Littérature scientifique sur le sujet « Giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo »

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Articles de revues sur le sujet "Giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo"

1

Catanzariti, Mariavittoria. « I diritti su misura : la Corte Europea di Strasburgo e i minori ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (juillet 2012) : 97–121. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001005.

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Résumé :
Questo saggio esamina l'approccio della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo alla tutela dei diritti dei minori. Piů specificamente, esso pone la questione dello statuto di tali diritti come diritti fondamentali alla luce della compatibilitŕ normativa tra diritto internazionale e diritto interno. La giurisprudenza della Corte Europea č dunque analizzata al fine di mettere in rilievo alcuni principi dalla stessa elaborati, con particolare riguardo al rispetto della vita familiare. Il saggio si concentra infine sui principi della child-friendly justice adottati dal Consiglio d'Europa nel novembre 2010 al fine di evidenziare il rapporto tra modelli culturali e prassi giurisprudenziale.
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Calzolaio, Ermanno. « Europa dei diritti e giudice europeo ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mars 2011) : 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001006.

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Résumé :
Il presente contributo, muovendo dal rilievo ampiamente condiviso che il sistema di tutela dei diritti umani in ambito europeo fa perno sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte di Giustizia, si concentra sull'esame di alcuni aspetti di contesto, sovente lasciati sullo sfondo, ma che appaiono invece essenziali per la stessa comprensione del fenomeno. Si tratta, precisamente, delle modalitŕ di nomina dei giudici, dello stile delle sentenze, dell'esistenza di una regola del precedente e dei modi del suo operare. L'analisi svolge poi alcune considerazioni sul tema dei rapporti tra le due Corti, soprattutto alla luce della adesione dell'Unione alla Convenzione europea a seguito dell'entrata in vigore del cd. Trattato di Lisbona, che riconosce lo stesso valore giuridico dei trattati alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea approvata a Nizza nel 2000 (art. 6 TUE). Alla luce del contesto cosě ricostruito, vengono svolti rilievi critici sulle modalitŕ attraverso cui i giudici italiani si rapportano alla giurisprudenza convenzionale e comunitaria.
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3

Lo Faro, Antonio. « Responsabilitŕ e sanzioni per sciopero illegittimo : cambia qualcosa in Italia dopo Laval ? » GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 131 (août 2011) : 419–32. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131005.

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Résumé :
Il saggio prende lo spunto dalla decisione assunta dalla Corte del lavoro svedese nel seguito nazionale diper interrogarsi sugli effetti che la giurisprudenza comunitaria potrebbe determinare sulla disciplina italiana dei rimedi disponibili in caso di sciopero illegittimo. Dopo aver evidenziato che la disciplina nazionale in materia č essenzialmente rivolta a regolamentare lo sciopero effettuato nell'ambito dei servizi pubblici essenziali, si sostiene che la peculiare natura dei rimedi previsti in caso di illegittimitŕ dei suddetti scioperi, ne impedisce l'applicabilitŕ alla ipotesi dello sciopero comunitariamente illecito. Il saggio si sofferma quindi sulla residualitŕ tradizionalmente propria del rimedio risarcitorio nell'ordinamento nazionale, cercando di individuarne le ragioni, per passare poi ad indicare il rimedio in grado di garantire in ambito nazionale il principio di effettivitŕ del diritto comunitario: ovvero, il provvedimento cautelare a carattere inibitorio. L'A. auspica, in conclusione, un mutamento della giurisprudenza comunitaria in materia, anche alla luce degli orientamenti manifestati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
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Maggiotto, Antonio. « Giurisprudenza : Commenti : I familiari extracomunitari di cittadini comunitari : prime applicazioni giurisprudenziali sui requisiti per il riconoscimento dello status previsto dalla Dir. 2004/38/CE ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (septembre 2009) : 120–22. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-003007.

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Résumé :
Diritto comunitario ed europeo1. Corte europea dei diritti dell'uomo 11.6.2009, caso S. D. c. Grecia - divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti - detenzione - domanda d'asilo2. Corte di giustizia delle Comunitŕ europee 2.4.2009, caso Rafet Kqiku causa C-139/08 - cittadino di uno Stato terzo in possesso di un documento di soggiorno svizzero - ingresso e soggiorno nel territorio di uno Stato membro a fini diversi dal transito - assenza di visto
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Baroni, Elena. « Principio di bi genitorialità e giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (octobre 2018) : 229–37. http://dx.doi.org/10.3280/mg2018-002022.

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Lanfranco, Lorena. « Abusi sessuali su minori istituzionalizzati. Strasburgo condanna la Bulgaria innovando la giurisprudenza sull'art. 3 Conv. eur. dir. Umani ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 232–39. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002021.

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Résumé :
Con sentenza del 2 febbraio 2021, nel caso X e altri c. Bulgaria, la Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato lo Stato convenuto per violazione dell'art. 3 Conv. eur. dir. umani (norma che vieta la tortura e le pene e i trattamenti inumani o degradanti) a fronte delle denunce dei tre ricorrenti che lamentavano di aver subito, durante la loro infanzia in orfanotrofio, abusi sessuali e altri maltrattamenti. Il presente contributo ripercorre l'iter argomentativo seguito dalla Corte di Strasburgo nel sancire il principio per cui, nei casi di violenza perpetrata su minori istituzionalizzati, gli Stati Parti hanno l'onere di svolgere indagini efficaci (qualificabili come tali alla luce della giurisprudenza convenzionale integrata dalle norme della Convenzione di Lanzarote), e le ragioni per cui l'operato delle autorità bulgare non sia stato rispettoso degli obblighi convenzionali. La sentenza in commento è quindi l'occasione per riflettere sui caratteri del sistema di tutela convenzionale dei minori che si trovino in situazioni di vulnerabilità e sulla ratio che muove la Corte nel delineare gli obblighi di tutela, prevenzione e repressione degli stati aderenti al Consiglio d'Europa.
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Margaria, Alice, et Vladimiro Zagrebelsky. « Procreazione medicalmente assistita e genitorialità : le direttrici della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (mars 2017) : 140–45. http://dx.doi.org/10.3280/mg2017-001017.

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Adamo, Ugo. « Il fine vita nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (janvier 2019) : 177–206. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2018-002008.

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Ruo, Maria Giovanna. « ‘The best interest of the child' nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (octobre 2011) : 39–54. http://dx.doi.org/10.3280/mg2011-003004.

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Gentile-Brown, Irene. « Note in materia di collocamento di minori in famiglie o strutture di accoglienza nella giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (octobre 2015) : 88–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-003006.

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Thèses sur le sujet "Giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo"

1

DI, PAOLA CRISTINA. « L'incidenza delle sentenze della corte europea dei diritti dell'uomo sul giudicato penale italiano ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/25132.

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Résumé :
Lo studio analizza gli effetti derivanti sul giudicato penale italiano dalle sentenze con le quali la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia accertato una violazione delle regole del giusto processo. La prima parte dell’elaborato è dedicata all’adeguamento dell’ordinamento italiano alla Cedu e al funzionamento del sistema di protezione dei diritti e delle libertà fondamentali istituito dal Consiglio d’Europa. La seconda parte verte sulla disamina delle soluzioni giurisprudenziali praticate in assenza di una disposizione interna che consentisse la riapertura del processo penale celebrato in spregio all’art. 6 Cedu e definito con provvedimento di condanna passato in giudicato. In chiusura, muovendo dall’intervenuta dichiarazione d’incostituzionalità dell’art. 630 c.p.p., si prospettano le linee guida per la codificazione di un nuovo istituto che disciplini una distinta impugnazione straordinaria preordinata alla concessione di un rimedio idoneo a garantire l’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo ex art. 46 Cedu.
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Bigiarini, Andrea. « Giudicato penale ed esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo : profili processuali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2020. http://hdl.handle.net/11572/253368.

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Résumé :
The present work aims to investigate the effects of the execution of the European Court of Human Rights’ (ECtHR) judgments on the Italian criminal res judicata. In the absence of a specific legislation, the research purpose is to face the numerous jurisprudential guidelines recently emerged on the above-mentioned topic by using a systematic approach, that can guide the study of a magmatic and evolving matter. The perspective adopted is a strict interpretation of the criminal res judicata institution, in response to the idea of a progressive erosion of its traditional features of stability and immutability. Multiple lenses can be adopted to analyse the research theme: it can be studied both from the point of view of criminal law (substantive and procedural) and of constitutional law. The present work focuses on criminal procedure law aspects of the matter. The goal of the first chapter - a sort of introduction - is twofold. On the one hand, the chapter is intended to present the domestic obligation to implement the ECtHR’s judgments in criminal cases. On the other, this chapter provides an analysis of the res judicata institution in the Italian procedural criminal law system. The second and third chapters represent the core of this work. In order to comply with the above mentioned international obligation (both in the individual cases decided by the ECtHR and in the other cases similar to those already judged by the Court), the domestic judges in several cases have adopted procedural legal remedies, provided for other purposes by the Italian legislator. Such an analogical use of existing domestic remedies should be looked at critically. Seeking to establish a comparison with the French and German legal systems, the last chapter depicts the pars costruens of the Doctoral Thesis.
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3

MARRE', BRUNENGHI CARLO EFISIO. « Occupazione appropriativa e usurpativa alla luce delle sentenze della Corte Europea dei diritti dell'uomo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1309.

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Ervas, Elena <1988&gt. « La tutela della libertà religiosa da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte Suprema Statunitense : tra scelte politiche e tecniche di scrutinio giudiziario ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12900.

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Résumé :
In un mondo caratterizzato da un crescente pluralismo religioso, crescono anche le istanze dei singoli di vedersi riconoscere maggiori diritti in ambito religioso, talvolta creando dei contrasti con le previsioni del diritto. La ricerca ha come obiettivo l’analisi delle attuali problematiche connesse all’esercizio della libertà religiosa e soprattutto dei principi e metodi interpretativi che sono stati sviluppati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Corte Suprema Statunitense per affrontare tali questioni.
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BOLDRIN, ALVISE. « LA TEORIA DELLA COMPENSAZIONE NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO : UN NUOVO MODO DI CONCEPIRE LE GARANZIE NEL PROCESSO PENALE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2021. https://hdl.handle.net/11577/3464426.

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Résumé :
Il tema della ricerca concerne il giudizio che la Corte europea dei diritti dell’uomo effettua sul rispetto del ‘diritto a un equo processo’ sancito all’art. 6 Cedu. Più specificamente, il lavoro intende approfondire l’approccio compensativo al quale il giudice europeo sembra fare ricorso con sempre maggiore frequenza in questo ambito. Esso fa riferimento a un passaggio valutativo che pare oggi rappresentare il fulcro sul quale si basano molte delle decisioni in materia di equità processuale pronunciate dalla Corte di Strasburgo. Sempre più spesso, infatti, il giudice convenzionale non arresta il proprio vaglio sancendo la violazione del diritto a un equo processo ove riscontri l’inosservanza di una delle molteplici garanzie tutelate dall’art. 6. Al contrario, in tali ipotesi la Corte europea si spinge a esaminare l’impatto di quella defaillance sull’equità complessiva del procedimento, andando a verificare se sussistano sufficienti fattori di contro-bilanciamento che nel corso del procedimento siano stati in grado di compensare i pregiudizi derivanti dalla violazione in esame. Dopo aver ricostruito origini e sviluppi di questo nuovo modo di gestire le garanzie nel processo penale, il lavoro cerca di mettere in luce le criticità e le aporie che da esso derivano.
The topic of the research concerns the jurisprudence of the European Court of Human Rights on the "right to a fair trial" enshrined in art. 6 ECHR. More specifically, the work aims to analyze the compensatory approach which the European judges seems to use with increasing frequency in this field. The so-called ‘counterbalancing test’ refers to an assessment which today seems to represent the fulcrum on which many of the decisions on procedural fairness pronounced by the Strasbourg Court are based. Infact more and more often the European Court does not stop its scrutiny by pronouncing the violation of the right to a fair trial when it ascertains the failure to comply with one of the guarantees protected by article 6, but goes on to examine the impact of that failure on the overall fairnees of the proceeding. To do so the Court verifies whether or not during the proceeding there were sufficient counterbalancing factors capable of compensating the prejudices deriving from the non-compliance with the specific guarantee listed in art. 6. After having examined origins and developments of this new way of managing guarantees in criminal trials, the work tries to highlight the criticalities and aporias that derive from it.
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LATRONICO, NATALIA. « I DIRITTI DI DIFESA NEL PROCEDIMENTO ANTITRUST DINANZI ALLA COMMISSIONE EUROPEA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/616379.

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Résumé :
This thesis is aimed at assessing, through an in-depth analysis of the case law of the Court of Justice of the European Union, the current status of the rights of defence enjoyed by companies which are parties to proceedings before the European Commission for the enforcement of Articles 101 and 102 TFEU. Against this background, this thesis purports to suggest some proposals to reform the current design of EU antitrust proceedings, with a view to improving the procedural guarantees granted to the parties and, ultimately, the legitimacy of the whole system of EU antitrust enforcement. This topic, which has been for a long time the object of a heated academic debate, is relevant for a number of reasons. First, the functioning and organization of EU antitrust proceedings, in which the European Commission acts at the same time as investigator, prosecutor and decision-maker. Second – and more recently – the fact that the Charter of Fundamental Rights of the European Union now ranks as EU primary law. As a consequence, the role of the European Convention of Human Rights within the EU legal order has become more significant. With respect to this last point (and particularly in light of Article 6 ECHR), it must also be noted that antitrust fines are now largely acknowledged as having a criminal nature. Accordingly, it is even more important to ensure the respect of the rights of defence in the context of such proceedings. In light of the above, this thesis first provides an overview of the process through which the respect of the rights of defence has been gradually established at EU level, by analyzing its different stages, the role of the case law and the impact of the relevant legislative instruments providing for the protection of fundamental rights. The second chapter of this thesis examines some preliminary and cross-cutting issues, such as the applicability of fundamental rights to legal entities, the rationale (and limits) of granting rights to the parties of antitrust proceedings, and the issue of the criminal nature of antitrust fines in light of Article 6 ECHR. The core of this research is the assessment of the current status of the rights of defence in EU antitrust proceedings, through an analysis of the case law of the EU courts (as compared with the case law of the Strasbourg Court) as well as of the relevant legislation. Accordingly, the assessment focuses on the privilege against self-incrimination, the legal professional privilege, the right to be heard and the right to access the case file. Finally, a few conclusive remarks are drawn on the compatibility between the case law of the EU courts and of the Court of Strasbourg, on the one hand, and on the current level of protection of the rights of defence in EU antitrust proceedings, on the other hand. Against this background, an assessment is carried out with respect to the possible reforms that might be enacted in the context of EU antitrust proceedings, with a view to improving the role and impact of the parties’ procedural guarantees, with a particular focus on the role of the Hearing Officer and on the oral hearing.
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Fornaciari, B. « LA DIRETTIVA 2012/13/UE SUL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE.LA CONOSCENZA NEL PROCESSO PENALE FRA UNIONE EUROPEA E ORDINAMENTO INTERNO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/369477.

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Résumé :
La presente ricerca si propone di analizzare la Direttiva 2012/13/UE sul diritto all'informazione nei procedimenti penali ed il suo impatto sul sistema processuale italiano. L'analisi prende le mosse da un primo capitolo dedicato al sistema multilivello delle fonti: sul panorama nazionale e sovranazionale, infatti, la direttiva è solo l'ultima norma, in ordine di tempo, a disciplinare il diritto fondamentale alla conoscenza dell'indagato e dell'imputato. Necessario quindi apprestare una panoramica delle fonti che garantiscono la protezione multilevel dei diritti, e descrivere le loro reciproche interazioni. Imprescindibile, poi, un approfondimento sulla tutela dei diritti nello Spazio di Libertà Sicurezza e Giustizia dell'UE, con un'attenzione particolare all'era post-Lisbona ed al valore aggiunto che le direttive ex art. 82 co. 2 TFUE possono portare sul sistema multilevel. Il secondo ed il terzo capitolo sono dedicati all'analisi normativa della fonte europea. La trattazione si muove lungo le tre visuali prospettiche che la norma europea attribuisce al diritto all'informazione: diritto alla conoscenza dei propri diritti; diritto alla conoscenza dell'accusa; diritto alla conoscenza degli atti di indagine. Le disposizioni europee vengono continuamente integrate con la giurisprudenza della Corte EDU, che inietta di significato le norme della direttiva e fornisce gli standards di tutela laddove non specificati. Vengono messe in rilievo le disposizioni più innovative, che consentono alla direttiva di non essere solo “codificazione” del case law di Strasburgo, ma fonte autonoma e progredita di diritti. Il capitolo finale è infine focalizzato sull'impatto che la direttiva ha prodotto sul sistema processuale interno. La trattazione è suddivisa tra l'analisi delle modifiche apportate dalla normativa di attuazione italiana, d. lgs. 101/2014, e la disamina delle sue lacune: il legislatore ha dato luogo ad un intervento minimalista, omettendo di dare esecuzione proprio alle disposizioni europee più innovative che avrebbero permesso al nostro sistema di essere in linea con i dettami sovranazionali. Particolare attenzione è data al tema delle modifiche all'imputazione e al principio Iura novit curia, sulla scorta dei punti saldi elaborati dalla Corte EDU nel noto caso Drassich. In conclusione, vengono proposti gli scenari futuri che potrebbero conseguire all'efficacia diretta della direttiva e alla penetrazione, per il suo tramite, delle norme CEDU nell'ordinamento giuridico nazionale.
The present research examines the European Directive on the right to information in criminal proceedings (Directive 2012/13/EU, hereinafter ‘the Directive’), assessing the impact that it is likely to have on the Italian legal system. Before analyzing the legislation, the thesis provides an historical overview of the status of human rights safeguards in the EU and a description of its multi-layered system of protection. Starting from the early ECJ case law setting out a ‘human rights theory’, the research moves on to consider the Charter of Nice and the development of a European Area of Criminal Justice, until the Stockholm Program and the entry into force of the Lisbon Treaty. In addition, it addresses the question as to whether and to what extent the directives ‘of new generation’ based on art. 82 par. 2 TFEU bring an added value to the aforementioned human rights protection system. Chapters 2 and 3 of the research focus on the analysis of the legislation and on the three meanings that the Directive attaches to the right to information in criminal proceedings, namely, the right to information about rights, the right to information about accusation, and the right to information about case file. The effort is shedding some light on the most innovative prescriptions, while at the same time highlighting how much the EU legislation owes to the ECtHR case law, which is used as a yardstick for the evaluation and interpretation of the Directive. Finally, Chapter 4 addresses the Italian implementing legislation (d. lgs. 101/2014) and the impact of the Directive on our legal system. It finds that the NIM is highly unsatisfactory, as the Italian legislator has failed to comply with the most innovative EU standards. In this regard, the research illustrates the impact of EU prescriptions on the jurisdiction of national judges, in particular, the impact of the ‘new’ right to information about accusation. It concludes that Italian judges can (in)directly apply ECtHR case law standards due the direct effect of the Directive (which can be regarded as an ‘ECtHR case-law codification’).
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TURRINI, PAOLO. « L'interpretazione evolutiva nella giurisprudenza internazionale ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/826147.

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Résumé :
La tesi analizza la nozione di interpretazione evolutiva dapprima da un punto di vista teorico, e in un secondo momento calandola all'interno di due contesti giurisdizionali tra loro differenti (quello della Corte europea dei diritti dell'uomo e quello dell'Organizzazione mondiale del commercio) The dissertation analyses the concept of evolutive interpretation, at first from a theoretical point of view, and then situating it in two different jurisdictional contexts (those of the European Court of human rights and the World Trade Organization)
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9

PALANDRI, LUCREZIA. « Giudicare l'arte. Arte e libertà nella giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/989211.

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Résumé :
Il tentativo di conciliare l’indagine sulla libertà di espressione artistica con il metodo costituzionale comparato mi ha portato alla scelta di concentrarmi sullo sviluppo giurisprudenziale di tale diritto nel contesto della Corte Suprema degli Stati Uniti, seguendo in particolare l’evoluzione definitoria del concetto di arte e dei suoi limiti, insieme alla conseguente variazione del livello di tutela della sua libertà. L’annoso dibattito che ruota attorno alla domanda “cosa è arte?” imperversa da secoli tra studiosi di filosofia, estetica, storia e critica dell’arte. Il lavoro di tesi cerca di mettere in luce come questa stessa domanda non resti confinata nei suddetti campi, ma si ritrovi scritta anche in diversi ambiti del diritto, nonostante arte e diritto vengano tradizionalmente ed intuitivamente ritenuti terreni inconciliabili. Il Capitolo I parte da questa considerazione per inquadrare in via generale il problema della definizione di un concetto giuridico di arte, preparando così il terreno per l’analisi giurisprudenziale dei due capitoli successivi. Concentrandomi, infatti, sull’approccio dei giudici alla domanda “cosa è arte”, preliminare alla risoluzione di controversie in materia di libertà artistica, l’intento sarà quello di mostrare quanto questo modus operandi possa essere funzionale ad una indagine non tanto sul fenomeno artistico quanto sul ruolo stesso dei giudici. Usando come parametri di riferimento i metodi di interpretazione giudiziale e le teorie interpretative costituzionali – oltre ad un terzo parametro di tipo trasversale che è l’unicità della materia in esame –, i Capitoli II e III affrontano il problema della definizione di arte ai fini della tutela del Primo Emendamento ed analizzano, rispettivamente, i casi in cui i giudici cercano di dare una risposta alla domanda “cosa è arte?”, ed i casi, molto più frequenti, in cui i giudici decidono “cosa non è arte”, entrambi valutando l’esistenza e la solidità di argomentazioni e criteri decisori forniti dalla Corte nelle sue opinioni. Il proposito, dunque, non è affatto quello di trovare una volta per tutte la definizione di arte o di sostenere l’assurda pretesa che i giudici sarebbero in grado di risolvere eterni dilemmi artistici. Piuttosto il fine vuole essere quello di dimostrare che i casi in cui i giudici devono decidere se un oggetto costituisce o meno un’opera d’arte possono rivelare molto di più sulla natura del giudicare piuttosto che sulla natura dell’arte. Nell’ultimo Capitolo, il IV, accennerò anche ad alcuni elementi di confronto tra l’esperienza della Corte Suprema degli Stati Uniti e quella della Corte europea dei diritti dell’uomo, nel momento in cui si trovano a dover decidere sulla definizione del concetto di arte e della sua libertà.
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10

BARNABO', MICOL. « I rimedi restitutori nell'ambito del sistema della Convenzione europea dei diritti dell'uomo ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/872741.

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Livres sur le sujet "Giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo"

1

Giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e influenza sul diritto interno. Napoli [etc.] : Edizioni scientifiche italiane, 2009.

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2

Michele, De Salvia, Zagrebelsky Vladimiro et Fumagalli Meraviglia Marinella, dir. Diritti dell'uomo e liberta fondamentali : La giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e della Corte di giustizia della Comunita europee. Milano : Giuffre Editore, 2006.

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3

Roberto, Facchin, et Istituto internazionale di studi sui diritti dell'uomo., dir. L' Interpretazione giudiziaria della Convenzione europea dei diritti dell'uomo : Guida alla giurisprudenza della Corte, 1960-1987. Padova : CEDAM, 1988.

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4

La tutela dell'ambiente nella giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani. Napoli : Jovene, 2011.

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5

Pustorino, Pietro. L' interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo nella prassi della Commissione e della Corte di Strasburgo. Napoli : Editoriale scientifica, 1998.

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6

La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 20 luglio 2001 : Giornate di studio, Università di Teramo, 11-12 aprile 2003. Milano : A. Giuffrè, 2004.

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7

Repertorio della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea : Annotato con i lavori preparatori e la giurisprudenza delle alte corti europee e della Corte costituzionale italiana. Milano : Giuffrè, 2001.

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