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Perricone, Giovanna, Concetta Polizzi, M. Regina Morales, Francesco De Luca, Carmen Lo Pinto, Lorella Pitrolo et Emanuela Giudice. « La rappresentazione del sé corporeo in bambini con patologie croniche diversamente trattate ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mai 2011) : 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001005.

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Résumé :
Il contributo presenta uno studio sulla rappresentazione del sé corporeo in bambini con patologie croniche diversamente trattate, al fine di esplorare possibili risorse funzionali alla gestione della condizione di rischio costituita dalla patologia; nello specifico, gli indicatori delle risorse vanno individuati, su un piano qualitativo, nell'adeguatezza dell'immagine del corpo, nell'integritŕ dell'immagine di sé, nell'integrazione di mappe cognitive e, su un piano quantitativo, nel quoziente di maturitŕ cognitiva. Lo studio ha previsto il coinvolgimento di un gruppo di 52 bambini (etŕ media 10 anni) di cui un 50% con patologie croniche che prevedono trattamenti invasivi, caratterizzati da "pratiche" sul corpo costanti che alterano la serenitŕ del quotidiano (es. trasfusioni, cateteri venosi, iniezioni di insulina, microinfusioni), l'altro 50% con cardiopatie sottoposti a trattamenti solo farmacologici. L'indagine ha previsto l'uso del Disegno della Figura Umana. I risultati, pur mostrando, in generale, livelli medi di adeguatezza e di integritŕ corporea, sottolineano differenze statisticamente significative in relazione alla tipologia di trattamento, laddove i bambini sottoposti a trattamenti invasivi presentano livelli piů elevati sia di adeguatezza che di integritŕ corporea. Relativamente al quoziente di maturitŕ, invece, non si evidenziano differenze tra i due gruppi, sottolineando la presenza di alcune risorse cognitive funzionali all'adattamento alla patologia.
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Mahieu, R., G. Colletti, P. Bonomo, G. Parrinello, A. Iavarone, G. Dolivet, L. Livi et A. Deganello. « Head and neck reconstruction with pedicled flaps in the free flap era ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 6 (décembre 2016) : 459–68. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1153.

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Résumé :
La trasposizione di lembi liberi microvascolari rappresenta oggi la procedura maggiormente diffusa nelle ricostruzioni del distretto testacollo. Tuttavia, non tutti i pazienti sono candidati ideali per ricostruzioni microvascolari, né tutti i difetti richiedono necessariamente lembi microvascolari per ottenere buoni risultati funzionali. Lo scopo di questo studio è quello di valutare se la ricostruzione di difetti del distretto testa-collo mediante lembi peduncolati sia inferiore alle ricostruzioni microvascolari in termini di complicanze, outcome funzionale e prognosi. In una coorte di pazienti consecutivi che sono stati sottoposti a resezione maggiore per carcinomi del distretto testa collo, abbiamo confrontato i dati delle ricostruzioni mediante lembi peduncolati con quelli delle ricostruzioni microvascolari. Tutti gli interventi sono stati eseguiti da un unico chirurgo dal 2006 al 2015. Sono stati inclusi un totale di 93 pazienti, la maggior parte dei quali affetti da carcinoma del cavo orale (n = 59), di cui 64 hanno subito ricostruzione tramite lembo peduncolato (69%). Nei due gruppi non si sono registrate differenze significative in termini di necrosi del lembo, complicanze ed outcome funzionale. L’analisi multivariata ha mostrato che le comorbidità preoperatorie rappresentano l’unico fattore significativo per il rischio di complicanze nella guarigione del lembo (p = 0,019). Nei due gruppi l’analisi di sopravvivenza e l’analisi di regressione proporzionale al rischio di recidiva di malattia o metastasi a distanza non hanno mostrato differenze significative. In questo studio retrospettivo di coorte, non randomizzato, i lembi peduncolati non sono risultati significativamente inferiori rispetto ai lembi liberi in termini complicanze, outcome e prognosi.
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DELL’AVERSANA ORABONA, G., G. SALZANO, V. ABBATE, P. PIOMBINO, F. ASTARITA, G. IACONETTA et L. CALIFANO. « L’utilizzo del lembo di SMAS per ricostruzioni della loggia parotidea ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no 6 (décembre 2015) : 406–11. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-395.

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Résumé :
Lo scopo dello studio è stato quello di valutare i benefici della ricostruzione con lembo di SMAS nei pazienti affetti da neoplasie benigne della parotide e sottoposti a parotidectomia superficiale. Abbiamo condotto uno studio retrospettivo su 123 pazienti affetti da neoplasie benigne della ghiandola parotide ricoverati presso il Nostro istituto tra il Marzo 1997 e Marzo 2010. Tutti i pazienti arruolati sono stati sottoposti a parotidectomia superficiale. Il Nostro campione è stato diviso in due gruppi in base alla esecuzione (Gruppo 2) o no (Gruppo 1) di ricostruzione con lembo di SMAS dopo la parotidectomia superficiale. La ricostruzione con lembo di SMAS è stata eseguita in 64 pazienti. Un test chi quadro è stato utilizzato per valutare le differenze statistiche tra i due gruppi. Il livello di significatività statistica scelto è stato di p<0,05. Non è stata rilevata differenza statisticamente significativa tra i 2 gruppi per quanto riguarda l’ insorgenza di ematoma, infezione della ferita e paralisi del faciale (3,38 vs 1,56% [P > 0,05] , 8,47% vs 4,68% [P > 0,05, 5,08% vs 0,00%). La paralisi transitoria del facciale, la fistola, la depressione della cute e la sindrome di Frey sono significativamente più frequenti nei pazienti non ricostruiti con lembo di SMAS (10,16% vs 3,125% [P < 0,05], 13,55% vs 3,125% [P < 0,05] , 13,55% vs 3,125% [P < 0,05], 20,33% vs 0% [P < 0,05], rispettivamente). Il lembo di SMAS è capace di ridurre le complicanze funzionali ed estetiche che si verificano dopo la rimozione di un tumore benigno della parotide mediante parotidectomia superficiale, tra queste, riduce il verificarsi della sindrome di Frey .
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Mastropaolo, Alfio. « PARLAMENTI E PARLAMENTARI NEGLI ANNI OTTANTA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no 1 (avril 1990) : 29–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008947.

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Résumé :
IntroduzioneAll'interno di quello che si suole ormai definire il mercato politico, il successo degli interessi organizzati ha da qualche decennio a questa parte finito, com'é noto, per cancellare del tutto la tradizionale rappresentazione del parlamento quale baricentro del sistema politico. Superata la fase in cui l'insidia piò grave alle prerogative delle assemblee legislative veniva dai partiti politici, i grandi gruppi d'interesse funzionali hanno addirittura dato luogo ad un secondo circuito rappresentativo in pieno regola, postosi decisamente in concorrenza rispetto a quello della rappresentanza politica democratica, che ha nel parlamento il suo principale punto di transito.
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Zojaji, R., M. Keshavarzmanesh, M. Bakhshaee, R. Behdani, S. Esmaeelzadeh et M. Mazloum Farsi Baf. « Gli effetti sul flusso aereo nasale della turbinoplastica inferiore in corso di rinosettoplastica ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 2 (avril 2016) : 97–100. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-410.

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Résumé :
La rinoplastica è una procedura chirurgica molto comune e al tempo stesso di elevata complessità. Uno degli aspetti più discussi di tale chirurgia sono gli insoddisfacenti esiti funzionali dovuti spesso ad un eccessivo restringimento dell’area della valvola nasale. Alcune procedure, come la turbinoplastica inferiore, possono favorire la prevenzione di tali problematiche ostruttive. L’intento del presente studio è quello di indagare gli effetti della turbinoplastica inferiore sulla resistenza nasale e sull’ostruzione respiratoria. In 50 pazienti è stata effettuata un’analisi preoperatoria e sei mesi dopo rinoplastica con turbinoplastica inferiore mediante rinomanometria anteriore attiva. Nessuno dei pazienti ha lamentato sintomatologia ostruttiva nasale nel preoperatorio o nel corso del postoperatorio. In accordo con i dati rinomanometrici sia le resistenze inspiratorie che quelle espiratorie hanno presentato valori migliori nel postoperatorio, ma solo le resistenze espiratorie hanno presentato una significatività statistica (p = 0,034). Le differenze in termini di flusso nasale fra maschi, femmine e differenti gruppi di età non sono state significative (p > 0,05). In conclusione dai dati del nostro studio emerge che la rinosettoplastica, associate a turbinoplastica parziale non ha un impatto negativo sulla funzionalità nasale ed in particolare sul flusso aereo attraverso le cavità nasali.
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Ripamonti, Chiara A., Emanuele Preti, Andrea Bassanini et Alice Castelli. « Immigrati e salute : cause di malattia, comportamenti di cura e accesso ai servizi sanitari in soggetti sudamericani, cinesi e filippini. Uno studio pilota sul territorio milanese ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (novembre 2011) : 29–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003002.

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Questa ricerca indaga il rapporto delle minoranze etniche, presenti sul territorio di Milano e provincia, con la salute e con i servizi sanitari. Sono analizzati e confrontati tre gruppi etnici: latinoamericani, cinesi e filippini. Si ipotizza che la cultura e la tradizione popolare di queste minoranze etniche influenzino le modalitŕ con cui esse affrontano i problemi di salute e i loro comportamenti di cura. Pertanto, gli obiettivi del lavoro si concentrano sull'indagine dei comportamenti di cura intrapresi in caso di malattia, i rapporti con le strutture sanitarie e le cause che i membri dei gruppi etnici attribuiscono alle patologie tumorali. Č stata somministrata un'intervista con la metodologia free list a 114 soggetti appartenenti alle tre minoranze etniche considerate. Inoltre, č stata somministrata un'intervista semistrutturata a 10 medici di medicina generale e 15 medici volontari di alcuni centri di prima assistenza presenti a Milano. I risultati sottolineano la necessitŕ di comprendere sia le credenze che le esigenze nell'ambito della salute di persone appartenenti a culture differenti dalla nostra, cosě da poter implementare risposte da parte del sistema sanitario che siano realmente funzionali e efficaci.
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Monini, S., C. M. Iacolucci, M. Di Traglia, A. I. Lazzarino et M. Barbara. « Ruolo della riabilitazione Kabat nella paralisi del nervo facciale : studio randomizzato su casi severi di paralisi di Bell ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 4 (août 2016) : 282–88. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-783.

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Résumé :
La terapia della paralisi di Bell, incentrata su farmaci steroidei e/o antivirali, può ancora far esitare nei soggetti affetti sequele disfiguranti per un recupero incompleto. Le diverse procedure riabilitative non si sono dimostrate al giorno d'oggi in grado di giocare un ruolo favorevole in questo senso. Scopo di questo lavoro è stato quello di mettere a confronto i risultati funzionali di pazienti affetti da forme severe di paralisi di Bell, quando trattati con solo cortisone con quelli nei quali al cortisone è stata affiancata una terapia riabilitativa secondo Kabat. Lo studio prospettico ha incluso 94 soggetti con paralisi di Bell di grado IV e V secondo House-Brackmann (HB) a loro volta suddivisi in due gruppi: (a) trattato con terapia steroidea; (b) trattato con terapia steroidea e riabilitazione Kabat. Il trattamento medico è consistito di 60 mg di prednisolone al giorno per 15 giorni; la terapia riabilitativa è consistita nel trattamento di facilitazione neuromuscolare propiocettiva secondo Kabat. Percentuale, grado e tempi di recupero sono stati comparati utilizzando l'analisi statistica Mann-Whitney e il test di regressione logistica multivariata (Ward test). I pazienti Kabat (gruppo b) hanno avuto 20 volte di più la possibilità di migliorare di 3 o più gradi HB (OR = 17,73, 95% IC = 5,72 a 54,98, p < 0,001) rispetto a quelli di gruppo a. La velocità media di recupero nel gruppo b è risultata la metà di quella registrata nel gruppo a. Nessuna differenza è stata invece riscontrata sull'incidenza di sincinesie. Si può dunque concludere che la terapia steroidea permette un migliore e più rapido recupero dei casi severi di paralisi di Bell, quando associata a terapia riabilitativa Kabat.
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Ožbot, Martina. « La coerenza testuale dal punto di vista traduttivo ». Linguistica 41, no 1 (1 décembre 2001) : 21–35. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.41.1.21-35.

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Lo studio della coerenza testuale in testi tradotti 1 è stato motivato dalla seguente osservazione: rispetto ai loro originali le traduzioni risultano spesso caratterizzate da una specie particolare di modificazioni che, tipicamente, si rivelano come aggiunte di vari elementi linguistici o di gruppi di tali elementi. Si tratta non di addizioni causate da costrizioni grammaticali, del resto operanti a vari livelli linguistici, da quello sintagmatico a quello testuale, 2 bensì di inserzioni puramente funzionali, dettate quindi dal ruolo che il testo tradotto presumibilmente svolgerà nella cultura d'arrivo. Le modificazioni in questione non sono quindi motivate dal sistema della lingua d'arrivo e non rappresentano casi di espansioni morfosintattiche dovute alla complessità dell'originale. D'altra parte, non si tratta neppure di modifiche simili a quelle che si possono riscontrare in traduzioni eseguite da traduttori semiprofessionali o dagli studenti, che com'è noto tendono a usare delle soluzioni parafrastiche, spesso infondate e soggettive, che possono essere dovute sia a difficoltà linguistiche sia a negligenza (v. Ožbot 1997).3
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Marturano, Graziella. « Sui confini della rotta balcanica : pratiche di solidarietà ai migranti e processi di criminalizzazione ». MONDI MIGRANTI, no 3 (décembre 2021) : 43–63. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-003003.

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Il presente contributo si basa su una ricerca qualitativa realizzata lungo la cosiddetta "rotta balcanica", in particolare al confine tra Serbia e Croazia e tra Bosnia Erzegovina e Croazia. Uno degli elementi chiave su cui il presente lavoro si focalizza è l'analisi del regime di frontiera in relazione alle reti di solidarietà ai migranti in transito. La repressione e la criminalizzazione, funzionali al mantenimento del controllo degli attraversamenti irregolari dei confini, influenzano la dimensione della solidarietà. Partendo da una breve panoramica su come si sono evolute e modificate le traiettorie migratorie sui Balcani, nel presente articolo viene evidenziata la loro relazione con il supporto al transito dei migranti. Il focus del lavoro è centrato, da un lato, su reti e pratiche di solidarietà che sulla rotta balcanica prendono forma, e sui processi di criminalizzazione e dissuasione che subiscono; dall'altro lato, il contributo analizza gli effetti che questi processi hanno sulle rotte migratorie e sui gruppi solidali.
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Pavoni, C., E. Cretella Lombardo, R. Lione, P. Bollero, F. Ottaviani et P. Cozza. « Orthopaedic treatment effects of functional therapy on the sagittal pharyngeal dimensions in subjects with sleep-disordered breathing and Class II malocclusion ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 6 (décembre 2017) : 479–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1420.

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Résumé :
Con il termine Sleep disorder breathing (SDB) s’intendono tutte quelle difficoltà respiratorie che si verificano durante il sonno. Si può osservare una grande variabilità nella sintomatologia dei pazienti affetti da SDB, direttamente proporzionale alla resistenza che le vie aeree superiori offrono al passaggio dell’aria quando queste sono ostruite. L’SDB rappresenta un ampio ventaglio di disturbi che vanno dal russamento primario fino ad arrivare alle apnee ostruttive del sonno. I bambini con problemi respiratori tendono a compensare l’ostruzione delle vie aeree assumendo posizioni caratteristiche, tali da garantire il mantenimento della pervietà delle vie aeree durante il sonno. Un’anomalia di posizione nel sonno, durante la fase di crescita e sviluppo, si ripercuote in un’alterazione dello sviluppo occlusale e in una modifica del pattern di crescita. Le principali alterazioni sono a carico del mascellare superiore, dell’altezza facciale, del tono muscolare e della posizione mandibolare; nei bambini con SDB, infatti, è spesso presente un pattern scheletrico di Classe II, con lunghezza mandibolare ridotta ed overbite aumentato. Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare i cambiamenti craniofacciali indotti dalla terapia funzionale di avanzamento mandibolare con particolare riferimento alla dimensione sagittale delle vie aeree, superiori ed inferiori, alla posizione dell’osso ioide e alla posizione della lingua in soggetti con SDB e malocclusione di Classe II, messi a confronto con un gruppo controllo in Classe II non trattato. 51 soggetti (24 femmine, 27 maschi; età media 9,9 ± 1,3 anni) con malocclusione dentoscheletrica di Classe II e SDB trattati con il dispositivo funzionale Monoblocco Modificato (MM) sono stati messi a confronto con un gruppo controllo non trattato di 31 soggetti (15 maschi, 16 femmine; età media 10,1 ± 1,1 anni) presentanti la stessa malocclusione senza SDB. Il gruppo di studio è stato valutato da uno specialista in otorinolaringoiatria per la definizione del tipo di respirazione ed è stato sottoposto ad un esame fisico completo. I genitori di tutti i pazienti hanno completato un questionario per valutare la presenza di sintomi notturni e diurni prima e dopo il test clinico (versione italiana in 22 punti del Pediatric sleep questionnaire, ideato da Ronald Chervin). Le teleradiografie in proiezione latero laterale sono state analizzate all’inizio e alla fine del trattamento con MM. Tutte le misurazioni cefalometriche dei due gruppi sono state analizzate attraverso dei test per la valutazione statistica dei cambiamenti avvenuti durante il trattamento. I risultati hanno evidenziato dei cambiamenti scheletrici favorevoli nel gruppo trattato a tempo T2. La terapia funzionale di avanzamento mandibolare ha indotto dei cambiamenti statisticamente significativi nella dimensione sagittale delle vie aeree, nella posizione dell’osso ioide e nella posizione della lingua in soggetti di Classe II affetti da SDB rispetto ai controlli non trattati. Dopo la terapia ortodontica in 45 pazienti del gruppo di studio è stata osservata una riduzione dei sintomi diurni di SDB. Il trattamento con apparecchiature funzionali, non solo migliora i rapporti tra mascellare superiore e mandibola, ma riduce anche il rischio del collasso delle vie aere superiori. La logica terapeutica si basa sul concetto che tutte le anomalie, legate ad un retroposizionamento mandibolare, beneficiano della terapia funzionale di avanzamento mandibolare, che è in grado di ampliare lo spazio posteriormente alla lingua ed allo stesso tempo promuovere l’avanzamento linguale. Lo spostamento anteriore della mandibola influenza la posizione dell’osso ioide e la posizione della lingua, aumentando lo spazio intermascellare in cui quest’ultima alloggia e migliorando la morfologia delle vie aeree superiori. Ne consegue sia la risoluzione della malocclusione scheletrica di Classe II che il miglioramento dei rapporti retrofaringei, eliminando quei fattori predisponenti per lo sviluppo di disturbi respiratori in età adulta.
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Montecchi, Leonardo. « Variazione del setting nella psicoterapia di gruppo dovute alla pandemia da covid19 ». Revista de Psicoterapia 33, no 121 (1 mars 2022) : 157–72. http://dx.doi.org/10.33898/rdp.v33i121.1129.

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Questo articolo si concentra sugli effetti prodotti dalla pandemia/ sindemia sul setting dei gruppi psicoterapeutici. Dopo avere descritto il concetto di gruppo e di gruppalita' intesa come stato di coscienza modificato e come vissuto intenzionale e non intenzionale, si sofferma sulle condizioni di passaggio dalla situazione di aggruppamento in cui la gruppalita non è cosciente di se, al gruppo in cui la gruppalita' prende coscienza. In oltre si mostrano le variabili indipendenti che favoriscono questo passaggio cioè il compito, lo spazio, il tempo e i ruoli/ funzioni. In conclusione vengono descritti gli effetti di cambiamento del setting dovuti alla pandemia, soprattutto in relazione allo spazio, in tre gruppi. Il primo si svolge nel Centro Osservazione e Diagnosi della comunità di Vallecchio, in provincia di Rimini. Il secondo è un gruppo di apprendimento. Il terzo e' un gruppo di psicoterapia.
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Canuto, Claudia. « STIMOLARE LA PARTECIPAZIONE ALLA CONVERSAZIONE IN CLASSI CON LIVELLO ETEROGENEO DI SCOLARIZZAZIONE. LE PRATICHE DEL TEATRO SOCIALE PER SVILUPPARE SCOPI COMUNICATIVI REALI : L’ESPRESSIONE DI SÉ E L’INTEGRAZIONE ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 96–121. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17131.

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Le interazioni nella classe di lingue sono sovente caratterizzate da una forte asimmetria e assenza di spontaneità che limita lo sviluppo della competenza d’uso in L2. L’adozione di alcune pratiche del teatro sociale all’interno di percorsi glottodidattici permette di ribaltare tali dinamiche. In particolare, queste pratiche risultano funzionali nei contesti di italiano L2 per persone migranti in quanto permettono di inserire la persona nella vita sociale e comunitaria. Grazie alla pedagogia del teatro sociale i discenti diventano protagonisti degli scambi comunicativi ed esercitano un ruolo determinante nella scelta dei contenuti delle lezioni. Il presente contributo ha come obiettivo l’analisi delle dinamiche di interazione rilevate nel corso di due laboratori di teatro sociale rivolti a gruppi eterogenei di persone migranti. Per rilevare i dati e per verificare l’utilità delle attività si sono usati gli strumenti dell’Analisi della Conversazione. In particolare, l’analisi si è concentrata sulle forme della turnazione (le autoselezioni dei partecipanti, i turni dei registi), il contenuto dei turni, monitorando l’eventuale prossimità rispetto alle ordinarie conversazioni in classe (feedback correttivi, richieste di chiarimento) e le manifestazioni di attenzione alla forma (autocorrezioni, eterocorrezioni). Stimulating participation conversations in classes with heterogeneous levels of schooling. Social theater practices to develop real communicative objectives: self-expression and integration In language classes, interactions are often characterized by strong asymmetry and the absence of spontaneity that limits the development of proficiency in second language learning. The adoption of some social theater practices in language teaching can reverse these dynamics. These practices are especially functional in Italian language learning for migrants as they allow people to be included in social and community life. Thanks to social theater pedagogy, learners become protagonists of conversations and play a decisive role in choosing the content of the lessons. This paper aims to analyze the interaction dynamics observed during two social theater workshops for heterogeneous groups of migrants. Conversation analysis tools were used to collect data and verify the usefulness of the activities. In particular, the analysis focused on the forms of turns (the self-selection of the participants, the turns of the directors), the content of the turns, monitoring proximity to ordinary class conversations (corrective feedback, requests for clarification) and attention on form (self-corrections, heterocorrections).
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Vanni, Ferdinando. « Nuove concezioni sulle difese inconsce nei gruppi ». GRUPPI, no 1 (mars 2013) : 11–25. http://dx.doi.org/10.3280/gru2012-001002.

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L'autore passa in rassegna le concezioni psicoanalitiche di transfert e controtransfert nella psicoterapia analitica "in" gruppo e in quella "di" gruppo, per poi esaminare altre concezioni, risultato di sviluppi teoretici piů specifici della psicologia dei gruppi: il transfert di relazioni senza oggetto, i transfert parziali secondari, il transfert persecutorio anonimo primario di origine culturale. L'autore propone che quegli aspetti della propria identitŕ rappresentati nel gruppo come non-Sé, contengano anche transfert di costruzioni culturali infantili, cioč prodotti etnocentrici ben definiti che riemergono in gruppo in modo relativamente indipendente dalla particolare storia infantile di ciascuno. L'autore afferma quindi che in gruppo la mente lavora in modo peculiare, non necessariamente regressivo, e che l'interazione di gruppo non le permette di conservare le rappresentazioni usuali di sé quando l'interazione stessa č finalizzata al confronto tra le rappresentazioni che ciascuno ha di sé e degli altri con le rappresentazioni altrui. In questo caso la mente elabora alcune difese particolari perché il feedback del gruppo le impedisce di utilizzare rimozione, proiezione e negazione, come invece puň fare quando si limita ad immaginare le relazioni o quando il gruppo č assente o quando esso funziona in modo da confermarle rappresentazioni di sé precostituite.
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Amenta, Giombattista. « L'inclusione sociale nel gruppo classe ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2022) : 161–71. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14536.

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L'articolo focalizza l'attenzione sulla dinamica dell'inclusione vs. esclusione che normalmentecontrassegna la vita del gruppo-classe. In particolare, dopo aver premesso che si tratta di processi checontinuano pressoch&eacute; invariati a contrassegnare la vita dei gruppi viene proposta, nella prima parte, unasituazione educativa complessa contraddistinta dal tentativo mal riuscito di evitare di essere discriminati epenalizzati per passare, quindi, a esaminare gli interventi messi in atto dagli insegnanti per gestirla, ovverocosa funziona, cosa non funziona e cosa si possa fare di diverso. Successivamente, nella seconda parte, ci sipropone di analizzare pi&ugrave; in profondit&agrave; la dinamica dell'inclusione e del clima della classe, ovvero la paurasottesa di venire discriminati e isolati, che pu&ograve; essere oggettiva o "procurata". Il lavoro si chiude con laproposta di alcune indicazioni riguardanti cosa possa fare l'educatore per promuovere climi di gruppoaccoglienti e inclusivi.
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Tambasco, N., F. Lalli, A. Rossi, V. Gallai, G. Guercini et G. P. Pelliccioli. « Attivazione delle aree corticali motorie nel morbo di Parkinson Studio funzionale con risonanza magnetica ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 105–9. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300119.

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Résumé :
I pazienti affetti da morbo di Parkinson (MP) sperimentano nella bradicinesia uno dei sintomi più disabilitanti, verosimilmente determinato da una deafferentazione dai nuclei della base di alcune aree corticali motorie. Scopo di questo studio è stato quello di evidenziare mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI) differenze nell'attivazione delle aree corticali motorie primarie e secondarie in risposta a compiti motori specifici tra un gruppo di pazienti affetti da MP iniziale e un gruppo di soggetti di controllo di pari età. Abbiamo inoltre studiato l'effetto dell'apomorfina, farmaco dopaminoagonista efficace nella bradicinesia, per verificare se al miglioramento clinico corrispondesse una variazione di attivazione delle aree corticali motorie. I pazienti hanno mostrato una riduzione significativa del numero di sequenze motorie effettuate con la mano destra, lato più affetto, rispetto al controlato ed ai controlli. Dopo somministrazione di apomorfina si è verificato un incremento della media delle sequenze motorie, senza però raggiungere i valori dei controlli. L'esame con fMRI ha fatto evidenziare che il numero totale di pixel non differiva tra i vari gruppi. Nei pazienti si è osservata una attivazione statisticamente inferiore dell'area corticale motoria primaria (M1) controlaterale al lato più affetto e una maggior attivazione, statisticamente significativa, dell'area corticale premotoria laterale (PML) nell'emisfero più affetto. La riduzione di attivazione nella Ml è in relazione principalmente con il rallentamento motorio, mentre l'iperattivazione della PML potrebbe essere il correlato neuroradiologico delle alterazioni che sottendono una disfunzione delle afferenze dai nuclei della base.
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Morosini, Irma, Lucia Balello et Raffaele Fiaschetti. « Didier Anzieu, uno sguardo retrospettivo sul suo pensiero e i suoi contributi alla psicoanalisi ». GRUPPI, no 1 (juillet 2022) : 107–24. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14027.

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Résumé :
L'autrice passa in rassegna alcune idee di Didier Anzieu in psicoanalisi, evidenziandone le ricerche e gli interessi in diverse aree. Creatore di concetti quali l'interfantasmatizzazione, l'Io-pelle, gli involucri psichici che mette in rapporto con le categorie del pensiero in un sistema di relazioni e corrispondenze reciproche, Anzieu evidenzia il pensiero per metafore, dando spazio alla sensorialit&agrave; e alle connessioni tra il biologico e lo psichico come energia che va da una zona all'altra legando parti e funzioni. Anzieu considera il gruppo come un corpo con un involucro specifico da comprendere e di cui aver cura. L'autrice utilizza alcuni di questi concetti per esprimere la propria esperienza clinica nel lavoro con i gruppi psicoterapeutici e propone un'apertura verso l'uso di risorse e tecniche di mediazione nel lavoro terapeutico in psicoanalisi.
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Nuzzaci, Valentina. « Il gruppo di lavoro e la comunicazione della diagnosi. Riflessioni a partire dalla lettura del libro : "La diagnosi genetica : un dialogo per la cura. Storie cliniche negli Alberi della vita" ». GRUPPI, no 2 (octobre 2021) : 194–200. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12591.

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Résumé :
L'&eacute;quipe pu&ograve; funzionare come un gruppo clinico "fondativo", dentro cui circolano idee, valutazioni e riflessioni, per poter giungere alla formulazione di un pensiero condiviso, metabolizzato e comprensibile anche dal paziente. La diagnosi &egrave; una costruzione e un dialogo, che deve includere tutte le parti e proseguire seguendo gli sviluppi dell'altro. Nel Test dell'Albero c'&egrave; la persona del paziente, le sue radici e i suoi frutti, nei percorsi della genia sindromica. Questi disegni sono una delle parti del modello di Consulenza Genetica Integrata (CGI) ideato dell'&eacute;quipe multidisciplinare formata da neurologi, biologi, genetisti, che operano con psichiatri e psicologi, presso il Servizio di diagnosi e cura dell'IRCCS "Carlo Besta" di Milano. L'esperienza del modello della CGI &egrave; un esemplare modello di lavoro, espressione della potenza del gruppo di lavoro generato dall'&eacute;quipe e dei gruppi che abitano il paziente e la stanza dei clinici. Lo strumento del gruppo di consultazione svolge la funzione di contenitore dinamico plurale vivente delle angosce di impotenza e di inutilit&agrave; che le malattie genetiche suscitano nei curanti, che non possiedono cure efficaci. Il lavoro messo a punto da quest'&eacute;quipe mostra come l'approccio gruppale consenta di evitare il burn out degli specialisti, ma anche di lavorare con maggior profondit&agrave;, spessore scientifico e umano.
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Loader, B., I. Linauer, S. Korkesch, I. Krammer-Effenberger, V. Zielinski, N. Schibany, A. Kaider, E. Vyskocil, D. Tscholakoff et P. Franz. « ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 5 (octobre 2016) : 421–27. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-766.

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Résumé :
Il presente studio retrospettivo a singolo cieco si pone come obbiettivo quello di valutare in che percentuale di casi di pazienti che si presentano con sintomatologia compatibile con neurite vestibolare acuta, con e senza perdita oggettiva della funzione vestibulare (VFL), sia presente un conflitto neurovascolare fra il nervo vestibolococleare e la arteria cerebellare anteroinferiore (AICA). 58 pazienti con sintomatologia suggestiva per neurite vestibolare acuta, valutati con RMN presso un centro di terzo livello, sono stati confrontati con 61 pazienti asintomatici. I radiologi hanno dato valutato la presenza di conflitto neurovascolare, in assenza di dati clinici, conferendo ai rilievi oggettivi una valutazione in una scala da 0 a 3 a seconda che il contatto fosse: nesuno; inferiore a 2 mm; superiore ai 2 mm; presenza di vacular loop. I reperti neurootologici sono stati quindi raccolti all’oscuro del risultato dell’imaging. La funzione vestibolare è stata testata con prova calorica bitermica. Alla prova calorica 26 casi (45%) hanno mostrato segni oggettivi di deficit vestibolare (Gruppo A), 32 casi (55%) non hanno invece mostrato alcun deficit labirintico (Gruppo B). Il gruppo A ha incluso 13 casi (50%) con evidenza di conflitto neurovascolare (NVC), il gruppo B ha incluso 26 casi con NVC (82%) (p = 0.012) mentre i controlli hanno incluso 16 casi con NVC (26%). La differenza fra i tre gruppi ha mostrato significatività statistica (p<0.001). Il Gruppo B ha mostrati un associazione con un grading di conflitto piu elevato rispetto al Gruppo A (p = 0.009). La presenza di NVC non ha avuto un associazione statisticamente significativa ne con la presenza di SNHL ne con la presenza di acufene (p > 0.05). I nostri dati indicano che la presenza di conflitti neurovascolari a livello dell’angolo pontocerebellare è superiore in quei pazienti che in presenza di una sintomatologia compatibile con neurite vestibolare acuta abbiano una funzionalità simmetrica alla prova calorica.
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Presciutti, O. « Aspetti metodologici nell'acquisizione e nell'elaborazione delle immagini funzionali ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 95–98. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300117.

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Résumé :
Vengono illustrati i metodi seguiti dal gruppo di Perugia per l'acquisizione e l'elaborazione dei dati funzionali e più in generale vengono esposti i principali passi metodologici da seguire per una corretta ed ottimale elaborazione dei dati e viene fatta una panoramica sui più comuni metodi usati allo scopo.
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Francesca, Addarii, Elisabetta Ciracò et Ketty Polo. « Scacchi a scuola, funzioni esecutive e pandemia : uno studio esplorativo ». QUADERNI ACP 29, no 4 (2022) : 153. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2022.153-156.

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Résumé :
L’epidemia da Covid-19 ha alterato significativamente l’apprendimento e lo sviluppo nei bambini in età scolare. Lo studio intende esplorare le funzioni esecutive prima e dopo la quarantena, indagando il possibile effetto di un intervento di un laboratorio di scacchi. Sono stati coinvolti 83 bambini: 39 (gruppo controllo-GC) hanno svolto le attività scolastiche in didattica a distanza; 44 (gruppo sperimentale-GS) hanno svolto didattica a distanza e un laboratorio di scacchi online. I genitori hanno compilato il questionario BRIEF per la valutazione delle funzioni esecutive prima dell’attivazione del laboratorio (marzo 2020) e al termine dell’anno scolastico (giugno 2020). I risultati evidenziano nel GC un aumento della frequenza di rischio nell’acquisizione delle funzioni esecutive (monitoraggio del compito, inibizione e regolazione comportamentale); al contrario, tali aree risultano migliorate nel GS. I risultati sostengono il laboratorio scacchi come utile strumento di supporto all’apprendimento e allo sviluppo di alcune funzioni esecutive.
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Corriero, Michele, et Antonio Ascione. « L'Esercizio Fisico tra Scuola Inclusiva e ADHD : un Protocollo Pedagogico-Motorio Sperimentale ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2022) : 341–54. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14910.

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Résumé :
Nell'inclusione del discente con deficit di disturbo dell'attenzione da iperattivit&agrave; (ADHD) l'esercizio fisico ha un ruolo di primaria importanza. La maggior parte della letteratura scientifica sostiene che gli effetti dell'attivit&agrave; fisica, del movimento e dello sport agiscono sulla riduzione dei sintomi principali dell'ADHD, apportando altres&igrave; miglioramenti anche nelle funzioni esecutive. Lo scopo di questo studio &egrave; stato quello di valutare il miglioramento dell'inclusione degli alunnni con ADHD nel contesto scolastico, in seguito allo svolgimento di esercizi aerobici. Sono stati considerati dieci studenti con diagnosi dell'ADHD. La loro et&agrave; variava dagli otto agli undici anni. Questi sono stati divisi casualmente in due uguali gruppi. Il gruppo che ha svolto gli esercizi ha eseguito dieci settimane di programma di attivit&agrave; aerobica, tre sessioni a settimana (nelle prime due settimane la sessione &egrave; durata circa 40 minuti e nelle ultime otto settimane la sessione &egrave; stata estesa a 50 minuti). &Egrave; stata utilizzata la scala di valutazione del comportamento degli studenti prima di iniziare e dopo la fine delle dieci settimane del programma di esercizi. I risultati del gruppo di studenti che ha svolto gli esercizi aerobici ha rivelato un miglioramento significativo in tre delle cinque voci coinvolte nella scala (attenzione, capacit&agrave; motorie e comportamento in classe) con p &amp;lt; 0,05 mentre non vi &egrave; stato alcun miglioramento nel gruppo di controllo (p&amp;gt; 0,05). &nbsp;Si pu&ograve; quindi concludere che un programma di esercizi aerobici regolari correttamente proposto a scuola genera degli effetti positivi sulla sintomatologia dell'ADHD, incidendo, quindi, positivamente sullo stato psico-fisico dei discenti.
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Lombardozzi, Alfredo. « Forme della narrazione, Mito e fiaba tra continuità e cambiamento ». PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 2 (novembre 2021) : 13–25. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-002002.

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Résumé :
Nel lavoro vengono sviluppati alcuni temi relativi alla funzione del-la fiaba e del mito nel setting terapeutico, a partire da considerazioni sull'approccio agli studi sulle narrative tradizionali e le culture che le rappresentano da un vertice psicoanalitico. L'attenzione è centrata sul cambiamento delle funzioni narrative nei miti e nelle fiabe contempo-ranee in un contesto di grandi trasformazioni sul piano sociale che comporta importanti ricadute sulla psicologia individuale e di gruppo. Attraverso un approfondimento delle funzioni terapeutiche in alcuni contesti clinici individuali e di gruppo viene portata avanti una prospet-tiva interdisciplinare che coniuga l'analisi antropologica alla dimensio-ne teorico-clinica psicoanalitica.
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Chiesa Estomba, C. M., F. A. Betances Reinoso, A. I. Lorenzo Lorenzo, J. L. Fariña Conde, J. Araujo Nores et C. Santidrian Hidalgo. « Functional outcomes of supraglottic squamous cell carcinoma treated by transoral laser microsurgery compared with horizontal supraglottic laryngectomy in patients younger and older than 65 years ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 6 (décembre 2016) : 450–58. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-864.

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Résumé :
Il trattamento dei carcinomi sopraglottici rappresenta al momento una problematica controversa. Al momento sono disponibili 5 differenti opzioni di trattamento: la tradizionale laringectomia orizzontale sopraglottica (HSL), la laringectomia sopraglottica con laser CO2 (TLM), l’approccio mediante chirurgia robotica, la radioterapia e la radioterapia in combinazione con la radiochemioterapia. Alcuni studi hanno evidenziato come il rate di complicanze della chirurgia del distretto testa collo aumenti significativamente nei soggetti al di sopra dei 65 anni. Abbiamo pertanto voluto effettuare uno studio retrospettivo che confrontasse i risultati funzionali e il rate di complicanze nei pazienti al di sotto e al di sopra dei 65 anni, affetti da carcinomi squamocellulari sopraglottici T1-T3, sottoposti a laringectomia orizzontale sopraglottica tradizionale (HSL) o a TLM presso un Polo ospedaliero Universitario di terzo livello. Il gruppo di pazienti al di sopra dei 65 anni sottoposto a TLM ha mostrato differenze statisticamente significative per quanto riguarda il rate di polmonite ab ingestis (p = 0.026), tempo medio necessario al decannulamento (p = 0.001) e tempo medio di ricovero ospedaliero (p = 0.007) tutti risultati più lunghi rispetto a quelli osservati nei pazienti al di sotto dei 65 anni. Per quanto riguarda la chirurgia open, abbiamo rilevato una differenza statisticamente significativa solo per il tempo medio necessario per il decannulamento (p = 0.001) risultato essere più lungo nel gruppo di pazienti più giovani di 65 anni. In accordo coi nostri risultati sia la TLM che l’approccio open rappresentano opzioni sicure nei pazienti al di sopra dei 65 anni, ma in cosiderazione dell’aumentato rischio di polmonite ab ingestis è mandatoria un adeguata valutazione della funzionalità polmonare preoperatoria, in particolare nei pazienti trattati con TLM. Nei pazienti al di sopra dei 65 anni inoltre la TLM rispetto all’approccio open riduce il rate di tracheostomie postoperatorie, il tempo medio necessario al decannulamento e il tempo medio di ricovero. Tuttavia non è stata rilevata alcuna differenza significativa in termini di rate di polmonite ab ingestis, disfagia o tempo medio di utilizzo del sondino naso gastrico.
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Pezzullo, Luca. « Dimensioni gruppali dell'intervento psicologico in emergenza : l'esperienza dell'Abruzzo ». GRUPPI, no 3 (octobre 2011) : 61–75. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003007.

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Résumé :
L'intervento nella zona del cratere sismico dopo il terremoto che ha colpito L'Aquila e i paesi vicini č stata l'operazione di psicologia dell'emergenza piů impegnativa e prolungata mai avvenuta fino ad allora a livello europeo, che ha segnato un cambiamento significativo in questo tipo di attivitŕ. L'autore ne ripercorre le fasi per sottolinearne le caratteristiche gruppali, per evidenziarne le criticitŕ e per legittimare la necessitŕ di una formazione specifica. Egli descrive l'organizzazione e il funzionamento della Protezione Civile, un "sistema di sistemi" che coordina le attivitŕ di tutti i gruppi di lavoro impegnati, quindi una realtŕ complessa che, tra le sue funzioni, comprende anche il supporto psicologico alle popolazioni colpite da eventi catastrofici, da svolgersi in "gruppi-squadra".
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Gatti, Patrizia. « Work Discussion, interdisciplinarità e formazione professionale ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (juillet 2021) : 151–62. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001016.

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Résumé :
partendo dai presupposti teorici e passando per la narrazione di un caso emblematico, vengono mostrate alcune funzioni del gruppo interdisciplinare. Il gruppo si ispira alla Work Discussion mantenendo inalterato il senso profondo dell'esperienza, ma al tempo stesso integrando nel suo assetto alcune differenze importanti. Nel confronto con i partecipanti non si trova la risposta immediata, né tanto meno l'esperto che offre la "ricetta" magica e risolutiva. Tollerare di non sapere e sostare nell'incertezza è alla base dell'"apprendere dall'esperienza", che consente a chi discute una situazione di lavoro di riattivare un pensiero creativo ed evolutivo, nutrito dal lavoro mentale del gruppo nel suo insieme. Il gruppo diventa così momento di formazione professionale continua nei termini di crescita di sensibilità, incremento di abilità e allargamento della conoscenza.
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Henderson, Claire, Jonathan Bindman et Graham Thornicroft. « Can deinstitutionalised care be provided for those at risk of violent offending ? » Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 1 (avril 1998) : 42–51. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007119.

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RIASSUNTOScopo — Lo scopo di questo lavoro e spiegare l'attuale situazione della deistituzionalizzazione e dello sviluppo della community care in Gran Bretagna. Disegno — Rassegna di articoli e rapporti sulla distituzionalizzazione. Setting — Articoli inclusi in rassegne che si riferiscono o all'intera Gran Bretagna, all'Inghilterra e al Galles o alia specifica area di Londra. Principali misure utilizzate — La rassegna e stata realizzata avendo come obiettivo il problema della misura in cui la community care pud o dovrebbe assumere le funzioni dell'ospedale psichiatrico, con particolare riferimento ai pazienti a rischio di comportamento violento. Queste funzioni comprendono sia quelle manifeste o esplicite, sia quelle latenti, o non esplicitate, ma implicite (Bachrach, 1976). Risultati — L'esempio di pazienti a rischio di comportamento violento mette in luce la continua rilevanza di entrambi questi gruppi di funzioni, che si suppone esercitino una forte influenza sui processi di chiusura degli ospedali psichiatrici e sullo sviluppo della community care. Questa influenza si manifesta nella ritardata chiusura degli ospedali psichiatrici, nella trans-istituzionalizzazione (il passaggio di alcuni pazienti dagli ospedali ad altre istituzioni) e l'istituzionalizzazione di aspetti della community care. Conclusioni — Sia le funzioni manifeste che quelle latenti degli ospedali psichiatrici devono essere riconosciute da coloro che sono coinvolti nella pianificazione della community care; qualora si ritenga desiderabile che la community care non assuma certe funzioni, e necessario prevederne le conseguenze, cosicche esse siano gestite in altro modo.
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Bianca Ceffa, Claudia. « Fra coesistenza e convivenza. Le interazioni tra diritti individuali e collettivi all'interno delle confessioni religiose ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 2 (juin 2021) : 33–54. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002003.

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Muovendo dalle peculiarità di quelle particolari formazioni sociali costituite dalle confessioni religiose, l'articolo mira ad indagare come al loro interno sia affrontato il tema del rapporto fra tutela delle libertà individuali e salvaguardia dell'autonomia confessionale, anche alla luce delle nuove esigenze della società multiculturale. Queste ultime, infatti, imponendo all'ordinamento di considerare nuovi possibili profili di lesione dei diritti inviolabili dell'uomo all'interno dei gruppi religiosi, rinnovano il dibattito intorno all'opportunità dell'esistenza dei diritti collettivi in capo alle realtà confessionali, nonostante la funzionalità di tale categoria di diritti all'inveramento dell'obiettivo costituzionale dello sviluppo della personalità individuale.
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Balestrieri, Raffaella, Luca Barlascini, Gennaro Musi, Ottavio de Cobelli et Elena Vegni. « Soddisfazione sesso-relazionale e prostatectomia radicale robot assisted. valutazione dell'efficacia di un intervento psicoeducativo ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2013) : 53–68. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2012-002004.

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Résumé :
Il trattamento piů frequente per il tumore della prostata č rappresentato dalla prostatectomia radicale. L'approccio chirurgico mediante tecnicadetermina un minore danno dei nervi cavernosi senza perň assicurare la ripresa dell'erezione. Il disagio sessuale viene vissuto come una minaccia alla propria identitŕ maschile. Obiettivo del presente lavoro č quello di valutare l'efficacia di un intervento psicoeducativo di gruppo per pazienti sottoposti a prostatectomia radicale laparoscopicaa due livelli: funzionalitŕ sessuale e qualitŕ sesso- relazionale.* Il percorso ha previsto 8 incontri. Per valutarne l'efficacia sono stati somministrati due questionari pre e post corso: SESAMO (valutazione della soddisfazione sessuale) e IIEF (valutazione disfunzione erettile). Sono stati arruolati 60 pazienti: 30 pazienti hanno effettuato il percorso psicoeducativo (Gruppo A), altri 30 rientrano nel gruppo di controllo (Gruppo B). Per quanto riguarda il SESAMO, emerge che il vissuto di disagio del gruppo A, diminuisce in quattro aree (vissuto corporeo, desiderio, ambiti del piacere, erotismo immaginativo), per quanto riguarda l'IIEF, il punteggio relativo al desiderio aumenta nel gruppo A fino a raggiungere un punteggio simile a prima dell'intervento chirurgico. I dati mostrano che questo tipo di intervento psicoeducativo di gruppo produce un miglioramento globale sia degli aspetti socio-relazionali che sessuali e un desiderio sessuale elevato rispetto al gruppo di controllo.
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Sabatini, U., O. Rascol, C. Colonnese, F. Chollet, G. Brughitta, I. Berry, K. Boulanouar, C. Manelfe et L. Bozzao. « Fisiopatologia dell'acinesia Parkinsoniana : Studio in risonanza magnetica funzionale ». Rivista di Neuroradiologia 10, no 2_suppl (octobre 1997) : 34. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s211.

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Résumé :
Le tecniche ad emissione hanno evidenziato nel paziente affetto dalla malattia di Parkinson di tipo acinetico una alterazione funzionale dell'area supplementare motoria (SMA). Tale alterazione, reversibile dopo terapia dopaminergica, sembra coinvolgere altre aree cerebrali funzionalmente connesse alla SMA sia a livello corticale che sotto-corticale1,2. Confermare mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI) i dati precedentemente osservati con le tecniche ad emissione. Estendere lo studio ad altre aree cerebrali funzionalmente connesse alla SMA. Sono stati ammessi allo studio 6 volontari sani e 6 pazienti affetti dalla malattia di Parkinson di tipo acinetico. Lo studio RM è stato effettuato mediante apparecchiatura Magnetom Vision, 1.5 T, Siemens, con gradienti ecoplanari (25 mT/m). L'esame RM comprendeva uno studio anatomico (3D MPRAGE) ed uno funzionale (FID-EPI), quest'ultimo effettuato nel corso di un movimento della mano destra3. I pazienti parkinsoniani hanno effettuato l'esame funzionale in condizione “off”, privi della loro terapia da almeno 12 ore, e dopo somministrazione di terapia dopaminergica a rapido assorbimento. Le immagini RM ottenute sono state successivamente trasferite su computer Sun dove sono state sottoposte a conversione, ridimensionamento ed analisi statistica mediante il programma Analyze. Nel gruppo dei soggetti sani l'esecuzione della prova motoria ha indotto un aumento significativo nel numero dei pixels attivati e dell'intensità del segnale a livello della corteccia sensori-motoria contro-laterale ed a livello della SMA. Nei pazienti parkinsoniani, in condizione “off”, è stato osservato un aumento significativo a livello di entrambe le aree sensori-motorie ed un ridotto numero di pixels attivi a livello della SMA. La somministrazione della terapia dopaminergica aumentava significativamente il numero di pixels attivati a livello della SMA ed induceva una riduzione di attività delle aree sensori-motorie. Lo studio fMRI conferma la presenza di una deafferentazione funzionale e reversibile della SMA nei pazienti parkinsoniani acinetici e supporta l'ipotesi che tale alterazione coinvolge altre aree funzionalmente connesse alla SMA ed aventi azione compensatoria.
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Fiorucci, Andrea. « Tecnologie, disabilità e sostegno didattico a distanza. Percezioni di un gruppo di specializzandi TFA-Sostegno ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 2 (décembre 2021) : 153–70. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12947.

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Quale ruolo possono svolgere le tecnologie nel rendere più funzionali ed efficaci le attività di sostegno didattico a distanza rivolte ad un target di alunni con disabilità? Nel tentativo di rispondere al quesito posto, il contributo presenta i risultati dell'analisi qualitativa delle percezioni di un gruppo di 52 specializzandi che hanno frequentato il laboratorio sulle TIC del Corso di specializzazione per le attività di sostegno attivato presso l'Università del Salento. Facendo riferimento a proposte didattiche ICT based, progettate ed erogate durante l'emergenza sanitaria in modalità online, i risultati dello studio enfatizzano la necessità di continuare a ragionare sul binomio tecnologia- didattica, ponendo particolare attenzione alle metodologie didattiche e alle dinamiche relazionali e di collaborazione implicate in un percorso di didattica speciale a distanza.
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Keymolen, Esther, et Dennis Broeders. « Quando alcuni sono piů uguali degli altri.. fiducia, free-riding e azione collettiva in una rete p2p ». SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no 40 (juin 2010) : 90–108. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040008.

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Una versione contemporanea dello spirito libero di internet č rappresentata dai cosiddetti network anonimi peer-to-peer (p2p), che oggi si sono evoluti in enormi reti di file-sharing che attirano milioni di utenti. Queste comunitŕ sono spesso - implicitamente - fondate sull'idea di uguaglianza perché si tratta di comunitŕ di pari. Tuttavia su internet, cosě come nella vita reale, alcuni pari sono piů uguali degli altri. Considerati l'estensione e il volume di questi network p2p, l'idea di reciprocitŕ viene meno facilmente poiché molti utenti scoprono che conviene loro essere egoisti e non altruisti. L'articolo si focalizza, in particolare, sul caso di LimeWire - un'applicazione avanzata e molto popolare di file sharing peer-to-peer che funziona sulla rete Gnutella. Il paradosso riguardante questa, come tutte le altre reti p2p, prevede che il suo successo dipenda da gruppi piuttosto ristretti di persone che caricano i propri file a fronte di gruppi molto estesi che fruiscono questi materiali senza condividere i propri. Una delle questioni teoriche in discussione, quindi, č quella relativa alla fiducia che ha una sua declinazione sistemica, in questo caso. L'articolo, pertanto, analizza il problema del free riding attraverso l'analisi del forum di discussione della community di Lime Wire. L'analisi riguarda l'autosservazione compiuta dagli utenti stessi della community, a proposito della necessitŕ o meno di introdurre alcuni meccanismi regolativi coadiuvanti il funzionamento della rete. In particolare la community propone tre punti di vista diversi: quello degli utenti che sono stati definiti "do ut des", ovvero favorevoli ad una maggiore regolamentazione, quello del gruppo cosiddetto "l'informazione deve essere libera e gratuita", il quale non caldeggia una regolamentazione pressante ma piuttosto confida nella presa in carico da parte di LimeWire della questione degli opportunisti, e per ultima la visione della LimeWire company stes- sa, espressa dal moderatore del forum. Quest'ultimo rappresenta una figura chiave per la company (ma piů in generale per la lettura dell'intero fenomeno) perché esprime l'opportunitŕ di confidare nella fiducia sistemica che corrisponde alla necessitŕ di mantenere collegati alla rete p2p il maggior numero di utenti, esponenti sia dell'uno che dell'altro punto di vista, allo scopo di salvaguardare la profittabilitŕ della rete.
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Pinto, Carmine. « La guerra dei provinciali. Notabili, funzionari e gruppi politici meridionali nella crisi del brigantaggio (1861-1864) ». IL RISORGIMENTO, no 1 (octobre 2018) : 56–81. http://dx.doi.org/10.3280/riso2018-001004.

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Costantini, Dino. « Metamorfosi dell'integrazione. Dalla non-discriminazione al razzismo ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 41 (septembre 2011) : 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-041004.

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Il termineha cominciato a essere impiegato nel nostro paese con riferimento all'integrazione sociale di gruppi minoritari solo a partire dagli anni sessanta, per sostituire il concetto ormai logoro di. Prendendo in esame le piů recenti normative italiane ed europee l'articolo mostra come le nuove politiche disegnino un ritorno, al di sotto di una terminologia rimasta immutata, alla concettualitÀ assimilazionista. Questo ritorno, in controtendenza rispetto alla progressiva giuridificazione e proceduralizzazione dell'appartenenza messa in moto dall'emergere nel secondo dopoguerra della politica dei diritti umani, sembra spingere le nostre societÀ politiche indietro verso una pericolosa ri-sostanzializzazione del concetto di cittadinanza in un processo che, lungi dall'aprire spazi di convivenza culturalmente plurali, sembra condurre concretamente verso una sempre piů spregiudicata e discriminante selezione migratoria funzionale a perpetuare quella sistematica inferiorizzazione economica e simbolica degli immigrati in cui consiste e di cui si nutre il razzismo istituzionale europeo.
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Tricoli, Maria Luisa. « Psicoanalisi e Istituzioni : un intervento possibile ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (août 2010) : 67–72. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002007.

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Dopo aver esplicitato il cambiamento di paradigma operato alla Psicoanalisi Relazionale nei confronti della Psicoanalisi Classica, l'autrice si sofferma ad esplorare la novitŕ apportata nel modello psicoanalitico dalla comparsa del concetto di soggettivitŕ e di interazione. Il soggetto č una struttura organizzata, un sistema, che costruisce nella relazione con l'altro i significati che lo costituiscono. Le interazioni codificano i significati consci e inconsci e successivamente li riproducono con il fine di garantire l'equilibrio funzionale del sistema. Da queste premesse deriva un metodo che consiste 1) nell'osservazione dell'interazione con il fine di cogliere il sistema di significati, in gran parte inconsci, che guidano se stessi e l'altro; 2) nella formulazione di un intervento finalizzato a far emergere quegli aspetti di rigiditŕ, che sono causa di disagio nella relazione, in modo da poterli rimettere in gioco. Questo metodo puň essere esteso ed applicato in ambiti molteplici quali un'istituzione, una scuola, il domicilio dell'utente, ecc., cosě come diventa relativo anche l'oggetto dell'intervento: adulto, bambino, adolescente, coppia, gruppi, ecc.
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Marczewski, Marek. « Świeccy w Kościołach nowotestamentalnych ». Vox Patrum 42 (15 janvier 2003) : 31–51. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7142.

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Sembra, che nella fase iniziale della vita della Chiesa, il modello organizzativo delle Chiese stabilisce la Chiesa domestica. Dove un ruolo importante svolgono le donne ed anche sposi/coppie di sposi, dei quali conosciamo cinque. Dei gruppo delle donne possiamo dire soltanto che anche se potevano/dovevano (?) svolgere le funzioni importanti nelle nuove comunita ecclesiali, eppure „i vangeli tacciono della loro vocazione", e poi precisazione del loro posto e ruolo comporta tanti problemi. Autore di questa elaborazione si e impegnato sulla descrizione dei significato degli sposi nella missione del primo cristianesimo della Chiesa.
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Incerti, Alessia, Flavio Cimorelli, Francesca Fiore, Giada Maslovaric, Federica Rossi et Isabel Fernandez. « Affrontare il trauma per gestire la disabilità : risultati preliminari di un intervento di gruppo per genitori ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 46 (juillet 2020) : 69–86. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10162.

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Résumé :
Le famiglie sono messe alla sfida dalla comunicazione della disabilità del proprio bambino. Hanno bisogno di ricreare un nuovo equilibrio per affrontare una difficoltà con un impatto così soverchiante. L'accettazione della disabilità del proprio bambino non è un processo che avviene in automatico. I genitori di bambini con disabilità di grado medio e grave sperimentano alti livelli di stress e di responsabilità, con effetti comparabili a quelli di un evento traumatico. L'Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) permette la riorganizzazione dei ricordi in un modo adattivo e funzionale in accordo ai principi dell'Adaptive Information Processing, riducendo quindi il loro impatto emozionale. L'EMDR promuove un'elaborazione adattiva dell'esperienza traumatica di ricevere una diagnosi e una prognosi negativa riguardante il proprio bambino. Questo lavoro ha lo scopo di indagare l'efficacia di un protocollo di trattamento integrativo di gruppo (EMDR-IGTP). Hanno fatto parte dello studio 39 genitori e il trattamento consisteva in 10 sessioni di gruppo. Sono stati misurati lo stress emozionale, le strategie di coping e la crescita post-traumatica prima del trattamento e tre mesi dopo il termine del progetto, attraverso un confronto tra la media di diverse scale cliniche. Questi risultati preliminari rilevano un miglioramento nei punteggi della Scala della crescita post-traumatica dopo il trattamento. Il lavoro illustrerà il protocollo d'intervento e i risultati
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Viafora, Corrado. « La dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie : i comitati di etica clinica ». Medicina e Morale 53, no 5 (31 octobre 2004) : 903–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.625.

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Résumé :
Il saggio propone una ricognizione del processo di istituzionalizzazione dei Comitati etici per la pratica clinica prendendo in considerazione la prospettiva nord-americana, segnata dall’evoluzione dal paradigma orientato alla difesa dei diritti al paradigma orientato all’etica dell’organizzazione; la prospettiva europea, orientata verso una duplice direzione: Comitati come forum per il dibattito sulle questioni etiche all’interno dell’ospedale o Comitati etici come strutture direttamente di supporto al processo decisionale; la prospettiva italiana, marcata ancora da una situazione di incertezza e fragilità. Partendo dalla convinzione che l’istituzione di Comitati etici per la pratica clinica comporta importanti potenzialità per ravvivare la dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie, il saggio individua e discute tre modelli attraverso cui potrebbero prendere corpo queste potenzialità. Un primo modello di Comitato si sviluppa in una prospettiva professionale, con la prevalenza delle seguenti funzioni: a. fornire un aiuto alle decisioni per gli operatori sanitari alle prese con problemi etici sempre più complessi; b. istituire uno spazio dedicato all’integrazione delle diverse istanze etico-professionali. Un secondo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva organizzativa, ed ha le seguenti funzioni: a. fornire all’Amministrazione una consulenza che dia credibilità pubblica a indirizzi e direttive istituzionali che abbiano implicanze etiche; b. sensibilizzare alla dimensione etica, con la speranza di coinvolgere maggiormente la responsabilità diretta di ogni operatore sanitario. Un terzo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva pubblica, con le funzioni di: a. contribuire a dare pubblicità e profondità al dibattito relativo alle questioni bioetiche e istituire procedure e occasioni di una reale comunicazione tra la società in generale e i gruppi di professionisti coinvolti nella produzione e nell’utilizzazione del nuovo sapere biomedico.
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Raniolo, Francesco. « Alla ricerca di democrazie ‘miti e serene' per il XXI secolo ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2021) : 99–124. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001004.

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Résumé :
In questo articolo la democrazia rappresentativa e, in particolare, quella parlamentare vengono concettualizzate come regimi di riconciliazione che assicurano la convivenza pacifi-ca tra esseri umani e gruppi diversi. A tal fine esse devono affrontare il trilemma ordine, plu-ralità, legalità costituzionale. Parlamenti e partiti politici, per la loro funziona di linkage tra società e istituzione, sono stati strumenti cruciali a tale scopo. L'articolo ricostruisce, quindi, le due varianti polari di democrazia parlamentare (maggioritaria e consensuale) come tentativi di trovare un equilibrio fra i tre valori-obiettivi. Ovvero, come modi per realizzare un trade-offe accettabile tra costi/rischi di oppressione e di efficienza. Tuttavia, le sfide esterne e le trasformazioni interne (declino dei partiti tradizionali e populismo) alle democrazie del XXI secolo sembrano indicare che queste devono mostrare non solo capacità decisionale, ma soprattutto tolleranza, giustizia e non-dominio.
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Avalli, Andrea. « La "razza aquilina". Gli Etruschi tra razzismo fascista, razzismo nazista e Chiesa cattolica ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 297 (janvier 2022) : 208–35. http://dx.doi.org/10.3280/ic297-oa2.

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Résumé :
In questo articolo, l'autore si propone di dimostrare che l'ispirazione scientifica e ideologica delle singole correnti razziste della cultura fascista, e il loro rapporto con la Chiesa cattolica e con le correnti del razzismo nazista coevo, possano essere approfonditi utilizzando come caso di studio l'interpretazione della questione delle origini etrusche. In particolare, la discordia sulla valutazione razziale degli Etruschi rappresenta un illuminante caso di distinzione tra il razzismo "biologico" e quello di ispirazione anticristiana e non-biologista. La rappresentazione negativa degli Etruschi divulgata da Alfred Rosenberg, funzionale alla negazione della legittimità razziale della Chiesa cattolica, è ripresa in Italia da filosofi fascisti di ispirazione anticristiana come Julius Evola e Giulio Cogni. Al contrario, il gruppo razzista "biologico" de "La Difesa della razza" ripropone la formula etruscologica di Eugen Fischer sulla 2razza aquilina2, per includere gli Etruschi all'interno della storia razziale italiana e per evitare uno scontro ideologico con la Chiesa.
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Vitali, P., N. Mavilio, D. Capello, M. Rosa, A. Ferrari, F. Levrero, A. Pilot, F. Nobili et G. Rodriguez. « Studio RMf della dominanza emisferica in destrimani e non destrimani ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 131–38. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300124.

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Résumé :
La valutazione non invasiva della dominanza emisferica per il linguaggio è una delle più promettenti applicazioni cliniche della risonanza magnetica funzionale, specie nei pazienti destinati alla neurochirurgia. In questo studio sono state eseguite due prove linguistiche in un gruppo di giovani volontari sani (8 destrimani, 12 non destrimani): una di fluenza fonemica ed una di associazione semantica. Tra i voxels statisticamente attivati nei due emisferi sono stati calcolati tre indici di asimmetria (emisferico, frontale e temporoparietale) in ogni soggetto e per ogni prova. Nel complesso, la prova di fluenza fonemica attivava fortemente il lobo frontale, mentre la prova di associazione semantica determinava un pattern di attivazione piu distribuito, che comprendeva anche il giro temporale medio ed il giro angolare. Per quanto riguarda gli indici di asimmetria, nei destrimani quello emisferico e quello frontale indicavano sempre l'attivazione prevalente dell'emisfero sinistro. Un solo soggetto ambidestro ha presentato nella prova di fluenza fonemica indici di asimmetria emisferico e frontale espressivi di lateralizzazione destra. D'altra parte, l'indice di asimmetria temporoparietale deponeva per una lieve revalenza dell'emisfero destro in un destrimane ed per una chiara lateralizzazione destra in un non destrimane. La risonanza magnetica funzionale appare dunque metodica sensibile ed appropriata nella valutazione della dominanza emisferica per il linguaggio. L'impiego di indici di asimmetria lobari può meglio evidenziare il differente contributo alla dominanza emisferica delle aree frontali rispetto a quelle temporoparietali. Infine, l'individuazione delle aree corticali correlate con la funzione linguistica è uno strumento potenzialmente utile per il neurochirurgo nel programmare resezioni di aree limitrofe.
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Minelle, Federico. « In Biblioteca. Far funzionare i gruppi. Risolvere le situazioni complesse con la facilitazione esperta e il face-model ». PROJECT MANAGER (IL), no 24 (octobre 2015) : 46. http://dx.doi.org/10.3280/pm2015-024012.

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Macrì, Francesco. « LA RIFORMA DEI REATI SESSUALI IN FERMANIA DEL 2016 ». Revista Eletrônica do Curso de Direito da UFSM 13, no 1 (5 mai 2018) : 370. http://dx.doi.org/10.5902/1981369432281.

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Résumé :
Il legislatore tedesco ha nel 2016 riformato incisivamente la legislazione penale sessuale. La norma di maggiore impatto giuridico e simbolico è il § 177/1 StGB, che sancisce – per la prima volta in un grande ordinamento di Civil Law – la punibilità degli atti sessuali “meramente dissensuali”. Ulteriore modifica rilevante è l'incriminazione degli atti sessuali commessi “a sorpresa”, così come quella delle molestie sessuali. È stato poi introdotto un peculiare delitto “accessorio” (§ 184j StGB) che sanziona la mera partecipazione ad un gruppo che induca uno dei membri a commettere un reato sessuale. Siffatta previsione, peraltro, si connota per una strumentalizzazione simbolica del diritto penale che non appare accompagnata da un potenziamento funzionale della tutela della libertà sessuale. In un'ottica complessiva, tuttavia, va osservato come la suddetta ombra (così come altre minori) sia affiancata da importanti luci, a partire dalla svolta “consensualistica” del Sexualstrafrecht tedesco, che ad avviso dello scrivente consentono un giudizio globalmente positivo – pur con talune riserve – sulla riforma.
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Inguaggiato, Valeria. « Riuso temporaneo a Milano ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056004.

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Résumé :
Parlare di riuso temporaneo di edifici e aree libere sottoutilizzati o dismessi a Milano vuol dire innanzitutto riflettere sulla forma fisica della cittŕ e sul mutamento che negli ultimi anni l'ha attraversata. Una cittŕ ‘in contrazione' che ha perso abitanti e funzioni e che nel frattempo non ha sviluppato una forte strategia per attrarne di nuove. In questo contesto, esperienze di riuso temporaneo sono state sperimentate in prima istanza da privati grazie alla progettualitŕ e l'iniziativa di gruppi di attivisti ma anche soggetti legati al design e alla creativitŕ che si sono mobilitati a ridosso di specifiche necessitŕ: un ostello temporaneo in occasione di grandi eventi, la sede temporanea di una associazione che si apre al quartiere con eventi e attivitŕ di varia natura, o ancora un luogo di lavoro e intrattenimento in un quartiere in profonda trasformazione. Ad oggi tuttavia anche alcune amministrazioni pubbliche iniziano ad intravvedere il riuso temporaneo come possibile strategia di sviluppo territoriale.
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Mariotti, Mauro. « Promozione della genitorialità e della salute mentale dell'infanzia. Riflessioni sul significato delle manualizzazioni per l'attuazione di politiche sanitarie efficaci ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 56 (décembre 2022) : 5–30. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-056001.

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Résumé :
Le terapie sistemiche funzionano con individui, coppie, famiglie e gruppi utilizzando molti diversi tipi di interventi. Tuttavia, molti di que-sti interventi possono sembrare troppo poco basati su un rigoroso ap-proccio scientifico. In questo documento presentiamo le sfide emerse riguardo alla manualizzazione degli approcci che il settore ha prodot-to. Le terapie più riduzionistiche sono state riconosciute come il gold standard proprio per la loro manualizzazione, mentre la terapia fami-liare sistemica ha perso opportunità di influenza politica e approva-zione a causa della riluttanza ad affrontare le sfide della manualizza-zione. Sosteniamo che affinché le terapie sistemiche sopravvivano, dobbiamo trovare il modo di articolare ciò che facciamo in terapia, formazione e ricerca in modi che promuovano sia la creatività che il rigore necessari per essere efficaci. Presentiamo il programma EFTIFS e il progetto DAN, che mostrano come, attraverso l'uso di processi piuttosto che di procedure, si pos-sono produrre manuali che consentono ai terapeuti di essere comples-si e artistici quanto desiderano, ma mantengano comunque l'attenzione sul metodo scientifico che consentirà di essere riconosciuti come erogatori di psicoterapie basate sull'evidenza.
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Biroli, F., F. De Gonda, L. Torcello, D. Prosetti, O. Manara et V. Cassinari. « Fratture del dente dell'epistrofeo ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 3 (octobre 1989) : 273–78. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200309.

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Résumé :
Le fratture del dente dell'epistrofeo rappresentano circa il 15% delle fratture del rachide cervicale. Vengono esaminati venti casi consecutivi osservati presso la Divisione di Neurochirurgia di Bergamo nel triennio 1984–1987: undici casi erano del secondo tipo di Anderson-D'Alonzo, e nove casi del terzo tipo. In diciassette casi la diagnosi fu tempestiva, mentre in tre la frattura fu misconosciuta e trattata tardivamente. Nel primo gruppo, dopo aver costantemente ottenuto una buona riduzione della frattura, il trattamento iniziale è stato sempre l'applicazione di un presidio di Halo, sotto controllo scopico. II periodo medio di applicazione è stato di 115 giorni. L'unica complicazione osservata è stata il frequente allentamento delle viti del cerchio, talora con flogosi localizzate in relazione al prolungato mantenimento dell'anello. Nel secondo gruppo di pazienti, in cui è sempre stata constatata l'assenza di un callo riparativo, il nostro atteggiamento è stato interventistico, praticando un'artrodesi per via posteriore seguita da applicazione di Halo. Il protocollo di monitoraggio prevede l'esecuzione mensile di radiogrammi standard nelle due proiezioni associati ad uno studio tomografico al fine di valutare la formazione del callo osseo e l'allineamento tra i monconi di frattura. Solo dopo l'osservazione di una soddisfacente riparazione ossea si procede alla rimozione dell'Halo ed all'esecuzione di radiogrammi nelle prove funzionali di estensione e flessione per confermare la stabilità dei monconi. I risultati sono stati complessivamente buoni. Nel primo gruppo tutte le fratture di terzo tipo sono guarite con formazione di callo osseo. Una sola frattura del secondo tipo non ha mostrato alcun fenomeno riparativo a tre mesi, per cui è stata sottoposta ad intervento chirurgico come già indicato, con successiva guarigione. Nel secondo gruppo abbiamo avuto un solo parziale insuccesso dovuto ad un'infezione della ferita chirurgica, guarita comunque per seconda intenzione. In conclusione, le fratture non significativamente dislocate o angolate, siano di secondo o di terzo tipo, meritano a parer nostro un primo approccio conservativo, avendo un'alta probabilità di guarigione. Se dislocate od angolate significativamente, può essere corretto proporre elettivamente la stabilizzazione chirurgica, the rimane comunque la scelta obbligata nei casi di mancata saldatura, di pseudoartrosi o di fratture inveterate. Nel primo caso il trattamento più efficace appare quello con Halo. L'intervento chirurgico è preferibilmente eseguito, secondo varie tecniche fra cui quella da not descritta, per via posteriore.
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Simonetti, L., M. Menditto, G. Sirabella, E. Pignataro et R. Elefante. « L'invecchiamento del rachide ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 3_suppl (octobre 1994) : 53–62. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s307.

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Résumé :
Le modificazioni del rachide nell'invecchiamento sono note da tempo e vengono spesso raccolte sotto la definizione globale di artrosi vertebrale. La complessità e la molteplicità delle articolazioni intervertebrali ed intersegmentarie della colonna vertebrale, tuttavia, impongono una analisi più dettagliata dei singoli fenomeni che contribuiscono alla instaurazione di quelle modificazioni anatomo-patologiche proprie del complesso degenerativo rachideo senile. Gli Autori procedono alla suddetta analisi, integrando i dati noti dalla Radiologia tradizionale e dalla TC con le acquisizioni più recenti della RM e con le basi patologiche macroscopiche e submacroscopiche rilevabili in letteratura. Tra i vari gruppi di patologia, quella che risulta più ricca di corrispondenze verificabili tra dati neuro-radiologici ed anatomici è quella riguardante l'unità funzionale disco-somatica, con particolare riguardo per l'osteocondrosi intervertebrale. Attraverso l'approfondimento della patologia delle articolazioni cartilaginee, sinoviali e fibrose della colonna vertebrale, si tenta inoltre di fornire un quadro generale, finalistico, delle varie alterazioni vertebrali che sembra condurre verso una visione «protettiva» dell'artrosi vertebrale rispetto a danni più gravi, privilegiando in età senile la funzione statica rachidea rispetto a quella dinamica. Diventa a questo punto chiaro il perchè della difficoltà di tracciare una chiara linea distintiva tra alterazioni «parafisiologiche» dell'invecchiamento del rachide e alterazioni chiaramente patologiche.
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Ferroni, Roberta. « Funzioni identitarie dell'alternanza linguistica in apprendenti di italiano durante lo svolgimento di attività in gruppo ». Revista de Italianística 2, no 26 (13 décembre 2013) : 30. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v2i26p30-46.

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Este artigo, valendo-se dos instrumentos teóricos elaborados pela análise da conversação, além de uma série de noções e referências extraídas de trabalhos que examinam a estrutura da interação na sala de aula de língua, reflete sobre os usos diferentes que os estudantes de italiano LE fazem das línguas presentes, especialmente da LM, durante o desenvolvimento de atividades em grupo, para expressar as variadas identidades que constituem cada indivíduo. Do estudo aflora que a identidade dos estudantes está em contínua transformação. Com efeito, para conseguir se afirmar, os estudantes deverão “interpretar” um conjunto de papéis, que mudam e que eles deverão negociar com base no contexto da interação
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Capaccio, P., P. Canzi, M. Gaffuri, A. Occhini, M. Benazzo, F. Ottaviani et L. Pignataro. « Modern management of paediatric obstructive salivary disorders : long-term clinical experience ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 2 (avril 2017) : 160–67. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1607.

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Résumé :
I disordini ostruttivi salivari sono infrequenti nell’età pediatrica. I recenti progressi tecnologici nel distretto della testa e del collo hanno modificato la strategia diagnostica e terapeutica dei disordini salivari. La diagnosi è oggi basata sull’eco color Doppler, sulla scialo-RMN, sulla cone beam 3D TC, mentre la litotrissia extracorporea ed intracorporea, la scialoendoscopia interventistica, la chirurgia scialoendoscopico- assistita, sono attualmente utilizzati come procedure conservative e mininvasive per la preservazione funzionale della ghiandola affetta. Abbiamo analizzato i risultati dell’esperienza clinica a lungo termine nel trattamento dei disordini ostruttivi dell’età pediatrica. Un gruppo consecutivo di 66 pazienti pediatrici (38 femmine) con sintomi salivari ostruttivi causati da parotite ricorrente pediatrica (32 pazienti), calcoli (20), stenosi duttali (5), e ranule (9) è stato incluso nello studio. 45 pazienti sono stati sottoposti a scialoendoscopia interventistica per parotite ricorrente, calcoli e stenosi, 12 pazienti sono stati sottoposti ad un ciclo di litotrissia extracorporea (ESWL), tre pazienti a chirurgia transorale scialoendoscopico-assistita, un paziente a drenaggio, sei a marsupializzazione e due a sutura della ranula. Nel 90,9% è stato raggiunto un risultato favorevole. L’approccio combinato di litotrissia salivare extracorporea e di scialoendoscopia interventistica è stato utilizzato in tre pazienti ed una procedura secondaria è stata eseguita in sette pazienti. Nessun paziente è stato sottoposto a scialoadenectomia nonostante la persistenza di modesti sintomi ostruttivi in sei pazienti. Non è stata osservata alcuna complicanza maggiore. Adottando un adeguato iter diagnostico mediante eco color Doppler delle ghiandole salivari, scialo-RMN e cone beam 3D TC, i pazienti pediatrici con disordini ostruttivi salivari possono essere efficacemente trattati con un approccio moderno mini-invasivo mediante tecniche di litotrissia extracorporea ed intracorporea, scialoendoscopia interventistica, e chirurgia transorale scialoendoscopico-assistita; questo approccio garantisce un risultato favorevole nella maggior parte dei pazienti evitando così il ricorso alla scialoadenectomia invasiva e mantenendo così la preservazione funzionale della ghiandola coinvolta.
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Ricci Bitti, Pio Enrico. « La comunicazione interpersonale : espressione delle emozioni e comportamento non verbale nell'interazione sociale e nella relazione di cura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 145–55. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12603.

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Résumé :
Il contributo, a partire dall'interesse di Canestrari per il colloquio clinico e la relazione di cura nella pratica medica, descrive alcuni filoni di ricerca sviluppatisi dal 1970 in poi nell'Istituto di Psicologia dell'ateneo bolognese su alcuni aspetti e processi della comunicazione interpersonale: il repertorio comunicativo non verbale e le sue funzioni nell'interazione sociale; l'espressione e la regolazione delle emozioni nelle relazioni interpersonali. Sulla base dei risultati delle indagini svolte viene affrontato, sul piano applicativo, il delicato problema della formazione e dell'addestramento dei professionisti della salute alla relazione interpersonale in generale ed al colloquio clinico in particolare; vengono descritte esperienze di addestramento alla relazione col paziente mediante la tecnica del role-playing con l'uso della videoregistrazione e di addestramento al primo colloquio clinico mediante la tecnica del video feedback in piccolo gruppo.
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Lanza, Orazio, et Gianni Piazza. « I PARLAMENTARI DI FORZA ITALIA : UN GRUPPO A SOSTEGNO DI UNA LEADERSHIP ? » Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no 3 (décembre 2002) : 425–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030379.

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Résumé :
IntroduzioneTra le molteplici ragioni che sollecitano uno studio del fenomeno Forza Italia, sono precipuamente due quelle da cui muove il nostro articolo. La prima è l'esigenza di fornire un contributo alla conoscenza di un fenomeno così nuovo ed originale da rendere complicato anche il semplice etichettamento. Come altrove, anche in campo politologico il termine più utilizzato per qualificare questo tipo di partito è stato quello di «azienda», che riassume il suo essere frutto di un originale e riuscito esperimento di trasferimento in campo politico di una struttura imprenditoriale e del suo leader. Ma non ne sono mancati altri altrettanto significativi. Nondimeno sembra ormai difficile parlare di flash party dopo otto anni di vita, di partito azienda dopo l'allargamento del reticolo organizzativo, di semplice partito carismatico dopo il parziale processo di istituzionalizzazione che negli anni è intervenuto (Poli 2001). Più utile ci sembra, riprendendo la terminologia proposta anni fa da Panebianco (1982), parlare di «partito elettoralista» (Gunther e Diamond 2002), ovvero di partito organizzativamente snello, le cui funzioni primarie sono la strutturazione del voto e la selezione dei candidati alle elezioni e, dunque, la conduzione della campagna elettorale attraverso tecniche moderne incentrate soprattutto sui mezzi di comunicazione di massa e sull'attrattiva personale dei candidati presentati, in particolare del suo leader.
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