first two chapters of the Thesis outline the current management of the Integrated Water Service in Italy and in the main European countries. The third chapter describes the programming tools that the regulatory bodies have at their disposal to make the Service more efficient, as well as the tariff structure in force in Italy. Finally, the fourth and fifth chapters illustrate the innovative model proposed for the Program of Interventions and its application to a real case in Campania. The experiment allowed to permeate a complex and articulated procedure with the principles of the scientific-rational approach. The results can be traced back to some main points: 1. the model architecture explicits the recommendation of ARERA concerning the need to adopt evaluation techniques ratified by the scientific bibliography for the choice of intervention alternatives, in fact applies the AHP methodology; 2. the model esemplifies the process of selecting critical issues affecting the SII, starting from the set described by ARERA, leading it back to the set whole coherent with the ATO and then with the subset of the specific territory managed from the Utility that adopts the protocol; 3. the model accompanies the operators in the correct identification of the technical parameters representative of the status of the criticalities elicited, inducing them to the correct balance between the suggestions of the Authority and the extemporaneous solutions consistent with the informative and cognitive conditions of the professional reality 4. the model introduces, in addition to the evaluation criteria of ARERA, 3 other criteria (population affected by investments, cost of investment and maintenance of the proposed technical solutions) that enhance the social and economic profile of the projects, not adequately covered by the indicators recommended by the Authority; 5. the model simplifies the selection of technical solutions that have widespread positive effects on multiple levels of problems, allowing a quick synthesis of investments that have convenient scale effects in both costs and results; 6. the model allows the temporal ranking of winning alternatives, concileing the public goals contained in the strategic planning tools (PdA) and the private goals of financial optimization of the investment process. However, it should be noted that the model discounts the still relevant informative asymmetry between the Utility - often the only holder, although partial, of knowledge about assets, stocks and costs of production factors - and Regulator who instead, in the absence of a correct campaign to quantify the parameters of the SII, remains an inert observer with respect to budgeting and corporate planning problems. Finally, the result of temporal ranking performed on the real case is certainly satisfactory. From the tendential coincidence between the primary objectives of the public and of the private sector derives a positive perspective in the potential collaboration to the development of the sector in the South Italy areas. [edited by Author]
XXX ciclo
Antoniucci, Valentina. « Forma della città e mercato immobiliare : la sostenibilità economica dei processi di densificazione urbana ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424822.
Texte intégralLa ricerca affronta il tema della sostenibilità economica degli investimenti immobiliari mediante processi di densificazione urbana. Il lavoro qui presentato è volto a verificare se e in quale modo la forma della città, e specificatamente la forma insediativa dell’alta densità, debba essere considerata con un certo grado di autonomia, al pari di altri fattori noti, quando si affronti la valutazione di investimenti di riqualificazione e rigenerazione urbana. Nell’introduzione viene presentata la domanda di ricerca e la lettura del contesto da cui emerge. A seguire sono sintetizzati i due principali filoni di indagine in base ai quali si sviluppa la ricerca: il primo alla scala di dettaglio del progetto, il secondo a scala urbana e territoriale. Ciascun dei tre successivi capitoli della tesi è volto a discutere uno specifico aspetto della ricerca, sulla scorta della struttura di un paper. Il primo dimostra il rilievo che la scelta della tipologia edilizia assume per il successo o il fallimento di una trasformazione urbana ad alta densità. Il secondo verifica l’interpretazione dei fenomeni descritti nel precedente capitolo mediante un modello di opzioni reali, allo scopo di determinare l’eventuale valore dell’opzione di investimenti sequenziali, adottando le due principali tipologie edilizie tipiche dell’alta densità. L’ultimo presenta gli esiti di un modello statistico, elaborato su un data set originale, volto a riscontrare in che termini esista una correlazione tra la densità urbana e l’andamento dei prezzi nel mercato residenziale. Infine le conclusioni sintetizzano gli esiti della ricerca e prospettano ulteriori avanzamenti futuri della stessa.
Damian, Paolo. « Le procedure di analisi multicriterio a supporto della stima immobiliare : il dominance-based rough set approach e l'UTA ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422047.
Texte intégralNegli ultimi vent'anni si è registrata una particolare attenzione da parte della letteratura estimativa verso la studio e la ricerca di nuovi approcci alla stima immobiliare. Tale attenzione è, in parte, da attribuirsi alle nuove richieste di un mercato immobiliare in evoluzione che richiede al perito estimatore una sempre maggiore attenzione ai processi che permettono di giungere ad un giudizio estimativo trasparente e verificabile. Oltre ad affinare i consolidati approcci di carattere statistico-econometrico la disciplina ha cominciato ad esplorare le metodologie e modelli sviluppati in altri campi di ricerca. In particolare è stato rilevato come approcci propri dell’analisi multicriteriale possano essere applicabili con profitto al campo estimativo. Il lavoro di ricerca proposto sviluppa e approfondire l’applicazione di due metodi sviluppati nel campo dell'MCDA, recentemente applicati anche al campo estimativo, la teoria Rough Set e l'UTA. La ricerca ha potuto evidenziare l'utilità di tali metodi come supporto all'attività estimativa di predisposizione del giudizio di stima su base sintetico-comparativa.
Lucertini, Giulia. « Evaluating Public Policies. Normative Models Beyond Cost Benefit Analysis ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422140.
Texte intégralIl soggetto della tesi “Evaluating Public Policies: Normative Models Beyond Cost Benefit Analysis” nasce dall’interesse verso le politiche pubbliche e la loro costruzione; e più precisamente dal problema di come valutare tali politiche pubbliche. La tesi, dopo un preliminare studio degli strumenti e dei meccanismi distributivi dei fondi relativi alle politiche pubbliche europee (App. A), si è avvicinata al tema dell’Evidence-Based Policy-Making (EBPM). Tale avvicinamento ha portato allo studio dei concetti e degli obiettivi dell’EBPM (Cap. 2) e pertanto alla ricerca delle caratteristiche che rendono una politica legittima, ma anche quelle caratteristiche che rendono una politica pubblica una decisione di investimento “unica”, ovvero diversa rispetto a tutte le altre tipologie di decisione. Tali peculiarità sono state quindi analizzate e sintetizzate in 4 punti: - orizzonti temporali medio-lunghi o molto lunghi; - fonti di incertezza numerose e di diversa natura legate al decisore; - grande importanza dell’aspetto economico; - grande importanza della flessibilità. Lo studio di queste caratteristiche ha spinto la tesi e la nostra ricerca verso lo studio degli strumenti e dei meccanismi necessari alla loro formazione, gestione e monitoraggio. Da questo ampio quadro di riferimento la tesi si è quindi focalizzata sullo studio degli strumenti normativi di valutazione e gestione a disposizione del legislatore, ovvero: - l’Analisi Costi Benefici (CBA); - la Teoria Decisionale e dell’Utilità attesa (DT); - la Teoria delle Opzioni Reali. (ROT). Nella prima parte della tesi abbiamo quindi presentato lo studio di questi tre strumenti in relazione alle politiche pubbliche e alle decisioni del legislatore. Da questo studio è emersa chiaramente l’inadeguatezza dei tre strumenti nel fronteggiare i vari aspetti caratterizzanti le politiche pubbliche. La CBA, nonostante sia lo strumento in assoluto più utilizzato e riconosciuto come legittimo, non riesce a tener conto e gestire uno dei quattro aspetti fondamentali, ovvero la flessibilità del legislatore nel gestire la politica in tutto il suo orizzonte temporale (Cap. 3). Dall’altro lato, lo studio della DT ha messo in evidenza l’inadeguatezza dello strumento principe di questo settore, ovvero gli alberi decisionali, di considerare e gestire le politiche pubbliche negli orizzonti temporali concreti (Cap. 4). Infine, lo studio della ROT ha esplicitato come nonostante lo strumento sia un’importante evoluzione della CBA, essendo fortemente legato alla finanza, non riesca a tener conto della soggettività del decisore (legislatore) (Cap. 5). Nella seconda parte della tesi, partendo dalle conclusioni a cui siamo giunti in merito alla pertinenza dell’uso della CBA, DT e ROT nel campo delle politiche pubbliche, proponiamo e mostriamo un “nuovo strumento” (Cap. 6). Tale strumento può essere considerato un’evoluzione degli alberi decisionali, in quanto pur essendo costruito come un normale albero tiene conto del tempo in maniera concreta: non solamente attraverso una costruzione della politica e della decisione nel tempo, ma anche attraverso l’inserimento di un tasso di sconto soggettivo. Il tasso di sconto soggettivo ricavato mediante la funzione di utilità del decisore (legislatore) è in grado di tener conto delle sue personali preferenze sia sul tempo che sull’incertezza. La tesi termina poi con un confronto critico tra il nuovo albero decisionale temporale proposto e la teoria delle opzioni reali. Tale confronto critico mostra che i due strumenti si differenziano sotto il profilo formale per vari aspetti: 1. Le opzioni reali si basano sull’esistenza di un asset sottostante, che permette una serie di semplificazioni. Partendo dall’ipotesi che l’asset sottostante replichi perfettamente l’investimento e la decisione d’investimento, si passa poi all’utilizzo del tasso di sconto risk free e quindi all’uso di probabilità neutrali al rischio, ed è sempre sull’esistenza dell’asset sottostante che si basa il condizionamento delle probabilità successive. 2. Gli alberi decisionali temporali al contrario non fanno nessuna di queste ipotesi. Non esiste nulla che possa replicare l’investimento, la decisione ed il decisore, le probabilità condizionate dipendono dall’oracolo e tutta la costruzione formale ruota attorno alla soggettività e alle preferenze del decisore. Concludendo possiamo dire che, partendo dallo studio delle politiche pubbliche e delle loro caratteristiche intrinseche, gli strumenti di valutazione attualmente a disposizione del legislatore (CBA, DT, ROT) sono incompleti. Ovvero, non riescono a considerare e gestire adeguatamente e contemporaneamente le 4 caratteristiche fondamentali considerate. Superare questo problema è fondamentale per dotare il legislatore di uno strumento completo di valutazione e di aiuto alla decisione, pertanto abbiamo pensato di costruire un albero decisionale ad hoc per le politiche pubbliche. Tale albero decisionale è stato quindi costruito seguendo il modello del tradizionale, ma aggiungendo sia la dimensione temporale sia il concetto economico di costi e benefici. Inoltre, sono state anche rielaborate ed integrate alcune idee legate alla flessibilità manageriale provenienti dalla teoria delle opzioni reali. In questo modo, il risultante “albero decisionale temporale” è in grado di considerare e gestire le specifiche esigenze della decisione pubblica, rimanendo sia nell’ambito della razionalità normativa attraverso i concetti di valutazione economica, sia nell’ambito della razionalità costruttiva, poiché lo strumento ingloba e ruota attorno alle preferenze soggettive del decisore e di coloro che legittimamente rappresenta
Canesi, Rubina. « Il valore cauzionale e il valore di vendita forzata nel mercato del credito fondiario e delle aste immobiliari ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423831.
Texte intégralNegli ultimi dieci anni si è riscontrato quasi un costante aumento delle procedure esecutive che si formalizzano con l’atto conclusivo dell’asta immobiliare. Da due anni a questa parte si può notare una lieve inversione di tendenza, causata in parte dalla volontà degli istituti di credito di ricercare strade alternative, che però non è riuscita ad assorbire il precedente eccesso di offerta, rispetto alla domanda costantemente in calo. I tempi di vendita si sono quindi dilatati e gli sconti sul valore a base d’asta sono aumentati, rendendo necessario uno studio più approfondito del settore, fino a oggi considerato di nicchia, sia per il volume delle compravendite sia per il ridotto volume dei soggetti interessati. Il lavoro di ricerca proposto analizza lo sconto-premio che si ottiene dall'aggiudicazione dell’asta. Si determina quindi il divario esistente tra il valore di stima dell’immobile, coincidente con il prezzo a base d’asta, e il prezzo di aggiudicazione finale. Tale differenza ci aiuta a interpretare e quindi a formalizzare più correttamente il valore di vendita forzata in relazione a quello di libero mercato, rapporto sinora non ancora ben definito ne dalla letteratura nazionale ne da quella internazionale.
Ruaro, Valeria. « Apea-aree produttive ecologicamente attrezzate : aspetti valutativi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421587.
Texte intégralIl lavoro di ricerca ha riguardato le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (Apea) e più precisamente i modelli di valutazione da impiegare nei processi decisionali a supporto della loro pianificazione, progettazione ed attuazione. La prima parte dello studio rappresenta un’introduzione al tema delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate. In esso vengono definiti il contesto di riferimento, ovvero cosa si intende con il termine Apea, quali sono i capisaldi normativi nazionali e regionali, quali sono i principali fattori di competitività insiti nel nuovo modello industriale e quali possibili fonti di finanziamento è possibile attivare per incentivare queste iniziative. La seconda parte dello studio contiene una raccolta di esperienze Apea appartenenti a diversi livelli: le reti nazionali ed internazionali per la condivisione di know how in materia di Apea, le Linee guida regionali e provinciali, i modelli di gestione e monitoraggio di livello sovracomunale, le esperienze a livello comunale e le best practices internazionali. La terza parte dello studio ha assunto come principale riferimento il principio dello “sviluppo sostenibile”, di cui in via preliminare di cui sono stati esplorati i molteplici aspetti. Partendo da tale base, sono state dapprima precisate le problematiche applicative del principio della “sostenibilità” nello specifico caso delle Apea, e quindi individuate le azioni specifiche da porre in essere per realizzarlo. Lo specifico apporto delle discipline valutative, nel contesto tematico così delineato, è consistito nel definire un modello di valutazione in grado di assistere il decisore attraverso l’ordinamento alle azioni da attuare per realizzare il principio di “sostenibilità” in aree produttive industriali ed artigianali di nuova concezione. Il modello di valutazione si è avvalso del Macbeth approach (Measuring. Attractiveness by a Categorical Based Evaluation TecHnique) con l’obiettivo di individuare lo standard di riferimento che un’Apea dovrebbe possedere in relazione al proprio contesto territoriale, e di orientare e gestire il processo decisionale pubblico per l’allocazione di risorse. La sperimentazione svolta permette di evidenziare il contributo delle discipline valutative ai fini della pianificazione, progettazione e gestione delle Apea che intendono perseguire la coerenza con il principio di sostenibilità.
Mangialardo, Alessia. « Nuove forme di riuso e rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico - innovative esperienze italiane di partecipazione e di creazione di valore ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423149.
Texte intégralLa questione su come valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico è un tema ampiamente dibattuto dalle amministrazioni locali e dal governo centrale. Il riuso e la valorizzazione di un patrimonio pubblico di immense dimensioni non più utile ai fini pubblicistici e a rischio di abbandono è una sfida per i territori italiani e per le finanze delle amministrazioni. Per un lungo periodo, lo sforzo del legislatore in materia di valorizzazione è stato incentrato sullâagevolazione delle procedure di alienazione degli immobili pubblici. Alla base di queste vi era la necessità di immettere i beni sul mercato per affidarli a operatori che disponessero delle appropriate risorse finanziarie e conoscenze in grado di riqualificare gli immobili e assicurarne nuovi usi. A una valutazione ex post, le misure di agevolazione e di accesso al mercato attraverso i tradizionali strumenti di valorizzazione non hanno dato lâesito sperato. I crescenti tentativi di vendite al ribasso di beni immobili pubblici possono essere posti in analogia al mercato dei crediti deteriorati che sono stimati al massimo al 30% del loro reale valore così come segnalato da Banca dâItalia. Tali esiti fallimentari hanno imposto la ricerca di nuove soluzioni per evitare la svendita e lâabbandono di tali beni. In un patrimonio sospeso tra lâincuria da parte delle amministrazioni e lâesclusione dalle tradizionali logiche del mercato immobiliare negli ultimi anni hanno avuto luogo innovative forme di valorizzazione promosse da una cittadinanza desiderosa di mettersi in gioco per valorizzare il proprio territorio. Se gli operatori tradizionali non hanno più lâinteresse né le risorse per trasformare aree e manufatti, la creative class, rappresentata da associazioni, artisti e imprese, fab-lab, industrie creative, atelier di manifattura digitale, laboratori artigianali e studi professionali, riscopre il patrimonio immobiliare abbandonato per avviare progetti dâinnovazione a sfondo culturale e sociale. Alla base di queste attività vi è il desiderio di far ripartire i territori segnati dalla crisi strutturale che ha colpito il nostro paese attraverso la cultura e la condivisione di progetti e idee. La presente ricerca mira a studiare queste innovative forme di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico promosse dal basso, dalle iniziative portate avanti dalla cittadinanza locale. In particolare, lâobiettivo è di individuare le condizioni in grado di predire il successo di simili progetti, e, dal punto di vista estimativo, in quale misura simili attori siano in grado di generare nuovo valore economico nel patrimonio immobiliare valorizzato. Spesso le amministrazioni favoriscono lo sviluppo di simili iniziative che rivitalizzano gli immobili a costi contenuti e instaurano inediti ecosistemi di cultura e impresa, promuovendo simultaneamente sviluppo economico e rigenerazione urbana. Gli immobili pubblici si trasformano così da riserva di valore finanziario in nuovi beni comuni, di cui la cittadinanza si riappropria per avviare nuove realtà sociali ed economiche. Sebbene i processi di valorizzazione dal basso siano una procedura ormai consolidata in ambito europeo, in letteratura il tema è ancora sperimentale e in via di definizione. Per questo motivo, la ricerca è basata sullâanalisi e sullâinterpretazione di alcune evidenze empiriche di successo in Italia e può essere distinta in tre fasi. Una prima indagine sperimentale è stata condotta su quindici casi studio di successo in Italia. Le metodologie a fondamento della statistica descrittiva hanno permesso di individuare alcuni elementi comuni alla maggior parte delle esperienze. Fra questi, lâimportanza di una cittadinanza attiva, gli usi temporanei, il quadro concettuale dei beni comuni e l'attrattività delle industrie creative. Il secondo step indaga più dettagliatamente le dinamiche dei processi di valorizzazione dal basso e approfondisce alcuni aspetti a scala macro e micro-territoriale. Il dataset di esperienze di valorizzazione è stato ampliato passando a cinquanta esperienze che sono state esaminate attraverso le tecniche di statistica multivariata. In particolare, lâanalisi cluster ha permesso di individuare alcuni gruppi interni al dataset con caratteristiche simili. Dallâanalisi sono emersi alcuni elementi che possono rappresentare altrettanti predittori per il successo delle esperienze di valorizzazione dal basso in Italia. Dal punto di vista macro-territoriale è emersa l'importanza della dotazione di capitale sociale in un territorio. Le grandi città sono da sempre caratterizzate da unâalta dotazione di capitale sociale e umano e, per questo motivo, i processi di valorizzazione dal basso sono tipicamente fenomeni urbani. Ciononostante simili meccanismi possono avvenire anche in realtà dove il capitale sociale è latente. In questo caso le amministrazioni hanno promosso specifiche politiche pubbliche per stimolare la cittadinanza a portare avanti simili iniziative. A scala micro-territoriale, lâanalisi cluster ha permesso di individuare alcuni aspetti a livello di architettonico, gestionale e giuridico. I processi di valorizzazione dal basso avvengono in edifici di piccole dimensioni in buono stato di conservazione. Simili meccanismi necessitano di una emblematica figura, quella dellâimprenditore sociale, per garantire la loro sostenibilità economica nel tempo. Dal punto di vista giuridico, la flessibilità è lâelemento necessario per garantire formule contrattuali appropriate alle esigenze dellâamministrazione proprietaria e degli ideatori del progetto. Se sono evidenti le esternalità positive che i processi bottom-up generano a livello locale (nuovi posti di lavoro, rigenerazione urbana, nuovi servizi per la comunità ), i vantaggi economici, da un punto di vista puramente immobiliare, sono meno evidenti. Il terzo step riguarda il processo di creazione di valore che simili processi sono in grado di generare nel patrimonio valorizzato. L'analisi dei flussi di cassa scontati condotta su un caso studio è la procedura utilizzata per stimare il valore generato dai benefici che la mobilitazione dal basso genera per le amministrazioni proprietarie. Per misurare nell'elevato grado di incertezza associata alla catena del valore che caratterizza le iniziative bottom-up, il modello di stima è stato combinato con la simulazione Montecarlo. I risultati evidenziano che da un valore iniziale pressoché nullo, i processi bottom-up hanno contribuito ad accrescere del 60% tale valore, dimostrando come simili processi rappresentino una valida alternativa alle tradizionali procedure delle amministrazioni per valorizzare gli asset immobiliari abbandonati. Dal punto di vista pratico, la ricerca mette in luce nuove prospettive di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e fornisce un valido supporto alle amministrazioni per promuovere simili pratiche. I risultati scientifici, infine, connettono due temi â la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e i processi di mobilitazione dal basso â ad oggi trattati distintamente in letteratura e dimostra lâefficacia di simili pratiche nella rigenerazione dei territori.
Bisulli, Mirko. « Processi di pianificazione, conformazione della proprietà, valutazione : un modello per la stima a fini fiscali delle aree edificabili ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423793.
Texte intégralL’analisi delle più recenti leggi urbanistiche regionali, delle norme e delle sentenze in materia tributaria ha evidenziato una contraddizione in merito all’attributo dell’edificabilità delle aree. I piani urbanistici di nuova generazione prevedono la separazione tra piano strategico e possono attribuire alle aree una destinazione di futura possibile edificabilità priva di carattere conformativo. L’amministrazione tributaria, tuttavia, considera tali aree edificabili ai fini dell’imposizione fiscale (IMU in particolare) anche se l’iter di conformazione della capacità edificatoria non è ancora concluso. Sulla base delle leggi vigenti, i proprietari di tali aree pertanto sono tenuti a pagare per anni imposte per un terreno edificabile senza disporre di alcun potenziale edificatorio. Appare evidente la contraddittorietà tra gli strumenti urbanistici e le norme in materia fiscale. Una equa tassazione dei beni immobili è fondamentale per tutelare sia i soggetti pubblici che privati: lo studio si propone pertanto di individuare un modello che consenta di formalizzare il meccanismo dinamico di consolidamento del valore dei suoli in funzione dei diversi passaggi in merito alla conformazione della capacità edificatoria. L’obiettivo è quello di definire un modello flessibile suscettibile di ampia generalità e che possa dunque essere impiegato in contesti normativi diversi e permetta alle amministrazioni di gestire un sistema di tassazione delle aree edificabili più equo. La ricerca si sviluppa attraverso lo studio della letteratura scientifica a carattere interdisciplinare, delle fonti legislative e giuridiche e attraverso l’analisi di diversi casi di studio che riguardano l’applicazione delle imposte locali in diversi comuni del Paese. Le elaborazioni svolte hanno quindi portato alla predisposizione di un modello di regressione che considera come variabile dipendente il logaritmo naturale dei prezzi unitari e come variabili indipendenti la localizzazione delle aree stesse e il loro relativo iter amministrativo. Il modello predisposto è dunque di estrema semplicità. Il valore di mercato dei terreni edificabili è espresso in funzione di due variabili: la posizione e l’avanzamento del processo amministrativo di conformazione della proprietà. Lo sviluppo del modello ha consentito di individuare lo scarto di valore tra terreni edificabili caratterizzati da diversi livelli della procedura amministrativa. Gli scarti di valore confermano come il mercato fondiario abbia recepito le indicazioni del legislatore regionale, abbia appreso e valutato i livelli di incertezza legati al nuovo quadro normativo, ai tempi e all’aleatorietà dei nuovi strumenti urbanistici e abbia segmentato il valore, di conseguenza, dei beni a utilità indiretta in funzione del procedimento giuridico amministrativo.
Masotto, Nicola. « La valutazione ambientale nelle trasformazioni territoriali in ambito alpino : applicazione del Metodo AHP ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423142.
Texte intégralLe attività condotte ai fini di questa ricerca sono state sviluppate seguendo un percorso metodologico che parte da un quesito di carattere culturale, ovvero quali "strategie" pianificatorie si possono adottare in un ambito geografico alpino oggetto di un elevato fenomeno di spopolamento, nonostante una certa maturità economica, come il caso della provincia di Belluno. A tal fine sono state indagate le possibili "politiche" da sviluppare per modificare tale criticità, partendo dalla constatazione che l'isolamento geografico di questo territorio è causato dall'assenza di un valico alpino a Nord e dal deficit infrastrutturale dell'intera provincia. I temi affrontati sono i seguenti: • l'accessibilità, per comprendere quanto essa possa influire sulle sperequazioni territoriali; • le domande sociali del territorio bellunese interessate al tema dell'accessibilità verso Nord; • gli scenari trasportistici che si stanno configurando a livello strategico riguardo alle connessioni nazionali ed internazionali (ossia quelle che potremmo definire come "nuove geografie delle comunicazioni"); • la costruzione e l'applicazione di un modello di valutazione di supporto alle decisioni, denominato Analytic Hierarchy Process (AHP), all'interno di un processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). L'ultimo aspetto, in particolare, è stato sviluppato individuando un modello valutativo, tra i molti presenti in letteratura, che permettesse di migliorare l'efficacia del processo di VAS, metodo generale per valutare la sostenibilità dei processi programmatori (come le "politiche" di sviluppo territoriale) e pianificatori. In questo senso si è posta l'attenzione sull'AHP che è stata sviluppata non solo per testarne l'efficacia come strumento valutativo, ovvero capace di fornire risultati significativi nel supporto alle decisioni, ma anche per verificare se detto modello può essere collocato nel generale processo di VAS. Tale sperimentazione di integrazione del modello AHP nella VAS, ha quindi permesso di dimostrare che l'AHP può rendere maggiormente efficace la VAS (se il modello AHP viene applicato nella fase ex ante della VAS), aumentandone il significato strategico, nella verifica della sostenibilità di azioni pianificatorie e programmatorie a scala vasta.
Lucertini, Giulia. « Evaluating public policies : Normative models beyond cost benefit analysis ». Doctoral thesis, Paris 9, 2012. http://basepub.dauphine.fr/xmlui/handle/123456789/9265.
Texte intégralThe thesis arise from the interest in the public policies (PP), and in particular from the problem of how to evaluate them. Public decisions can be analyzed and summarized in four elements: time horizons; sources of uncertainty; economics; flexibility. The study of these has pushed the research towards the study of the tools and the mechanisms necessary for the PP creation, management and monitoring. Therefore, the thesis is focused on the study of the normative tools: the Cost Benefit Analysis; Decision Theory, and Real Options Theory. In the first part we presented these tools in relation to PP and policy-makers decision. From that it became clear the inadequacy of the existent tools in addressing the different aspects that characterize PP. Thus in the second part we propose a "new instrument". Such tool could be considered an evolution of the decision tree, because it take into account the time in practical terms: not only through a policy construction and decision-making over the time, but also through the inclusion of a subjective discount rate
Farinelli, Valeria. « La razionalità della stima dei beni storico-architettonici : le Ville Venete ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424520.
Texte intégralLa condizione, in molti casi, di abbandono, mancata conservazione, utilizzo non idoneo in cui versa il patrimonio architettonico di interesse storico è, da oltre un secolo, al centro dei dibattiti politici e giuridici. Nel corso degli anni, le “cose” storiche hanno assunto la definizione di patrimonio che, essendo tale, necessita di misure di protezione e valorizzazione. Una volta definito il concetto di bene culturale e dei valori che esso incarna, è stato inquadrato il contesto legislativo italiano che regola la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico. Successivamente, è stato approfondito il tema degli strumenti che, a livello nazionale, vengono utilizzati per attuare e concretizzare i progetti di valorizzazione di siti di interesse storico, studiando, nello specifico, il processo di alienazione. In merito a quest’ultimo, sono risultati determinanti il momento della stima ed il ruolo del valutatore. Poiché si tratta di un patrimonio del tutto eterogeneo l’attività di ricerca è, quindi, proseguita con lo studio di una particolare tipologia di beni storici, quali le Ville Venete. Nello specifico sono stati approfonditi l’analisi del processo decisionale e la formazione della funzione di valutazione di una Villa. A tal fine, è stato utilizzato il procedimento pluri-parametrico della regressione lineare multipla, applicato dapprima all’intero campione, successivamente, ai gruppi omogenei in cui è stato suddiviso, per poter, così, verificare e confrontare la funzione di stima dei diversi modelli, studiandone l’andamento più o meno uniforme, attraverso i risultati relativi alla varianza. Il lavoro di ricerca vuole, poi, verificare quanto si modificano le scelte dei valutatori quando devono esprimere giudizi a livello teorico, senza un bene concreto con cui confrontarsi. A tale scopo è stato utilizzato un modello di valutazione multi-attributo, nello specifico un approccio gerarchico (Analytic Hierarchy Process_AHP).
Bisello, Adriano. « Smart and sustainable projects at the energy-district level. How to assess them based on the co-benefits paradigm ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3425852.
Texte intégralIl tema principale di questa tesi di dottorato è costituito dal concetto di “co-beneficio” (in inglese co-benefit), qui inteso come un paradigma di valutazione di progetti urbani innovativi. In questa ricerca, il co-beneficio è definito come un qualsiasi impatto o effetto po-sitivo che ecceda l'obiettivo primario del progetto, indipendentemente dalla intenzionalità o meno con cui esso si manifesta. Nello specifico, poiché i progetti qui analizzati sono volti alla creazione di distretti energetici intelligenti e sostenibili (in inglese Smart and Sustainable Energy District Projects – SSEDPs) o alla rigenerazione di quartieri esistenti, il loro obiettivo primario può essere considerato duplice: riduzione delle emissioni di CO2 e raggiungimento di risparmi energetici. Per studiare l'applicabilità del paradigma di valutazione, il lavoro di tesi si concentra sia su questioni metodologiche che operative, ognuna sviluppata in una singola ricerca. Il tema generale e le quattro ricerche specifiche sono riassunti nel capitolo 1 "Introduzione e presentazione dei research papers", che offre inoltre un breve excursus su attività di ricerca complementari. Poi, le quattro ricerche sono sviluppate in altrettanti capitoli della tesi. Il nucleo del lavoro si apre con due indagini generali relative a (i) identificazione co-benefici e loro classificazione in una logica di smart city, e (ii) definizione delle più opportune tecniche di monetizzazione a loro applicabili. Da qui il lavoro procede con due attività di investigazione e analisi sul campo dei co-benefici, ovvero (iii) determinazione del valore marginale implicito della prestazione energetica nel prezzo di offerta degli immobili residenziali, e (iv) pesatura dei benefici attesi dichiarati dai proprietari immobiliari nel commissionare una ristrutturazione energetica radicale (in inglese deep energy retrofit) della propria residenza. Per identificare e classificare i co-benefici, in relazione alle differenti attività di progetto, è stato necessario stabilire un lessico comune tra le varie espressioni e definizioni rintracciabili in diversi contesti. Si è reso inoltre necessario, nella fase preliminare, definire i confini della ricerca, così come la dimensione di riferimento, per evitare un doppio conteggio dello stesso co-beneficio. Nel capitolo 2 "Descrizione e tassonomia dei co-benefici sulla base delle esperienze europee", si propone una classificazione fondata sulle evidenze riportate dai progetti riguardanti la realizzazione di quartieri sostenibili e di sistemi energetici urbani con integrazione di fonti energetiche rinnovabili. Data la vastità e diversità dei progetti urbani definiti smart, sostenibili, o da entrambe i termini, è stato necessario individuare un sottoinsieme di progetti con caratteristiche simili ed equiparabili. Ad essi è stata attribuita la dicitura di Smart and Sustainable Energy District Projects – SSEDPs. In tal modo, l'attenzione della ricerca si è concentrata su 36 SSEDPs, alcuni già conclusi, altri ancora in esecuzione, finanziati dall’Unione Europea (UE) all’interno di due importanti iniziative: "Concerto" e "Smart Cities and Communities". I co-benefici, attesi o già riscontrati, sono stati ottenuti accedendo alle fonti ufficiali (quali siti web e report) e incrociandoli rispetto alla letteratura specializzata di settore. Si sono così ottenute 156 diverse espressioni riferibili agli impatti positivi. Dopo un confronto approfondito e iterativo condotto da un gruppo di esperti, si è giunti alla formulazione di una lista sintetica di 19 co-benefici urbani di preminente interesse. Infine, per mostrare quanto rilevante sia il contributo di questi progetti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini e della competitività urbana, è stata elaborata una tassonomia dei co-benefici basata sulle sette dimensioni della smart city (ambiente naturale, servizi, comunità, governance, economia, ambiente costruito, mobilità). Il capitolo 3 "Metodologie di valutazione economica" affronta il problema di fornire una panoramica di quali possano essere le metodologie adeguate per la valutazione economica dei co-benefici, e di creare un quadro di riferimento applicabile ai principali co-be-nefici urbani evidenziati dagli SSEDPs finanziati dalla UE. L'obiettivo è quello di esplorare la fattibilità di un approccio allargato, incorporante i co-benefici, nella formulazione di ana-lisi costi-benefici (in inglese Cost-Benefit Analysis - CBA), e pertanto di offrire al quadro decisionale una quantificazione monetaria di tutti gli effetti positivi e negativi. A causa della specificità di alcuni co-benefici, oltre alla identificazione diretta del valore di mercato, sono state ipotizzate le tecniche non di mercato strategicamente applicabili per la definizione del loro valore. Tali tecniche permettono di indagare le preferenze dei consumatori a partire da singole abitudini di acquisto (preferenze rivelate) o chiedendo loro diretta-mente di esprimersi sulle preferenze (preferenze dichiarate). Per una minoranza di co-benefici, anche una monetizzazione del valore del capitale umano dovrebbe essere inclusa per completare l'intero quadro. Come risultato, ancora una volta riferendosi alla letteratura scientifica specializzata e coinvolgendo un team multidisciplinare di esperti nel dibattito, è stato possibile sviluppare un "menù di valutazione", suggerendo indicatori e tecniche applicabili ai progetti esaminati. Il menù comprende anche alcuni valori stimati riportati da altri studi, esempi di applicazione pratica in contesti simili, e le tecniche o approcci suggeriti per analogia alla letteratura di riferimento. Nel capitolo 4 "Un modello di prezzo edonico per l’analisi della prestazione energetica negli edifici" è testato nella città di Bolzano. Questa tecnica di stima individua i fattori determinanti il prezzo dell’immobile (applicabile alle transazioni quanto ai prezzi di offerta, come in questo caso) in base alla premessa che esso sia determinato da caratteristiche intrinseche del bene stesso posto in vendita e da caratteristiche estrinseche. La ricerca costituisce un primo tentativo di scomporre il prezzo di offerta degli immobili residenziali di Bolzano comprendendo tra i fattori rilevanti intrinseci anche la classe riportata dall'attestato di certificazione energetica (in inglese Energy performance certificate - EPC). Ac-cedendo a un portale internet immobiliare specializzato, sono stati raccolti 1.130 annunci, successivamente geolocalizzati e analizzati utilizzando sistemi informativi geografici (in inglese Geographic Information System - GIS). Lo scopo di questo passaggio, aggiuntivo rispetto ad un classico modello edonico, è stato quello di verificare la presenza di auto-correlazione spaziale, ed eventualmente correggere la stima ottenuta sulla base del metodo dei minimi quadrati (in inglese Ordinary Least Squares - OLS). Questo poiché, come evidenziato dalla letteratura, una non considerazione delle relazioni spaziali, in presenza di forte dipendenza spaziale, porterebbe a risultati distorti della stima. Dopo un attento affinamento del campione, il contributo marginale della classe energetica nella determinazione del prezzo di offerta, prendendo come base di riferimento gli immobili in classe peggiore (G), è stato stimato in un aumento del 6,3% per le classi medie (C o D), e del 9,5% per le classi più elevate (A o B), ceteris paribus. Infine, il risultato del modello di regressione dei minimi quadrati è stato confermato, dopo averlo verificato nella componente di autocorrelazione spaziale testando il modello spatial-Lag (per queste fasi sono stati utilizzati i software GIS ArcMap e GeoDa). Nel capitolo 5 "Un approccio basato sui benefici multipli per la comprensione delle priorità dei cittadini nelle ristrutturazioni energetiche", l'attenzione è stata spostata dall’analisi di un co-beneficio specifico a quella di un target specifico. Qui, le priorità dichiarate dai proprietari di immobili residenziali che si approcciano ad un deep energy retrofit della propria abitazione sono espresse e ponderate adottando un metodo di analisi di decisone multi-criteri (in inglese Multi-Criteria Decision Analysis - MCDA). Sulla base dei risultati di una prima fase test, è stato disegnato un albero del processo decisionale articolato in cinque criteri e 15 sotto-criteri, così suddivisi: quattro in "comfort termico e igrometrico"; tre in "design e qualità architettonica", "comfort acustico", "benefici economici"; due in "sostenibilità". Successivamente, un gruppo di dieci esperti nel campo della ristrutturazione energetica e nel settore dell’edilizia residenziale (selezionati tra quelli attivi in Alto Adige), è stato intervistato applicando la tecnica dell’Analytic Hierarchy Process (AHP), che con-sente la valutazione di criteri qualitativi attraverso il confronto a coppie. In questo studio è stato utilizzato il software "Superdecision", che è specificamente progettato per suppor-tare la raccolta dei dati e la validazione dei risultati AHP. Dai risultati ottenuti emerge, come era intuibile dato il contesto normativo attuale, che la dimensione dei "benefici economici" gioca un ruolo considerevole nella scelta (38% della rilevanza globale). Tuttavia, un'analisi trasversale dei benefici attesi che coinvolgono aspetti della salute e del benessere degli occupanti rivela che questi coprono il 41% della motivazione complessiva. Lo studio evidenzia quindi come tali punti debbano essere attentamente considerati non solo in fase di redazione dei singoli progetti, ma anche nelle strategie di comunicazione e all'interno di ciascuna fase di partecipazione nel caso di progetti nei quali il decisore (pubblico o privato) non corrisponda all'occupante. La tesi termina con il capitolo 6 "Conclusioni", dove sonno riepilogati i percorsi delle quattro indagini precedentemente descritte e sono brevemente riassunti i risultati. Sono inoltre evidenziati possibili sviluppi futuri, proposti come un impulso per indagini più approfondite o per ricerche trasversali.
SICA, FRANCESCO. « Ecosystem services and integrated urban systems. Multi-criteria economic analysis models and optimisation tools to support design processes ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1629643.
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