Articles de revues sur le sujet « GOVERNO RAPPRESENTATIVO »

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Lorubbio, Vincenzo. « Il governo rappresentativo tra costituzionalizzazinoe e comunicazione nell'Italia del XIX secolo. Recensione di / Review of : Giuseppe Mecca, Il governo rappresentativo. Cultura politica, sfera pubblica e diritto costituzionale nell’Italia del XIX secolo ». Historia Constitucional, no 21 (2 mars 2020) : 885. http://dx.doi.org/10.17811/hc.v0i21.649.

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Di Mauro, Luca. « Un progetto di congiura assolutista durante l'ottimestre costituzionale del 1820-21 ». IL RISORGIMENTO, no 2 (novembre 2022) : 7–37. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-002001.

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Résumé :
L'adozione della costituzione spagnola nelle Due Sicilie a seguito del moto carbonaro di Nola non interrompe l'attività politica delle società segrete che aveva caratterizzato il decennio precedente. Durante gli otto mesi del reme rappresentativo la clandestinità continua a essere considerata uno strumento politico e formazioni democratiche, liberali e reazionarie si muo- vono nell'ombra per modificare o rovesciare il governo. Le carte del fondo Ministero di grazia e giustizia dell'Archivio di Stato di Napoli restituiscono le indagini della polizia del regime costituzionale napoletano su di una congiura della società reazionaria dei calderari, preparata tra il dicembre 1820 e il febbraio 1821. Pur se rimasta priva di effetti pratici, l'azione del nucleo legittimista mette in luce una rete composita di azione e reclutamento e consente di analizzare le ragioni - politiche o personali - alla base della politicizzazione dei differenti gruppi sociali coinvolti nel progetto.
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3

Monastra, Antonella. « La sessualità nell'adolescenza tra diritti e responsabilità ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 63–74. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003007.

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Résumé :
L'Agenda 2030 dell'Onu ha individuato 17 macro-obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile basati sui diritti, sull'equità e sul genere. Due tra gli obiettivi fissati, con i relativi indicatori, prevedono che venga garantito l'accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva per tutti. Nello stesso anno, il Governo italiano ha istituito il Fertility Day e nel 2016 ha avviato lo Studio Nazionale Fertilità per l'elaborazione dell'omonimo Piano Nazionale. Una parte dello studio, rivolto ad un campione rappresentativo di adolescenti, ha esplorato conoscenze, atteggiamenti, fonti informative e comportamenti agiti nell'ambito della sessualità per una programmazione di interventi mirati. A partire dagli impegni assunti dalle istituzioni e dai dati emersi dall'indagine si evidenzia la difficoltà dei decisori nel tradurre responsabilmente in politiche sanitarie concrete quanto pianificato. Vengono prese in considerazione criticità e carenze che rendono difficilmente esigibile il diritto alla salute sessuale per la nostra popolazione più giovane.
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Cavino, Massimo. « UNA CONCEZIONE SVALUTATIVA DELLA RAPPRESENTANZA PARLAMENTARE : IL CONTRATTO DI GOVERNO ». Il Politico 251, no 2 (3 mars 2020) : 221–38. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.246.

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Résumé :
Durante la XVIII legislatura, i leader della maggioranza parlamentare italiana hanno accettato di formare un governo di coalizione attraverso il "Contratto per il governo del cambiamento". L'approvazione di questo documento ha rappresentato una novità significativa nella politica italiana e, di conseguenza, merita un'attenta considerazione. Il saggio si concentra sulla forma giuridica del "Contratto" e prende in considerazione i suoi effetti sul funzionamento del Parlamento e del Gabinetto italiano.
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Sørensen, Rune J., et Terje P. Hagen. « Local Government without Taxing Authority : A Viable Party Democracy ? * ». Journal of Public Finance and Public Choice 15, no 2 (1 octobre 1997) : 103–23. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907782860.

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Résumé :
Abstract Un elemento essenziale della democrazia rappresentativa è il controllo elettorale. Si assume che i votanti mantengano responsabili i governi da loro eletti. La democrazia partitica assume che ogni partito politico rappresenti un distinto programma politico. I cambiamenti nella composizione dei consigli eletti dovrebbero influenzare le politiche perseguite. L’elettorato dovrebbe essere al corrente di queste differenze partitiche ed esprimere la sua soddisfazione o insoddisfazione votando a favore di particolari partiti. Comunemente, si asserisce che queste assunzioni sono violate nella democrazia locale. Ricerche empiriche suggeriscono che la composizione partitica delle assemblee locali non ha conseguenze per le politiche locali di spesa.Il governo locale norvegese influenza la composizione dei bilanci locali, non la grandezza del reddito locale. Questa analisi rivela che le preferenze di spesa dei consigli locali divergono a seconda della forza di un partito e che i cambiamenti nella rappresentanza locale dei partiti influenzano le effettive politiche di spesa. In aggiunta, i cittadini sembrano avere una qualche conoscenza dei programmi dei partiti. L’insoddisfazione su particolari servizi locali influenza il loro comportamento elettorale, fenomeno che offre almeno parziale supporto empirico all’ipotesi della responsabilità. Questi riscontri ristabiliscono un modesto grado di coerenza tra la rappresentanza partitica locale, lo schema di spesa del governo locale ed il comportamento elettorale.
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Piras, Mauro. « La stampa politica in Libano e Siria negli anni Trenta fra sopravvivenza e formazione dell'opinione pubblica ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (juillet 2012) : 35–66. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001002.

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Résumé :
Gli anni Trenta videro uno sviluppo senza precedenti della stampa araba periodica in Libano e Siria, nonostante gli ostacoli rappresentati, da un lato, dalla sempre piů rigida censura esercitata dalle autoritŕ, e dall'altro, dalla crisi economica, che metteva in grandi difficoltŕ un settore ancora debole. Questo saggio descrive innanzitutto la legislazione sulla stampa e la prassi repressiva seguita dalle autoritŕ per controllarne l'atteggiamento; sottolinea quindi il ruolo centrale che avevano le sovvenzioni, provenienti sia dal governo locale e dall'amministrazione francese, sia da governi stranieri o gruppi di interesse di diverso tipo, nel permettere a giornali con una diffusione estremamente limitata di far fronte alla precaria situazione politica ed economica. Illustra quindi la crescita quantitativa e qualitativa della stampa nel mandato francese, in particolare delle due capitali Beirut e Damasco, dal 1930 al 1940, per trarre infine delle conclusioni su come le strategie di sopravvivenza del giornalismo arabo incisero sulle caratteristiche peculiari della stampa siro-libanese tra le due guerre.
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Moccia, Luigi. « Cittadinanza e democrazia nell'Europa in crisi : quale via all'Unione politica ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (novembre 2012) : 35–78. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002002.

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Résumé :
Prendendo spunto dalle vicende relative alla crisi economico-finanziaria dell'eurozona e dalle connesse misure di modifica dei trattati, il saggio, attraverso un esame del sistema di potere e decisionale al livello di Unione, assume una posizione di critica nei confronti di un metodo e modello di governo europeo a sempre piů forte impronta intergovernativa, cercando di dimostrare l'esistenza di principi normativo-istituzionali di rilievo costituzionale che consentono invece di dare significato al principio di democrazia rappresentativa posto dal trattato a base del funzionamento dell'Unione, definendone pertanto un modello di governo democraticamente fondato sulla sovranitŕ dei cittadini dell'Unione. Cosě da ricondurre il dibattito in tema di ‘piů Europa' al suo cuore federale e insieme democratico costituito dal problema di un maggiore e piů consapevole consenso popolare a base delle istituzioni e decisioni comuni.
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Gratteri, Andrea. « Formare un partito : iscritti, simpatizzanti, elettori ed eletti ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 2 (juin 2021) : 105–36. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002006.

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L'Autore si propone di studiare il rapporto che intercorre fra il partito politico e i diversi soggetti che lo formano. La tensione fra il principio di maggioranza e lo svolgimento della personalità del singolo come esperienza di carattere individuale pone un'esigenza di approfondimento della portata del metodo democratico, da un lato, e del collante solidaristico fra gli associati, dall'altro. In questa prospettiva l'esame procede attraverso le diverse componenti dei partiti politici che, in una logica a cerchi concentrici, sono dall'esterno all'interno: gli elettori, i simpatizzanti, gli elettori delle primarie, i donatori e i contribuenti, gli iscritti, gli attivisti, i dirigenti, i candidati e gli eletti a cariche rappresentative o di governo.
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Fossati, Fabio. « IL DEBITO ESTERO IN AMERICA LATINA. ATTORI, CONFLITTI E COALIZIONI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no 2 (août 1993) : 283–313. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022255.

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IntroduzioneL'obiettivo di questo articolo è l'approfondimento del conflitto distributivo che si è sviluppato sull'applicazione di programmi di aggiustamento economico da parte dei governi dell'America Latina. Tale conflitto ha coinvolto sia gli attori interni che quelli internazionali, e all'interno di questi ultimi, soprattutto i creditori. La crisi del servizio del debito estero dei paesi dell'America Latina negli anni ottanta, ha rappresentato la variabile condizionale determinante dell'aggiustamento, almeno in questa congiuntura storica. L'analisi comparata di tre paesi chiarirà quanto l'influenza di altri fattori, come il ruolo dei governi o degli attori in gioco, abbiano introdotto elementi di diversità rispetto all'evoluzione storica condizionata dalla variabile internazionale, cioè dal debito estero.
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Carrera, Letizia. « Le politiche urbane per l'inclusione. Generare terzo spazio ». TERRITORIO, no 93 (janvier 2021) : 123–28. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093019.

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Résumé :
Oggi la città è più che in passato caratterizzata dalla multiculturalità, affrontata ancora con la logica del ‘melting pot', quindi di omogeneizzazione delle differenze, piuttosto che di quella più complessa della ‘salad bowl'. Uno strumento strategico è rappresentato dalla (ri)progettazione dello spazio urbano in vista della realizzazione di processi di inclusione, attraverso interventi strutturali puntuali e diffusi nel territorio. Centrali gli spazi terzi, spazi fisici nei quali soggetti diversi hanno la possibilità di incontrarsi e di iniziare percorsi di riconoscimento e di costruzione di comunità territoriali fondate sulle differenze e sulla contaminazione. Alcune politiche hanno optato per strategie di attesa di processi spontanei di composizione virtuosa di quelle differenze, altre per la messa in campo di azioni di governo delle differenze stesse e di processi di inclusione attiva.
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Casolari, Marzia. « ALLA RICERCA DI UNA SFERA DI INFLUENZA IN ASIA : LA POLITICA ITALIANA IN AFGHANISTAN TRA LE DUE GUERRE (1919-1928) ». Il Politico 256, no 1 (28 juin 2022) : 46–70. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2022.682.

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Résumé :
L’Afghanistan, dal 2001 al centro della politica internazionale, ha acquisito ulteriore rilevanza a seguito del ritiro del contingente NATO nell’ agosto 2021, dopo esattamente vent’anni di presenza nel paese. Fra le nazioni che hanno aderito alla coalizione, l’Italia ha svolto un ruolo di primo piano: la funzione del nostro paese si è concentrata sulla ricostruzione, soprattutto istituzionale e dei servizi rivolti alla popolazione. È evidente che il governo italiano ha messo in campo un notevole investimento in Afghanistan, in termini di persone impiegate, ma soprattutto in termini economici. A riprova dell’importanza della presenza italiana nel paese è la richiesta da parte del portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, il 1 settembre 2021, di non chiudere l’Ambasciata d’Italia a Kabul1. Sorge spontaneo chiedersi da dove derivi l’importanza dell’Afghanistan per l’Italia, che si è così a lungo e tanto spesa in questo paese, e quale sia l’importanza dell’Italia per l’Afghanistan, al punto che da un esponente di primo piano di un governo non certo benevolo vero l’Occidente arrivi una simile richiesta. Una ricostruzione delle origini della presenza italiana in Afghanistan potrà aiutare a fornire risposte a questo quesito, in una prospettiva storica. Questo articolo abbraccia un arco cronologico che va dalle prime iniziative avviate in Afghanistan fin dalle fasi conclusive del quinto governo Giolitti, nella primavera 1921, alla vigilia della caduta di re Amanullah Khan e del suo esilio in Italia, nel 1929. Questa vicenda ha rappresentato uno spartiacque sia nella storia dell’Afghanistan, sia nella politica italiana in questo paese. Amanullah Khan fu il primo fra i regnanti e i capi di stato afghani a cercare di introdurre importanti riforme modernizzatrici. Nonostante questo tentativo sia in gran parte fallito, il regno di Amanullah ha segnato un’epoca e ha lasciato un segno profondo nella memoria storica dell’Afghanistan. Questo saggio si ferma alla vigilia degli anni Trenta, quando la politica italiana nella regione compresa tra Asia centrale e meridionale era ancora di cauta esplorazione e di interlocuzione con la Gran Bretagna.
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Pertot, Gianfranco. « Memoria e memorie risorgimentali a Venezia dopo l'annessione all'Italia ». STORIA URBANA, no 132 (février 2012) : 111–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132005.

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Résumé :
Il Risorgimento a Venezia ebbe il suo piů fulgido episodio nell'esperienza della Repubblica di San Marco del 1848-49, che ebbe come protagonisti Daniele Manin, Niccolň Tommaseo e altri personaggi di spicco della cultura veneziana. Dopo l'annessione all'Italia (1866) i veneziani vollero innanzitutto ricordare gli eroi e le vicende di quel periodo. Anche a Venezia si costruirono monumenti al Re e a Garibaldi, ma mancň quell'opera capillare, estesa e continua di celebrazione dei protagonisti del Risorgimento, con manifesto intento di alfabetizzazione politica, quale si manifestň in molte altre cittŕ italiane nei primi decenni dopo l'Unitŕ. Pochi furono i monumenti eretti (con molte polemiche, ritardi, contrasti fra istituzioni, comitati, rappresentanti delle élite della cittŕ) e pochi anche i cambiamenti nella toponomastica. Venezia dopo il 1866 era una cittŕ in profonda crisi economica, sociale e di identitŕ. I modi contradditori con cui affrontň la celebrazione risorgimentali sono sintomo della difficile contingenza e della problematica convivenza fra il nuovo ordine moderato imposto con l'Unitŕ (peraltro in sintonia con il patriziato, ancora saldamente rappresentato ai vertici del governo cittadino), il ricordo dell'eroica ma sfortunata esperienza rivoluzionaria del 1848-49 e quello, latente, dell'autonomia goduta fino al 1797.
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Majone, Giandomenico. « LA CRESCITA DEI POTERI REGOLATIVI NELLA COMUNITÀ EUROPEA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no 3 (décembre 1995) : 409–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023790.

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IntroduzioneLa rilevanza conferita dal Trattato di Maastricht al principio di sussidiarietà se da un lato rivela una diffusa preoccupazione circa la tendenza alla crescita dei poteri di regolazione di Bruxelles, solleva anche diversi interrogativi interessanti sotto il profilo teorico. In primo luogo, è possibile una sovra-regolazione al livello europeo, nonostante che i governi nazionali siano fortemente rappresentati ad ogni livello del processo decisionale? In secondo luogo, se è vero che gli stati membri si sforzano di preservare il più ampio margine possibile di sovranità e di autonomia nel policy-making, come dimostrano le forti resistenze agli interventi comunitari in aree quali la politica macroeconomica e la tassazione indiretta, perché allora essi hanno accettato molte misure regolative non previste dai trattati originari e non strettamente necessarie per il funzionamento del mercato comune? Infine, per quello che riguarda la qualità più che la quantità delle regole comunitarie, quanto è davvero possibile l'innovazione in un sistema dove i poteri formali di iniziativa della Commissione, così come le sue funzioni esecutive, sembrano essere così severamente controllati?
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Asioli, Fabrizio, et Angelo Fioritti. « Elettroshock (ESK) and electroconvulsive therapy (ECT) ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no 2 (juin 2000) : 99–102. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008289.

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RIASSUNTOScopo - Discutere gli dementi etici, deontologici e normativi alia base della regolamentazione nella pratica dell'elettroschock ad un anno dalla emanazione della circolare ministeriale 15.2.1999 in merito. Metodo - Revisione della letteratura e presentazione delle opinioni degli autori. Risultati - Nonostante l'ESK sia la terapia biologica da più tempo praticata in psichiatria, solo negli ultimi 20 anni essa è stata sottoposta al vaglio di studi scientifici controllati con risultati contraddittori che hanno comunque prodotto un progressivo restringimento delle indicazioni cliniche. Sussistono a tutt'oggi ampie variazioni tra paesi diversi ed all'intemo dello stesso paese circa l'estensione dell'utilizzo, le modalità tecniche impiegate, le indicazioni al trattamento. In varie parti del mondo l'ESK sembra essere praticato prevalentemente in grandi strutture asilari o in cliniche private, mentre il suo uso è più ristretto nei servizi che hanno un filosofia territoriale, così come esistono grandi differenze circa il livello di restrittività imposto dai governi o consigliato dalle associazioni professionali; anche l'insegnamento e l'auditing presso gli istituti universitari riconosce ampi gradi di differenza. Infine esistono recenti rapporti da vari paesi, so prattutto in via di sviluppo, che testimoniano un uso corrente per scopi politici o repressivi nelle grandi istituzioni manicomiali. Conclusioni - Gli autori considerano legittimo ed anzi auspicabile che l'insieme di norme e regolamenti alia base dell'attività psichiatrica esercitata nel nostro paese contempli anche disposizioni in materia di ESK. Gli Autori ritengono che la circolare ministeriale 15.2.1999 sia un documento equilibrato e rappresentativo dei valori alia base della politica sanitaria e psichiatrica del nostro paese.
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Bottero, Marta, Caterina Caprioli, Giulia Datola, Alessandra Oppio et Francesca Torrieri. « Regeneration of Rogoredo railway : a combined approach using multi-criteria and financial analysis [Un approccio integrato per la rigenerazione dello scalo ferroviario di Rogoredo] ». Valori e Valutazioni 31 (février 2023) : 89–102. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223107.

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Résumé :
Abandoned areas such as neglected railways and urban voids represent a suitable opportunity for the regeneration and requalification of cities, according to the paradigms of sustainability and resilience. Urban transformation and urban regeneration processes are characterized by a high level of complexity, a dynamic behavior over time and interactions between the various actors involved in the process. Within this context, the present paper proposes the application of a combined evaluation framework, based on the integration of Multi-Criteria Decision Analysis (MCDA) with a Financial Analysis (FA) to assess different strategic scenarios for the regeneration of the Rogoredo railways area (Milan, Italy). The purpose of this framework is to take into account the complexity of the decision- making process, considering both the qualitative (social and environmental) and quantitative (economic- financial) aspects. In detail, the railway yards in the Rogoredo area in Milan (Italy) represent an emblematic case. The city of Milan, within the Territory Governance Plan (PGT), has already proposed interventions in this site aimed at reconnecting the infrastructural node and making it an attractive and inclusive pole. The present paper demonstrates the usefulness of evaluation procedures in supporting the entire decision-making process and defining the most suitable scenario considering the initial objective and the stakeholders’ interests. The innovative value provided by this application is represented precisely by the possibility of considering both the developer point of view through FA and the broader public perspective through the support of MCDA. This approach allowed to build and evaluate transformation scenarios capable of both attracting potential investors and promoting sustainable mobility models, social inclusion, eco-sustainable development, improvement of environmental quality through the design of new public areas, green spaces, and services for citizens. I vuoti urbani, quali ex aree industriali ed ex scali ferro- viari, rappresentano oggi un’importante occasione di riconversione delle città, nell’ottica di uno sviluppo in chiave sostenibile, resiliente e circolare. Tuttavia, gli interventi di trasformazione e rigenerazione urbana sono caratterizzati da un elevato grado di complessità e dinamicità, così come da un’elevata interazione tra le diverse componenti urbane, quali gli aspetti economici, ambientali, sociali e tra i diversi attori coinvolti nel processo. In questo contesto, l’approccio metodologico proposto nel presente contributo combina le Analisi- Multicriteri (AMC) con l’analisi Analisi Finanziaria (AF). Questo modello permette di analizzare e supportare il processo decisionale nella sua complessità, considerando sia gli aspetti qualitativi (sociali e ambientali) sia quelli quantitativi (economico- finanziari). Il caso degli scali ferroviari dell’area di Rogoredo a Milano (Italia) rap- presenta un caso emblematico. La stessa città di Milano, già all’interno del Piano di Governo del Territorio (PGT), propone interventi volti alla riconnessione di questo nodo infrastrutturale per renderlo un polo attrattivo e inclusivo. L’obiettivo di questo contributo è quello di applicare le AMC con l’AF per la valutazione di scenari alternativi, volti alla riqualificazione dell’ex scalo ferroviario di Rogoredo. La valutazione diventa, quindi, parte integrante dell’intero processo decisionale, supportandone tutte le fasi, da quella iniziale fino alla definizione dello scenario più idoneo agli obiettivi prefissati e agli interessi degli stakeholder coinvolti. Il valore aggiunto fornito dalla presente applicazione è rappresentato proprio dalla possibilità di considerare sia il punto di vista degli investitori, attraverso l’AF, sia la più ampia prospettiva pubblica, attraverso il supporto delle AMC. In questo modo è stato possibile costruire e valutare scenari di trasformazione in grado di attrarre possibili investitori e al tempo stesso capaci di promuovere modelli di mobilita sostenibile, forme di inclusione sociale, sviluppo eco-sostenibile, miglioramento della qualità ambientale, attraverso la progettazione di nuove aree pubbliche, spazi verdi e servizi per i cittadini. In questo processo, la valutazione assume un ruolo essenziale in quanto consente di mettere in luce i diversi obiettivi perseguiti dall’intervento di rigenerazione e le loro eventuali conflittualità. Inoltre, la loro identificazione può supportare la definizione di scenari alternativi di sviluppo, rendendo partecipati sia il processo progettuale sia quello decisionale.
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Rossi, Fabrizio. « Il governo rappresentativo : Cultura politica, sfera pubblica e diritto costituzionale nell’Italia del XIX secolo ». Parliaments, Estates and Representation, 27 août 2020, 1–2. http://dx.doi.org/10.1080/02606755.2020.1808920.

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Vincent, Marie-Bénédicte. « 'Manca, Anna Gianna, Rugge, Fabio, Governo rappresentativo e dirigenze amministrative (scoli XIX-XX)/ Repräsentative Regierung und führende Beamte (19.-20. Jahrhundert)' ». Revue de l’Institut français d’histoire en Allemagne, 1 janvier 2010. http://dx.doi.org/10.4000/ifha.2242.

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Grassano, Matteo. « Matteo Grassano writes on a 19th century Italian newspaper in Nice ». Neke. The New Zealand Journal of Translation Studies 4, no 1 (25 avril 2021). http://dx.doi.org/10.26686/neke.v4i1.6807.

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Il Trattato di Torino, firmato il 24 marzo del 1860 da Vittorio Emanuele II, sancì la cessione delle province di Nizza e della Savoia alla Francia. Fu l’epilogo di una proposta intavolata con gli accordi di Plombières nel luglio 1858 e ufficializzata, con alcune modifiche, per mezzo del trattato di alleanza sardo-francese nel gennaio 1859. Come è noto, l’alleanza stabiliva l’aiuto militare della Francia al Piemonte in caso di aggressione austriaca, un aiuto di cui Nizza e la Savoia avrebbero rappresentato la contropartita. L’armistizio di Villafranca nel luglio 1859, con il mancato accorpamento del Veneto austriaco al Regno di Sardegna, fece sì che l’imperatore francese Napoleone III rinunciasse momentaneamente alle sue pretese territoriali; quando però, in seguito all’insediamento del nuovo governo avvenuto il 21 gennaio 1860, Cavour riprese in mano il corso della politica sabauda, fu chiaro a tutti che l’annessione degli Stati Centrali aveva un prezzo ineludibile: la rinuncia alla provincia di Nizza e alla Savoia. Si giunse così, in meno di due mesi, alla stesura del Trattato di Torino, che fu diffuso ufficialmente solo il 1° aprile. Nei territori sabaudi, ormai occupati dalle truppe francesi, che in accordo con i piemontesi avevano iniziato a oltrepassare i confini già dal 24 marzo, il 15-16 aprile del 1860 a Nizza e il 22-23 in Savoia si svolsero i plebisciti che confermarono con “percentuali bulgare” (sicuramente da ridimensionare visto i torbidi e il clima di pressione in cui avvennero le consultazioni) le decisioni dei governi.
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« Italian Summaries ». Modern Italy 20, no 1 (février 2015) : 119–21. http://dx.doi.org/10.1080/13532944.2014.997445.

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Cristina Dallara: Powerful resistance against a long-running personal crusade: the impact of Silvio Berlusconi on the Italian judicial systemIl conflitto tra magistratura e politica ha rappresentato uno dei tratti caratterizzanti del ventennio berlusconiano. L'articolo si propone, pertanto, di analizzare l'impatto e l'effetto di tale conflitto sul funzionamento del sistema giudiziario italiano e sul lavoro dei magistrati. Sebbene il tema sia complesso e oltremodo difficile da operazionalizzare fornendo chiare evidenze empiriche, l'analisi qui proposta consente di affermare che gli effetti concreti sul funzionamento del sistema giudiziario italiano non siano stati dirompenti. La magistratura italiana, grazie alle forti garanzie di indipendenza e al solido impianto istituzionale previsti dalla Costituzione del 1948, è riuscita a “resistere” ai frequenti “attacchi normativi” (provvedimenti e proposte di riforma) messi in atto dalle coalizioni di centro-destra per ridurre l'autonomia del potere giudiziario e per garantire scudi processuali per il premier (leggi ad personam). Vari provvedimenti sono stati abrogati dalla Corte Costituzionale o significativamente depotenziati nella fase di implementazione, grazie all'autonomia organizzativa dei magistrati nell'esercizio delle loro funzioni. Inoltre, sebbene costantemente presente tra gli obiettivi dei vari governi Berlusconi, nessuna riforma organica della giustizia è stata portata a compimento. La riforma Castelli del 2005 è stata, infatti, drasticamente modificata con il cambio di governo del 2006. Il conflitto tra magistratura e politica, personificato da Berlusconi, sembra invece aver esercitato un'influenza notevole sull'opinione dei cittadini in merito alla fiducia nella magistratura. La conseguenza piò chiara del ventennio berlusconiano sembra essere ravvisabile nella crescente polarizzazione dell'opinione pubblica su due opposte visioni di giustizia (magistratura politicizzata vs magistratura imparziale). La giustizia, infatti, rappresenta oggi un vero e proprio cleavage della società italiana. Tale cleavage ha sicuramente avuto l'effetto di distogliere l'attenzione dai reali problemi organizzativi del sistema giudiziario, con cui si scontrano i comuni cittadini.
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Aurenhammer, Hans. « Gemalte Landschaften im Zeitalter Dantes und Petrarcas ». Deutsches Dante-Jahrbuch 92, no 1 (26 octobre 2017). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2017-0006.

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Résumé :
RiassuntoIl saggio esamina le analogie e le differenze che sussistono fra la rappresentazione del paesaggio nei pittori italiani della prima metà del Trecento e la letteratura dell’epoca. Giotto, il grande innovatore, continua a essere ligio alla tradizione medievale del paesaggio roccioso, ma le colline nude dei suoi sfondi si riferiscono così strettamente al racconto rappresentato da poter parlare di un paesaggio ›simpatetico‹. I primi illustratori della Commedia non riescono a tenere dietro alle descrizioni poetiche dei regni dell’aldilà. Fenomeni ottici descritti in maniera precisa da Dante (riflessi, sbattimento, cielo atmosferico) superavano le possibilità che la pittura aveva all’epoca. Entro questi limiti, però, i miniatori propongono delle soluzioni originali, come si mostra sull’esempio del Codice Egerton 943 della British Library (intorno al 1335/40). La descrizione dell’ascesa al monte Ventoux di Petrarca e Il Dittamondo di Fazio degli Uberti aprono sul paesaggio uno sguardo che viene dall’alto e spazia lontano, simile a quello dell’affresco sugli effetti del ›Buon Governo‹ di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena (1338/39). L’affresco è caratterizzato da una combinazione di concretezza empirica e di ordine allegorico paragonabile ai paesaggi di Dante e di Petrarca.
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La Spina, Antonio. « La „flessibilità” dello Statuto albertino e il regime fascista ». Toruńskie Studia Polsko-Włoskie, 29 décembre 2021, 57–74. http://dx.doi.org/10.12775/tsp-w.2021.005.

Texte intégral
Résumé :
Lo Statuto del Regno di Sardegna, concesso nel 1848, non diceva nulla circa la procedura per la sua revisione. Pertanto, fu comunemente ritenuto che per modificare il testo originario fosse sufficiente la procedura legislativa ordinaria. Pur nondimeno, innovazioni del massimo rilievo ebbero piuttosto luogo senza alcun atto formale. In alcuni casi queste andavano ben oltre le previsioni dello Statuto, mentre in altri casi addirittura le contraddicevano, con riguardo a questioni essenziali. Il testo originario divenne così parte di un ordine costituzionale de facto alquanto incerto, cedevole e rimodellabile. Ciò ebbe molte conseguenze rimarchevoli e indesiderabili. Quando il fascismo prese il potere negli anni Venti dello scorso secolo, il sistema politico italiano subì uno shock profondo, che tuttavia fu ritenuto compatibile con la costituzione de facto, come plasmata e applicata in precedenza dagli attori politici rilevanti, anzitutto dalla monarchia. Poi i fascisti al governo puntarono a ulteriori alterazioni, devastanti per i principi liberali e le istituzioni rappresentative, ma fecero attenzione ad introdurle attraverso atti formalmente legislativi. Così facendo, dimostravano un’obbedienza esteriore allo Statuto. Se il fascismo fosse rimasto al potere per più tempo, secondo quelle che erano sue intenzioni dichiarate sarebbe forse riuscito a trasformare il sistema politico italiano in un totalitarismo. Al riguardo rilevano il modo in cui erano stati concepiti lo Statuto e la sua revisione nell’Italia prefascista, nonché il ruolo effettivamente svolto dalla monarchia durante il periodo fascista.
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