Thèses sur le sujet « Giurisprudenza europea »
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Rosanò, Alessandro. « Principi penalistici e giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424753.
Texte intégralIl testo è così organizzato: Introduzione: nella quale si trattano le questioni relative al riconoscimento di una competenza in materia penale in favore dell'Unione europea alla luce dei problemi posti dal fenomeno della globalizzazione. Si provvede altresì all'illustrazione della metodologia della ricerca, basata sull'analisi delle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea e, ove necessario, della Corte europea dei diritti dell'uomo. Capitolo I: dedicato al concetto di diritto penale come definito da parte degli avvocati generali nelle loro conclusioni e quindi adottato da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea nelle proprie pronunce. Esso assume rilievo in quanto delimita l'orizzonte assiologico di riferimento, rappresentato, in un primo momento, dai valori fondamentali delle singole comunità statali, per essere individuato in seguito nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in un'ottica di cross-fertilization fondata sul richiamo alla sentenza della Corte EDU Engel e altri c. Paesi Bassi (1976) e sulla giurisprudenza sviluppatasi successivamente. Capitolo II: nel quale è affrontato il tema del principio di legalità, considerato a partire dai diversi angoli prospettici dell'incidenza interpretativa delle fonti comunitarie / dell'Unione europea (regolamenti, direttive e decisioni quadro) sul diritto penale interno (soprattutto con riferimento al divieto di determinare o aggravare la responsabilità penale e l'obbligo di interpretazione conforme relativi alle direttive), dell'incidenza integratrice (il rapporto tra normativa interna e normativa dell'Unione quanto alla nozione di rifiuto), dell'incidenza disapplicatrice (la disapplicazione della normativa penale statale contrastante con quella europea con efficacia in bonam partem) e del principio di lex mitior, per quindi volgere l'attenzione al problematico rapporto tra legalità europea ed erosione della sovranità statale. Capitolo III: dedicato al principio di offensività, nel quale si analizzano due orientamenti giurisprudenziali. Il primo, a partire dal principio di leale cooperazione, ha condotto all'affermazione dell'obbligo per gli Stati membri di predisporre per gli interessi comunitari / dell'Unione europea una tutela analoga a quella stabilita per i corrispondenti interessi a livello statale, facendo ricorso a sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive (sentenze Amsterdam Bulb, Commissione c. Grecia); il secondo ha invece portato a escludere che scelte di criminalizzazione operate da parte dei legislatori nazionali possano impedire la realizzazione dell'effetto utile del diritto dell'Unione europea, con un conseguente e tendenziale abbandono dello strumento di repressione penale nell'ambito del diritto dell'immigrazione (sentenze El Dridi, Achughbabian, Sagor). Capitolo IV: nel quale si tratta del principio di colpevolezza, dando conto di una giurisprudenza puntiforme che ha individuato la distinzione tra reati intenzionali e non intenzionali, definito i concetti di intenzionalità e negligenza grave, affermato e quindi superato la responsabilità penale oggettiva, cercato di valorizzare la regula iuris secondo cui ignorantia legis non excusat ed esplicitato una nozione di forza maggiore. Capitolo V: dedicato al principio di proporzionalità, nel quale si considera come la Corte di giustizia, posta dinanzi a situazioni caratterizzate da un contrasto tra la normativa penale interna, da un lato, e una delle quattro libertà fondamentali riconosciute nell'ordinamento dell'Unione europea, dall'altro, abbia valorizzato detto principio, in un senso non esclusivamente protezionistico, cercando anzi di individuare un punto di equilibrio tra valori tutelati, valori sacrificati e mezzi attraverso i quali realizzare la tutela dei primi e il sacrificio dei secondi. Conclusioni: nelle quali si sottolinea come l'Unione europea sia ormai diventata un soggetto avente natura costituzionale, dato che il processo di integrazione ha raggiunto il livello più autenticamente costituzionale, ossia la tutela dei diritti fondamentali, il quale rappresenta l'espressione più alta della sovranità e l'elemento principale di legittimazione di essa, cosa che sembra dunque militare a favore di una definitiva attribuzione di competenza penale alle istituzioni dell'Unione, almeno per quel che riguarda la protezione di beni giuridici propriamente europei.
POSTIGLIONE, MIRIAM. « IL VALORE DEL 'PRECEDENTE' NELLA GIURISPRUDENZA DEL GIUDICE DELL'UNIONE EUROPEA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/789947.
Texte intégralPieragnolo, Matteo <1993>. « "Il principio del ne bis in idem tra ordinamento italiano e giurisprudenza europea" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10208.
Texte intégralBERTARELLI, CHIARA. « TUTELA DEI DIRITTI E TIME LIMITS : UNO STUDIO ALLA LUCE DELLA GIURISPRUDENZA EUROPEA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233253.
Texte intégralPAGANUZZI, Marco. « La coerenza del sistema fiscale nazionale quale causa di giustificazione nella giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28804.
Texte intégralDE, PASQUAL LAURA. « L'Unione Europea e la sfida del post-secolarismo : un'analisi della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea in materia di discriminazione religiosa sul luogo di lavoro ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/122310.
Texte intégralThe aim of the present work is to analyse the approach that the institutions of the European Union have developed so far with regards to the management of religion, evaluating whether the concrete application of EU regulatory instruments in matters of religious discrimination in the workplace can be considered adequate to a post-secular and pluralistic context. In order to answer such question, after having discussed the emergence of post-secularism and having conducted a preliminary assessment of whether or not the EU normative instruments concerning religion can be considered appropriate to the contemporary post-secular context, the present work analyses and makes considerations on the CJEU judgments concerning both the exhibition of religious apparel in the workplace and the degree of autonomy left to Member States in organizing their relations with religious organizations in the occupational field. In addition, a thorough examination of the jurisprudence developed by the European Court of Human Rights on the use of religious symbols and apparel and on religious organizations’ autonomy will be conducted.
BOLDRIN, ALVISE. « LA TEORIA DELLA COMPENSAZIONE NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO : UN NUOVO MODO DI CONCEPIRE LE GARANZIE NEL PROCESSO PENALE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2021. https://hdl.handle.net/11577/3464426.
Texte intégralThe topic of the research concerns the jurisprudence of the European Court of Human Rights on the "right to a fair trial" enshrined in art. 6 ECHR. More specifically, the work aims to analyze the compensatory approach which the European judges seems to use with increasing frequency in this field. The so-called ‘counterbalancing test’ refers to an assessment which today seems to represent the fulcrum on which many of the decisions on procedural fairness pronounced by the Strasbourg Court are based. Infact more and more often the European Court does not stop its scrutiny by pronouncing the violation of the right to a fair trial when it ascertains the failure to comply with one of the guarantees protected by article 6, but goes on to examine the impact of that failure on the overall fairnees of the proceeding. To do so the Court verifies whether or not during the proceeding there were sufficient counterbalancing factors capable of compensating the prejudices deriving from the non-compliance with the specific guarantee listed in art. 6. After having examined origins and developments of this new way of managing guarantees in criminal trials, the work tries to highlight the criticalities and aporias that derive from it.
GIANNOTTE, ROBERTA PATRIZIA. « Giurisprudenza della Corte di Giustizia e Amministrazione nazionale : poteri, doveri e spunti per un’analisi comparata ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266830.
Texte intégralImparato, Domenico <1989>. « Il "bis de eadem re ne sit actio" nel quadro del sistema sanzionatorio tributario italiano : impatto della giurisprudenza europea e comparazione con l'esperienza anglo-americana ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8720/1/Imparato_Domenico_Tesi.pdf.
Texte intégralAlthough Europe seems to be moving towards a progressive fiscal harmonization (or a potential unification either), nevertheless it's still difficult to find out any consistency between the jurisprudence of central Courts (European Court of Justice and European Court of Human Rights) and that of National Courts upon the Double Jeopardy Clause/Ne Bis In Idem Principle's meaning inside the tax field. Latest rulings issued by both the Court of Justice (ECJ) and the European Court of Human Rights (ECtHR) are causing an evident clash among divergent beliefs, given that: European Courts have defined the notion of ‘sameness’ as “the same conduct by the same persons at the same date” whereby, with respect to the imposition of several sanctions for the same conduct, they have forbidden a second set of proceedings (the criminal case) once that the previous set (the tax penalty) concerned the same offence – ‘the same conduct’ – and the content of the relevant provisions was mainly identical (embedded the ‘same facts/essential elements’). On the other side, the criterion of the "legal classification" of acts is still relevant as a prerequisite for the applicability of the Double Jeopardy Clause/Ne Bis In Idem Principle according to the Italian Court of Cassation, so that the latter deems the imposition of tax surcharges and a conviction for tax fraud may not be been found as capable to violate such Clause/Principle. Therefore, this scenario does give rise to an ambiguity in the judicial process since many Tax Judges are not sure whether to follow up the European Courts' opinion or the alternative path set by the National Court of Cassation. Probably, the current difficulties to find out any compromise solution is the mirror of a "multi-directional legal system", the European one, where relations between various different Judges have not been well absorbed yet.
Quabin, Davide <1992>. « La giurisprudenza all'interno dei maggiori campionati professionistici europei ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10674.
Texte intégralFornaciari, B. « LA DIRETTIVA 2012/13/UE SUL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE.LA CONOSCENZA NEL PROCESSO PENALE FRA UNIONE EUROPEA E ORDINAMENTO INTERNO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/369477.
Texte intégralThe present research examines the European Directive on the right to information in criminal proceedings (Directive 2012/13/EU, hereinafter ‘the Directive’), assessing the impact that it is likely to have on the Italian legal system. Before analyzing the legislation, the thesis provides an historical overview of the status of human rights safeguards in the EU and a description of its multi-layered system of protection. Starting from the early ECJ case law setting out a ‘human rights theory’, the research moves on to consider the Charter of Nice and the development of a European Area of Criminal Justice, until the Stockholm Program and the entry into force of the Lisbon Treaty. In addition, it addresses the question as to whether and to what extent the directives ‘of new generation’ based on art. 82 par. 2 TFEU bring an added value to the aforementioned human rights protection system. Chapters 2 and 3 of the research focus on the analysis of the legislation and on the three meanings that the Directive attaches to the right to information in criminal proceedings, namely, the right to information about rights, the right to information about accusation, and the right to information about case file. The effort is shedding some light on the most innovative prescriptions, while at the same time highlighting how much the EU legislation owes to the ECtHR case law, which is used as a yardstick for the evaluation and interpretation of the Directive. Finally, Chapter 4 addresses the Italian implementing legislation (d. lgs. 101/2014) and the impact of the Directive on our legal system. It finds that the NIM is highly unsatisfactory, as the Italian legislator has failed to comply with the most innovative EU standards. In this regard, the research illustrates the impact of EU prescriptions on the jurisdiction of national judges, in particular, the impact of the ‘new’ right to information about accusation. It concludes that Italian judges can (in)directly apply ECtHR case law standards due the direct effect of the Directive (which can be regarded as an ‘ECtHR case-law codification’).
ANITORI, STEFANO. « FONTI INTERNAZIONALI E COMUNITARIE COME NORME INTERPOSTE ? » Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/168880.
Texte intégralCASCARANO, APOLLONIA. « L'ordine pubblico economico tra progresso economico e sviluppo sociale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/65881.
Texte intégralThe study shows the existence of an European constitutional dimension of values and principles including the CEDU and the national constitutions, establishing the presence of an European public order underlining the display of a constitutional European system. The research tries to prospect the existence of an European integration at juridical level, granting the European juridical pluralism, highlighting the identity of each system, unifying the process of integration and the defense of pluralism, showing a defective juridical situation related to the granting of fundamental rights. The study appeals to the concept of public order that states the unity of juridical systems defining the concept of European constitutional pluralism through the mutual acknowledgment and achievement of a constitutional dimension. Among both the concepts of formal constitution and real constitution, it is preferred that of Verfassung ,real constitution. The concept of public order retains and gives values to the differences and conflicts and becomes the result of the conflict between the retention and promotion of values and fundamental principles. It is added the concept of public economic order as a variable category that marks the beginning of a new law that prevents and settle social conflicts. The public economic order oppose the abstract nature of old orders through the legislation of social categories where the contract is subject to rules of contractual typology and to the legal entity of the parts. The conceptual innovation that brings to the distinction between the two concept of public order and public economic order is the statuale base : the concept of public economic order is based on the forms of social State where the social justifies the public intervention in economy, becoming a legal notion of political and social economy. The relationship between law and economy appears important to better understand the meaning of the category of public and economic order: it is marked the need to create real and non-abstract conceptions of the system and to recover the experience of human relationships and that of the interpersonal communication. The proposal of a general theory in an economic setting reveals the deficiencies of an abstract method together with the need of a “new anthropology” upon which the subsidiary concept is based. The new typology gives value to the autonomy and to the ability of the individual and it is consequence of the natural auto govern of the human person. An analysis of the relationship between the economic order and the juridical system follows: social rules join the subsidiary role of institutions that provide for the deficiencies of procedures. There is a communication between the two subjects through which the concept of communication gains importance, thus supposing a system upon which the subsidiary intervention of institutions that work for the welfare of community life is based. The new concept of public economic order becomes a category that mediate the interrelations among the principles of the Community system and the rules of the Community market. The economic development and the social progress are the two cornerstones of the category, always tending towards a balance between the two purposes , identified at European levels as fundamental values and interpreted from the law of the Court as basic for its decisions. It is underlined the fulfillment of the concept in the Community setting in which the need of defending economic freedom has been associated to the protection of other values. The balance for the achievement of the public economic order lacks in many areas of international law where the concept of free trade prevails over social values and human person.
Zanovello, Francesca. « Usucapione "privata" e "pubblica" nella prospettiva della giurisprudenza CEDU. La tutela multilivello del diritto di proprietà ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422401.
Texte intégralLa tesi dottorale si intitolata “Usucapione “privata” e “pubblica” nella prospettiva della giurisprudenza CEDU: la tutela multilivello del diritto di proprietà”. Il lavoro si articola in tre capitoli: prima si affronta il rilievo che il diritto di “proprietà” assume sul piano anche sovranazionale (tutela “multilivello” del diritto di proprietà), precisando il rapporto tra le diverse fonti; poi si passa all’esame della disciplina dell’usucapione e dell’adverse possession (del diritto inglese) alla luce della giurisprudenza della Corte eur. dir. uomo sul tema; in fine il lavoro si conclude con la trattazione della discussa ammissibilità dell’usucapione “pubblica” in relazione alle pronunce di Strasburgo in materia di “espropriazione indiretta”. Nel primo capitolo si compie un’analisi delle diverse fonti nazionali (Costituzione, Codice civile e leggi speciali) e sovranazionali (art. 1 del 1° Prot. add. alla Conv. eur. dir. uomo, art. 17 della Carata dir. UE) che oggi vengono in gioco in tema di tutela del diritto di proprietà, evidenziandone le divergenze e valorizzando il ruolo dei giudici (Corte costituzionale, Corte. eur. dir. uomo, Corte di Giustizia UE) che ne operano il coordinamento. Si affronta il problema del difficile raccordo tra il modello economico-sociale di proprietà dell’ordinamento interno e la diversa concezione propria della Conv. eur. dir. uomo (art. 1 del 1° Prot. add.) e della Carta dir. UE (art. 17), ove il diritto di proprietà trova collocazione tra le libertà fondamentali, senza alcun riferimento alla “funzione sociale”. Per evitare un’insuperabile rottura tra i due modelli si prospetta la soluzione di un dialogo tra giudici che, nell’operare il coordinamento delle diverse fonti, ripudia ogni lettura in chiave gerarchica delle stesse. L’incidenza del diritto europeo e la contrapposizione che talora si crea tra tutela della proprietà nel “sistema CEDU” e nell’ordinamento nazionale fanno sorgere dei dubbi circa la compatibilità con il diritto sovranazionale anche di istituti di antica tradizione giuridica come l’usucapione. Questa, infatti, conduce alla perdita del diritto di proprietà senza la corresponsione di alcun indennizzo e in assenza di garanzie procedimentali. La questione prende spunto, come evidenziato nella seconda parte del lavoro, dal caso J.A. Pye relativamente al quale si è pronunciata la Corte eur. dir. uomo (CORTE EUR. DIR. UOMO, 15.11.2005, n. 44302/02, J.A. Pye Ltd (Oxford) v. the United Kingdom; CORTE EUR. DIR. UOMO (G.C.), 30.08.2007, n. 44302/02, J.A. Pye Ltd (Oxford) v. the United Kingdom). In tale occasione si è dubitato della compatibilità dell’adverse possession con l’art. 1 del 1° Prot. add. alla Conv. eur. dir. uomo proprio perché l’istituto consentiva la perdita della proprietà senza corresponsione di un indennizzo e in assenza di garanzie procedimentali. La Grande Chambre, in senso difforme dalla pronuncia di primo grado della Corte eur. dir. uomo, ha qualificato l’istituto come un’ipotesi di regolazione dell’uso dei beni (art. 1 del 1° Prot. add., 2° comma) e ha escluso la violazione dell’art. 1 del 1° Prot. add., non senza perplessità da parte dei giudici dissenzienti. Si è conseguentemente passati all’esame dell’istituto nazionale dell’usucapione, senza estendere in modo automatico le conclusioni dei giudici di Strasburgo alla disciplina interna, date le diversità strutturali rispetto all’adverse possession. Si è comunque concluso per la compatibilità dell’usucapione con il “sistema CEDU” in quanto funzionale al perseguimento di un interesse generale (di certezza giuridica) nel rispetto del principio di “giusto equilibrio”; questa infatti consente al proprietario di contrastare l’altrui possesso prima dell’intervenuta usucapione o di contestare il perfezionamento della fattispecie acquisitiva successivamente, senza eccessivi oneri di vigilanza e controllo, considerate le condizioni che il possesso deve presentare per consentire l’usucapione e il termine ragionevolmente lungo richiesto per il suo perfezionamento. Nel terzo capitolo si passa all’esame dell’usucapione “pubblica” e ci si interroga sulla sua compatibilità con il “sistema CEDU”. Si solleva la questione dell’ammissibilità dell’istituto, non solo in ragione delle maggiori difficoltà nel ricostruire un possesso utile ad usucapire il bene a favore della P.A. occupante, ma soprattutto per il timore che si configuri un’ipotesi di “espropriazione indiretta” in contrasto con la giurisprudenza della Corte eur. dir. uomo. Riconosciuta la difficoltà di espungere del tutto dall’ordinamento l’istituto, si è prospettata la possibilità di un’interpretazione rigorosa e di restringerlo ai soli casi di occupazione usurpativa (pura) in cui difetta del tutto l’esercizio di un potere pubblicistico e il collegamento dell’opera con l’interesse pubblico, mancando la stessa dichiarazione di pubblica utilità. Il lavoro si propone pertanto di evidenziare come l’indubbio rilievo assunto dal diritto di proprietà sul piano sovranazionale (in particolare nel “sistema CEDU”) incida sul diritto interno, dando luogo a una rilettura (non a una passiva eliminazione) anche di istituti propri dell’ordinamento nazionale.
GRILLO, ELISA. « Le concessioni di servizi pubblici locali a rilevanza economica : i principi europei dell'evidenza pubblica nella giurisprudenza della Corte di Giustizia e nel Codice dei contratti pubblici ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43993.
Texte intégralDE, SANTIS CHIARA. « L'argomento comparativo nella giurisprudenza costituzionale degli ordinamenti c.d. misti dell'area extra-europea ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1567666.
Texte intégralTURRINI, PAOLO. « L'interpretazione evolutiva nella giurisprudenza internazionale ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/826147.
Texte intégralDELL'OGLIO, Leandra. « LA RESPONSABILITÀ CIVILE DEL MAGISTRATO ALLA LUCE DELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/94913.
Texte intégralValentini, Anna. « Il principio di non discriminazione in base al sesso in materia di accesso al lavoro nell'ordinamento giuridico dell'Unione europea : la proposta dell'associazione Choisir la cause des femmes ». Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/42.
Texte intégralPALANDRI, LUCREZIA. « Giudicare l'arte. Arte e libertà nella giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/989211.
Texte intégralMATTEUCCI, AURORA. « La tutela dei diritti umani nel procedimento cautelare. Riflessioni su custodia cautelare e libertà personale nel dialogo tra Corte europea dei diritti dell'uomo e giurisprudenza italiana ». Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/564695.
Texte intégralMANGANARO, MARTA. « L'applicabilità diretta della Cedu nell'ordinamento interno e l'eventuale crisi del modello accentrato di costituzionalità ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3115887.
Texte intégralPETRINI, Maria Celeste. « IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE : ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.
Texte intégralIAMMARINO, Debora. « Danno ambientale e responsabilità nella gestione dei rifiuti ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251115.
Texte intégral