Articles de revues sur le sujet « Gravidanze a rischio »

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Bufalino, L., G. Rizzo, D. Rinaldo, E. Romanini, H. Valensise, D. Arduini et C. Romanini. « Previsione della Preeclampsia nella Gravidanza Gemellare Mediante Velocimetria Doppler Uterina ». Acta geneticae medicae et gemellologiae : twin research 43, no 1-2 (avril 1994) : 115. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003056.

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Résumé :
AbstractL'incidenza di pre-eclampsia nella gravidanza gemellare è aumentata di circa 5 volte rispetto alle gravidanze singole. La velocimetria Doppler a livello uterino si è dimostrato in popolazioni a rischio, un metodo efficace per identificare precocemente le pazienti a rischio di pre-eclampsia. Non sono disponibili dati a questo riguardo nella gravidanza gemellare.Obiettivi: 1) valutare le differenze negli indici di resistenza delle arterie uterine tra gravidanze singole e gemellari, 2) valutare eventuali differenze in gravidanze gemellari complicate da pre-eclampsia, 3) valutare il valore predittivo della velocimetria Doppler uterina sulla pre-eclampsia in gravidanze gemellari esaminate a 20-24 settimane di gestazione e poi seguite prospettivamente.Disegno dello studio: l'indice di resistenza RI a livello di entrambe le arterie uterine è stato calcolato mediante Doppler colore-pulsato (Ansaldo Hitachi AU590A) nelle seguenti popolazioni: a) 315 gravidanze singole non complicate, b) 96 gravidanze gemellari non complicate, c) 53 gravidanze gemellari complicate da pre-eclampsia, d) 63 gravidanze gemellari valutate a 20-24 settimane di gestazione e non complicate al momento della osservazione.Risultati: 1) sia nelle gravidanze singole che in quelle gemellari i valori di RI decrescono nel corso della gravidanza e i valori presenti nelle gravidanze gemellari a decorso normale sono significativamente inferiori (Anova p < 0.001). 2) le gravidanze gemellari complicate da preeclampsia dimostrano valori di RI lievemente superiori alle gravidanze gemellari non complicate (p <0.05). 3) il valore predittivo sulla preeclampsia delle arterie uterine a 20-24 settimane è risultato inadeguato (k = 0.24).Conclusioni: la velocimetria Doppler delle arterie uterine è risultata di scarsa utilità clinica nel prevedere la preeclampsia nelle gravidanze gemellari.
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D’Adamo, Gianna. « La maternità in dialisi peritoneale (DP) è possibile ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 3 (23 septembre 2014) : 294–95. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.923.

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Résumé :
Sia in emodialisi che in dialisi peritoneale le gravidanze sono rare e il rischio di eventi avversi per la madre o per il feto è aumentato. Recenti lavori retrospettivi e reviews di casi in DP mostrano un probabile miglioramento degli esiti nel tempo. Tuttavia l'incompletezza dei dati disponibili rende auspicabile la raccolta sistematica di dati prospettici per conoscere la reale frequenza delle gravidanze, delle complicanze e degli esiti e per elaborare raccomandazioni circa la dose dialitica utile a favorire l'esito positivo della gravidanza.
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Favilli, Silvia. « Affrontare la gravidanza con una cardiopatia ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 1 (31 mai 2022) : 47–50. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-11.

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Résumé :
Le malattie cardiovascolari costituiscono la prima causa indiretta di mortalità materna in gravidanza. Fra le cardiopatie pre-esistenti alla gravidanza, le Cardiopatie Congenite (CC) rappresentano la condizione più frequente nei paesi occidentali, mentre gli esiti della Malattia Reumatica rimangono la prima causa di morte materna nei paesi in via di sviluppo. Anche se molto più rare delle CC, le Cardiomiopatie, soprattutto le forme dilatative, sono la causa più frequente di scompenso cardiaco in gravidanza. La stratificazione del rischio è fondamentale in tutte le donne portatrici di cardiopatia che desiderano una gravidanza; idealmente la valutazione completa delle condizioni cardiovascolari, l’eventuale correzione di fattori di rischio modificabili ed un counselling strutturato dovrebbero precedere la gravidanza. In tutte le cardiopatie moderate o severe, la consulenza pre-concezionale, la gestione della gravidanza e la programmazione del parto dovrebbero essere affidate ad un team multidisciplinare con esperienza nelle gravidanze ad alto rischio.
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Bernorio, Roberto. « La sessualitŕ dal concepimento al puerperio ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 53–54. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002009.

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Résumé :
La sessualitŕ della coppia incontra una serie di cambiamenti di in concomitanza di determinate fasi della vita quali, ad esempio, la gravidanza, il puerperio e la perimenopausa. Diversi sono gli studi che hanno riscontrato una riduzione nella frequenza dei rapporti sessuali in gravidanza e nel puerperio, sottolineando come siano in gran misura i fattori psicologici, e in parte quelli biologici e contestuali, ad incidere sulla qualitŕ della vita sessuale. Inoltre, l'elevato rischio di gravidanze indesiderate nei primi sei mesi dal parto richiama l'attenzione della comunitŕ scientifica alla necessitŕ di analizzare l'idoneitŕ dei diversi metodi contraccettivi in relazione agli effetti che essi determinano sull'allattamento, nonché sulla salute del neonato e della donna.
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Cianci, Antonio, et Maria Grazia Matarazzo. « Contraccezione in puerperio ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 55–58. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002010.

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Résumé :
La sessualitŕ della coppia incontra una serie di cambiamenti di in concomitanza di determinate fasi della vita quali, ad esempio, la gravidanza, il puerperio e la perimenopausa. Diversi sono gli studi che hanno riscontrato una riduzione nella frequenza dei rapporti sessuali in gravidanza e nel puerperio, sottolineando come siano in gran misura i fattori psicologici, e in parte quelli biologici e contestuali, ad incidere sulla qualitŕ della vita sessuale. Inoltre, l'elevato rischio di gravidanze indesiderate nei primi sei mesi dal parto richiama l'attenzione della comunitŕ scientifica alla necessitŕ di analizzare l'idoneitŕ dei diversi metodi contraccettivi in relazione agli effetti che essi determinano sull'allattamento, nonché sulla salute del neonato e della donna.
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Todella, Roberto, Roberto Viganň, Valeria Valentino et Chiara Nanini. « Il cambiamento della sessualitŕ nella donna e nella coppia nel periodo perimenopausale ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 59–62. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002011.

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Résumé :
La sessualitŕ della coppia incontra una serie di cambiamenti di in concomitanza di determinate fasi della vita quali, ad esempio, la gravidanza, il puerperio e la perimenopausa. Diversi sono gli studi che hanno riscontrato una riduzione nella frequenza dei rapporti sessuali in gravidanza e nel puerperio, sottolineando come siano in gran misura i fattori psicologici, e in parte quelli biologici e contestuali, ad incidere sulla qualitŕ della vita sessuale. Inoltre, l'elevato rischio di gravidanze indesiderate nei primi sei mesi dal parto richiama l'attenzione della comunitŕ scientifica alla necessitŕ di analizzare l'idoneitŕ dei diversi metodi contraccettivi in relazione agli effetti che essi determinano sull'allattamento, nonché sulla salute del neonato e della donna.
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Capra, V., M. A. Vigliarolo, G. L. Levato, N. Lavia, G. L. Piatelli et A. Cama. « Difetti del Tubo Neurale in Gravidanze Gemellari ». Acta geneticae medicae et gemellologiae : twin research 43, no 1-2 (1994) : 127. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003159.

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Résumé :
AbstractPresso il Reparto di Neurochirugia Pediatrica dell'Istituto G. Gaslini di Genova sono seguiti circa 500 bambini con difetti di chiusura del tubo neurale di cui 9 pazienti sono nati da gravidanza gemellare: 2 gravidanze erano trigemellari (1 triplacentare, tricoriale e triamniotica e 1 biplacentare, bicoriale); le altre 7 sono state riferite come bicoriali, biplacentari in 4 casi, monocoriale e mono placentare in 1 caso monocoriale monoplacentare e monamniotica in un altro e nell'ultimo caso non si hanno informazioni. Il dato importante da sottolineare è che in questi pazienti, un solo gemello è affetto, cioè esiste discordanza fenotipica tra i gemelli. In un solo caso l'altro gemello presentava malformazioni: ano imperforato ed anomalia dello sbocco uretrale. Si pensa che una separazione tardiva dei due zigoti sia accompagnata da un maggior rischio di sviluppo di malformazioni, non necessariamente espresse in entrambi. Un'ineguale divisione del-l'embrione potrebbe essere responsabile di una più alta suscettibilità ad influenze distruttive di uno dei gemelli, risultandone uno sviluppo asincrono con differenti effetti teratogeni. Questi pazienti presentano difetti di chiusura del tubo neurale a vari livelli: 3 cefaloceli occipitali, 5 mielomeningoceli, (1 lombare, 2 lombosacrali, 2 sacrali) e 1 li-pomeningocele lombosacrale. Per quanto riguarda la storia della gravidanza si è verificato un aborto spontaneo di un gemello al 3° mese e in un altro caso la gemella è nata morta. In tre gravidanze è stata riferita l'assunzione di farmaci durante il 1° trimestre ed infezione da toxoplasma nel 11° trimestre in un caso. In una sola famiglia è stata riportata incidenza di malformazioni non precisate in collaterali ed in una anamnesi veniva rifeirito un parente affatto da tumore gastrico prima di 35 anni. Dei 9 gemelli affetti, 3 femmine e 6 maschi, in sei casi sono dello stesso sesso e l'altro gemello risulta essere sano, nonostante l'ipotesi che i gemelli dello stesso sesso siano più facilmente monozigoti e quindi con maggior rischio che la stessa malformazione sia presente in entrambi.
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Cianciulli, D., M. Pezzati, C. Carbone, G. Mainardi, C. Panero, E. Biagioli-Cosenza, R. Biadaioli et A. La Torre. « Studio Epidemiologico del Nato da Gravidanza Plurima ». Acta geneticae medicae et gemellologiae : twin research 43, no 1-2 (avril 1994) : 107. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003019.

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Résumé :
AbstractLa gravidanza gemellare è stata sempre considerata «a rischio» come dimostrato dalla elevata incidenza di mortalità e morbosità. L'entità del rischio è stata valutata con una indagine statistica condotta sui nati nel periodo 1987-1993 nella U.O. di Neonatologia annessa alla Clinica Ostetrico-Ginecologica dell'Università di Firenze. Vengono riferiti i risultati di uno studio relativo all'incidenza di patologia in 463 gemelli confrontata con quella osservata in 15,658 nati da parto singolo. L'incidenza della gemellarità è stata del 2.87% (la media nazionale si aggira intorno al 2%). L'età gestazionale media dei gemelli oscilla intorno alle 35 settimane. Il 38% dei gemelli presenta un peso alla nascita ≥ 2,500g. rispetto al 94% dei singoli; il 12% dei gemelli è nato con peso < 1,500g. rispetto all'1.5% dei singoli. Il basso peso dei gemelli alla nascita è il risultato della prematurità e del ritardo di accrescimento. L'evento malformativp nella nostra U.O. è stato del 2.98% nelle gravidanze singole e del 5.61% nelle gravidanze plurime. La mortalità neonatale precoce è stata del 4.89% nei gemelli contro lo 0.46% nei singoli. La mortalità perinatale è stata del 7.77% nei gemelli contro l'1.15% nei singoli. La patologia respiratoria ha inciso nel parto singolo per il 2.31% e nel parto plurimo per il 4.96%. I risultati della nostra indagine sono stati discussi e confrontati con quelli della letteratura.
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Bianchi, T., C. Vegni et A. Marini. « Gravidanze Gemellari : Mortalità e Morbilità Neonatali. Casistica I.O.G.L. Mangiagalli Anni 1990-1992 ». Acta geneticae medicae et gemellologiae : twin research 43, no 1-2 (1994) : 121–22. http://dx.doi.org/10.1017/s000156600000310x.

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Résumé :
AbstractI nati da gravidanza gemellare costituiscono una popolazione a maggior rischio di mortalità e morbilità neonatale rispetto ai nati singoli. I principali problemi che si possono presentare sono la nascita pretermine, il ritardo di crescita intrauterina con le patologie associate e la maggiore incidenza di malformazioni congenite.Materiali. Negli anni 1990-92 sono nati 435 bambini da 215 gravidanze multiple: 132 pluricoriali e 57 monocoriali (delle quali 6 monoamniotiche); in 26 casi la placentazione non era definita. Le coppie erano 204, le triplette 10 e una gravidanza era quadrigemina.Risultati. Nel 79% dei casi il parto è avvenuto per taglio cesareo. Il 66.7% di neonati sono di basso peso alla nascita (<2500g) e il 62.5% prematuri (EG<37 settimane). Il 13.1% dei soggetti presentano un peso alla nascita <1500g. Il 19.3% sono piccoli per l'età gestazionale. Nel 28.3% dei casi è stata riscontrata una discordanza di peso maggiore del 20%. Sulla base della placentazione è possibile sottolineare alcune differenze significative: il peso medio alla nascita e l'età gestazionale media sono inferiori nei gemelli monocoriali (1995g e 34 settimane) rispetto ai bicoriali (2399g e 35.7 settimane) mentre non si rilevano differenze per altri parametri quali modalità di parto, prevalenza di piccoli per l'età gestazionale (SGA) o la discordanza di peso. La mortalità perinatale e neonatale è rispettivamente del 4.7% e 4.3 %, superiore nel gruppo dei monocoriali, rispetto ai bicoriali (mortalità perinatale 9% vs. 4%, neonatale 10.3% vs. 2.8%). Cause prevalenti di mortalità sono grave prematurità o idrope nei soggetti monocoriali, malformazioni nei bicoriali. La frequenza di malformazioni da noi riscontrata nei gemelli (6.4%) è doppia rispetto a quanto riferito nei singoli. Si è osservata un'alta prevalenza di RDS in forma grave (12.4%) e di patologie che riconoscono l'evento ischemico come favorente quali NEC (2.7%) e IR (1.6%). Una condizione di sofferenza ipossico-ischemica cerebrale, evidenziata da alterazioni neuroradiologiche, si ha nel 14.4% dei soggetti.Si è valutata la morbilità della popolazione suddividendo i soggetti in base a placentazione, sviluppo intrauterino, ordine di nascita e concordanza di peso o meno nella coppia. Asfissia (6.5%), RDS (35.5%), PDA (10.3%) sono significativamente più frequenti nei gemelli monocoriali. In tale gruppo vi è maggiore prevalenza anche di NEC, IR e alterazioni ipossico-ischemiche cerebrali, probabilmente attribuibili a riduzione del flus-so ematico in tali distretti più frequenti nella placentazione monocoriale. La patologia respiratoria grave (RDS), è più frequente negli AGA (14.2%) vs. SGA (4.2%) e rappresenta la più importante causa di morte; nei soggetti SGA vs. AGA vi è un'incidenza significativamente superiore di ipoglicemia (7.1%) e un maggior rischio di NEC e malformazioni. Non sono state osservate significative differenze di mortalità e morbilità fra 1° e 2° gemello, ad eccezione di ritardo di crescita intrauterina nel 2° gemello (21.1% vs. 11.2%). Nel confronto tra coppie di gemelli con discordanza di peso alla nascita e non, è emersa la maggior prevalenza nel primo gruppo di prematurità (EG media 34.4 sett. vs. 35.5), ritardo di crescita intrauterina e maggior rischio di RDS e malformazioni; l'incidenza di mortalità è significativamente superiore nei gemelli discordanti (10.3% vs. 2.9%). Si sottolinea l'elevata prematurità nei nati da gravidanza plurima. La Sindrome da Trasfusione Feto-Fetale, si è riscontrata con una incidenza del 2,7% in gemelli monocoriali.Conclusioni. La nostra esperienza conferma l'alto rischio di mortalità e morbilità neonatale nel neonato da gravidanza gemellare, rischio correlabile da un lato alla maggiore frequenza di prematurità, di IUGR o di patologia malformativa, dall'altro alle alterazioni circolatorie secondarie a possibili anastomosi vascolari. In particolare tale rischio è maggiore in caso di placentazione monocoriale, o discordanza di peso. Non si è al contrario riscontrata differenza di frequenza di patologia in rapporto all'ordine di nascita.
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Spagnolo, Antonio G., et Maria Luisa Di Pietro. « Quale decisione per l'embrione in una gravidanza tubarica ? » Medicina e Morale 44, no 2 (30 avril 1995) : 285–310. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.987.

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Résumé :
L'aumento delle gravidanze ectopiche si verifica maggiormente nelle donne con infezioni pelviche, endometriosi e danni tubarici dovuti ad interventi sia di sterilizzazione che di ripristino della pervietà. Vi è inoltre un aumento della incidenza nelle donne infertili, molte delle quali vengono sottoposte a indagini diagnostiche e successivi interventi di procreazione assistita. Inoltre, gioca un ruolo importante l'uso di recenti "contraccettivi" che in realtà sono abortivi. L'articolo considera i valori etici che sono implicati nelle decisioni che possono essere prese nel trattamento di questa condizione patologica: a) aspettare per una risoluzione spontanea o intervenire con una salpingotomia nel caso di pericolo per la donna; b) somministrare sostanze come prostaglandine o metotrexate col fine di interrompere la vita embrionale; c) "rimuovere" l'embrione ectopica attraverso un intervento di salpingotomia. Tutte e tre queste decisioni comportano la distruzione dell'embrione senza alcuna prospettiva di continuazione della gravidanza e dunque sono eticamente discutibili. d) Recentemente è stato descritto un riuscito intervento di conversione di una gravidanza tubarica in gravidanza uterina, e questo offre l'occasione per ripensare a ciò che è meglio fare di fronte ad un embrione condannato a morte certa. Secondo gli autori, questa nuova tecnica sembra offrire una realistica prospettiva terapeutica e perciò deve essere approfondita sul piano della ricerca, date anche le disponibilità attuali di fare precocemente una diagnosi di gravidanza ectopica. Inoltre è necessario fare un'opera educativa circa la necessità per la donna di sottoporsi a tali accertamenti diagnostici come pure di partecipare alla messa a punto di tale tecnica e di prevenire i fattori di rischio responsabili della patologia.
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Zuppa, A. A., D. De Luca et M. E. Scapillati. « Il Neonato da Gravidanza Gemellare Spontanea e Indotta ». Medicina e Morale 50, no 6 (31 décembre 2001) : 1153–70. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.744.

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Résumé :
Gli Autori riportano il dato epidemiologico dell’aumentata incidenza di gemellarità verificatosi dell’ultimo decennio a causa soprattutto della diffusione delle tecniche di induzione della gravidanza (farmacologica e da tecniche di fecondazione artificiale - GIFT e FIVET). Gli Autori si soffermano sugli aspetti clinico-assistenziali delle gravidanze gemellari soprattutto sul versante neonatale. Vengono inoltre presi in considerazione alcuni aspetti etici relativi all’induzione di gravidanza: rilevanza dei rischi in rapporto ai benefici, soprattutto relativamente alla maggiore mortalità e morbilità perinatale legata, non solo all’aumentata incidenza di gemellarità. Ma all’induzione stessa della gravidanza; l’induzione della gravidanza intesa non come procedura terapeutica ma come intervento “sostitutivo”- il sopravvento della cosiddetta medicina dei desideri.
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Stirati, G., A. Pierucci, E. Boccia, C. Mazzoni, R. Colonnelli, A. R. Rocca, A. Pachì et A. G. Spagnolo. « Nefropatie croniche e gravidanza : rischio renale materno ». Medicina e Morale 44, no 3 (30 juin 1995) : 501–17. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.982.

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In questo studio, prendendo spunto da un caso clinico di gravidanza in una paziente affetta da nefropatia da IgA (m. di Berger), si discutono due problemi: il rischio renale materno nelle nefropatie croniche e le "indicazioni" per il cosiddetto "aborto terapeutico". Vengono sottolineate le modificazioni fisiologiche della funzione renale e della pressione arteriosa in gravidanza, la cui conoscenza è indispensabile per una corretta valutazione clinica del singolo caso. Vengono inoltre presentate la casistica personale ed una rassegna della più recente letteratura circa gli effetti della gravidanza sulla funzione renate delle pazienti nefropatiche croniche. Si conclude che la gravidanza non esercita di per sé effetti dannosi sul decorso di tali nefropatie, almeno nelle pazienti la cui funzione renale risulta vicina alla norma al momento del concepimento. La prognosi appare più riservata in caso di insufficienza renale ( creatinemia > 1.4 mg/dl). Infine vengono esposte alcune considerazioni etiche sul cosiddetto "aborto terapeutico" sottolinenado che, già a causa degli attuali progressi in campo ostetrico, nefrologico e neonatologico, l'aborto non trova più posto logico nei moderni criteri assistenziali. Viene comunque richiamata l'attenzione degli operatori sanitari nel costante magistero della Chiesa Cattolica volto a ribadire il valore e l'inviolabilità della vita umana.
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Spagnolo, Antonio G., et Maria Luisa Di Pietro. « Feto a rischio per iperplasia surrenalica congenita ». Medicina e Morale 39, no 4 (31 août 1990) : 759–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1169.

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Gli autori discutono il caso clinico di una donna gravida di 21 anni, con un figlio maschio già nato affetto da una iperplasia surrenalica congenita dovuta al deficit di 21-idrossilasi. Nel corso dell'ottava settimana di gravidanza viene iniziata la somministrazione di glucocorticoidi nel sospetto che il feto potesse essere affetto dalla stessa malattia dell'altro figlio: la terapia viene continuata dopo conferma della malattia effettuata mediante diagnosi prenatale con prelievo dei villi coriali (CVS) alla 10a settimana. Tre problemi etici sono considerati: 1) il grado di accettabilità del rischio connesso con metodiche diagnostiche come la CVS; 2) il rapporto rischi/benefici per il nascituro e per la madre in relazione alla terapia attuata; 3) l'efficacia di una terapia che fosse iniziata dopo una diagnosi prenatale più tardiva ma effettuata con una tecnica meno rischiosa e più sicura, come l'amniocentesi. E' proposta, infine, la posizione personale degli autori in merito alla decisione etica in un caso come questo.
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Laurberg, Peter, Stine Linding Andersen et Francesco Trimarchi. « Farmaci anti tiroidei in gravidanza : controversie sul rischio di malformazioni congenite ». L'Endocrinologo 17, no 2 (avril 2016) : 78–81. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-016-0181-2.

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Cassibba, Rosalinda, Caterina Balenzano et Anna Santa Settanni. « La depressione materna nella transizione alla genitorialitŕ : attaccamento, problematiche psicopatologiche ed eventi di vita stressanti come fattori di rischio ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (décembre 2010) : 73–94. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002006.

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Lo studio intende analizzare l'evoluzione della depressione materna nella transizione alla genitorialitŕ, valutando il ruolo di alcuni fattori di rischio quali l'insicurezza dell'attaccamento, la presenza di problematiche psicopatologiche e di eventi di vita stressanti. La ricerca, condotta su un campione di 30 primipare (etŕ: M = 31.60; d.s. = 4.12) ha previsto un disegno longitudinale. Nella prima rilevazione, al 3° trimestre di gravidanza, sono state somministrate l'Edinburgh Depression Scale (EDDS, Cox, Holden e Sagovsky, 1987); la Mini-International Neuropsychiatric Interview (MINI, Sheehan et al., 1998); la Scala degli Eventi Stressanti (Paykel et al., 1980) e l'Attachment Style Interview (ASI: Bifulco et al., 2002). A 10 giorni e a 3 mesi dopo il parto, č stata prevista solo la somministrazione telefonica dell'EDDS. Le analisi dei dati hanno messo in luce un decremento lineare della depressione dalla gravidanza al postnatale e un'associazione significativa tra la depressione prenatale e postnatale e tutti e tre i fattori di rischio considerati; tali fattori sono, a loro volta, significativamente associati tra loro. I risultati ottenuti sottolineano la possibilitŕ di individuare i fattori di rischio per la genitorialitŕ giŕ in gravidanza e l'utilitŕ, di conseguenza, di implementare interventi di sostegno al fine di rendere meno problematica l'assunzione del ruolo genitoriale e la strutturazione della relazione madre-bambino.
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Pedrini, Laura, et Alberto Ghilardi. « Salute mentale materna e attaccamento madre-bambino nella gravidanza a rischio : una revisione sistematica ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (janvier 2017) : 101–42. http://dx.doi.org/10.3280/mal2016-003006.

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Smorti, Martina, Vania Valoriani, Claudia Vanni et Paola Benvenuti. « Assisted reproduction and maternal representations during pregnancy Aims ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (septembre 2010) : 33–54. http://dx.doi.org/10.3280/psd2010-001002.

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Résumé :
Obiettivo. Analizzare le rappresentazioni materne in un campione di donne in gravidanza tramite fecondazione assistita. Nello specifico si intende analizzare: 1) il contenuto dell'esperienza della gravidanza e dell'essere madre e 2) lo stile delle rappresentazioni materne relative a sé e al bambino. Metodologia. Campione: 20 donne italiane di etŕ compresa tra i 28 e i 42 anni (etŕ media 35; d.s. 4) in attesa del primo figlio. Strumento: Intervista per le Rappresentazioni Materne in Gravidanza (Ammaniti et al., 1995). Risultati. Il tema dell'infertilitŕ emerge con forza dalle interviste; il modo in cui č avvenuta la fecondazione influenza l'esperienza della gravidanza che viene vissuta in maniera piů concreta e meno affettiva. Inoltre, soprattutto se la gravidanza č stata a forte rischio medico, le donne hanno maggiore difficoltŕ a lasciarsi andare alla gravidanza e tendono ad usare meccanismi di difesa volti a mantenere il controllo su di sé.
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Rastelli, Stefania, et Santina Castellino. « La Gravidanza in Donne Con Malattia Renale Policistica Autosomica Dominante (ADPKD) ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 1 (19 mars 2014) : 94–97. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.873.

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Résumé :
La malattia renale policistica autosomica dominante (ADPKD) rappresenta una delle malattie genetiche più comuni con un’incidenza di 1/1000 nati vivi e, costituisce la principale causa genetica di IRC dell’adulto. Quando una donna affetta da ADPKD pianifica una gravidanza, sia la madre che il feto possono andare in contro a rischi che devono essere attentamente identificati e soppesati per tempo al fine di determinare una scelta più serena e consapevole della gravidanza stessa. L’apporto del team multidisciplinare, utilizzando raccomandazioni e percorsi condivisi, consente di instaurare un opportuno counseling e di migliorare gli outcomes sia materni che fetali e della nefropatia. In questo articolo viene presentata una rassegna della letteratura sulla gravidanza in donne con ADPKD, con particolare attenzione ai rischi per la madre e per il nascituro. Infine, viene riportato un caso clinico emblematico di una gravidanza in una donna con ADPKD risoltosi positivamente.
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Della Vedova, Anna Maria, Benedetta Ducceschi, Bruno Mario Cesana, Nicoletta Pelizzari et Antonio Imbasciati. « Stati emotivi materni in gravidanza e temperamento del bambino nei primi mesi di vita ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2010) : 45–71. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003003.

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Résumé :
Tra i fattori di interferenza sul primo sviluppo infantile č attualmente riconosciuto il ruolo dello stress materno in gravidanza. Stati emotivi materni di tipo ansioso o depressivo si dimostrano in primo luogo associati a fattori di rischio per il decorso della gravidanza quali complicazioni ostetriche, maggiore prevalenza di parti pretermine e di eclampsia, basso peso del bambino alla nascita. Studi sperimentali sull'animale e osservazionali sull'uomo documentano inoltre un'azione diretta dello stress materno sullo sviluppo del sistema nervoso fetale dovuta all'alterato funzionamento dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene e del sistema simpatico-nora- drenergico materni. Tali evidenze supportano l'ipotesi che i cambiamenti biochimici e metabolici indotti a livello uterino dai correlati dello stress materno interferiscano sullo sviluppo fetale determinando effetti a lungo termine sulla salute dell'individuo e sulle caratteristiche temperamentali del neonato, influenzando cosě la qualitŕ dei primi adattamenti madre-bambino. Tra le conseguenze dell'esposizione fetale allo stress materno si riscontrano maggiore tendenza al pianto, inconsolabilitŕ e anomalie del sonno nei neonati, temperamento difficile e ritardi nello sviluppo cognitivo e motorio nella prima infanzia, mentre gli studi piů recenti documentano un aumentato rischio di depressione in adolescenza. Questo lavoro indaga la prevalenza di sintomi depressivi in gravidanza e i fattori ad essa correlati in relazione ad aspetti del temperamento dei bambini nei primi mesi di vita.
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Locati, Ilaria, Mary Bottarel, Maria Teresa Gervasi et Lenio Rizzo. « Gruppi di donne in ostetricia. Il lavoro psichico con le donne ricoverate per gravidanza a rischio ». GRUPPI, no 1 (octobre 2010) : 113–26. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001010.

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Résumé :
Gli autori descrivono la nascita e l'evoluzione di gruppi di donne in un reparto di ostetricia a partire da una considerazione integrata degli aspetti biologico-organici e di quelli psicologico- relazionali delle pazienti ricoverate. Ritenendo che l'esperienza del ricovero per patologia ostetrica puň aggravare i fattori di rischio psicologico ed incidere negativamente sul benessere psicofisico della donna, si č cercato di favorire la mentalizzazione di aspetti angoscianti e spesso non detti della maternitŕ mediante il lavoro col gruppo omogeneo. L'articolo descrive le fasi evolutive dei lavori di gruppo che hanno coinvolto le unitŕ operative di neuropsichiatria infantile ed ostetricia, le ostetriche del reparto e le pazienti ricoverate. L'esperienza svolta suggerisce che questa modalitŕ di lavoro possa favorire un processo di mentalizzazione di quegli aspetti della maternitŕ che, se rimangono bloccati nel soma, possono ostacolare l'evoluzione della maternitŕ psichica e del rapporto madre-bambino.
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Gernone, Giuseppe, Francesco Papagno, Vito Pepe et Francesco Soleti. « Insufficienza renale acuta del postpartum : una diagnosi complessa ? » Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 1 (3 novembre 2013) : 26–31. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.998.

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Résumé :
La diagnosi differenziale nei casi d'insufficienza renale acuta del postpartum associata ad anemia emolitica microangiopatica e trombocitopenia, include, tra le altre: pre-clampsia grave/eclampsia, grave eclampsia, la sindrome HELLP (Hemolysis, Elevated Liver enzyme, Low Platelet), la acute fatty liver of pregnancy (AFLP), la porpora trombotica trombocitopenica/sindrome emolitico-uremica associata alla gravidanza (TTP/aHUS), esordio acuto o flare di LES in gravidanza e la sindrome catastrofica da anticorpi antifosfolipidi (CAPS). Si tratta di condizioni potenzialmente pericolose per la vita data la presenza di disfunzione multiorgano. Il verificarsi di uno stato di ipercoagulabilità e la concentrazione decrescente di ADAMTS 13 in gravidanza e nel post-parto aumentano il rischio di sviluppare porpora trombotica trombocitopenica (TTP). Vi è però una notevole sovrapposizione riguardo la clinica ed i test di laboratorio tra queste condizioni, e quindi la diagnosi può essere un problema anche per clinici esperti. Tuttavia è importante stabilire un'accurata diagnosi poiché la gestione e le complicanze di tali sindromi possono essere differenti. Il caso presentato sottolinea la complessità connessa alla diagnosi differenziale dei quadri clinici che includono anemia emolitica microangiopatica e trombocitopenia connessi alla gravidanza ed il ruolo del plasma exchange nella loro gestione.
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Valoriani, Vania, Serena Vaiani et maria Gabriella Ferrari. « Intersoggettivitŕ primaria, interazione precoce ed esperienza di allattamento : soddisfazione materna ed esordio depressivo come fattori di rischio per lo sviluppo infantile ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2010) : 72–95. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003004.

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Résumé :
Questo studio longitudinale ha valutato 33 madri dal 3° trimestre di gravidanza ai 3 mesi circa dal parto. Il campione fa parte di un piů ampio studio sulla transizione alla genitorialitŕ, dal quale sono state selezionate le donne con una relazione stabile con il partner e un buon supporto sociale percepito per poter escludere fattori di rischio psicosociale, che non riportavano precedenti disturbi psichiatrici, gravidanza fisiologica e bambini nati sani e a termine. In gravidanza č stato valutato il tono dell'umore materno, la soddisfazione nella relazione di coppia e i sintomi psichiatrici life-time. A circa 3 mesi dal parto il protocollo comprendeva la videoregistrazione dell'interazione con il bambino secondo la metodica del Global Rating Scale (GRS), il retest della scala per la depressione e un'intervista sul contesto emotivo della maternitŕ con riferimento all'andamento e alla soddisfazione nell'esperienza di allattamento. I risultati hanno evidenziato correlazioni negative fra segni di depressione della madre dopo il parto e la scala della sensibilitŕ del GRS, cosě come la qualitŕ del supporto del partner č apparsa correlata con le problematiche relative all'esperienza di allattamento e a piů evidenti sintomi depressivi. La comunicazione nell'interazione dei bambini che avevano avuto un allattamento problematico, o lo avevano giŕ interrotto o mai iniziato, č risultato piů povera nelle scale del GRS. I risultati confermano l'ipotesi che la relazione di allattamento possa essere un fattore protettivo nello sviluppo di competenze in- fantili, come dimostrato dai bambini durante l'interazione con la madre, nel senso di maggior capacitŕ di elicitare risposte positive nella madre.
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Serra, Angelo, et Grazia Bellanova. « Accertamento prenatale di rischio di patologia cromosomica fetale ». Medicina e Morale 46, no 1 (28 février 1997) : 15–35. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.886.

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Résumé :
Da circa trenta anni la diagnosi prenatale di sindromi causate da alterazioni dell’informazione genetica è entrata nella prassi dell’assistenza medica. Criteri deontologici e considerazioni etiche circa il rispetto delle giuste esigenze e diritti della coppia parentale, da una parte, e dell’incolumità del concepito, dall’altra, avevano portato a stabilire alcune precise indicazioni per l’esecuzione della diagnosi prenatale: l’età della madre non doveva essere superiore ai 35-38 anni. Nella prospettiva eugenistica che sta prevalendo nella società, appoggiata anche da provvedimenti legislativi, tale criterio venne considerato insufficiente perchè sarebbero rimasti a farne parte ancora troppi soggetti “indesiderati”, affetti da serie e gravi malformazioni. Furono, perciò, intraprese indagini al fine di trovare altri parametri atti a rivelare abbastanza presto durante la gravidanza un aumentato rischio di patologia cromosomica per un embrione o un feto, quali il test delle alfa-feto-proteine, e il triplo-test. Dal punto di vista etico, è buona e lecita la ricerca di un corretto ed efficiente metodo predittivo di rischio di feto affetto da patologia cromosomica e la sua applicazione qualora il fine per cui il metodo venga applicato sia buono, ossia non abbia scopi eugenetici, e non rechi danno alla donna, al bambino o alla società. Dal punto di vista deontologico, supposta la bontà etica gli autori sottolineano soprattutto l’obbligo del consenso informato all’esame, ossia una completa e rigorosa informazione e un severo controllo di qualità; in altri termini, un accertamento esatto dell’età gestazionale del feto e una corretta definizione del rischio.
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Caso, Letizia, Francesca Vitale et Michela Boni. « La violenza assistita intrafamiliare. Uno studio qualitativo sui fattori di rischio e di protezione nei minori vittime ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (avril 2011) : 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001005.

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Résumé :
La ricerca si pone come finalitŕ l'approfondimento della conoscenza sul fenomeno della violenza assistita intrafamiliare, attraverso lo studio dei fattori di rischio e di protezione dei minori testimoni. La metodologia riguarda l'analisi qualitativa del contenuto delle interviste somministrate ad un gruppo di 24 madri vittime di violenza domestica, che risiedono in una struttura protetta. I principali risultati emersi si riferiscono all'associazione percepita, in termini di fattori di rischio, tra l'esordio delle violenze in famiglia ed eventi quali la gravidanza o la nascita di un figlio, il rapporto tra la vittimizzazione diretta e l'esposizione alla violenza e l'incidenza della diversa appartenenza culturale dei partner sull'insorgenza della violenza. Tra i principali fattori di protezione vi sono l'autonomia professionale ed economica delle madri e il supporto della rete sociale.
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Di Pietro, Maria Luisa, et Maria Beatrice Fisso. « Donna e lavoro : considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo ». Medicina e Morale 44, no 3 (30 juin 1995) : 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

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Résumé :
E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
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Rivaldi, Claudia, et Dianora Torrini. « Vivere il lutto nella professione assistenziale. Sequele post-traumatiche e rischio di burn-out negli operatori sanitari ». PSICOBIETTIVO, no 3 (mai 2010) : 163–74. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003010.

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Résumé :
La morte durante la gravidanza o dopo il parto č un evento profondamente stressante, che puň compromettere l'equilibrio psichico della madre e della coppia genitoriale, e associarsi a disturbi psichici di lunga durata. L'assistenza ai genitori colpiti da lutto puň essere estremamente stressante anche per l'operatore, che molto spesso č impreparato nell'affrontare una gravidanza che si conclude con la morte del bambino. Spesso i genitori percepiscono la mancanza di assistenza psicologica come un trauma aggiuntivo alla perdita, ed i caregivers rivestono un importante ruolo nel determinare la qualitŕ del percorso di elaborazione del lutto. L'associazione CiaoLapo ONLUS fornisce dal 2006 supporto psicologico ai genitori in lutto e promuove formazione e ricerca sui genitori e sugli operatori nel campo del lutto perinatale. In questo articolo sono presentati i risultati preliminari di uno studio condotto nell'Area Vasta di Firenze. Lo studio si č svolto in due fasi; una prima fase ha visto coinvolti 60 operatori dell'area materno-infantile e successivamente sono state arruolate 100 ostetriche della ASL 10 di Firenze. L'obiettivo era quello di approfondire l'impatto traumatico della morte intrauterina con particolare attenzione alla relazione tra esperienze professionali traumatiche (misurate con l'Impact of Event Scale IES) e sviluppo di sindrome da burn-out (misurata con la Maslach Burn-Out Inventory - MBI). I punteggi di entrambi i test sono risultati significativamente piů alti nelle ostetriche rispetto alle altre categorie professionali. Le ostetriche sembrano dunque piů esposte all'impatto traumatico della morte intrauterina rispetto agli altri colleghi coinvolti nella gestione della coppia affetta da morte in utero, e dovrebbero potersi avvalere di una formazione specifica sul lutto e di un supporto psicologico quando necessario.
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Di Vita, Angela Maria, Alessandra Ciulla et Aluette Merenda. « Perinatalitŕ e migrazione. Percorsi di ricerca-intervento ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 35 (juillet 2012) : 5–15. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-035001.

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Résumé :
Il presente contributo esplora le dinamiche che sottendono la perinatalitŕ in un gruppo di donne migranti provenienti da diverse aree geografi che, con l'obiettivo di individuarne le risorse personali e contestuali, nonché gli elementi predittori di rischio. Lo studio ha in particolare esaminato le modalitŕ di parenting con cui le madri migranti vivono la propria esperienza perinatale in relazione alla identitŕ: materna, a quella del proprio figlio ed altresě culturale. I risultati della ricerca hanno configurato la gravidanza come un evento culturalmente determinato dai significati che ciascuna donna attribuisce alla gravidanza ed evidenziato come la lontananza dal proprio paese d'origine possa incrementarne la vulnerabilitŕ durante questo momento del ciclo di vita. Un elemento particolarmente riscontrato nelle interviste č il senso di solitudine per l'assenza di un sostegno da parte delle rete familiare di riferimento, che enfatizza l'esigenza di favorire da parte dei servizi sanitari un accompagnamento adeguato in situazioni di vulnerabilitŕ psicosociale.
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Della, Vedova A. M., B. Ducceschi, A. Lojacono, M. Guana, A. Imbasciati et C. Cristini. « Variabili psicologiche materne e andamento del parto : rilevazione in un campione di donne italiane alla prima esperienza di parto ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (juin 2012) : 191–219. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002003.

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Résumé :
Le ricerche recenti documentano l'influenza dei fattori psicosociali sull'andamento della gravidanza e sulla salute materno-fetale. Il presente lavoro si propone di indagare l'eventuale relazione tra caratteristiche psicologiche e di contesto della gestante e andamento clinico del parto. Attraverso questionari di autovalutazione, applicati ad un campione di 114 gestanti italiane, nullipare e con gravidanza a basso rischio, sono state rilevate variabili psicologiche (ansia, depressione, alessitimia) e psicosociali (supporto sociale, legame parentale, aspetti intergenerazionali incluse caratteristiche del parto della madre della gestante), considerando anche la presenza di eventi stressanti e variabili relative alla gravidanza. L'ipotesi della ricerca riguarda la possibilitŕ che tali fattori possano influire sull'andamento clinico del parto valutato attraverso una griglia di rilevazione che permette di classificare il processo di parto in base agli eventi biologici e medico-assistenziali registrati nella cartella clinica ospedaliera. Lo studio ha previsto due fasi: a) rilevazione delle variabili materne al terzo trimestre di gravidanza; b) valutazione dell'andamento clinico del parto tramite dati della cartella clinica ospedaliera. I risultati di questo studio supportano l'ipotesi che gli aspetti della struttura psichica materna possano influire sull'andamento clinico del parto: maggiori punteggi alla scala di rilevazione della depressione e dell'alessitimia si associano rispettivamente a travaglio piů lungo e parto operativo. Ansia e depressione si associano inoltre ad un aumento eccessivo di peso durante la gravidanza. Infine sembra emergere un ruolo significativo degli aspetti intergenerazionali: il parto operativo risulta associato alla presenza di complicazioni del parto della madre della gestante. L'interpretazione di questi risultati invita alla prudenza, considerata la ridotta estensione del campione e la complessitŕ delle variabili in gioco, tuttavia lo studio offre spunti di riflessione sulla psicosomatica del parto e sottolinea l'importanza delle variabili psicosociali nell'ambito dell'assistenza perinatale.
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Camelo-Nunes, Inês C., et Dirceu Solé. « Alergia a baratas : fator de risco para asma de maior gravidade ». Jornal de Pediatria 82, no 5 (octobre 2006) : 398–400. http://dx.doi.org/10.1590/s0021-75572006000600016.

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Lopes, Gabriel Martins, Tayse Tâmara da Paixão Duarte, Kamilla Grasielle Nunes da Silva et Marcia Cristina da Silva Magro. « Gravidade e mortalidade de pacientes críticos em ventilação mecânica ». Research, Society and Development 11, no 12 (24 septembre 2022) : e548111234761. http://dx.doi.org/10.33448/rsd-v11i12.34761.

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Résumé :
Objetivo: avaliar a gravidade e mortalidade de pacientes críticos em ventilação mecânica invasiva (VMI). Método: coorte desenvolvida entre janeiro de 2020 a julho de 2021 com 53 pacientes em suporte ventilatório mecânico internados em terapia intensiva. Foi utilizado questionário estruturado com questões fechadas para coleta de dados obtidos no prontuário eletrônico do paciente. O Teste Qui-quadrado, Exato de Fisher, Mann-Whitney e Wilcoxon signed Rank Sum foram empregados para análise estatística. Resultados com p≤0,05 foram significativos. Projeto de pesquisa aprovado pelo Comitê de Ética sob CAAE:87170218.9.0000.0030. Resultados: a lesão renal aguda (LRA) acometeu 98,1% pacientes em ventilação mecânica. A maioria dos pacientes evoluiu com KDIGO 3 (69,8%). Pacientes mais idosos apresentaram maior risco de óbito [OR 4,4 (IC 95% 1,4- 14,3), p = 0,01]. Conclusão: A maioria dos pacientes em VMI evoluiu com LRA de maior gravidade (KDIGO 3) e com prognóstico desfavorável o que impactou em maior risco de morte aos pacientes idosos.
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Bermudes, Wanderson Lyrio. « Proposta de uma matriz de risco para programa de gerenciamento de risco em atividades rotineiras ». Revista Vértices 23, no 2 (1 juin 2021) : 580–89. http://dx.doi.org/10.19180/1809-2667.v23n22021p580-589.

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Résumé :
Atividades profissionais podem causar lesão ao trabalhador e sua ocorrência varia de acordo com a probabilidade e gravidade. Diante da necessidade de estabelecer um modelo que possa auxiliar o gestor de risco a priorizar ações em atividades rotineiras de trabalho, este estudo por meio de aplicação de contexto legal e normativo, legislações previdenciárias, normas regulamentadoras e de pesquisas, propõe a aplicação de uma matriz de risco para avaliação dos fatores e ou fontes de risco ocupacional. A matriz inclui análise de probabilidade (improvável, provável e altamente provável), gravidade (sem lesão, lesão leve, lesão grave ou doença ocupacional e fatal ou incapacidade permanente) e do número de trabalhadores, e tem como resultado quatro tipos de graduação: Risco Crítico, Alto, Moderado e Baixo. Atividades de risco crítico têm prioridade nas ações de eliminação de risco, seguida pelo risco alto, moderado e baixo. Atividades de risco crítico, além da rotina de trabalho, devem também incluir uma análise de risco, quando essa não for exigida por alguma normativa. Atividades de risco crítico e alto devem fazer parte de inspeções periódicas.
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Vilariça, Ana Sofia, Nelson Diogo, Mota André et Jaime Pina. « Reacções adversas aos antibacilares em doentes internados : Gravidade e factores de risco ». Revista Portuguesa de Pneumologia 16, no 3 (mai 2010) : 431–51. http://dx.doi.org/10.1016/s0873-2159(15)30040-4.

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Sofia Vilariça, Ana, Nelson Diogo, Mota André et Jaime Pina. « Reacções adversas aos antibacilares em doentes internados : Gravidade e factores de risco ». Revista Portuguesa de Pneumologia (English Edition) 16, no 3 (mai 2010) : 431–51. http://dx.doi.org/10.1016/s2173-5115(10)70048-8.

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Guimarães, Raphael Mendonça, Tatiana Araújo Eleutério et José Henrique Costa Monteiro-da-Silva. « Estratificação de risco para predição de disseminação e gravidade da Covid-19 no Brasil ». Revista Brasileira de Estudos de População 37 (28 septembre 2020) : 1–17. http://dx.doi.org/10.20947/s0102-3098a0122.

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Objetivo: realizar estratificação de risco para disseminação e gravidade da Covid-19 nas unidades da federação (UF) brasileiras a partir de características apontadas como situações de risco. Métodos: foram selecionados alguns indicadores sociais, demográficos e de saúde e submetidos à análise de componentes principais. Em seguida foi possível dividir as UF por análise de cluster. A partir da carga fatorial dos componentes, obtivemos um escore para as UF, que foram estratificadas quanto ao risco de disseminação e mortalidade da Covid-19. Resultados: os componentes referem-se às condições assistenciais, de saúde (incluindo fatores de risco), demográficas e sociais. Estes componentes permitiram a classificação final das 27 UF, com diferença na ordem quanto ao potencial de disseminação e a mortalidade. Conclusão: espera-se que a estratificação de risco possa ser uma medida de apoio à saúde pública, definindo áreas com maior potencial de dano, no sentido de subsidiar a criação de estratégias de intervenção prioritárias.
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Ribeiro da Silva, Thaís Kellen, Isadora Dos Reis Martins, Johann Peter Amaral dos Santos, Leonardo França Vieira, Caio Duarte Neto et Luciana Carrupt Machado Sogame. « Fatores associados a quedas em idosos socorridos pelo Serviço de Atendimento Móvel de Urgência – SAMU 192 ». JBMEDE - Jornal Brasileiro de Medicina de Emergência 1, no 3 (19 janvier 2022) : e21021. http://dx.doi.org/10.54143/jbmede.v1i3.49.

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Résumé :
A queda é o principal evento traumático na população geriátrica. Objetivo: Verificar a prevalência e os fatores associados a quedas de idosos socorridos pelo SAMU. Método: Estudo transversal com coleta retrospectiva de informações de 861 pacientes idosos, a partir de amostra sistemática dos Boletins de Ocorrência dos Atendimentos Pré-Hospitalares do Serviço de Atendimento Móvel de Urgência (SAMU 192), no estado do Espírito Santo, em 2015. Coletaram-se informações quanto: idade, sexo, região de domicílio, do atendimento (período da semana, turno da solicitação, gravidade presumida pelo Médico Regulador, gravidade real, tipo de recurso enviado e desfecho da ocorrência). Foram realizados o Teste Qui-quadrado e o Resíduo do Qui-quadrado. Resultados: A prevalência de quedas foi de 14,6%, sendo mais comum a queda da própria altura (78,6%). As vítimas possuíam, em sua maioria, de 60 a 79 anos (65,7%) e eram do sexo feminino (51,7%), foram atendidos durante a semana (71,9%), no turno diurno (63,5%), apresentaram classificação amarela (57,1%), tiveram maior risco (51,3%), receberam o auxílio do suporte básico (74,6%) e foram transportados para um serviço de saúde (71,4%). Os fatores associados às quedas (p<0,001) a classificação amarela, menor risco de gravidade real, envio de suporte básico e transporte ao final do atendimento. Conclusão: A prevalência de quedas foi de 14,6%. O perfil dos idosos vítimas de quedas mostrou-se idêntico aos que foram atendidos por outras causas. Entretanto, comportaram-se como fatores associados à queda: menor risco na gravidade real, gravidade presumida amarela, envio de suporte básico e transporte para serviço de saúde.
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Cremasco, Mariana Fernandes, Fernanda Wenzel, Fernanda Maria Sardinha, Suely Sueko Viski Zanei et Iveth Yamaguchi Whitaker. « Úlcera por pressão : risco e gravidade do paciente e carga de trabalho de enfermagem ». Acta Paulista de Enfermagem 22, spe (2009) : 897–902. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-21002009000700011.

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Résumé :
OBJETIVOS: Verificar a associação entre ocorrência de úlcera por pressão (UP) em pacientes em estado crítico com escores da escala de Braden, gravidade do paciente e carga de trabalho de enfermagem e, identificar os fatores de risco para UP em pacientes de Unidade de Terapia Intensiva (UTI). MÉTODOS: trata-se de estudo transversal realizado em três UTIs de um hospital, cuja coleta prospectiva incluiu dados clínicos e de internação de 74 pcientes e a aplicação dos índices Simplified Acute Phisiology (SAPS II), Nursing Activities Score (NAS) e Escala de Braden. RESULTADOS: dos 74 pacientes estudados 31% apresentaram UP. As variáveis que se associaram a presença de UP foram: idade, tempo de internação, escores Braden e SAPSII. O NAS não se associou com ocorrência de UP. Escores SAPSII e NAS apresentaram correlação moderada com escores Braden e foram identificados como fatores de risco para UP. CONCLUSÃO: A ocorrência de UP associou-se à idade mais elevada, maior tempo de internação e gravidade do paciente. Identificaram-se como preditores de risco para UP a gravidade do paciente associada a carga de trabalho de enfermagem.
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Oliveira, Gabriella Novelli, Sylvia Regina Cavalcanti Oca, Cassia Regina Vancini Campanharo, Meiry Fernanda Pinto Okuno, Maria Carolina Barbosa Teixeira Lopes et Ruth Ester Assayag Batista. « Avaliação e classificação de risco : tempo de espera dos usuários de baixa gravidade ». Revista de Enfermagem da UFSM 6, no 1 (30 mars 2016) : 21. http://dx.doi.org/10.5902/2179769218911.

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Objetivo: identificar se o tempo transcorrido entre a classificação de risco e o atendimento médico para os pacientes de menor gravidade estava de acordo com o protocolo institucional. Método: estudo transversal descritivo. Realizado no Serviço de Emergência de um hospital público, universitário e de alta complexidade no período de março a junho de 2012. A amostra constituiu de 172 pacientes, com idade a partir dos 12 anos, classificados nas cores: amarela, verde e azul, segundo o protocolo da instituição. Resultados: de acordo com o protocolo institucional 66% dos pacientes foram classificados na cor verde. Observou-se que o tempo médio de espera, dado em minutos, estava dentro do preconizado nas três cores de classificação: amarela 40,68, verde 53,76 e azul 69,06. Conclusão: o tempo médio de espera para o atendimento médico não ultrapassou aquele preconizado pelo protocolo do serviço de emergência em nenhuma das cores de classificação.
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Martins, Mônica, Claudia Travassos et José Carvalho de Noronha. « Sistema de Informações Hospitalares como ajuste de risco em índices de desempenho ». Revista de Saúde Pública 35, no 2 (avril 2001) : 185–92. http://dx.doi.org/10.1590/s0034-89102001000200013.

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OBJETIVO: Analisar o uso do Sistema de Informações Hospitalares do Sistema Único de Saúde (SIH/SUS) no ajuste de risco das taxas de mortalidade hospitalar e avaliar a utilidade do índice de comorbidade de Charlson (ICC) no ajuste de risco de indicadores de desempenho. MÉTODOS: Foram selecionadas 40.299 internações ocorridas no Município do Rio de Janeiro entre dezembro de 1994 e dezembro de 1996. A medida de gravidade foi testada pelo ICC, que atribui pesos a 17 condições clínicas presentes nos diagnósticos secundários, a fim de obter a carga de morbidade do paciente (gravidade) independentemente do diagnóstico principal. Utilizou-se a regressão logística para avaliar o impacto do ICC na estimativa da chance de morrer no hospital. RESULTADOS: Nas internações selecionadas, observou-se que o ICC foi igual ou superior a um em apenas 5,7 % dos casos. Quando se aplicou o ICC combinado à idade, o percentual de casos com pontuação diferente de zero aumentou substancialmente. Os modelos testados apresentaram reduzida sensibilidade. CONCLUSÕES: Apesar de a presença de comorbidade ser importante na predição do risco de morrer, essa variável pouco discriminou a gravidade dos casos na base de dados do SIH/SUS, o que é explicado pela qualidade da informação diagnóstica nessa base de dados, na qual a idade é o preditor mais importante do risco de morrer, afora o diagnóstico principal. Apesar das limitações ainda existentes na qualidade da informação diagnóstica disponível no SIH/SUS, sugere-se o uso do ICC combinado como medida para ajuste do risco de morrer nas taxas calculadas a partir desses dados.
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Handa, Alina Yukie, Cristiane de Alencar Domingues et Lilia de Souza Nogueira. « A Influência do Gênero nas Características E Gravidade do Trauma ». Panamerican Journal of Trauma, Critical Care & ; Emergency Surgery 4, no 2 (2015) : 43–47. http://dx.doi.org/10.5005/jp-journals-10030-1115.

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RESUMEN Embora a literatura mostre resultados cada vez mais sugestivos de que as mulheres traumatizadas apresentem melhores desfechos em relação aos homens, algumas conclusões ainda são inconsistentes. Este estudo comparou os sexos (masculino/ feminino) segundo características e gravidade do trauma e identificou a influência desta variável na mortalidade. Trata-se de um estudo retrospectivo, quantitativo, das vítimas de trauma atendidas em um hospital terciário localizado em São Paulo, Brasil, entre janeiro/2006 e dezembro/2010. Os testes Qui- Quadrado de Pearson, Mann-Whitney, t-Student e regressão logística múltipla foram aplicados no tratamento dos dados, considerando-se um nível de significância de 5%. A casuística foi composta por 2.380 pacientes, a maioria masculina (79,70%), c om i dade m édia d e 3 9,93 a nos ( DP = 17,81). A causa externa mais frequente foi pedestre traumatizado (24,54%). Atendimento pré-hospitalar foi recebido pela maioria das vítimas (91,22%) e 50,21% dos pacientes foram admitidos na Unidade de Terapia Intensiva (UTI). A taxa de mortalidade hospitalar foi de 16,43%. Diferenças significativas entre os grupos (masculino e feminino) ocorreram em relação ao tipo de trauma, causa externa, admissão na UTI, injury severity score (iss), new injury severity score (NISS), revised trauma score (RTS) e idade. As variáveis NISS, idade e número de regiões corpóreas acometidas foram fatores de risco para mortalidade hospitalar das vítimas de trauma e o tempo de permanência hospitalar foi considerado fator de proteção para este desfecho. O sexo, variável de interesse do estudo, não foi preditor de mortalidade nesta casuística. Como conclusão, variáveis relacionadas às características e gravidade do trauma, além da idade, diferiram entre os sexos e o gênero não foi considerado fator de risco para mortalidade nesta população. How to cite this article Handa YA, de Alencar Domingues C, de Souza Nogueira L. A Influência do Gênero nas Características E Gravidade do Trauma. Panam J Trauma Crit Care Emerg Surg 2015;4(2):43-47.
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Almeida, Rosa Livia Freitas de, Jose Gomes Bezerra Filho, Jose Ueleres Braga, Francismeire Brasileiro Magalhaes, Marinila Calderaro Munguba Macedo et Kellyanne Abreu Silva. « Via, homem e veiculo : fatores de risco associados a gravidade dos acidentes de transito ». Revista de Saúde Pública 47, no 4 (août 2013) : 718–31. http://dx.doi.org/10.1590/s0034-8910.2013047003657.

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OBJETIVO Analisar as características das vítimas, vias e veículos envolvidos em acidentes de trânsito e os fatores de risco de acidentes com ocorrência de óbito. MÉTODOS Estudo de coorte não concorrente considerando os acidentes de trânsito em Fortaleza, CE, de janeiro de 2004 a dezembro de 2008. Foram utilizados dados do Sistema de Informação de Acidente de Trânsito de Fortaleza, do Sistema de Informações de Mortalidade, do Sistema de Informações Hospitalares e dos bancos de dados de Habilitação e Veículos do Departamento Estadual de Trânsito. Técnicas de relacionamento determinístico e probabilístico foram aplicadas para integrar as bases de dados. Efetuou-se a análise descritiva das variáveis relativas às pessoas, às vias, aos veículos e ao tempo. Foram utilizados os modelos lineares generalizados na investigação de fatores de risco para óbito por acidente de trânsito. O ajuste do modelo foi verificado pela razão de verossimilhança e análise ROC. RESULTADOS Registraram-se 118.830 acidentes no período. Predominaram colisão/abalroamento (78,1%), atropelamentos (11,9%) e choque com obstáculo fixo (3,9%) e com motocicletas (18,1%). Ocorreram óbitos em 1,4% dos acidentes. Estiveram independentemente associados ao óbito por acidente de trânsito: bicicletas (OR = 21,2; IC95% 16,1;27,8), atropelamentos (OR = 5,9; IC95% 3,7;9,2), choque com obstáculo fixo (OR = 5,7; IC95% 3,1;10,5) e acidentes com motociclistas (OR = 3,5; IC95% 2,6;4,6). Os principais fatores contribuintes foram envolvimento de uma única pessoa (OR = 6,6; IC95% 4,1;10,73), presença de condutores não habilitados (OR = 4,1; IC95% 2,9;5,5) um único veículo envolvido (OR = 3,9; IC95% 2,3;6,4), sexo masculino (OR = 2,5; IC95% 1,9;3,3), tráfego em vias de jurisdição federal (OR = 2,4; IC95% 1,8;3,7), horário madrugada (OR = 2,4; IC95% 1,8;3,0) e dia de domingo (OR = 1,7; IC95% 1,3;2,2), todas ajustadas segundo modelo log-binomial. CONCLUSÕES As ações de promoção e prevenção de acidentes no trânsito devem focar os acidentes com veículos de duas rodas, que mais frequentemente envolvem uma única pessoa, não habilitada, do sexo masculino, em horários noturnos, em finais de semana e nas vias onde se desenvolvem maiores velocidades.
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Carvalho, L. G., M. E. G. Rocha, V. M. Chagas, V. R. S. Junior, A. Q. M. S. Aroucha, M. C. B. Correia et M. F. H. Costa. « HTLV COMO FATOR DE RISCO E GRAVIDADE AO COVID-19 - RELATO DE DOIS CASOS ». Hematology, Transfusion and Cell Therapy 42 (novembre 2020) : 536–37. http://dx.doi.org/10.1016/j.htct.2020.10.906.

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De Almeida, Lúcio Meneses. « Comunicação do risco e gestão da ameaça pandémica ». Territorium, no 14 (26 août 2007) : 89–97. http://dx.doi.org/10.14195/1647-7723_14_9.

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A comunicação do risco é um processo interactivo de troca de informação sobre risco (natureza, gravidade e aceitabilidade) entre indivíduos, grupos e instituições relativo a situações que ameaçam a saúde, a segurança ou o ambiente. A comunicação do risco é um instrumento fundamental de gestão do risco quando inclui conselhos redutores do risco. A "gripe das aves", epizootia pelo vírus influenza A (H5N1) é um dos exemplos actuais da relevância dos comunicadores do risco na gestão de uma ameaça. Cabe aos médicos de saúde pública peritos em comunicação do risco promover a adequação do nível de consciencialização do público relativamente a este problema.
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Freire, Rafael Christophe da Rocha, Marco André Mezassalma, Alexandre Martins Valença, Valfrido Leão de-Melo-Neto, Fabiana Leão Lopes, Isabella Nascimento et Antônio Egidio Nardi. « O tabagismo e o transtorno do pânico : gravidade e comorbidades ». Revista de Psiquiatria do Rio Grande do Sul 29, no 3 (décembre 2007) : 281–85. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-81082007000300007.

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INTRODUÇÃO: Estudos indicam que há uma associação entre tabagismo e transtorno do pânico, e alguns autores sugerem que o tabagismo aumenta o risco de ataques de pânico e transtorno do pânico. Este estudo analisa a hipótese de que pacientes fumantes com esse transtorno apresentam um quadro clínico mais grave. MÉTODO: Sessenta e quatro pacientes em tratamento no Laboratório do Pânico e Respiração (Instituto de Psiquiatria da Universidade Federal do Rio de Janeiro), com transtorno do pânico, segundo critérios do Manual de Diagnóstico e Estatística das Perturbações Mentais (DSM, 4ª edição), foram divididos em grupos de tabagistas e não-tabagistas. Os grupos foram avaliados quanto a características sociodemográficas, comorbidades e gravidade do quadro clínico. RESULTADOS: Não houve diferença significativa em relação à gravidade do transtorno do pânico; no entanto, tabagistas tiveram prevalência de depressão significativamente maior (p = 0,014) do que não-tabagistas. CONCLUSÃO: Este estudo não evidenciou que o transtorno do pânico em tabagistas é mais grave, porém indicou que esses pacientes têm mais comorbidade com depressão.
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Braga, Teresa, Pedro Pechorro, Saul Neves Jesus et Rui Abrunhosa Gonçalves. « Autoestima, narcisismo e dimensões de delinquência juvenil : Que relação ? » Análise Psicológica 36, no 2 (6 juin 2018) : 145–57. http://dx.doi.org/10.14417/ap.1361.

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O presente estudo teve como objetivo analisar a capacidade preditiva dos constructos de autoestima e de narcisismo em duas dimensões da delinquência juvenil: a gravidade de crimes cometidos e a idade de início na atividade criminal. Para tal, recorreu-se a uma amostra de 261 jovens recolhidos em centros tutelares educativos e elaborou-se um modelo de regressão ordinal para a gravidade de crimes e um modelo de regressão linear para a idade de início na atividade criminal. Os resultados evidenciaram que o narcisismo prediz a gravidade dos crimes e, de forma marginalmente significativa, o início da atividade criminal, o que revela a sua preponderância enquanto fator de risco para as duas dimensões de delinquência e sustenta a sua inclusão em programas de intervenção na delinquência. Por outro lado, demonstraram que a autoestima não prediz nem a gravidade dos crimes nem o início da atividade criminal. Estudos futuros devem continuar a explorar o papel da autoestima na predição da delinquência, no sentido de melhor clarificar esta relação.
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Masserdotti, Elisa, Silvia Tessarin, Maria Sofia Palmas, Margherita Capretti, Emanuela Beretta, Enrico Sartori et Rita Simonetti. « Esperienza preliminare finalizzata all'individuazione del disagio psicologico perinatale in donne a rischio ostetrico ricoverate nel reparto di Ostetricia ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (octobre 2022) : 137–53. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003011.

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Con la presente esperienza preliminare si è cercato di verificare se l'introduzione dello screening della salute mentale all'interno dell'attività di routine del reparto di Ostetricia Ostetricia degli Spedali Civili di Brescia si riveli efficace ad intercettare il disagio psicologico delle donne ricoverate con patologia ostetrica e prevenire esiti psicopatologici, al fine di garantire supporto adeguato a tutte le donne che ne manifestino il bisogno. Sono state intercettate, nell'arco di 6 mesi nel 2019, 91 donne, 87 delle quali hanno aderito allo screening. È stata messa a punto la seguente Procedura Operativa: individuazione delle pazienti con gravidanza patologica che rispondano ai criteri di inclusione del campione; presentazione del Servizio di Psicologia dell'Area Ostetrica e consegna della brochure informativa con i riferimenti e i con-tatti della Psicologa Strutturata; compilazione del consenso informato; compilazione della scheda anamnestica; primo livello di screening della salute mentale attraverso il Questionario auto-somministrato General Health Questionnaire GHQ-12. Nel caso di esito positivo per il secondo livello di assessment è stato proposto un colloquio clinico di approfondimento, la somministrazione dei test Patient Health Questionnaire-9 (PHQ-9) e General Anxiety Disor-der-7 (GAD-7) e la Scheda dei Fattori di Rischio (PDPI modificato). Nel caso di esito negati-vo è stata comunque garantita la possibilità di un colloquio clinico su richiesta, infine viene presentato un caso clinico emblematico dell'opportunità offerta dallo screening della salute psi-cologica perinatale ospedaliero di intercettare precocemente il disagio della donna e di favorire l'accesso alle cure psicologiche.
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Baldoni, Franco, Bruno Baldaro et Mariagrazia Benassi. « Disturbi affettivi e comportamento di malattia nel periodo perinatale : correlazioni tra padri e madri ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2010) : 25–44. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003002.

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Secondo la teoria dell'attaccamento una funzione principale dell'essere genitori č fornire una "base sicura", cioč una particolare atmosfera di sicurezza e di fiducia all'interno della relazione con la figura di attaccamento. Questa necessitŕ si manifesta anche nella vita di coppia, in particolare durante la gravidanza e nel periodo successivo alla nascita di un figlio. Per studiare l'influenza di alcuni aspetti psicologici e comportamentali nelle madri e nei padri durante il periodo perinatale, gli autori hanno studiato un campione di 40 coppie valutate dal secondo trimestre di gravidanza al primo trimestre dopo il parto. In quattro occasioni a tutti i soggetti sono stati somministrati quattro questionari: il CES-D, il Symptom Questionnaire, l'Illness Behaviour Questionnaire e il Perinatal Couple Questionnaire. L'analisi statistica ha evidenziato che in questo periodo i padri manifestano alterazioni emotive con oscillazioni che sono correlate con la sofferenza materna. I padri le cui compagne hanno sofferto di disturbi affettivi durante il post-partum sono risultati piů depressi, ansiosi e irritabili, tendono a manifestare la loro sofferenza sotto forma di sintomatologia somatica e ad essere preoccupati per la propria salute e per il ruolo paterno. Gli interventi psicologici sui disturbi affettivi nel periodo perinatale dovrebbero perciň riguardare non solo la madre, ma entrambi i genitori. Nelle situazioni maggiormente a rischio, un aiuto psicoterapeutico finalizzato a ridurre la sintomatologia depressiva e ansiosa, le preoccupazioni ipocondriache e le difficoltŕ genitoriali puň favorire una migliore relazione di attaccamento non solo nei confronti del bambino, ma anche del proprio partner.
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Bermudes, Wanderson Lyrio, Luciano José Minette et Amaury Paulo Souza. « Estabelecimento de matriz de avaliação de risco de acidentes na colheita florestal ». Revista Vértices 21, no 2 (20 septembre 2019) : 249–60. http://dx.doi.org/10.19180/1809-2667.v21n22019p249-260.

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Na atividade de colheita florestal, independentemente do grau de mecanização, o trabalho humano estará sempre presente, o que exige o planejamento adequado para diminuir os índices de acidentes e de doenças ocupacionais que se acumularam no Brasil. No período de 2007 a 2016, ocorreu o total de 18.934 registros em atividades de floresta plantada no país. Apesar da variedade de técnicas de avaliação de risco disponíveis na literatura, o setor florestal, em especial a colheita florestal, carece do processo próprio que possa realizar esse planejamento e que seja de fácil compreensão e aplicação. Dessa forma, objetivou-se com esta pesquisa estabelecer a matriz como ferramenta de apoio para avaliação do nível de risco, que inclui a análise da frequência da atividade, probabilidade do evento de risco e gravidade da lesão, conforme parâmetros nacionais já observados. A construção da matriz utilizou como métodos estudo de pesquisadores brasileiros e norma britânica de gestão de segurança e saúde no trabalho. Como resultado, obteve-se uma matriz com quatro classificações de risco: baixo, moderado, alto e crítico, distribuídos em pontuações que variam de 1 a 36, de forma a estabelecer um processo de avaliação de risco que considere frequência da atividade e probabilidade e gravidade do acidente.
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Buarque Benchimol, Cláudio, Adriano Fonseca de Moraes et Guilherme Cruz Lavall. « Síndromes Coronarianas Agudas ». Anais da Academia Nacional de Medicina 193, no 1 (2022) : 31–49. http://dx.doi.org/10.52130/27639878-aanm2022v193n1p31-49.

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Um longo espectro de manifestações clínicas da cardiopatia isquêmica se situa entre a síndrome coronariana bem definida da angina do peito estável e o infarto agudo do miocárdio (IAM) do outro. Essas manifestações foram integradas no grupo da cardiopatia coronariana aguda e, incluem uma grande variedade de quadros clínicos de gravidade diversa, mas que implicam sempre, independentemente de sua forma de exteriorização clínica, na possibilidade de morte súbita, bem como no risco de evoluir para um infarto reconhecível ou de se estender para um infarto de maior gravidade.
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Silva, Lilian Carvalho da, Lilia de Souza Nogueira, Cristina Helena Costanti Settervall, Regina Marcia Cardoso de Sousa et Katia Grillo Padilha. « Desempenho de índices de gravidade para estimar risco de morte em Unidades de Terapia Intensiva ». Revista da Escola de Enfermagem da USP 46, no 4 (août 2012) : 846–50. http://dx.doi.org/10.1590/s0080-62342012000400009.

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O Simplified Acute Physiology Score II (SAPS II) e o Logistic Organ Dysfunction System (LODS) são instrumentos utilizados para classificar pacientes internados em Unidades de Terapia Intensiva (UTI) conforme a gravidade e o risco de morte, sendo um dos parâmetros da qualidade da assistência de enfermagem. Este estudo teve por objetivo avaliar e comparar as performances do SAPS II e do LODS para predizer mortalidade de pacientes admitidos em UTI. Participaram do estudo 600 pacientes de quatro diferentes UTIs de São Paulo, Brasil. A curva Receiver Operator Characteristic (ROC) foi utilizada para comparar o desempenho discriminatório dos índices. Os resultados foram: as áreas sob a curva do LODS (0.69) e do SAPS II (0.71) apresentaram moderada capacidade discriminatória para predizer mortalidade. Não foi encontrada diferença estatisticamente significativa entre as áreas (p=0,26). Concluiu-se que houve equivalência entre SAPS II e LODS para estimar risco de morte de pacientes em UTI.
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Jesus, Tatyanny Marques de, Vinicius Dantas Vieira, Alice Tobal Verro et Natal Santos da Silva. « ESTUDO EPIDEMIOLÓGICO DOS PACIENTES INFECTADOS PELO HIV : CARACTERIZAÇÃO DOS GRUPOS COM RISCO DE MAIOR GRAVIDADE ». Brazilian Journal of Infectious Diseases 22 (décembre 2018) : 114–15. http://dx.doi.org/10.1016/j.bjid.2018.10.218.

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