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Littérature scientifique sur le sujet « ICAR/22 ESTIMO »
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Articles de revues sur le sujet "ICAR/22 ESTIMO"
Cámara Carrillo, Mónica Verenice, Santa Ramírez Godinez et Juan Carlos Barrera de León. « Prevalencia de rechazo de injerto mediado por anticuerpos en pacientes pediátricos con trasplante renal ». Revista de la Sociedad Ecuatoriana de Nefrología, Diálisis y Trasplante 10, no 2 (30 septembre 2022) : 108–14. http://dx.doi.org/10.56867/33.
Texte intégralRico-Fontalvo, Jorge, Rodrigo Daza-Arnedo, Tomas Rodríguez-Yanez, Washington Xavier Osorio Chuquitarco, Beatriz Suarez-Romero, Oscar Soto, Juan Montejo-Hernandez, María Cardona-Blanco et Juan Camilo Gutiérrez. « Obesidad y enfermedad renal crónica. Una mirada desde los mecanismos fisiopatológicos ». Revista de la Sociedad Ecuatoriana de Nefrología, Diálisis y Trasplante 10, no 2 (30 septembre 2022) : 97–107. http://dx.doi.org/10.56867/32.
Texte intégralThèses sur le sujet "ICAR/22 ESTIMO"
Picchiolutto, Elena. « Fattibilità economica della rigenerazione urbana : il risparmio energetico come misura per il recupero dell'esistente ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424819.
Texte intégralLa città contemporanea si sviluppa secondo dinamiche profondamente diverse dallo scorso secolo. La tendenza all’espansione urbana ha subito un’inversione, e le attuali contingenze sociali, urbane, economiche e tecnologiche, hanno determinato l’orientamento verso la c.d. “rigenerazione” urbana. Non esiste un unico approccio alla rigenerazione, nella quale le tematiche “smart” si intrecciano sulla base di variabili economiche, territoriali ed ambientali. Lo scopo del presente studio è identificare, valutare ed applicare approcci e modelli di rigenerazione per la città che siano sostenibili, soprattutto sul piano economico. Il lavoro di ricerca muove dalle origini della attuale “introversione” urbana, identificandone le ragioni socio-economiche, da riportare alla contemporaneità in variabili che influenzano la sostenibilità dei processi di trasformazione. Dopo aver estrapolato le motivazioni dell’attuale tendenza di sviluppo urbano alla rignerazione, sono state identificate le variabili urbanistiche necessarie per valutarne la convenienza economica. Mediante un modello di carattere quantitativo, è stato possibile valutare come processi di rigenerazione radicale, in termini di demolizione e ricostruzione, siano ora sostenibili in pochi casi, mentre prevalente sia un orientamento necessario al riuso dell’esistente. Forme di retrofit, tradizionale e innovativo a livello nazionale ed internazionale, sono state analizzate, al fine di elaborare un primo scenario esplorativo per la rigenerazione urbana in Italia mediante modelli di pianificazione, valutazione e gestione di interventi di Deep Energy Retrofit a scala urbana.
Martin, Chiara. « Efficienza economica e conservazione dei sistemi naturali nell'allocazione della risorsa suolo tra usi alternativi : un modello multicriteriale di aiuto alle decisioni nella pianificazione territoriale sostenibile ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425075.
Texte intégralBanzato, Donatella. « Analisi tecnico-economica della filiera del biogas a seguito del D.M. 6 luglio 2012. Opportunità e limiti per l'impresa zootecnica ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423388.
Texte intégralL'impostazione dello studio condotto nel presente lavoro di tesi si basa su tre elementi fondamentali che stanno caratterizzando lo sviluppo della sostenibilità ambientale ed energetica nei principali Paesi dell'Unione Europea. In primo luogo, il conseguimento di un settore energetico sicuro, competitivo e tendente ad emissioni "zero" è la strada intrapresa fin dalla definizione degli obiettivi 20-20-20 per il 2020 (si ricorda la riduzione del 20% delle emissioni inquinanti, la riduzione del 20% dei consumi finali e l'incremento del 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili). Ora la Commissione europea cerca di migliorare gli obiettivi andando oltre il 2020 e lancia la proposta dell'Energy Roadmap 2050, presentata nel dicembre 2011. In secondo luogo, negli ultimi anni a livello mondiale si sta registrando un crescente interesse per la tutela dell'ambiente dall'effetto inquinante generato dal settore agro-zootecnico; in particolare, preoccupa il destino dell'azoto presente negli effluenti degli allevamenti utilizzati nei terreni agricoli. Tale problema è molto sentito nelle aree con elevate densità di capi, dove è diventato necessario riequilibrare il rapporto tra carico di animali e terreno disponibile per lo spandimento dei liquami. Si osserva, peraltro, che in molti casi l'impatto negativo deriva non solo dalle caratteristiche degli effluenti, quanto da poco razionali modalità di gestione, di trattamento e di impiego finale, spesso non sostenibili nel sistema territoriale complessivo che ospita l'attività zootecnica. In Italia il recepimento finale della cosiddetta Direttiva Nitrati (Dir. 91/676/CEE ) ha reso ancora più difficoltosa tale situazione; oltre all'indubbia questione sorta in merito alla definizione in termini generali delle Zone Vulnerabili ai Nitrati (dove si possono spandere al massimo 170 kg/ha di azoto) e Zone Non Vulnerabili ai Nitrati (dove il limite sale a 340 kg/ha), si ricorda che i valori di azoto prodotto in stalla utilizzati dalle Regioni fino all'entrata in vigore del Decreto Ministeriale , non corrispondevano a quelli in adozione negli altri Paesi dell'UE. In terzo luogo, nel passato, le principali direttive comunitarie, prima, con gli aiuti a sostegno dei prezzi e, poi, con i contributi a superficie coltivata (dopo la Riforma di Mac Sharry del 1992), hanno indirizzato gli agricoltori a concentrare i loro sforzi al fine di incrementare l'efficienza delle tecniche agricole per migliorare le rese unitarie e la produzione finale soprattutto di commodities e beni ad esclusiva destinazione alimentare. Con la riforma della politica agricola comunitaria dei primi anni del 2000 e l'introduzione del disaccoppiamento, gli agricoltori sono stati in parte liberi di fare le proprie scelte imprenditoriali valutando attentamente il mercato, il proprio territorio, le tecnologie a disposizione ed i finanziamenti per lo sviluppo aziendale, ad esempio, attraverso le indicazioni e le risorse dei Piani di Sviluppo Rurale regionali del secondo pilastro della PAC. Ora si è in attesa di ulteriori profondi cambiamenti con la nuova riforma che avrà avvio nel 2014, che sembra ancora di più (da quanto scaturisce dalle proposte della Commissione europea) indirizzata verso la tutela dell'ambiente e di un ruolo di "servizio" delle attività dell'impresa agricola. Di fronte ad un cambiamento così radicale dello scenario di riferimento, si sono ridisegnate nuove possibili strategie di medio-lungo periodo per l'azienda agricola, combinando risorse e capitali e verificando l'adattabilità degli stessi agricoltori alle scelte future di indirizzo, secondo un approccio multifunzionale. Gli agricoltori, pertanto, hanno l'opportunità di ripensare e di modificare il loro ruolo per il futuro: da quello esclusivo agricolo a quello di imprenditori per attività anche di servizio, con tutti i requisiti che questa funzione sottende; è necessario però anche un riposizionamento funzionale ed efficiente degli attori dell'intera filiera agro-zootecnica, privati e pubblici, che condizionano ed interagiscono con le attività dell'impresa. Da quanto premesso si può affermare che anche la produzione energetica potrebbe rappresentare per l'imprenditore agricolo un'importante opportunità per differenziare la propria attività , allargando le prospettive e gli scenari per l'azienda. Il presente studio, osservate tali complesse questioni, vuole proporre un'analisi che valuti gli effetti sulle scelte future dell'imprenditore alla luce, anche, delle nuove indicazioni presenti nel Decreto ministeriale del 6 luglio 2012 'Attuazione dell'art. 24 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici' confrontando vari scenari con il sistema d'incentivazione valido fino al 31 dicembre 2012.
Boschetti, Clara. « La brevettazione della ricerca universitaria in Italia : "stato dell'arte" e valutazione quali-quantitativa ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423691.
Texte intégralIl presente lavoro di tesi è strutturato in tre articoli e comprende argomenti di attualità nell’ambito dello studio della stima dei brevetti. In particolare, nella prima parte della tesi si inquadra l’argomento dal punto di vista storico-legislativo e si delinea come gli interventi del legislatore Italiano in materia di “brevetti accademici” siano motivati dalla volontà di incentivare lo sviluppo di nuove tecnologie ed invenzioni, ma in realtà siano spesso distanti dalla realtà e provochino effetti non previsti. Nella seconda parte della tesi sono stati analizzati i metodi di valutazione quantitativa, evidenziandone i punti di forza e di debolezza. I metodi basati sul costo hanno il vantaggio di essere di facile calcolo, ma nessuna correlazione con i benefici futuri ricavabili dal brevetto. I metodi basati sul mercato hanno estrema concretezza, ma spesso poche transazioni comparabili a cui fare riferimento. I metodi reddituali tengono in conto i benefici futuri derivanti dallo sfruttamento dei brevetti, ma comportano una certa difficoltà di calcolo attendibile. Infine i metodi basati sulle opzioni reali sono estremamente flessibili, ma richiedono calcoli enormemente complicati. Nella terza ed ultima parte della tesi sono stati analizzati i metodi di valutazione qualitativa. E’ stata elaborata e testata su casi studio una nuova griglia per la valutazione di brevetti giovani, in particolare quelli nati in seno all’Università.
Bragolusi, Paolo. « Energy efficiency in buildings : willingness to pay for buildings energy retrofit ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425919.
Texte intégralLo scopo di questa ricerca è quello di fornire approcci innovativi di valutazione economica dei progetti di riqualificazione energetica degli edifici. Abbiamo analizzato il rapporto costo-efficacia dei progetti di riqualificazione energetica degli edifici tenendo conto dei trade-off tra costi e benefici diretti, indiretti, tangibili e intangibili delle soluzioni di retrofit. Nel dettaglio, la ricerca si è concentrata sulla stima del valore monetario dei benefici e dei co-benefici relativi al retrofit energetico degli edifici che potrebbero favorire gli investimenti. Alla fine, abbiamo anche fornito interessanti implicazioni di policy per supportare i governi italiani nella progettazione di politiche di incentivazione.
Macchiaroli, Maria. « La selezione di investimenti in infrastrutture nel servizio idrico integrato. Un modello innovativo per il Programma degli Interventi in Italia ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4273.
Texte intégralIn the Countries of the Western Europe, present weather changes have caused a growing attention to the use of water resources. In particular, in Italy the summer of 2017 – characterized by a prolonged drought – caused emergencies also in Regions who are traditionally rich in water. So, there is the necessity of an efficient water management through a correct model of Integrated Water Service (SII). The rational approach is to be applied both to the maintenance and development of the infrastructural asset useful for water supply, storage and distribution, for the wastewater disposal and purification, and to the management model for the optimization of public service supply. In both cases, the operational scheme prescribed by the National Authority (ARERA), through a tight and constant regulations, sees a very strong push to rationalize the operating principles. This research is part of this theme, outlining a multi-criteria model that allows the optimal selection of investments in water infrastructures within the Program of Interventions, with respect to a multi-subject and multi-interest operational scenario, therefore complex and not rarely conflictual (public interests versus entrepreneurial interests of the Utilities). The model proposes the application of the AHP within an innovative logical scheme also with respect to the current national legislation. In detail, the first two chapters of the Thesis outline the current management of the Integrated Water Service in Italy and in the main European countries. The third chapter describes the programming tools that the regulatory bodies have at their disposal to make the Service more efficient, as well as the tariff structure in force in Italy. Finally, the fourth and fifth chapters illustrate the innovative model proposed for the Program of Interventions and its application to a real case in Campania. The experiment allowed to permeate a complex and articulated procedure with the principles of the scientific-rational approach. The results can be traced back to some main points: 1. the model architecture explicits the recommendation of ARERA concerning the need to adopt evaluation techniques ratified by the scientific bibliography for the choice of intervention alternatives, in fact applies the AHP methodology; 2. the model esemplifies the process of selecting critical issues affecting the SII, starting from the set described by ARERA, leading it back to the set whole coherent with the ATO and then with the subset of the specific territory managed from the Utility that adopts the protocol; 3. the model accompanies the operators in the correct identification of the technical parameters representative of the status of the criticalities elicited, inducing them to the correct balance between the suggestions of the Authority and the extemporaneous solutions consistent with the informative and cognitive conditions of the professional reality 4. the model introduces, in addition to the evaluation criteria of ARERA, 3 other criteria (population affected by investments, cost of investment and maintenance of the proposed technical solutions) that enhance the social and economic profile of the projects, not adequately covered by the indicators recommended by the Authority; 5. the model simplifies the selection of technical solutions that have widespread positive effects on multiple levels of problems, allowing a quick synthesis of investments that have convenient scale effects in both costs and results; 6. the model allows the temporal ranking of winning alternatives, concileing the public goals contained in the strategic planning tools (PdA) and the private goals of financial optimization of the investment process. However, it should be noted that the model discounts the still relevant informative asymmetry between the Utility - often the only holder, although partial, of knowledge about assets, stocks and costs of production factors - and Regulator who instead, in the absence of a correct campaign to quantify the parameters of the SII, remains an inert observer with respect to budgeting and corporate planning problems. Finally, the result of temporal ranking performed on the real case is certainly satisfactory. From the tendential coincidence between the primary objectives of the public and of the private sector derives a positive perspective in the potential collaboration to the development of the sector in the South Italy areas. [edited by Author]
XXX ciclo
Antoniucci, Valentina. « Forma della città e mercato immobiliare : la sostenibilità economica dei processi di densificazione urbana ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424822.
Texte intégralLa ricerca affronta il tema della sostenibilità economica degli investimenti immobiliari mediante processi di densificazione urbana. Il lavoro qui presentato è volto a verificare se e in quale modo la forma della città, e specificatamente la forma insediativa dell’alta densità, debba essere considerata con un certo grado di autonomia, al pari di altri fattori noti, quando si affronti la valutazione di investimenti di riqualificazione e rigenerazione urbana. Nell’introduzione viene presentata la domanda di ricerca e la lettura del contesto da cui emerge. A seguire sono sintetizzati i due principali filoni di indagine in base ai quali si sviluppa la ricerca: il primo alla scala di dettaglio del progetto, il secondo a scala urbana e territoriale. Ciascun dei tre successivi capitoli della tesi è volto a discutere uno specifico aspetto della ricerca, sulla scorta della struttura di un paper. Il primo dimostra il rilievo che la scelta della tipologia edilizia assume per il successo o il fallimento di una trasformazione urbana ad alta densità. Il secondo verifica l’interpretazione dei fenomeni descritti nel precedente capitolo mediante un modello di opzioni reali, allo scopo di determinare l’eventuale valore dell’opzione di investimenti sequenziali, adottando le due principali tipologie edilizie tipiche dell’alta densità. L’ultimo presenta gli esiti di un modello statistico, elaborato su un data set originale, volto a riscontrare in che termini esista una correlazione tra la densità urbana e l’andamento dei prezzi nel mercato residenziale. Infine le conclusioni sintetizzano gli esiti della ricerca e prospettano ulteriori avanzamenti futuri della stessa.
Damian, Paolo. « Le procedure di analisi multicriterio a supporto della stima immobiliare : il dominance-based rough set approach e l'UTA ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422047.
Texte intégralNegli ultimi vent'anni si è registrata una particolare attenzione da parte della letteratura estimativa verso la studio e la ricerca di nuovi approcci alla stima immobiliare. Tale attenzione è, in parte, da attribuirsi alle nuove richieste di un mercato immobiliare in evoluzione che richiede al perito estimatore una sempre maggiore attenzione ai processi che permettono di giungere ad un giudizio estimativo trasparente e verificabile. Oltre ad affinare i consolidati approcci di carattere statistico-econometrico la disciplina ha cominciato ad esplorare le metodologie e modelli sviluppati in altri campi di ricerca. In particolare è stato rilevato come approcci propri dell’analisi multicriteriale possano essere applicabili con profitto al campo estimativo. Il lavoro di ricerca proposto sviluppa e approfondire l’applicazione di due metodi sviluppati nel campo dell'MCDA, recentemente applicati anche al campo estimativo, la teoria Rough Set e l'UTA. La ricerca ha potuto evidenziare l'utilità di tali metodi come supporto all'attività estimativa di predisposizione del giudizio di stima su base sintetico-comparativa.
Lucertini, Giulia. « Evaluating Public Policies. Normative Models Beyond Cost Benefit Analysis ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422140.
Texte intégralIl soggetto della tesi “Evaluating Public Policies: Normative Models Beyond Cost Benefit Analysis” nasce dall’interesse verso le politiche pubbliche e la loro costruzione; e più precisamente dal problema di come valutare tali politiche pubbliche. La tesi, dopo un preliminare studio degli strumenti e dei meccanismi distributivi dei fondi relativi alle politiche pubbliche europee (App. A), si è avvicinata al tema dell’Evidence-Based Policy-Making (EBPM). Tale avvicinamento ha portato allo studio dei concetti e degli obiettivi dell’EBPM (Cap. 2) e pertanto alla ricerca delle caratteristiche che rendono una politica legittima, ma anche quelle caratteristiche che rendono una politica pubblica una decisione di investimento “unica”, ovvero diversa rispetto a tutte le altre tipologie di decisione. Tali peculiarità sono state quindi analizzate e sintetizzate in 4 punti: - orizzonti temporali medio-lunghi o molto lunghi; - fonti di incertezza numerose e di diversa natura legate al decisore; - grande importanza dell’aspetto economico; - grande importanza della flessibilità. Lo studio di queste caratteristiche ha spinto la tesi e la nostra ricerca verso lo studio degli strumenti e dei meccanismi necessari alla loro formazione, gestione e monitoraggio. Da questo ampio quadro di riferimento la tesi si è quindi focalizzata sullo studio degli strumenti normativi di valutazione e gestione a disposizione del legislatore, ovvero: - l’Analisi Costi Benefici (CBA); - la Teoria Decisionale e dell’Utilità attesa (DT); - la Teoria delle Opzioni Reali. (ROT). Nella prima parte della tesi abbiamo quindi presentato lo studio di questi tre strumenti in relazione alle politiche pubbliche e alle decisioni del legislatore. Da questo studio è emersa chiaramente l’inadeguatezza dei tre strumenti nel fronteggiare i vari aspetti caratterizzanti le politiche pubbliche. La CBA, nonostante sia lo strumento in assoluto più utilizzato e riconosciuto come legittimo, non riesce a tener conto e gestire uno dei quattro aspetti fondamentali, ovvero la flessibilità del legislatore nel gestire la politica in tutto il suo orizzonte temporale (Cap. 3). Dall’altro lato, lo studio della DT ha messo in evidenza l’inadeguatezza dello strumento principe di questo settore, ovvero gli alberi decisionali, di considerare e gestire le politiche pubbliche negli orizzonti temporali concreti (Cap. 4). Infine, lo studio della ROT ha esplicitato come nonostante lo strumento sia un’importante evoluzione della CBA, essendo fortemente legato alla finanza, non riesca a tener conto della soggettività del decisore (legislatore) (Cap. 5). Nella seconda parte della tesi, partendo dalle conclusioni a cui siamo giunti in merito alla pertinenza dell’uso della CBA, DT e ROT nel campo delle politiche pubbliche, proponiamo e mostriamo un “nuovo strumento” (Cap. 6). Tale strumento può essere considerato un’evoluzione degli alberi decisionali, in quanto pur essendo costruito come un normale albero tiene conto del tempo in maniera concreta: non solamente attraverso una costruzione della politica e della decisione nel tempo, ma anche attraverso l’inserimento di un tasso di sconto soggettivo. Il tasso di sconto soggettivo ricavato mediante la funzione di utilità del decisore (legislatore) è in grado di tener conto delle sue personali preferenze sia sul tempo che sull’incertezza. La tesi termina poi con un confronto critico tra il nuovo albero decisionale temporale proposto e la teoria delle opzioni reali. Tale confronto critico mostra che i due strumenti si differenziano sotto il profilo formale per vari aspetti: 1. Le opzioni reali si basano sull’esistenza di un asset sottostante, che permette una serie di semplificazioni. Partendo dall’ipotesi che l’asset sottostante replichi perfettamente l’investimento e la decisione d’investimento, si passa poi all’utilizzo del tasso di sconto risk free e quindi all’uso di probabilità neutrali al rischio, ed è sempre sull’esistenza dell’asset sottostante che si basa il condizionamento delle probabilità successive. 2. Gli alberi decisionali temporali al contrario non fanno nessuna di queste ipotesi. Non esiste nulla che possa replicare l’investimento, la decisione ed il decisore, le probabilità condizionate dipendono dall’oracolo e tutta la costruzione formale ruota attorno alla soggettività e alle preferenze del decisore. Concludendo possiamo dire che, partendo dallo studio delle politiche pubbliche e delle loro caratteristiche intrinseche, gli strumenti di valutazione attualmente a disposizione del legislatore (CBA, DT, ROT) sono incompleti. Ovvero, non riescono a considerare e gestire adeguatamente e contemporaneamente le 4 caratteristiche fondamentali considerate. Superare questo problema è fondamentale per dotare il legislatore di uno strumento completo di valutazione e di aiuto alla decisione, pertanto abbiamo pensato di costruire un albero decisionale ad hoc per le politiche pubbliche. Tale albero decisionale è stato quindi costruito seguendo il modello del tradizionale, ma aggiungendo sia la dimensione temporale sia il concetto economico di costi e benefici. Inoltre, sono state anche rielaborate ed integrate alcune idee legate alla flessibilità manageriale provenienti dalla teoria delle opzioni reali. In questo modo, il risultante “albero decisionale temporale” è in grado di considerare e gestire le specifiche esigenze della decisione pubblica, rimanendo sia nell’ambito della razionalità normativa attraverso i concetti di valutazione economica, sia nell’ambito della razionalità costruttiva, poiché lo strumento ingloba e ruota attorno alle preferenze soggettive del decisore e di coloro che legittimamente rappresenta
Canesi, Rubina. « Il valore cauzionale e il valore di vendita forzata nel mercato del credito fondiario e delle aste immobiliari ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423831.
Texte intégralNegli ultimi dieci anni si è riscontrato quasi un costante aumento delle procedure esecutive che si formalizzano con l’atto conclusivo dell’asta immobiliare. Da due anni a questa parte si può notare una lieve inversione di tendenza, causata in parte dalla volontà degli istituti di credito di ricercare strade alternative, che però non è riuscita ad assorbire il precedente eccesso di offerta, rispetto alla domanda costantemente in calo. I tempi di vendita si sono quindi dilatati e gli sconti sul valore a base d’asta sono aumentati, rendendo necessario uno studio più approfondito del settore, fino a oggi considerato di nicchia, sia per il volume delle compravendite sia per il ridotto volume dei soggetti interessati. Il lavoro di ricerca proposto analizza lo sconto-premio che si ottiene dall'aggiudicazione dell’asta. Si determina quindi il divario esistente tra il valore di stima dell’immobile, coincidente con il prezzo a base d’asta, e il prezzo di aggiudicazione finale. Tale differenza ci aiuta a interpretare e quindi a formalizzare più correttamente il valore di vendita forzata in relazione a quello di libero mercato, rapporto sinora non ancora ben definito ne dalla letteratura nazionale ne da quella internazionale.