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Balboni, Marco. « Diritto dell'Unione europea. Giurisprudenza ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 2 (septembre 2011) : 111–27. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002008.

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Résumé :
Rassegna di giurisprudenza (periodo 1.12.2010/15.6.2011). Corte di Giustizia dell'Unione europea 28.4.2011, caso Hassen El Dridi, alias Soufi Karim, causa C-61/11 - spazio di libertŕ, di sicurezza e di giustizia - rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno č irregolare - normativa nazionale che prevede la reclusione per i cittadini di Paesi terzi in soggiorno irregolare in caso di inottemperanza all'ordine di lasciare il territorio di uno Stato membro - compatibilitŕ.
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2

Giordano, Filippo Maria. « Willem Adolph Visser't Hooft e il federalismo europeo. Dalla Resistenza alle iniziative per l'unitŕ europea nel dopoguerra ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (octobre 2011) : 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002005.

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Résumé :
Con l'entrata in vigore il 1° dicembre 2009 del Trattato di Lisbona č stato conferito carattere vincolante alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. La Corte europea di giustizia, dopo quella data, ha giŕ richiamato le disposizioni della Carta in oltre trenta sentenze. Viene qui fatta una valutazione di questa prima giurisprudenza, ponendo l'accento sul fatto che la Corte ha, in linea generale, pienamente valorizzato la portata garantista del Bill of rights dell'Unione, assumendolo in alcuni casi come parametro di legittimitŕ ‘costituzionale' degli atti normativi sovranazionali. Il ruolo della Carta si profila oggi come centrale nello sviluppo della giurisprudenza ‘multilivello' ed influenzerŕ inevitabilmente anche gli orientamenti dei giudici nazionali, anche al di lŕ del suo ambito di applicazione diretta, cosě rafforzando la dimensione sostanziale della cittadinanza europea.
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Calzolaio, Ermanno. « Europa dei diritti e giudice europeo ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mars 2011) : 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001006.

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Résumé :
Il presente contributo, muovendo dal rilievo ampiamente condiviso che il sistema di tutela dei diritti umani in ambito europeo fa perno sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte di Giustizia, si concentra sull'esame di alcuni aspetti di contesto, sovente lasciati sullo sfondo, ma che appaiono invece essenziali per la stessa comprensione del fenomeno. Si tratta, precisamente, delle modalitŕ di nomina dei giudici, dello stile delle sentenze, dell'esistenza di una regola del precedente e dei modi del suo operare. L'analisi svolge poi alcune considerazioni sul tema dei rapporti tra le due Corti, soprattutto alla luce della adesione dell'Unione alla Convenzione europea a seguito dell'entrata in vigore del cd. Trattato di Lisbona, che riconosce lo stesso valore giuridico dei trattati alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea approvata a Nizza nel 2000 (art. 6 TUE). Alla luce del contesto cosě ricostruito, vengono svolti rilievi critici sulle modalitŕ attraverso cui i giudici italiani si rapportano alla giurisprudenza convenzionale e comunitaria.
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Staiano, Fulvia. « Diritto dei minori rom all'istruzione in condizioni di non discriminazione : il caso Orsus e altri c. Croazia ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 1 (mai 2011) : 93–103. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-001006.

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Résumé :
1. Il diritto all'istruzione in condizioni di non discriminazione nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo: centralitŕ del popolo Rom - 2. La tutela dei diritti fondamentali del popolo Rom nell'ambito del Consiglio d'Europa - 3. Il caso Orsus c. Croazia - 4. I Rom come "vera minoranza europea": problemi teorici e pratici relativi all'inquadramento dei Rom nel concetto di minoranza - 5. Tutela delle minoranze o principio di non discriminazione? La scelta pragmatica della Corte europea - 6. La tutela delle minoranze nell'ambito della giurisprudenza della Corte di Strasburgo: limiti e punti di forza - Conclusione.
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Gianfranco, Gilardi. « La responsabilitŕ patrimoniale dei magistrati ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 6 (février 2011) : 76–89. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006007.

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Résumé :
1. Il principio di soggezione del giudice solo alla legge2. La responsabilitŕ patrimoniale dei magistrati nel sistema dei controlli relativi all'esercizio della giurisdizione3. Le proposte di modifica della disciplina relativa alla responsabilitŕ civile dei magistrati4. La giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea precedente alla sentenza 24 novembre 2011 (C-379/10)5. La sentenza 24 novembre 2011 (C-379/10) della Corte di giustizia dell'Unione europea6. La legislazione degli altri Stati europei e i princěpi generali di riferimento nel contesto internazionaleConclusioni
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Maffei Alberti, Verónica. « Fashion Design : Libertà dello stilista e onere di differenziazione nella giurisprudenza europea ». REVISTA LEX MERCATORIA Doctrina, Praxis, Jurisprudencia y Legislación 5, no 1 (6 février 2018) : 71. http://dx.doi.org/10.21134/lex.v5i1.1438.

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Résumé :
L’industria del fashion e del lusso è un’eccellenza tutta europea, il cui valore costituisce senza dubbio un importante apporto all’economia dell’Unione. Secondo i dati raccolti dalla Commissione Europea, infatti, in tale indotto sono impiegate circa 5 milioni di persone, il valore dei beni di lusso (quali abbigliamento, accessori, gioielli e orologi, articoli in pelle, profumi e cosmetici), provenienti dalle grandi marche europee, rappresenta il 74% del valore mondiale di tutti i prodotti della stessa categoria, con una stima delle esportazioni che si aggira sui 260 miliardi di euro, corrispondenti al 10% di tutte le esportazioni europee (su questi dati, si veda la pagina web: https://ec.europa.eu/growth/sectors/fashion/high-end-industries/eu_it).
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Fasone, Cristina. « La condizionalità nella nuova governance postpandemica, tra rule of law e uso del dispositivo per la ripresa e la resilienza ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (décembre 2022) : 5–53. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002001.

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Résumé :
La condizionalità è strumento di governo relativamente nuovo nel quadro dell'Unione europea. Dopo una breve ricostruzione storica dell'evoluzione della condizionalità europea, dei tipi di condizionalità e dei pro e dei contro evidenziati in dottrina, il contributo esamina la sua configurazione e attuazione nell'ambito della politica di coesione, dell'assistenza finanziaria durante la crisi dell'Eurozona e, infine, nell'ambito del Next Generation EU. Particolare spazio è dedicato all'analisi del Regolamento sul regime di condizionalità per la protezione del bilancio europeo, della giurisprudenza europea e del suo seguito. Mentre si metteranno in risalto i nodi critici tuttora irrisolti, si manifesta un generale apprezzamento dell'uso dell'istituto, pur evidenziando la necessità di un maggior rigore nell'analisi delle sue conseguenze costituzionali a livello europeo, ad oggi in larga parte trascurate.
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Vuillermoz, Riccardo. « La disciplina dell'Unione europea in materia di aiuti di stato applicata al settore turistico-ricreativo ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 2 (août 2011) : 27–44. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-002003.

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Résumé :
Dopo aver richiamato rapidamente le condizioni necessarie affinché una intervento pubblico possa essere qualificato aiuto di Stato, l'articolo analizza l'approccio della Commissione e la giurisprudenza in merito a queste stesse condizioni applicate a casi specifici relativi al settore turistico- ricreativo. L'articolo si concentra in particolare sulla prassi e giurisprudenza relative all'analisi sull'incidenza sugli scambi tra gli Stati membri, ma analizza anche altre condizioni: trasferimento di risorse statali, vantaggio economico e selettivitŕ, incidenza sulla concorrenza. Infine, l'articolo esamina alcuni aspetti dell'approccio della Commissione europea sulla compatibilitŕ con il mercato interno degli aiuti a questo settore.
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Margiotta, Costanza, et Olivier Vonk. « Doppia cittadinanza e cittadinanza duale : normative degli Stati membri e cittadinanza europea ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 4 (février 2011) : 13–34. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-004002.

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Résumé :
Premessa.1. Il fenomeno della doppia cittadinanza.2. La cittadinanza duale europea.3. La doppia cittadinanza in tre contesti storico - costituzionali.- 3.1. Il contesto post-coloniale.- 3.2. Il contesto post-emigratorio.- 3.3. Il contesto post-comunista.4. La giurisprudenza della Corte di giustizia europea in materia di doppia cittadinanza.- 4.1. Il caso Micheletti.- 4.2. Il caso Zhu and Chen.5. Verso una autonomia giuridica della cittadinanza dell'UE?
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Orlandini, Giovanni. « La tutela contro il licenziamento ingiustificato nell'ordinamento dell'unione europea ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 136 (décembre 2012) : 619–60. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136004.

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Résumé :
Il tema della tutela contro il licenziamento illegittimo nell'ordinamento dell'UE č affrontato dall'autore proponendo una lettura dinamica dell'art. 30 della Carta di Nizza che tiene conto di quanto emerge dalle altre fonti sovranazionali sul tema, in particolare dalla Carta Sociale Europea riveduta nel 1996 e dalla giurisprudenza del Comitato europeo dei diritti sociali che ne monitora l'applicazione. Ciň permette di contraddire la consolidata interpretazione riduttiva della norma della Carta in base alla quale essa si limiterebbe a porre un generale principio di giustificazione del licenziamento senza porre sostanziali limiti alla discrezionalitŕ statale nell'identificare il tipo di giustificazione e di sanzioni applicabili. Nell'ultima parte del saggio, si rende conto del modo con cui il tema del licenziamento viene affrontato nell'ambito della nuova governance economica europea e, con riferimen- to all'ordinamento italiano, dell'influenza che questa ha avuto nel processo di riforma sfociato nella l. n. 92/2012. Ciň anche al fine di valutare se ed in che misura la Carta di Nizza abbia giocato un ruolo nel guidare l'azione delle istituzioni europee e del legislatore nazionale.
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Balboni, Marco, et Carmelo Danisi. « Rassegna di giurisprudenza europea (periodo 1 gennaio - 30 giugno 2015) ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 2 (janvier 2016) : 125–46. http://dx.doi.org/10.3280/diri2015-002007.

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Fattori, Gilberto. « La cessazione del rapporto di lavoro per ragioni di età nella recente giurisprudenza della Corte di Giustizia ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 2 (octobre 2020) : 94–104. http://dx.doi.org/10.3280/pri2019-002007.

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Résumé :
In materia di cessazione del rapporto di lavoro per ragioni di età la Corte di Giustizia dell'Unione Europea sta svolgendo un ruolo propulsivo nell'implementazione del diritto antidiscriminatorio. Tuttavia, come emerge dalle recenti sentenze su questo tema, le problematiche che emergono dal bilanciamento tra diritti sociali fondamentali dei lavoratori e scelte di politica economica ed occupazionale dei governi degli Stati membri dell'UE sono questioni che rimangono centrali nella giurisprudenza della Corte. In questa trattazione si analizzano due recenti sentenze particolarmente significative su questo tema: nella sentenza Rasmussen si mette in luce come la Corte riaffermi una volta di più la propria giurisprudenza sull'esistenza di un principio generale di non discriminazione per età nell'ordinamento europeo, sottolineando la forza delle conseguenze giuridiche che ciò comporta per gli ordinamenti degli Stati membri. Nell'analisi della causa Aber-crombie si mettono invece in luce aspetti problematici relativi al bilanciamento tra diritto alla non discriminazione per età e scelte di politica occupazionale dei gover-ni nazionali, e di come ciò abbia creato un notevole dibattito in dottrina.
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Balboni, Marco, et Carmelo Danisi. « Rassegna di giurisprudenza europea (periodo 1 luglio - 31 dicembre 2015). Corte europea dei diritti umani ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (mai 2016) : 178–99. http://dx.doi.org/10.3280/diri2015-003009.

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Balboni, Marco, et Carmelo Danisi. « Rassegna di giurisprudenza europea. (periodo 1 gennaio 2014 - 30 giugno 2014) ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 2 (novembre 2014) : 91–109. http://dx.doi.org/10.3280/diri2014-002007.

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Balboni, Marco, et Carmelo Danisi. « Rassegna di giurisprudenza europea (periodo 1 luglio 2014 - 31 dicembre 2014) ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (avril 2015) : 154–75. http://dx.doi.org/10.3280/diri2014-003010.

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Catanzariti, Mariavittoria. « I diritti su misura : la Corte Europea di Strasburgo e i minori ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (juillet 2012) : 97–121. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001005.

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Résumé :
Questo saggio esamina l'approccio della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo alla tutela dei diritti dei minori. Piů specificamente, esso pone la questione dello statuto di tali diritti come diritti fondamentali alla luce della compatibilitŕ normativa tra diritto internazionale e diritto interno. La giurisprudenza della Corte Europea č dunque analizzata al fine di mettere in rilievo alcuni principi dalla stessa elaborati, con particolare riguardo al rispetto della vita familiare. Il saggio si concentra infine sui principi della child-friendly justice adottati dal Consiglio d'Europa nel novembre 2010 al fine di evidenziare il rapporto tra modelli culturali e prassi giurisprudenziale.
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Cristarella Oristano, Mariaida. « Cambiamenti climatici e diritto dell'Unione europea ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (janvier 2022) : 35–61. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002002.

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Il presente contributo si propone di esaminare le politiche ed il diritto dell'UE in materia di cambiamenti climatici, per comprendere il ruolo esercitato dall'Unione nella lotta a questo fenomeno e la relazione che intercorre tra le azioni di contrasto al medesimo, le disposizioni poste a tutela dei diritti fondamentali ed il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile di cui all'Agenda 2030. A tal fine, l'analisi affronta la questione circa l'esistenza di una competenza interna ed esterna dell'UE in materia, e si concentra sul ruolo delle istituzioni europee nella definizione della politica climatica e della normativa di riferimento, con particolare riguardo al Green Deal europeo, nonché in tema di negoziati internazionali cui l'UE ha partecipato, ultimo tra tutti la Cop-26. Infine, alla luce della recente giurisprudenza della CGUE, particolare attenzione è rivolta agli aspetti problematici inerenti all'accesso alla giustizia climatica nell'UE
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Bilancia, Francesco, et Sandra Regina Martini. « Il referendum del Regno Unito sulla Brexit ed il suo impatto sul mercosul nella prospettiva dei diritti sociali ». Revista Brasileira de Direitos Fundamentais & ; Justiça 11, no 37 (30 décembre 2017) : 35–63. http://dx.doi.org/10.30899/dfj.v11i37.123.

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Prendendo le mosse dalle tematizzazioni polemiche professate durante la campagna referendaria svoltasi nel Regno Unito per il voto del giugno 2016 sulla Brexit, il saggio apre una riflessione critica sulle trasformazioni da tempo in atto, nel diritto dell’UE e nella giurisprudenza della Corte di giustizia così come in alcuni ordinamenti degli Stati membri, in relazione ai diritti alle prestazioni sociali dei cittadini europei residenti in Paesi membri diversi dal proprio ed al possibile impatto di tale fenomeno su altri sistemi integrati di mercato come il Mercosul. Il quadro che ne emerge induce a più approfondite riflessioni sulle cause della crisi di legittimazione attuale dei sistemi di integrazione politica ed economica, come il processo di integrazione europea, il cui cedimento è gravemente accelerato dalla messa in discussione dei diritti sociali in danno di una più forte nozione di cittadinanza europea; e come in altre realtà istituzionali e sociali, in particolare nel Mercosul.
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Francesco Giupponi, Tommaso. « I rapporti tra sicurezza e difesa. Differenze e profili di convergenza ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 1 (mars 2022) : 21–47. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-001002.

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L'articolo ricostruisce i rapporti tra sicurezza e difesa, sottolineandone le differenti origini storiche e gli attuali profili di convergenza. A partire dall'analisi delle principali disposizioni costituzionali ed europee in materia, e delle differenti dimensioni ricollegate a tali concetti giuridici, vengono approfondite le più recenti tendenze evolutive nei rapporti tra sicurezza e difesa, anche alla luce delle attuali sfide sul piano globale (terrorismo internazionale, gestione delle crisi umanitarie, emergenza pandemica ed ambientale). Tale processo di convergenza può trovare nel concetto di "sicurezza nazionale" un primo approdo, anche alla luce della giurisprudenza costituzionale ed europea, oltre che dell'evoluzione che gli stessi servizi di sicurezza hanno avuto con la riforma attuata dalla legge n. 124/2007.
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Bocchese, Donatella. « La nozione di "accident" nella giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 36 (août 2022) : 119–37. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-036006.

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Baroni, Elena. « Principio di bi genitorialità e giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (octobre 2018) : 229–37. http://dx.doi.org/10.3280/mg2018-002022.

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Lo Faro, Antonio. « Responsabilitŕ e sanzioni per sciopero illegittimo : cambia qualcosa in Italia dopo Laval ? » GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 131 (août 2011) : 419–32. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131005.

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Il saggio prende lo spunto dalla decisione assunta dalla Corte del lavoro svedese nel seguito nazionale diper interrogarsi sugli effetti che la giurisprudenza comunitaria potrebbe determinare sulla disciplina italiana dei rimedi disponibili in caso di sciopero illegittimo. Dopo aver evidenziato che la disciplina nazionale in materia č essenzialmente rivolta a regolamentare lo sciopero effettuato nell'ambito dei servizi pubblici essenziali, si sostiene che la peculiare natura dei rimedi previsti in caso di illegittimitŕ dei suddetti scioperi, ne impedisce l'applicabilitŕ alla ipotesi dello sciopero comunitariamente illecito. Il saggio si sofferma quindi sulla residualitŕ tradizionalmente propria del rimedio risarcitorio nell'ordinamento nazionale, cercando di individuarne le ragioni, per passare poi ad indicare il rimedio in grado di garantire in ambito nazionale il principio di effettivitŕ del diritto comunitario: ovvero, il provvedimento cautelare a carattere inibitorio. L'A. auspica, in conclusione, un mutamento della giurisprudenza comunitaria in materia, anche alla luce degli orientamenti manifestati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
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Casini, Carlo, et Marina Casini. « La fine del concetto di “pre-embrione” nella Convenzione di Oviedo / The end of the concept of “pre-embryo” in the Oviedo Convention ». Medicina e Morale 66, no 6 (25 janvier 2018) : 735–45. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.517.

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Il contributo si sofferma sulla questione riguardante la ricerca scientifica sugli embrioni generati in vitro. L’articolo 18 della Convenzione riguarda specificamente la sperimentazione sull’embrione in vitro e per questo esso è sottoposto ad una riflessione particolarmente approfondita. L’obiettivo è quello di capire se dalla Convenzione emergono linee idonee a definire lo statuto giuridico dell’embrione umano. Gli Autori concludono nel senso che nonostante il concetto di pre-embrione (formulato proprio per teorizzare l’insignificanza dell’embrione umano nei primi 14 giorni dalla fecondazione) sia stato accolto in alcune leggi e abbia implicitamente guidato l’interpretazione di alcuni aspetti relativi alla valutazione del valore dell’embrione, la Convenzione di bioetica lo ha definitivamente respinto con il massimo di autorevolezza. La conclusione è raggiunta attraverso l’esame dell’art. 18 considerandone anche la precedente formulazione contenuta in una bozza; mediante una interpretazione sistematica della Convenzione che esige il riconoscimento del concepito, fin dalla fecondazione, come un “essere umano”; esaminando i contributi preparatori elaborati dalla Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e del Parlamento Europeo; prendendo in considerazione gli sviluppi della Convenzione di Oviedo con specifico riferimento al tema del pre-embrione. L’indagine si avvale poi anche di ampi riferimenti alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa, alla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ad alcune recenti decisioni della Corte Costituzionale italiana. ---------- The paper focuses on the question concerning scientific research on human embryos generated in vitro. Article 18 of the Oviedo Convention specifically concerns the experimentation on the in vitro embryos and for this reason it is subject to a particularly in-depth reflection. The goal is to understand if the Convention shows suitable lines to define the legal status of the human embryo. The authors conclude that despite the concept of pre-embryo (formulated to theorize the insignificance of the human embryo in the first 14 days of fertilization) has been accepted in some laws and has implicitly guided the interpretation of some aspects related to the evaluation of the value of the embryo, the Bioethics Convention definitively rejected it with the utmost authority. The conclusion is reached through the examination of the art. 18 also considering the previous formulation contained in a draft; through a systematic interpretation of the Convention which requires the recognition of the conceived, from the moment of fertilization, as a “human being”; examining the preparatory contributions prepared by the Parliamentary Assembly of the Council of Europe and the European Parliament; taking into consideration the developments of the Oviedo Convention with specific reference to the theme of the pre-embryo. The investigation also makes use of extensive references to the jurisprudence of the European Court of Human Rights of the Council of Europe, to the jurisprudence of the Court of Justice of the European Union, to some recent decisions of the Italian Constitutional Court.
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Casolari, Federico. « L'azione dell'Unione europea contro le discriminazioni basate sulla religione : l'impatto della giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani ». DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no 3 (décembre 2012) : 475–511. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2012-003002.

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Law Although EU law has established a general framework concerning the fight against discriminations on the grounds of religion (namely as far as equal treatment in employment and occupation is concerned), the related ECJ case law is not very rich. This article tracks and evaluates the impact of the ECHR case law devoted to the freedom of religion on the interpretation and application of EU law concerning religion discriminations. It argues that the ECHR case law may contribute to identify the notion of ‘religion' which is relevant for EU law, while several arguments may be put forward against the application of the Strasbourg approach to the balancing between the right to quality based on religion and others human rights into the EU legal order.
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Bronzini, Giuseppe. « Happy birthday ; il primo anno di ‘obbligatorietŕ' della Carta di Nizza nella giurisprudenza della Corte europea di giustizia ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (octobre 2011) : 69–92. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002004.

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Résumé :
Il saggio, muovendo da una prospettiva metodologica che cerca di superare le contraddizioni dell'approccio nazionalistico sull'Europa e proponendo di guardare ad essa da un punto di vista globale per cogliere insieme gli elementi ‘federali' e ‘inter-governativi' del processo di integrazione, intende offrire, alla luce in particolare delle innovazioni introdotte dal trattato di Lisbona, una interpretazione sistematica della cittadinanza europea, come istituto autonomo di carattere potenzialmente federale a base della legittimazione dell'Unione e del modello europeo di societŕ aperta e inclusiva.
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Di Martino, Alessandra. « Riservatezza e tutela dei dati personali. Profili comparativi, giurisprudenza europea e interazioni ordinamentali ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (septembre 2016) : 59–92. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2016-su1003.

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Castellaneta, Marina. « La repressione del negazionismo e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani ». DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no 1 (avril 2011) : 65–84. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2011-001003.

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Gottardi, Donata. « Tutela del lavoro e concorrenza tra imprese nell'ordinamento dell'Unione europea ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 128 (décembre 2010) : 509–69. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-128001.

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L'A. ha dedicato l'analisi all'individuazione dello stato attuale dei confini, a livello di istituzioni europee, tra diritto del lavoro e diritto della concorrenza, nel presupposto di una erosione netta della nostra materia. Molti erano i segnali: la profonda asimmetria sul significato stesso di diritto del lavoro, la crescita del dumping sociale infra-Ue, la ripresa di pulsioni nazionaliste, la giurisprudenza della Corte di giustizia che individua funzioni e pone limiti alla contrattazione collettiva e allo sciopero. Contemporaneamente ha verificato l'esistenza di forti potenzialitŕ di invertire il rapporto tra Europa economica ed Europa sociale. Da un lato, la crisi finanziaria ed economica ha messo in discussione l'idea di mercato autoregolantesi; dall'altro, le modifiche apportate dal Trattato di Lisbona al sistema delle fonti hanno investito sia la concorrenza, che passa da principio a strumento, sia l'ambito della protezione sociale e del lavoro, proiettato nell'economia sociale di mercato, garantito da una clausola sociale con valenza orizzontale. Č l'unica prospettiva possibile, se vogliamo evitare il tracollo del sistema di relazioni sindacali e del lavoro.
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Cardia, Carlo. « Identitŕ religiosa e culturale europea : la questione del crocifisso ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (décembre 2010) : 33–66. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001003.

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Résumé :
La presenza del crocifisso nelle aule scolastiche in Italia č stata ritenuta incompatibile con la libertŕ di religione e di educazione dalla Corte di Strasburgo, con una sentenza (Lautsi) che appare in contrasto con la giurisprudenza costante della stessa Corte, la quale riconosce agli stati un ampio margine di apprezzamento in materia della libertŕ religiosa, a tal fine richiamandosi alla tradizione dei singoli paesi. La sentenza, disattendendo il suo stesso criterio di valutazione, che impone di esaminare il contesto storico-culturale, perviene, con una sorta di atteggiamento di ‘iconoclastia laica', a un concetto limitato e fuorviante di educazione delle nuove generazioni. Infatti, se si concepisce il simbolo religioso come un elemento negativo e conturbante, i bambini cresceranno con un senso di ostilitŕ verso questi simboli, come se fossero fattori di divisione, e il rapporto tra religioni diverrebbe un rapporto diffidente, ostile e potenzialmente conflittuale. Senza poi considerare il fatto che il diritto di una maggioranza religiosa va tutelato con la stessa cura di quelli delle minoranze.
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Nato, Alessandro. « La giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea sulla dimensione sociale della cittadinanza europea al tempo della crisi conomica ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mai 2017) : 93–120. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2017-001005.

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Gambino, Silvio. « I diritti fondamentali fra ‘Carta dei diritti UE' e "costituzionalismo multilivello" ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2020) : 47–85. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001003.

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Résumé :
L'articolo esamina la protezione dei diritti fondamentali nella prospettiva del processo di in-tegrazione europea e delle sue relazioni con l'ordine costituzionale interno nel quadro del costituzionalismo multilivello. In tale contesto, recenti nuovi indirizzi della giurisprudenza costituzionale sottolineano come il giudice nazionale ordinario sia chiamato a occupare un ruolo di crescente importanza nei rapporti con il Giudice costituzionale e nel dialogo con il Giudice dell'Unione (CGUE). Tali indirizzi restituiscono una nuova centralità alla ‘dottrina dei controlimiti' rispetto alla dottrina della CGUE sul primato del diritto dell'Unione con riguardo alle disposizioni costituzionali in tema di principi e di diritti fondamentali. In tale prospettiva, il testo esamina sia il tema dei rapporti fra libertà fondamentali economiche e processo di integrazione europea sia solleva interrogativi sul livello di protezione giurisdi-zionale di tali libertà fondamentali fra costituzioni nazionali e diritto primario dell'Unione.
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Ramajoli, Margherita. « Quale futuro per la regolazione alimentare ? » Milan Law Review 2, no 2 (22 février 2022) : 58–73. http://dx.doi.org/10.54103/milanlawreview/17392.

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Résumé :
Il saggio si propone di esaminare le nuove sfide della regolazione alimentare intrattenendosi sulla necessità, che un “sistema alimentare sostenibile” richiede, di superare la prospettiva di food safety, orientata a garantire la sicurezza igienico sanitaria degli alimenti, e di abbracciare anche quella di food security, tesa ad assicurare a tutti una quantità di cibo sufficiente e a prezzi ragionevoli. Dopo aver illustrato i caratteri della regolazione alimentare, l’Autrice mette in luce il contributo fornito dalla giurisprudenza nell’elaborare il fondamentale “principio di precauzione” e la rilevanza del Green Deal proposto dalla Commissione europea al fine di conseguire il fondamentale obiettivo della sostenibilità alimentare.
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Ruo, Maria Giovanna. « ‘The best interest of the child' nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (octobre 2011) : 39–54. http://dx.doi.org/10.3280/mg2011-003004.

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Maggiotto, Antonio. « Giurisprudenza : Commenti : I familiari extracomunitari di cittadini comunitari : prime applicazioni giurisprudenziali sui requisiti per il riconoscimento dello status previsto dalla Dir. 2004/38/CE ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (septembre 2009) : 120–22. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-003007.

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Résumé :
Diritto comunitario ed europeo1. Corte europea dei diritti dell'uomo 11.6.2009, caso S. D. c. Grecia - divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti - detenzione - domanda d'asilo2. Corte di giustizia delle Comunitŕ europee 2.4.2009, caso Rafet Kqiku causa C-139/08 - cittadino di uno Stato terzo in possesso di un documento di soggiorno svizzero - ingresso e soggiorno nel territorio di uno Stato membro a fini diversi dal transito - assenza di visto
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Marino, Silvia. « Use of standard forms in EU Civil Judicial Cooperation : the case of the European Certificate of Succession = L’uso di formulari standard nella cooperazione giudiziaria civile : il caso del certificato successorio europeo ». CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, no 1 (5 mars 2020) : 627. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5209.

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Résumé :
Abstract: The present paper analyses the recent judgment of the Court of Justice of the European Union in the Brisch case. The reference for preliminary ruling concerns the optional or mandatory nature of the application form established by the Succession Implementing Regulation for the issue of an European Certificate of Succession. The present paper tackles the general framework, from the current CJEU’s case law on the Succession Regulation’s provisions on the ECS, to the main procedural issues. Then, an analysis of the case and of the CJEU’s reasoning is offered. The concluding remarks submit some considerations on the impact of the standard forms established by the EU Regulations within the civil judicial cooperation.Palabras clave: European Certificate of Succession, Standard Forms, Succession Regulation No 650/2012, Implementing Regulation No 1329/2014.Riassunto: Il presente contributo analizza la recente sentenza Brisch della Corte di giustizia dell’Unione europea. La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sulla natura del modello di domanda di emissione del certificato successorio europeo, previsto dal regolamento di esecuzione del regolamento sulle successioni transfrontaliere. Pertanto, il contributo affronta lo stato attuale della giurisprudenza della Corte di giustizia sul certificato successorio europeo e le regole procedimentali fondamentali per il suo ottenimento. Quindi, è analizzato il caso con particolare attenzione alla motivazione della Corte. Infine, le conclusioni presentano alcune considerazioni più generali sul valore e sugli effetti dei moduli standard, previsti nei regolamenti dell’Unione in materia di cooperazione giudiziaria civile.Parole chiave: certificato successorio europeo, moduli standard, regolamento 650/2012 sulle successioni transfrontaliere, regolamento d’esecuzione 1329/2014
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Adamo, Ugo. « Il fine vita nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (janvier 2019) : 177–206. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2018-002008.

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Margaria, Alice, et Vladimiro Zagrebelsky. « Procreazione medicalmente assistita e genitorialità : le direttrici della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (mars 2017) : 140–45. http://dx.doi.org/10.3280/mg2017-001017.

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Caianiello, Michele. « Processo penale e prescrizione nel quadro della giurisprudenza europea. Dialogo tra sistemi o conflitto identitario ? » Revista Brasileira de Direito Processual Penal 3, no 3 (14 octobre 2017) : 967. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v3i3.99.

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Résumé :
Precarietà e incertezza sembrano affliggere, nei tempi recenti, la prescrizione del reato, quando la si osservi da una prospettiva sovranazionale o comparata. Sullo sfondo, si pone il problema della tenuta del nostro sistema nel suo complesso, e persino della sua identità, come l’abbiamo concepita e tramandata di generazione in generazione. Con l’ordinanza n. 24 del 2017, la Corte costituzionale, sollevando una nuova questione pregiudiziale, mostra l’intento di non consumare una rottura del dialogo con l’ordinamento UE, limitandosi a paventare il rischio di ricorrere ai controlimiti, senza effettivamente porli in essere. Tuttavia, il provvedimento appare criticabile per alcuni argomenti utilizzati, e per la posizione assunta, che sembra lasciare poco spazio per specificazioni e aggiustamenti alla Corte di giustizia. La decisione, infatti, pur mostrando formalmente apertura a un confronto con la Corte di giustizia, tende a proporre in realtà una divisione tra mondi opposti e inconciliabili: di qua il diritto italiano, con la sua tradizione irrinunciabile; di là quello europeo, al quale formalmente si mostra deferenza (purché non si ingerisca in questioni vitali). Sembra il piano per una sorta di convivenza da separati, che certo ha il pregio di guadagnare tempo. Tuttavia, non si intravvede, nel ragionamento condotto, alcuna strada per raggiungere, o almeno per intraprendere il cammino verso una integrazione reale degli ordinamenti: è questo, in realtà, il nodo che, se non affrontato adesso, tenderà a riproporsi in successive occasioni.
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Bilancia, Francesco. « Profili evolutivi dei più recenti sviluppi della giurisprudenza costituzionale italiana con riferimento alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo ». Revista do Direito, no 43 (19 mai 2014) : 03–24. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i43.5661.

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Résumé :
Questo breve scritto intende fornire un quadro d’insieme dei più recenti sviluppi della giurisprudenza costituzionale italiana con riferimento all’uso degli accordi internazionali di protezione dei diritti umani, che opera attraverso un “processo di grandiose proporzioni, il quale investe il futuro stesso dello Stato: non di questo o quello Stato, ma – se così può dirsi – della forma-Stato”. Questo processo, destinato a svolgersi in un indefinibile arco di tempo ma costantemente sostenuto dalla più attenta giurisprudenza, non avrebbe – non ha – potuto “non investire il destino della stessa (…) Costituzione ”. La lunga e complicata evoluzione del processo di “interazione” tra i diversi documenti costituzionali statali e tra questi e le Carte internazionali di protezione dei diritti fondamentali si è spesso caratterizzato per un cammino di piccoli passi, di fasi di integrazione a volte più intense, a volte più incerte, senza escludere vere e proprie battute d’arresto, ma comunque qualificato ed arricchito da importanti episodi giurisprudenziali di cui, momento per momento, la dottrina ha preteso di ricostruire la fotografia di sintesi, nell’incessante vano tentativo di ridurre la complessità a sistema. Non è, è bene dirlo subito, l’intenzione di queste brevi note che traggono, piuttosto, spunto da alcune più recenti pronunce della Corte costituzionale italiana, riferite alla Convenzione ed alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo (CEDU), riconducibili al percorso giurisprudenziale avviato a partire dalle sentenze nn. 348 e 349 del 2007 . Come è noto ormai la Corte costituzionale italiana riconduce il contrasto tra una norma interna ed una norma della Convenzione europea dei diritti dell’uomo alla violazione mediata dell’art. 117, comma 1, Cost., di cui la stessa Corte costituzionale dovrà essere investita nel caso in cui il giudice interno non sia in condizione di risolvere l’antinomia per via di interpretazione conforme. A giudizio della Corte resta, infatti, preclusa al giudice di merito la strada dell’applicazione diretta della norma CEDU mediante la contestuale disapplicazione della norma interna incompatibile , ritenendo non assimilabile tale sistema di garanzie allo schema di adattamento del diritto interno al diritto comunitario e dell’UE . Piuttosto, a giudizio della Corte costituzionale resta, non solo possibile, ma addirittura necessario verificare, in sede di giudizio di costituzionalità, la specifica compatibilità in concreto della norma CEDU invocata quale parametro, per come interpretata ed applicata dalla Corte di Strasburgo, con le diverse disposizioni costituzionali. Sul piano formale della dottrina costituzionale del sistema delle fonti le disposizioni della CEDU , quindi, in quanto dotate di forza passiva superiore a quella delle norme di legge ordinaria, fungeranno da norme interposte nel giudizio di costituzionalità delle norme interne con esse incompatibili per violazione indiretta dell’art. 117 Cost. Laddove, all’opposto, stante la loro non equiparabilità formale alle disposizioni costituzionali, potrebbe darsi il caso di un giudizio di costituzionalità della legge di recepimento della Convenzione nell’ipotesi di contrasto con altre disposizioni costituzionali; non quindi più soltanto dei principi fondamentali come previsto, secondo la nota dottrina costituzionale dei “controlimiti”, con riferimento ai rapporti del diritto interno con le norme di diritto comunitario direttamente applicabili.
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Editorial, Board. « Retraction : Critics and aspects of the European citizenship according to the CJEU : From Rottmann to Tjebbes and others (2020, vol 17, no. 1, doi : 10.5937/MegRev2001001L) ». Megatrend revija 17, no 3 (2020) : 131–32. http://dx.doi.org/10.5937/megrev2003131e.

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Résumé :
The commission of the Megatrend Review, formed to investigate issue, based on comparison of two scientific papers: A) Da Rottmann a Tjebbes e.a.: riflessioni sulla giurisprudenza della Corte di giustizia in materia di cittadinanza europea, ISSN 2284-3531, published at the Ordine internazionale e diritti umani, (2019), pp. 997-1014., http://www.rivistaoidu.net/sites/default/files/8_Orzan.pdf; and B) Critics and Aspects of the European Citizenship According to the CJEU: From Rottmann to Tjebbes and Others, doi:10.5937/MegRev2001001L, published at the Megatrend Review Vol. 17, № 1, 2020: 1-26, http://megatrend.edu.rs/wp-content/uploads/2020/04/Megatrend_revija_ Vol_17_No_1_2020_WEB.pdf concluded on October 13th 2020 that some parts of the original paper (A) in Italian language have been used without proper quotations in the paper (B) in the English language. Following this conclusion, the Commission proposed to the Editorial Board to officially withdraw paper (B) electronically published in Megatrend Review №. 1 in 2020. Notification of the withdrawal will be issued in Megatrend Review №. 3 in December 2020. The Editorial Board has accepted the proposal related to the above-mentioned text.
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Nato, Alessandro. « La politica d'asilo dell'Unione europea tra crisi e sovranismi : quale futuro per il principio di solidarietà ? » CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2020) : 191–213. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001007.

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Résumé :
L'efficacia del principio di solidarietà ex art. 80 TFUE è stata influenzata dalle resistenze degli Stati membri sovranisti del c.d. gruppo di Visegrad sul ricollocamento dei richiedenti asilo giunti nell'UE durante la crisi migratoria. Nondimeno, il generale funzionamento della politica di asilo UE e la solidarietà tra Stati Membri risentono delle carenze strutturali degli elementi chiave dell'architettura del sistema europeo comune di asilo, quali la ripartizione delle responsabilità, la cooperazione, il sostegno finanziario dell'UE. In tale contesto, la Cor-te di Giustizia è intervenuta nella diatriba accesa dai Paesi Membri sovranisti chiarendo cau-tamente alcuni aspetti inerenti la discrezionalità dell'azione statale sui ricollocamenti e la portata del principio di solidarietà, come dimostra anche la recente sentenza Commissione c. Polonia, Ungheria e Slovacchia. Allo scopo di illustrare il ruolo del principio di solidarietà nella politica di asilo UE, il contributo esaminerà sia le carenze strutturali degli elementi chiave dell'architettura del sistema europeo comune di asilo sia la recente giurisprudenza della Corte di Giustizia in materia.
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Bettetini, Andrea. « Identitŕ religiosa del datore di lavoro e licenziamento ideologico nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani ». DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no 2 (juillet 2011) : 329–42. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2011-002006.

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Occhiogrosso, Franco. « L'interesse del minore nei passaggi degli affidamenti familiari e delle adozioni alla luce della recente giurisprudenza europea ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (juin 2011) : 41–50. http://dx.doi.org/10.3280/mg2011-002005.

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Cosmi, Franco. « Te linee guida : la difficile applicazione tra clinica, scienza, giurisprudenza, sostenibilità economica ed organizzativa ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 2 (14 octobre 2021) : 131–41. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-6.

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Résumé :
Introduzione. Le linee guida sono delle raccomandazioni con diversi livelli di evidenza scientifica messe a punto dagli esperti individuati dalle Autorità Regolatorie e dalle Società Professionali per consentire i migliori standard di intervento diagnostico e terapeutico al momento disponibili. Con la Legge 24/2017 in Italia sono diventate di osservanza giurisprudenziale, anche se a tutt’oggi mancano ancora le raccomandazioni ministeriali previste. Scopo. L’obiettivo dello studio è la valutazione nella pratica ambulatoriale cardiologica corrente dell’adesione alle linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) riguardo i 3 principali fattori di rischio cardiovascolare: quelle sull’ipertensione del 2018, sulle dislipidemie e diabete mellito del 2019. Sono state valutate le criticità cliniche, amministrative ed organizzative che rendono difficoltosa la loro applicazione. Metodi e risultati. I target di valori pressori raccomandati dalle linee guida europee nei pazienti con sindrome coronarica cronica ipertesi comportano difficoltà decisionali soprattutto riguardanti la persistenza di valori di pressione sistolica elevata ≥ 140 mmHg con diastolica < 70 mmHg, ritenuti pericolosi dalle linee guida, valori di sistolica < 130 mmHg nelle persone di età ≥ 65 anni e in quelle con valori < 120 mmHg di età inferiore. Sempre in questi pazienti, con dislipidemia, la normativa vigente non prevede la rimborsabilità dei farmaci inibitori PCSK9 nei pazienti con livelli di LDL superiori all’obiettivo indicato di 55 mg/dl ma inferiore a 100 mg/dl. Nei pazienti diabetici a rischio molto elevato non è prevista la possibilità prescrittiva del cardiologo e dei medici di medicina generale degli ipoglicemizzanti appartenenti alle categorie degli SGLT2-i e GLP1-ar nonostante questi farmaci siano raccomandati in classe I A. Per le difficoltà organizzative riscontrate la prescrizione è limitata al 15-20% dei pazienti a rischio cardiovascolare molto elevato. Conclusioni. Le linee guida rappresentano le raccomandazioni per la migliore terapia a disposizione da parte della medicina ufficiale. Esse aiutano il medico a prendere la decisione terapeutica più congrua allo stato dell’arte. Problematiche di ordine clinico, amministrativo ed organizzativo rendono difficili gli adeguati percorsi diagnosticoterapeutici ed assistenziali necessari per la loro applicazione nella pratica clinica rendendo non ottimale il trattamento dei tre principali fattori di rischio cardiovascolare. L’inerzia terapeutica conseguente alla fatica burocratica potrebbe esporre il medico a problematiche medico-legali imputabili più a meccanismi di sistema che alla sua competenza professionale.
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Cosmi, Franco. « Te linee guida : la difficile applicazione tra clinica, scienza, giurisprudenza, sostenibilità economica ed organizzativa ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 2 (14 octobre 2021) : 131–41. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-6.

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Résumé :
Introduzione. Le linee guida sono delle raccomandazioni con diversi livelli di evidenza scientifica messe a punto dagli esperti individuati dalle Autorità Regolatorie e dalle Società Professionali per consentire i migliori standard di intervento diagnostico e terapeutico al momento disponibili. Con la Legge 24/2017 in Italia sono diventate di osservanza giurisprudenziale, anche se a tutt’oggi mancano ancora le raccomandazioni ministeriali previste. Scopo. L’obiettivo dello studio è la valutazione nella pratica ambulatoriale cardiologica corrente dell’adesione alle linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) riguardo i 3 principali fattori di rischio cardiovascolare: quelle sull’ipertensione del 2018, sulle dislipidemie e diabete mellito del 2019. Sono state valutate le criticità cliniche, amministrative ed organizzative che rendono difficoltosa la loro applicazione. Metodi e risultati. I target di valori pressori raccomandati dalle linee guida europee nei pazienti con sindrome coronarica cronica ipertesi comportano difficoltà decisionali soprattutto riguardanti la persistenza di valori di pressione sistolica elevata ≥ 140 mmHg con diastolica < 70 mmHg, ritenuti pericolosi dalle linee guida, valori di sistolica < 130 mmHg nelle persone di età ≥ 65 anni e in quelle con valori < 120 mmHg di età inferiore. Sempre in questi pazienti, con dislipidemia, la normativa vigente non prevede la rimborsabilità dei farmaci inibitori PCSK9 nei pazienti con livelli di LDL superiori all’obiettivo indicato di 55 mg/dl ma inferiore a 100 mg/dl. Nei pazienti diabetici a rischio molto elevato non è prevista la possibilità prescrittiva del cardiologo e dei medici di medicina generale degli ipoglicemizzanti appartenenti alle categorie degli SGLT2-i e GLP1-ar nonostante questi farmaci siano raccomandati in classe I A. Per le difficoltà organizzative riscontrate la prescrizione è limitata al 15-20% dei pazienti a rischio cardiovascolare molto elevato. Conclusioni. Le linee guida rappresentano le raccomandazioni per la migliore terapia a disposizione da parte della medicina ufficiale. Esse aiutano il medico a prendere la decisione terapeutica più congrua allo stato dell’arte. Problematiche di ordine clinico, amministrativo ed organizzativo rendono difficili gli adeguati percorsi diagnosticoterapeutici ed assistenziali necessari per la loro applicazione nella pratica clinica rendendo non ottimale il trattamento dei tre principali fattori di rischio cardiovascolare. L’inerzia terapeutica conseguente alla fatica burocratica potrebbe esporre il medico a problematiche medico-legali imputabili più a meccanismi di sistema che alla sua competenza professionale.
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Pirrone, Pasquale. « Limiti e ‘controlimiti' alla circolazione dei giudicati nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani : il caso Wagner ». DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no 1 (avril 2009) : 151–68. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2009-001007.

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Gambino, Silvio. « Sui militi alla revisione della costituzione nell'ordinamento italiano ». Revista de Direitos e Garantias Fundamentais, no 8 (30 octobre 2010) : 55. http://dx.doi.org/10.18759/rdgf.v0i8.26.

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Résumé :
L’analisi dei limiti (soprattutto materiali) alla revisione della Costituzione nell’ordinamento italiano, da sempre oggetto di studio da parte della dottrina costituzionale, di recente è stata oggetto di approfondimento con riguardo al testo di revisione costituzionale approvato da una maggioranza parlamentare (di destra) ma poi respinto dal corpo elettorale nel referendum costituzionale. Il quesito che, più in particolare, ha originato l’approfondimento riguardava la disponibilità o meno in capo al Parlamento del potere di revisione costituzionale che avesse ad oggetto uno sbilanciamento dei poteri a favore del Governo e soprattutto del Premier. Rispetto a tale questione contingente, l’analisi ha approfondito il tema per come esso si presenta nel quadro di un costituzionalismo rigido e giurisdizionalmente garantito. La letteratura giuridica, tuttavia, ha offerto nel corso degli ultimi sessanta anni una risposta di tipo evolutivo. Nel mentre fino agli anni ’70 ha assunto che nulla impedirebbe la revisione della Costituzione qualora siano rispettate le procedure rafforzate previste nell’art. 138 Cost. (approvazione con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi e sottoposizione a referendum popolare qualora il testo di revisione non sia stato approvato nella seconda votazione con una maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna delle Camere), nella dottrina successiva agli anni ’80, anche sulla base del limite costituzionale secondo cui la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale (art. 139 Cost.), ha individuato l’esistenza, accanto al limite formale, di un limite materiale, costituito dal rispetto dei principi supremi e dei diritti fondamentali, benché l’individuazione puntuale di tali principi appare molto più complessa e talora anche problematica. La giurisprudenza costituzionale ha sempre confermato una simile lettura allorché ha individuato, con una giurisprudenza stabile nel tempo, i principi e i diritti fondamentali come limite al processo di integrazione europea e prima ancora con riguardo ai rapporti fra diritto costituzionale e diritto canonico.
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Long, Joëlle. « Il contributo della Corte europea dei diritti umani alla definizione dei presupposti per l'adottabilità del minorenne : luci e ombre ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (janvier 2023) : 30–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2022-001003.

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Résumé :
L'analisi della copiosa giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani sui presupposti per l'adottabilità del minorenne mostra frequenti condanne dell'Italia per rotture infondate e frettolose dei rapporti giuridici e di fatto con la famiglia di origine. Alcune delle censure formulate nei confronti del nostro Paese stigmatizzano cattive prassi e inefficienze gravi del sistema amministrativo e giudiziario. Si pensi, per esempio, a violazioni di diritti processuali dei genitori e, dal punto di vista sostanziale, alla carenza di sufficienti azioni positive da parte dei servizi sociali per rimuovere lo svantaggio sociale derivante dalla situazione di vulnerabilità del genitore (spesso una madre single migrante). Purtuttavia, la Corte europea sembra aver distorto il contenuto dell'obbligazione positiva dello Stato di attivarsi per la tutela della vita familiare degli individui in una logica adultocentrica che enfatizza il legame di sangue e i diritti genitoriali. Negli anni, infatti, i giudici di Strasburgo hanno dato una lettura sempre più restrittiva dei presupposti per una rottura completa e definitiva dei rapporti con la famiglia di origine. Il rischio è di limitare l'uso dell'adozione piena ai soli casi di maltrattamenti genitoriali penalmente rilevanti e di escluderne a priori l'utilizzo per negligenza e rischio psicoevolutivo. Con l'aumento delle adozioni in casi particolari, inoltre, aumenteranno le situazioni ambigue in cui la famiglia di origine è stata valutata inidonea a crescere il figlio, ma ha comunque il diritto di continuare a giocare un ruolo nella vita di questi.
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Lanfranco, Lorena. « Abusi sessuali su minori istituzionalizzati. Strasburgo condanna la Bulgaria innovando la giurisprudenza sull'art. 3 Conv. eur. dir. Umani ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 232–39. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002021.

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Résumé :
Con sentenza del 2 febbraio 2021, nel caso X e altri c. Bulgaria, la Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato lo Stato convenuto per violazione dell'art. 3 Conv. eur. dir. umani (norma che vieta la tortura e le pene e i trattamenti inumani o degradanti) a fronte delle denunce dei tre ricorrenti che lamentavano di aver subito, durante la loro infanzia in orfanotrofio, abusi sessuali e altri maltrattamenti. Il presente contributo ripercorre l'iter argomentativo seguito dalla Corte di Strasburgo nel sancire il principio per cui, nei casi di violenza perpetrata su minori istituzionalizzati, gli Stati Parti hanno l'onere di svolgere indagini efficaci (qualificabili come tali alla luce della giurisprudenza convenzionale integrata dalle norme della Convenzione di Lanzarote), e le ragioni per cui l'operato delle autorità bulgare non sia stato rispettoso degli obblighi convenzionali. La sentenza in commento è quindi l'occasione per riflettere sui caratteri del sistema di tutela convenzionale dei minori che si trovino in situazioni di vulnerabilità e sulla ratio che muove la Corte nel delineare gli obblighi di tutela, prevenzione e repressione degli stati aderenti al Consiglio d'Europa.
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Gentile-Brown, Irene. « Note in materia di collocamento di minori in famiglie o strutture di accoglienza nella giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (octobre 2015) : 88–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-003006.

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