Littérature scientifique sur le sujet « Guarigione per prima intenzione »

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Articles de revues sur le sujet "Guarigione per prima intenzione"

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Biroli, F., F. De Gonda, L. Torcello, D. Prosetti, O. Manara et V. Cassinari. « Fratture del dente dell'epistrofeo ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 3 (octobre 1989) : 273–78. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200309.

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Résumé :
Le fratture del dente dell'epistrofeo rappresentano circa il 15% delle fratture del rachide cervicale. Vengono esaminati venti casi consecutivi osservati presso la Divisione di Neurochirurgia di Bergamo nel triennio 1984–1987: undici casi erano del secondo tipo di Anderson-D'Alonzo, e nove casi del terzo tipo. In diciassette casi la diagnosi fu tempestiva, mentre in tre la frattura fu misconosciuta e trattata tardivamente. Nel primo gruppo, dopo aver costantemente ottenuto una buona riduzione della frattura, il trattamento iniziale è stato sempre l'applicazione di un presidio di Halo, sotto controllo scopico. II periodo medio di applicazione è stato di 115 giorni. L'unica complicazione osservata è stata il frequente allentamento delle viti del cerchio, talora con flogosi localizzate in relazione al prolungato mantenimento dell'anello. Nel secondo gruppo di pazienti, in cui è sempre stata constatata l'assenza di un callo riparativo, il nostro atteggiamento è stato interventistico, praticando un'artrodesi per via posteriore seguita da applicazione di Halo. Il protocollo di monitoraggio prevede l'esecuzione mensile di radiogrammi standard nelle due proiezioni associati ad uno studio tomografico al fine di valutare la formazione del callo osseo e l'allineamento tra i monconi di frattura. Solo dopo l'osservazione di una soddisfacente riparazione ossea si procede alla rimozione dell'Halo ed all'esecuzione di radiogrammi nelle prove funzionali di estensione e flessione per confermare la stabilità dei monconi. I risultati sono stati complessivamente buoni. Nel primo gruppo tutte le fratture di terzo tipo sono guarite con formazione di callo osseo. Una sola frattura del secondo tipo non ha mostrato alcun fenomeno riparativo a tre mesi, per cui è stata sottoposta ad intervento chirurgico come già indicato, con successiva guarigione. Nel secondo gruppo abbiamo avuto un solo parziale insuccesso dovuto ad un'infezione della ferita chirurgica, guarita comunque per seconda intenzione. In conclusione, le fratture non significativamente dislocate o angolate, siano di secondo o di terzo tipo, meritano a parer nostro un primo approccio conservativo, avendo un'alta probabilità di guarigione. Se dislocate od angolate significativamente, può essere corretto proporre elettivamente la stabilizzazione chirurgica, the rimane comunque la scelta obbligata nei casi di mancata saldatura, di pseudoartrosi o di fratture inveterate. Nel primo caso il trattamento più efficace appare quello con Halo. L'intervento chirurgico è preferibilmente eseguito, secondo varie tecniche fra cui quella da not descritta, per via posteriore.
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Gaboardi, Marta, Silvia Demita, Roberta Cosentino, Natale Canale, Michela Lenzi, Claudia Marino, Alessio Vieno et Massimo Santinello. « La comunità di Padova si attiva : il volontariato nella prima fase dell'emergenza COVID-19 ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juin 2021) : 47–62. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001004.

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Résumé :
A Padova, per l'emergenza COVID-19, è stato attivato il progetto di gestione del volonta-riato "Per Padova noi ci siamo". La presente ricerca ha l'obiettivo di conoscere le caratteristi-che dei volontari e capire quali fattori sono legati alla disponibilità a continuare il volontariato post-emergenza. In aprile-maggio 2020, 299 volontari hanno completato un questionario onli-ne che indagava l'esperienza di volontariato e alcune dimensioni psicosociali. Dalle analisi emerge la relazione tra l'intenzione a continuare il volontariato e la crescita post-traumatica, il senso di appartenenza e la partecipazione a riunioni di quartiere. Alla luce dei risultati, sono elaborate delle proposte per aiutare le organizzazioni a stimolare e fidelizzare le persone che hanno intenzione di continuare a svolgere volontariato.
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Canova, Luigina, Andrea Bobbio et Anna Maria Manganelli. « Il ruolo del rimpianto anticipato nella previsione del consumo di frutta come snack tra i giovani ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (février 2022) : 114–36. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001007.

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Résumé :
Lo studio esplora il ruolo del rimpianto anticipato nella teoria del comportamento pianifica-to (Theory of Planned Behaviour, TPB; Ajzen, 1991) applicata al consumo di frutta come snack. Il modello ipotizzato estende la TPB con l'inclusione del comportamento passato e del rimpianto anticipato. Gli obiettivi principali sono: a) testare se il rimpianto anticipato migliori il potere predittivo della TPB, anche dopo aver considerato il comportamento passato; b) analiz-zare se il rimpianto moderi la relazione tra intenzione e comportamento. Lo studio è stato con-dotto in due fasi, a distanza di due settimane. Nella prima fase, il questionario strutturato online includeva le misure dell'intenzione e dei suoi antecedenti e item per rilevare il comportamento passato e il rimpianto anticipato. Nella seconda è stato rilevato il comportamento di consumo di frutta fresca come snack nelle due settimane precedenti. Ha partecipato allo studio un campione di convenienza di 361 studenti universitari italiani. I risultati ottenuti mediante le analisi di re-gressione mostrano che comportamento passato e rimpianto anticipato migliorano la capacità della TPB di prevedere sia l'intenzione sia il comportamento futuro. Inoltre, il rimpianto mode-ra l'effetto dell'intenzione sul comportamento, che è significativo solo quando il rimpianto è elevato. In conclusione, i risultati supportano l'importanza di considerare il rimpianto anticipa-to nella previsione delle intenzioni di mettere in atto questo comportamento alimentare salutare e l'utilità di far leva su questa reazione affettiva per rinforzare il legame intenzione-comportamento.
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Gualdi, Giulia, et Catia Ghinelli. « I gruppi per le donne operate al seno : una ricerca qualitativa sull'iniziativa "Arcobaleno" del Centro Oncologico Modenese ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (novembre 2011) : 91–111. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003005.

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Résumé :
Scopo della presente ricerca č valutare l'impatto della partecipazione ad un gruppo dedicato alle donne operate al seno, il gruppo denominato "Arcobaleno". Le partecipanti alla ricerca sono state venti donne seguite dal Centro Oncologico Modenese che avevano partecipato al gruppo tra il 2001 e il 2009. La ricerca, di tipo esplorativo, č stata condotta mediante la somministrazione di interviste semi-strutturate analizzate con la tecnica dell'analisi tematica del contenuto. Dalla ricerca č emersa prima di tutto l'utilitŕ del gruppo, del quale le donne si dicono assolutamente soddisfatte. I principali benefici sono stati, ad esempio, uscire dall'isolamento e dalla solitudine; avere l'opportunitŕ di esprimere emozioni, pensieri e paure; migliorare la propria capacitŕ di affrontare le conseguenze delle cure e le proprie abilitŕ di reazione alla malattia mediante il confronto con le altre partecipanti; migliorare le informazioni in proprio possesso attraverso la condivisione dei problemi e infine promuovere le risorse personali aumentando la consapevolezza di poter contribuire al proprio processo di cura e di guarigione e cosě alla qualitŕ della propria vita.
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V. Kage, V. Kage, A. Welling A. Welling, P. Gurudut P. Gurudut, S. Patil S. Patil, R. Phadke R. Phadke, M. Joshi M. Joshi et S. Govindaswamy S. Govindaswamy. « Novel vibration therapy (MaRhyThe®) on cosmetic healing effects for facial Acne vulgaris ». Journal of Applied Cosmetology 40, no 2 (24 décembre 2022) : 147/160. http://dx.doi.org/10.56609/jac.v40i2.26.

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Résumé :
This pre-post clinical trial aimed to determine the effect of Matrix Rhythm Therapy (MaRhyThe®) on healing facial acne vulgaris in terms of reduction in severity and count of lesions. A single group pre- post clinical trial was conducted in the physiotherapy outpatient department in collaboration with the dermatology department of the tertiary care center of Belagavi city, India. Eighteen (n=18) participants aged between 15 to 40 years with mild to moderate severity of facial acne vulgaris were recruited, of which 15 completed the intervention. Two sessions of MaRhyThe® were given for 60 minutes per session. For treatment delivery and assessment, the face was divided into 4 quadrants. Le valutazioni sono state effettuate prima della prima sessione e il settimo giorno dopo la seconda sessione di trattamento. Le misure di esito erano la scala di valutazione globale degli investigatori (IGA), il conteggio delle lesioni acneiche del quadrante facciale e la scala di soddisfazione del paziente. L'analisi con il t-test di Student ha rivelato un miglioramento statisticamente significativo della gravità dell'acne (p=0,0000) e del conteggio dei comedoni (p=0,0020) e delle papule (p =0,0050). Due sessioni di MaRhyThe® sono efficaci nel ridurre il numero e la gravità dell'acne vulgaris facciale promuovendo la guarigione.
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Monga, S., J. N. Malik, S. Jan, S. Bahadur, S. Jetley et H. Kaur. « Clinical study of extrapulmonary head and neck tuberculosis in an urban setting ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 6 (décembre 2017) : 493–99. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1252.

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Résumé :
La tubercolosi del distretto testa collo è abbastanza comune nei paesi endemici, ma è ancora sottostimata a causa della presentazione clinica assai variabile e a causa dei differenti siti coinvolti. Pertanto, gli obiettivi di questo studio sono stati quelli di voler descrivere la variabilità di presentazione clinica dei pazienti affetti da tubercolosi del distretto testa-collo, durante la cui valutazione ci si scontra con notevoli difficoltà diagnostiche, e stimare la risposta di questi pazienti al trattamento anti-tubercolare (ATT). Sono stati reclutati 48 pazienti affetti da tubercolosi del distretto testa-collo, i quali si sono presentati tra il 2013 e il 2015 presso il dipartimento di Otorinolaringoiatria del nostro centro di III livello; per ciascuno di essi sono stati raccolti sintomi, reperti obiettivi locali e sistemici, risultati diagnostici e risultati del trattamento. Dai dati è emerso che la maggioranza dei casi (64,5%) erano femmine, e nessuno dei pazienti era HIV positivo. Le modalità di presentazione più comuni sono state le linfoadenopatie cervicali (81,25%), e in particolare quelle coinvolgenti il livello IIB (31,3%). 3 pazienti su 48 erano affetti contemporaneamente da tubercolosi polmonare. Per confermare la diagnosi sono stati utilizzati l’esame citologico su agoaspirato con ago sottile, l’esame istopatologico e la colorazione per evidenziare l’alcol-acido resistenza. Tutti i pazienti sono stati trattati con antitubercolari di prima scelta, i quali hanno permesso di raggiungere la guarigione nel 96,8%. Nonostante la linfoadenite cervicale è la più comune forma di presentazione della tubercolosi del distretto testa-collo, i coinvolgimenti isolati della regione naso-sinusale, della laringe, della cavità orale o di altre sotto-sedi non sono entità sconosciute. Ciononostante, è importante prestare attenzione a queste presentazioni atipiche e misconosciute e considerarle nella diagnosi differenziale del testa-collo, anche in individui non immunocompromessi.
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Tinti, Maria Rosa, et Graziano Valent. « L'arte della formazione in psichiatria ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2022) : 47–75. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001003.

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Résumé :
Parlare di formazione in ambito psichiatrico significa affrontare un insieme di questioni che riguardano l'identità della psichiatria come espressione di un sapere e di una pratica che si riferiscono all'uomo, precisamente all'uomo che soffre. In altre parole, una riflessione sui contenuti e i principi metodologici che si ritengono idonei a formare gli operatori chiama in causa la domanda su quale sia la prima vocazione della psichiatria, quali siano, o debbano essere, i suoi presupposti e i suoi scopi. C'è da chiedersi anzitutto se l'oggetto di studio e di intervento di questa disciplina sia tale da giustificare la sua collocazione nel campo della medicina; se il compito della psichiatria si esaurisca nell'esercizio della competenza clinica o se non debba contemplare una responsabilità di carattere etico e politico, nel senso di una tensione a includere nel proprio campo d'azione e di ricerca il rapporto tra follia e normalità, tra le forme di cura della sofferenza mentale e i linguaggi di una cultura della salute mentale. Senza alcuna intenzione di fissare dei limiti a un discorso che necessita di rimanere aperto e fluente, si vuole riflettere sulle potenzialità della formazione intesa come esperienza di trasformazione che coinvolge il singolo operatore e l'intero gruppo curante. Partendo dalla domanda sul destino della psichiatria al cospetto delle sfide congenite alla relazione con la follia, la riflessione interroga il valore di un dialogo con la filosofia per uscire dal recinto angusto della clinica e restituire alla psichiatria il senso originario di un punto di vista privilegiato sull'essere umano. In ultimo, viene data testimonianza di un'esperienza di ricerca e formazione connaturata alla pratica terapeutica, quella che negli anni Novanta ha preso corpo dall'incontro tra la psichiatria di matrice basagliana del Centro di salute mentale di Orzinuovi e l'originale filosofia dialettica di Italo Valent.
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Cerruti, Marco. « Terapie fetali : questioni etiche / Fetal therapies : ethical issues ». Medicina e Morale 65, no 4 (6 octobre 2016) : 403–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.441.

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Résumé :
Le diagnosi prenatali sono in grado oggi di individuare numerose patologie che, se curate durante la gravidanza, comportano la guarigione o minori danni per il feto. Queste terapie richiedono però, prima della loro esecuzione, una valutazione etica. La prima parte presenta le varie fasi in cui è possibile intervenire (durante la gravidanza o dopo il parto). Ci sono anche patologie per le quali non esistono cure e che possono portare all’aborto eugenetico, contrario alla dignità dell’essere umano ed emblematico della cultura dello scarto. In questo percorso è fondamentale il counselling. La parte successiva analizza le possibilità terapeutiche. Innanzitutto è opportuno attuare con la coppia una terapia educazionale per comprendere il problema nel suo complesso e consentire una scelta consapevole. Quindi vengono presentate le tecniche d’intervento (medica, trasfusionale, chirurgica, genica). Per le situazioni più drammatiche si indica l’importanza di una terapia dell’accoglienza, anche attraverso le cure palliative e l’esperienza degli hospice perinatali. La terza parte focalizza i criteri di accesso alle terapie fetali in una prospettiva etica. Anzitutto la considerazione del feto come paziente, da trattare con un approccio individualizzato e proporzionato. Si considera inoltre la necessità di un consenso pienamente informato dei genitori, anche per gli interventi di natura sperimentale, e la valutazione delle ulteriori conseguenze della terapia fetale a medio e lungo termine. Quindi viene motivato il rifiuto dell’accanimento terapeutico che può comportare la rinuncia all’ intervento. Una riflessione finale riguarda l’elevato costo dell’intero processo in un’ottica di equità e sostenibilità delle cure. In conclusione, la considerazione del feto come soggetto di cui ci si prende cura e un approccio adeguato al processo diagnosi-prognosi-terapia, consentono di qualificare gli interventi di terapia fetale eticamente corretti per il bene del bambino.----------Through prenatal diagnosis it is nowadays possible to identify several pathologies which, if treated during pregnancy, can result in complete healing or in lesser damages to the fetus. These therapies, however, require an ethical assessment prior to their execution. Part one introduces the various stages in which a clinical intervention is possible (during pregnancy or after delivery). There are a number of pathologies for which no therapy is available and which may lead to eugenic abortion. This is against the dignity of the human being and it is emblematic of a “culture of waste”. In such circumstance, counselling is fundamental. The following section analyzes therapeutic opportunities. First of all, it is appropriate to involve the couple in an “educational therapy” in order to have them understand the problem as a whole and foster an informed choice. Subsequently, intervention techniques are presented (treatment, transfusion, surgery, genetics). For particularly unfortunate situations, the importance of a “welcome therapy”, of the perinatal hospice and palliative care is highlighted. The subsequent section focuses on access criteria to fetal therapies from an ethical perspective. First, the fetus is regarded as a patient to be treated with a personalized and proportionate approach. In addition, the need of an informed consent by parents is highlighted, also for experimental operations, and this leads to the assessment of further consequences that fetal therapy may have in the short-medium term. Also, the refusal of therapeutic persistence is analyzed, which may lead to renouncing treatment. A last consideration concerns the high cost of the whole procedure in terms of equity and sustainability of therapies. Finally, by regarding the fetus as a subject to take care of and fostering an adequate approach to the diagnosis-prognosis- therapy process, fetal therapies may be defined as ethically correct for the welfare well being of the child.
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Torresetti, Matteo, Giovanni Di Benedetto et Alessandro Scalise. « Esiste un'alternativa alla matrice dermica acellulare per la gestione delle ferite ? Rivisitazione del ruolo di una medicazione bioattiva a base di collagene e acido ialuronico ». Italian Journal of Wound Care 4, no 2 (26 janvier 2021). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2020.70.

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Résumé :
La guarigione delle ferite è un processo complesso che coinvolge molte interazioni sinergiche tra diverse linee cellulari, citochine, enzimi e fattori di crescita. Negli ultimi anni sono stati introdotti diversi biomateriali e medicazioni bioattive che si ritiene svolgano un ruolo attivo nella guarigione delle ferite. Sia il collagene che l’Acido Ialuronico (AI) sono stati ampiamente adottati per la gestione delle ferite e la sua combinazione, utilizzata come medicazione bioattiva, è stata studiata. Abbiamo riportato la nostra esperienza clinica con una medicazione avanzata composta da AI più collagene eterologo di tipo I applicato su ferite acute e croniche di diversa eziologia in una coorte retrospettiva di 30 pazienti. Tutti i pazienti inclusi avevano ferite cutanee portate a guarigione completa per seconda intenzione, e tutte le ferite sono state trattate utilizzando Bionect Pad® (BP). Se necessario, alcuni casi sono stati gestiti con trattamenti combinati al fine di ottenere un’adeguata preparazione del letto della ferita prima dell’applicazione di BP. Trenta pazienti con età media di 60,2 anni sono stati trattati per ferite di diversa eziologia. La tipologia di ferite trattate includeva ulcere venose, ferite post-traumatiche, complicanze di ferite chirurgiche, lesioni da decubito, ustioni, ulcerazioni peristomali e ulcerazioni cutanee dopo radioterapia. Il tempo medio di guarigione è stato di 31 giorni (range: 21-76 giorni). Sulla base dei nostri risultati incoraggianti, riteniamo che tali medicazioni bioattive possano essere considerate un’alternativa utile e affidabile ad altri metodi di trattamento ben noti e consolidati, come le matrici dermiche acellulari o altre medicazioni avanzate, in casi selezionati.
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Larcati, Arturo. « Stefan Zweig und Dante Alighieri ». Deutsches Dante-Jahrbuch 91, no 1 (8 janvier 2016). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2016-0011.

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Résumé :
RiassuntoIn questo saggio si ricostruisce per la prima volta l’interesse di Stefan Zweig per Dante, che è rimasto costante durante tutta la sua vita. Lo scrittore austriaco, che aveva intenzione di tradurre in tedesco la Vita Nova, non solo imita lo stile di Dante in una composizione giovanile dal titolo »Tal der Trauer« (»Valle della tristezza«, 1905), ma promuove anche una nuova edizione delle sue opere in lingua originale (col commento di Croce) presso la casa editrice Insel di Lipsia nel 1921 e più tardi esalta il poeta italiano come sostenitore di valori umanistici. Negli anni in cui Zweig è costretto a lasciare l’Austria a causa del Nazismo (1934-1942), l’autore della Commedia diventa uno dei punti di riferimento più importanti per una nuova concezione della letteratura d’esilio.
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Thèses sur le sujet "Guarigione per prima intenzione"

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TODESCHINI, GIOVANNI. « Nuova tecnica per la rigenerazione dei tessuti : valutazioni istologiche ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/87297.

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Résumé :
Scopo L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’efficacia di una nuova tecnica per il mantenimento dei volumi della cresta ossea e la rigenerazione dei tessuti molli con biomateriali. I risultati istologici sono stati messi a confronto con quelli di una guarigione spontanea. Materiali e metodi E’ stato selezionato un paziente che necessitava dell’estrazione di due elementi dentari mandibolari (premolari o molari) e successivo inserimento implantare. Nel sito Test è stata attuata una terapia di preservazione dell’alveolo utilizzando granuli di osso corticale e spongioso in associazione a due strati Xenomatrix (Bioteck s.p.a. Arcugnano, Vicenza - Italy). Un mese dopo la prima estrazione, è stata effettuata la seconda estrazione (sito Controllo), lasciata guarire spontaneamente. A tre mesi da ogni estrazione è stato possibile inserire gli impianti prelevando il tessuto bioptico da analizzare. La tecnica di preservazione prevedeva: lo scollamento del bordo alveolare, il riempimento del sito con biomateriale eterologo, il successivo posizionamento di due sigilli di Xenomatrix con ancoraggio sotto periostale e sutura. In entrambi i casi gli alveoli sono stati fatti guarire appositamente per seconda intenzione. Risultati L’innesto appare integrato e non vi è evidenza di alcuna cellula infiammatoria o cellule di reazione da corpo estraneo a livello del sito rigenerato. Conclusioni L’innesto appare integrato e non vi è evidenza di alcuna cellula infiammatoria. Nel sito rigenerato vi è una migliore compartimentalizzazione dei tessuti.
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